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“M’illumino di meno”, Gruppo Gabrielli aderisce e sconta la spesa “a luci basse”

Un’iniziativa sociale e uno sconto per i propri clienti: è questo il senso dell’operazione di Gruppo Gabrielli, azienda attiva nella Gdo con i marchi Tigre e Oasi che propone uno sconto del 10% sulla spesa effettuata il 24 febbraio dalle ore 18 alle ore 19 in occasione dell’appuntamento con M’Illumino di meno.  Nello stesso orario in tutti i punti vendita verrà ridotta l’intensità dell’illuminazione. La campagna promossa dal programma radiofonico Caterpillar su Radio 2 e giunta alla tredicesima edizione invita tutti, privati ma anche enti pubblici, a spegnere le luci come gesto simbolico di risparmio energetico e di un approccio attivo verso i temi ambientali. Come in passato, il Gruppo Gabrielli aderisce anche a questa edizione del movimento. che ormai è diventato un appuntamento consolidato.

0861170_a4_milluminodimeno_sconto10_oasiL’edizione 2017 si caratterizza per l’enfasi attribuita al principio della condivisione finalizzata all’ottimizzazione del concetto di risparmio inteso in senso lato: oltre agli spegnimenti o riduzione di intensità energetica, quest’anno l’impegno è anche nell’adottare un gesto di condivisione contro lo spreco di risorse, compreso quello alimentare. Il Gruppo Gabrielli ha quindi deciso di “personalizzare” questa edizione intervenendo in maniera concreta sul risparmio degli acquisti effettuati nella fascia oraria dedicata all’operazione promossa da Caterpillar sia per dare un segno di vicinanza, sia per sostenere il concetto di condivisione e del food sharing .

«Siamo sempre pronti a cogliere l’opportunità di aderire ad iniziative volte a promuovere e tutelare condotte green in maniera poliedrica – dichiara Barbara Gabrielli vicepresidente del Gruppo Gabrielli –. Con un semplice gesto si può contribuire al benessere dell’ambiente e soprattutto sensibilizzare la collettività verso gesti virtuosi ed ecosostenibili».

Naturalmente sono tante le insegne della Gdo che, come ogni anno, aderiranno all’iniziativa: tra queste Lidl e Coop Tirreno. In questo caso però a essere premiato, oltre all’ambiente, c’è anche il cliente.

Lotta allo spreco, Froodly avvisa quando il cibo è vicino alla scadenza (e in promo)

Una delle vie maestre per combattere lo spreco alimentare è, come appare sempre più chiaro, la tecnologia e in particolare le app. Dalla Finlandia ne arriva una che incrocia consapevolezza ambientale del consumatore, voglia di risparmio ma anche interattività e coinvolgimento con l0utente finale: si chiama Froodly e, semplicemente, avvisa l’utente dentro il supermercato quando c’è un’offerta su un cibo che si avvicina alla scadenza. Non solo: l’app dà la possibilità a chiunque di segnalare un prodotto in promozione perché prossimo alla scadenza, semplicemente scattando una foto, e naturalmente promette un “premio”: un caffè o cibo gratis da uno delle insegne o locali “partner” dell’iniziativa.

Il sistema è molto semplice e immediato, e ha la doppia valenza di informare i clienti sulle offerte di prodotti scontati nel mare magnum di etichette e fogliettini e farlo sentire parte della lotta allo spreco evitando che alimenti ancora buoni vadano al macero, ma aiuta anche l’insegna a liberare gli scaffali da prodotti che “scottano” perché presto dovranno essere rimossi.

È sufficiente che il negoziante o anche un cliente facciano una foto del prodotto inseriscano l’ammontare dello sconto e chi si trova nella zona del punto vendita riceverà una notifica sul telefonino. Gli sconti tipicamente variano dal 30 al 70%.

Disponibile per Ios e Android, l’app per ora è disponibile solo per il mercato finlandese.

 

Lego store, il settimo apre a Marghera nel Cci Nave de Vero

Un Lego store.

