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Packaging biodegradabile, la scelta green di Sacar nel fai da te

Blister e mini-sacchetti compostabili, in grado di degradarsi e dunque ridurre l’impatto ambientale. È la scelta di Sacar, azienda attiva nell’allestimento di spazi espositivi per minuterie metalliche, componentistica di ferramenta e coordinati d’arredamento, dedicati a centri self-service per bricolage e fai da te. L’iniziativa, presentata come una novità nel comparto “do it yourself” (DIY), prevede che tutti i contenitori della minuteria metallica e di altre categorie merceologiche saranno d’ora in poi realizzati in PLA (acido polilattico), una bioplastica ottenuta dalla trasformazione degli zuccheri presenti nel mais e in altri materiali naturali, non derivati dal petrolio.

Per noi, l’attenzione all’ambiente non è una scelta dettata dalle esigenze di questi ultimi tempi – afferma Marco D’Adda, Responsabile Commerciale e Ricerca&Sviluppo Sacar –. Fin dalla sua fondazione, oltre 50 anni fa, Sacar ha sempre considerato prioritaria la sostenibilità in tutti gli aspetti della sua attività: dall’impatto ambientale al risparmio di energia, dal packaging alla commercializzazione. Un percorso che oggi ci vede introdurre le confezioni dei nostri prodotti in materiale totalmente biodegradabile”.

I blister presentano sia la vaschetta sia il top realizzati in PLA e accoppiati senza utilizzo di colle, ma solo grazie al calore. Per la colorazione delle confezioni, inoltre, sono utilizzati pigmenti naturali. A pieno regime, Sacar produrrà oltre mille pack all’ora, volume che potrà essere regolato in base al fabbisogno settimanale e all’andamento degli ordini. L’azienda sta ottenendo il riconoscimento della Certificazione OK Compost Industrial grazie al TŰV, uno tra i più autorevoli enti europei in tema di sicurezza, qualità e ambiente.

Già 15 anni fa i nostri pack erano realizzati in PET – spiega Umberto D’Adda, titolare Sacar – e oggi, abbiamo fatto un ulteriore importante passo avanti, utilizzando il PLA. Siamo pionieri su questo fronte: sappiamo che alcune scelte aziendali finalizzate alla sostenibilità comportano investimenti più elevati, ma siamo altrettanto convinti che sia la strada più giusta da intraprendere”.

Una strategia adottata anche nella sede di Meda (MB), inaugurata nel 2010 ed estesa su oltre 5.000 metri quadrati, che è stata interamente concepita in funzione del minore impatto ambientale possibile, grazie a massima valorizzazione della luce e del calore, sistema di raffrescamento e riscaldamento a pavimento, impiego di lampadine LED, pannelli solari e altri accorgimenti green.

IdentiPack, nasce l’osservatorio sull’etichettatura ambientale del packaging

Nasce IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, frutto della collaborazione fra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi che in Italia è garante del raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo, e GS1 Italy, una delle organizzazioni non profit GS1 attive in 116 Paesi nel mondo che promuovono l’utilizzo degli standard GS1, i più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese.

IdentiPack monitorerà in modo costante la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia e ogni sei mesi restituirà un’analisi dettagliata dei prodotti in commercio, fotografando la situazione relativa a quelli disponibili a scaffale e poi realmente acquistati dal consumatore, segmentandoli in base ai reparti di appartenenza.

Utilizzando lo standard GS1 GTIN del codice a barre GS1 per identificare i prodotti, il lavoro di analisi dell’Osservatorio incrocia le informazioni ambientali riportate sulle etichette dei packaging di largo consumo, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy (in questa prima edizione, ben 128mila), con le elaborazioni NielsenIQ sul venduto negli ipermercati e nei supermercati italiani (retail measurement service).

Sarà così possibile avere dati aggiornati su quanti prodotti presentano in etichetta le informazioni ambientali che saranno obbligatorie dal prossimo gennaio – identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio e indicazioni per la raccolta differenziata – e quanti riportano informazioni aggiuntive, come i marchi volontari legati alle caratteristiche di sostenibilità del packaging, i suggerimenti su come fare una raccolta differenziata di qualità, o sistemi digitali come QR code e il GS1 Digital Link per rinviare a pagine web che riportano le informazioni ambientali presenti sulla confezione.

«Un passo avanti nel monitorare la risposta delle aziende italiane all’obbligo di etichettatura ambientale» commenta il presidente CONAI Luca Ruini. «Ci permetterà di capire come le imprese si stanno muovendo e di scoprire se alcuni settori faticano ad adeguarsi al nuovo obbligo, oltre che di studiare come il fenomeno dell’etichettatura volontaria prende forma e in quali settori. Potremo inoltre monitorare quella che sembra essere una vera nuova frontiera, l’etichetta digitale: scoprire quanto e come viene utilizzata sarà utile sia per l’industria degli imballaggi sia per la filiera del riciclo».

«Dal codice a barre ai QR code e al GS1 Digital Link: il linguaggio comune e globale abilitato dagli standard GS1 è in una evoluzione continua che viaggia di pari passo con quella del mondo del largo consumo, dove la transizione digitale sta profondamente trasformando anche i driver e i comportamenti d’acquisto. Al centro di questa evoluzione: i dati, che ci raccontano di consumatori sempre più consapevoli, attenti alla sostenibilità e alla ricerca di informazioni su cui fondare le proprie scelte di consumo» spiega Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy. «Con IdentiPack, che và ad affiancarsi all’Osservatorio Immagino e all’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, proseguiamo nella missione di favorire la conoscenza del mercato, offrendo alle aziende e al sistema strumenti di analisi, informazioni e stimoli utili per orientare le scelte strategiche verso una maggiore sostenibilità. Serve un linguaggio comune, quello degli standard GS1 e delle soluzioni GS1 Italy, che consenta di condividere le informazioni legate alla sostenibilità dei prodotti e dei processi da parte delle aziende lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale, con il quale aprire un canale di comunicazione sempre più efficace e trasparente perché possa compiere scelte consapevoli e sostenibili».

I primi dati
Secondo il primo report di IdentiPack, nel 2021 sul mercato italiano i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al pack sono aumentati rispetto all’anno precedente, in anticipo quindi rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo stabilito dalle norme europee e italiane. Le cifre sono incoraggianti, soprattutto quelle relative alle informazioni ambientali che, a partire dal 2023, in Italia saranno obbligatorie.

Su 17.300 etichette a scaffale è già presente la codifica identificativa del materiale usato, ai sensi della decisione 129/97/CE. Corrispondono al 13,5% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+3,2 p.ti % rispetto al 2020) e al 25,1% del totale dei prodotti venduti (+1,8 p.ti % rispetto al 2020). Su 46.156 referenze compaiono già le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Parliamo del 36,0% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2021 (+2,2 p.ti % rispetto al 2020) e del 55,5% di quelli effettivamente venduti (+0,9 p.ti % rispetto al 2020).

Senza contare che oggi le etichette di 4.268 prodotti hanno almeno un’indicazione che consente di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul contenuto o sul packaging del prodotto. Un paniere che include il 3,3% delle referenze a scaffale e di quelle vendute complessivamente. È un numero che è cresciuto di 0,3 punti percentuali se confrontato con quello del 2020.

Fra i settori merceologici analizzati, quello del freddo si posiziona sul primo gradino del podio per la comunicazione delle informazioni ambientali dei packaging: gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Ma brillano anche per la presenza di certificazioni relative alla compostabilità del packaging e di suggerimenti per migliorare la raccolta differenziata a casa.

Bene anche la drogheria alimentare, un comparto in cui quattro prodotti su dieci indicano il materiale di cui è composto l’imballaggio e il modo corretto di differenziarlo. All’home care, invece, la palma per l’uso di canali digitali che forniscono informazioni aggiuntive: un reparto pionieristico nel mettere a disposizione del consumatore QR code e link digitali, diffusi sui suoi imballaggi molto più che nel resto del grocery.

Si può scaricare il primo report di IdentiPack cliccando su osservatorioidentipack.it

Melinda e Novamont ancora insieme nel nome della sostenibilità

In occasione di Fruit Attraction, tra le fiere più importanti al mondo per il comparto dell’ortofrutta che si tiene in questi giorni a Madrid, Melinda e Novamont hanno presentato la loro collaborazione finalizzata alla realizzazione di packaging sempre più ecofriendly.

Consapevole di come la riduzione dell’impatto degli imballaggi, l’economia circolare e la bioeconomia siano asset sempre più centrali e strategici, qualche anno fa Melinda ha avviato una collaborazione con Novamont. Il primo frutto di questa partnership è stato un film in bioplastica che insieme a vassoio, bollini ed etichette ha reso totalmente compostabile il vassoio 4 frutti della linea Melinda BIO.

