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Il 2017 parte bene, Gdo trainata dall’alimentare, +3,4% per food, beverage e pet nel 1Q

È l’alimentare a trainare la crescita della Gdo italiana secondo gli ultimi dati Nielsen. Food, beverage e pet hanno fatto registrare nel periodo gennaio-aprile 2017 un aumento delle vendite in valore del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre i prodotti non alimentari hanno subito un decremento del 2,5%. Gli incrementi maggiori riguardano frutta e verdura (+9,6%), freddo (+5,8%), pane, pasticceria e pasta (+5,7%), pet food (+3,8%), bevande (+2,5%) e cibo confezionato (+2,4%). Performance negative invece per la cura della persona (-1,3%), la cura della casa (-1,7%), bazar e tessile (-2,5%).

I dati sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa di apertura di Linkontro, la convention annuale di Nielsen. Un evento, giunto all’edizione numero 33 che vede la partecipazione dei player del settore e ne mette a fuoco i trend. Il tema dell’anno è “Get Agile! Il nuovo imperativo nell’era della discontinuità”.

I primi quattro mesi del 2017 hanno confermato gli andamenti positivi a volume degli anni precedenti (2015 e 2016). Nel 2017 tornano a crescere in maniera interessante anche i valori: con un tasso di incremento del 2,2%, che è il miglior risultato degli ultimi cinque anni anche grazie a un 2016 che ha visto crescere gli investimenti pubblicitari del +3,6%.

 

Quasi metà della crescita da Benessere e naturale

I segmenti benessere e naturale (compresa l’ortofrutta) partecipano per il 41% alla crescita complessiva del largo consumo. Le altre componenti che spiegano la crescita sono: affettati in busta 10%, piatti pronti freschi 9%, prodotti gourmet 5% e pet care 4%. Non si rinuncia a prodotti che offrono esperienze di gusto superiori, o un elevato contenuto di servizio come zuppe pronte fresche (+33%), sushi (+25%), caffè in capsule (+20%). Colpisce che mercati fino a ieri considerati nicchie siano oggi così importanti per la crescita. Il biologico, ad esempio, ha raggiunto un giro d’affari di 1,292 miliardi di euro (+19,8%), con 5,2 milioni di famiglie che lo acquistano tutte le settimane. Il boom dei prodotti integrali ha generato vendite per 435 milioni (+11,3%). Anche i free-from (i prodotto “senza”) hanno andamenti sempre più positivi: il senza glutine raggiunge 170 milioni (+26,3%), il senza lattosio 376 milioni (+6,3%) e le bevande vegetali 198 milioni (+7,4%).

 

L’E-commerce cresce e cambia le priorità

Importante l’apporto dell’e-commerce. Dei 30,7 milioni di internauti (26,2 milioni dei quali sono connessi grazie al cellulare) 14,4 milioni visitano i siti dei retailer (9,4 milioni, +9%), degli aggregatori di promozioni (7 milioni, +2%), dei brand (6,6 milioni, +20%). Cresce anche il fatturato proveniente degli acquisti effettuati online, che generano 622 milioni di euro nel 2016 (+45% rispetto al 2015), con un’incidenza pari all’1,1% del fatturato complessivo del largo consumo. Il personal care si conferma la categoria con la percentuale più alta di acquirenti (11,8%), in crescita di 3,8 punti percentuali rispetto al 2015.

