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Distretti agroalimentari, l’export tricolore passa di qui

Prosegue la crescita sui mercati esteri dei distretti agroalimentari italiani con un risultato complessivo delle esportazioni dei primi nove mesi del 2024 che supera i 21 miliardi di euro, con un progresso del 7,7% a prezzi correnti rispetto al periodo gennaio-settembre del 2023. È quanto emerge dal Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 30 settembre 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo che attesta un’evoluzione in linea con il totale agroalimentare italiano (+8,2%), di cui i distretti rappresentano il 42,5% in termini di valori esportati. Nello studio si evidenzia come la filiera dei distretti vitivinicoli accelera nel periodo gennaio-settembre andando a sfiorare i 5 miliardi (+4,4%). Il distretto principale, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, va in negativo nei primi nove mesi del 2024 (-1,6%). Molto positiva la dinamica del distretto dei Vini del Veronese (+9,6% nei primi nove mesi); balzo in avanti per i Vini dei colli fiorentini e senesi (+11%) e per il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+8%).

BENE PASTA E DOLCI
Anche la filiera della pasta e dolci continua il suo percorso di crescita sui mercati internazionali: nei primi nove mesi del 2024 realizza 3,6 miliardi di export (+7,6% rispetto allo stesso periodo del 2023). Tra i distretti della filiera, il contributo maggiore viene dal distretto dei Dolci di Alba e Cuneo, che realizza quasi 1,5 miliardi di export nei nove mesi (+18,6%). Bene anche i Dolci e pasta veronesi (+13%). Arretra il comparto pasta e dolci dell’Alimentare di Parma: nei primi nove mesi del 2024 il gap accumulato è di circa 25 milioni (-2,7%), ma grazie al contributo del comparto conserve, resta nel complesso in territorio positivo (+1,9%).

LE MELE TRAINANO L’ORTOFRUTTA
Accelera anche la filiera dei distretti agricoli realizzando nei nove mesi oltre 2,9 miliardi di export (+5,4% rispetto allo stesso periodo del 2023). Il maggior contributo viene dal distretto delle Mele dell’Alto Adige con un incremento del 20% nel periodo gennaio-settembre 2024. In forte recupero l’Ortofrutta romagnola a quota 546 milioni di euro nei primi nove mesi, l’11,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Continua il calo sui mercati esteri per la Nocciola e frutta piemontese (-16% nei primi nove mesi).

CONSERVE IN TERRITORIO POSITIVO
Anche la filiera delle conserve contribuisce positivamente alla dinamica dell’export dei distretti agro-alimentari con un +5% nei primi nove mesi, ossia un incremento di 112 milioni. Molto positivo il comparto conserve dell’Alimentare di Parma: +15,3% nel periodo gennaio-settembre 2024 (tale da compensare l’andamento negativo del comparto pasta e dolci del distretto). Il distretto delle Conserve di Nocera chiude positivo nel bilancio gennaio-settembre 2024 (+2% tendenziale).

LE PERFORMANCE DI CARNI E FORMAGGI
Lieve progresso nei nove mesi per la filiera delle carni e salumi (+3,1%) corrispondenti a 59 milioni in più. Si distinguono le Carni di Verona, che realizzano 23 milioni di incremento sui mercati esteri (+4,6%). Crescono anche i Salumi dell’Alto Adige (+15,1%, circa 10 milioni in più), e i Salumi di Parma (+5,2%, in incremento di circa 20 milioni).
La filiera del lattiero-caseario nel complesso avanza del 5,2% nei primi nove mesi del 2024 (95 milioni di euro in più), quasi interamente realizzati dal Lattiero-caseario parmense (+38,3%). In progresso anche il Lattiero-caseario di Reggio Emilia (+16,7%), mentre calano leggermente il Lattiero-caseario sardo (-2%), la Mozzarella di bufala campana (-1%) e il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (-2,2%)

CRESCITA NEL CAFFÈ
Avanza la filiera del caffè (+9,5% tendenziale nei primi nove mesi del 2024), con ottimi andamenti per tutti e tre i distretti che la compongono. Il Caffè, confetterie e cioccolato torinese realizza 718 milioni di vendite all’estero (+7,7%). Positivi anche il Caffè di Trieste (+15,4%) e il Caffè e confetterie del napoletano (+9,7%).

