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John Lewis apre il Natale con uno spot sentimentale e “sociale”

Dopo due ore dal lancio era già stato citato 23mila volte sui social: lo spot natalizio di John Lewis, che da 2007 apre la stagione delle comunicazione natalizie dei retailer britannici, sembra aver fatto centro anche quest’anno, grazie a uno spot d’impatto, Man on the Moon, che punta sui sentimenti e un pizzico di malinconia per il tempo che passa. La scelta è stata di puntare sullo spirito del Natale ricordando i tanti anziani che vivono in solitudine. È stata coinvolta l’organizzazione no-profit attiva nel sociale Age Uk e sono previste azioni di sensibilizzazione sul tema anche instore. Non solo: l’intera comunicazione natalizia sarà declinata sul tema dell’uomo sulla luna, con gadget, borse, sacchetti tematizzati e perfino un’App, con giochi, realtà aumentata e un calendario di avvicinamento al Natale.

«La nostra pubblicità natalizia ancora una volta tratta del fare uno sforzo in più pur di dare a qualcuno il regalo perfetto. Quest’anno però la storia è raccontata in un modo realmente coinvolgente e creativo mentre vediamo Lily, la nostra eroina, fare ogni sforzo possibile per comunicare con l’Uomo sulla Luna. Speriamo che inspiri la gente a trovare dei regali veramente speciali per le persone che amano, e attraverso la partnership con Age UK faccia crescere la consapevolezza del problema della solitudine tra gli anziani e incoraggi a supportarli in ogni modo possibile» ha detto Craig Inglis, Customer Director di John Lewis.

Lo spot è stato realizzato dalla agenzia adam&eve DDB ed è diretto da Kim Gehrig.

Clicca qui per guardare la pubblicità natalizia dell’anno scorso.

Comodo l’e-commerce a Natale! Ma un ordine su tre in UK non è arrivato secondo JDA

Aumentano le persone che si rivolgono all’e-commerce, specie in periodi di grande affanno come le feste di fine anno, e parallelamente aumentano le difficoltà dei retailer per soddisfare senza problemi le richieste della clientela online. È ciò che rivela una ricerca svolta per conto di JDA, azienda che fornisce soluzioni per il retail su un mercato assai più maturo del nostro come quello britannico in cui quasi la metà (47%) dei consumatori hanno fatto almeno la metà degli acquisti natalizi online. Durante il periodo natalizio 2014 infatti, rivela la ricerca, il 31% degli inglesi che hanno scelto l’e-commerce ha avuto problemi con il suo ordine: il 49% ha mancato la consegna, mentre il 45% non ha mai ricevuto il pacco o l’ha ricevuto in ritardo. Era andata meglio ne 2013, quando solo un cliente su cinque aveva segnalato disservizi.

L’ascesa del click and collect

Il 39% dei consumatori, più accorto, ha optato per il ritiro in negozio citando due motivazioni: l’assenza di spese di spedizione (per il 61%) e la maggiore convenienza (53%). Un’esperienza generalmente soddisfacente tanto che il 34% ha detto che la utilizzerà anche il prossimo Natale. E un quarto ha dichiarato di avere privilegiato proprio i retailer che offrivano questo servizio rispetto a quelli che non davano la possibilità d ritirare l’ordine in negozio. Anche qui però ci sono delle lamentele che riguardano le lunghe attese in negozio per carenza di personale, l’assenza di un’area appositamente dedicata al ritiro e il troppo tempo impiegato dagli addetti per recuperare in negozio i prodotti ordinati online.

L’e-shopper è impaziente…

“La crescita dell’e-commerce nel Regno Unito non mostra di voler rallentare. Parallelamente, le aspettative dei clienti riguardo al servizio non sono mai stata così alte, tanto che il cliente è pronto ad acquistare altrove (altro sito o negozio fisico) nel momento in cui le sue richieste non sono soddisfatte. E questo pone una grande pressione sui retailer, in particolare durante il periodo natalizio quando la domanda si impenna” chiosa Jason Shorrock, retail strategy director di JDA.

Pagamenti con carte: dicembre positivo con il traino dell’e-commerce

Dicembre è stato un mese favorevole per le spese con carte di credito. Lo rileva il Barometro Cashless dell’Osservatorio Acquisti Cartasì, secondo cui il mese si è chiuso con un +7,6% sul dicembre 2013.