Ora le due aziende stanno sperimentando un nuovo sacco in Mater-Bi dotato di buona trasparenza e ottima resistenza, compostabile in conformità alla norma internazionale EN 13432, che risponde alla logica della seconda vita dei prodotti: infatti, potrà essere riciclato con la raccolta della frazione organica dei rifiuti per essere trasformato in compost, ossia concime per il terreno, dopo il trattamento in appositi impianti industriali. Nell’ottica del learning by doing, Melinda e Novamont hanno avviato anche un progetto di ricerca sull’utilizzo degli scarti della lavorazione della mela della filiera Melinda per l’estrazione di zuccheri di seconda generazione che, nelle intenzioni delle due aziende, saranno utilizzati per il processo produttivo della bioplastica stessa.

“Siamo onorati e orgogliosi di poter collaborare con un’altra azienda italiana che condivide i nostri stessi valori e fornisce soluzioni per il packaging che sono coerenti con il nostro impegno per la sostenibilità e la bioeconomia. Insieme abbiamo già raggiunto risultati importanti e guardiamo al futuro con obiettivi ancora più ambiziosi”, dichiara Paolo Gerevini, Direttore Generale Consorzio Melinda. “La sostenibilità fa parte del DNA di Melinda, che da sempre e ogni giorno mette in campo azioni concrete e tangibili a difesa dell’ambiente. Intendiamo impegnarci per continuare a sviluppare soluzioni innovative per una frutticoltura moderna e sempre più ecofriendly”.

“Con il marchio Mater-Bi Novamont produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili secondo lo standard EN 13432 ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni, usate in tanti ambiti della vita quotidiana” spiega Rosa Puig Moré Marketing Manager di Novamont Iberia. “Sottrarre gli imballaggi alimentari alla discarica e all’incenerimento avviandoli al compostaggio, consente di ridurre le emissioni dirette di CO2 e di dare un formidabile contributo alla rigenerazione dei suoli. Il compost è, infatti, un ammendante in grado di apportare al terreno elevati benefici agronomici quali l’incremento della sostanza organica del suolo. Siamo contenti di poter lavorare a questo progetto insieme a Melinda, certi di proseguire una collaborazione proficua a favore dell’ambiente”.

Croissant BuonEssere alla ciliegia, la novità firmata Bauli

In Italia si stima che oltre il 50% della popolazione adulta non sia in grado di digerire (e quindi di utilizzare come nutriente per il proprio organismo) il lattosio, zucchero presente nel latte dei mammiferi e assimilabile da chiunque solo dalla nascita fino al raggiungimento del sesto anno di età al massimo. Per soddisfare le esigenze delle persone intolleranti a questo macronutriente o semplicemente di quelle che preferiscono escluderlo dalla propria dieta, Bauli presenta una dolce novità: i Croissant BuonEssere Senza Lattosio alla Ciliegia.

Il gusto ricco e inimitabile della soffice e delicata sfoglia lievitata naturalmente per 20 ore con lievito madre incontra le uova fresche provenienti da galline allevate a terra e alcuni semplici ingredienti. Il risultato? Un “piccolo scrigno” di dolcezza perfetto per la prima colazione (ma non solo!), esaltato dalla farcitura di ciliegie 100% italiane e selezionate, in grado di sprigionare tutto il sapore autentico della frutta.

L’idea perfetta per tutti coloro che non vogliono rinunciare ai dolci piaceri della colazione o di una pausa gustosa. Ma bontà e benessere non sono solo sinonimo di gusto e qualità degli ingredienti, vogliono dire molto di più! Nell’anno che segna il centenario di Bauli, il packaging dell’intera la gamma Croissant (i Classici e BuonEssere) è stato completamente rinnovato all’insegna della sostenibilità: la riduzione delle dimensioni della vaschetta ha infatti avuto un impatto notevole in termini di riduzione dei materiali consumati e di efficientamento logistico. Grazie a questa modifica, ogni anno verranno risparmiati 200 mila kg di carta e 50 mila kg di plastica , oltre ad una riduzione di oltre 1.400 automezzi in circolazione.

