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Il negozio fisico? È saldamente al centro dello shopping multicanale

Foto: Mike Petrucci on Unsplash

Tutt’altro che sostituzione, ma piuttosto integrazione tra web e negozio fisico, che gioca ancora un ruolo decisamente rilevante, e non solo perché ad esempio in Italia il 93% delle vendite avviene oggi offline, ma anche in prospettiva.

Lo dicono i dati di un’indagine Salesforce. Se la ricerca del prodotto inizia online, il 60% dei consumatori tra i 25 e i 44 anni ritira il prodotto in negozio. Negli ultimi 30 giorni il 59% degli acquirenti globali ha utilizzato il cellulare in un negozio per comparare i prezzi e avere maggiori informazioni sul prodotto. Soprattutto, il 59% degli acquirenti online tra i 18 e i 24 anni, consumatori di oggi ma anche di domani, preferisce fare acquisti in un negozio fisico e il 54% acquista online ma ritira in negozio. E la percentuale di preferenza per il ritiro in negozio sale a quota 60% tra i 25 e i 44 anni.
Il settore retail è quindi sempre più chiamato alla sfida di unire l’innovazione digitale, dall’intelligenza artificiale al machine learning, con l’evoluzione nel punto vendita fisico per offrire un’esperienza sempre più personalizzata in linea con i desideri del cliente.

Lo shopper è il vero fautore del cambiamento del mondo e-commerce e, attraverso il suo comportamento d’acquisto, è in grado di condizionare l’intero settore e il modo di agire delle aziende. Per avere successo, il commercio unificato e il retail devono mettere al primo posto gli acquirenti, le loro necessità e i loro desideri.
Uno studio condotto da Salesforce in collaborazione con SapientRazorfish riguardo l’attività di oltre 300 milioni di acquirenti online e su 6000 risposte a sondaggi condotti sui consumatori di sei Paesi nel mondo ha evidenziato, oltre all’importanza del commercio unificato, le nuove regole del retail che fanno del negozio un pilastro strategico all’interno del settore, la cui attività è in grado di generare circa la metà dell’attività di e-commerce.
Combinare il canale digitale e quello del negozio fisico: è questa la via maestra per il successo. All’interno dell’ambiente integrato, gli eventi e le esperienze in-store sono rilevanti: il 26% degli intervistati ha partecipato a eventi in negozio e, di questi, il 58% ha riferito di essere più propenso a effettuare un acquisto futuro in tale negozio.

«Il ruolo del negozio fisico è cambiato, e nonostante l’avvento del digitale resta un pilastro strategico. Luogo dove fare acquisti, magazzino, manifesto pubblicitario, modo esclusivo per coinvolgere il consumatore e creare la domanda: questo è lo store offline oggi» spiega Maurizio Capobianco, Regional Vice President per l’Italia, la Spagna e il Portogallo di Salesforce Commerce Cloud.

Un’interesse diffuso, quello verso il negozio fisico, che però aumenta con l’età.

Ormai non basta però incontrare i desideri dei clienti, ma è necessario anticiparli. Dati, intelligenza artificiale e machine learning sono il valori capace di mettere in contatto in modo più intimo ed efficace gli acquirenti con i prodotti. «L’intelligenza artificiale e i Big Data permettono una conoscenza molto più precisa del cliente e la personalizzazione dell’esperienza. Enormi set di dati consentono una modellazione molto più precisa dei possibili risultati: dati ricavati dal machine learning, dai social network e della rete vengono uniti con i dati comportamentali per migliorare ulteriormente l’accuratezza» continua Capobianco.

