Forum Retail: si è chiusa con successo la sedicesima edizione dell’evento ideato e sviluppato da IIR (che da gennaio 2017 diventerà IKN Italy, Institute of Knowledge & Networking).
Numeri importanti hanno contraddistinto anche l’appuntamento di quest’anno: 1000 partecipanti di cui oltre 500 retailer, 42 Sponsor, 54 Exhibitor, 44 Media Partner, il Patrocinio di 8 Associazioni e 2 Sessioni Plenarie, 16 Sessioni Parallele e 2 Board Room.
L’appuntamento, che ha avuto come tema trainante innovazione instore e mobile experience per l’engagement del cliente, ha visto il susseguirsi di 2 Sessioni Plenarie, 16 Sessioni Parallele e 2 Board Room.
Plenarie e tavole rotonde
La Sessione Plenaria del primo giorno ha trattato il tema dell’e-commerce & retail, la consegna dei prodotti alimentari freschi direttamente a domicilio con ordini tramite mobile: la rivoluzione che sta coinvolgendo il settore. A seguire si è svolta la tavola rotonda “Shaping the Future of Retail: cosa accadrà nel Retail nei prossimi 3 anni?” Un approccio olistico alla multicanalità: dalla formazione del personale del Pdv dell’offerta online al ruolo chiave della logistica. Quali sono le tecnologie indispensabili per un’omnicanalità di successo? Le Internet Company stanno diventando delle Logistic Company? Con la vittoria di Donald Trump la rivoluzione contro “l’establishment” è iniziata: quali i timori e gli impatti sull’equilibrio economico mondiale e sul settore del Retail?
La plenaria del secondo giorno è stata introdotta dalla presentazione dell’indagine statistica realizzata da Altroconsumo sui percorsi di acquisto e sulle nuove tecnologie dal punto di visto dei consumatori ed è proseguita affrontando il tema: “Cosa vuole realmente il mio cliente?”.
Un momento della plenaria del secondo giorno
Le Sessioni Plenarie sono state seguite da 16 Sessioni Parallele che hanno affrontato temi specifici declinati nei diversi settori.
Durante i networking lunch si sono svolti, nell’area espositiva, il dibattito relativo ai nuovi sigilli di qualità, con il coinvolgimento di Altroconsumo e Ikea Italia, e la tavola rotonda su reputazione, fidelizzazione e multicanalità: opportunità o rischi?, cui hanno partecipato Assofranchising, Italia a Tavola network, Vision Group, Unione Nazionale dei Consumatori, Università Cattolica del Sacro Cuore e Codici Lombardia.
…e nel 2017?
Forum Retail dà l’appuntamento al 21 e 22 novembre 2017: i contenuti della prossima edizione saranno focalizzati sull’analisi del futuro del Retail 4.0: oltre l’omnicanalità.
L’appuntamento del 2017 propone una grande novità: i “Retail Awards” che prevedono la premiazione dei 10 progetti più innovativi nelle seguenti categorie: best retail concept, best in store technology, best customer experience initiative, best o2o strategy, best innovation in payments, best collaborative logistics project, best innovation in warehouse, best fashion e-commerce storyteller, best social & millenials commerce campaign, best Chief Digital Officer in Retail.
Tutti ne parlano, nel settore entrano continuamente nuovi attori (Amazon su tutti), le insegne si attrezzano, pullulano le strat-up, e gli acquisti alimentari via web in tutte le loro forme (dal food&grocery ovvero la spesa al supermercato ai prodotti enogastronomici e il vino, alla ristorazione) raggiungono nel 2016 i 519 milioni di euro, in crescita del 30% sul 2015: lo rivela l’Osservatorio eCommerce B2C promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano. Crescono a doppia cifra il Grocery Alimentare (+40%), l’Enogastronomia (+17%) e la Ristorazione (+29%).
Numeri ancora piccoli certo, specie se comparati con altri mercati europei: il Food&Grocery in valore assoluto incide ancora marginalmente (3%) sul totale mercato eCommerce B2c italiano, pari a quasi 20 miliardi di euro. «L’incidenza degli acquisti online sul totale acquisti Retail è pari allo 0,35% nel 2016 -dice Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -, una penetrazione significativamente inferiore sia rispetto a quella osservata in altri comparti merceologici più sviluppati – Abbigliamento (5%), Turismo (29%) – che rispetto ai valori registrati (tra il 2 e l’8%) nello stesso settore in altri mercati internazionali come Francia, UK, USA. Negli ultimi anni però si è assistito a una proliferazione di iniziative online, sia da parte dei retailer tradizionali sia da parte di Dot Com pure player (anche startup): l’aumento dell’offerta si è osservato indistintamente in tutti gli ambiti, dai prodotti da supermercato ai prodotti gastronomici, dal vino al cibo pronto e possiamo ritenere che siano state finalmente gettate le basi per uno sviluppo strutturato del settore».