Tra i criteri che più influenzano i comportamenti d’acquisto crescono la comodità di acquisto, la semplicità, la shopping experience e la disponibilità dei prodotti mentre perdono importanza la promozione e gli sconti. Le vendite promozionate sono in leggero calo e la pressione promozionale scende di 0,8 punti, arrestando la spirale di incremento degli acquisti in promozione. Tornano a crescere, pur se di poco, i prezzi che contribuiscono alla crescita dei fatturati. Crescono gli assortimenti (+3,8% rispetto al 2016) grazie a nuove referenze che seguono le tendenze della domanda. Stabile invece l’incidenza delle vendite di prodotti delle marche del distributore (18,7% delle vendite complessive) che vede crescere i segmenti premium e crollare i primi prezzi. Quanto alla dimensione delle imprese, quelle medie e piccole sembrano più dinamiche (rispettivamente +2% e +3,6%), ma anche i grandi player crescono rispetto alle performance del 2016 (-1,1%). Crescono soprattutto discount (+3,5%), supermercati (+3%) e specialisti drug (+2,3%). A livello geografico buona performance dei mercati distribuitivi nel Centro-Sud: l’area 3, che comprende Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Sardegna, cresce del 2,3% a valore, l’area 4 (tutto il Sud e la Sicilia) del 2,7% a valore nei primi quattro mesi dell’anno.

«La velocità del cambiamento – dichiara l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – è la principale caratteristica degli attuali mercati. Lo studio evidenzia uno scenario mutevole e frenetico, che impone alle imprese di adattarsi alla nuova domanda del consumatore. La crescita dei prodotti ad alto contenuto di servizio, il continuo sviluppo dei consumi salutistici, una sempre maggiore propensione alla digitalizzazione del customer journey, l’uscita dei prezzi dal terreno deflattivo dello scorso anno, la vivacità degli assortimenti proposti ai clienti e ai consumatori sono le principali evidenze del momento. L’obiettivo della kermesse di Nielsen è quindi quello di offrire spunti di riflessione e nuove prospettive ai manager delle aziende per intercettare i trend del momento. Occorre cogliere le opportunità con agilità, come conditio sine qua non per continuare a crescere».

Saclà lancia la linea di sottoli Legumi&Germogli che strizza l’occhio ai consumi veggie

Saclà lancia Legumi&Germogli, una nuova linea di sottoli. Tre le proposte pronte disponibili da maggio nei punti vendita della Gdo. In uno scaffale popolato di prodotti tradizionali, la nuova linea strizza l’occhio alle ultime tendenze alimentari, rivolgendosi a un pubblico attento alla nutrizione e ai nuovi trend culinari. Un consumatore alla ricerca di sapori diversi, che ha poco tempo per cucinare i legumi che invece richiederebbero cotture lunghe, ma è deciso a sfruttarne i benefici nutrizionali e gli apporti di proteine “sane”.

I germogli, “cibo vivo” par excellence, sono  di gran voga nello scenario gourmet, ma anche sempre più apprezzati dal grande pubblico per le elevate proprietà nutritive. Insieme a loro, i legumi al centro di una seconda giovinezza, lontani anni luce della “carne dei poveri” come un tempo venivano definiti, oggi perfetta fonte di proteine vegetali per chi sceglie una dieta a ridotto contenuto di proteine animali.

Le tre le proposte possono essere consumate da sole, per arricchire insalate estive e per creare nuovi piatti. Sono:

Fagioli rossi e germogli di legumi. Mix di fagioli rossi e germogli di fagioli e lenticchie, molto nutrienti e ricchissimi di proteine, forniscono energia ed esercitano un’azione benefica sull’organismo. Adatti anche ai consumatori vegani, senza glutine, senza conservanti e con materie prime di qualità.

Edamame, ceci e fagioli rossi. Edamame sono fagioli di soia tipici della tradizione giapponese. Fino a pochi anni fa erano conosciuti solo tra gli appassionati di cucina orientale. Oggi, con il costante aumento dei consumatori vegani e vegetariani, così come dei cultori dei sapori orientali, l’Edamame è tra i legumi più richiesti per il suo gusto dolce ed equilibrato e per il suo apporto proteico. Senza conservanti e senza glutine.

Peperoni, ceci e olive nere. Una ricetta tradizionale dal gusto inconfondibile, saporita e subito pronta, adatta anche a chi ha deciso di ridurre il consumo di carne e cerca fonti alternative di proteine. L’abbinamento perfetto di peperoni e ceci incontra l’oliva leccino italiana.

