CLOSE
Home Tags Punto vendita

Tag: punto vendita

Apre a Firenze l’Esselunga green

Ha un’anima green perché costruita secondo i dettami della sostenibilità ambientale e rispettosa del paesaggio circostante, ed è attenta ai prodotti del territorio la nuova Esselunga del Galluzzo, a Firenze. Il supermercato di 2.500 metri quadri con la caratteristica facciata con mattone a vista ha come copertura una collina erbosa che degrada sul tetto. È circondata da 7.800 mq di verde privato, aiuole fiorite e circa 100 alberi di alto fusto, cui si aggiungono 7.100 mq di verde pubblico attrezzato con percorsi pedonali, spazi di sosta e giochi per bambini, nel quale sono stati messi a dimora altri 200 alberi.

foto-Galluzzotetto
Il parcheggio coperto contiene 500 posti auto ed è ben inserito nel paesaggio.

Non solo: l’intero fabbricato è certificato in Classe Energetica A. Un risultato reso possibile grazie ad accorgimenti quali il tetto naturalmente coibentato da un alto strato di terra, le pareti dotate di intercapedine ventilata, gli infissi ad alto isolamento, l’azzeramento dei ponti termici. Gli impianti tecnologici poi sono stati progettati per conseguire il massimo risparmio energetico possibile. La produzione dell’acqua calda e fredda è stata affidata a impianti a pompa di calore ad alta efficienza, integrati con uno speciale impianto geotermico. L’impianto elettrico è integrato da un campo fotovoltaico capace di produrre energia elettrica dal sole per quasi 100.000 KWh/anno. Pannelli termici solari sono utilizzati anche per la produzione dell’acqua calda sanitaria. Per l’illuminazione, è stato fatto ampio ricorso alla tecnologia LED. Tutti questi accorgimenti consentiranno una riduzione di anidride carbonica in atmosfera di circa 100 tonnellate all’anno.

Attenzione alle produzioni locali in tutti i reparti
I reparti sono i classici dei supermercati della catena milanese, con un occhio particolare però alle produzioni regionali, evidenziate sugli scaffali e sui banchi con apposite etichette raffiguranti la regione Toscana. Tra questi, la macelleria punta sulle eccellenze locali quali la Chianina IGP e la Carne del Mugello, la gastronomia offre oltre 130 tipi di formaggi e 70 tipi di salumi comprese 40 specialità DOP e IGP. L’enoteca, con sommelier, ha in assortimento oltre 600 etichette di vini DOCG, DOC e IGT con un’offerta particolare di vini del vicino Chianti.

Il supermarket del Galluzzo, 149° negozio della catena Esselunga, è il nono a Firenze e il 29° in Toscana.

Dal temporary alla strada: il Provolone Valpadana DOP “invade” Roma

Apre a Roma PROVAMI, il temporary store dedicato al Provolone Valpadana DOP che farà tappa fino al 20 novembre in Largo della Fontanella di Borghese 88.

Non solo punto vendita, l’ambizione del consorzio è quella di proporre il tipico formaggio della tradizione lombardo-veneta come alternativa ai più comuni street food: sarà infatti presentato in tre differenti menu, pensati per i diversi momenti della giornata e in abbinamento a ingredienti e sapori tipicamente italiani.

rosetta con ProvoloneEvocativi i nomi degli accostamenti: il menu “Provo”, per un pranzo o una cena, consiste in un piatto di Provolone Valpadana DOP a cubetti, insalata, acqua o vino e il tipico pane milanese, la “rosetta”. “Gusto”, ideale per un rapido spuntino, comprende fette di Provolone Valpadana DOP, glassa all’Aceto Balsamico di Modena IGP, acqua o vino e ancora una rosetta, mentre “Brindo”, pensato per l’orario dell’aperitivo, abbina al Provolone Valpadana DOP a cubetti carotine e vino.

I tre menu saranno proposti in un innovativo contenitore che consentirà di gustarli “on the road”, in pieno stile street food. Presso PROVAMI sarà comunque possibile acquistare tutti i prodotti anche singolarmente.

I “partner” dell’operazione sono Dimmidisì (insalata o carotine), Monari Federzoni (per la glassa all’Aceto Balsamico di Modena IGP) , e Oneglass, che ha selezionato e confezionato  i vini, Sangiovese e Vermentino, nel formato monodose da 100 ml.

Le impiegate Asda chiedono parità retributiva

Uomini contro donne? Le lavoratrici Asda del punto vendita sono pagate fino a 4 sterline all'ora meno dei colleghi che lavorano in magazzino.

