CLOSE
Home Tags Retail

Tag: Retail

Vestopazzo debutta a Il Centro di Arese

Debutta a IL CENTRO di Arese Vestopazzo, il brand italiano che propone bigiotteria e accessori moda ispirati alle emozioni di luoghi e viaggi.
L’offerta di Vestopazzo comprende un’ampia gamma di collezioni connotate da diversi materiali tra cui i prodotti in alluminio 100% riciclato lavorato a mano, i bijoux placcati in argento e oro e quelli realizzati in ottone.
Vestopazzo porta con sé il tema del viaggio. Con il tempo e con l’esperienza, il brand ha costruito una rete di artigiani e fabbricanti, affiancando loro un solido team di style e design. La ricerca della produzione si distingue per la sua sperimentazione e artigianalità, dando vita a bijoux unici che raccontano storie sempre diverse.

Category management: l’agenda di ECR e GS1 Italy per il 2021

Webinar, eventi e corsi di formazione: al via un piano di informazione e formazione su uno dei temi chiave del largo consumo: quello del category management.

L’obiettivo? Aiutare produttori e retailer a soddisfare le nuove esigenze del mercato “stressato” dal COVID-19.

Dovendo rispondere alle mutevoli esigenze del mercato, il Category management è infatti un modello in continua evoluzione e il suo successo è dettato anche dalla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti dinamici che investono il mass market.

Per questo, in questa fase socio economica decisamente precaria, incerta e volubile, è giusto interrogarsi su come stia funzionando oggi.

La community internazionale di ECR – in Italia parte di GS1 Italy – intende dare una risposta con il progetto dedicato al Category management e rivolto alla business community del largo consumo per condividere con le aziende i contenuti e le best practice internazionali.

L’obiettivo è aumentare la conoscenza su questo tema e contribuire alla costruzione di una piattaforma europea a supporto delle aziende dell’Industria e della Distribuzione per aiutarle ad affrontare i cambiamenti che stanno investendo il mercato.

«Partendo dagli interessanti e stimolanti risultati del rapporto dedicato all’evoluzione del Category management adottato nel largo consumo che l’ECR community ha presentato a fine 2020, abbiamo costruito un piano di attività finalizzate a divulgarne i contenuti, raccontando – e facendo raccontare direttamente alle aziende – come sta cambiando l’approccio al Category management» spiega Silvia Scalia, ECR Italia and training director di GS1 Italy. «Accanto a un ciclo di webinar internazionali, abbiamo in programma un grande evento nazionale a marzo e abbiamo intensificato l’impegno sul fronte della formazione, attivando presso l’Academy di GS1 Italy nuovi corsi e percorsi dedicati al Category management».

16 febbraio: il webinar ECR Community

Proprio ECR Italia sarà protagonista, martedì 16 febbraio, alle ore 16.30, del webinar internazionale dell’ECR Community, in cui, dopo la presentazione della case history di Barilla, affronterà il tema del Category management omnichannel, con un focus sul passaggio dalle categorie di prodotti alle categorie di esigenze e desideri degli shopper. Il webinar è gratuito, previa iscrizione online.

30 marzo: l’evento GS1 Italy

Il 30 marzo sarà la volta di un evento organizzato da GS1 Italy per illustrare le soluzioni e le best practice in ambito ECR Italia e che vedrà la partecipazione di importanti aziende di Produzione e Distribuzione che presenteranno le loro esperienze.

Aprile: partono i corsi Academy

Quindi, a partire da aprile, prenderanno il via i corsi dell’Academy di GS1 Italy, con un percorso di webinar di approfondimento e condivisione dell’evoluzione delle diverse componenti del Category management per affrontare i cambiamenti nelle aspettative e nei comportamenti degli shopper e l’evoluzione dei canali di vendita per il presidio dell’omnicanalità. Ciascuno di questi webinar abbinerà la presentazione dell’approccio teorico supportato da casi di successo a esercitazioni pratiche in cui i partecipanti testeranno concretamente l’impatto dell’utilizzo dei modelli teorici presentati. I webinar potranno essere fruiti singolarmente in contesti multiclient o personalizzati in specifici percorsi aziendali, in funzione delle specifiche esigenze.