Maggio mese del benessere, e il personal nutritionist arriva da Pam

Dopo il personal shopper, arriva il personal nutritionist, ovvero qualcuno che ci dice cosa mettere nel carrello, dopo aver valutato le nostre abitudini alimentari: succede a maggio in dieci punti di vendita selezionati, in occasione del mese del Benessere di Pam Panorama. Tutti i sabati di maggio, un nutrizionista sarà a disposizione dei clienti che lo richiederanno e suggerirà alcuni accorgimenti per seguire ogni giorno un’alimentazione equilibrata. Alla fine della consulenza, il nutrizionista fornirà una scheda di valutazione alimentare personalizzata e un prodotto a marchio Pam Panorama in linea con le singole esigenze e con il tema della giornata, che cambierà ogni sabato.

Sotto i riflettori ci sono le tendenze alimentari che vanno per la maggiore al momento. Le prime due giornate hanno approfondito la scelta vegetariana, che sottolinea l’importanza di un apporto adeguato di nutrienti nel caso in cui si segua una dieta vegetariana e/o vegana, e l’alimentazione vegetale, seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che invitano a consumare cinque porzioni di frutta e verdura ogni giorno, possibilmente di cinque colori diversi in quanto ogni colore indica la presenza di diversi micronutrienti. La terza giornata avrà come concept La dieta semplice e buona, dedicata a chi presenta delle esigenze alimentari specifiche e quindi desidera integrare la sua dieta con prodotti senza glutine, senza zuccheri aggiunti, con pochi grassi, ricchi di fibre o funzionali. Il Mese del Benessere si concluderà sabato 27 maggio con La tavola biologica, tendenza “forte”, che vede sulle tavole degli italiani sempre più prodotti provenienti da agricoltura biologica.

I punti vendita che aderiscono all’iniziativa sono: Panorama Udine Palmanova, Panorama Udine, Panorama Treviso, Panorama San Mauro Torinese, Panorama Parma, Panorama Roma Aurelia, Panorama Roma Lunghezza, Panorama Roma Granai, Panorama Ostia e Panorama Ariccia.

Nel frattempo è partita la terza edizione di “Nutri il Sapere”, il progetto formativo di Pam Panorama nato per approfondire le tematiche della corretta educazione e diffondere la consapevolezza alimentare nelle scuole. Oltre alle lezioni che si sono svolte e si svolgeranno all’interno degli istituti scolastici fino a dicembre 2017, alcuni appuntamenti si terranno all’interno dei punti vendita. Le passate edizioni hanno coinvolto protagonisti 7700 studenti in 308 laboratori.

I primi incontri fuori dalle scuole si sono tenuti il 10 e l’11 maggio presso il Panorama Tiburtina e Panorama Lunghezza di Roma con il tema “Il pesce: catena del freddo e proprietà nutrizionali”.

Quest’anno la novità riguarda il concorso in cui gli si chiede di sviluppare un disegno dedicato alle tematiche trattate da Nutri il Sapere. Le classi che proporranno i tre disegni migliori saranno premiate con dei buoni spesa per l’acquisto di materiale scolastico.

 

Auchan ridisegna il reparto ortofrutta: più italiano, bio e stagionale

Un restyling che guarda al futuro: è quello previsto per il reparto ortofrutta di Auchan Retail Italia, con il nuovo Progetto Ortofrutta Auchan. In linea con l’ambizione internazionale di essere sempre di più promotori del buono, sano e locale, è stata avviato una vera e propria trasformazione del settore Freschissimo.

«Siamo partiti dall’ortofrutta, reparto strategico con un’alta frequenza di acquisto, nella logica del fresco ogni giorno, e in cui ci sono le più alte aspettative di freschezza, qualità e convenienza da parte dei clienti, con una crescente attenzione da parte del consumatore» ha spiegato Davide Marcomin, Direttore Freschissimi di Auchan Retail Italia.