FORTE INCREMENTO PER L’OLIO
La filiera dell’olio è quella che contribuisce maggiormente alla crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari: nei primi nove mesi del 2024 vengono realizzati 522 milioni di export in più (+52,4%) a prezzi correnti. Il distretto dell’Olio toscano realizza 389 milioni in più (+56%). Positivo anche l’andamento dell’Olio umbro (+33%) e del comparto oleario dell’Olio e pasta del barese (+60%).
La filiera del riso chiude sostanzialmente invariata (-0,3% nei primi nove mesi del 2024). I due distretti che la compongono hanno un andamento similare: Riso di Pavia -0,4%, Riso di Vercelli -0,2%. Bene, infine, il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano: +11,6% nei primi nove mesi del 2024.

I PARTNER COMMERCIALI
La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari nei primi nove mesi del 2024 (+6,9% tendenziale); incrementi a doppia cifra anche verso gli Stati Uniti (+17%), bene anche i flussi destinati alla Francia (+5,4%), stabile il Regno Unito (+0,7%). Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agroalimentari, crescono del 6,8% nel terzo trimestre (+8,7% nei nove mesi) contro un +9,8% delle economie avanzate (+7,5% nel periodo gennaio-settembre 2024). Tra queste vanno segnalate Polonia (+11,9% nei nove mesi), Romania (+14,5%), Brasile (+14,4%) e Russia (+10,2%), bene anche la Cina (+7%) grazie allo sprint del terzo trimestre (+15,6%).

IL RUOLO DI INTESA SANPAOLO
La filiera agroalimentare italiana si rafforza ulteriormente nei mercati esteri – dichiara Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo – ricevendo crescente apprezzamento della propria qualità, biodiversità e tradizione. Fattori che la nostra banca contribuisce a consolidare come strategici grazie a strumenti e consulenza offerti a vantaggio della competitività, dell’eccellenza produttiva e dell’innovazione sostenibile delle aziende del comparto. Lo testimoniano le quasi 7.000 imprese che abbiamo accompagnato nell’accesso ai bandi PNRR, contribuendo al successo del Made in Italy alimentare”.
Intesa Sanpaolo, nell’ambito della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, accompagna la filiera agroalimentare verso un modello di sviluppo capace di connettere natura, cultura ed economia tramite la Direzione Agribusiness, rete nazionale con 250 punti operativi in Italia, di cui 94 filiali specializzate, a servizio di oltre 80 mila clienti. Attraverso il Programma Sviluppo Filiere, Intesa Sanpaolo supporta 172 filiere agroalimentari, di cui 30 sostenibili, coinvolgendo oltre 8.800 fornitori e quasi 22.000 dipendenti per un giro d’affari di circa 23 miliardi di euro.

Distretti agroalimentari in crescita: nel 2023 export a 27 miliardi (+4,5%). Soffre il vino

I distretti agroalimentari archiviano il 2023 con un bilancio positivo: le esportazioni sfiorano quota 27 miliardi di euro, con un progresso del 4,5%, quasi 1,2 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Il risultato è in linea con quello registrato dal totale export agroalimentare italiano, che ha segnato un +5,8% nel 2023 (i distretti ne rappresentano il 43%). A mettere nero su bianco i dati il Monitor curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo.

“Il grande apprezzamento all’estero di alimenti e bevande italiani continua a crescere e a rendere sempre di maggior interesse per le aziende rafforzare la propria presenza nei mercati stranieri” ha dichiarato Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. “A servizio di questo sviluppo e della competitività, abbiamo destinato 20 miliardi di euro al comparto grazie all’accordo siglato con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, insieme a Cassa Depositi e Prestiti. Un intervento a cui si accede grazie a linee di finanziamento come Crescita Agri, parte del programma Il tuo futuro è la nostra impresa, dedicata ad investimenti in azienda modulabili sul ciclo produttivo della filiera di appartenenza per soluzioni di efficientamento energetico e crescita internazionale”.