Osservatorio Acquisti Cartasi

Due gli elementi determinanti per il sostegno ai trend di spesa. Il primo – evidenzia l’Osservatorio – ha a che fare con la fiducia, che, pur con dinamiche non elevate, è riuscita a canalizzarsi verso gli acquisti “stagionali”, ma soprattutto verso le spese turistiche, cogliendo al balzo le opportunità di calendario. L’Istat infatti registra un andamento complessivamente non positivo delle aspettative dei consumatori, ma con indicatori in crescita riguardo alla situazione specificamente famigliare, sia economica sia di bilancio domestico. Il secondo è un fattore più tecnico, ed è legato ai flussi che uffici postali e tabaccherie (in particolare per i bollettini) stanno veicolando con livelli elevati e crescenti di utilizzo della carta: tale contributo è quantificabile in circa 1,2 punti percentuali.

A livello di canale, l’e-commerce, che vale 1,4 miliardi di euro  sulla spesa totale con carta di 8,4 miliardi, ha replicato il dato di novembre (+28,6%) e consacra il proprio ruolo ormai determinante anche per lo shopping di Natale. Anche il “mondo fisico” però evidenzia uno spunto positivo: complessivamente +4,2% (che si riduce al 3% depurato dai fattori tecnici di cui sopra) a fronte di un’inflazione piatta. Un progresso che si ripartisce in quote simili fra Alberghi e ristoranti, Alimentari e Dettaglio non alimentare.
Tutte le voci turistiche hanno fortemente beneficiato del vantaggio di calendario che ha riguardato sia un ponte dell’Immacolata ben accessibile, sia una collocazione favorevole delle festività natalizie. Risultato: Alberghi e Ristoranti +10,4% e Viaggi e Trasporti +8,5% (con Agenzie: +29,6%, Noleggi; +20,1%, Trasporti persone: +13,2% a controbilanciare il calo disinflazionistico dei carburanti: -9,8%). A ciò si aggiunge l’andamento di Attività ricreative: +8,6%.
L’Alimentare – spiega l’Osservatorio – ha mostrato una buona vivacità (+4,3%), segnale positivo nel periodo di Natale. La tendenza ha premiato i negozi specializzati (21,3%), on e offline, più che le catene, operanti quasi esclusivamente nel fisico (+0,8%). Parliamo di generi che si erano già segnalati in crescita negli ultimi mesi, ma che in dicembre hanno avuto un ruolo importante: cialde da caffè, specialità gastronomiche, ortofrutta a domicilio. Attività in grado di captare da un lato gli spazi di nicchie crescenti di bisogni, dall’altro i canali più adeguati a questi target (format distributivo innovativo, web).

Il Dettaglio non Alimentare (+11,7%) ha visto un concreto contributo dal web (+36,6%). E tuttavia le dinamiche settoriali sono complessivamente interessanti: Profumerie (+19,8%), Gioiellerie (+5,2%), Grandi magazzini (+4,5%) hanno ritrovato l’impulso, ma anche, su volumi decisamente più ridotti, Animali e accessori (+23,7%) e Piante e fiori (+10,6%) fanno da contraltare a Giocattoli (-21,9) e Pelletterie e Valigerie (-18,0%), tipologie distributive che non riescono a tenere il passo dei nuovi trend di consumo.

Da questo punto di vista, un fenomeno interessante riguarda l’elemento tecnologico. L’andamento di Informatica e beni digitali (+6,2%), in particolare questi ultimi (+7,3%), ha infatti proseguito la fase interessante, ma riducendo le esplosioni degli anni più recenti. Segno dunque che la diffusione di strumenti evoluti, in particolare mobili, ha ormai superato una soglia di massa critica ed è ben inserita nel sistema dei consumi, che permea atteggiamenti e comportamenti, ampliando le scelte e le decisioni di acquisto.

Salmone, più sano in conserva che affumicato

Sembra una discussione un po’ capziosa quella di stabilire quali siano, durante le feste più goduriose e ipercaloriche dell’anno, gli alimenti più salutari da consumare, ma in realtà sempre più persone se ne preoccupano. Ad esempio il salmone, alimento che difficilmente manca sulle mense in questo periodo, è più sano in scatola o affumicato?