Gdo online a 188 milioni
Gli acquisti di Grocery Alimentare valgono nel 2016 188 milioni di euro, in crescita del 40% rispetto al 2015.
«Nel settore, contrariamente a quanto avviene mediamente nell’eCommerce B2c italiano, sono gli operatori tradizionali (retailer e produttori) a ricoprire un ruolo dominante, con il 67% del valore delle vendite nel 2016 – spiega Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano-.Tuttavia le Dot Com crescono a un tasso superiore e il loro peso passa dal 25% nel 2015 al 33% nel 2016. Visto lo stato embrionale di molte di queste iniziative, è lecito aspettarsi che le Dot Com incrementino il loro peso anche nei prossimi anni. Prendendo in esame la concentrazione di mercato, emerge che i primi 5 operatori del Food&Grocery generano il 68% delle vendite online, in linea con il 2015».
Nel Food&Grocery la componente principale – in termini di valore degli acquisti – è rappresentata dall’Alimentare, pari al 90% del comparto, per un valore di 519 milioni di euro, in crescita del 27% rispetto al 2015. La componente Health&Care pesa per il restante 10%. L’Alimentare è a sua volta composto per oltre il 90% dall’acquisto di prodotti Food e per meno del 10% dal Wine. In particolare, nel Food il 60% della domanda si riferisce all’acquisto di prodotti “secchi” (confezionati, incluso il caffè), il 31% ai “freschi” (prodotti a temperatura controllata, incluso il cibo pronto), il 7% alle “bevande” e il restante 2% ai “surgelati”.
L’offerta avanza, la domanda arriverà, ma serve una customer experience migliore
Gli operatori presenti al convegno “Food online: l’appetito viene mangiando” (aziende di packaging e delivery, esperti di marketing e logistica) ne sono certi: la domanda langue perché finora non c’è stata un’offerta adeguata. Ma le cose stanno cambiando.
Sicuramente aumenta il nuemro di operatori sul mercato, però l’esprienza degli acquisti online pe quanto riguatda il Food&Grocerty va senz’altro migliorata: i clienti interpellati (in Italia sono 1,5 milioni) hanno giudicato mediocre o appena sufficiente l’espreienza in titte le sue fasi.
Insomma c’è ancora da lavorare, anche se molto si sta facendo in termini di innovazione, come ha spiegato Samuele Fraternali, Ricercatore Senior dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. «In tutti e 3 i settori possiamo notare una decisa tendenza all’innovazione sulla customer experience. Dal Click&Collect come alternativa alla consegna a domicilio, all’aumento di iniziative focalizzate sulla vendita di prodotti tipici di alta qualità, del fresco con consegna rapida e di ingredienti/box per la preparazione di ricette. La ristorazione controbatte con una maggiore attenzione all’elenco degli ingredienti contenuti all’interno del piatto – al fine di poter rispondere ad esigenze specifiche come diete, intolleranze e allergie – e alla garanzia di consegna dell’ordine in tempi brevi al fine di soddisfare l’urgenza del cliente”.
Cogliere i segnali inviati da un consumatore che, pur in un contesto ancora deflattivo, è pronto a mettere nel carrello prodotti di valore. È questa la sfida che si apre davanti a retail e industria, stando alle indicazioni rilasciate da Iri nell’ambito del convegno “Industria e Distribuzione: come cooperare per ottimizzare la filiera?”, organizzato da Fiera Milano Media, con la testata inStore, in collaborazione con Nagel-Group
Filippo Schianchi, Senior Account Manager Nagel-Group, società logistica che vanta una collaudata esperienza di collaborazione con la distribuzione, come confermato dalla solida partnership che la lega al Gruppo Finiper.