Potrebbe diventare il più grande caso legale che coinvolge un privato su questioni retributive l’azione legale di massa intentata da 400 impiegate (ma potrebbero essercene altre 19mila interessate) di Asda, la seconda catena di supermercati britannica parte del gruppo Walmart, che richiedono parità di trattamento economico con i colleghi maschi, a fronte di lavori giudicati di pari livello.

Le donne che lavorano – e sono la stragrande maggioranza – nei punti vendita infatti, cassiere e addette al rifornimento degli scaffali, sarebbero pagate fino a 4 sterline in meno di chi – in maggioranza uomini – lavora nei magazzini di distribuzione. A fronte di mansioni che sono, a giudicare dai legali delle impiegate, assolutamente parificabili.

La querelle non è di poco conto: oltre a toccare un nervo scoperto della nostra società, che è quello della disparità retributiva tra donne e uomini che nella Ue raggiunge in media il 16% all’ora e il 31% su base annua, è densa di conseguenze. Non solo perché, se l’azione legale andrà a buon fine, Asda dovrà rimborsare fino a sei anni di “differenze salariali” a un imprecisato numero di dipendenti ed ex-dipendenti. Ma perché, a cascata, tutte le altre catene potrebbero subire azioni simili da parte delle loro impiegate. E, come insegna una lunga serie di rivendicazioni femminili, dalla lotta per il voto delle suffraggette a quella delle operaie della Ford di Dagenham nel 1968 (ricordata nel film “We Want Sex”) dal Regno Unito di solito si passa al resto del mondo…

Anna Muzio

Il negozio 2.0 al Salone del Franchising

Smart control, smart payment, smart engagement e smart service sono i pilastri su cui si costruisce il Negozio 2.0 che Econocom, insieme ai partner dell’Innovation Retail Lab, presenteranno al Salone del Franchising, dal 7 al 10 novembre presso FieraMilanoCity.

I franchisor, o aspiranti tali, potranno sperimentare in prima persona non il negozio del futuro, ma quello che si può già creare con le tecnologie esistenti. Grazie a un approccio globale, dall’inventario al cross selling, dall’out of stock all’antitaccheggio alla post vendita, che riesce a controllare movimentazione e servizi con un alto grado di efficienza. Perché digital signage, design all’avanguardia, QR Code, luci suggestive e tablet sono solo la punta dell’iceberg e, soprattutto, non sono più sufficienti per attirare il cliente nel punto vendita e accompagnarlo all’acquisto. Contapersone, telecamere di sorveglianza, mobile pos e firme grafometriche per i pagamenti, camerini virtuali o personal digital assistant devono lavorare in una logica di integrazione, per creare un ecosistema elegante e polifunzionale che consenta al franchisor di essere efficiente e, al contempo, spettacolare, supportando clienti e commessi in una relazione più intelligente ma anche più efficace.

“Oggi i processi di acquisto si sono molto diversificati” spiega Enrico Tantussi, country manager di Econocom, digital service provider europeo che opera in 20 Paesi. “Si compra per bisogno, per piacere o per caso. In realtà, non si vendono prodotti: si vendono, prima di tutto, informazioni. Una buona gestione delle informazioni è tutto. Il negozio 2.0 è questo e molto di più. Una logistica impeccabile che fa sempre trovare il prodotto giusto al momento giusto e un ambiente funzionale ed estetico, che coniuga design e soluzioni fisiche e digitali attraverso una convergenza di soluzioni allo stato dell’arte, creative ma anche utili. Oggi si parla molto di negozi 2.0 e di Internet of Things, ma l’intelligenza delle cose nasce prima di tutto se c’è intelligenza nella progettazione”.

Econocom e la cordata di partner (Disignum, Ingenico, Guttadauro, MobilePeople, Hs&Custom, KGroup) al Salone del Franchising saranno anche i protagonisti di una sessione di workshop.

Cresce l’e-commerce, stravincono le Dot Com. La gdo latita

La dinamica delle vendite e-commerce B2C in Italia 2006-2014.

Continua a crescere l’e-commerce in Italia. Secondo l’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano – Netcomm quest’anno le vendite online porteranno a casa 13,3 miliardi di euro, +17% rispetto al 2013. Sembrerebbe insomma che, dopo anni di paure e incertezze circa i pagamenti online e la “virtualità” della merce che non si può vedere né toccare gli Italiani (o quanto meno 16 milioni di loro) abbiano finalmente ceduto all’allure (ovvero alla comodità e alla convenienza) degli acquisti online.