Aprirà il prossimo 22 febbraio il settimo Lego Certified Store d’Italia, a Marghera (Venezia), all’interno del Centro Commerciale Nave de Vero, Via Pietro Arduino 20. Alle ore 14 bambini e adulti potranno assistere al taglio di un nastro speciale, tutto fatto di mattoncini Lego (che, per chi non lo sapesse, è l’abbreviazione del danese “leg godt” ovvero “gioca bene”.

Come tutti i Lego store italiani è gestito da Percassi, che ha in programma di aprirne altri su tutto il territorio nazionale nel corso dei prossimi anni.
All’interno del nuovo store, bambini e adulti potranno vivere una esperienza unica, ricca di grandi novità e sorprese esclusive. Con “Pick a Brick”, per esempio, sarà finalmente possibile acquistare mattoncini sfusi tra una vasta scelta di pezzi disponibili. “Build a mini” consentirà di costruire, personalizzare e acquistare la propria minifigure, scegliendo ogni più piccolo dettaglio del personaggio collezionabile Lego, dal cappello al colore degli abiti. Oltre al completo assortimento di prodotti Lego, saranno disponibili in anteprima prodotti della linea Lego Creator Expert e prodotti esclusivi. Insomma sarà una vera e propria full immersion all’interno dei valori del brand dei mattoncini danesi.
Lego Group è un’azienda privata a conduzione familiare con sede a Billund, in Danimarca, e uffici a Enfield, negli USA, a Londra, nel Regno Unito, a Shanghai, in Cina, e a Singapore. Fondata nel 1932 da Ole Kirk Kristiansen.

Fondata nel 1976, Percassi è un’azienda le cui attività si concentrano in tre aree: Own Trademarks, House of Brands e Real Estate. Dopo aver portato in Italia, tra gli altri, Victoria’s Secret e Lego, sarà partner dell’ingresso di Starbucks e Wagamama. In passato Percassi ha sviluppato a livello globale i negozi del gruppo Benetton ed ha contribuito all’ingresso e alla diffusione sul mercato italiano dei brand del gruppo Inditex (Zara, Massimo Dutti, Oysho, Pull and Bear, Bershka, Stradivarius) oltre che di Swatch, Calvin Klein, Guess, Tommy Hilfiger, Polo Ralph Lauren, Levi’s e Ferrari.

I robot prenderanno il controllo del supermercato del futuro?

Si erano già visto a Expo i bracci meccanici che raccoglievano mele da un espositore, ma ora due notizie sembrano prefigurare un futuro di automazione per il supermercato del futuro: grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale potrebbero essere insomma delle macchine a gestire con efficienza l’intero processo della spesa, dalla distribuzione all’imbustamento (il pagamento non è già più un problema) e sostituire dunque quasi interamente gli addetti “umani”, come già avvenuto nell’industria. O perfino i clienti, invitati ad attendere fuori.

Sembra andare in questa direzione Amazon, che secondo indiscrezioni pubblicate sul New York Post starebbe progettando un supermercato su due piani tra i 1000 e i 4000 metri quadri di superficie con 4000 referenze a disposizione tra freschi e bevande, e magari anche farmaci, quasi interamente gestito da robot. Questi prenderebbero dagli scaffali i prodotti e imbusterebbero la spesa, la quale sarebbe consegnata attraverso finestre stile “drive in” ai clienti in attesa nelle loro automobili. O addirittura da droni pronti a consegnare direttamente nel parcheggio adiacente. Numero di impiegato “umani” necessario per questo “store del futuro”: tre. Sarebbe un format alternativo ad Amazon Go, aperto a Seattle su 180 metri quadri, per i 2000 punti vendita fisici che secondo il Wall Street Journal la dotcom di Jeff Bezos avrebbe intenzione di aprire solo negli USA. Con un minimo comune denominatore: ottimizzare i costi e aumentare i ricavi utilizzando meno personale possibile.