 

100% italiano

La filiera Auchan è stata ricostituita con prodotti 100% italiani e solo di stagione; nella Mdd si è puntato anche sul biologico 100% Made in Italy, “con tutti i rischi annessi – ha detto Marcomin -, ovvero potremo avere periodi dell’anno in cui alcune referenze Bio potrebbero non essere presenti. In tutto il reparto ortofrutta promuoviamo la stagionalità dedicando ai prodotti di stagione un assortimento più ampio, con una quota importante di localismi”. Nei punti vendita delle Marche, ad esempio, si troverà il carciofo di Jesi, mentre in Puglia quello di Brindisi.

A tutela degli aspetti etici, dalla coltivazione allo scaffale, vi è una relazione di partnership diretta con i fornitori selezionati.

Esotico, frutta secca e legumi secchi sono stati sviluppati per accompagnare i nuovi trend. «Abbiamo lavorato sul mercato dell’esotico aumentando l’assortimento in esposizione, puntando sulla scelta e la varietà qualitativa più che sulla leva di prezzo – spiega ancora Marcomin –. Inoltre, abbiamo selezionato fornitori per ampliare l’assortimento a marchio Auchan per frutta secca, legumi scelti, IV e V gamma».

Un’evoluzione che continuerà anche nei prossimi mesi, toccando altri reparti del mondo dei freschi e coinvolgendo tutti gli specialisti di Auchan Retail Italia in un percorso di formazione. Parte in questi giorni ad esempio il progetto di formazione “Grandi formaggi DOP”, dedicato ai collaboratori dell’insegna, con la partecipazione dei protagonisti DOP italiani: Asiago, Gorgonzola, Mozzarella di Bufala Campana, Pecorino Sardo, Taleggio, e con il contributo del MIPAAF. Il primo incontro, mercoledì 10 maggio, si terrà a TuttoFood e inaugurerà una serie di appuntamenti sulla qualità del prodotto di origine protetta, sulla riconoscibilità, con principi di degustazione dei formaggi, fino alle tecniche di marketing per la vendita e l’allestimento: il 24 maggio a Torino nella sede Auchan, il 28 giugno all’Auchan di Cagliari, il 13 settembre alla Reggia di Caserta e il 27 settembre all’Auchan di Mestre.

 

Una fragola (Candonga) in tour nei RED Feltrinelli

Una fragola tra libri e food, marchio di fabbrica degli store RED di Feltrinelli: è la Candonga Top Quality che è partita il 21 aprile per un tour di degustazione presso la location di Piazza Gae Aulenti a Milano.

I lettori della RED Feltrinelli hanno potuto gustare la Candonga al naturale o come guarnizione delle tortine preparate dalla RED per l’occasione. Moltissimi i clienti che si sono soffermati al banco degustazione, dove hanno ricevuto un segnalibro con il claim della campagna di comunicazione “È ARRIVATA”, il cui spot è in onda da aprile sulle emittenti Rai e tv locali tra cui: Telelombardia, RTV38, Radio Norba TV e TELESANTERNO.

Carmela Suriano CEO del Club Candonga, presente all’inaugurazione del tour a Milano, ha commentato: «Un incontro all’insegna del relax e del buon cibo con l’opportunità di gustare delle fragole dalle eccezionali caratteristiche organolettiche, coltivate con amore dai produttori del Club Candonga, raccolte e selezionate da mani esperte e in grado di raggiungere le tavole dei consumatori in poche ore dalla raccolta. Maggio è il mese per eccellenza delle fragole e, tramite questo tour di degustazione, ci auguriamo di far conoscere la prelibatezza di questo frutto di stagione così prezioso e interessante».

Il tour di degustazione proseguirà nei seguenti store RED Feltrinelli:

– Dal 26 Aprile al 3 Maggio a Firenze, nel punto vendita sito in P.zza della Repubblica 27;

– Dal 2 Aprile al 9 Maggio a Bari, in via Melo 119;

– Dal 4 al 10 maggio a Parma, in Strada Farini 17.

