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Svinazzando, il primo personal bar “a misura di utente”, debutta a Milano

Svinazzando, il primo Personal Wine Bar nato dall’intuizione imprenditoriale di Matteo De Pedys, si prepara al debutto milanese. Già presente a Busto Arsizio (VA) con il suo Flagship Store, il Wine Store debutterà nel cuore del nuovo Shopping District City Life, il prossimo 30 novembre nell’area dell’ex Fiera.

Il primo Personal Wine Bar

Svinazzando trova la sua cifra peculiare nella personalizzazione di ogni dettaglio. L’enoteca, infatti, combina la possibilità di realizzare bottiglie ed etichette speciali con percorsi degustazione e un’ampia scelta di signature cocktail. Ma non solo: Svinazzando offre anche la possibilità di personalizzare i dettagli della mise en place – dai bicchieri, alle posate fino agli stessi tovaglioli – e, in futuro, anche di opere d’arte esclusive all’interno dello store.

Creazioni esclusive

Svinnazzando, per rendere unica la propria offerta garantisce da una parte un rapporto qualità prezzo competitivo, dall’altra la possibilità di realizzare versioni customizzate delle etichette e delle bottiglie senza che siano necessari quantitativi minimi.

[Not a valid template]L’offerta

I clienti potranno scegliere all’interno di un’offerta ampia  di vini bianchi, rossi, rosati, spumanti e bollicine metodo classico. Saranno le 18 referenze nazionali, e si potranno richiedere anche i vini non presenti in catalogo. L’enoteca si distingue per la possibilità di personalizzazione di ogni dettaglio delle bottiglie, a partire dalla grafica e dal materiale delle etichette (Pvc, fibra di carbonio, tessuto, platino, oro, argento, cioccolato), fino al colore delle capsule, ai materiali di imbottigliamento, al pack (in legno, seta o cardboard), agli imballaggi e alle dimensioni (standard 0,75lt, magnum 1,5 lt, Jèroboam 3lt e Mathusalem 6lt).

Degustazioni “Taste, love, Buy”

Con la formula “Taste, love, Buy”, Svinazzando inaugura percorsi degustazione personalizzati, con le migliori specialità gastronomiche artigianali del Belpaese (salumi, formaggi, pane) e la possibilità per il cliente di acquistare subito i prodotti più apprezzati.

Un borgo tutto nuovo, riapre rinnovato il centro commerciale Auchan Borgo D’Abruzzo

Un grande mercato quotidiano, un emporio tipicamente abruzzese, che nello stile architettonico ricorda i piccoli borghi del territorio: è il Centro Commerciale Auchan Borgo d’Abruzzo di via Nazionale 74 a Villanova di Cepagatti, rinnovato con un investimento di 5 milioni di euro e la creazione di 70 nuovi posti di lavoro e inaugurato venerdì scorso.

I lavori di restyling, iniziati a maggio 2017, hanno interessato l’intera Galleria, che accoglie oggi 14 nuovi negozi, tra cui Bata, Cotton & Silk, Camomilla, CycleBand, GrandVision, SarniOro, e una media superficie Conbìpel. Successivamente apriranno anche altre medie superfici, per arrivare a un totale di quattro. Anche l’Ipermercato Auchan è stato rinnovato nell’assortimento con un focus sui localismi e sul freschissimo.

«Abbiamo voluto ascoltare una reale esigenza – ha detto Maurizio Martella, Responsabile Property Gallerie Commerciali Italia per il Sud Italia –. Da un sondaggio è emerso che i residenti amavano frequentare il Centro Commerciale per lo shopping quotidiano. Siamo dunque partiti dal concetto di vicinato, valorizzando il legame con il territorio e le sue peculiarità. La sfida sta nel proporre un concept nuovo e diverso rispetto al panorama nazionale dei Centri commerciali. Per questo abbiamo voluto ricreare una dimensione accogliente, che richiamasse l’emporio: un luogo non soltanto di spesa, ma anche di socialità».