Una risposta viene da una nuova indagine nutrieconomica promossa da Nostromo, che sottolinea come le referenze di Salmone in conserva Nostromo siano migliori a livello nutrizionale e più economiche. Il motivo? Contengono molto meno sodio e sono più ricche di Omega-3, i grassi amici dell’apparato cardiocircolatorio. Lo studio condotto attraverso l’innovativo Barometro Nutrieconomico del Centro Studi Sprim, software in grado di valutare qualità nutrizionale e prezzo degli alimenti, ha confrontato le porzioni sgocciolate delle conserve di Salmone Nostromo (Filetti di Salmone all’olio di oliva, Filetti di Salmone al naturale) con una porzione di salmone affumicato da 50 grammi. I risultati evidenziano che le conserve di Salmone Nostromo non solo consentono un risparmio economico di oltre il 10%, ma garantiscono una qualità nutrizionale decisamente superiore rispetto a una porzione di salmone affumicato.

Poco sale, tanti Omega 3

Dall’analisi emerge che una porzione di Salmone Nostromo apporta circa il 20% della quantità di Omega-3 raccomandata giornalmente (LARN 2012), mentre il salmone affumicato solo il 5%. “Gli acidi grassi poliinsaturi Omega-3 hanno molteplici effetti benefici, in particolare sulla salute cardiovascolare – spiega Laura Primavesi, ricercatrice del Centro Studi Sprim -. È importante consumare spesso pesce ricco di Omega-3, come il salmone, per avere vantaggi apprezzabili per la salute”.

Un altro importante punto di forza è la minor quantità di sodio: le referenze di Salmone Nostromo apportano il 14% di sodio che andrebbe consumato giornalmente, contro il 47% contenuto in una porzione di salmone affumicato. Il maggior contenuto di selenio e iodio, corrispondente rispettivamente al 20% e al 25% della quantità raccomandata giornalmente, rappresenta un ulteriore plus nutritivo (il salmone affumicato ne possiede il 17% e il 12%).

Heineken presenta THE SUB in veste total black

Heineken, per rivoluzionare l’esperienza del consumo di birra a casa amplia la propria gamma in occasione del Natale 2014 e propone THE SUB in una nuova versione total balck.

Affiancandosi all’ormai celebre e inconfondibile THE SUB 100% alluminio, la versione nera, con il suo design unico ed elegante, promette di conquistare i “beer lovers” più raffinati, modaioli e amanti del colore passe-partout per eccellenza.

Nato in collaborazione con Marc Newson, uno tra i massimi esponenti del panorama internazionale del design, e KRUPS, azienda leader nella produzione di elettrodomestici, THE SUB si conferma così il perfetto connubio tra design e tecnologia.

Innovativo sistema che consente di gustare a casa una birra perfettamente spillata e di qualità superiore, THE SUB è anche un elemento d’arredo cool e distintivo che, grazie alla sua forma funzionale e compatta, ben si adatta a qualsiasi tipo di ambiente.

Non solo nuova veste ma anche nuova anima. Oltre alla gamma di colori, si amplia anche quella dei marchi di birra contenuti in “THE TORP”, il refill da 2 litri che permette di ricaricare THE SUB.

Ad Heineken® e Affligem, disponibili fin dalla fase di lancio, si sono aggiunti altri 5 brand: Desperados, Pelforth, Wieckse Witte, Birra Moretti Baffo d’Oro e Tiger.

Infine, non può mancare il kit completo di accessori, sempre firmato da Marc Newson, composto da bicchieri, sottobicchieri e tagliaschiuma, ideale per servire una birra perfetta.

 

Lidl vince anche a Natale?

Tra i due litiganti spesso il terzo vince, si dice. E così nella “guerra delle pubblicità milionarie” tra le catene della Gda inglese, che ha visto un faccia a faccia tra Sainsbury’s (Grande Guerra) e John Lewis (pinguino Monty) la più efficace, anche se certamente meno spettacolare, è proprio questa di Lidl che vedete qui. La ragione? Secondo un’indagine presso i consumatori effettuata da Millward Brown, è quello che “più facilmente spingerà le persone a comprare in quella catena”.

Il messaggio della pubblicità è infatti molto semplice e diretto, ma utile per far cambiare la percezione dei consumatori circa l’offerta del (ex?) discount, che, come ci fa vedere lo spot, vende anche aragoste e prodotti locali e gadget per un Natale tradizionale.