L’unica filiera a mostrare un segno leggermente negativo nell’evoluzione annuale è quella del vino, che recupera parzialmente nell’ultimo trimestre del 2023 e realizza nel complesso dell’anno solo un lieve calo in valore (-0,7% rispetto al 2022), determinato soprattutto dall’arretramento sui mercati nordamericani (Stati Uniti -7,4% e Canada -9%). Tra i distretti, spicca positivamente la performance del prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+4,3%), a cui si aggiungono i vini e distillati del Friuli (+9,2%), di Bolzano (+6,6%) e di Trento (+2,3%). Soffrono invece tre grandi distretti, territori di produzione di importanti vini rossi italiani, i vini di Langhe, Roero e Monferrato (-4,4%), i vini dei colli fiorentini e senesi (-4,5%) e i vini del veronese (-1,9%), tutti con marcati arretramenti oltreoceano, anche se bisogna rilevare che negli anni passati i buyer statunitensi avevano fatto importanti scorte di vino italiano, favorite anche da un dollaro forte e da un effetto cambio favorevole.

Rallenta, ma resta in territorio positivo, la filiera della pasta e dolci: il lieve calo del quarto trimestre (-0,6% tendenziale) non pregiudica il bilancio positivo dell’anno 2023 (+4,8%) ossia 214 milioni di vendite in più sui mercati esteri. Di questi, ben 142 milioni sono stati realizzati dal comparto pasta e dolci dell’alimentare di Parma. Ottima performance anche per i dolci di Alba e Cuneo, con un +5% nel 2023; registrano invece una battuta d’arresto i comparti pasta e dolci dei due distretti campani: -4% per l’alimentare napoletano; -10,4% per l’alimentare di Avellino.

Recupera invece la filiera dei distretti agricoli, grazie all’ottimo risultato del quarto trimestre del 2023 (+14,2%) che riporta in positivo il bilancio dell’intero anno (+3,2% rispetto al 2022). Ottimo recupero per l’ortofrutta romagnola: nonostante i danni prodotti dall’alluvione e dalle gelate primaverili, chiude in positivo il 2023 (+1,7% rispetto al 2022). Esportazioni in forte crescita nel 2023 per il distretto dell’agricoltura della Sicilia sud-orientale, che al suo interno ricomprende anche le zone di produzione del pomodoro di Pachino IGP (+38,4%). Ottimi risultati anche per l’ortofrutta dell’Agro Pontino, con un balzo di circa 29 milioni (+14%) di cui 22 verso la Germania (+22%). Arretrano leggermente l’ortofrutta del barese, (-3,3%), e le mele dell’Alto-Adige (-1,8%). Nel 2023 risultati molto positivi anche per la filiera delle conserve (+10,1%), determinata soprattutto dal principale distretto del comparto, le conserve di Nocera (+10,3%). Ottime performance anche per i comparti conservieri dell’alimentare di Parma (+24%) e dell’ortofrutta e conserve del foggiano (+21%); ha registrato una lieve contrazione solo il comparto conserve dell’alimentare di Avellino (-2%).

Luci e ombre all’interno della filiera delle carni, che nel complesso registra un +5,6% di crescita tendenziale nel 2023, ma nasconde dinamiche contrapposte tra i distretti che la compongono: progressi a due cifre per carni di Verona (+12%), salumi di Parma (+12,7%), salumi dell’Alto-Adige (+14,3%), che aggiunte al buon risultato dei salumi del modenese (+5,9%) riescono a compensare i cali delle carni e salumi di Cremona e Mantova (-13,3%), e dei salumi di Reggio Emilia (-11%). Il settore avicolo sembra entrato in una fase di normalizzazione, mentre il mercato suinicolo mondiale è ancora influenzato dalle problematiche legate alla diffusione della peste suina. Dinamica nel complesso positiva anche per la filiera del lattiero-caseario (+2,6% nel 2023): alle lievi contrazioni dei distretti della Lombardia (-2,1%) e di Reggio Emilia (-2,7%) si contrappongono le buone performance del distretto parmense (+11,5%), di quello sardo (+9,8%) e della mozzarella di bufala campana (+7,4%). Non si arresta la crescita a valore dei distretti dell’olio (+15,1%) dovuta in particolare al contributo dell’olio toscano, il principale distretto della filiera (+17,8%), ma anche all’exploit del comparto olivicolo del distretto dell’olio e pasta del barese (+30%). Sostanzialmente stabile l’olio umbro (-0,9%). Sul fronte dei prezzi, Il 2023 è stato un anno record nei listini degli oli di oliva: la scarsa produzione (anche da parte della Spagna) ha fatto crescere il prezzo alla produzione dell’olio evo italiano di circa il 50%.