 

Più negozi e servizi nel nome del genius loci

La proposta commerciale della rinnovata Galleria soddisfa tutte le esigenze a partire dall’abbigliamento, con Conbìpel, gli accessori e gli abiti di Camomilla, un multibrand locale di moda, l’eleganza maschile di Cotton & Silk e il denim di Live 978, le fantasie per i bambini di CycleBand, ma anche le calzature con Bata, i gioielli di Sarni Oro e il punto Grand Vision.

Sono presenti anche tanti servizi con la profumeria In Estasi, un parrucchiere Excelsior, Lo Scalzo, materiali di cartoleria e da regalo con C’Art, e un punto Di Tieri Telefonia, mentre sul fronte food apriranno a breve Sarni Bistrot e la pizzeria Eurofocaccia.

In linea con il concept della Galleria ispirato alla tipicità abruzzese, l’Ipermercato Auchan punta sulla valorizzazione dei localismi con una vasta gamma di prodotti e produzioni alimentari locali. Oltre 900 etichette, dal pesce del territorio alle specialità tipiche abruzzesi delle carni, come ad esempio gli arrosticini, fino alla pizza alla pala sfornata dalla panetteria dell’Ipermercato, con oltre 20 tipi di pane serviti giornalmente.

Completano l’esperienza di acquisto le proposte del non alimentare, con i prodotti del rinnovato mondo casa, l’abbigliamento, la tecnologia, il bricolage, il campeggio, il reparto per animali, la parafarmacia e i giocattoli.

Durante i sei mesi di ristrutturazione della Galleria, l’Ipermercato Auchan è rimasto aperto per servire gli oltre 310.000 clienti.

Per rendere il nuovo Centro di vicinato sempre più accogliente sono presenti utili servizi, come il Baby Parking – aperto dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 20.00, il sabato, la domenica e i festivi anche dalle 11.00 alle 13.00 – e uno spazio lettura e una nuova piazza dedicata agli eventi.

Nell’area esterna, con 1.200 posti auto, si conferma la convenienza del distributore di carburanti Auchan.

Il Centro Commerciale Auchan Borgo D’Abruzzo, di proprietà del Fondo Krypton gestito da Morgan Stanley SGR e partecipato da Immochan, è gestito da Gallerie Commerciali Italia, filiale di Immochan.

Gallerie Commerciali Italia S.P.A. (GCI), filiale italiana di Immochan (Auchan Holding), opera attualmente in 48 centri commerciali con circa 2200 negozi, 600.000 metri quadri di superficie affittabile (GLA) e circa 160 milioni di visitatori all’anno. 

Centri commerciali in Europa, nel 2017 raggiunti 160,8 milioni di metri quadri

Adigeo a Verona, un nuovo centro da 47.000 metri quadri,

Nonostante un rallentamento nello sviluppo, nel primo semestre 2017 la superficie complessiva di centri commerciali in Europa ha raggiunto 160,8 milioni di metri quadri. La conferma arriva dal report European Shopping Centres: The Development Story, pubblicato dalla società di servizi immobiliari Cushman & Wakefield.

In totale, sono stati inaugurati 34 nuovi centri, che rappresentano l’84% della superficie completata, ai quali si aggiunge l’ampliamento di 21 strutture. Nel primo semestre 2017 infatti sono stati ultimati 825.000 metri quadri nell’Europa Centro-Orientale (CEE), rispetto ai 344.000 metri quadri dell’Europa Occidentale, che comunque occupa oltre due terzi (68%) della superficie complessiva di centri già esistenti.

 

Italia terza per sviluppo

Il mercato più attivo risulta la Turchia, con circa 566.000 metri quadri (48% della nuova superficie aperta), e se il secondo gradino del podio spetta alla Russia, con 186.000 metri quadri, l’Italia si colloca in terza posizione, con oltre 100.000 metri quadri di superficie. Che comprendono 47.000 metri quadri del nuovo Adigeo, inaugurato da ECE a Verona nel mese di marzo, e 35.000 metri quadri dell’ampliamento di Oriocenter da parte del Gruppo Percassi e Commerz Real AG nel mese di maggio.

A livello europeo la superficie totale completata nel primo semestre risulta però in calo dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2016: una diminuzione riconducibile all’aumento della competizione, cosi come al cambiamento dei comportamenti di acquisto e alla crescita dell’e-commerce. In ogni caso, entro la fine del 2018 si prevede il completamento di altri 6,8 milioni di metri quadri, attualmente in costruzione.

A fronte di una limitata attività nei principali tre mercati dell’Europa Occidentale (Regno Unito, Francia e Germania) nel primo semestre 2017 lo sviluppo di nuovi progetti è stato però vivace nel Sud Europa. In particolare in Italia, che risulta il Paese più dinamico, con oltre 100.000 metri quadri di nuova superficie, che rappresentano più del 30% del totale inaugurato nell’Europa Occidentale.

Sempre a livello europeo è la Russia però ad avere la pipeline più elevata, con 1,7 milioni di metri quadri, corrispondenti a un quarto della superficie totale, mentre nei paesi del Nord Europa entro la fine del 2018 si attende il completamento di oltre 500.000 metri quadri.

«Con l’evoluzione del retail, anche i centri commerciali stanno attraversando una significativa fase di transizione –  spiega Silvia Jodlowski, autrice della ricerca -. L’attenzione si è spostata sulla creazione di spazi che possano attrarre, ispirare e coinvolgere i consumatori, facendo leva sulla dimensione esperienziale impossibile da replicare online».

Le proprietà quindi rispondono non solo ampliando e rinnovando i centri esistenti, ma anche diversificando il tenant mix in funzione delle esigenze del bacino di riferimento. Molte strutture propongono perciò nuove soluzioni tecnologiche e nuovi servizi, mentre gli operatori continuano a sperimentare concept e format innovativi. Come il Westgate Oxford nel Regno Unito, il più grande progetto inaugurato quest’anno nell’Europa Occidentale, che al suo interno ha inserito quattro aree distinte, ognuna disegnata da un architetto diverso allo scopo di valorizzare il patrimonio architettonico della città.

Comprare online interagendo con il negozio reale, il “caso” Jan Kaan

È stato chiamato “il primo live stream store del mondo” il negozio di formaggi olandese Jan Kaan, storica bottega attiva dal 1913 (fu fondata dal nonno dell’attuale proprietario) che ha deciso di capitalizzare su una storia “reale” (fatto di mattone e malta come dicono gli anglosassoni) per rendere più “umane” e personali le vendite online.

Alla fine di settembre per cinque giorni, chi entrava nel sito per acquistare un formaggio poteva non solo assistere in streaming alla vita del negozio, ma anche chiamare e parlare con il personale per chiedere delucidazioni. O magari un consiglio su quale formaggio offrire alla cena con gli amici. Proprio come se si fosse lì, davanti al bancone.

Come dice il proprietario Jan Kaan: «Vendere formaggio era una cosa un po’ fuori moda, ora ci sono spazi per innovare e modernizzare l’azienda. Ma prima di tutto vogliamo restare autentici». 

Tra i destinatari dell’evento i turisti che frequentano ed entrano spesso nel negozio storico di Alkmaar. Ma anche i tanti consumatori odierni in cerca di autenticità e artigianalità, di storie vere e di un consiglio affidabile.

Come funziona: entri, guardi, chiedi, scegli e paghi

Una sorta di negozio connesso alla rovescia insomma, dove al posto di digitalizzare il punto vendita “reale” si cerca di portare l’autenticità di questo nel freddo mondo dominato dal codice binario. Impossibile per i Big del web, gli Amazon o gli Alibaba da 256.000 acquisti al secondo (questo l’ultimo record della dot come cinese al Singles Day). Ma di certo un’opportunità interessante per i piccoli negozi artigianali di quartiere. Premesso che abbiano qualcosa da raccontare, e un buon prodotto da vendere.

Elena Mirò apre il primo flagship in Piazza Scala a Milano

Ha scelto una località di grande prestigio Elena Mirò, per il suo Flagship Store: 350 metri quadrati con cinque vetrine su via Manzoni che si affacciano su Piazza della Scala a Milano.