Per tutto il mese di maggio sarà inoltre possibile degustare le tortine RED guarnite con la Candonga Fragola Top Quality anche nello store di Milano Scalo, sito in Via Milano 5 (Locate Triulzi).

La piattaforma ortofrutta centralizzata Crai al via per mille punti vendita

Un reparto ortofrutta Crai.

Una nuova Piattaforma Ortofrutta con un’area di 2.000 metri con sede a Segrate (Mi), : è la novità di CRAI, storico gruppo della Gdo attivo in Italia da più di quarant’anni, che permetterà di centralizzare gli acquisti. Inaugurata il 20 aprile, la nuova piattaforma affiancherà i 14 poli utilizzati attualmente dai soci per il rifornimento del reparto ortofrutta, con una previsione stimata di traffico di circa 8mila colli al giorno. Grazie alla presenza di celle coibentate a diverse temperature, sarà possibile trattare più di 400 referenze di prodotti freschi, freschissimi e secchi: frutta e verdura, ma anche legumi e frutta secca.  In questa prima fase la Piattaforma servirà circa 1.000 punti vendita.

 

Più efficienza, più assortimento

L’istituzione di questo unico polo, oltre a permettere di migliorare la qualità delle consegne ai CEDI, ha l’obiettivo di generare importanti economie di scala sui costi e sui prezzi in virtù dell’aumento dei volumi e di garantire una maggiore profondità di assortimento. Grazie al coinvolgimento di fornitori locali, inoltre, si potranno valorizzare i prodotti del territorio, garantendo così ai clienti delle diverse zone d’Italia un assortimento profondo, di qualità e costante nel tempo.
«La scelta di centralizzare gli acquisti ortofrutticoli è dovuta all’importanza che questo reparto riveste per CRAI: rappresenta infatti circa l’11% del fatturato complessivo dei supermercati e circa il 13% del fatturato complessivo dei negozi di prossimità, che si stima potranno, con questa nuova organizzazione, raggiungere il 15% – dichiara Carmelo Carriero, direttore acquisti CRAI Secom – Inoltre, ci consente di ottimizzare il servizio al punto vendita e di assicurare una maggiore qualità e attenzione ai clienti che ci frequentano, con la garanzia di fargli trovare in negozio prodotti sempre freschi».

Crai Extra Tortolì.

CRAI è presente con i suoi supermercati, superette e negozi alimentari in tutta Italia, in oltre 1.000 Comuni con oltre 3.400 punti vendita. La sua innovativa formula distributiva multicanale copre due grandi filoni distinti: oltre al canale alimentare (65%), il 35% dei punti vendita sono specializzati nella distribuzione di prodotti drug/toiletries (igiene per la casa e la persona), facendo del Gruppo CRAI il secondo operatore del settore in Italia.

Origine in etichetta, parte il latte ma un terzo della spesa è ancora “anonima”

Carne di coniglio, Carne trasformata, Frutta e verdura trasformata, Derivati del pomodoro diversi da passata, Sughi pronti, Pane: sono i prodotti che ancora vengono venduti senza dover indicare obbligatoriamente l’origine della materia prima in etichetta. Lo rende nota la Coldiretti nel giorno in cui entra in vigore l’etichettatura di origine obbligatoria per il latte a lunga conservazione e i suoi derivati. Un terzo della spesa degli italiani però resta anonima.

«L’Italia è diventata il più grande importatore mondiale di latte – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -; dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare fino ad ora magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del latte a lunga conservazione, dei formaggi o dello yogurt non ha consentito di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti».

 

Con materia prima straniera 2 salumi e pacchi di pasta italiani su 3

Oggi, due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione (in attesa dell’ok di Bruxelles al decreto per l’introduzione dell’etichetta d’origine), come pure i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro dalla Cina o il pane.

L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Il prossimo passo?L’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che dopo la mobilitazione della Coldiretti hanno annunciato anche un analogo decreto per il riso. 