Riciclabilità del packaging, l’indagine dell’Osservatorio Immagino

L’indicazione sulla riciclabilità dei packaging è sempre più presente sulle confezioni dei prodotti di largo consumo venduti in Italia. Compare, infatti, sul 35,9% dei 128.111 prodotti rilevati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino e risulta cresciuta di quasi cinque punti percentuali rispetto alla fotografia relativa al 2020. Dunque, oggi oltre un prodotto su tre venduto in supermercati e ipermercati comunica esplicitamente al consumatore come gestire le confezioni dopo l’uso o il consumo. Ma la percentuale di prodotti di largo consumo venduti in packaging riciclabili è di fatto maggiore visto che in molti casi (tipicamente per le confezioni in vetro) non viene comunicata sulle etichette.

Tornando a quei 46 mila prodotti che spiegano sulle confezioni come riciclarle, nel corso del 2021 è aumentata la percentuale di quelli in cui la confezione è totalmente o largamente riciclabile (84,4% della numerica) ed è diminuita quella dei prodotti con packaging non valorizzabili tramite la raccolta differenziata (4,2%), a conferma dell’impegno delle aziende del largo consumo sul fronte della sostenibilità degli imballi.

L’analisi per aree merceologiche conferma che in tutti i reparti è cresciuta l’incidenza delle referenze che indicano come riciclare le confezioni. Al primo posto c’è ancora una volta il freddo: non solo è il comparto in cui viene maggiormente comunicata la riciclabilità del prodotto (60,2% dei prodotti) ma anche quello in cui quest’indicazione è maggiormente cresciuta (+9,9 punti percentuali in un anno). Al secondo posto si conferma l’ortofrutta, con il 48,3% dei prodotti su cui è indicato come conferire il packaging, rispetto al 46,4% del 2020. Spiccano, inoltre, le crescite della numerica nella drogheria alimentare e nel fresco, nel cura casa e nelle carni.

Bevande (principalmente a causa del vetro), petcare e cura persona restano le aree merceologiche con le minori percentuali di prodotti “parlanti” in tema di gestione dei packaging. Affinando ulteriormente l’analisi, i comparti merceologici che presentano minori comunicazioni di riciclabilità risultano le bevande alcoliche (come vino, birre, champagne/spumante, liquori e aperitivi) e i prodotti del cura persona (come profumeria, cosmetica, deodoranti, prodotti per la depilazione, per la rasatura e per la cura dei capelli, insieme a prodotti per l’igiene orale e per corpo, mani e piedi). Il comparto con la maggior quota di prodotti che danno indicazioni sulla riciclabilità è la pasta, seguito prima dai cibi per l’infanzia e poi dalla gastronomia vegetale sostitutiva, dal pane e dai suoi sostitutivi, dai surgelati, dal riso, dai prodotti da forno e dai cereali.

Ma qual è il livello di riciclabilità delle confezioni dei prodotti di largo consumo che la comunicano, guardando all’interno delle specifiche aree merceologiche? In ortofrutta, cura casa, bevande e carni oltre il 90% dei prodotti ha un packaging totalmente o largamente riciclabile; questa quota scende intorno all’80% in drogheria, fresco, freddo e cura persona, e si abbassa attorno al 75% per il petcare. Sempre limitandosi alle confezioni su cui viene comunicata la riciclabilità delle confezioni, tra i comparti merceologici svettano le commodity del cura casa, con il 100% delle referenze che possono essere totalmente o largamente riciclabili.

Altri comparti del cura casa (come la detergenza bucato e la detergenza stoviglie) così come alcuni segmenti delle bevande (come acqua minerale, bevande piatte e bevande gassate) sono vicini al 99% delle referenze. Valori più bassi riguardano i condimenti freschi (33,6% dei prodotti con confezioni totalmente o largamente riciclabili), i prodotti da ricorrenza (34,3%) e quelli per la cura dell’infanzia (45,0%).

Nuovo packaging per lo stracchino dei Fratelli Castellan

La nuova confezione dello stracchino artigianale Fratelli Castellan è il primo passo di un rinnovato rapporto del caseificio non solo con i suoi consumatori ma con l’intera filiera agricola, produttiva e distributiva. Nel Caseificio di Ponte di Piave prende il via una nuova Vision, un nuovo progetto imprenditoriale che punta a rafforzare il patrimonio di valori a partire dalla promozione di una corretta alimentazione e di un sano stile di vita e a rinvigorire l’attenzione al territorio e alla sostenibilità ambientale e sociale.

