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Filiera olio, la sostenibilità è un buon affare

La redditività della filiera dell’olio passa dalla sua sostenibilità. Ne è convinto Pascal Pinson, Ceo di Costa d’Oro, quarto player del comparto in Italia con un fatturato di 206,5 milioni di euro e 27 milioni di litri prodotti nel 2024. L’azienda, parte del gruppo francese Avril, ha avviato due anni fa Planet O-live, un piano nazionale di sostenibilità con cui ha fatto da apripista nel settore e vuole ritagliarsi il ruolo di facilitatore dei processi. “Con il lavoro di ricerca della Planet O-live Accademy, che ha coinvolto la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università di Perugia e Assoprol – afferma Pinson – studiamo le pratiche agricole che permettono di valorizzare i terreni rispettando l’ambiente e aumentando la produttività. Ovviamente siamo un’azienda e guardiamo al profitto, ma anche l’agricoltore deve guadagnare. Senza di lui noi non esistiamo”.
In base ai risultati presentati a Milano, in occasione della fiera Tuttofood, questa attività divulgativa ha raggiunto 430mila alberi, mentre l’impegno di Costa d’Oro sul fronte della sostenibilità ha portato a 158 tonnellate di emissioni CO2 risparmiate, 57% in meno di rifiuti in PVC, 30% di risorse idriche accantonate, 15% in meno di rifiuti plastici, 260 controlli annui sui pesticidi e 187 milioni di euro di valore economico generato. “Il nostro obiettivo è arrivare a 1 milione di alberi entro il 2030 – dichiara Pinson (nella foto destra) – e per questo dobbiamo continuare a coinvolgere ancor di più gli olivicoltori italiani”.

LO STATO DELL’ARTE DELLA FILIERA
Nel corso di un incontro organizzato da Costa d’Oro a Tuttofood, è emerso che condizioni climatiche avverse, frammentazione, problemi fitosanitari, aumento dei costi di gestione, carenza di manodopera hanno portato a un calo di quasi il 40% nella produzione media, pari a 244.000 tonnellate di prodotto in meno nel biennio 2024-2025 rispetto al quadriennio 2006-2009. Per Walter Placida, Presidente Federazione Nazionale Olivicola di Confagricoltura, “Veniamo da anni di grande difficoltà ambientale in cui si è speso poco in ricerca. Per fortuna la domanda è alta (l’Italia è il primo consumatore mondiale di olio, ndr), ma non vorrei che l’olivicoltura stesse perdendo centralità nello scenario agricolo nazionale perché, invece, l’olio è ancora strategico per il made in Italy”. Il sistema deve essere innovato per crescere, ma le soluzioni si possono trovare secondo Placida: “Se vogliamo che la filiera non si spezzi, bisogna invitare ai tavoli decisionali anche la grande distribuzione”. Altro tema di grande attualità è mantenere linearità nei prezzi. “Dobbiamo aumentare gli introiti, per esempio attraverso l’oleoturismo – ha dichiarato Placida –, spingere le indicazioni geografiche e riconoscere un equo valore al prodotto e al lavoro degli agricoltori per consentir loro di sopravvivere e continuare a produrre per le nuove generazioni”.

IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA IN LABORATORIO E “SUL CAMPO”
Maurizio Servili, Professore ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari all’Università di Perugia, in Academy è responsabile dei progetti sull’economia circolare: “Il sistema produttivo del Mediterraneo è quasi tutto basato su oliveti secolari, bellissimi paesaggisticamente, ma che non creano sufficiente valore. Oggi i processi sono veloci e dobbiamo entrare nell’ottica che l’oliva non può essere fonte solo di olio. Sprechiamo fino al 90% in peso del frutto trasformato in frantoio e tendiamo a valorizzare il solo olio dal punto di vista economico. La criticità sta nella valorizzazione economica dei sottoprodotti dell’estrazione meccanica degli oli vergini di oliva, acqua di vegetazione e sansa, che attualmente non hanno un valore economico, ma vengono smaltiti per la produzione di biogas o, parte della sansa, utilizzata per l’estrazione dell’olio di sansa. Dobbiamo mettere in atto processi tecnologici smart in grado di produrre valore a partire da tali sottoprodotti. Ci sono molti studi che possono essere trasferiti a livello industriale, sulla valorizzazione zootecnica e, in parte, umana delle sanse denocciolate o sul recupero di composti fenolici bioattivi dalle acque di vegetazione, da utilizzare nell’industria alimentare come antiossidanti ed antimicrobici naturali, per la produzione di alimenti funzionali e integratori alimentari”.
La ricerca “sul campo” è portata avanti dal Prof. Luca Sebastiani dell’Istituto di Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha sottolineato come la Planet O-live Academy di Costa d’Oro sia partita senza attendere finanziamenti pubblici: “In Italia molte superfici olivicole sono abbandonate. I veri imprenditori agricoli sono pochi e devono confrontarsi con un mercato velocissimo in cui si affacciano competitor stranieri che, bisogna dirlo, spesso sono anche più bravi di noi, soprattutto a condividere”. Non a caso uno dei pilastri dell’Academy, insieme a conoscenza e crescita, è proprio la condivisione. “In due anni abbiamo prodotto diverse pubblicazioni, realizzato seminari e webinar – ha continuato Sebastiani – e, grazie ad Assoprol e Confagricoltura, trasferiamo i principi scientifici agli agricoltori in campo. Abbiamo supportato tante aziende, su tutto il territorio nazionale. Il ritorno economico è fondamentale per la sopravvivenza del settore e anche per garantire sicurezza sul lavoro”.