Amici di Melinda, il nuovo marchio per le ciliegie dei soci della OP La Trentina

Sarà Melinda, per i prossimi tre anni, a commercializzare le ciliegie prodotte dai soci della OP La Trentina. Il prodotto verrà distribuito con il marchio “Amici di Melinda” a garanzia della medesima qualità di tutte le referenze offerte dal Consorzio. L’accordo appena siglato consentirà all’azienda di consolidare il proprio ruolo di fornitore specializzato italiano per le ciliegie “tardive” sul mercato interno ed estero, di fatto anticipando la stagione di reperibilità dei frutti che saranno disponibili per tutto il periodo compreso tra il mese di luglio e la prima metà di agosto.
L’attenzione di Melinda al mondo delle ciliegie è iniziata qualche anno fa, ma in pochissimo tempo ha riscontrato un elevato successo sul mercato grazie all’ottima qualità dei frutti. Il Consorzio ha da subito deciso di investire in questa direzione, destinando consistenti risorse al miglioramento di tutte le fasi della filiera, orientato all’ottenimento di prodotti rispondenti agli altissimi standard previsti.

Il centro di lavorazione

Nel 2016 è stato inaugurato il nuovissimo centro di lavorazione – uno stabilimento di 1500 metri quadrati presso la sede C.O.Ce.A. a Segno, dove i frutti sono selzionati e analizzati, sia a mezzo dell’occhio esperto del personale che delle macchine d’ispezione predisposte sulla linea. La macchina per la lavorazione, che ha previsto un investimento di circa 1 milione di euro, è dotata di Cherry Vision Unitec Technology, l’esclusiva tecnologia per la rilevazione della qualità interna ed esterna delle ciliegie. Permette di rilevare calibro, colore, difetti interni ed esterni, morbidezza, assenza o meno di gambo, grado Brix. L’Hydrocooler, il sistema in grado di raffreddare velocemente le ciliegie, consente di lavorare i frutti in macchina prolungando di fatto la loro shelf life.

La coltivazione
La ciliegie “Amici di Melinda”, così come le “Melinda”, sono tutte coltivate sotto telo: questo permette di evitare il danneggiamento e la spaccatura dovuti a intemperie e fenomeni di cracking.  Il clima delle montagne trentine e la particolare esposizione al sole assicurano poi una consistenza e un sapore unici. La tecnologia a disposizione oggi del Consorzio Melinda nel nuovo stabilimento, insieme alla qualità oggettiva delle ciliegie trentine, permette di offrire esclusivamente frutti polposi, di grande calibro, estremamente dolci, croccanti e duraturi apprezzatissimi da trade e consumatori.

Istat, inflazione all’1% e vendite ferme, bene solo i discount

Gli ultimi dati Istat per i consumi di dicembre e i prezzi di gennaio non fotografano un Paese in salute. Nel 2016 le vendite del commercio al dettaglio sono rimaste “sostanzialmente stabili” in valore con una crescita dello 0,1% rispetto al 2015.
In volume c’è stato invece un calo dello 0,3%. E nella Gdo a trainare sono stati ancora una volta i discount alimentari (+2%) e i grandi esercizi specializzati in prodotti non alimentari (+1,7%). Sono cresciuti molto di meno i supermercati (+0,2%) mentre è crisi per gli ipermercati (in flessione dello 0,5%). Gli acquisti alimentari sono aumentati dello 0,1% in valore e calati dello 0,1% in volume mentre quelli non alimentari sono rimesti invariati in valore e hanno perso lo 0,6% in volume.

Preoccupata Federdistribuzione «Dopo un 2015 di lieve ripresa delle vendite (+0,7% a valore), il 2016 è tornato a evidenziare una dinamica assolutamente piatta. Un fatto molto negativo, perché si associa a un incremento del potere d’acquisto delle famiglie che si è tradotto in risparmio e in liquidità anziché in acquisti capaci di riattivare un circolo virtuoso di maggiore produzione e occupazione».