Lo stracchino artigianale del Caseificio Fratelli Castellan è il prodotto di punta dell’impresa, lavorato con latte fresco rigorosamente italiano, proveniente dalle stalle del Triveneto, seguendo la ricetta tradizionale che conferisce il caratteristico sapore del latte, la dolce morbidezza e un gusto avvolgente.

Il nuovo packaging creato da Chiani Design Boutique preserva la bontà e il profumo dello stracchino custodito nella vaschetta. La nuova confezione esalta l’esperienza e l’eccellenza alimentare italiana. Una bandiera reinterpretata con gli alimenti tipici della nostra cucina: insalata e pomodorini con l’ampia fascia centrale bianca che rimanda alla meravigliosa materia prima, il latte del territorio. È un pack che assicura la massima visibilità sul banco del fresco con la morbida rassicurazione di essere profumato, sano e gustoso.

Il Caseificio Fratelli Castellan prosegue l’esperienza della storica “Latteria turnaria” di Ponte di Piave del 1919, cioè di una di quelle latterie che già alla fine dell’Ottocento si erano diffuse nell’attuale Triveneto e che puntavano a lavorare il latte degli allevatori soci della latteria. In piena autonomia l’allevatore decideva poi se ritirare i formaggi e venderli in proprio o lasciarli vendere allo spaccio della latteria. Una pratica di “cooperativismo di comunità”, che riuniva le competenze di filiera, con gli allevatori, i maestri casari e i venditori, con il valore della comunità e del territorio. Così nacque la Latteria turnaria di Ponte di Piave di cui il Caseificio Fratelli Castellan ha ereditato la sede che oggi rappresenta un moderno stabilimento di produzione in cui si valorizza la lavorazione artigianale dei formaggi freschi attraverso esperti casari e sotto il costante monitoraggio del laboratorio di qualità.

Tra i formaggi oltre allo stracchino artigianale il Caseificio seguendo le ricette tradizionali produce la delicata Robiola artigianale, la soffice ricotta e il primo formaggio fresco a pasta molle in Italia a ricevere la Denominazione di Origine Protetta, la Casatella Trevigiana DOP prodotta con il latte delle stalle certificate della provincia di Treviso. Il Caseificio Fratelli Castellan è uno dei soci promotori del Consorzio per la tutela del formaggio Casatella Trevigiana Dop.

Nuovo packaging sostenibile per la carne irlandese di ABP Food Group

Quando si parla di sostenibilità alimentare, oggi il pensiero non va soltanto alla filiera produttiva, ma anche ai consumatori e alle loro scelte: secondo i dati raccolti da Bord Bia, ente governativo per lo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti food&beverage irlandesi, per il 46% degli italiani anche ciò che mettiamo nel carrello della spesa può avere un impatto negativo sull’ambiente.

Negli ultimi due anni, il Bel Paese si è dimostrato tra i più consapevoli in materia di consumi alimentari, considerando che più della metà degli intervistati (56%) ha dichiarato che la sostenibilità è tra gli elementi che ne influenzano maggiormente le scelte in fatto di cibo. Il 76% appartiene alla categoria dei cosiddetti “scrutinisers”, per i quali prendersi qualche istante tra le corsie del supermercato per valutare attentamente i propri acquisti è cruciale.

Forte di questa consapevolezza, ABP Food Group, azienda particolarmente impegnata nella riduzione dell’impatto ambientale della produzione di carne bovina a tutti i livelli, ha lanciato un nuovo packaging sostenibile per la carne irlandese, completamente compostabile e con il 75% di plastica in meno. ABP figura inoltre tra i fondatori del programma di sostenibilità agroalimentare Origin Green, che coinvolge il 90% della produzione di food&beverage irlandese all’insegna della salvaguardia dell’ambiente e che quest’anno festeggia i suoi primi 10 anni.

Tra i vari aspetti che contraddistinguono un prodotto sostenibile il packaging si configura quale elemento imprescindibile: il 56% degli italiani associa direttamente la sostenibilità alla presenza di un packaging sostenibile e totalmente riciclabile. Ben l’86% ha cercato, specialmente a seguito della pandemia, di fare uno sforzo per comprare sempre più prodotti con imballaggio ridotto e, per il 79% del campione, in futuro questo diventerà un elemento determinante negli acquisti. Il packaging sostenibile va dunque ad aggiungersi al metodo di allevamento in armonia con la natura e all’alimentazione grass-fed, già da tempo i maggiori punti di forza della produzione irlandese di carne bovina, nonché tra i fattori che più influenzano le scelte d’acquisto dei consumatori di carne italiani.

Benessere umano, animale e ambientale sono strettamente connessi tra loro, e da sempre si uniscono per dare vita alla carne di manzo “buona per natura”.

Eridania lancia il re-packaging di Tropical&Stevia

Da anni Eridania è impegnata nella sensibilizzazione dei consumatori sui temi della sana e corretta alimentazione, nella convinzione che il benessere delle persone sia strettamente correlato ad una corretta nutrizione. Ecco perché è fondamentale fare educazione all’alimentazione, evitando la demonizzazione di un singolo ingrediente e lavorando verso una promozione di consumo responsabile dello zucchero e promuovendo la conoscenza delle referenze che consentono di non eliminare il gusto del dolce dalla vita quotidiana mantenendo al contempo il controllo del bilancio calorico.

In sintonia con i valori gusto e benessere, Eridania si schiera a fianco della Scienza dell’Alimentazione riconfermando la pluriennale collaborazione con Fondazione ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) per promuovere una dolcificazione salutare e responsabile adatta alle caratteristiche di ogni individuo dove ognuno deve trovare il corretto modo di dolcificare. Alla base della mission dell’endorsement, due raccomandazioni di fondo: non vivere la dieta come esperienza deprimente e punitiva, e stimolare l’approfondimento e lo studio di prodotti esistenti e lo sviluppo di nuovi in linea con le necessità della moderna nutrizione.

Una sinergia che guarda al futuro in risposta ai trend emergenti e alle richieste di un consumatore sempre più evoluto e consapevole che Eridania sintetizza e accoglie nel nuovo restyling grafico di Tropical&Stevia, lo zucchero di canna e stevia con il 50% di calorie in meno rispetto allo zucchero di canna tradizionale a parità di potere dolcificante, frutto della collaborazione congiunta tra i due partner.

Il refresh si allinea al packaging system della Linea Benessere affiancando le referenze Eridania per Ricette e per Confetture. La dolce rivoluzione del pack come primo touchpoint tra prodotto e consumatore sottende ai seguenti obiettivi: offrire una lettura più organica e razionale del proprio portfolio prodotti e rendere la categoria sempre più chiara e comprensibile sullo scaffale, mettere in evidenza il claim principale di prodotto, ovvero il -50% calorie, sottolineare l’attenzione alla sostenibilità ambientale con il passaggio al flowpack in carta FSC riciclabile nella carta.

Tropical&Stevia rappresenta una precisa scelta di benessere, gusto e dolcezza senza rinunce. La sua bontà è garantita dal gusto dello zucchero Eridania di pura canna e dalla leggerezza dei glicosidi steviolici estratti dalle foglie di Stevia, una pianta originaria del Sud America con altissimo potere dolcificante e assenza di calorie. Nel dettaglio, mezzo cucchiaino di Tropical&Stevia di Eridania dolcifica come un cucchiaino di zucchero di canna, ma con un netto 50% in meno di apporto calorico.

Benessere animale e sostenibilità nella filiera Amadori

In uno scenario di mercato sempre più dinamico e attento alla qualità, all’origine certificata e alla sostenibilità delle produzioni alimentari, il Gruppo Amadori rinnova il proprio impegno su benessere animale e sostenibilità, puntando sulla sua filiera biologica integrata e italiana.

A partire dal mese di giugno, la gamma confezionata BIO a marca Amadori è sul mercato con due importanti novità: l’estensione del requisito di allevamento senza uso di antibiotici a tutti i prodotti e un rinnovato pack in plastica riciclata al 60%, che assicura anche maggiore shelf life al prodotto, grazie alla vaschetta in R-PET in LID termosaldato, più sicura e igienica. Nel segno di innovazione, qualità, benessere e sostenibilità, Amadori si conferma leader per l’allevamento senza uso di antibiotici, introdotto nel 2017 su tutta la filiera del pollo “Il Campese” allevato all’aperto e, fra 2018 e 2019, in quella del pollo e tacchino Qualità 10+.