“Complessivamente – ha detto Cristina Lazzaroni, client service account director di Iri – il comparto Lcc vive una stagione ancora faticosa, con l’alimentare chiamato a sostenere volumi e fatturati: il food è infatti l’unica voce in totale territorio positivo, con un +1,1% a volume e un +1% a valore nel progressivo aggiornato a settembre 2016. La spinta a una netta crescita, insomma, ancora non si vede. Lo shopper, del resto, deve destreggiarsi tra i tanti allarmi lanciati sull’alimentazione e la necessità di operare scelte consapevoli. E deve anche fare i conti con il retaggio di una crisi che ha imposto molta attenzione agli sprechi. In questo scenario, tuttavia, si stanno mettendo in evidenza nicchie merceologiche capaci di generare valore”.
Macrotrend del food, andamento dei prezzi, focus sui freschi
“Gli esempi non mancano – continua Lazzaroni -. Penso innanzitutto al biologico: l’incidenza di carrelli che contengono almeno una referenza bio tocca ormai quasi il 7% a totale canali, l’8,6% se ci riferisce ala dato aggregato Iper + Super. Ma altrettanto vale anche per il segmento relativo alla categoria soia/vegetale, che nel 2015 ha messo a segno un giro d’affari di 130 milioni di euro. E ancora, analogo discorso si può fare per i prodotti senza lattosio che sempre nel 2015 hanno sfiorato quota 400 milioni di euro, e per una new entry nella gdo, il sushi, che nell’ultimo anno ha raggiunto gli 80 milioni di euro”.
Si stanno insomma facendo strada nuovi trend di consumo che non mancano, e non mancheranno, di influire sulle vendite delle intere macrocategorie. “Se si prende in esame il fresco, ovvero il reparto che traina l’andamento degli acquisti alimentari – ha osservato ancora Lazzaroni – si delineano dinamiche opposte legate appunto a tendenze emergenti”. E così, a voci che segnano flessioni anche a doppia cifra si contrappongono referenze in piena crescita. “Sia i distributori sia le grandi marche – ha concluso Lazzaroni – hanno quindi l’opportunità di cavalcare i trend emergenti lavorando sull’ampliamento dell’offerta”.
Il valore della marca per un consumatore sempre più fedele all’esperienzialità legata al brand
Un’opportunità che l’Idm ha peraltro già ben presente. “Il concetto di marca – ha spiegato Ivo Ferrario, direttore Comunicazione e Relazioni esterne di Centromarca – si sta estendendo a territori nuovi, come il naturale, il biologico o il tipico. E sappiamo che nelle scelte dei consumatori questi elementi sono diventati ormai parte della cultura comune da cui non si può più prescindere. L’offerta dei brand non può quindi più essere eterodiretta, ma deve tenere contro di quanto viene suggerito dagli stessi shopper. Vi è comunque ancora molto lavoro da fare per adeguare industria e distribuzione a questo nuovo scenario. In particolare, penso che l’Idm dovrà intervenire su tre aspetti: la riorganizzazione interna, con una forte integrazione tra funzioni; la comunicazione, sfruttando in modo adeguato le opportunità del digital; le attività alla base dei processi di creazione del valore, ormai molto diversi da quelli del passato”.
Idm e distribuzione: come cambiano le relazioni
In questo contesto, quindi, la relazione tra distribuzione e industria di marca è destinata a rafforzarsi. Fino a diventare una vera e propria partnership. Gli interventi raccolti durante la tavola rotonda seguita al convegno promosso da InStore e Nagel-Group non lasciano dubbi: questa è la direzione da intraprendere.
Fonte: IRI Banca Dati ECR – Totale Italia Iper + Super
“Insieme al retail – ha osservato Roberto Bechis, amministratore delegato diMeggle Italia – l’industria deve puntare sullo storytelling, comunicando meno, ma meglio. Ma il vero tema, se si parla di partnership, è la disponibilità a mettere in comune i dati”. “Il profitto si può perseguire insieme – gli ha fatto eco Luca Fontana, responsabile vendite Bergader Italia -. Per raggiungere questo obiettivo, però, è importante condividere le informazioni: così si conseguirebbero risparmi che le aziende potrebbero poi investire in qualità, servizio al consumatore e innovazione”.
E dello stesso avviso sono anche le insegne. “Lavorare in partnership è un fatto culturale che va migliorato, perché porta benefici per tutti – ha osservato Nicola Morchio, direttore logistica e controllo di gestione di Gruppo Finiper-. In particolare, deve essere affrontato il nodo dei dati che, stando alla mia esperienza, non investe solo i rapporti tra industria e distribuzione, ma tocca anche la filiera interna delle insegne, perché spesso le informazioni complessive non sono condivise”.