Nella filiera del riso, entrambi i distretti realizzano crescite in valore a due cifre: Pavia +15,9% e Vercelli + 26,1%. La scarsa produzione mondiale causata dalla siccità, unita al blocco delle esportazioni da parte dell’India, ha spinto i listini del riso bianco ai massimi nel 2023. Progressi anche per la filiere del caffè (+5,3%), dove spicca il distretto del caffè e confetterie del napoletano (+13,7%). Il caffè di Trieste mostra un progresso dell’8% nel 2023; bene anche il distretto del caffè, confetterie e cioccolato torinese (+2,4%). Positivo il bilancio del 2023 anche per il distretto dell’ittico del Polesine e del Veneziano (+6,1%): i progressi verso Germania (+21%) e Croazia (+13,5%) compensano i cali sui mercati francese (-12%) e spagnolo (-3%). La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari: il rallentamento dell’economia tedesca nel 2023 non ha ridotto le vendite verso questo mercato (+6,7% nel 2023). Chiudono invece in territorio leggermente negativo i flussi verso gli Stati Uniti (-1,4%), mentre crescono in Francia (+7,5%) e nel Regno Unito (+6,6%). Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agroalimentari, segnano nel complesso un progresso del 2,9% nel 2023 (rispetto al +4,9% delle economie avanzate).

Intesa Sanpaolo finanzia con 14 mln di euro l’espansione oltreoceano di Roncadin

Intesa Sanpaolo ha siglato con Roncadin, produttore italiano di pizze surgelate, un nuovo finanziamento di 14 milioni di euro per un progetto di internazionalizzazione attraverso la controllata statunitense Roncadin Holding USA Corp. Si tratta dell’acquisto e della ristrutturazione di uno stabilimento a Chicago, oltre alla realizzazione di una nuova linea per produrre e distribuire pizze surgelate al mercato Nordamericano. L’azienda infatti è già presente sul mercato a stelle e strisce da oltre dieci anni, ma potrà così intensificare ulteriormente le relazioni commerciali con le principali catene alimentari locali.

Il finanziamento si inserisce nell’accordo di collaborazione sul tema filiere che consente alle aziende facenti parte del processo produttivo e distributivo di essere accompagnate nei propri progetti di crescita sul territorio, di internazionalizzazione e di rinnovamento delle proprie strutture produttive, anche accedendo a soluzioni finanziarie dedicate. Grazie al Programma Sviluppo Filiere della banca, nel comparto agroalimentare italiano sono già stati attivati 170 contratti di filiera che hanno coinvolto oltre 6.500 fornitori, un giro d’affari complessivo di oltre 22 miliardi di euro e 22.000 dipendenti del capo-filiera.

Attualmente l’azienda è arrivata a occupare circa 780 persone nell’area pedemontana pordenonese e in un anno realizza oltre 100 milioni di pezzi, con un fatturato che nel 2022 ha raggiunto i 155 milioni di euro. Roncadin produce pizze sia a marchio proprio, sia per le private label nazionali e internazionali e recentemente ha ampliato il proprio business affiancando alle pizze surgelate anche gli impasti freschi da banco frigo. L’obiettivo di Roncadin è crescere ancora, investendo sulle persone, sullo sviluppo dello stabilimento, sul rafforzamento del marchio nei mercati italiani e stranieri, nonché sull’acquisizione di piccole e medie imprese operanti nel settore pizza e affini. Una strategia che avrà effetti positivi anche sui 600 fornitori presenti in un’ottantina di province italiane, che Roncadin seleziona con grande cura in base a criteri di qualità, etica e sostenibilità.