Conad chiude a +1,5% il 2014. A febbraio lo sbarco in Cina

Nel consueto incontro con la stampa di fine anno l’amministratore delegato di Conad  Francesco Pugliese ha presentato il preconsuntivo 2014 e i programmi di Conad per il 2015, non senza dare qualche stoccata all’industria di marca.
Cominciamo dai numeri.

Nel 2014 Conad registra una performance in controtendenza rispetto all’andamento del mercato, con il giro d’affari attestato a 11,73 miliardi di euro – 173 milioni in più del 2013 –, in crescita dell’1,5 per cento (fonte: Fatturato Rete Conad). Risultato ottenuto con la riqualificazione della rete di vendita e un piano strategico di sviluppo realizzato anche per linee esterne (Billa, Despar e Eurospar). La rete è cresciuta con 351 punti di vendita, 89 dei quali rappresentati da nuove aperture mentre il resto sono ristrutturazioni o cambi di insegna. L’investimento complessivo è stato di 350 milioni di euro e ha creato 1.890 nuovi posti di lavoro, portando il totale a 48.604.

Ad inizio 2015 la rete si amplierà con altri 40 punti di vendita Billa, frutto di acquisizioni per 38.581 mq e un fatturato stimato di 205 milioni di euro. Servirà a incrementare la quota di mercato, salita quest’anno all’11,4 per cento, e rafforzare la leadership nel canale supermercati, ora al 18,6 per cento (+0,4 punti percentuali rispetto al 2013), e nei punti di vendita di prossimità, al 14,3 per cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo).

La rete
SuperstoreNel complesso la rete di vendita cresce di 33.818 mq, pur essendo diminuita di 12 unità rispetto al 2013 a causa della riorganizzazione: i punti di vendita sono 3.007 (37 Conad Ipermercato, 192 Conad Superstore, 1.003 Conad, 970 Conad City, 560 Margherita Conad, 180 Todis e 65 altri canali) per 1.784.461 mq di superficie. Una rete che soddisfa ogni esigenza di acquisto e che è improntata all’impegno per l’italianità dei prodotti.  “Dopo la chiusura del rapporto con Leclerc abbiamo riportato gli ipermercati sotto l’insegna Conad. 22 li abbiamo trasformati in Superstore, altri li abbiamo ridimensionati nela superficie. Oggi tutti gli ipermercati viaggiano con una crescita dell’1%. Le operazioni di rebranding saranno terminate nel corso del 2015” ha detto Pugliese.

“Non abbiamo bisogni di metro quadrati in più, ma di punti vendita in line con le esigenze di oggi. Oggi abbiamo verificato che rimodernare il punto vendita genera da subito un aumento di vendite del 25-30%. Realizzarne uno nuovo ha dei tempi, anche da questo punto di vista, decisamente più lunghi”.

Promozioni=cocaina
Sull’industria di marca, rilevando come il 53% delle aziende del largo consumo ha ridotto gli investimenti in comunicazione nei primi 9 mesi del 2014, il 40% ha ridotto la comunicazione e aumentato le promozioni e solo il restante ha investito di più in comunicazione e ridotto le promozioni, Pugliese ha affermato: “La pressione promozionale è una droga che prima o poi ci travolgerà. Sono come la cocaina che dà dipendenza dopo averla assunta la prima volta. Come porvi rimedio? Noi abbiamo scelto due strade: la valorizzazione dell’insegna e la targettizzazione dei clienti. Perché il commercio deve passare dalla massificazione alla targettizzazione dell’offerta. Non parlo delle promozoni ad personam. Quelle sono nel libro dei sogni. Noi stiamo sviluppando un sistema di scavo nei big data dei comportamenti dei nostri clienti in tutti i touch point per individuare dei cluster su cui lavorare.
Già nel 2014 come Conad abbiamo ridotto la pressione promozionale di un punto percentuale. Occorre arrivare a un corretto posizionamento del prezzo dei prodotti”.

 Robin Hood e lo sceriffo di Nottingham
“Non siamo Robin Hood. Come distributori negli ultimi cinque anni abbiamo visto i nostri margini scendere sempre di un po’, i bilanci dell’industria crescono. Noi stiamo ridando alla gente ciò di cui ha bisogno, ma non possiamo durare a lungo”.