“Già in tempi non sospetti – ha aggiunto Nicola Zanchin, area manager freschi Aspiag Service – abbiamo diffuso i nostri dati per dimostrare che puntiamo verso lo stesso traguardo: fare trovare al consumatore il prodotto sullo scaffale. Ora tuttavia credo siano maturi i tempi per fare un passo in più: costruire insieme l’innovazione”.
Alleanze su fronte logistico: Finiper e Nagel-Group
La collaborazione sembra dunque rappresentare un modello vincente. E a confermarlo è anche l’esperienza illustrata durante il convegno da Finiper, che dal 2013 ha scelto Nagel-Group come proprio partner strategico in ambito logistico. “Insieme abbiamo dato vita – ha spiegato Nicola Morchio, direttore logistica e controllo di gestione di Gruppo Finiper – a un progetto improntato all’ottimizzazione dell’intera filiera, agendo su spazi, risorse, tratte e standardizzazione dei processi”. Un progetto complesso, quindi, costruito su una precisa logica tailor made. “Si tratta di un modello confezionato su misura – ha confermato Filippo Schianchi, senior account manager di Nagel-Group – caratterizzato da un flusso teso, da una forte adattabilità al contesto e da una estrema modularità”. Una formula che, dopo quattro anni di verifica sul campo, ha portato buoni frutti a entrambi gli attori coinvolti. Ma non solo. Perché anche i fornitori sembrano gradire.
Testi di Manuela Falchero
Foto di Filippo Poletti
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Pagamenti in cassa (automatiche e con operatore) tramite smartphone attenderanno i clienti di Coop Liguria, a partire nelle prossime settimane.
Ad annunciarlo, nel corso del Forum Retail di Milano, è stato Giovanni Clavarino, Responsabile Organizzativo ipermercati e innovazione Coop Liguria e Presidente di Energya SpA. Come sistema di mobile payment per gli iper e i supermercati Coop Liguria ha scelto Mobysign, un’app in grado di garantire i più alti livelli di sicurezza, una user experience facile e intuitiva. I clienti, previa registrazione sull’app Mobysign (www.mobysign.com/it), potranno pagare leggendo un QR code con il cellulare e confermare l’acquisto con l’impronta digitale o digitando un PIN sullo smarthphone. Con Mobysign lo smartphone può essere utilizzato da solo o a supporto di altri dispositivi, come la cassa del supermercato, la pagina web sul PC dove vogliamo fare login o acquisti. Il primo centro commerciale ad utilizzare l’app Mobysign sarà “L’Aquilone” di Genova Bolzaneto. App che sarà utilizzabile anche presso altri esercenti e che se scaricata attraverso l’app iCoop darà diritto ad ulteriori promozioni esclusive del mondo Coop.
Bellussi presenta in edizione limitata il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG per Fior Fiore Coop, la linea che seleziona l’eccellenza dei prodotti alimentari, offrendo il meglio della cultura gastronomica del nostro Paese e non solo.
Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG è un vino spumante bianco realizzato vinificando le migliori partite di uva del territorio DOCG di Conegliano e Valdobbiadene, coltivate e raccolte a mano per non alterare le caratteristiche e le qualità dei singoli grappoli, e sapientemente lavorate da mani esperte secondo il Metodo Charmat.
Uno spumante extra dry dal perlage persistente, delicatamente profumato e armoniosamente equilibrato che racchiude tutto il savoir faire e l’eccellenza Bellussi.
Una partenrship importante per Bellussi Valdobbiadene che entra così a far parte del meglio della cultura enogastronomica selezionata da Coop, quattrocento prodotti realizzati a partire dalle migliori materie prime abbinando sapientemente lavorazioni artigianali con processi di produzione innovativi. Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Fiorfiore COOP sarà in vendita a partire da metà Novembre.
Il Gruppo Unicomm di Vicenza apre due nuovi punti di vendita: un supermercato Emi a Gubbio (Perugia) e un Famila Superstore a Monselice (Padova).
“I nuovi punti vendita di Gubbio e Monselice – ha dichiarato il cav. Marcello Cestaro, Presidente del Gruppo Unicomm – come tutte le ultime realizzazioni del Gruppo, si caratterizzano per le molteplici soluzioni adottate per ridurre al minimo l’impatto ambientale e i consumi energetici. Il format del nuovo supermercato è infatti un concentrato di soluzioni intelligenti e rispettose dell’ambiente, perché concepito e realizzato proprio nell’ottica della sostenibilità”.