L’IMPEGNO DI COSTA D’ORO
Forte del radicamento nel cuore verde d’Italia, Assoprol Umbria ha portato all’incontro la voce dell’olivicoltura umbra certificata. “La sostenibilità è un pilastro fondamentale per il futuro dell’olivicoltura umbra e italiana” ha affermato il direttore Gianfrancesco Petroni, aggiungendo poi in tema di valorizzazione del prodotto certificato che “Noi operiamo nel contesto varietale umbro, quindi in una nicchia della nicchia, ma anche questa tipologia di prodotti deve arrivare al consumatore. Per questo stiamo promuovendo la partnership con Costa d’Oro per l’olio “DOP Umbria”, un progetto nato tre anni fa che oggi merita più che mai di essere raccontato”.
Emanuele Zampetti, che in Costa d’Oro si occupa di selezionare gli oli migliori per costruire un paniere coerente con la visione green dell’azienda, ha rivelato come gli acquisti di olio da fornitori italiani siano aumentati dell’11% nel 2024 rispetto al 2022: “La qualità del prodotto italiano è nota, ma la materia prima scarseggia. Ciononostante, siamo stati tra i pochi a proporre sempre il prodotto italiano indipendentemente dalla stagionalità e dalle dinamiche dei prezzi”. Sul fronte dell’impatto sulle comunità e il territorio, Costa d’Oro – come rilevato dalla HR Director Silvia Iacchelli – ha promosso svariate iniziative dedicate all’inclusività, al volontariato e giornate di open day rivolte ai consumatori e alle scuole, masterclass con chef e master blender e visite culturali alla scoperta di Spoleto.
Daniela Pontecorvo, Chief Marketing Officer di Costa d’Oro, ha poi spiegato come la visione sostenibile venga incorporata in tutte le attività all’interno della fabbrica: “Abbiamo voluto iniziare a misurarci su quello che di concreto abbiamo fatto finora sulla sostenibilità, sviluppando con Kpmg, il primo Report Esg in cui si evidenzia il progresso in ciascuno dei pillar di Planet O-live. Relativamente alla riduzione dell’impatto ambientale, il fabbisogno energetico di Costa d’Oro proviene oggi per il 75% dagli impianti fotovoltaici presenti in azienda. Sono stati ridotti del 15% i rifiuti plastici ed è stata posta grande attenzione all’utilizzo dell’acqua arrivando ad un risparmio del 30% sulle risorse idriche utilizzate. “Ovviamente anche l’innovazione di prodotto si ispira alla sostenibilità”, ha continuato Pontecorvo e lo conferma il lancio a Tuttofood della prima gamma di oli di semi certificata da SGS con Zero Pesticidi Residui. Inoltre, il rilancio della gamma dei classici (L’Extra, L’Extra fruttato leggero e L’Extra non filtrato) prevede da oggi il sistema di tracciabilità in blockchain, per offrire al consumatore ancora più trasparenza e sicurezza su origine e sistema di qualità adottato dall’azienda. Infine, con le nuove bottiglie più snelle, frutto del recente restyling presentato in fiera, si è raggiunto un efficientamento logistico che riduce le emissioni di CO2 in fase di trasporto.