Con l’introduzione di questo requisito alla filiera BIO, il Gruppo ha l’obiettivo di garantire progressivamente questo requisito a tutte le filiere di alta qualità, rispondendo in maniera puntuale alle richieste dei consumatori italiani.

Una scelta premiata dal mercato: sia il pollo “Il Campese” che il pollo “Qualità 10+”, dall’introduzione del requisito “senza uso di antibiotici” (rispettivamente dal 2017 e dal 2018) hanno registrato al 2021 una crescita media annua a doppia cifra nei volumi di vendita (i dati non includono l’anno 2020).

Il raggiungimento di questo risultato conferma il valore delle scelte strategiche del Gruppo, con investimenti mirati all’innovazione e allo sviluppo infrastrutturale e tecnologico delle sue filiere, integrate e 100% italiane. Secondo una recente indagine realizzata da ISMEA per Unaitalia, l’esclusione degli antibiotici in allevamento , la provenienza italiana e l’allevamento all’aperto sono infatti tre dei principali driver di acquisto per le carni avicole.

A fine 2021 la filiera biologica Amadori è organizzata in oltre trenta strutture, tutte localizzate fra nord della Puglia e Basilicata. Una filiera, insieme a quella de “Il Campese” e “Qualità 10+”, su cui il Gruppo continuerà a investire, per garantire una crescita costante nei prossimi anni.

Visti a Cibus: Madama Oliva, pack sostenibili ed esordio nei sughi

È un’innovazione nel segno della sostenibilità, ma non solo, quella messa in mostra da Madama Oliva in occasione del Cibus 2022. Cominciamo da Freschissimi Eco: sette referenze delle tipologie di olive fresche più vendute nel reparto gastronomia e take away della Gdo. La confezione è interamente riciclabile e prodotta da materie prime riciclate, il che consente una riduzione della plastica pari al 70% rispetto alle precedenti versioni della stessa linea.

Il rivestimento esterno dei Freschissimi Eco è in carta derivata da foreste certificate, mentre quello interno in Pet è separabile, per garantire uno smaltimento più semplice. Il film di copertura della vaschetta dà modo infine di richiudere la confezione, per garantire la freschezza delle olive. Tagliata del 10% anche la plastica utilizzata per il pack delle linee Frutto d’Italia e Frutto di Grecia, per le quali si prospetta il passaggio a vaschette di materia prima riciclata, oltre che riciclabile.

“L’attenzione verso l’ambiente è uno dei valori che animano la nostra azienda – afferma Sabrina Mancini, Direttrice Marketing di Madama Oliva – ed è un percorso cominciato già nel 2008, quando abbiamo realizzato il più grande impianto solare fotovoltaico integrato registrato fino ad allora in Italia”.

L’elenco di novità non si ferma qui: “Per il mercato estero lanciamo una linea di sughi in vaso di vetro da 190 g – continua Mancini – composta da ricette classiche della gastronomia italiana, di sicuro appeal per i consumatori stranieri”. L’esordio nei sughi sarà replicato nel mercato nazionale? “Si tratta di una categoria che non appartiene alla storia trentennale di Madama Oliva – risponde Mancini – ma il mercato cambia e le aziende devono adeguarsi. Abbiamo lavorato a lungo a questo progetto per poter cavalcare l’onda dei sughi oltreconfine, visto che in nostri prodotti sono venduti in una quarantina di Paesi.

Comunque i sughi non costituiscono una priorità per il mercato italiano, dove siamo più interessati ad approcciare con nuove referenze il canale Horeca. Da più di un anno commercializziamo in Gdo la linea dei paté, in cui rientra l’hummus di lupini che ha rappresentato una novità assoluta per il mercato nazionale. Siamo stati pionieri nella categoria, adottando per questi prodotti una confezione squeeze da 110 g tipica del mondo dei succhi di frutta, con beccuccio laterale per una facile erogazione, semplice da richiudere. Ora proporremo lo stesso packaging in formato da 600 g, dedicato ai professionisti del food service. E sempre per il canale Horeca amplieremo l’offerta di olive condite e in salamoia: alla gamma di vaschette da 1 e 2,5 kg e di secchielli da 1,8 e 3 kg, affiancheremo le buste da 1,8 e 2 kg, a seconda della tipologia di prodotto, caratterizzate da una zip richiudibile, che consente quindi di prelevare la quantità di prodotto desiderata e riporre la confezione ben chiusa in frigorifero”.

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