Dal Regno Unito arriva un’altra notizia, meno suggestiva ma più attuale, e che riguarda la logistica delle consegne online che ancora prima dei supermercati reali potrebbe arrivare a una quasi completa automazione: Ocado, leader nell’e-commerce sul fronte grocery, sta già testando un macchinario dotati di un braccio in grado di prendere articoli anche delicati (come frutta e verdura) senza danneggiarli e riporli in scatole pronte per la spedizione. Sviluppato dall’Università di Berlino e dal centro Disney Research di Zurigo, il robot ha mani di gomma controllate tramite getti d’aria. Il che combina la forza alla delicatezza, cosa che finora non è stata possibile e ha portato spesso nei testi alla rottura o danneggiamento degli articoli più fragili.

Ocado, che effettua 250mila consegne al giorno, ha già testato a Londra nella zona del magazzino principale consegne a casa tramite robot, sviluppati da Starship Technologies (vedi Metro Group testa i robot per le consegne a domicilio).

 

Magnifiche sorti e progressive insomma. Sul fronte dell’occupazione infatti lo scenario appare desolante. Come in un distopico futuro à la Teminator i supermercati potrebbe passare saldamente in mano alle macchine, precise, solerti, gentili, in grado di leggere i Big Data e dunque i nostri più intimi desideri arrivando a fare la spesa al posto nostro. Con buona pace di sindacati e scioperi per chiusure forzate. Dopo aver sconvolto l’industria insomma le macchine, che diventano sempre più intelligenti grazie ai progressi della IA, sembrano pronte a conquistare anche il commercio.

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Pam Local doppia apertura a Roma, e sono 13 i pdv aperti in due anni

Arrivano a quota 13 i Pam Local della capitale dopo l’inaugurazione di due nuovi store: ma la principale novità è rappresentata dal nuovo Pam local in Circonvallazione Ostiense 270/280, perché è il primo punto vendita in franchising della città di Roma che si aggiunge agli altri sette presenti sul territorio italiano.
Lo store è gestito da Raoul Monteleoni e Claudia De Dilectis, ex addetti alla vendita che, da clienti, si sono innamorati della formula local fin dalla prima visita allo store di Piazzale Adriatico. «Il successo dei negozi già operativi sul territorio italiano ci ha convinto che questo nuovo servizio di prossimità, che unisce la qualità e la convenienza alla comodità, possa essere la giusta strada imprenditoriale da intraprendere» commentano Raoul e Claudia. Il punto vendita è situato a due passi dal quartiere Garbatella e dall’importante snodo ferroviario di Roma Ostiense e sarà al servizio, oltre che dei residenti della zona e dei turisti, anche di chi, quotidianamente, si sposta dal centro, dove lavora, alle zone più periferiche.
La seconda apertura ha invece avuto luogo in Via Piave 45/47: il nuovo store si trova al centro del triangolo “artistico” formato dalla Galleria Borghese, dal museo MACRO e dalle Terme di Diocleziano. La zona, nota per le attrazioni turistiche e la presenza di importanti ambasciate, è frequentata dagli amanti dello shopping grazie alla presenza della Rinascente e di tanti altri negozi.

Proprio nel giorno in cui i dati Istat parlano di un aumento al 40% di disoccupazione giovanile, i nuovi Pam Local romani vantano un invidiabile primato: all’interno di ciascuno è impiegata una decina di dipendenti tutti under 28.
L’offerta dei Pam Local si contraddistingue per prodotti a prezzi bassi tutto l’anno, e da una gamma assortimentale ideata per soddisfare le esigenze di tutti i clienti, come gli amanti del bio e dell’etnico, i vegetariani, i vegani, gli intolleranti al lattosio e i celiaci.

Quando è l’app che porta in negozio, Papèm da Milano punta all’Italia

È la app che abbatte le distanze tra il negozio fisico e quello virtuale. E per festeggiare il suo primo anno di vita si regala un finanziamento di 430mila euro e l’allargamento a nuove città. Perché attualmente Papèm è disponibile solo a Milano e a Palermo. Il principio della start-up, guidata da Alberto Lo Bue, Carlo Alberto Lipari e Roberto Pirrone, è semplice ma geniale: grazie alla app scaricata sul proprio smartphone si trovano informazioni, su base geolocalizzata, su prodotti e negozi di abbigliamento e design. Gli utenti possono informarsi sull’offerta di prodotti dei negozi attorno a loro, scoprire promozioni riservate alla community e guadagnare punti (i “pèms”) per avere visitato i negozi partner.