Sempre più Mobile Commerce

Fin dai primordi del “cellulare”, gli Italiani ne sono stati grandi estimatori e possessori, svettando ai primi posti delle classifiche mondiali. Ma non lo utilizzavano per le funzioni più avanzate (sparuto gruppo di early adopters a parte). Ora tutto è cambiato, e dopo aver scaricato App per giochini e fitness, gestione budget e social, lo smartphone è utilizzato anche per gli acquisti. Tanto che nel 2014 il Mobile Commerce raddoppia, con 1,2 miliardi di euro di vendite, che, insieme a quelle via Tablet, incidono per il 20% del totale e-commerce.

Il confronto con il pdv fisico

La distribuzione delle vendite per comparto merceologico (2006-2014).
La distribuzione delle vendite per comparto merceologico (2006-2014).

Quali le conseguenze per i retailer “classici”? Partiamo dai numeri: a valore l’e-commerce passa quest’anno dal 2,6 al 3,5% del totale vendite retail e cresce la penetrazione specie in alcuni settori come l’Editoria (dal 4 al 7%), l’Informatica (dal 7,5 al 10,5%) e l’Abbigliamento (dal 2,9 a quasi il 4%).

A stravincere sono le Dot Com come Amazon, eBay, Expedia, che generano da sole più di metà dell’intera crescita (22% rispetto al 2013) ma anche Privalia, Booking.com e le italiane Banzai e YOOX. Si portano a casa il 54% del valore delle vendite online e, se consideriamo solo i prodotti escludendo i servizi, la loro quota sale al 70%. E il peso dei produttori e dei retailer tradizionali è ridotto al 14%. Non solo: sono in arrivo 1000 nuove start up, di cui 54 italiane, soprattutto nell’Abbigliamento, nell’Arredamento e Design e nel Food&Wine.

Commenta Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c di Politecnico di Milano e Netcomm. “Questa percentuale mette in luce le debolezze degli operatori tradizionali (produttori e retailer), che ancora stentano a interpretare l’online come un reale canale alternativo e che per questo non riescono a giocare un ruolo da protagonisti, come è invece avvenuto in molti mercati occidentali. Nonostante oltre 30 nuovi ingressi online tra gli operatori tradizionali nei diversi comparti merceologici, vediamo molto spesso un approccio poco convinto. A nostro avviso la strategia dovrebbe essere quella della progettazione integrata dei percorsi multicanale, volta a sfruttare al massimo il reale asset differenziale degli operatori tradizionali, ossia lo store. In questa direzione, anche lo Smartphone avrà un ruolo sempre più significativo nell’unire il mondo fisico con quello digitale”. Un milieu ibrido in cui il nuovo “Superconsumatore” si muove con disinvoltura passando dal reale al virtuale, acquistando online magari anche dalla vetrina interattiva o dagli schermi touchscreen del negozio. Non va dimenticato che ormai il web influenza un acquisto tradizionale su quattro.

Sale il Food & Wine, Grocery ancora nicchia

Nel 2014 la percentuale di insegne della GDO con un sito di e-commerce in ambito non food è salita al 55% (era il 53% nel 2013) e in ambito food al 10% (8% nel 2013). Il Grocery fa qualche timido passo in avanti, con un valore complessivo del mercato di 160 milioni di euro (+18%), ma l’incidenza sul totale vendite retail resta ancora più che trascurabile (0,1%).

Come dire che siamo ancora agli albori. Eppure le potenzialità online ci sono, eccome. Stanno emergendo alcuni comparti poco significativi in passato, come il Food&Wine gastronomico (Eataly salta subito alla mente), con oltre 200 milioni di euro di vendite nel 2014 (+30%) e enormi potenzialità anche sull’export digitale. Bene anche l’Arredamento (130 milioni di euro, +100%) e la Profumeria e cosmesi (40 milioni di euro, +25%).

Il confronto con gli altri

Il confronto coni principali mercati internazionali.
Il confronto coni principali mercati internazionali.

Nell’ultimo anno, in Italia, gli acquirenti online hanno superato i 16 milioni, 10 milioni dei quali effettuano almeno un acquisto al mese e generano il 90% delle vendite. La spesa media annua è di 1.000 euro circa, allineata con i principali mercati e-commerce europei (con l’esclusione dei britannici, che spendono il doppio). I valori maggiori (vedi tabella) sono dunque dovuti al numero di e-clienti: in UK i web shopper sono 39 milioni, in Germania 44 e in Francia 29 milioni.

Anna Muzio

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare