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Nuova ricetta e restyling per la pasta La Molisana, nel nome della qualità

Punta su clean label e trasparenza in etichetta il rebranding effettuato da pasta La Molisana, che si presenta sugli scaffali con una nuova ricetta e un nuovo pack. Non è un semplice restyling estetico, ma un rebranding con un nuovo logo che riassume la forte identità di un marchio storico dell’alimentare Made in Italy, nato nel 1912. E che ha caratteristiche fatte per convincere il, consumatore d’oggi: dalla filiera integrata, dal chicco di grano alla tavola, perché le semole arrivano al pastificio dall’adiacente Molino di proprietà dell’azienda, anch’esso con una tradizione ultracentenaria al territorio, quello di Campobasso, con caratteristiche e risorse uniche. La pasta La Molisana, fatta di sola semola (70%) e acqua (30%), nasce a 730 metri di altitudine. L’aria fresca conserva integro il grano, assicurando una pasta essiccata in purezza.

Ma il nuovo pack custodisce infatti anche una nuova ricetta, che alza ulteriormente l’asticella della qualità. Si parte dalla selezione dei grani, che grazie alla competenza della famiglia Ferro, mugnai da quattro generazioni, porta il valore proteico da 14% a 14,5%, incrementando uno dei principali parametri con cui si misura la qualità della pasta e la sua tenacia in cottura (superiore alla media del mercato, pari al 12%). Al migliore grano duro dal profumo intenso, dal colore giallo tenue e dall’alto contenuto proteico, si aggiunge un’acqua certificata da un bollino di qualità. L’Acqua del Parco del Matese, utilizzata per impastare le semole, è infatti riconosciuta per le sue caratteristiche oligominerali e la sua leggerezza; è povera di sodio e nitrati, dunque indicata anche per l’alimentazione dei bambini.

 

Pack “parlante”

È su queste straordinarie materie prime che si innesta il sapiente lavoro dei mastri mugnai e pastai de La Molisana, evidenziato sul pack (anch’esso innovativo per la sua categoria, dall’effetto tattile “vellutato”) che comunica le modalità di lavorazione. Come la decorticazione a pietra, una moderna tecnologia che utilizza un metodo antico, che permette di purificare ogni singolo chicco di grano con precisione e delicatezza, rispettandone le qualità originali. La trafilatura al bronzo, poi, garantisce una pasta ruvida e cattura-sughi.

Nuove ricette di pasta senza glutine e vegetale per Farmo

Senza glutine, tutta vegetale, fatta con ingredienti alternativi ai più comuni mais e riso: sono le nuove ricette di pasta di Farmo, che utilizzano legumi e cereali “alternativi” e naturalmente gluten-free. 

Dunque quinoa, amaranto, grano saraceno, ceci, lenticchie rosse, cavolo verde, cavolfiore bianco, carote, prezzemolo accrescono la qualità nutrizionale della pasta aumentandone l’apporto di proteine, fibre, vitamine e sali minerali, con una presenza ridotta di grassi saturi. L’attività di ricerca e sperimentazione ha permesso alle nuove paste di avere un gusto e una consistenza piacevoli, con un’ottima tenuta di cottura.

La linea SOLARE, che oggi vede già in commercio la Pasta di Lenticchie Rosse nei formati spaghetti, penne e fusilli, si amplia con le ricette nei formati lunghi e corti della Pasta di riso integrale, Pasta Multicereale (riso integrale, riso bianco, mais e quinoa, Pasta di Ceci, Pasta di Cavolo verde (riso integrale e cavolo verde), Pasta di Grani antichi (disponibile in due varianti: riso integrale, amaranto, cavolo verde, quinoa e mais, riso bianco, riso integrale, grano saraceno e quinoa), Pasta di Carote e Prezzemolo (riso integrale, carote e prezzemolo), Pasta di Quinoa (riso integrale e quinoa) e Pasta di Cavolfiore (riso integrale e cavolfiore bianco).

Produrre Pasta utilizzando legumi inediti, verdure e cereali naturalmente senza glutine è il nuovo driver di sviluppo di Farmo, che si propone a un numero crescente di consumatori interessati alle tendenze salutistiche. Un target sempre più ampio che non annovera solo celiaci, vegani, vegetariani, sportivi, seguaci di regimi alimentari low carb o high protein, ma si sta estendendo progressivamente ad includere chiunque ricerchi un’alimentazione nutriente, sana e alternativa. Persone che scelgono di consumare cibi gluten free perché li considerano più leggeri, digeribili e migliori dal punto di vista nutrizionale.

 

Tutto quello che avreste voluto sapere sulla pasta ve lo dice Aidepi, con la guida al sugo

Quali sono i formati di pasta più richiesti? e il sugo più adatto a quel formato? A questa e altre domande risponde Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, che ha presenta una guida per abbinare ad ogni formato di pasta il suo condimento.

Che dice come ad esempio Spaghetti, Penne, Rigatoni, Fusilli da soli raccolgono il 70% del gradimento dei nostri connazionali. Ma anche che dei 300 formati esistenti, ognuno racconta una storia, ognuno si lega a un condimento d’elezione. Qualche esempio? Con la Carbonara rigatoni o spaghetti. Con i sughi di mare vanno preferiti i formati più lisci. E guai ad abbinare gli Ziti con un aglio olio e peperoncino. Al di là delle “coppie fisse” stabilite da una tradizione secolare (Spaghetti sono con aglio olio e peperoncino o con il sugo al pomodoro, Trofie con il pesto, Tagliatelle con il ragù alla bolognese) ci sono, secondo Aidepi, quattro parametri da tenere d’occhio: la trafila, il formato, la capacità di contenere sughi e l’intensità al palato. Perché, in base al formato (rigato, liscio, bucato, spesso o sottile), l’esperienza gustativa è differente ed è necessario comportarsi in maniera adeguata. Ecco come raccapezzarsi:

Pasta lunga:

Bucatini: amatriciana. gricia, sughi strutturati con pomodoro e formaggi
Bavette: sughi semplici di pesce, pesto alla genovese
Capellini: minestre
Fusilli: con ragù alla napoletana, sughi di carne, ricotta.
Lasagne: sughi ricchi di carne, formaggi e verdure
Maccheroncini: ragù alla napoletana, sughi di carne.
Rigatoni: sughi corposi, ragù di carne, verdure, salsiccia. adatti anche a timballi al forno, con sughi di carne
Spaghetti: serviti asciutti, con filetto di pomodoro, sughi all’olio, sughi di pesce, carbonara
Ziti: serviti asciutti, in timballo o spezzati con ragù alla napoletana o sughi di carne.

Pasta corta:

Conchiglie: con salsa di pomodoro, sughi semplici, sughi di carne.
Farfalle: sughi semplici all’olio, paste fredde estive
Mezze maniche rigate: pomodoro fresco o sughi semplici al burro, carbonara
Orecchiette: cime di rapa, sughi al pomodoro e ricotta.
Pasta mista: in brodo, brodo, minestroni, zuppe, la pasta e fagioli.
Penne lisce: sughi leggeri di pesce e verdure, pasta fredda
Paccheri: ragù di pesce, sughi corposi di verdure
Trofie: lessate con fagiolini e patate e poi condite con il classico pesto alla genovese

 

L’Italia è leader mondiale nella produzione (3,2 milioni di tonnellate) e consumo (24 kg a testa) di pasta.

Armando va con il vento in poppa: cresce del 28% il numero delle aziende aderenti

Armando, il progetto di filiera per la produzione di pasta di grano duro di alta qualità 100% italiana promosso dal pastificio campano De Matteis, procede con successo anche nel 2016/2017. Cresce infatti di un ulteriore 28% il numero delle aziende agricole aderenti, passate da 653 a 833, e aumentano del 21% le superfici dedicate alla filiera , distribuite in 20 Province di 9 Regioni, portate da 10.415 a 12.648 ettari.

La cerealicoltura italiana di qualità
Nato nel 2011 per iniziativa del pastificio De Matteis di Flumeri (Avellino), tra le pochissime aziende a ciclo integrato di trasformazione grano-pasta grazie al molino direttamente collegato al pastificio, il progetto “Armando” si consolida come una delle più grandi filiere di grano duro presenti in Italia.
I suoi progressi costanti (in 7 anni – agricoltori coinvolti +708%, superfici coltivate +1010%, produzione in tonnellate +1149%) confermano la validità di un patto di filiera stretto tra industria e agricoltori che valorizza la cerealicoltura italiana di qualità.
Il progetto è nato con l’obiettivo di produrre Pasta Armando, primo marchio italiano di pasta di grano duro ad aver messo l’accento non solo sull’eccellenza dei processi produttivi, ma anche sulla qualità e l’origine del grano duro utilizzato.
Pasta Armando è prodotta esclusivamente con grano duro italiano coltivato nel rispetto del rigoroso disciplinare di produzione per garantire il raggiungimento di un elevato contenuto proteico (14,5% vs. un valore minimo del 12,5% stabilito dalla legge) e un alto indice di glutine: due elementi basilari ai fini della produzione di una pasta di qualità, tenace, gustosa e genuina.

I vantaggi per i coltivatori
Gli agricoltori che aderiscono al patto di filiera usufruiscono di assistenza agronomica e beneficiano anche della garanzia che, al raggiungimento delle soglie di qualità previste nel contratto, il pastificio De Matteis acquisterà il loro raccolto a un prezzo minimo garantito; previste inoltre premialità ove le quotazioni superassero il prezzo minimo garantito. In altri termini, la garanzia finanziaria contenuta nel patto di filiera fornisce alla parte agricola una certezza di ricavi fondamentale a fronte della sistematica volatilità delle quotazioni di mercato del grano duro e dell’influenza di fenomeni speculativi.

L’apporto per il Centro-Sud
Lo spessore del progetto di filiera “ Armando” trova ulteriori conferme in dati significativi quali il +42% nelle rese produttive e il +123% nella redditività raggiunte dagli agricoltori italiani aderenti al patto.
Inoltre, le garanzie di stabilità economica offerte dal prezzo garantito, insieme alla valorizzazione del prodotto locale si riflettono sul mantenimento, specie nel Centro-Sud, di un tessuto imprenditoriale agricolo diffuso e competitivo, con la crescita dei livelli occupazionali diretti e nell’indotto e la permanenza dei giovani nelle aziende.
La filiera “Armando”, pertanto, sta contribuendo attivamente al rilancio economico e produttivo in atto nel Mezzogiorno evidenziato dai dati recentemente diffusi sul PIL 2015.
Con il +7,3%, infatti, l’agricoltura è la locomotiva che ha trainato il prodotto interno lordo delle regioni meridionali a una crescita del 0,8% contro lo 0,6% del Centro-Nord. Nel 2015, inoltre, il valore degli investimenti fissi lordi in agricoltura al Sud si è attestato in oltre 2,2 miliardi, pari al +9,6% rispetto al 2014.
Il mondo agricolo è protagonista anche nella creazione di posti di lavoro nelle regioni del Centro-Sud con un +3,9% di occupati rispetto al 2014, di cui il 12,9% rappresentato da giovani.
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“Siamo orgogliosi che i risultati raggiunti negli ultimi anni e il clima di fiducia nel futuro che anima gli agricoltori che aderiscono alla filiera “Armando” abbiano condotto altre aziende agricole ad aggregarsi al progetto, confermandolo come una delle più importanti filiere di grano duro nel nostro Paese” – ha dichiarato Marco De Matteis, Amministratore Delegato di De Matteis Agroalimentare. “Contribuire al rilancio dell’economia e dell’occupazione, specie giovanile, è un onore, anche se c’è ancora molta strada da fare per annullare gli squilibri del passato e assicurare un adeguato ricambio generazionale. Così come siamo orgogliosi di aver offerto al mercato una pasta 100% italiana, che racchiude in sé tutti i valori più genuini delle tradizioni agricole del nostro Paese.”
 

Pasta con grano cento per cento italiano, anche Voiello firma

Italiana sì, ma quanto è italiana? Monta la polemica sull’utilizzo di grani stranieri da parte delle aziende di pasta Made in Italy.  E qualcosa si muove. Barilla, ha firmato un accordo triennale, fino al 2019, per garantire la produzione di pasta al 100% italiana venduta con marchio Voiello. Siglato dalla multinazionale di Parma con gli agricoltori italiani prevede l’acquisto di 900mila tonnellate di grano duro per la produzione dei vari tipi di pasta. Si tratta soprattutto del grano duro di tipo Aureo, prodotto di alta qualità e di livello proteico elevato – pari al 15,5% – con cui si realizza la totalità delle tipologie di pasta Voiello. L’accordo premia gli agricoltori del Centro-sud, quelli di Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, che in tre anni dovranno produrre 210mila tonnellate di grano duro, tra Aureo (130.000 tonnellate) e Svevo (80 mila tonnellate), per un investimento totale da parte di Barilla di circa 62 milioni di euro; per le aziende la remunerazione sarà elevata, pari a 270 euro a tonnellata come prezzo minimo di vendita rispetto ai 150 euro di qualche anno fa.

Secondo ColdirettiL’accordo per garantire la produzione di pasta al 100% italiana venduta con marchio Voiello è un importante contributo per salvare il grano italiano con le semine 2017 che sono crollate del 7,3% per la scomparsa di centomila ettari coltivati”.

 

Più rischi col Ceta

Sotto la lente la riduzione delle semine sull’intero territorio nazionale – che varia dal -11,6% nel Nord-Est al -5,4% nel Centro mentre nel Sud e Isole si registra un -7,4% – e il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che nella campagna 2016 sono praticamente dimezzati. Ma anche l’approvazione da parte dell’Europarlamento del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) con il Canada che rappresenta il primo esportatore di grano duro in Italia. L’accordo dovrà essere ratificato dal Parlamento nazionale contro il quale, secondo Coldiretti, rischia di scatenarsi una nuova guerra del grano, mettendo in pericolo “non solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy”. La soluzione potrebbe essere l’entrata in vigore dell’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta.

Una soluzione in passato avversata da Barilla,c he ha spiegato la sua posizione sul suo sito “Al fine di garantire la stessa qualità, il gusto e la sicurezza della pasta Barilla in tutto il mondo non è possibile utilizzare un’unica varietà di grano, un prodotto naturale, soggetto a cambiamenti anche significativi da una campagna all’altra. È necessario realizzare delle miscele in grado di fornire sempre lo stesso livello di proteine per dare alla pasta il gusto e la consistenza “al dente“ Barilla riconosciuti in tutto il mondo. All’interno di queste linee guida, Barilla cerca quanto più possibile di acquistare il grano negli stessi Paesi in cui produce la propria pasta. Il grano importato dall’estero da Barilla è sempre grano di qualità, acquistato spesso a un prezzo molto più alto di quello che si potrebbe trovare in Italia”.

Sta di fatto che questo richiedono i consumatori sempre più agguerriti e le cui battaglie a volte vincono, come spiega il caso recente dell’olio di palma. Recentemente Il Fatto Alimentare ha pubblicato la lista (in fieri) delle paste “davvero italiane”.

 

Addio mattarello benvenuta stampante 3D: Davide Oldani si cimenta con Vortipa di Barilla

La pasta 3D esce dai laboratori ed entra, se non ancora nelle case di tutti noi, quanto meno nell’Olimpo dell’alta cucina. La Vortipa di Barilla, uno dei tre formati selezionati da apposito concorso internazionale, diventa protagonista di una ricetta dello chef Davide Oldani, ideata appositamente per esaltare il formato di pasta. Succede alla mostra “New Craft”, organizzata dalla Triennale di Milano per raccontare come cambierà la quotidianità grazie all’innovazione tecnologica e al sempre maggiore peso che design e bellezza acquistano nelle nostre vite.

Lo chef stellato Davide Oldani si cimenta con il formato di pasta 3d Vortipa.
Lo chef stellato Davide Oldani si cimenta con il formato di pasta 3d Vortipa.

La stampante 3D é frutto di un rivoluzionario progetto di ricerca nato 4 anni fa dalla collaborazione con il Centro di Ricerca Olandese TNO (Organizzazione Olandese per la Ricerca Scientifica Applicata) che permette di produrre la pasta attraverso la stampa di forme e geometrie uniche e irripetibili con le tecnologie produttive tradizionali. Uno strumento che permette così di personalizzare in maniera inedita la propria ricetta, il momento della preparazione e del consumo. Nel 2014 il concorso di design ”PrintEat! Your new idea of Pasta”, lanciato sulla piattaforma internazionale Thingarage, ha permesso di raccogliere nuove idee di forme di pasta da realizzare con la stampante 3D. Degli oltre 200 progetti arrivati da designer di tutto il mondo, una giuria di esperti ha premiato i vincitori: “Rose”, “Luna” e “Vortipa”, tre formati realizzabili solo per mezzo della tecnologia di stampa 3D.

 

Il futuro è nella personalizzazione, non solo dei formati

Le nuove tecnologie e la crescente attenzione al design e al piacere estetico, ma anche le nuove esigenze di salubrità e trasparenza, modificano spazi e tempi in cui ci muoviamo, in cui operiamo, sia nel contesto aziendale che nel contesto familiare e personale. Da qui nasce l’idea di Barilla di realizzare una stampante 3d per la pasta, strumento dalle molteplici potenzialità per esaltare la creatività di chiunque ami cucinare, che siano chef stellati, o privati curiosi del nuovo.

Il meccanismo di produzione é molto semplice: basta prendere un impasto preparato solo con semola di grano duro e acqua e inserirlo nella stampante nello spazio che nelle stampanti tradizionali é destinato all’inchiostro. Successivamente, via computer si seleziona dalla libreria il formato da produrre, si clicca invio e in pochissimi minuti si ottiene la pasta fresca, pronta da bollire.

«L’innovazione è talmente estesa che apre la strada a innumerevoli opportunità e tocca vari campi di applicazione – spiega Michela Petronio, Global Discovery Center Vice President di Barilla – La stampante potrà diventare lo strumento principe nelle mani degli chef, che potranno personalizzare l’offerta per i propri clienti e variarla infinite volte a seconda del loro estro, ma anche una nuova opportunità di business e di differenziazione. La personalizzazione non passa solo dalle forme ma anche da nuovi ingredienti e ricette con valori nutrizionali precisi, da diverse consistenze e colori».

 

Pasta 3D stellata

In occasione della mostra “New Craft”, lo chef stellato ha presentato la sua interpretazione della cosiddetta “pasta del futuro”.

«La stampante 3D della pasta potrebbe diventare una delle evoluzioni più interessanti della cucina del futuro – ha commentato Oldani -: grazie a questa innovazione, ogni chef potrebbe creare il formato di pasta ideale per valorizzare il proprio piatto. Si tratta di una cucina sartoriale, cioè disegnata su misura e in grado di esprimere la “creatività” di ciascuno. La stampante 3D è uno strumento potentissimo al servizio della nostra fantasia, perché ci permette di ideare nuovi accostamenti ed esaltare in modo inedito gli ingredienti della nostra tradizione gastronomica. È quello che abbiamo fatto oggi con la ricetta ‘Melanzana, anguria, origano, mandorla e Vortipa».