Il progetto di allargamento sarà reso possibile da un round di finanziamento di 430mila euro ottenuto grazie a un gruppo di business angel. Oltre all’allargamento a nuove città, nel 2017 sarà lanciata una nuova versione dell’app per iOS e Android e ci sarà il raddoppio dello staff, attualmente di dieci dipendenti.

«La chiusura di questi round di finanziamento – dice Alberto Lo Bue, 26 anni, CEO e co-fondatore della società, ex data scientist a Rocket Internet – costituisce un passo fondamentale per Papèm e per la sua crescita. Il mercato delle vendite multi-canale è immenso e con una crescita del +40% da un anno all’altro. Se consideriamo esclusivamente le grandi città nel mondo, le vendite in negozio influenzate dal mobile valgono circa 31 miliardi di euro. Per molti dei nostri partner, Papèm è l’unica presenza mobile e i risultati di Milano e Palermo dimostrano come l’app abbia il potenziale per diventare il migliore compagno di shopping, in grado di supportare il consumatore su diversi touchpoint da casa, in mobilità, e all’interno dei punti vendita».

Papèm permette ai brand di raggiungere i clienti giusti al momento giusto con contenuti geo-localizzati altamente rilevanti. Gli utenti hanno tutte le informazioni necessarie per programmare il loro shopping, interagendo con i brand, conoscendo i loro prodotti e accedendo a promozioni speciali. Questi non solo in casa ma anche in negozio o per strada. L’app dà visibilità ai prodotti presenti nei punti vendita del brand in tempo reale. Allo stesso tempo, grazie ad algoritmi basati su criteri geo-comportamentali, permette di portare in negozio visite che si trasformano in acquisto il doppio delle volte rispetto a quelle tradizionali. Infine, i brand possono monitorare costantemente la loro performance e accedere a dati e informazioni rilevanti a fini strategici. Papèm attualmente ha oltre 20mila utenti attivi con una crescita del 20% su base mensile, e 200 negozi visualizzabili su una mappa delle due città. Tra i brand disponibili Brooks Brothers, PVH, Diesel, Mandarina Duck, Camicissima, Alberto Guardiani, Woolrich, Obey, Waimea, Maison Laponte, Nike, Hummes, Le Coq Sportif, Diadora, Date, Converse e Adidas.

Nielsen, gli italiani abbracciano l’e-commerce: cosa acquistano online e cosa offline

L’87% degli italiani abituati a navigare in internet dichiara di fare acquisti online. Lo dice la Global Survey di Nielsen Connected Commerce effettuata su un campione di 30mila persone di 63 Paesi tra cui l’Italia. Non scompare però il negozio fisico, il cui ruolo resta decisivo soprattutto per alcune merci come gli alimentari freschi, per i quali il 38% degli italiani afferma che le visite “in store” risultano indispensabili per la formulazione della decisione di acquisto.

Secondo la Survey i prodotti maggiormente acquistati online sono beni durevoli o di svago: i viaggi (acquistati via web dal 47% degli italiani), e a pari merito libri e supporti musicali. Seguono gli articoli di moda e gli accessori (40%), biglietti per concerti, mostre ed eventi sportivi (35%), elettronica di consumo (34%) e informatica (28%). Resta marginale la quota di coloro che si avvicinano online agli alimentari freschi (frutta, verdura, carne) che vengono acquistati sul web solo dal 6% del campione, mentre più alto è il dato per vIno e bevande alcoliche (11%) e per i prodotti alimentari confezionati (12%). Gli italiani sembrano poi diffidare dell’utilizzo dell’eCommerce per la ristorazione a domicilio (7% contro una media UE del 19%).

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Quanto alla soddisfazione per gli acquisti fatti online, essa sembra variare molto a seconda della tipologia dei prodotti. Se è molto alta per i viaggi (71%) e per i biglietti per eventi (60%) e intermedia per libri e musica (48%), crolla per altre merci: addirittura il 41% degli acquirenti di abbigliamento e di arredamento dichiara che ha intenzione per il prossimo acquisto di tornare nello store fisico.

 

Online si vuole garanzia di rimborso

Tra gli strumenti di marketing che maggiormente contribuiscono allo sviluppo dell’eCommerce. Ad esempio molto convincente è la garanzia di rimborso nel caso di consegne non corrispondenti all’ordine, il 36% degli italiani la trova decisiva per la sua scelta, mentre il 32% sottolinea l’importanza del servizio di sostituzione in giornata e il 29% ritiene essenziale la pianificazione precisa delle consegne. Per i prodotti alimentari freschi, il 32% del campione richiede la garanzia di rimborso abbinata al rimpiazzo gratuito del prodotto alla spesa successiva, nel caso in cui il medesimo non soddisfi le aspettative del consumatore, mentre il 30% è orientato al solo rimborso. La completezza e la chiarezza delle informazioni riportate in etichetta costituiscono un fattore fondamentale nell’acquisto online per il 27% del campione, mentre il 25% evidenzia l’importanza di conoscere per quanto tempo saranno freschi i prodotti dopo la consegna.

 

Strumenti digitali nel pdv, touchpoint tradizionali

Ma strumenti digitali sono messi a disposizione anche dai negozi fisici. Lo studio ci dice che il 24% degli italiani utilizza casse self service all’interno dei supermercati, il 13% scanner per evitare le code, l’11% ordina i prodotti online con consegna a domicilio, il 10% ricorre a buoni sconto o coupon digitali. E il 69% del campione dichiara che utilizzerebbe il QR code dal cellulare qualora si rendesse disponibile tale modalità di accesso alle informazioni sui prodotti, il 68% utilizzerebbe scaffali virtuali per ordinare i prodotti tramite smartphone, il 66% scaricherebbe l’app dello store per ricevere offerte all’interno del negozio.

Infine è interessante notare come gli strumenti più efficaci nell’influenzare la decisione di acquisto dei consumatori italiani siano ancora i touchpoint tradizionali e le visite ai negozi fisici, soprattutto quando parliamo di beni di largo consumo. Gli alimenti freschi e i prodotti di bellezza e personal care fanno registrare rispettivamente il 38% e 31% degli shopper online che dichiarano di recarsi anche nello store fisico per acquisire informazioni aggiuntive. Lo stesso dato viene rilevato anche per il settore moda e per l’elettronica di consumo. Ulteriori touchpoint, o fonti informative, che vengono utilizzate per confortare l’acquisto virtuale, sono per gli alimentari freschi i volantini delle associazioni (21%) e il passaparola di conoscenti (18%), mentre per i prodotti di bellezza e personal care i suggerimenti del personale di vendita (20%) e il passaparola (19%). I siti web del negozio vengono consultati dal 28% degli shopper di prodotti di moda, che prendono come punto di paragone anche i siti dei brand (23%). Il 34% dei consumatori visita il sito web del negozio se è interessato all’elettronica di consumo, il 31% il sito web della marca. Nell’acquisto di questa tipologia di beni vengono utilizzate anche le recensioni trovate online (28%), i volantini (25%) e i social media (18%). Un valore questo doppio rispetto a quello registrato in Francia e Gran Bretagna (9%).

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«L’eCommerce – dice l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – sta ridisegnando il concetto stesso di fare acquisti e le sue declinazioni. Occorre inserire l’acquisto in un più ampio processo all’interno del quale sono rintracciabili esperienze valoriali differenti. Ci riferiamo soprattutto all’esigenza dei consumatori sempre più consolidata di richiedere un maggior numero di informazioni relativamente a ciò che devono acquistare rispetto al passato. Ci troviamo davanti alla sfida di dover considerare che i confini tra digitale e fisico risultano sfuocati. Per esempio, si passa dalle recensioni online del prodotto, alla lettura di volantini, al passaparola e, soprattutto, a quanto si può reperire all’interno dello store fisico dal personale addetto alla vendita. Come si vede, si tratta di strumenti a cavallo tra il fisico e il virtuale. Come emerge dalla ricerca, l’obiettivo che si pone attualmente la grande distribuzione deve essere quello di favorire l’engagement e la soddisfazione dello shopper attraverso molteplici touchpoint durante il percorso d’acquisto. Solo in questo modo si può sostenere e corroborare la propensione al consumo del cliente, che deve essere sempre più accompagnato nel sentiero che porta al prodotto».