A Gubbio è stato inaugurato il nuovo Supermercato Emi, gestito dalla controllata di Unicomm GMF Spa. Il punto di vendita si sviluppa su una superficie di 1.800 mq di vendita, ha 48 dipendenti e sarà aperto da lunedì a domenica dalle 8,00 alle 21,00 dal venerdì al sabato e la domenica dalle 9,00 alle 21,00. I reparti freschi sono il suo punto di forza: un reparto ortofrutta con arrivi quotidiani, un ampio banco pescheria, la macelleria e la gastronomia con le migliori proposte del territorio e nazionali a prezzi convenienti. E inoltre sono in offerta 11.500 articoli confezionati per la dispensa, bibite, birre, surgelati, prodotti per la persona e per la casa. Infine è presente una cantina vini particolarmente fornita, un reparto petfood con un vasto assortimento e un’area salutistica con un’ampia scelta di prodotti senza glutine e oltre 500 articoli biologici, per vegani e in generale per il benessere.
A Monselice in provincia di Padova, ha aperto il nuovo supermercato a insegna Famila Superstore. Il negozio si sviluppa su una superficie di circa 2.500 mq, di cui 950 dedicati ai reparti freschi e freschissimi. I dipendenti sono 52 e 9 le casse a disposizione dei clienti (aperto con orario continuato da lunedì a sabato dalle 8,30 alle 20,00 e la domenica dalle 9,00 alle 20,00).
Il negozio è dotato di un reparto ortofrutta di 150 metri quadrati per un’offerta completa: il servizio di pane caldo, sfornato tutto il giorno, una macelleria con carne accuratamente selezionata e controllata, una gastronomia con un’ampia selezione di salumi e formaggi locali e nazionali ed infine una pescheria con personale qualificato e pronto a consigliare i clienti sulle migliori ricette. Non manca un ampio assortimento di prodotti confezionati: dolce, salato, bibite, birre, vino, cura della casa, cura della persona.
Particolare spazio e risalto è riservato ai prodotti salutistici, facilmente individuabili grazie ad un nuovo progetto di evidenziazione in-store del reparto, dove si possono trovare oltre 1.500 articoli dedicati, di cui 500 biologici. Un’area importante è quella dedicata ai prodotti per gli animali: oltre 1.000 articoli specializzati per tutte le necessità di razza, età e taglia. Infine una cantina di circa 100 metri quadrati e oltre 750 vini: una vera e propria enoteca nella quale trovano spazio circa 200 etichette del territorio.
Completa il poker di aperture nelle principali stazioni italiane con l’apertura di uno store presso il Binario 1A della stazione centrale di Santa Maria Novella, Firenze (dopo Milano, Roma e Napoli), il format Sapori&Dintorni di Conad dedicato alle eccellenze regionali.
Il punto di vendita ha due piani e due ingressi. Da Via Alamanni si accede alla Cremeria Sapori&Dintorni e al bar caffetteria del piano terra; dal Binario 1A, al piano binario, si sviluppa la superficie di vendita con area degustazione. In totale 570 metri quadri di vendita al piano binario di prodotti italiani, legati a tanti territori e alle eccellenze di cui ogni regione d’Italia è ricca, e oltre 140 metri quadri di area di somministrazione fra piano terra e piano binario.
Lo spazio interno è suddiviso tra i reparti gastronomia e panetteria, ortofrutta, carne a libero servizio e selezione di drogheria alimentare e bevande, ognuno caratterizzato da un’ambientazione specifica. È presente tutta la gamma dei prodotti regionali italiani a marchio Sapori&Dintorni, affiancata delle linee biologiche e funzionali Conad il biologico, AC Conad e la nuova Verso Natura Conad.
All’interno dello store è stata ricavata un’area dedicata alla degustazione dei prodotti in vendita da consumare sul posto o portare a casa nelle comode confezioni take away in vendita al banco gastronomia.