Il coinvolgimento dei consumatori passa soprattutto dallo smartphone, il compagno perfetto per lo shopping in grado di aumentare l’engagement in ogni fase di acquisto e rappresentare sempre più il mezzo ideale per raggiungere i retailer. Il 59% degli acquirenti globali ha utilizzato il cellulare in un negozio negli ultimi 30 giorni, il 52% di tutto il traffico e-commerce mondiale ha origine sui dispositivi mobili e la quota di ordini sui dispositivi mobili è aumentata dell’81% dal 2015. E al di là del digitale, i consumatori scelgono di utilizzare il cellulare anche quando fanno acquisti in negozio. Inoltre, più della metà di tutto il traffico (con un tasso di crescita annuale composto di oltre il 20%) e quasi un terzo degli ordini provengono dai cellulari:

Sebbene il 40% del traffico di chi effettivamente acquista si verifica sui dispositivi mobili, solo il 31% degli ordini viene effettuato su tali dispositivi. Un dato che indica che gli acquirenti utilizzano il cellulare anche mentre sono in negozio. In particolare, il 48% di chi utilizza smartphone sul punto vendita lo fa per confrontare i prezzi, il 41% cerca informazioni sul prodotto mentre il 37% ricerca dei coupon.

Anche i social network stanno emergendo come vetrina per i brand, generando un volume di traffico sempre in aumento, in particolare sui dispositivi mobili. Benché su di essi non venga finalizzato l’acquisto, restano una parte importante della shopping journey: il 47% degli acquirenti ha infatti utilizzato i social media per cercare un prodotto o un servizio negli ultimi 30 giorni. E la traiettoria per i social media è in ascesa: sia i compratori che i visitatori sono triplicati negli ultimi due anni.
Gli acquirenti più giovani utilizzano molto più i social di quelli più anziani: il 67% degli acquirenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni ha utilizzato i social media negli ultimi 30 giorni per cercare un prodotto o un servizio e, tra gli utenti di questa fascia di età, una percentuale maggiore (11%) ha iniziato la ricerca di un nuovo prodotto o servizio sulle piattaforme social. A cercare prodotti e servizi in misura maggiore sono le donne, un significativo 9% in più rispetto agli uomini.

«L’integrazione tra negozio fisico e digitale non è il futuro, ma il presente. Approfittando di tali cambiamenti, i retailer devono essere in grado di offrire maggiori strumenti al consumatore personalizzando al meglio l’esperienza e iniettando innovazione nella scoperta del prodotto» conclude Capobianco.

Lidl lancia My Lidl Shop, l’app che unisce gioco, esperienza in store e realtà virtuale

Guarda avanti come ha spesso fatto nelle sue strategie di marketing Lidl che punta sulla gamification e lancia l’app My Lidl Shop: un supermercato da costruire e arricchire passo passo come in un gioco di simulazione, in un dialogo che unisce mondo digitale ed esperienza in store. Obiettivo: coinvolgere il cliente e (pure) rendere la shopping experience più appassionante. Come in un gioco.

La game app, disponibile gratuitamente da ottobre per Ios e Android, è un inedito gioco di simulazione in stile cartoon dedicato a tutta la famiglia che unisce realtà virtuale ed esperienza in punto vendita in una sfida ambientata nel mondo del retail.

Disponibile in 14 Paesi europei, l’app punta a intrattenere e a interagire attivamente con il cliente, promuovendo una customer experience sempre più connessa ed emotivamente coinvolgente. Il gioco, infatti, trasforma l’esperienza d’acquisto in store, rendendola più emozionante, e dà vita ad una innovativa opportunità di fidelizzazione del consumatore.

 

Dal mondo digitale…

In My Lidl Shop, infatti, protagonista diventa il cliente. Ogni giocatore è chiamato a creare il proprio negozio Lidl e a gestirlo al meglio, partendo da un semplice locale e arrivando a un supermercato sempre più completo e accessoriato. Portando a termine le attività quotidiane e aumentando di livello, l’utente potrà arricchire e personalizzare sempre di più il proprio store virtuale, inserendo nuovi prodotti, aggiungendo elementi decorativi, ampliando il parcheggio, o assumendo collaboratori che lo aiutino a far crescere il proprio market.

Tutte queste nuove funzioni potranno essere sbloccate attraverso punti extra, che si ottengono raggiungendo gli obiettivi giornalieri e garantendo la massima soddisfazione dei consumatori. Dai bambini agli anziani, dagli uomini d’affari agli sportivi, ognuno dei clienti di “My Lidl Shop” ha le proprie esigenze e una lista della spesa personalizzata. È quindi essenziale assicurare loro esattamente ciò che cercano: prodotti sempre freschi e un negozio pulito e ordinato, in linea con i valori dell’Insegna.

 

Al punto vendita reale

“My Lidl Shop”, inoltre, porta l’entertainment anche all’interno dei punti vendita Lidl: la app, infatti, offre la possibilità di incrementare il punteggio scannerizzando con il proprio device il codice a barre di alcuni prodotti selezionati ad hoc dall’assortimento dell’insegna.

La prima release prevede quattro livelli, a cui seguiranno ben presto ulteriori aggiornamenti per rendere “My Lidl Shop” ancora più articolato e appassionante.

La app è scaricabile gratuitamente da Google Play e dall’App Store ed è utilizzabile anche offline su smartphone e tablet.

Dal caffè alle pile, i 15 nuovi Dash button di Amazon: Mulino Bianco è il più utilizzato

Caffè, soprattutto, ma anche biscotti, pellicole per stampe istantanee, prodotti per la casa e per l’infanzia: sono 15 i nuovi Dash Button che entrano nel “portfolio” di Amazon, avanguardia delle spese immediate e senza pensieri. I clienti Prime infatti possono ordinare i prodotti preferiti (tutti nell’ordine degli prodotti d’uso comune e di marca) semplicemente premendo un pulsante e sfruttando la connettività Wi Fi.

A quasi un anno dal lancio di Dash Button in Italia, Amazon ha ampliato il numero dei prodotti che possono essere acquistati tramite questo dispositivo. Le new entry sono Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Café Borbone, Nesquik, Plasmon, Daygum, L’Or, Hag, Fujifilm, Lenor Unstoppable, Napisan, Swiffer, Mellin, Nidina e Duracell arrivando a un totale di 38 prodotti.

 Durante l’ultimo anno i 10 Dash Button più venduti in Italia sono stati:

  1. Mulino Bianco
  2. Dash
  3. Finish
  4. Gillette
  5. Barilla
  6. Durex
  7. Pampers
  8. Lines
  9. Fairy
  10. Ace 

«I Dash Button sono un modo conveniente, facile e affidabile per ordinare i propri prodotti preferiti semplicemente premendo un pulsante, e i clienti li amano – ha affermato Jorrit Van der Meulen, vicepresidente, Amazon Devices International -. L’entusiasmo per i Dash Button continua a crescere. I clienti vogliono più pulsanti, nuovi brand vogliono essere coinvolti, e oggi siamo entusiasti di aggiungerne di nuovi, tra cui Nescafé, Plasmon e Swiffer».

I Dash Button dei nuovi brand sono disponibili al costo di 4,99 euro su www.amazon.it/dashbutton. I clienti che li acquistano riceveranno uno sconto dello stesso importo sul prodotto associato, dopo il primo utilizzo.

Chi lo usa, apprezza il fatto di non doversi più preoccupare di uscire di casa per andare a comprare i prodotti di tutti i giorni come il caffé, le batterie, prodotti per la pulizia della casa, il detersivo per la lavastoviglie o i pannolini. Quando uno di questi prodotti sta per esaurirsi, basta premere il Dash Button per effettuare l’ordine.
Con i pulsanti Dash, i clienti Prime ricevono i prodotti con le spedizioni Prime illimitate, senza costi aggiuntivi. Nel momento in cui viene effettuato un ordine, i clienti ricevono sullo smartphone una notifica di conferma del prodotto, con la data di consegna e il prezzo. Come avviene con gli acquisti effettuati con modalità 1-Click, c’è la possibilità di rivedere, modificare o cancellare l’ordine in modo semplice. Dash Button viene dotato di un adesivo riutilizzabile e un gancio estraibile per appenderlo, incollarlo o posizionarlo in qualunque luogo il cliente desideri.
I brand attualmente in vendita con questa modalità sono: 
Ace, Barilla, Biorepair, Brabantia, Café Borbone, Dash, Daygum, Derwent, Duracell, Durex, Fairy, Finish, GBC, Fujifilm, Gillette, Hag, L’Angelica, Lenor Unstoppable, Lines, Lines Specialist, L’Or, Mellin, Mulino Bianco, Napisan, Nerf, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Nesquik, Nidina, Nobo, Pampers, Plasmon, Pellini, Play-Doh, Rexel, Swiffer, Scholl, Tampax.

Contemporaneamente nel Regno Unito la dotcom di Bezos ha portato a 106 i “bottoni” disponibili. A un solo anno dall’introduzione tramite i Dash Button sono state già ordinate 160.000 tazze di caffè e quasi 300.000 rotoli di carta igienica. Ma il mercato, si sa, per l’eCommerce è assai più maturo: le vedite online sono al 19% del totale contro il mostro 6% (scarso).

Orogel celebra i suoi primi 50 anni rinnovando la veste grafica

Orogel, in occasione del 50esimo anniversario, rinnova la veste grafica con un elegante restyling conservativo, mirato ad aumentarne la visibilità nel banco surgelati attraverso l’utilizzo di codici colore altamente identificativi per ogni linea di prodotto.
 
Ideato dall’agenzia Goodmind, società specializzata in strategia e creazione dell’identità di marca, del Gruppo Pininfarina, il restyling delle confezioni Orogel prende le mosse dai capisaldi della grafica del brand a partire dai colori che da sempre lo caratterizzano e che nella nuova veste identificano in maniera ancora più netta le diverse linee: giallo per I Vegetali, azzurro per Il Benessere, arancione per La Cucina Italiana.
 
Particolare attenzione è stata posta sulla linea benessere, segmento in cui Orogel è assoluto leader di mercato, allo scopo di esaltare la comunicazione dei principi nutritivi che la caratterizzano, e proprio in tale ottica i prodotti sono stati razionalizzati in sub-brand che valorizzano le specificità dei prodotti (Vegetariani, Verdurì, Virtù di Zuppa, Contorno Più e Mini Burger).
 
Ampio spazio, infine, rimane dedicato ai valori nutrizionali per porzione, che il consumatore può facilmente consultare nella parte inferiore della confezione.
 
“Orogel ritiene che il pack sia il primo strumento di comunicazione che si attiva verso il cliente – spiega Luca Pagliacci, direttore marketing di Orogel – . Questa nostra politica, improntata alla chiarezza, completezza e ricchezza di informazioni, ci identifica e ci premia da sempre poiché permette al consumatore di vedere subito tutti i dettagli che caratterizzano il prodotto che sta acquistando, nello specifico, la sua provenienza, i vanti nutrizionali, le modalità d’uso e i consigli per ricettarli al meglio. Il restyling si conclude in questi giorni e le nuove confezioni saranno già protagoniste della prossima campagna che partirà alla fine del mese di ottobre”.

Millennials e Z Generation: gli acquisti food passano dai social. La survey Pwc

Millennials diametralmente opposti, nei loro comportamenti, rispetto alla Z Generation?

Per quanto riguarda gli acquisti food il divario non è esagerato. Le differenze ci sono, è vero, ma anche qualche similitudine.

Vediamo nel dettaglio.

Tanto per i Millennials quanto per la Generazione Z, infatti, l’ispirazione all’acquisto nel settore alimentare passa   principalmente attraverso i social network, a dispetto dei siti web. In particolare, i più giovani per trovare ispirazione all’acquisto consultano innanzitutto social network visivi come Instagram e YouTube (58% per la generazione Z vs 40% per i Millennials) e altri social network come Facebook e Twitter (49% vs 50%). Con  notevole distacco seguono, invece, i siti web dei rivenditori individuali (34% vs 36%), i siti web multimarca (30% vs 28%) e i comparatori di prezzo (20% vs 26%).
Quindi?
Quindi emerge come sia fondamentale la presenza attiva dei retailer dell’alimentare su questi canali, utilizzati per scoprire nuovi marchi e brands (51% generazione Z e 49% Millennials), per consultare recensioni e commenti (rispettivamente 49% e 48%) e per ricevere offerte promozionali (49% e 48%).

Fiducia e brick & mortar
Il fattore che ancora oggi influenza maggiormente le scelte nell’alimentare rimane la fiducia del consumatore nel brand, indicata dal 37% come primo driver d’acquisto, seguita dal programma fedeltà (18%), dalla presenza nell’offerta di prodotti non trovabili altrove.
 
L’acquisto on line è pratico e veloce, specialmente per  la maggiore praticità in termini di accessibilità ad ogni ora e varietà offerta (indicato dal 34% della Generazione Z e dal 29% dei Millennials), secondariamente per le maggiori promozioni disponibili rispetto al canale tradizionale (24% per entrambi i gruppi) e dalla disponibilità esclusivamente online dei prodotti desiderati (rispettivamente 19% e 16%).
Tuttavia, il negozio fisico rimane il canale preferito da tutte le generazioni, in particolare per gli acquisti più frequenti come i generi alimentari: gli acquisti online avvengono su base quotidiana per una minima parte dei rispondenti, mentre l’acquisto giornaliero nel negozio fisico è indicato dal 7% della Generazione Z e dal 9% dei Millenials.

Il ruolo dello smartphone
 
Lo smartphone assume un ruolo sempre più importante durante l’esperienza d’acquisto: il 60% dei rispondenti vi cerca informazioni sui prodotti, il 52% lo utilizza per il pagamento, il 59% confronta il prezzo con i concorrenti, il 36% legge recensioni ed il 33% accede a buoni sconto e codici promozionali.

Le reason why di acquisto
 
Tracciabilità e consegna in giornata sono tra i servizi più interessanti per le nuove generazioni, e oltre il 40% degli intervistati è disposto a pagare una tariffa aggiuntiva per una consegna entro 3 ore dall’ordine.
 
Ma non basta: per le nuove generazioni la sostenibilità è un driver chiave, come dimostrano le ricerche di informazioni sull’approccio alla sostenibilità di un brand o di un retailer direttamente in negozio (32% della Generazione Z), sul sito web ufficiale (27%), sui social media (32%) su altri siti web (19%) o attraverso il passaparola (18%).
 
Questa attenzione si traduce anche nella disponibilità a pagare un sovrapprezzo fino al +10% (indicato dal 25% dei rispondenti) o anche del +20% (20% dei rispondenti) per un prodotto a minor impatto sociale e ambientale.
 
È dunque evidente che i retailers debbano attrezzarsi a dare risposte esaurienti. A questo proposito 
Erika Andreetta, Partner Retail & Consumer Goods di PwC, afferma: “L’impatto di operatori come Amazon dovrà indurre i retailer a reagire, innanzitutto consolidando la propria reputazione verso la clientela target, ottimizzando i costi, definendo un assortimento di prodotti sempre più variegato e investendo nella supply chain real-time, in quanto “l’effetto Amazon” ha spinto i consumatori ad accrescere le proprie aspettative sulla consegna dei prodotti. Inoltre, dovranno fare leva sui benefici derivanti dalla presenza offline in termini di contatto diretto con il prodotto, investire sul personale del punto vendita, offrire prodotti unici ed esclusivi, adottare programma fedeltà con benefici allettanti tangibili”.

*La survey ha visto la partecipazione di oltre 3.150 ragazzi italiani, che hanno rappresentato le proprie preferenze di acquisto in termini di ispirazione, esperienza e consegna.
 

Facile.it: dal web al franchising brick & mortar

Facile.it annuncia  il lancio della propria rete di negozi in franchising. Un progetto inedito nel suo genere che nasce dopo gli straordinari risultati ottenuti dal primo punto vendita fisico gestito direttamente da Facile.it, inaugurato lo scorso marzo a Varese, al quale stanno seguendo altre quattro nuove aperture dirette.

L’ingresso nel mondo del franchising rappresenta un’ulteriore evoluzione nella storia della web company. «Il lancio di una rete di negozi in franchising distribuiti sul territorio nazionale rappresenta un’estensione fisica del portale Facile.it e una grande opportunità per chi deciderà di fare impresa aderendo al nostro franchising», spiega Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di Facile.it.

L’affiliazione non richiede alcuna fee upfront di ingresso e i ricavi del franchisee, che potrà contare su un’ampissima offerta di prodotti frutto di oltre 100 accordi commerciali stipulati con le principali aziende operanti nel mondo delle assicurazioni, dei prestiti, mutui, conti e carte, tariffe luce e gas, ADSL, pay TV, arriveranno dalle commissioni legate alla vendita dei prodotti di Facile.it.