Hans Hoegstedt, AD di Miroglio Fashion, promotore di questo nuovo progetto spiega: «Il nuovo Flagship Store di Elena Mirò assume una importanza fondamentale nel percorso strategico di Miroglio Fashion. Ci sentiamo soprattutto responsabili nei confronti di tutti i milanesi e orgogliosi di aver restituito alla città una location con una grande storia che parte dal 1400 e si sviluppa nel tempo. Una storia a cui, attraverso il nostro spazio, vogliamo dare forza e continuità».

Ed è davvero unica la location, con una storia da raccontare. Nel 1400 il nobile Giovanni Rodolfo Vismara dona ai Frati Minori Osservanti del convento di Santa Maria degli Angeli parte di un edificio che nel tempo prenderà il nome di “Cà delle Comare”. Sulla stessa area, a pochi metri, nel 1778 l’inaugurazione del Teatro alla Scala che deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria della Scala, sulle cui ceneri venne costruito. Nel 1817 sarà proprio il palazzo tra via Verdi e via Manzoni a dare i natali allo storico Caffè Cova, che diventerà sempre più il centro di ritrovo della cultura milanese. Con la seconda guerra mondiale, arriveranno i danni e la distruzione e solo grazie al lavoro di architetti come Antonio Cassi Ramelli, sarà possibile restituire vita e bellezza all’edificio.

Il nuovo progetto di Elena Mirò parte proprio dalla volontà di rispettare un luogo così ricco di storia. Il team di architetti di Elena Mirò si è “nutrito” della storia, del design, delle specificità architettoniche dell’edificio per creare un ambiente dal tono alto ma accogliente. Un grande lavoro di restyling, iniziato a giugno 2017, che si è concluso a tempo di record nel mese di ottobre. Ora l’intero palazzo è anche dotato di un impianto di illuminazione esterno che restituisce valore e suggestione negli orari notturni. Una luce che proviene dal palazzo e che restituisce vita e preziosità all’edificio, rendendo Piazza della Scala ancora più magica. 

L’intervento architettonico interno ed esterno sulla location ha mantenuto a guida del progetto alcuni segni forti, come le arcate esterne e interne, e alcuni materiali, poi reinterpretati, tratti direttamente dagli allestimenti originali dell’edifico. «L’equilibrio tra elementi classici e contemporanei – spiega Andrea Vignolo, architetto di Miroglio Fashion proprietaria del brand – è il punto fondamentale di tutto il lavoro e si legge e sintetizza al meglio nel diamante in acciaio lucido che, posizionato al centro dello store, esprime il desiderio di contemporaneità del brand, in armonica contrapposizione rispetto agli elementi più classici. Fanno comparsa finiture preziose, in galvaniche ottone e bronzo, pavimenti in legno posati a spiga e marmi di pregio, dettagli tessili. Forma archetipa ricorrente e citata nel design di arredi ed ambienti, l’arco, come figura di riferimento essenziale del linguaggio architettonico italiano, abbraccio ideale, emblematico simbolo di inclusione».

«Per noi è un ulteriore step della strategia di un brand da sempre vicino alle donne, 365 giorni l’anno. Una pluridecennale conoscenza delle nostre clienti, del loro lifestyle, delle loro abitudini e aspettative, di cui il brand ha saputo far tesoro arrivando a progettare oggi un flagship store in cui spazi ed elementi architettonici sono concepiti per interpretare in modo intimistico l’essenza ‘curvy’ della donna e offrirle una shopping experience davvero personale» commenta Martino Boselli, Brand Director di Elena Mirò.

Oggi Elena Mirò, nato nel 1985, è il brand con maggiore notorietà all’interno del segmento curvy (fonte GFK-Eurisko brand tracking Italia 2016). Una forza ed una reputation importante, costruita in 32 anni di storia attraverso le collezioni, i negozi, l’immagine e vari progetti di comunicazione. Il brand è presente in 28 Paesi con 244 punti vendita monomarca (di cui 147 in Italia) e attraverso 872 negozi wholesale (di cui 542 in Italia).

Elena Mirò è uno dei 12 brand di Miroglio Fashion, la terza azienda sul mercato italiano dell’abbigliamento femminile, società del Gruppo Miroglio, nato nel 1947 e leader nel tessile e abbigliamento.

