Cresce il consumo di latte senza lattosio (+6%) e di bevande alternative (+9%) mentre si prevede un arresto per il latte vaccino fresco (-4%) e latte vaccino UHT (-5%). Il dato emerge dalle dichiarazione delle mamme, influenzate in primis dai siti web (54% delle mamme con figli piccoli e 53% delle mamme con figli adolescenti) e dai social network (42% delle mamme con figli piccoli e 34% per le mamme con figli adolescenti). Queste tra le evidenze più significative che sono state presentante a Cremona al convegno “Aspettando la Giornata Mondiale del Latte”, promosso dal Comitato italiano della Federazione Internazionale del Latte – FIL/IDF, con il supporto della Fondazione Invernizzi e la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“La nostra ricerca ha fotografato in primis il consumo di latte nelle famiglie italiane – dichiara la Prof.ssa Guendalina Graffigna, Direttore di EngageMinds HUB – Consumer & Health Research Center del Dipartimento di Psicologia della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari, Ambientali, dell’Università Cattolica del Sacro – evidenziando che il 44% degli italiani intervistati beve tutti i giorni latte vaccino UHT e il 30% il latte vaccino fresco, in particolare le mamme con figli fino ai 13 anni. Nonostante ciò registriamo l’intenzione per il futuro di diminuirne il consumo, rispettivamente -5% per il primo e -4% per il secondo, a favore del latte senza lattosio (+6%) e di bevande alternative (+9%)”.
Il dato che colpisce maggiormente è che il latte senza lattosio fa gola anche a chi non soffre di allergia o intolleranza (75%). “Questo dimostra come le riflessioni di natura psico-sociale – continua la Graffigna – sono molto importanti, nonostante spesso in passato hanno avuto un ruolo marginale rispetto ad altre scienze come la medicina, la farmacologia e la biochimica nelle quali, invece, notiamo una leggera crescita. La nostra ricerca, nell’ambito del progetto Cremona Food Lab, ha l’obiettivo proprio di fotografare il consumo di latte e bevande alternative in Italia, in generale e in relazione agli atteggiamenti, le motivazioni e le percezioni dei consumatori, con un focus specifico sul target delle mamme”.
I canali informativi
I canali di riferimento sono, rispettivamente, i siti web (50%), seguiti dalla televisione (40%) e dai social network (32%), quest’ultimo in particolare per le mamme con figli fino ai 13 anni d’età (42%), mentre solo il 19% delle stesse mamme dichiara di documentarsi leggendo le riviste scientifiche. Su dove viene riposta la fiducia per reperire le informazioni, però, i dottori e i nutrizionisti restano al primo posto (58%) per gli italiani, seguiti dai familiari e gli amici (51%) e dai gruppi di difesa dei consumatori (41%), dati che rimangono sostanzialmente stabili anche per le mamme. Si confermano poco credibili i politici, per il 64% degli cittadini intervistati, sia italiani che internazionali. Nucleo familiare e gruppo di amici sembrano essere decisivi (51%) anche per i consigli per l’acquisto di prodotti.









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