Debutta Healthy Color, nuova catena di ristoranti di Sfera Ebbasta

Healthy Color, il coloratissimo Healthy fast food del cantante Sfera Ebbasta, del calciatore Andrea Petagna e dello stilista Marcelo Burlon, approda ufficialmente a Roma aprendo le porte del nuovo ristorante in Via Leone IV 64, a cavallo tra lo storico Rione Prati e le Mura Vaticane.

“L’idea di Healthy Color è chiara: mangiare sano non è mai stato così colorato, c’è un modo per far felice il proprio organismo e il proprio palato allo stesso tempo” parola di Sfera Ebbasta, Marcelo Burlon e Andrea Petagna.

L’imminente arrivo nella capitale è solo una delle nuove sorprese targate Helathy color. L’azienda ha infatti programmato nuove aperture in Italia attivando un piano di espansione in grado di rafforzare il giovane brand che ha rivoluzionato il mondo dell’healthy fast food in Italia. Dopo il lancio del primo store Milanese di Via della Moscova fine 2019 e dopo la nuovissima apertura romana, Healthy Color si appresta così a divenire una vera e propria catena, presente nelle principali città italiane e non solo, diventando un punto di riferimento del mondo dell’healthy food di qualità. Sono stati programmati posizionamenti anche in alcune capitali europee, anche grazie all’attivazione del programma franchising studiato da Davide D’Andrea Ricchi.

Healthy Color significa rispetto non solo nei confronti del proprio corpo ma anche verso il pianeta. Con uno sguardo sempre rivolto al green e alla sostenibilità, l’healthy fast food ha lanciato una linea originale di packaging monouso eco-friendly e la Healthy Water, l’acqua di Healthy Color confezionata in Tetrapak completamente riciclabile ad alto contenuto di materia vegetale.

I poke di Healthy Color sono diversi da tutti gli altri, per il loro profumo e sapore unico, dato da una rivisitazione del piatto di origine hawaiiana in chiave mediterranea. Non si tratta però di una semplice pokeria: Healthy Color è un vero e proprio healthy fast food, con un ampio menù che offre una scelta variegata anche di Burger di salmone, tonno, pollo al curry e fassona così come di wrap, insalate, tartare e, per i palati più golosi, anche di pancake e ice cream “0″ calories.

Inoltre, Healthy Color Roma è aperto con orario continuato anche nel pomeriggio con il servizio di Healthy Bar: caffè, cappuccini colorati alla curcuma, alla barbabietola o alla spirulina, tisane, centrifughe e tante altre sfiziosità son pronte ad accogliere i clienti nelle ore centrali della giornata. A disposizione anche un servizio Wi-Fi gratuito.

Mangiare da Healthy Color è un’esperienza, soprattutto se instore. Ma anche ordinando da casa, con il servizio di delivery offerto in esclusiva da Uber Eats, si viene travolti dai colori del packaging studiato nei minimi dettagli per ogni piatto del menù. Oltre al food, Healthy Color è unico nel suo genere per un design e un impatto visivo degli store fuori da ogni immaginazione: un vortice di colori e geometrie accoglie i clienti al loro ingresso nel ristorante, grazie all’opera degli street artist Motorefisico, all’attenta progettazione dell’architetto Antonio Zonfrillo e la forte identità del format e del brand ideato e sviluppato dalla Zon Productions.

Pam inaugura un nuovo pdv in franchising a Craveggia

Pam Franchising apre le porte del nuovo supermercato Pam di via Provinciale 12 a Craveggia (VB), a pochi chilometri dal confine Svizzero.

Il supermercato si sviluppa su una superficie di vendita di circa 800 mq e sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00; mercoledì pomeriggio chiuso. Il punto vendita è gestito dalle due responsabili Federica e Patrizia che con grande entusiasmo hanno sposato una storica azienda italiana come Pam Panorama che ha da sempre dimostrato la capacità di coniugare la tradizione con l’innovazione.

L’offerta del nuovo negozio sarà centrata su una convenienza continua e sulla qualità e provenienza dei prodotti con un occhio di riguardo al comparto dei freschissimi. Frutta e verdura della massima qualità e freschezza, il meglio dei prodotti del territorio, consegnato tutti i giorni.