Il lancio del nuovo Flagship Store rientra nel progetto aziendale “300 in 300”, varato a inizio 2017 da Miroglio Fashion sui suoi brand, che prevede un investimento di 15 milioni di euro per l’apertura e il restyling di 300 punti vendita in 300 giorni.

Restyling e innovazione per lo “storico” Bennet di Cassina Rizzardi

Dopo 25 anni le Gallerie Commerciali Bennet di Cassina Rizzardi (Co), punto vendita storico del marchio, si rinnovano. E con un profondo restyling si aprono all’innovazione, al risparmio energetico, e a un linguaggio più moderno ed emozionale. Obiettivo, integrare ed esaltare la qualità e la convenienza che caratterizzano il mondo Bennet, e al contempo ridurre l’effetto dispersivo dei grandi punti vendita.

Nel nuovo punto vendita sono state perciò introdotte innovazioni tecnologiche e servizi unici per consentire ai clienti una spesa ancora più semplice e veloce. Come le casse self, o spesapass, che permettono di pagare senza fare la coda alle casse. Ma al centro del nuovo concept c’è il prodotto fresco, con la Piazza dei freschi, dove oltre a un vasta scelta di frutta e verdura si possono trovare anche la Cucina e la Rosticceria, la Panetteria, la Macelleria, e una rinnovata Pescheria.

Fiori all’occhiello il corner +Che Sushi, dedicato ai sapori d’Oriente, il reparto Benessere, la Parafarmacia Prendi&Vai, e la Cantina. Last but not least, la Dispensa, i Surgelati, passando per la Casa, il Tempo Libero, l’Elettro, la Profumeria, il Fai da Te, l’Abbigliamento e il Mondo Baby.

Grande attenzione è riservata alla qualità della vita e al benessere, che Bennet trasmette con le sue 1000 referenze fra prodotti biologici, vegani e vegetariani, i prodotti salutistici e funzionali delle 170 referenze senza glutine, quelli della Selezione Gourmet, i prodotti biologici della tradizione italiana della linea Ape Gaia, o i prodotti Filiera Bennet, con frutta, ortaggi, carni e prodotti ittici tracciati dalle origini fino all’esposizione sui banchi.

Il tutto inserito in una cornice moderna capace di garantire massima funzionalità e fruibilità. Oltre alle speciali postazioni di digital signage, che informano i clienti sull’attività dei vari reparti, sono infatti stati introdotti i nuovi totem interattivi e il settimo punto di ritiro Bennet Drive, il servizio gratuito di spesa veloce che consente di ordinare la spesa online e passare a ritirarla nell’apposita piattaforma senza scendere dall’auto.

L’innovazione nella spesa non può però prescindere da un alto grado di efficienza e risparmio energetico, con soluzioni tecniche all’avanguardia e scelte progettuali, gestionali e tecnologiche che riducono i consumi di energia e l’inquinamento. In particolare, grazie all’utilizzo di gas refrigeranti naturali, i recuperatori di calore, l’adozione di impianti d’illuminazione a LED, l’ottimizzazione del sistema di regolazione e monitoraggio dell’energia, e l’introduzione di un punto di ricarica per le auto elettriche.

Con il Cassina Rizzardi ora Bennet sale a 33 rinnovi effettuati in questi ultimi anni e definisce il concept del cluster 3.500 / 4.500 metri quadri. Un altro importante passo verso il coronamento di una strategia di riorganizzazione della rete e di innovazione dei format dell’azienda comasca.

Italiani sempre più coinvolti nel Black Friday, ma sei su dieci andranno in negozio

Feste importate sì, ma con personalizzazione: siamo  sempre originali noi italiani e lo confermiamo anche negli acquisti della giornata più americana e consumistica che c’è, il Black Friday, che quest’anno “cade” il 24 novembre. La giornata nata come trampolino di lancio alle spese natalizie, incentivate da offerte straordinarie, sarà quest’anno ancora più gettonata anche alle nostre latitudini, con l’86% degli intervistati secondo un sondaggio di DoveConviene che ha dichiarato di avere in programma di usufruire delle offerte del Black Friday (+4% sul 2016). Ma, se informarsi online è un must (lo farà il 71% degli interessati contro un 29% di chi lo fa offline), la maggior parte degli acquisti avverrà in negozio, dove si recheranno sei consumatori su dieci (il 61%), mentre “solo” il 39% acquisterà online.

