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Acquisizione Auchan: indagato Francesco Pugliese, Conad è parte lesa

Corruzione tra privati e autoriciclaggio: sono queste le ipotesi di reato sui cui indaga la Procura di Repubblica di Bologna nell’ambito dell’acquisizione dei punti vendita italiani di Auchan da parte di Conad. Il Consorzio risulta parte offesa nel procedimento che vede coinvolte nove persone, tra cui Francesco Pugliese (nella foto in alto), ex Amministratore Delegato di Conad, e Mauro Bosio, ex Direttore Finanziario del gruppo distributivo. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per oltre 36 milioni di euro. L’indagine è partita da un esposto presentato presso la locale Procura della Repubblica da due cooperative socie di Conad.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Pugliese e Bosio avrebbero costituito – con la complicità di propri familiari e con l’interposizione di una fiduciaria – una società di consulenza con sede a Milano, per poi ottenere oltre 3 milioni di euro da società di trasporto e di deposito in occasione della sottoscrizione di contratti e altri 11,3 milioni di euro da Raffaele Mincione, partner finanziario di Conad nell’acquisizione della rete italiana di Auchan. I pagamenti sarebbero stati formalmente giustificati da fittizie prestazioni di consulenza.

Nel mirino ci sarebbero in particolare la cessione di immobili commerciali di Auchan a fondi immobiliari gesti da Mincione e quella – al prezzo simbolico di 1 euro e sempre a favore dell’immobiliarista – di una quota consistente della società “veicolo” utilizzata per rilevare la sub-holding italiana del retailer francese. La Gdf di Bologna aggiunge che “L’analisi dei flussi finanziari collegati a detti pagamenti corruttivi ha consentito di ricostruire come gli stessi siano stati impiegati, in larga parte, in attività di investimento effettuate con modalità tali da ostacolare la ricostruzione della provenienza delittuosa delle somme, e in parte in spese significative per attività ludiche, tra le quali, la sistematica partecipazione alla nota manifestazione automobilistica ‘Mille Miglia’ con un’autovettura storica acquistata proprio utilizzando i profitti illeciti”.

Con una nota, Conad comunica che “appresa la notizia del procedimento aperto dalla Procura di Bologna, conferma di essere parte lesa in relazione all’operato di ex dirigenti e amministratori. La contestazione riguarda esclusivamente le condotte personali che sarebbero state messe in atto a danno del Consorzio Nazionale Conad, il quale ribadisce la massima fiducia nell’operato della Magistratura”.

Somministrazione illecita di manodopera, sequestrati 64 milioni di euro a Carrefour

Sequestro preventivo da 64,7 milioni di euro per frode fiscale a GS SpA, società del gruppo Carrefour. Il provvedimento è stato eseguito dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, sulla base di un’indagine sulla somministrazione illecita di manodopera condotta dal pm Paolo Storari. Si tratta di una vicenda simile a quella che ha coinvolto lo scorso giugno Esselunga.

GS avrebbe fatto ampio ricorso all’esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto, ma la Procura milanese ritiene che ci sarebbe stata una frode fiscale derivante dall’utilizzo “del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro”.

Secondo l’accusa, i rapporti di lavoro con GS “sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società ‘serbatoio’), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”.

Esselunga, sequestro preventivo da 48 milioni per frode fiscale

Sequestro preventivo da poco meno di 48 milioni di euro per Esselunga. La misura è stata eseguita stamani, 22 giugno, dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, a seguito di un’inchiesta condotta del Pubblico Ministero Paolo Storari. Secondo quanto comunicato dalla Procura di Milano, la vicenda riguarda “il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera”, oggetto già di altre indagini condotte dal Pm Storari. L’accusa rivolta a Esselunga è quella di essere beneficiaria di una frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo di “di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva, superiore a 47 milioni di euro”.

In base a quanto reso noto dalla Procura, i rapporti di lavoro con Esselunga “sono stati in taluni casi ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società ‘serbatoio’), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”. Tra gli indagati, secondo quanto riferito da vari organi di stampa, ci sarebbero Albino Rocca, Group Chief Financial Officer di Esselunga, e il suo predecessore Stefano Ciolli, che aveva lasciato l’azienda a fine dello scorso settembre avendo raggiunto i requisiti pensionistici.

Dal canto suo Esselunga ha diffuso una nota stampa, dichiarando di essersi “immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività. Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità”.

Mondiali? Anche senza l’Italia, li guardiamo lo stesso (a suon di pizza e birra)

L’esclusione ancora brucia un po’ alleviata dalla recente eliminazione della Germania, perché, diciamocelo, mal comune è mezzo gaudio: e dunque gli italiani, di gufata in gufata, hanno ceduto alle lusinghe del mondiale. Come dimostra un’indagine realizzata da Doxa per Birra Moretti su un campione di mille individui, rappresentativo della popolazione italiana 18-64 anni. Parlando di Nazionale, infatti, è la Coppa del Mondo a generare il massimo interesse, oltre la metà degli italiani dichiara di vederla quando può (76% di chi segue il calcio). 

 

Cibo pronto, birra e amici

Davanti alla tv poi, con amici o famigliari, si mangia e si beve: perché il calcio è social, e anche convivialità. Solo un italiano su 5 guarda le partite di calcio della propria squadra del cuore da solo, dato che si dimezza quando si parla di Nazionale: 9 italiani su 10 guardano la Nazionale in compagnia. Amici (34%), partner (30%) e parenti (25%) sono i compagni ideali per condividere divano e birra. È così, infatti, che l’84% degli italiani guarda le partite. Oltre un tifoso su 3 (36%) compra qualcosa di dedicato in occasione della partita. La birra si conferma la bevanda più consumata (62%), seguita dalle bevande gassate ben distanziate (circa il 40%). Si mangiano per lo più snack o si ordina una pizza. Insomma, l’attenzione è da un’altra parte, non si vuole passare troppo tempo in cucina rischiando di perdersi un’azione decisiva.

 

I più “antipatici”? Tedeschi e francesi, Belgio favorito

Nonostante la recente delusione, è ancora amore per la nostra Nazionale. L’89% degli italiani tifa per la nazionale italiana di calcio: il 41% cerca di seguire quasi tutte le partite (comprese le amichevoli), il 48% segue almeno le partite più importanti e solo l’11% snobba gli Azzurri. Fuori gli Azzurri dai giochi, chi sarà la prossima sorpresa mondiale? Mentre in Italia si dibatte sull’Europa, è il Belgio, nazione capitale del parlamento europeo, a essere votata come la principale sorpresa del Mondiale (11%), seguita da Croazia e Portogallo (9% pari merito). La ben più blasonata Inghilterra è solo al quinto posto (6%), dietro alla semi sconosciuta Islanda (8%).

Quello che è certo è che gli italiani non vogliono vedere sul podio i cugini francesi e tedeschi. Gli Italiani gufano soprattutto le corazzate Europee: Germania (39%), Francia (36%) e, a seguire, Spagna (21%). Anche il Brasile, soprattutto tra gli uomini, è tra le squadre che si spera perdano (19%, con punte del 25% tra gli uomini). Lo sfottò contro le altre squadre è sempre più social, soprattutto fra i Millennials: il 55% dei tifosi di calcio manda messaggi agli amici se la loro squadra perde o di commento alla partita, abitudine che non si perde neppure durante i Mondiali.

 

Buffon icona bipartisan

Non c’è calcio senza le sue icone. Prendendo sei giocatori bandiera della maglia Azzurra, gli italiani ritengono che il più rappresentativo dello spirito della Nazionale sia Gigi Buffon che, con il 62% di preferenze, distanzia decisamente gli ex colleghi: Daniele De Rossi (19%), Lorenzo Insigne (7%), Ciro Immobile (7%), Gigio Donnarumma (4%) e Antonio Candreva (2%). È chiaro, quindi, che sia sempre Gigi Buffon a essere considerato il giocatore più triste per l’esclusione dell’Italia dai Mondiali (70%), seguito da Daniele De Rossi (9%), Gigio Donnarumma (7%), Lorenzo Insigne (6%), Ciro Immobile (6%) e Antonio Candreva (2%).

Per questo, Birra Moretti Ricetta Originale, la prima nata della famiglia, scende in campo con una edizione limitata “Fai ridere Gigi Buffon”, disponibile fino al 31 luglio, per celebrare il giocatore considerato a buon titolo uno dei campioni di calcio più forti di sempre. Ed è ancora Buffon sul podio delle preferenze degli italiani: immaginando di poter scegliere uno di questi sei calciatori per vedere la finale del Mondiale, la scelta ricade sempre su Buffon (56%, con una punta del 60% fra le donne), seguito da Daniele De Rossi (31%). Gli attaccanti, Ciro Immobile (23%) e Antonio Candreva (21%), crescono nelle preferenze nel target maschile.

 

Delusioni nazionali

Per concludere, la metà degli italiani (49%) si dichiara molto dispiaciuta per l’assenza dell’Italia dai Mondiali, con un picco di affranti al Sud Italia che tocca il 58%. Il calcio però rimane pur sempre un gioco: l’esclusione dell’Italia dai Mondiali rappresenta la situazione più fastidiosa solo per il 10% degli italiani, mentre “pesano” di più (per fortuna, verrebbe da dire) la delusione di non aver avuto un Governo per mesi (al primo posto per il 55% degli italiani) e l’emergenza del cambiamento climatico (al primo posto per il 27%).

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