La Marca del distributore
Per il primo anno la MDD segna il passo. “Per gli altri. In Conad è cresciuta del 5,4% a valore e del 2,7% a volume. Mi piacerebbe sapere quante sono le industrie di marca che possono vantare questi dati. Se hanno volumi e valori in negativo, si chiedano perché.
Ma se poi analizziamo meglio, la quota della MDD sulle vendite totali è del 27,2% (contro il 19,1% del mercato), allineata con le performance europee e la differenza con la media italiana è del +8,1%, quasi raddoppiata rispetto al 2007 quando era del 4,8%. Ciò significa che Conad da un grande contributo alla crescita della MDD nel suo complesso”.

La produttività
produttivita gdo«Rispetto alla produttività media italiana di 5.350 euro al metro quadrato, Conad registra 6.160 euro/mq. Ma con una superficie media per punto vendita di 600 metri quadrati, molto inferiore rispetto  a Coop, Iper, Eurospin che la precedono. Non considero Esselunga perché è un fuoriclasse: con i suoi 18.020 euro al metro quadrato si confronta con i migliori europei. Ma anche Conad in area 1 e 2 ha già varcato le Alpi, con oltre 11.000 euro al metro quadrato e i punti vendita Sapori & Dintorni raggiungono la punta d’eccellenza di 21 mila euro al mq”.

Le minacce
C’è una spada di Damocle che pende sulla distribuzione italiana, già provata da due anni di calo dei consumi: si chiama reverse charge dell’Iva. «Se sarà definitivamente approvata nella legge di stabilità, la reverse charge sarà un’altra bella botta per la liquidità dei distributori, pari a tre volte l’effetto dell’articolo 62.

La Cina è vicina
Finalmente qualcuno dei (pochi) grandi retailer tricolori ci ha pensato ad andare in Cina per veicolare l’italian food, uno dei pochi valori italiani a mettere d’accordo tutti. E così lo fa Conad, che si è accordato con un imprenditore cinese e con un’azienda statale che apriranno a febbraio cinque punti vendita a Shanghai e in due province con un assortimento di250 prodotti Sapori e Dintorni (che si chiameranno Creazioni d’Italia) e Conad tra fresco, secco, surgelati e vini. “L’obiettivo è di aprire 1000 punti vendita e di espandere il modello cooperativo di Conad in Cina, puntando sul nostro dna di imprese di persone”.
Oltre a ciò saranno installate 400 vending machines in tutta la Cina contenenti prodotti monoporzione in assaggio. Chi li acquista, li prova e se gli piacciono può ordinare via internet con consegna in tutto il Paese in 24 ore.
Nel 2014 l’export di Conad ha superato i 60 milioni di euro alla vendita. Dalla Cina arriverà un deciso incremento.

L’alleanza con Finiper
“Per scelta condivisa non faremo acquisti insieme a Finiper nelle piccole e medie imprese. L’accordo è decennale ed è un’alleancza che vuole essere di più di quello che si vede oggi. Sono tante le aree di scambio e gli effetti si vedranno con il tempo”.

Il Natale alle porte
“Secondo le nostre stime, dall’avvio della campagna di vendita per le feste, non siamo molto ottimisti. Se le cose vanno bene il Natale si potrà chiudere con un -1,5/1,8% rispetto al 2013. Nellìipotesi peggiore registreremo -2,5/2,8% sull’anno scorso”. In assoluto vale a dire 200-300 milioni di euro, passando dai 10,8 miliardi spesi nel 2013 ai 10,5-10,6 stimati nel 2014

 

Fabrizio Gomarasca

Un Black Friday nero per i retailer americani. O no?

Un Walmart straripante all'apertura del Black Friday 2014. Foto: Walmart.

Il Black Friday, ultimo venerdì di novembre, apre tradizionalmente il weekend in cui i consumatori, accortisi che il Natale è alle porte, si precipitano in negozio per fare acquisti, anche perché nei Paesi anglosassoni è il giorno delle promozioni strabilianti, una sorta di giorno di saldo insomma. Proverbiali sono le file ai cancelli prima dell’apertura e gli assalti alle casse. Ma come è andata quest’anno? NRF, l’associazione che riunisce i retailer americani, stila da 11 anni un report che quest’anno segnala una caduta del 5,2% di traffico nei negozi “fisici” rispetto al 2013: 133,7 milioni di shoppers contro i 141,1 dell’anno scorso. In calo anche la spesa media, 380,95 USD, il -6,4% sul 2013.  Nonostante ciò l’associazione prevede un aumento delle vendite nella stagione festiva del 4,2%. Vediamo perché.