In linea con il 2016, gli italiani faranno acquisti per la famiglia (57%) e per se stessi (42%). Agli amici ci pensa, invece, solo l’1% dei rispondenti. Tra le motivazioni degli acquisti c’è il desiderio di concedersi qualche piacere personale, ma soprattutto la volontà di anticipare i regali di Natale (58%).

 

Moda prima, elettronica seconda

Ma cosa compreranno gli italiani in occasione del Black Friday quest’anno? Se tra le categorie più ambite del 2016 c’erano l’elettronica (24%), l’abbigliamento (23%) e i giochi per i più piccoli (10%), nel 2017 le carte si mescolano e troviamo in vetta alla classifica la moda (31%), seguita da articoli di elettronica (17%) ed elettrodomestici per la casa (11%).

La previsione di spesa è di fascia medio alta: si attesta tra le 50 e le 100 euro per il 29%, tra i 100 e i 200 euro per il 26% e tra i 200 e i 400 euro per il 19%. Un 12% si dichiara anche disposto a spendere oltre 400 euro, in crescita rispetto al 2016 del 200%.

Tra i metodi di pagamento preferiti si segnala il grande sorpasso della carta di credito (utilizzata dal 40% degli acquirenti), che supera di misura i contanti (39%) mentre nel 2016 i contanti erano al 38% e la carta di credito al 32%.

Al sondaggio DoveConviene hanno partecipato oltre 6.000 maggiorenni. Il campione è rappresentato in prevalenza da utenti donne (63%) e ha coinvolto principalmente la fascia 32-40 anni (33%) e la fascia 41-60 anni (29%), seguita dalla fascia 26-31 anni (21%).

DoveConviene – conosciuta all’estero come ShopFully International Group – fondata nel 2010 da Stefano Portu e Alessandro Palmieri, è la piattaforma digitale su cui oltre 10 milioni di utenti italiani (e 30 milioni di utenti a livello globale in nove Paesi: Italia, Spagna, USA, Brasile, Messico, Indonesia, Francia, Australia e Nuova Zelanda) si preparano via smartphone a fare acquisti nei negozi vicino casa risparmiando tempo, denaro e trovando i propri prodotti preferiti. La piattaforma mette a disposizione di ciascun utente tutte le offerte e le informazioni degli store attorno a sé e consente di creare shopping alert personalizzati e georeferenziati.

PierApp più scontrino, e il “passaparola” diventa digitale (e remunerativo)

Fare da “pierre” per il proprio negozio preferito in cambio di sconti e rimborsi.  È l’idea alla base di PierApp, l’applicazione premiata come soluzione più innovativa per la categoria “Progetto Outsider” in occasione della call4ideas “NextPOSition 2017” lanciata da Epson.

Tutto si basa sul potere del passaparola. L’applicazione, ideata da FullOver, sfrutta le potenzialità della tecnologia QR-code e della cassa intelligente Epson. Gli esercizi commerciali dotati di quest’ultimo strumento possono stampare in fondo allo scontrino un QR-code identificativo del punto vendita che contiene un ammontare in denaro. Che può essere “sbloccato” e utilizzato dal cliente se questi lo condivide con un contatto della propria rubrica o di uno dei social network e l’amico utilizza il buono sconto ricevuto. In pratica si tratta di un passaparola tecnologico e social che trasforma i clienti in veri “brand ambassador” delle proprie insegne preferite. Peraltro il meccanismo può essere replicato all’infinito, moltiplicando sia l’effetto pubblicitario sia i vantaggi per il cliente. Cliente che in ogni momento piò visualizzare i propri rimborsi nel suo portafoglio virtuale. Il rimborso del valore accumulato è sempre in denaro e fruibile direttamente sul conto corrente indicato dagli utenti al raggiungimento di una soglia prestabilita. PierApp è personalizzabile in base alle esigenze di ogni esercente, che può decidere sia l’importo del denaro da riconoscere al cliente PR sia l’entità del buono sconto. 