“Grazie al finanziamento di Intesa Sanpaolo prende ancora più forza quello che è sempre stato il grande progetto di Roncadin, esportare il meglio dell’agroalimentare italiano in tutto il mondo” dichiara Dario Roncadin, amministratore delegato di Roncadin. “Siamo presenti nel mercato USA dal 2016 e il nostro obiettivo è crescere ancora, cosa non semplice però perché per operare in Nordamerica occorrono grandi investimenti e un lavoro puntuale su ogni aspetto del procedimento produttivo, anche per via delle diverse e stringenti regolamentazioni sanitarie, per esempio quelle sulle carni lavorate. L’accordo raggiunto con Intesa Sanpaolo rappresenta un valore anche per i nostri fornitori, che vedranno così moltiplicarsi le opportunità di business”.

“Siamo orgogliosi di supportare questa realtà di eccellenza del Made in Italy anche sul mercato Nordamericano” aggiunge Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. “Il successo dell’export agroalimentare italiano si fonda su prodotti di grande qualità e sulla capacità dei nostri imprenditori di cogliere le opportunità di crescita che si generano in nuove destinazioni. In questo Roncadin è all’avanguardia unitamente al dare attuazione a processi di transizione ambientale, energetica e tecnologica che come Banca siamo impegnati a valutare e sostenere anche per altre realtà, in coerenza con gli interventi del PNRR”.

Un plafond da 50 mln di euro per le imprese agroalimentari italiane

Intesa Sanpaolo e l’Associazione Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo hanno siglato un accordo col quale la banca ha stanziato un plafond da 50 milioni di euro e definito specifiche misure sotto il profilo del credito per sostenere le imprese associate dell’agroalimentare italiano. Aziende impegnate nella definizione dei progetti di distretto del cibo, come previsto dal decreto del MIFAAF di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, per accedere a importanti agevolazioni statali.

L’accordo nasce dalla comune volontà di sostenere le piccole e medie imprese del territorio legate ai distretti alimentari italiani al fine di superare le attuali difficoltà e accrescere gli sbocchi nei mercati anche internazionali favorendo nel contempo il supporto finanziario agli imprenditori agricoli che intendono realizzare nuovi investimenti e che hanno interesse a ricevere consulenza su temi come il ricambio generazionale, l’aggregazione e l’innovazione.

In tal senso Intesa Sanpaolo metterà a disposizione delle aziende aderenti ai Distretti del Cibo i propri prodotti e servizi tra cui i finanziamenti destinati alla valorizzazione delle filiere produttive italiane, anche attraverso gli accordi di filiera e/o delle reti di imprese, interventi destinati alla digitalizzazione e alla sostenibilità, come lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e dei parchi solari. Interventi che rientrano nelle iniziative che la banca ha messo in atto in coerenza e a supporto degli investimenti legati al PNRR.

“Essere a fianco della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo con un plafond da 50 milioni di euro testimonia la volontà di Intesa Sanpaolo di rappresentare il punto di riferimento per il settore agroalimentare italiano – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. Stiamo lavorando per valorizzare l’eccellenza della produzione alimentare dei distretti italiani e per supportare le aziende nel superare anche questo delicato periodo affiancando le molteplici realtà produttive nelle transizioni green e digitale e sui mercati esteri grazie ai nostri prodotti finanziari e alla consolidata esperienza dei nostri professionisti, riuscendo ad accompagnare oltre 1700 imprese nell’aggiudicarsi i bandi del PNRR per il settore agroalimentare”.

“Desidero esprimere apprezzamento per la celerità della Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo nel definire questo accordo che favorirà gli investimenti privati delle aziende agricole nei contratti dei distretti del cibo che hanno partecipato all’Avviso n. 10898 del 20.02.2020, finanziati con la scorsa legge di bilancio, e che in questi giorni si stanno sottoscrivendo al MASAF avviando la prima azione sistemica di sviluppo sostenibile e coesione territoriale nel nostro Paese – ha aggiunto il presidente della Consulta, Angelo Barone. I progetti sono finalizzati a rendere più competitive le nostre imprese, rafforzare le filiere produttive, promuovere la produzione agroalimentare di qualità IGP e DOP e il turismo relazionale integrato, fare economia circolare, salvaguardare il territorio e la biodiversità, rendere vivo il paesaggio rurale e sono coerenti con il PSN-PAC e il PNRR nella transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili”.

Distretti agroalimentari italiani, export per oltre 12 miliardi di euro

È stato pubblicato il Monitor dei distretti agro-alimentari italiani al primo semestre 2022, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo. Dopo gli ottimi risultati del 2021, le esportazioni dei distretti agro-alimentari continuano a crescere anche nel primo semestre del 2022: i rincari energetici e le tensioni geopolitiche non sembrano avere effetti sulle vendite oltre confine dei prodotti agro-alimentari italiani, sempre più apprezzati all’estero come sinonimo di qualità e sicurezza. Nel complesso, i 51 distretti monitorati hanno totalizzato quasi 12,5 miliardi di export nel primo semestre del 2022, il 15% in più del 2021 e il 32,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. L’evoluzione riflette quella dell’export agro-alimentare italiano nel suo complesso che, dopo il record del 2021 (oltre 50 miliardi di euro di esportazioni), segna nel primo semestre del 2022 una crescita del 18,9%.

Il risultato risente in parte della dinamica inflattiva: l’indice dei prezzi praticati sul mercato estero dall’industria alimentare italiana è cresciuto infatti nel primo semestre del 2022 del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2021, con punte del 22% per oli e grassi, mentre per le bevande l’incremento è stato più contenuto (+3,9%; +4,1% per i vini). Sulla seconda parte dell’anno pesano le incognite relative all’evoluzione dei costi energetici e dei consumi, e agli effetti dei cambiamenti climatici come siccità ed eventi estremi che stanno interessando molti settori produttivi dell’agricoltura e della trasformazione alimentare.

Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo ha commentato: “Si conferma il successo all’estero dei prodotti agroalimentari italiani, anche in un contesto delicato come quello attuale. In questi mesi stiamo concentrando il lavoro dei professionisti della Direzione Agribusiness nel dialogo attento e continuo con le aziende del comparto agroalimentare proprio per supportarle nel far fronte alla carenza delle materie prime e alle dinamiche inflattive. In parallelo stiamo potenziando anche gli interventi per rendere concrete le transizioni green e digitale cogliendo le opportunità dei bandi del PNRR, così come l’accesso ai mercati esteri grazie ai nostri prodotti finanziari dedicati”.

I distretti della pasta e dolci sono quelli che hanno contribuito maggiormente alla crescita nel primo semestre del 2022, superando 1,9 miliardi di export in valore, (+23,4%), una filiera tra le più energivore che sta risentendo anche degli incrementi di prezzo di molte materie prime agricole (frumento in primis), trasferendo in parte i maggiori costi sostenuti sui listini. Tra i distretti della filiera, si distingue in particolare il comparto pasta dell’Alimentare di Parma, con 119 milioni di euro in più rispetto al primo semestre del 2021 (+27%) con crescite a doppia cifra anche per i Dolci di Alba e Cuneo (+12,7%), i Dolci e pasta veronesi (+16,3%), la Pasta di Fara (+36,5%) e i comparti pasta dell’Alimentare napoletano (+47,4%), dell’Alimentare di Avellino (+23,4%) e dell’Olio e pasta del barese (+40,6%).

Per contributo alla crescita si distinguono i distretti vitivinicoli, che superano i 3,2 miliardi di euro di export in valori correnti, 361 milioni in più rispetto al primo semestre del 2021(+12,6%). Il distretto più importante in termini di valori esportati, con oltre un miliardo nei primi sei mesi del 2022, è quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, che ha registrato un progresso del 5,7% rispetto allo stesso semestre del 2021. Registrano un’ottima evoluzione anche i Vini del veronese (+11,6%) e i Vini dei colli fiorentini e senesi (+15,8%), ma la migliore performance viene dal Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+32,6%).

La filiera dei distretti agricoli cresce complessivamente del 4,3% nel primo semestre del 2022, con il maggior contributo dal distretto dell’Ortofrutta del Barese, che passa dai 126 milioni del primo semestre del 2021 a 262 milioni dello stesso periodo del 2022. Oltre all’Ortofrutta romagnola soffrono anche le Mele del Trentino, la Nocciola e frutta piemontese e il comparto agricolo dell’Ortofrutta e conserve del foggiano.

Crescite diffuse per i distretti delle conserve: le Conserve di Nocera hanno registrato un +18,9%; per le Marmellate e succhi di frutta del Trentino-Alto Adige +30,1% e per i comparti conserve dell’Alimentare napoletano +32,1% con l’Alimentare di Parma +25,8%. Unica eccezione il comparto conserve dell’Ortofrutta e conserve del foggiano che continua a perdere terreno sui mercati esteri (-6,4% nel primo semestre del 2022). Per i distretti delle carni e salumi, alla forte crescita dei Salumi del modenese (+22,8%) si contrappone il calo delle Carni di Verona (-12,1%) con boom di vendite sui mercati esteri per i Salumi di Reggio Emilia (+49,9%).

Anche tra i distretti del lattiero-caseario si registrano performance altalenanti. Il primo distretto per valori esportati, il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale, dopo l’ottimo risultato del 2021 (+15,4%), chiude il primo semestre del 2022 con una crescita del 22,9%. Dinamica simile anche per la Mozzarella di Bufala Campana (+27,1%) e per il Lattiero-caseario Parmense (+16,1%) mentre si registra una contrazione per il Lattiero- caseario di Reggio Emilia (-3%) e per il Lattiero-caseario sardo (-5,5%).

Forte accelerazione per la filiera dell’olio (+33,9%), che si accompagna però a un elevato incremento dei prezzi sui mercati esteri per la produzione di oli e grassi (+22%). Il distretto dell’Olio toscano chiude il primo semestre del 2022 con un +32,3%. Molto positivi i risultati anche dell’Olio umbro (+35,9%) e del comparto olio dell’Olio e pasta del barese (+43,4%).

I due distretti del riso si muovono all’unisono: il Riso di Vercelli registra una crescita del 23,5% con stessa dinamica anche il Riso di Pavia (+39,7%).
Nella filiera del caffè, tutti i distretti proseguono il trend positivo del 2021: il distretto del Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+22,2%), il Caffè di Trieste (+28,3%) e il Caffè e confetterie del napoletano (+17,2%).

Recupera i livelli pre-pandemia anche il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+19,1%; +8,4% rispetto al primo semestre del 2019).

Sono in crescita le esportazioni dei distretti agro-alimentari verso tutti i principali mercati di destinazione. Crescono i flussi verso la Germania, primo mercato di sbocco (+7,4% nel primo semestre del 2022), in incremento i flussi verso gli Stati Uniti (+14,7%), buoni risultati anche verso la Francia (+16,7%), riprendono a crescere anche le vendite sul mercato britannico (+15,8%), Continuano a incrementarsi le vendite verso le economie emergenti, che nel complesso raggiungono la soglia del 20% sul totale delle esportazioni distrettuali agro-alimentari.

Roncadin entra nel Programma Sviluppo Filiere di Intesa Sanpaolo

Grazie al Programma Filiere Intesa Sanpaolo e Roncadin, azienda leader nella produzione di pizza surgelata di qualità, hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per consentire alle aziende facenti parte del processo produttivo e distributivo, di essere accompagnate nei propri progetti di crescita sul territorio, di internazionalizzazione e di rinnovamento delle proprie strutture produttive, anche accedendo a soluzioni finanziarie dedicate.