Cambiano le abitudini

La crisi degli ultimi anni ha cambiato molte carte in tavola, nelle abitudini dei consumatori ma anche nelle contromisure prese dai retailer. Ad esempio, molti attribuiscono la caduta delle vendite al fatto che molte catene (da Walmart a Toys “R” Us) hanno anticipato le promozioni quest’anno, e hanno anche tenuto aperto nel giorno del Ringraziamento, tradizionalmente “sacro”. Inoltre, sempre secondo NFR, l’economia in ripresa e il calo del prezzo della benzina ha dato un po’ di respiro ai consumatori, che hanno potuto permettersi di stare a casa ed evitare code e affollamenti record per risparmiare qualche dollaro. Anche perché ormai per esperienza sanno, recessione docet e vendite online pure, che la promozione di oggi difficilmente è “oggi o mai più”, e che nelle prossime settimane ne compariranno di nuove. Insomma il Black Friday, istituito una quindicina d’anni fa,  potrebbe avere già imboccato il viale del tramonto.

Il mobile regna, in e offline

Per contro, le vendite online sarebbero cresciute lo stesso giorno del 20,6%, grazie agli acquisti da smartphone (un terzo del totale, era il 20% l’anno scorso) e all’email marketing, secondo Custora. Allo stesso tempo sempre secondo NFR ben il 40% dei possessori di smartphone hanno utilizzato questo mezzo per decidere cosa acquistare in negozio in questo weekend cruciale, che segue la festa del Ringraziamento.

Anna Muzio

Aperitiny di Monini si rinnova per le feste

Crema di Olive e Mandorle, Salsa di Peperoni Gialli e Rossi, Salsa di Pomodori Secchi, Salsa di Melanzane, Pasta di Olive Nere e la nuovissima Crema di Carciofi: sono le  ricette degli Aperitiny Monini, pronti all’uso, ideali per pranzi in famiglia, aperitivi tra amici e cene tra colleghi.

Preparati con ingredienti sani e naturali dall’azienda leader italiano dell’Olio Extra Vergine d’oliva, gli Aperitiny sono l’ingrediente ideale nella preparazione di bruschette e tartine per l’aperitivo, ma possono anche essere proposte in abbinamento a carni bianche, arrosti e pesce alla griglia ed esaltano il sapore di minestre, pizze e torte salate.

Regali di Natale? Online per quasi dieci milioni di italiani

Un piccolo esercito di 9,2 milioni: sono gli italiani che quest’anno compreranno online almeno un regalo di Natale. Due milioni in più dell’anno scorso con un fatturato atteso di 2,5 miliardi di euro per le vendite online nella stagione natalizia. I dati vengono da una ricerca condotta da Netcomm, Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, in collaborazione con Human Highway, che ha analizzato la propensione all’acquisto online su un campione formato da uomini e donne di età superiore ai 18 anni residenti su tutto il territorio nazionale e rappresentativi della popolazione italiana che si connette alla Rete con regolarità almeno una volta alla settimana.

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Se Il 18,6% degli acquirenti online di regali di Natale dichiara che farà meno acquisti rispetto all’anno scorso, il 34,8% dichiara che ne farà di più.

Comodità e convenienza sono le ragione per le quali ci si rivolge a Internet, anche e soprattutto in questo frenetico periodo dell’anno, in cui il tasso di crescita registrato risulta superiore a quello degli acquirenti online in generale. In aumento ci sono anche i cosiddetti “Online first”, ovvero quei 2 milioni di persone che compreranno i propri regali di Natale principalmente o esclusivamente sul web, in crescita del +35% rispetto allo scorso anno. Sono circa il 20% di coloro che dichiarano di acquistare almeno un regalo di Natale sul web e si rivolgono in prima istanza alla Rete già per compiere buona parte dei loro acquisti abituali, dai libri all’elettronica, dai viaggi ai contenuti digitali. Il trend di crescita è confermato, inoltre, dall’analisi delle intenzioni di acquisto per questa stagione: il 35% degli acquirenti online dichiara infatti che quest’anno farà più acquisti di regali di Natale online rispetto all’anno scorso.

Netcomm prevede che le categorie che ricavano maggior impulso dagli acquisti della stagione natalizia sono, nell’ordine: prodotti di Salute & Benessere, Attrezzatura sportiva, Biglietti di viaggio, Abbigliamento e scarpe, Soggiorni di vacanza.

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