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Barilla, dopo Expo la pasta 3D approda a Cibus

Sarà la pasta del futuro, personalizzata, nelle forme ma anche nei contenuti nutrizionali, quella realizzata dalle stampanti 3D? Una risposta la sta cercando Barilla, che da alcuni anni ormai collabora con il centro di Ricerca Olandese Tno (Organizzazione Olandese per la Ricerca Scientifica Applicata), e nel 2015 ha realizzato un primo prototipo in grado di produrre pasta fresca in 2 minuti, utilizzando un impasto preparato solo con semola di grano duro e acqua. Il che consente di produrre formati unici, con forme e geometrie non ottenibili con le tradizionali tecnologie utilizzate per la produzione di pasta.

“La pasta 3D, oltre ad essere una pasta di ottima qualità, veloce in cottura ma nello stesso tempo al dente, si presta alla realizzazione di piatti gourmet”, ha detto lo chef Marcello Zaccaria, che presenterà a Cibus 2016 una ricetta pensata proprio per valorizzare al meglio questo innovativo tipo di pasta: Pasta 3D su crema di piselli con calamaretti spadellati, pomodorini caramellati e pinoli tostati.

Il progetto, già presentato l’anno scorso a Expo, è ancora in una fase di ricerca con orizzonte temporale di medio-lungo termine. Oltre all’uso domestico, si pensa a ristoranti dove sarà possibile ordinare piatti di “pasta su misura” dall’Ipad, o negozi di pasta fresca dove ritirare l’ordine fatto online.

Leggi anche: Stampanti 3D: il futuro del cibo è già qui 

Senzani Brevetti sigla importanti commesse con Barilla

Il confezionamento di pasta è storicamente uno dei punti di forza di Senzani Brevetti, l’azienda di Faenza (Ra) leader nel settore delle tecnologie per l’imballaggio automatico ed in particolare nella produzione di astucciatrici per pasta; a confermare e dare ulteriore seguito a questa vocazione, alcune importanti commesse acquisite in questo 2014 a livello nazionale ed internazionale.

Tra queste spiccano gli ordini recentemente effettuati da Barilla che, forte di un rapporto di collaborazione ormai cinquantennale con l’azienda faentina, ha richiesto nuovi macchinari per i propri stabilimenti in Italia ed altri da consegnare in siti produttivi esteri, tutti in consegna nei prossimi mesi.

Si tratta in particolare di:

una linea completa per pasta corta, formata da un’astucciatrice verticale IVFX8-S ed un’incartonatrice CP25, che insieme vanno a comporre un sistema perfettamente integrato, in grado di trattare fino a 200 astucci al minuto;

un’ulteriore incartonatrice CP25, in grado di ricevere 180 pacchetti al minuto provenienti da tre differenti macchinari per il confezionamento di pasta lunga, ed introdurli in cassa americana: questo grazie ad un particolare sistema (totalmente meccanico) di convogliamento delle tre uscite in una unica che, unito all’apertura positiva della cassa e ad un magazzino di ampie capacità (che consente un lungo intervallo di carico dei vuoti), la rende uno strumento altamente performante ed affidabile;

una nuova astucciatrice verticale IVFB-10, in grado di trattare fino a 260 astucci al minuto: un macchinario a cambio formato completamente automatico (che garantisce quindi grande versatilità in termini di tipologie di astuccio) e caratterizzato da soluzioni moderne, come i motori brushless e le più recenti piattaforme di automazione, unite ad elementi che costituiscono storicamente un plus di Senzani, come il sistema NPU per l’apertura positiva degli astucci (brevetto dell’azienda faentina) che consente un’estrema affidabilità anche ad alte velocità.

D’altra parte è proprio il mix tra innovazione ed un’esperienza sessantennale nella produzione di macchinari e sistemi di imballaggio, tra i quali in particolare proprio le macchine automatiche per la formatura e la sigillatura di astucci in cartoncino teso, a costituire il valore aggiunto di Senzani Brevetti, in grado di proporsi oggi in tutto il mondo come un partner solido ed affermato.

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