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Gdo in crisi: Carrefour annuncia 3 chiusure, UniCoop Tirreno “taglia” in Toscana

Aprono nuovi format e il supermercato si rinnova, ma allo stesso tempo ne chiudono altri, e a soffrire di più sono gli ipermercati: Carrefour ha annunciato la chiusura dei punti vendita di Borgomanero, Trofarello e Pontecagnano come conseguenza di una ristrutturazione che coinvolgerà 500 lavoratori dichiarati in esubero. I sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS hanno proclamato lo stato di agitazione e l’astensione dal lavoro per i lavoratori di tutto il gruppo per venerdì 27 e sabato 28 gennaio.

“Sono state anticipate dall’azienda una serie di esigenze organizzative che implicherebbero un ulteriore e grave peggioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti della società”, scrivono le sigle in un comunicato congiunto. “Le argomentazioni dell’impresa hanno portato ad evidenziare rilevanti problematiche sugli andamenti aziendali, quali il fatturato, il costo del lavoro e la redditività dell’anno. Gli ipermercati risultano particolarmente penalizzati”. Argomentazioni che, concludono i sindacati “sono risultate generiche e improvvisate”.

Carrefour “è conscia della difficile situazione e delle ricadute” del proprio piano riorganizzativo e “dichiara fin d’ora la propria disponibilità a valutare il ricorso a strumenti in grado di minimizzare l’impatto di tale piano sui lavoratori coinvolti, sulle loro famiglie e sulle comunità locali. A tal fine, auspica una rapida ripresa del tavolo negoziale”, scrive dal canto suo il gruppo in una nota, nella quale precisa che attraverso il piano saranno coinvolti nella riorganizzazione 32 punti vendita del formato Ipermercati in Italia ed è prevista la chiusura dei punti vendita di Borgomanero, in provincia di Novara e Trofarello, in provincia di Torino, con una revisione del modello organizzativo di altri 30 ipermercati identificati sul territorio nazionale, “di cui è stato dichiarato il relativo impatto occupazionale”. Impatto che secondo i sindacati ammonta a circa 500 posti di lavoro in esubero. La riorganizzazione, spiega ancora Carrefour, “è motivata dalla perdurante difficoltà e dal calo di vendite registrato nel formato Ipermercati, generalizzato nel mercato italiano, che rende necessaria un’azione strutturale per recuperare un equilibrio economico sostenibile, quale unica opzione possibile”.

 

UniCoop Tirreno chiude 12 pdv

Ma non si ferma qui, purtroppo, la mappa della Gdo in crisi, che copre tutto il Paese da Nord a Sud, passando per il Centro. Potrebbe essere ancora più pesante la situazione di UniCoop Tirreno che a metà gennaio ha annunciato un “piano di rilancio” che prevederebbe otto cessioni, 12 chiusure di punti vendita, 481 esuberi full time che potrebbero coinvolgere più di 600 addetti, dato il diffuso uso del part time da parte della cooperativa.

Una manovra “di sola retroguardia che fa pagare ai soli lavoratori il prezzo della crisi – secondo i sindacati – a maggior ragione pensando che tutto ciò avviene nonostante il prestito da 170 milioni di euro avuto da Unicoop Firenze e da Coop Alleanza 3.0”, come ha sottolineato il segretario generale Uiltucs Toscana Marco Conficconi. Confermata la chiusura a Livorno della Coop di via Mastacchi, (13 addetti), e a Piombino Vignale (160 persone). “Se il bilancio di UniCoop Tirreno è stato segnato da forti perdite per troppo tempo – sottolinea la segretaria Filcams – la responsabilità non è dei lavoratori e gli sprechi non sono da ricercarsi nel costo del lavoro, non possono essere quindi i soli dipendenti a pagare le conseguenze di una cattiva gestione della cooperativa”.