La premiazione al NextPOSition 2017.

PierApp spunta dal concorso di idee lanciato da Epson per dare seguito e sviluppare il “ExPOSition Events around you”, il progetto di geo-marketing in mobilità che trasforma lo scontrino in un veicolo di informazione e promozione, sviluppato in occasione di Expo 2015 da Epson e CEFRIEL per ampliare i servizi offerti ai clienti sul punto cassa e offrire in primis al settore retail e horeca, ma non solo, un efficace strumento di fidelizzazione della clientela, attraverso la segnalazione di eventi e iniziative in tempo reale.

«La collaborazione con Epson – ricorda Giancarlo Cassani di FullOver – è iniziata nel 2015 con il progetto Saltacassa. Lo sviluppo di PierApp era in cantiere già da diverso tempo e siamo orgogliosi che il premio NextPOSition ne abbia riconosciuto l’innovazione e la creatività. L’obiettivo è quello di trasformare i clienti abituali in veri e propri PR, che pubblicizzano l’esercizio commerciale attraverso un innovativo sistema di “pierraggio” che prevede una sorta di passaparola via web attraverso un’App dedicata. Grazie all’utilizzo molto trasversale adatto a diverse tipologie di esercizi commerciali e alla semplice implementazione che richiede solo un rapido settaggio della stampante, prevediamo di passare nell’arco di un anno dalle 50 installazioni del lancio a ben 500 installazioni in tutta Italia».

Design International due volte premiata all’European Property Awards di Londra

Il progetto per l'Ada Mall di Belgrado, in Serbia.

Design International si aggiudica due premi nel settore Retail Architecture all’European Property Awards di Londra. In occasione della 26a edizione, il 26 ottobre, lo studio diretto dal Chief Executive Davide Padoa ha ricevuto due riconoscimenti per i progetti di due centri commerciali: il Maximall Pompeii, in Italia, e l’Ada Mall di Belgrado, in Serbia.

I premi sono stati assegnati da una giuria indipendente composta da 70 esperti del settore che ha valutato design, qualità, servizio, innovazione, originalità e impegno per la sostenibilità di ogni candidatura.

Entrambi i progetti premiati esprimono la filosofia di Design International, ovvero dare forma alle storie per creare esperienze innovative. E il primo progetto, Maximall Pompeii, riguarda un nuovo centro commerciale da 50.000 metri quadri progettato appositamente per la città di Pompei.

La nuova struttura sorgerà su una vasta area edificabile situata all’interno di un’importante zona costiera per offrire numerose opportunità di shopping e svago a residenti e agli oltre 2 milioni e mezzo di turisti che ogni anno visitano la zona.

Maximall Pompeii si integrerà armoniosamente nel tessuto della città, a partire dai materiali scelti per la costruzione, e sarà caratterizzato da un design contemporaneo ispirato all’antica agorà, la piazza del mercato di età greco-romana.

Il design del nuovo Maximall Pompeii richiama però anche le caratteristiche del Vesuvio, come le tipiche oasi verdi, o “dagale”, create dai fiumi di lava.

Il secondo progetto di Design International, l’Ada Mall, sorgerà invece non lontano dal centro di Belgrado, vicino ad Ada Ciganlija, l’attrazione turistica locale che conta più di 100.000 visitatori al giorno.

Situato su una superficie commerciale utile di oltre 34.000 metri quadri, Ada Mall diventerà il nuovo santuario “verde e dinamico” dello shopping nella capitale serba. Verrà infatti costruito in modo da valorizzare le vedute panoramiche che si godono dalla sua posizione, e allo stesso tempo fornire ai visitatori spazi unici per shopping, riunioni e ristorazione.

Ada Mall ospiterà negozi esclusivi distribuiti su tre piani, sovrastati da spazi progettati per il relax e lo svago, anche serale. Gli orari di apertura diversificati offriranno infatti ai visitatori anche nuove opportunità per le loro serate.

Temporary store, nuove opportunità per i centri commerciali

Da Bikini Berlin il piano terra è occupato da tante unità in legno fisse dedicate ai temporary store, che ruotano nel corso dell'anno.

Da fenomeno spot per eccellenza nato durante la crisi a elemento caratterizzante e addirittura trainante negli spazi commerciali: sono i Temporary store. Palcoscenico per i marchi, importanti mezzi per instaurare un rapporto esperienziale con i clienti, sempre più raffinati nella progettazione e nell’arredo e in certi casi anche incubatori di impresa, luogo dove nascono e si consolidano iniziative che poi diventano marchi o franchising.

Se ne è parlato a Milano al convegno “Palla al Centro… Commerciale. A proposito di spazi temporanei nei mall” organizzato da Assotemporary e Gallerie Commerciali Italia.

Un fenomeno ormai consolidato tanto che ad esempio Gallerie Commerciali Italia su 48 centri commerciali ha 50 temporary shop, con una trasformazione in definitivo del 40%.

«È cambiato il mondo, oggi rimangono i bravi – ha spiegato Edoardo Favro, Ad di Gallerie Commerciali Italia -. Le gallerie si erano in parte svuotate con la crisi iniziata nel 2008. Ma sempre più persone ci chiedevano spazi. Ci abbiamo pensato e abbiamo capito che era il momento di soddisfare queste richieste, a prezzi politici, per un periodo di tre o quattro mesi. Così un fenomeno nato da una problematica è stato trasformato in un’opportunità. Per noi e per le iniziative imprenditoriali, soprattutto di giovani, cui abbiamo cercato di dare una mano e che poi sono diventati stanziali o che addirittura si sono evolute in piccole catene. Perciò abbiamo deciso di tenere una quota degli spazi dedicata proprio ai Temporary. Sul fenomeno dei Temporary store serve comunque un cambiamento concettuale anche per la base contrattuale. Abbiamo visto che la formula dell’affitto del ramo d’azienda inizia a funzionare e che il 40% di chi lavora con noi poi cerca uno spazio stabile. Servirebbe una base contrattuale più leggera che aiuterebbe tutti».

 

A Milano 7 temporary su 10

Secondo Assotemporary oggi il 62% delle aperture è dedicata ancora alla vendita outlet, solo il 15% è diretto ad azioni di marketing come la profilatura dei clienti o la sperimentazione di negozi monomarca a basso costo, mentre solo il 10% delle aperture è finalizzata alla creazione di eventi. Vendita in periodi particolari dell’anno e per stimolare l’acquisto d’impulso si dividono, in parità, l’ultimo 10%.

La città del Temporary shop è di gran lunga Milano, che detiene il 70% delle aperture, seguita da Roma e Napoli con il 10%. Altri capoluoghi come Firenze, Bologna e Venezia si dividono un altro 10%, e infine un ultimo 10% nelle medie città del Centro-Sud. Per quanto riguarda i settori merceologici, Moda e Design occupano il 58% dei Temporary store, seguito dal 10% del food senza somministrazione, l’8% da gioielleria e bigiotteria, il 7% dall’auto, un 5% dal food con somministrazione e il 12% da settori residuali.

Tra i luoghi scelti per le aperture vincono le location metropolitane e cittadine, con il 77%, seguite dai centri commerciali con il 12%, luoghi di transito come aeroporti e stazioni all’8%, e altri luoghi al 3%.

«La vendita sta prendendo sempre più peso – ha detto Massimo Costa, segretario generale di Assotemporary -, e ci si sposta dalla vendita outlet all’elemento emozionale, che abbia contenuti di comunicazione. Oggi nel retail fisico il negozio deve emozionare e, aggiungo, deve anche correre; visto che il commercio su ruote sta espandendosi ben oltre il food truck. Si deve cioè lavorare sulla cross-canalità, l’online deve avere un rapporto con la strada, come insegna la vendita dell’abbigliamento, e offrire nuovi servizi. Le novità più interessanti arrivano dal co-working che assieme ai temporary office si stanno affacciando nei centri commerciali».

Un segmento di business che insomma sta diventando sempre più interessante per i property manager dei centri commerciali, tanto da richiedere una figura dedicata allo sviluppo e un aggiornamento normativo sugli affitti commerciali che faciliti la permanenza breve delle insegne.

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