L’obiettivo perseguito si prefigge di sostenere congiuntamente le piccole e medie imprese del territorio legate alla filiera afferente al marchio Roncadin per accrescere gli sbocchi nei vari mercati mettendo a disposizione strumenti innovativi. In particolare verrà favorito il supporto finanziario verso gli imprenditori della filiera che intendono realizzare nuovi impianti e/o ampliamenti. Un intervento che rientra nelle iniziative che la banca ha messo in atto in coerenza e a supporto degli investimenti legati al PNRR.

Dal 1992 la passione della famiglia Roncadin diventa un successo in rapida crescita che porta nelle case di tutto il mondo il gusto della vera pizza italiana. Attualmente l’azienda è arrivata a occupare circa 780 persone nell’area pedemontana pordenonese e in un anno realizza oltre 100 milioni di pezzi, con un fatturato che nel 2021 ha raggiunto i 148,5 milioni di euro. Roncadin produce pizze sia a marchio proprio, sia per le private label nazionali e internazionali e recentemente ha ampliato il proprio business affiancando alle pizze surgelate anche gli impasti freschi da banco frigo.

L’obiettivo di Roncadin è crescere ancora, investendo sulle persone, sullo sviluppo dello stabilimento, sul rafforzamento del marchio nei mercati italiani e stranieri, nonché sull’acquisizione di piccole e medie imprese operanti nel settore pizza e affini. Una strategia che avrà effetti positivi anche sui 600 fornitori presenti in un’ottantina di province italiane, che Roncadin seleziona con grande cura in base a criteri di qualità, etica e sostenibilità.

Nell’ambito del Programma Filiere di Intesa Sanpaolo, la banca si propone di agevolare, tra l’altro, l’accesso al credito dei fornitori strategici segnalati dal capofiliera per facilitare gli investimenti, in particolare quelli destinati all’efficientamento energetico, alla transizione ecologica, alla riduzione dei consumi idrici, alla valorizzazione dell’agricoltura biologica, all’ammodernamento delle aziende (Agricoltura 4.0), nonché il supporto per la gestione delle attività correnti e di campagna con specifici prodotti dedicati.

Dario Roncadin, amministratore delegato di Roncadin dichiara: «L’attenzione alla filiera è da sempre un punto cardine dell’attività di Roncadin e l’accordo stipulato con Intesa Sanpaolo ci permetterà di valorizzare ancora di più questo aspetto chiave per la competitività della nostra azienda e di tutto il sistema-Italia. Lavoriamo costantemente per avere una filiera sempre più sostenibile, corta, locale e che favorisce produttori attenti alla qualità, alla sostenibilità e al benessere dei lavoratori. Un impegno in linea con la nostra scelta, compiutasi a fine 2021, di diventare Società Benefit, portatrice di un modello di sviluppo basato sulla responsabilità verso l’ambiente, il territorio e le persone. Grazie al Programma Filiere di Intesa Sanpaolo, dunque, potremo portare nel mondo con ancora maggiore efficacia la bandiera del miglior Made in Italy, quello che è anche sinonimo di sviluppo condiviso e crescita del bene comune».

Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo spiega: “E’ un piacere stringere un accordo di filiera a fianco del marchio Roncadin dedicato alla pizza, un piatto che distingue l’Italia nel mondo. Proprio l’eccellenza dei prodotti alimentari è al centro del nostro Programma Sviluppo Filiere, con l’intento di sostenere in maniera decisa sia la capofiliera che i fornitori che implementano la catena di produzione. Una filiera quella di Roncadin di grande valore che produce una ricaduta territoriale molto positiva in termini di stabilizzazione degli investimenti e del lavoro, con significativi riflessi anche sociali. A tali finalità si affiancano nell’accordo gli investimenti relativi alla transizione ambientale, energetica e tecnologica in coerenza con gli interventi del PNRR”.

A livello nazionale nel comparto agro alimentare Intesa Sanpaolo ha già avviato 170 contratti di filiera che hanno coinvolto oltre 6.500 fornitori, un giro d’affari complessivo di oltre 22 miliardi di euro e oltre 22.000 dipendenti del capo-filiera.

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