Secondo l’Istat dal 2010 si sono persi il 10,1% dei volumi di vendite al dettaglio e il 4,8% a valore. Un trend dovuto, oltre che alle difficoltà concrete delle famiglie in questi lunghi anni di crisi, anche a un senso generale di incertezza e preoccupazione per il futuro, che ha frenato i consumi. Un dato confermato anche dalle ultime rilevazioni Nielsen (italiani avanti pianissimo) che vedono ancora l’Italia fanalino di coda in quanto a fiducia in Europa davanti solo alla Grecia.

«Per avviare un solido percorso di ripresa occorre stimolare la crescita dei consumi. Ma questo può essere fatto solo ridando alle famiglie nuove e migliori aspettative, puntando su un cambiamento strutturale del Paese, attraverso il completamento del programma di riforme avviato, profondi interventi di semplificazioni e introduzione di maggiore concorrenza nei mercati, superando le anacronistiche “resistenze” che sempre più si manifestano».

 

Inflazione, 300 euro in più per le famiglie

A gennaio Istat indica un’inflazione all’1%: il dato più alto registrato da tre anni e mezzo a questa parte. A contribuire al rialzo sarebbero stati gli aumenti di benzina e gasolio e il rincaro per verdura e frutta, dovuti anche al maltempo: +14,6% e dello +0,9%.

Per le famiglie ciò comporta una maggiore spesa su base annua pari a oltre 300 euro per la famiglia tipo secondo il Codacons.

«La ripresa dell’inflazione non sorprende ed era ampiamente prevista – spiega il Codacons – Nel mese di gennaio, infatti, si è verificata una ondata di rialzi dei prezzi e delle tariffe, sui quali ha pesato sia il maltempo sia l’incremento dei carburanti. In particolare nel settore alimentare si sono registrati fortissimi rincari dei listini, a causa del gelo e della neve che ha colpito nelle settimane scorse la penisola. Ma il mese di gennaio è stato caratterizzato anche dagli aumenti delle tariffe energetiche e dal caro-benzina, con effetto domino su una moltitudine di prodotti».

I “vegetali storti” di Asda votati prodotto dell’anno in Uk

Segno dei tempi, quest’anno tra i tipici prodotti confezionati, pizze in scatola e biscotti Oreo, detersivi monodose e salsicce gourmet, i consumatori britannici hanno votato come prodotto dell’anno le cassette di “Vegetali storti” (wonky in inglese o brutti, come li chiamano i francesi, noi diciamo brutti ma buoni) che da un anno Asda, insegna britannica, propone, al 30% in meno con frutta e verdura di stagione buona ma “poco presentabile”, ovvero fuori standard perché troppo piccola, bitorzoluta o, appunto, storta.

Da gennaio 2016, Asda ha venduto 120mila scatole di vegetali “fuori forma”, ovvero 10mila la mese,  “salvando” dalla discarica 600 tonnellate di ortofrutta.

Spiega Ian Harrison, direttore tecnico della produzione Asda: «Siamo fieri di essere stati dei pionieri nella rivoluzione dei vegetali brutti e la vittoria come prodotto dell’anno lo testimonia, soprattutto perché è votata dai consumatori. La risposta del pubblico alle nostre scatole di vegetali brutti è stata incredibile. La lotta allo spreco è una priorità per noi e abbiamo lavorato con i nostri fornitori e rivisto le specifiche in modo che finisca sugli scaffali la maggior quantità di prodotto possibile. Il feedback dei nostri clienti da quando vendiamo le scatole è prezioso, soprattutto quando ci sono problemi di approvvigionamento come in questo momento [le condizioni meteo avverse hanno causato grossi problemi nei supermercati inglesi con tagli delle consegne specie dalla Spagna, tanto che insegne come Tesco e Asda hanno messo un “tetto” all’acquisto da parte di una singola persona di melanzane, zucchine e peperoni, ad esempio non è possibile comperare più di tre insalate iceberg, ndr]. Le nostre specifiche flessibili consentono ai nostri fornitori di vendere i loro prodotti e mantenere la disponibilità per i nostri clienti senza compromettere la qualità».

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