Con la nuova apertura diventano 23 i punti di vendita Conad a Firenze (quattro dei quali con l’insegna Sapori&Dintorni) e quasi 500 le persone occupate. Oggi i fratelli Leonardo e Claudia Betti, entrambi soci di Conad del Tirreno, – la loro famiglia da quarant’anni gestiva il negozio Margherita Conad di via Alamanni che ora ospita la nuova Cremeria Sapori&Dintorni e il bar – si misurano con la nuova sfida dello store all’interno della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella. Uno store specializzato nel cibo di qualità, che valorizza la territorialità e offre la possibilità di degustare al proprio interno una gamma di piatti.
«Lo store Sapori&Dintorni di Firenze Santa Maria Novella è una bella vetrina per valorizzare l’eccellenza dei prodotti regionali e italiani – sottolinea l’Ad di Conad del Tirreno Ugo Baldi –, ma anche un’opportunità di acquisto che dà risposte al flusso turistico, ai pendolari e ai fiorentini. Siamo per la valorizzazione del localismo, per dare risposte al territorio attraverso i nostri soci, che operano in tante comunità locali. Questo nuovo store ha le carte in regola per rafforzare il servizio e confermare l’insegna quale punto di riferimento sia per i turisti che transitano nella stazione ferroviaria sia per i cittadini che vivono e lavorano in zona. Diamo valore ai prodotti di qualità, espressione della tradizione regionale; prodotti che i fiorentini hanno piacere di portare in tavola e i turisti di assaporare e acquistare come una piacevole scoperta».
Una novità piacevole, che valorizza la location e punta a un travel retail rinnovato che, oltre al prodotto, offre servizio, è il box clienti che assicura il servizio di accoglienza e info point sui principali eventi culturali e manifestazioni che si svolgono in città.
Per Conad del Tirreno, che ha chiuso il 2015 con un giro di affari complessivo della rete associata di 2,35 miliardi di euro, i prodotti regionali in Toscana valgono il 30% del fatturato. Un dato che sottolinea l’attenzione della cooperativa alla tradizione enogastronomica locale e la capacità di valorizzare i prodotti regionali di qualità nei centri storici delle città d’arte o in luoghi di transito dei turisti, come sono Firenze, Siena, Sassari e la Stazione Termini di Roma.
Lo store Sapori&Dintorni nasce per dare risposta a esigenze di consumo sia per chi la città la vive quotidianamente (vedi l'”isola” del biologico) sia per i turisti in visita, interessati all’agroalimentare regionale italiano. L’offerta enogastronomica territoriale è in effetti sempre più una motivazione di vacanza che integra quella culturale e ambientale.
Folle con sacchi a pelo fuori dalle porte dei grandi magazzini pronti ad affrontare la notte che avanza, con i fiocchi di neve che cadono. Obiettivo: shopping. Succede solo negli USA, d’accordo, ma non solo per l’arrivo dell’ultimo prodotto Apple o consolle di giochi. Succede una volta l’anno, da 50 anni circa, in occasione del Black Friday, il venerdì dopo il giorno del ringraziamento quando tradizionalmente i negozi americani applicano sconti pazzi prima delle feste di Natale. Alle prime luci dell’alba livida di novembre, perché l’apertura è anticipata anche alle 4 di mattino, parte l’epocale parapiglia, con corse sul filo della rissa per accaparrarsi gli affari migliori.
Poi arriva Amazon, grande scardinatore di usi e costumi consolidati, con due conseguenze: il Black Friday esce dalla cultura tipicamente anglosassone e invade il mondo. Ma anche, da giorno solitario dove far follie e rischiare il malleolo per accaparrarsi quell’imperdibile promozione da ora o mai più, segno dei tempi e della crisi del commercio, il Venerdì Nero s’allunga a dismisura e prolunga sconti e promozioni ad una o due settimane. Seguito da negozi fisici, supermercati, marchi di cosmesi e chi più ne ha più ne metta.
In calo di consensi il Cyber Monday “puro”, il giorno degli sconti nei siti di e-commerce, relitto di un’epoca in cui gli acquisti si facevano non da smartphone, come fanno tutti ora, ma dal computer dell’ufficio, il lunedì dopo il fine settimana dedicato alle spese natalizie. Si comprava ciò che non s’era trovato in negozio, oggi è piuttosto il contrario. Il New York Times consiglia addirittura di evitare folla e stress del venerdì fatale e comprare tutto online, che tanto i migliori “bargain” si trovano oramai lì, giorno e notte e senza orari.
Pare proprio insomma che questo sia l’anno del Black Friday in salsa italica, non se n’è mai parlato tanto qui da noi. Amazon l’ha allungato a 11 giorni, Carrefour propone due giorni di sconti al 20%. Un cambio netto di prospettiva, se si pensa al sistema dei saldi italiano (che son sempre partiti, rigorosamente, dopo Natale). Un sistema tuttora imposto per legge (cui l’e-commerce comunque sfugge).
E, se come sempre Amazon ha fatto strada, ed è già nel pieno della campagna sconti che culminerà proprio venerdì prossimo, non è certo il solo: secondo Rocket Fuel, agenzia di marketing digitale, “il 35-40% dei nostri clienti, ovvero tutti gli e-commerce di Retail&Shopping, stanno pianificando offerte e budget ad-hoc per i cinque giorni che vanno da uno/due giorni prima del Black Friday fino al Cyber Monday. In media ogni cliente che opera nell’e-commerce sta pianificando il 20% in più del budget che normalmente pianifica in un mese. Tutto da concentrare in questi giorni con messaggi pubblicitari specifici” spiega Enrico Quaroni, Regional Director Southern Europe e MENA Region di Rocket Fuel Inc. Intanto Google ci mette lo zampino, e, in vista del traffico aumentato tipico del venerdì nero, lancia una nuova funzione: la segnalazione dell’affollamento di negozi, bar, musei, e ristoranti in tempo reale, basata sul conteggio anonimo degli utenti. Compare come barre rosse negli Orari con il maggior numero di visite in Google Search e Map. Come dire: sovraffollamento? Se lo consoci, lo eviti.
Come si diceva, in Italia il periodo precedente l’apertura ufficiale dei saldi (inizi di gennaio) è regolamentato da leggi regionali, che impediscono di effettuare promozioni. In Lombardia ad esempio vige il divieto di fare sconti dal 25 novembre (proprio il giorno del Black Friday) al 5 gennaio, primo giorno di saldi. Tanto che Confcommercio Varese ha organizzato una giornata di sconti per giovedì 24. Anche quest’anno si prevedono infrazioni, mentre l’anno scorso sono arrivate multe anche salate ai commercianti. che chiedono, quanto meno, regole condivise per tutti, piccoli negozi e grandi catene.
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Ma perché “Venerdì nero”?
Il nome ha origine controversa; la tesi più accreditata riguarda il fatto che solo il primo vero giorno di shopping natalizio i commercianti registrino conti in positivo ovvero in nero, m il nome potrebbe anche derivare dal giorno nero per il traffico cittadino, e sarebbe stato coniato dalla polizia di Philadeplhia all’inizio degli anni ’80. Ora, per i corsi e ricorsi della storia, il venerdì nero del traffico potrebbe trasferirsi dai centri città alle autostrade: un parlamentare britannico ha lanciato l’allarme per la sicurezza stradale posto da centinaia di guidatori di camion e Tir costretti a lavorare anche 20 giorni di fila per consegnare pacchi degli acquisti e-commerce, su e giù per il Paese.
Si chiama LIFE-Food Waste StandUp la campagna di comunicazione e sensibilizzazione contro lo spreco alimentare e in favore delle donazioni presentato al ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali alla presenza del ministro Maurizio Martina, e che per la prima volta coinvolge l’intera filiera: produttori, distributori, venditori e consumatori. Un progetto la cui partenza è prevista per il gennaio 2017, cofinanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma per l’azione per il clima LIFE 2014-2020 e che vanta un partenariato di filiera composto da Federalimentare come capofila e da Federdistribuzione, FondazioneBanco Alimentare e Unione Nazionale Consumatori.
Lo scopo è quello di prevenire e ridurre lo spreco alimentare e recuperare le eccedenze. Per raggiungerlo sono tre i target strategici destinatari della intensa campagna di sensibilizzazione: imprese di produzione agroalimentare, imprese della Gdo e consumatori. Il progetto mira a coinvolgere circa 20mila imprese agroalimentari, 12mila punti vendita diretti e in franchising e 500mila consumatori che dovranno diffondere informazioni e modelli per la gestione delle eccedenze alimentari a 200mila imprese europee, formare almeno 200 aziende agroalimentari e 65 aziende della Gdo sulle procedure di donazione e di gestione delle eccedenze e attivare 59 infopoint in altrettante città di 15 regioni italiane a disposizione dei consumatori.
Secondo i dati della Fao, nel mondo ogni anno vanno sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo per un valore di oltre 2mila miliardi di euro, pari a circa un terzo dell’intera produzione mondiale. E non sono solo i Paesi sviluppati a riempire le pattumiere: la quantità di alimenti gettati via nei Paesi in via di sviluppo (630 milioni di tonnellate) è quasi pari a quella che viene buttata nei Paesi industrializzati (680 milioni di tonnellate). L’Italia si colloca, con 12,6 miliardi di euro di cibo gettato via, a metà della classifica europea dello spreco, che vede nel poco onorevole ruolo di capolista i Paesi Bassi e all’ultimo posto, Paese quindi più virtuoso, la Grecia.
Molto importante il ruolo nel Progetto LIFE-Food Waste StandUp della distribuzione. «La realizzazione di un progetto di filiera sul tema della lotta allo spreco e del recupero delle eccedenze alimentari – dice Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione – è un fatto di grande rilievo. Insieme agli altri partner potremo avere una forza d’urto significativa per stimolare comportamenti virtuosi nel mondo delle imprese e dei consumatori, con impatti positivi sulla società e sull’ambiente. La recente legge approvata dal Parlamento crea un contesto più favorevole a un aumento delle donazioni: sarà compito di Federdistribuzione sensibilizzare ulteriormente il settore della distribuzione, consapevole e già impegnato in iniziative concrete». Secondo Cobolli Gigli è necessario lavorare “in ogni regione d’Italia affinché si possano intraprendere in modo ancora più convinto azioni per dare una seconda vita a prodotti alimentari perfettamente commestibili. Nell’ambito del progetto LIFE gireremo tutto il Paese per parlare alle amministrazioni locali e per aprire nuove collaborazioni tra le nostre imprese e le istituzioni del territorio, con l’obiettivo di contribuire, attraverso le donazioni, a migliorare le condizioni delle persone che si trovano in situazioni di bisogno e ridurre l’impatto sull’ambiente attraverso un utilizzo sostenibile delle risorse”.
Per il ministro Martina l’Italia “si riconferma protagonista della lotta allo spreco alimentare e alla guida di un progetto sperimentale virtuoso che vede un gioco di squadra importantissimo”. Il ministro ricorda l’esempio positivo di Expo e intravede un traguardo molto simbolico: «Siamo sempre più vicini all’obiettivo di recuperare un milione di tonnellate di cibo distribuito a chi ne ha bisogno grazie al prezioso aiuto degli enti caritativi».
«Una delle principali eredità che Expo ha lasciato al mondo è la riacquisita sacralità del cibo – fa notare Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare – e anche se nello stadio della trasformazione industriale l’eccedenza pesa solo per il 3% del totale, la lotta allo spreco è una priorità assoluta per l’industria alimentare italiana». E se Andrea Giussani, presidente del Banco Alimentare, si dice “molto contento di far parte di questa squadra e di mettere a disposizione tutte le nostre competenze per lavorare al meglio nei prossimi tre anni con i nostri partner”, Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, pensa che “solo con una grande alleanza tra chi produce, vende e consuma si potrà vincere la sfida agli sprechi alimentari”.
Checkpoint Systems Italia presenta Smart Control, un nuovo software pensato per monitorare tutti i sistemi installati nel punto vendita.
Prodotto in Italia, Smart Control controlla in maniera continuativa il funzionamento delle antenne e degli altri dispositivi Checkpoint presenti nello store e scambia dati con altri oggetti connessi sulla stessa rete.
Questo perché la tecnologia avanzata di Smart Control sfrutta la connessione remota con un server collegato al punto vendita, attivo 7 giorni su 7 – 24 ore su 24 e ogni ora esegue una scansione degli impianti. Tale sistema garantisce un servizio di “telemanutenzione proattiva” in tempo reale.
Come funziona Smart Control
Smart Control raccoglie informazioni sullo stato di funzionamento – acceso o spento – o su tutti gli altri eventi. Dopo questa prima verifica, aggrega i big data rilevati per fornire informazioni avanzate. Quindi, il sistema crea in automatico delle soglie e, se ne calcola più di una, segnala al team di Checkpoint Systems di intervenire, da remoto, per correggere la disfunzione segnalata.
La novità di Smart Control è che, grazie al suo particolare meccanismo, il funzionamento di dispositivi e di sistemi installati nei punti vendita non è più un problema per il Retailer perché è direttamente monitorato da un Team di professionisti, che lavora e studia soluzioni su misura.
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