Oltre a questo il franchisee beneficerà di un importante supporto marketing da parte dell’azienda che, già oggi, è fra i maggiori spender nel mercato pubblicitario italiano e della potenza del marchio Facile.it, che ha già dimostrato di essere in grado di garantire un’utenza molto ampia e un elevato numero di ingressi mese nello store.

«I negozi sono complementari al portale web» conclude Giacobbe «e ci aiuteranno – come accaduto con il punto vendita di Varese – a migliorare la già ottima customer experience e la brand reputation del canale online, offrendo ai clienti una consulenza sia pre che post acquisto e la possibilità di costruire un rapporto fiduciario personale con i consulenti presenti nello store».

Per garantire un servizio completo e altamente professionale ai clienti dei negozi anche in ambito creditizio, dopo la positiva esperienza della rete fisica di consulenti sul territorio per il settore delle assicurazioni auto, il portale creerà una nuova rete di professionisti, questa volta dedicata alla consulenza su mutui e prestiti personali, a disposizione di tutti i consumatori che entreranno negli store Facile.it o che richiederanno informazioni attraverso il sito internet.

La spesa più personale (e soddisfacente)? La sa l’inconscio, eBay sperimenta a Londra

È una grande notizia per gli eterni indecisi che impiegano ore a scegliere il colore della gonna o dei calzini da acquistare, mentre qualcuno penserà subito a un futuro distopico di controllo delle menti, dove non saremo neppure più in grado di decidere ciò che vogliamo acquistare: di certo è un esperimento affascinante quello fatto da eBay a Londra all’inizio del mese con il pop up “The Art of shopping”. L’ultima frontiera della personalizzazione. Obiettivo: “riportare l’ispirazione nello shopping” combinando neuromarketing, scienza e opere d’arte. Come a dire: solo l’inconscio conosce i nostri più reconditi desideri, anche di acquisto, e le neruoscienze ce li possono rivelare meglio di noi stessi.

In uno spazio che era una galleria d’arte curata da Saatchi Art i visitatori venivano incoraggiati a guardare le opere con una fascia in testa che monitorava le loro reazioni. A questo punto una tecnologia detta MyndPlay creava un carrello su misura de cliente, con una serie di prodotti consigliati. Perché – è il sottinteso – una esperienza di shopping piena e ispirata darebbe lo stesso piacere che può suscitare il godimento di un’opera d’arte, o di un corridore di formula 1 quando giunge alla fine del circuito.

 

Come ha detto il Vicepresidente di eBay UK, Rob Hattrell: «eBay incoraggia i consumatori e rigettare le cose noiose e grigie e smetterla di fare la spesa come tutti gli altri. Vogliamo che i consumatori siano più coraggiosi ed esprimano la loro individualità».

Pe inciso secondo eBay sarebbero circa la metà dei consumatori britannici quelli che sarebbe pronti a un approccio più personalizzato agli acquisti mentre gli altri preferiscono seguire il branco e restare nella comfort zone; ai primi punta eBay.

Fantascienza? Forse, ma intanto il pioniere delle aste online entro fine anno ha intenzione, secondo il Daily Mirror, di lanciare una homepage basata sull’intelligenza artificiale e il machine learning per assicurare un livello di personalizzazione mai raggiunto negli acquisti.

Mantova Outlet Village: apre lo store Montù Mobili

Mantova Outlet Village –  uno dei cinque outlet del portfolio Land Of Fashion acquisiti dal Fondo americano Blackstone – amplia la su offerta commerciale, con l’arrivo dello store Montù Mobili.

All’interno dell’elegante punto vendita saranno presenti brand prestigiosi di homedesign come Kartell, Emporium, Seletti, Zafferano, Atmosphere, Vesta, Creativando. Si potranno inoltre acquistare mobili Montù realizzati artigianalmente e su misura nel laboratorio di falegnameria di Buscoldo a Mantova.

La progettazione su misura infatti è il punto di forza di Montù e i processi produttivi che vengono seguiti dall’Azienda sono molto rigorosi e costantemente controllati, a cominciare dalla selezione dei tranciati e dal taglio del legno massello, per proseguire con i trattamenti a base di oli naturali.

Nel temporary store si potrà scoprire una vasta scelta di complementi d’arredo, di oggettistica di design per la casa e per l’ufficio, sedie, lampade, appendiabiti, specchi e, tra le particolarità, i manufatti di Ema, opere uniche, realizzate dall’artista Emanuela Margonari, realizzate perseguendo la filosofia della sartoria creativa e del riciclo del materiale, i prodotti Ema infatti sono intrecciati e cuciti a mano secondo la tecnica dell’intreccio.

Abbiamo deciso di aprire un nuovo punto vendita presso il Village – dichiara Silvia Montù – per testare nuovi prodotti vista la tipologia di utenza, davvero vasta e numericamente importante, con provenienza da provincie limitrofe e dall’estero, poiché crediamo fortemente che il settore design possa essere inserito con successo nel contesto del fashion.

Siamo molto orgogliosi di poter ospitare il nuovo store di Montù – dichiara Sara Sirocchi, Marketing Manager del Village – un brand storico che ha portato il complemento d’arredo di alto design nella città di Mantova e ne ha detenuto il monopolio per moltissimi anni. Si tratta di una categoria di prodotto originale per un Village, e noi siamo abituati a ricercare e rappresentare l’innovazione. Di questo andiamo infinitamente fieri e speriamo che la collaborazione sfoci in un successo che si protrae nel tempo.

 

Epta S.p.A. si consolida con tre nuove acquisizioni internazionali

Epta S.p.A. – gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione commerciale – rafforza la propria presenza a livello globale, con l’acquisizione di tre società partner specializzate nella distribuzione, installazione e servizi per il Retail, il Food&Beverage e l’Ho.re.ca: Libre Sp. z o.o. Sp.K in Polonia a fine agosto 2017, King Richard Shop System Inc. nelle Filippine a luglio 2017 e Portanuova in Cile e Perù nell’aprile 2017.

Marco Nocivelli, Presidente e Amministratore Delegato di Epta S.p.A., dichiara: “Nell’ultimo periodo abbiamo finalizzato tre nuove acquisizioni con l’obiettivo di diversificare i mercati, come previsto dal nostro Piano Strategico. Queste operazioni sono fondamentali per garantire la nostra presenza diretta in mercati che registrano una forte crescita, perseguendo un importante traguardo economico e finanziario: raggiungere un giro d’affari pari ad un 1 Miliardo di Euro e un EBITDA a doppia cifra percentuale nel 2020.”

LIBRE SP. Z O.O. SP.K – DISTRIBUTORE IN POLONIA

Epta rafforza la propria presenza nell’Europa centro-orientale siglando l’acquisizione di Libre, partner distributore dei brand del Gruppo, attivo in Polonia.

Questa acquisizione favorirà un solido sviluppo del Gruppo nell’Europa centro-orientale, dove è già presente con un polo di coordinamento tecnico-commerciale in Ungheria a Budapest, proponendo progetti chiavi in mano: dalla progettazione e system engineering fino all’installazione e al servizio post vendita.

 KING RICHARD SHOP SYSTEM INC. – DISTRIBUTORE NELLE FILIPPINE

L’operazione è un’opportunità per il Gruppo Epta per potenziare il proprio presidio nell’area Asia Pacific, dove è già attivo in Cina, Thailandia, Singapore, Malesia e Australia.

La Due Diligence è stata affidata a PricewaterhouseCoopers. Gli Advisor finanziari che hanno supportato l’operazione sono BonelliErede per Epta e Romulo per King Richard Shop System, Inc.

PORTANUOVA – DISTRIBUTORE IN CILE E IN PERU’

Il Cile rappresenta il mercato più sviluppato per soluzioni di merchandising e di risparmio energetico per tutto il Sud America ed il Perù è uno dei mercati con maggiore potenziale di crescita nei prossimi anni.

Joint venture nel biologico, Farmo e Alce Nero inaugurano uno stabilimento hi-tech

Il bio cresce e con la maggiore età va in cerca di alleanze: ultima in ordine di tempo, la joint venture nel segno dell’innovazione tra Farmo, produttore italiano specializzato nel senza glutine, e Alce Nero, leader del biologico italiano. Dalla condivisione dei valori di due imprese italiane nasce FAN SpA, una realtà centrata su un’unità produttiva dotata di tecnologie di ultima generazione per la produzione di prodotti da forno biologici di alta qualità.

Orientamento alla ricerca, allo sviluppo, tutela della materia prima e dell’agricoltura, vocazione al biologico, trasparenza e rispetto delle persone e dell’ambiente, ma anche qualità massima ed efficienza di produzione, per la crescente e costante diffusione del biologico, rappresentano la sfida industriale di FAN, una realtà che fa dell’innovazione tecnologica il proprio asset fondamentale.

«Nello scenario italiano si tratta di un modello di business singolare – commenta Marco Santori, Presidente di FAN – che vede due aziende di successo diverse per cultura, ma che scelgono di rafforzare, in sinergia, le relative competenze per consolidare, ognuna nel proprio ambito, la propria posizione sul mercato. Due realtà che hanno scelto di investire nel nostro Paese, che stanno vivendo un rapido processo di internazionalizzazione e sono in grado, con quest’operazione, di dimostrare quanto il food italiano sia competitivo».

Come spiega Massimo Monti, Amministratore Delegato di Alce Nero: «La forte crescita del consumo di prodotti biologici ha, da un po’ di anni a questa parte, reso il nostro piccolo mercato decisamente più appetibile per grandi Aziende, Corporate multinazionali e fondi di investimento. È in atto un fenomeno – in particolare in Europa e Nord America – di fortissima concentrazione: grandi gruppi che acquisiscono, spesso strapagandoli, attori storici del biologico. Tale fenomeno, se da una parte può far prevedere ulteriori e importanti spazi di crescita, dall’altra porta con sé un rischio concreto di massificazione e quindi di perdita dei valori che storicamente caratterizzano le produzioni biologiche. Tipicità, distintività, territorialità, sostenibilità e rilevanza del ruolo dell’agricoltore e del trasformatore possono coesistere con questo processo? Noi crediamo di no e siamo quindi convinti che, per mantenere e rafforzare la nostra posizione di agricoltori e trasformatori, in un mondo che sta cambiando così velocemente, sia necessario cambiare ed evolvere; ad esempio condividendo, co-creando, mettendo assieme le migliori energie imprenditoriali del nostro paese. FAN va in questo senso e rappresenta un piccolo e concreto esempio di come si possa intraprendere questa via».

 

Lo stabilimento in numeri

Il nuovo stabilimento FAN, che ha richiesto un investimento di 5 milioni di euro, è il terzo stabilimento inaugurato in pochi anni a Casorezzo (MI), dopo il primo stabilimento Farmo One dedicato al bakery senza glutine e ai mix di farine speciali senza glutine attivo dal 2010 e il secondo FarmoNext, attivo dal 2015 e specializzato nella produzione di Pasta senza glutine. Esteso su un’area di 5000 metri quadri e con grandi potenzialità produttive, il nuovo stabilimento è dotato dell’impiantistica più avanzata per la trasformazione delle materie prime.

Attualmente dispone di una linea produttiva automatica predisposta per la produzione di frollini biologici (per un totale di 20 referenze), con una capacità produttiva di 600 kg di frollini all’ora. Per ora la produzione è focalizzata sul bakery dolce, ma è in previsione un grande potenziamento con nuove linee e l’allargamento al bakery salato.
Di alta qualità, buoni, puliti e salutistici, i prodotti non solo verranno immessi sul mercato italiano ma verranno esportati in oltre 30 Paesi tra Giappone, Stati Uniti ed Europa.
«Al di là dell’inaugurazione dello stabilimento produttivo – dice il Presidente di Farmo Remo Giai – io credo che FAN sia l’inizio di un percorso con grandi opportunità. La nostra sfida quotidiana è quella di essere protagonisti dello sviluppo di un mercato che è in evoluzione e che permette di essere tra coloro che tracciano le vie dell’alimentazione del futuro. Sempre ricercando il nuovo, quello che non c’è ancora e si può creare nonché portare a tavola».

Il fatturato previsto è di 6 milioni di euro nel primo anno, con proiezione al raddoppio nei due anni successivi.

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