 

Conad licenzia in Puglia

Aria pesante anche in Puglia dove Conad lo scorso 4 gennaio ha annunciato un piano di licenziamenti che coinvolgerebbe 55 dei 133 dipendenti dell’ipermercato Conad di Cavallino, gestito dalla società Zeus srl. La comunicazione di avvio della procedura di mobilità – inviata alle segreterie sindacali a due mesi dalla scadenza del contratto di solidarietà vigente in tutte le strutture individuate dal 2013 – non riguarda anche altri 81 addetti (tutti “area vendita”) distribuiti tra il centro commerciale Conforama di Fasano (21 su 58 sono indicati in esubero), e di 30 addetti di San Severo e Monte Sant’Angelo, nel Foggiano.
In totale 136 su 367 posti di lavoro a rischio in Puglia. Le motivazioni? Sempre le stesse: “Calo di vendite e fatturato conseguente al calo dei consumi”.

Carrefour apre un secondo market “Urbano” a Milano, con focus sui servizi

Si trova in Piazzale Susa, zona est di Milano, il secondo punto vendita Market “Urbano” in città. Innumerevoli servizi, una grande varietà di prodotti di alta qualità e soprattutto la possibilità di contattare, attraverso Carrefour market, molti dei professionisti dedicati alla manutenzione della casa sono le caratteristiche del nuovo format dell’insegna francese. Attraverso la blue box, una postazione posizionata all’ingresso del punto vendita, è infatti possibile richiedere l’assistenza a diverse tipologie di professionisti: dall’idraulico al fabbro, dall’elettricista al tapparellista, fino al tecnico della caldaia o alla sanificazione del condizionatore. L’intera gamma di servizi offerta è garantita e intermediata dal partner Slemm.
Da ora anche in Piazzale Susa i clienti possono anche usufruire di servizi quali la lavanderia, l’assistenza finanziaria di Carrefour Banca, la possibilità di invio di denaro in tutto il mondo attraverso Moneygram o acquistare i biglietti per i propri eventi preferiti attraverso Ticketone, biglietti cinema, oltre che la possibilità di accedere a servizi tecnologici come stampa foto, fotocopie, scanner, fax, pagamento bollettini, carica batterie per i propri device, digitalizzazione DVD e molto altro.
Il rinnovato punto vendita Market Urbano di Piazzale Susa, si estende su una superficie di 1.044 metri quadri. Tra i reparti serviti, di fianco a gastronomia e rosticceria, si trova il corner delle patatine fritte servite al momento per un servizio take away. Arricchiscono l’offerta un settore di monoporzioni da asporto sia pronti da mangiare sia da cucinare, a base di carne o di pesce, pane caldo tutta la giornata, punto ristoro Market Caffè, oltre che una vasta gamma di prodotti sia bio che free from
«Il formato “Urbano” rappresenta una vera e propria rivoluzione nei modelli della grande distribuzione ed è per questo che siamo orgogliosi di averlo portato a Milano aprendo oggi anche il secondo punto vendita – ha detto Stephane Coum, direttore supermercati Carrefour Italia -. Innovazione e servizio sono le parole chiave che guidano quotidianamente il lavoro di Carrefour market e il modello Urbano ne è un esempio concreto, un aiuto a tutte quelle persone che da oggi possono trovare nei propri supermercati di fiducia in Viale Regina Giovanna e in Piazzale Susa a Milano un supporto concreto nell’organizzazione della propria vita e una risposta semplice e immediata alla richiesta di servizi a 360 gradi».

Metro AG lancia a Krefeld il nuovo concept di ipermercato

La facciata del Markthalle Krefeld. Tutte le foto: obs/real,- SB-Warenhaus GmbH/Carlos Albuquerque.