Gruppo Salov, Gianmarco Laviola è il nuovo Amministratore Delegato

È Gianmarco Laviola il nuovo Amministratore Delegato del Gruppo Salov, tra i principali player mondiali e primo operatore italiano del settore oleario, proprietario dei marchi Filippo Berio e Sagra. Nato a Bari, 53 anni, laureato in Economia aziendale con specializzazione in Marketing presso l’Università Bocconi di Milano, vanta un’esperienza professionale di rilievo maturata in importanti realtà internazionali del food and beverage. Dopo Kpmg e Unilever, Laviola ha ricoperto ruoli di primo piano nella multinazionale americana Anheuser Busch, dove è stato responsabile del business Budweiser in Italia e nei Paesi del Mediterraneo. Successivamente, ha guidato Mareblu per il gruppo thailandese Thai Union Group Pcl e a seguire la divisione Simmenthal per Bolton Alimentari. Prima di approdare in Salov, Gianmarco Laviola è stato Amministratore Delegato di Princes Italia.

Con questa nuova nomina, il Gruppo Salov punta a consolidare ulteriormente la sua posizione di leadership sia sui mercati internazionali sia su quello italiano, con particolare attenzione al rafforzamento del valore del marchio Filippo Berio, brand con oltre 150 anni di storia. Il marchio Filippo Berio è presente in oltre 70 Paesi nel mondo risultando nelle prime posizioni in molti mercati, tra cui USA, UK, Belgio, Svizzera e Hong Kong.

Sono entusiasta di intraprendere questa nuova sfida alla guida di Salov – dichiara Gianmarco Laviola –, un Gruppo con oltre un secolo di storia e un ruolo di primo piano nel settore oleario. La mia esperienza e il mio impegno saranno volti a rafforzare ulteriormente il posizionamento di Salov come leader di qualità, promuovendo una crescita sostenibile nel rispetto della tradizione che contraddistingue il Gruppo”.

Salov nasce nel 1919 dalla volontà di Giovanni Silvestrini, storico socio in affari di Filippo Berio fondatore dell’omonimo marchio, e di un gruppo di imprenditori lucchesi. L’azienda ha sede a Massarosa, in provincia di Lucca, e ha un fatturato netto consolidato nel 2023 di circa 518 milioni di euro e 105 milioni di litri venduti. Dal 2015 fa parte del Gruppo Internazionale Bright Food.

Oleificio Zucchi torna in tv con la campagna promozionale “Fritto Libero!”

“Liberi di friggere con Zucchi Fritto Libero!”: si chiama così la nuova campagna pubblicitaria di Oleificio Zucchi. Con questo claim lo spot invita a riscoprire il piacere della frittura grazie a un prodotto che riduce del 50% l’odore di fritto rispetto agli oli di girasole standard. Ideata dall’agenzia Rifattimale e prodotta in collaborazione con Filmmaster Productions, la campagna è on air dal 3 novembre su tv, radio e web, per una pianificazione massiccia che punta a coinvolgere e stupire milioni di consumatori.

Il concept creativo della campagna si basa sulla contrapposizione tra costrizione e libertà, con lo spot che simboleggia questa liberazione attraverso scene visive potenti e coinvolgenti. “Abbiamo voluto creare un prodotto che rispondesse a una delle maggiori preoccupazioni di chi ama friggere in casa: l’odore di fritto che persiste per ore, se non giorni. Con Zucchi Fritto Libero! abbiamo ascoltato i nostri consumatori e fatto ricerca: siamo felici di poter offrire un olio che garantisce un fritto perfetto e allo stesso tempo rispetta la qualità dell’aria nelle nostre case. Il nostro obiettivo è portare questa promessa sugli schermi e nelle case dell’intera penisola”, afferma Alessia Zucchi, Amministratore Delegato di Oleificio Zucchi.

La nuova campagna pubblicitaria di Zucchi Fritto Libero! si basa su un concetto innovativo: la libertà di friggere. Con il suo olio di semi di girasole alto oleico arricchito con antiossidanti, Zucchi offre un’esperienza culinaria senza compromessi, riducendo del 50% gli odori sgradevoli tipici della frittura rispetto agli oli di girasole standard. Senza la paura di contaminare l’ambiente domestico con odori persistenti e senza rinunciare alla freschezza dell’aria in casa, i consumatori possono finalmente gustare fritti croccanti e asciutti. I protagonisti della campagna pubblicitaria sono Zucchi Fritto Libero! e la libertà, che attraverso immagini evocative raccontano la gioia della libertà in cucina.

La campagna prevede tre soggetti per la TV – “catena di anelli di calamaro”, “patatine” e “muro di crocchette” – trasmessi nei formati da 30”, 15” e 10”. In radio, saranno diffusi altri tre soggetti, di cui uno in versione natalizia – nel formato da 30”. La campagna è on air dal 3 al 30 novembre in TV, e dall’11 al 24 novembre in radio. Grazie a una strategia multicanale, la campagna copre tutti i network televisivi italiani (RAI, Mediaset, Sky, Discovery e La7), 11 emittenti radiofoniche nazionali, le principali piattaforme di Video On Demand, prevedendo anche una strategia digitale su banner, preroll, SEA e social media, con contenuti dedicati sui canali Instagram e Facebook di Zucchi.

“Appena abbiamo ricevuto e letto il brief di gara, il nostro obiettivo è stato uno solo: raccontare un plus di prodotto fortissimo e distintivo con un linguaggio croccante e asciutto come un fritto fatto ad arte, liberando il campo da tutto ciò che potesse distogliere l’attenzione dai veri protagonisti, e cioè Zucchi Fritto Libero! e un fritto finalmente libero da odori pungenti e persistenti” spiegano dall’agenzia creativa Rifattimale.

 

Sostenibilità, Olio Sagra opta per un nuovo packaging in rPet riciclato al 100%

Sagra, uno dei brand del Gruppo Salov, conferma il proprio impegno in ambito sostenibile presentando le innovative bottiglie in r-PET realizzate col 100% di plastica riciclata dedicate alla gamma di oli di semi. Si tratta di un cambiamento fondamentale per il settore perché coinvolge un nuovo tipo di plastica sostenibile (proveniente al 100% dal riciclo di altre bottiglie), ma anche performante perché capace di mantenere le stesse caratteristiche di qualità, sicurezza e maneggevolezza per il consumatore delle bottiglie classiche.

Ogni elemento del nuovo packaging è stato studiato in ottica green: lo sleeve che ricopre la bottiglia (fondamentale per proteggere il prodotto dalla luce) è realizzato con un innovativo materiale in plastica riciclata; mentre l’imballo che sostituisce il film protettivo in plastica è in cartone 100% riciclato. Tutte soluzioni che apportano un taglio netto all’immissione di nuova plastica nell’ambiente e all’emissione di Co2, coinvolgendo direttamente l’utente finale in un percorso di consumo responsabile e di rispetto per il Pianeta.

“Dopo la realizzazione nel 2020 delle bottiglie in r-Pet al 50% il nostro impegno è continuato e siamo orgogliosi di presentare le nuove bottiglie in plastica riciclata al 100%. Per noi è importante che la sostenibilità diventi un elemento concreto e tangibile attraverso i prodotti che offriamo ai consumatori ogni giorno” dichiara Mauro Tosini, Direttore Commerciale di Salov.

Salov, eguagliati i volumi di vendita 2020 e 2021, fatturato a +30%

L’assemblea ordinaria dei soci di Salov, società che opera nel settore oleario, ha approvato il bilancio consolidato 2022, chiuso in positivo sia in termini di crescita che di consolidamento. Il Gruppo Salov, a cui fanno capo i marchi storici Filippo Berio e Sagra, ha archiviato l’esercizio 2022 confermando i volumi di vendita record raggiunti nel 2021 e 2020, pari a circa 120 milioni di litri. Il fatturato consolidato, soprattutto a causa dell’inflazione dei costi di produzione, ha fatto segnare un incremento annuo del 30%, passando da 376.769.000 a 491.456.000 € e l’EBITDA, dai 19.417.000 € del 2021, è salito a quota 20.081.000 € (+4,1%).

I risultati raggiunti da Salov nel 2022 sono ragguardevoli soprattutto considerando il contesto in cui sono maturati. Se, infatti, il 2021 era stato sino all’ultimo trimestre un anno di sostanziale assestamento dei mercati dopo lo sconvolgimento della pandemia, il 2022 è stato pesantemente condizionato dalla volatilità della situazione geopolitica e da fattori climatici avversi. Il deflagrare della crisi ucraina ha innescato una spirale al rialzo dei costi energetici e delle commodities (vetro, plastica, carta). Inoltre, l’incertezza sulla disponibilità di materia prima negli oli di semi, specie quello di girasole, ha spinto molte aziende utilizzatrici di grassi vegetali a spostare i loro consumi da semi a oliva, concorrendo, con i loro acquisti, a un forte aumento dei prezzi. A ciò si sono sommati i problemi del comparto logistico, con le difficoltà nel rispettare i tempi di consegna dovuti alla limitata disponibilità di mercantili e portacontainer, frequentemente bloccati nei porti cinesi a causa dei lockdown.

A destabilizzare definitivamente il mercato degli oli d’oliva è stato l’andamento della campagna agricola nell’area del Mediterraneo occidentale. Le premesse primaverili per un raccolto 2022/23 buono o comunque superiore al 2021, infatti, sono state compromesse da un’estate eccezionalmente torrida e siccitosa. Di conseguenza in Paesi come Spagna, Italia, Portogallo e Tunisia si è assistito a un drastico ridimensionamento nelle previsioni di produzione di olive, solo in minima parte compensato dai risultati di Grecia e Turchia. L’effetto finale è stato un costante incremento nei prezzi degli oli di oliva come mai in passato.

“In un anno tanto caotico e travagliato riuscire a confermare tutti i parametri finanziari e reddituali cogliendo il corretto compromesso tra gli aspetti puramente economici, finanziari e di equity non è stato affatto scontato” commenta l’Ing. Fabio Maccari, Amministratore Delegato di Salov. “Abbiamo dato prova di essere reattivi nel gestire i vari mercati mantenendo elevato il nostro livello di competitività. Indubbiamente, gli investimenti industriali e le attività commerciali e di marketing messe a terra negli ultimi anni ci hanno ripagato, consentendoci di crescere sia in Italia che all’estero e di non subire passivamente la forte volatilità dei mercati”.

La crescita in Italia e nei mercati esteri
In Italia, Salov si conferma in crescita, con i marchi Filippo Berio, premiato recentemente agli Olive Oil Awards, e Sagra che, complessivamente, portano le quote di mercato a volume detenute dal Gruppo al 3,4% nella categoria olio di oliva e al 6,2% negli oli di semi. Per quanto riguarda la presenza di Salov sui mercati esteri, spicca il cambio di paradigma nelle attività commerciali in Belgio, dove il presidio del Gruppo è diventato diretto tramite una propria risorsa resident che si interfaccia direttamente con i retailer locali. Di assoluto rilievo sono anche le performance fatte registrare da Salov in Brasile, con la filiale di São Paulo che, a soli tre anni dalla costituzione, ha migliorato sensibilmente la distribuzione del prodotto e ha più che raddoppiato il suo giro d’affari. Peraltro, la crescita di Salov nel corso del 2022 è testimoniata anche dalle nuove assunzioni di personale: 8 in Italia e 3 nelle filiali estere che sottolineano ancora una volta l’attenzione alle persone e all’organizzazione aziendale del prossimo futuro nonostante la complessa congiuntura economica e di mercato. Ne è una dimostrazione il progetto Talent Garden, iniziativa che ha visto coinvolti per circa sei mesi 25 giovani in attività di formazione finalizzate a individuare punti di forza e aree di miglioramento, creando supporto a percorsi di crescita individuale e di sviluppo professionale.

Investimenti
Nel 2022 Salov ha proseguito la politica di costanti investimenti sia industriali, indirizzati a incrementare l’efficienza delle linee di produzione e degli stoccaggi, sia di digitalizzazione, ambito nel quale il percorso aziendale è giunto ad un livello di avanzamento molto elevato. Nella seconda metà dello scorso anno, inoltre, il Gruppo ha partecipato a diversi bandi nell’ambito del PNRR con l’obiettivo di potenziare e anticipare i progetti già previsti tra cui l’incremento delle capacità di stoccaggio dell’olio extra vergine e l’adeguamento dell’area ecologica per facilitare le attività di gestione, separazione e stoccaggio dei rifiuti aziendali. In totale, tra interventi implementati e investimenti programmati, l’impegno finanziario dell’Azienda si colloca nell’ordine dei 20 milioni di euro.

Sostenibilità
Nel corso dell’esercizio 2022, Salov ha concretizzato il proprio percorso sostenibile, iniziato alcuni anni fa, in un Piano di Sostenibilità finalizzato a individuare i pillar e le macro-azioni da sviluppare nel breve e medio periodo per potenziare il proprio sviluppo in questo ambito. Dopo una valutazione e un benchmark di settore e dei competitor, è stata realizzata un’analisi dello status aziendale e sono state identificate le aree in cui Salov si distingue e quelle da implementare ulteriormente. Il Piano di Sostenibilità prevede 41 progetti in molti ambiti e reparti aziendali. Il 2022 inoltre, sarà rendicontato da Salov con il suo secondo Bilancio di Sostenibilità, che uscirà a settembre 2023.

Sostenibilità e innovazione fanno la differenza, Coricelli entra in Filiera Italia

Coricelli, azienda olearia di Spoleto, entra a far parte di Filiera Italia, l’alleanza nazionale della produzione agricola, dell’industria alimentare e della distribuzione in cui valori e impegni comuni vengono condivisi nell’ottica di lavorare in sinergia per valorizzare e promuovere la distintività delle eccellenze alimentari e i principi della dieta mediterranea.