Si trova a Krefeld, in Germania, l’”ipermercato del futuro” di Metro. Lo store pilota rappresenta il nuovo concept con il quale la catena tedesca intende affrontare il futuro dei suoi ipermercati. Rinominato Markthalle Krefeld dopo il restyling, il nuovo ipermercato occupa una superficie di 11.500 metri quadri e impiega 265
persone. Dispone di un parcheggio con 700 posti, ed ha aperto a fine novembre 2016 dopo un anno di lavori. L’assortimento è per il 70% alimentare e per il 30% non food.
Più servizi, più freschezza, più assortimento e prezzi ancora migliori, e più impatto ed emozione anche nei reparti non alimentari, così Metro vede il futuro dello shopping. La struttura ricorda quella di un mercato tradizionale, con molti piccoli produttori sotto lo stesso tetto: il Maestro macellaio, i panettieri e pasticceri artigianali, la torrefazione del caffè, il vino, il banco del formaggio e del pesce.
«A Krefeld abbiamo unito in modo originale gli aspetti razionali della spesa conveniente con l’idea di esperienzialità, e facendo questo abbiamo creato un concept di locale ibrido» spiega Henning Gieseke, Ad di Real, brand di Metro AG per gli ipermercati. 
La filosofia e il tema centrale che regge i vari comparti food e non-food è il concetto di  “Vivere bene”. Per questo l’enfasi è sulle lavorazioni artigianali e a vista. Dalle salsicce al pane, dal caffè alla pizza alla pasta, passando per il wine bar, il sushi e le ostriche fresche, al centro ci sono gli addetti, pronti ad accogliere (e coinvolgere) il cliente. Che viene trattato come una sorta di ibrido, lui stesso, tra cliente e ospite.

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Rinnovato il category management. «In particolare nei prodotti di alta gamma abbiamo selezionato un gran numero di nuovi fornitori che sono stati coinvolti uno per uno nel progetto del nuovo concept – ha detto l’altro Ad di Real  Patrick Müller-Sarmiento -. Al di là del nostro assortimento di sempre, ora offriamo anche bistecche di manzo Kobe, pollo alla griglia biologico, tartufi e molto altro. Per la prima volta l’intera catena del valore è nelle nostre mani. In particolare, il reparto dei freschi è legato strettamente alla cucina del market, nella quale vengono cucinati i prodotti in vendita con un menu è costantemente rinnovato». Tutti gli scaffali si aprono con le varietà biologiche, in modo da dimostrare la competenza nel campo. In assortimento ci sono profumi o prodotti tipici delle profumerie e dei negozi specializzati in biologico e naturale. Tra i nuovi marchi a disposizione ci sono Esprit, Apple e Bodum.

 

Un “risto-mercato” con 180 posti a sedere

All’interno la “Piazza” offre circa 110 posti a sedere, in aggiunta vi è un giardino d’inverno, che è adiacente alla torrefazione del mercato, con circa 70 posti a sedere. «Qui è dove ci differenziamo dalla concorrenza, offrendo i prodotti delle singole offerte gastronomiche. Al contrario, il mercato coperto ha una zona pranzo indipendente con una selezione variegata, in cui ogni prodotto può essere degustato immediatamente. Tutti i piatti sono preparati al momento davanti ai clienti» spiega Müller-Sarmiento.

La cucina di qualità è stagionale e fa ampio uso di prodotti locali e sostenibili. Un team di chef esperti hanno creato ricette innovative. Nel menu bistecche e hamburger con contorni diversi e “grandi classici” come gli involtini di manzo con cavolo rosso e gli gnocchi. Non mancano i piatti vegetariani. L’intero mercato ha ricevuto la BIO-certificazione.

In offerta anche una vasta selezione di insalate fresche e croccanti, mentre lo Smoothie bar presenta centrifughe di frutta e verdura. L’impasto della pizza e la pasta vengono preparati tutti i giorni. La trota è affumicata nell’affumicatoio che lavora anche pesci di fiume pescati in zona. Al sushi bar, c’è sushi in alta qualità, preparati al momento da maestri di sushi. La panetteria sforna deliziosi dolci e pasticcini. Il wine bar serve vini selezionati dall’assortimento in vendita.

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