“È un privilegio essere stati accolti da Filiera Italia e siamo onorati di entrare a far parte di questa realtà, rappresenta un’opportunità per spingere ulteriormente l’acceleratore sulla filiera produttiva, valorizzare l’olio extravergine d’oliva italiano di qualità, il lavoro degli olivicoltori e ridare competitività a un settore che per troppi anni è rimasto immobile”, commenta Chiara Coricelli, Amministratore Delegato di Pietro Coricelli Spa.

Coricelli è impegnata da anni su questo fronte investendo in contratti di filiera e portando sugli scaffali della Gdo l’olio evo 100% italiano “firmato dagli agricoltori italiani”. Un prodotto che ha già riscosso un grande successo nelle preferenze dei consumatori, oggi sempre più attenti all’origine del prodotto locale e più sensibili verso le aziende con una solida reputazione e che si impegnano in piani di sostenibilità.

“Abbiamo lavorato molto a questo progetto che unisce sostenibilità e qualità per valorizzare la diffusione dell’olio extra vergine 100% italiano, stabilizzando le condizioni economiche della vendita per tutelarne la produzione e premiare il lavoro degli agricoltori. Un esempio concreto di quello che si può fare quando si agisce con una visione integrata e interconnessa e in questo caso legando insieme mondo agricolo, industria e distribuzione. Consapevoli di tutto ciò, siamo fortemente convinti che possano nascere sinergie importanti con Filiera Italia e i suoi partner per proseguire in questa direzione e sviluppare progetti che mettono al centro una filiera olivicola sempre più sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale” conclude Chiara Coricelli.

Olio Filippo Berio ritorna nelle cucine di MasterChef Italia

La creazione degli oli a marchio Filippo Berio è controllata lungo tutta la filiera grazie a Metodo Berio, un percorso che garantisce prodotti di alta qualità e rende al contempo l’olio extra vergine di oliva sostenibile, tracciato e certificato in ogni fase, dal campo alla bottiglia.

Anche quest’anno l’olio Filippo Berio farà parte della nuova edizione di MasterChef Italia, al via domani 15 dicembre su Sky e in streaming su NOW, grazie a Sky Brand Solutions, dipartimento di Sky Media, insieme a Endemol Shine Italy.

L’olio extravergine di oliva Classico sarà per gli aspiranti chef un alleato molto importante nella Masterclass, mentre nelle prove in Esterna le due brigate cucineranno i loro menù con il sapiente utilizzo dell’olio 100% Italiano.

Engineering digitalizza i sistemi supply chain di Salov

Engineering, azienda attiva nella digitalizzazione dei processi per Aziende e PA, ha accompagnato Salov, portavoce della qualità dell’olio di oliva nel mondo con i marchi Filippo Berio e Sagra, in un processo di profonda trasformazione digitale dei suoi sistemi produttivi, per adeguarli in modo rapido e flessibile a un mercato globale complesso e imprevedibile, alla crescente esigenza di qualità da parte del consumatore, alle normative sempre più stringenti in ambito alimentare e alla necessità di realizzare sistemi produttivi sostenibili.

In particolare, Engineering ha guidato la completa digitalizzazione dei sistemi di Supply Chain integrata di Salov, creando un ecosistema digitale che, utilizzando le opportunità di evoluzione offerte dalle nuove tecnologie (Data Analytics, Digital Twin), ha reso più efficiente e reattivo l’intero processo produttivo dell’olio (dalla lavorazione della materia prima alle forniture e alla gestione dei magazzini), garantendo nello stesso tempo la sostenibilità ambientale degli impianti attraverso un sistema di energy & environment monitoring per il monitoraggio dei consumi energetici.

“Oggi il settore agro alimentare è tra i più attenti a cogliere le opportunità della trasformazione digitale per far evolvere i propri sistemi produttivi con una crescente attenzione alla qualità e alla sostenibilità – ha affermato Guido Porro, Executive Vice President Enterprise di Engineering. “Come azienda leader nella Digital Transformation che ha l’ambizione di accompagnare la transizione digitale di tutto il mondo manufacturing, Engineering è orgogliosa di mettere le sue competenze tecnologiche e di processo al servizio di un’azienda dinamica e innovativa come Salov, accompagnandola in un profondo percorso di digitalizzazione della Supply Chain volto a far evolvere il business garantendo la protezione dell’ambiente e il miglior prodotto per il consumatore”.

“In Salov siamo consapevoli che la tecnologia sia un elemento funzionale al benessere delle persone che lavorano in azienda e aiuti a costruire un modello lavorativo efficiente che, rispondendo efficacemente alle esigenze dei propri clienti e consumatori, contribuisca a creare la sostenibilità del domani” – commenta l’Ing. Fabio Maccari, Amministratore Delegato di Salov. “La trasformazione digitale, che ha coinvolto praticamente tutti i reparti e flussi operativi, continuerà con coerenza anche nei prossimi anni”.

“Grazie all’expertise di Engineering è stato possibile pianificare insieme un percorso che fosse coerente, in cui l’informatizzazione e l’integrazione di tutte le componenti aziendali procedessero per gradi in modo tale che ogni fase rendesse possibile ed attivasse la successiva” commenta il Dott. Luca Greco, CIO di Salov. “Supply Chain Integrata, utilizzo della tecnologia, fattore umano, governo del progetto e del cambiamento ‘IT Driven’ hanno rappresentato per Salov i fattori abilitanti e di successo per la transizione alla Industry 4.0 e per la trasformazione digitale sostenibile nel suo complesso”.

Per permettere a Salov di migliorare la propria efficienza produttiva, Engineering, partendo da un’attività di consulenza che ha riguardato l’analisi dell’impianto e delle esigenze di business, ha implementato una piattaforma che connette le linee produttive, il gestionale, la pianificazione e il sistema di manutenzione.

Questo ha permesso di automatizzare la gestione degli ordini di produzione, il monitoraggio in real-time, i controlli qualità, la gestione anagrafiche e la tracciatura delle performance, con un miglioramento dell’esperienza utente e una maggiore rapidità nella condivisione dei dati, la cui disponibilità risulta sempre più centrale nell’ottimizzazione dei processi.

Un miglior governo IT dei sistemi e dei processi, ottenuto attraverso l’uso del Digital Twin, non solo ha contribuito ad abbattere le azioni a zero valore aggiunto e il rischio di inefficienze, ma ha migliorato l’organizzazione lavorativa, mettendo al centro il fattore umano e cementando il rapporto tra i lavoratori più senior detentori dell’esperienza aziendale e i giovani talenti neoassunti, maggiormente orientati alle nuove tecnologie.

Fratelli Carli, a Treviso apre il ventesimo emporio

Aprirà al pubblico sabato prossimo 3 settembre, a Treviso, un nuovo Emporio della catena retail di Fratelli Carli, per la gioia di tutti i buongustai e gli appassionati dei sapori liguri e mediterranei. Per la storica azienda olearia, che dal 1911 vende direttamente al consumatore e consegna a domicilio i propri prodotti in Italia e all’estero, si tratta del 20° punto vendita della catena monomarca e del terzo in Veneto, dopo quello storico di Padova, con oltre 17 anni di attività, e quello recentissimo di Vicenza, aperto invece a luglio scorso.

L’Emporio aprirà nel cuore della città con due ampie vetrine, al numero 7 di Piazza dei Signori, sotto gli antichi portici. Ancora una volta Fratelli Carli sceglie per il suo negozio il centro storico, con le sue eleganti vetrine e le vie del passeggio e dello shopping, il cuore pulsante della città.

L’Emporio Carli offrirà un vero e proprio viaggio nel gusto: vi si trovano non solo il celebre Olio Carli (di Oliva e Extra Vergine), ma tutti i prodotti e le conserve alimentari della tradizione gastronomica ligure e mediterranea come tonno, verdure sott’olio, olive, pesto e sughi pronti, salse, pasta, un’intera gamma Bio, vini, aceti e dolci. L’allestimento delle vetrine realizzato con sgabelli, tappeti e tavolini imbanditi di prodotti, rimanda al tavolo di casa e, con l’ulteriore supporto dei video trasmessi nei grandi monitor/totem, anticipa il viaggio che si potrà vivere all’interno dell’Emporio, dove il tavolo esperienziale e il tavolo promo suggeriscono, invogliano e informano al meglio i clienti con l’ospitalità tipica della famiglia Carli.

Per oltre un secolo Fratelli Carli ha basato il proprio modello di business sulla vendita diretta al proprio consumatore, intuendo che il rapporto diretto con la clientela e la possibilità di conoscere le preferenze di ogni acquirente sarebbero stati vincenti per i propri prodotti, a lungo. Nell’ultimo decennio, a questo canale – che pur rimane fondamentale – l’azienda ha affiancato punti vendita fisici, dove incontrare nuovi consumatori e consentire loro di vivere un’esperienza completamente immersiva tra i valori e le peculiarità della marca.

Proprio la “libertà di scelta” del consumatore resta uno dei punti di forza dell’Emporio che offrirà un’ampia varietà di servizi per fare la spesa: chi visiterà il negozio, potrà scegliere di portarla via con sé oppure di farsela recapitare a casa; sarà possibile prenotare telefonicamente i propri prodotti preferiti e concordare poi la tipologia di consegna; inoltre, si potrà compilare un’apposita “lista della spesa”, scegliendo, ancora una volta, di ritirare il sacchetto pronto alla cassa.

Rimanendo fedele al proprio status di Società Benefit, Fratelli Carli, già dal 2021, si è impegnata in un percorso di ripensamento e ristrutturazione dei propri Empori, per puntare al minor impatto possibile sull’ambiente: dalla scelta delle pitture da interno green oriented, ai materiali di arredo eco- compatibili, come legno e ferro, fino ai cartellini prezzi trasformati da plastica a targhette in PLA biodegradabile. Tutte piccole grandi scelte realizzate con il supporto di Fase Modus, studio di architettura specializzato.

Così commenta Claudia Carli, brand marketing manager di Fratelli Carli: “Siamo particolarmente orgogliosi di raggiungere, con questo nuovo punto vendita trevigiano, quota 20 Empori. Il viaggio dei nostri Empori prosegue dopo aver scoperto, con l’impegno degli anni, di aver colto la giusta curiosità e l’apprezzamento da parte dei nostri consumatori, felici di darci il benvenuto nella propria città e soddisfatti di fare la loro esperienza di gusto. Un cammino che ci stimola e che ci fornisce ottime prospettive di continua crescita in questa direzione”.

Api, al via il progetto di ricerca promosso da Monini e LifeGate

Preziose aiutanti dell’uomo nella produzione alimentare – da loro dipende circa il 75% delle colture alimentari – ma anche straordinarie sentinelle ambientali, la cui sofferenza rappresenta un segnale d’allarme per la salute del nostro pianeta: sono le api le protagoniste di un innovativo progetto di ricerca promosso da Monini e LifeGate, in collaborazione l’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, che si svolge operativamente in un vasto territorio della Toscana.

Lo studio, partito lo scorso marzo, ha un duplice obiettivo: monitorare l’ambiente e valutare empiricamente l’impatto della produzione agricola – biologica o integrata – sulla biodiversità, analizzando la qualità della vita e la stabilità/crescita/diminuzione della popolazione di diverse specie di impollinatori, sentinelle appunto dello stato di benessere del territorio.

La ricerca prevede nel concreto la creazione di tre hotspot (un insediamento di api mellifere, un insediamento di api selvatiche, un insediamento di due “Bee hotel” per altri insetti come farfalle e coccinelle) all’interno della Tenuta Perolla, un terreno in Toscana di proprietà di Monini, integralmente riqualificato e in parte bonificato, nonché cuore di Bosco Monini, uno dei progetti portanti del piano di sostenibilità “A Hand for the Future”. Entro il 2030 l’azienda si è infatti posta l’obiettivo di creare un polmone verde in Italia da un milione di olivi, coltivati secondo tecniche di agricoltura integrata e biologica. Un progetto che prevede un investimento di 20 milioni di euro e che vuole rappresentare un modello per un nuovo tipo di olivicoltura, sostenibile sotto il profilo produttivo e appunto ambientale.

“La salvaguardia delle api – spiega Maria Flora Monini, alla guida dell’azienda assieme al fratello Zefferino – è un impegno che ci sta particolarmente a cuore, perché siamo consapevoli che la loro sorte si intreccia profondamente con quella del nostro ambiente e della nostra salute. Solo un’agricoltura “amica” delle api può dirsi capace di guardare al futuro. Per questo, nel 2018, abbiamo deciso di scendere concretamente in campo al loro fianco. Dopo aver raggiunto – e ampiamente superato – l’obiettivo di adottarne un milione, abbiamo dunque scelto di sostenere la ricerca scientifica per valutare la vita di questi insostituibili impollinatori negli oliveti biologici del Bosco Monini, un habitat capace di garantire la tutela della biodiversità”.

Nei prossimi mesi si procederà con monitoraggi costanti (osservazione, conteggio, analisi chimico/fisiche del polline e dei terreni) per restituire una prima fotografia dello stato di benessere del territorio, ma anche creare una mappa della biodiversità e verificare l’interazione positiva tra l’impianto degli olivi e l’ecosistema ricreato.

“Il nostro obiettivo – conclude Lajal Andreoletti, Responsabile progetti ambientali di LifeGate – è quello di unire gesti concreti, come il progetto promosso insieme a Monini, alla ricerca scientifica e alla sensibilizzazione della società civile, forti della consapevolezza che ognuno di noi, con le proprie scelte quotidiane, può fare la differenza anche per questi piccoli insetti così fondamentali per la nostra sopravvivenza”.

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