La carne è proveniente da fornitori selezionati che rispondono ad elevati standard qualitativi ed è sottoposta a numerosi controlli di laboratorio e lavorata all’interno del Centro Carni di Qualità Pam Panorama di Firenze.

Attivi inoltre nel nuovo negozio i più moderni sistemi di pagamento elettronici come Apple Pay e Satispay.

GS1 presenta un manuale operativo anti Covid

In che modo le aziende potranno affrotare le nuove sfide nate nell’era della pandemia? Dallo studio coordinato da ECR Italia con il supporto dei team di ricercatori di LIUC Università Cattaneo e Politecnico di Milano nasce  un “manuale operativo” che raccoglie, descrive e sistematizza le 360 iniziative anti-COVID messe in campo nel 2020 da produttori e retailer.

Il nuovo studio, presentato da GS1 Italy nel corso dell’evento online “COVID-19 nel largo consumo: vademecum per il new (ab)normal, mette in evidenza gli effetti della pandemia sui diversi processi delle aziende del largo consumo in Italia e “fotografa” le azioni messe in campo per garantire la catena di fornitura nonostante il momento di difficoltà.

Le pratiche adottate

Ecco alcune delle soluzioni adottate in Italia: prioritarizzazione dell’assortimento, razionalizzazione dei formati, rallentamento nel lancio di nuovi prodotti e riduzione della complessità. E ancora, attivazione di fornitori alternativi di materie prime, packaging e prodotti finiti, ma anche creazione di scorte strategiche e ricerca di soluzioni alternative per il trasporto e il magazzino. E poi snellimento degli iter decisionali e switch dinamico tra stabilimenti produttivi, magazzini e punti di consegna delle merci. Fino alla ridefinizione dei calendari e dei planning di lavoro e maggior ricorso al trasporto intermodale, senza dimenticare la volata della digitalizzazione, con l’aumento dell’EDI, della raccolta di ordini da remoto e dell’e-commerce. Ma, soprattutto, una maggiore collaborazione tra attori della filiera grazie al rafforzamento delle relazioni e alla condivisione delle informazioni per far fronte insieme alle conseguenze della pandemia sulla supply chain.

«Abbiamo voluto approfondire le reazioni delle imprese di produzione e distribuzione dal punto di vista dei processi di filiera» afferma Silvia Scalia, ECR and training director GS1 Italy «e studiare le iniziative e le buone pratiche introdotte per ridurre gli impatti derivanti dalla pandemia e per assicurare la disponibilità dei prodotti lungo la filiera. L’obiettivo pertanto è stato quello di raccogliere e capitalizzare le esperienze direttamente dalle aziende e metterle a fattor comune per creare una base di conoscenza diffusa riguardo alle soluzioni e agli approcci adottati e adottabili in queste situazioni».

«Abbiamo raccolto direttamente dalle aziende le iniziative e le soluzioni collaborative che hanno adottato a causa della pandemia per garantire la business continuity e abbiamo razionalizzato questo patrimonio di informazioni secondo categorie ragionate per facilitarne la consultazione, la diffusione e la condivisione» spiega Giuseppe Luscia, ECR project manager di GS1 Italy. «Dalla raccolta, dall’organizzazione e dalla sistematizzazione di queste informazioni è nato il Vademecum presentato oggi, che mettiamo a disposizione di tutto il sistema come patrimonio di conoscenze condivise e come “manuale” operativo a garanzia della continuità del business e della gestione del rischio».

Il panel delle aziende coinvolte in questa ricerca comprende 21 operatori:

  • Distribuzione: Bennet, Conad Adriatico, Conad Centrale, Conad Nord-Ovest, Coop Nord-Ovest, Esselunga.
  • Produzione: Barilla, Bauli, Bolton, Cameo, Coca Cola HBC, Fater, Ferrero, FHP di R.Freudenberg, Heineken, Kellog’s, Lavazza, Mondelez, Nestlé, Ponti e Unilever.

Complessivamente, dall’analisi dei 21 casi di studio è emerso che, per rispondere alle sfide imposte dalla pandemia, le imprese del largo consumo hanno adottato 360 iniziative diverse, pari a una media di 18 iniziative per impresa. Nel 41% dei casi sono state pensate nella fase pre-COVID, nel 47% sono state sviluppate durante le settimane cruciali del primo lockdown nazionale e nel 12% dei casi sono state intese per essere attivate dopo la prima ondata.

L’adeguamento alle nuove esigenze imposte dall’emergenza sanitaria ha comportato in media per le aziende, nel bimestre marzo-aprile 2020, un aumento del 2-5% dei costi logistici rispetto allo stesso periodo del 2019.

«Le soluzioni sviluppate dalle aziende hanno riguardato soprattutto la semplificazione dei processi logistici e la velocizzazione dei processi decisionali» spiegano Fabrizio Dallari e Alessandro Creazza, del Centro sulla logistica e supply chain management della LIUC Università Cattaneo. «I nuovi rischi emergenti hanno richiesto di introdurre ridondanze nei sistemi, aumentandone la flessibilità e la fungibilità e abilitando una pianificazione dinamica al variare delle condizioni al contorno. In questo contesto la collaborazione di filiera si è confermata elemento cardine per garantire gli approvvigionamenti ed aumentare la resilienza nei processi order-to-delivery e demand-to-supply».

Il team dei ricercatori ha sistematizzato queste 360 attività disegnando l’albero delle soluzioni per la business continuity (Figura 1) – descritto puntualmente nel Vademecum – in cui:

  • I tronchi rappresentano le 8 macro-categorie individuate.
  • I rami le 24 categorie di soluzioni.
  • Le foglie le 60 soluzioni operative adottate.

«L’80% delle aziende ha fatto leva su almeno 7 delle 8 macro-categorie individuate nello studio, mentre tra le 60 soluzioni ben 38 sono state adottate da tutte le imprese del campione, 19 sono state appannaggio delle aziende di produzione e 3 di quelle dei retailer» spiega Marco Melacini, professore di logistics management e direttore dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano. «Se nell’immediato le dotazioni di health & safety hanno consentito di rispondere ai rischi sanitari, per il futuro sono sempre più necessarie nuove capability che consentano di fronteggiare le nuove sfide per la filiera del largo consumo».

L’albero delle soluzioni

Le 8 macro-categorie individuate dal Vademecum GS1 Italy sono:

  • Decomplexity: ridurre la complessità della supply chain, focalizzandosi sull’essenziale per utilizzare al meglio le risorse a disposizione (“Less is more”), ad esempio rivedendo l’assortimento per eliminare temporaneamente le referenze basso-vendenti oppure riducendo gli ordini relativi ad espositori, palbox o display pallet in favore di unità di carico standard non rilavorate.
  • Ridondanza: disporre di risorse aggiuntive/alternative da attivare in caso di necessità per assicurare la continuità delle operations (“Just in case”), ad esempio aumentando lo stock di prodotti alto-vendenti nel caso di emergenza o attivando dei fornitori alternativi di materie prime e packaging.
  • Streamlining: rivedere i processi di supply chain, specialmente in termini di decision making, per renderli più snelli e agili, operando “at the speed of relevance”, ad esempio riducendo la “burocrazia” o estendendo l’orario di ricevimento delle merci nei Ce.Di..
  • Dynamic Planning: modificare in real time le scelte logistiche relative all’utilizzo e all’allocazione delle risorse, per incrementare adattabilità e flessibilità (“It is not the strongest that survives”), ad esempio allocando gli stock in modo dinamico nei diversi nodi logistici del network o ridefinendo i quantitativi da distribuire ad ogni cliente per garantire la disponibilità di prodotto a tutti.
  • Fungibilità: aumentare la sostituibilità di articoli e sistemi produttivi, riducendo gli switching cost, per attivare rapidamente piani alternativi (“Design for resilience”), ad esempio standardizzando formati e confezioni dei prodotti destinati a mercati o canali differenti oppure allocando le produzioni su più siti alternativi in caso di necessità.
  • Collaborazione di filiera: adottare comportamenti virtuosi nelle relazioni di filiera a beneficio di tutti gli attori coinvolti, ad esempio avviando logiche di collaborative planning, condivisione delle previsioni di domanda e aumento della visibilità lungo la filiera oppure riducendo i tempi di pagamento dei fornitori.
  • Health & Safety: tutelare la salute e la sicurezza di dipendenti, fornitori e clienti per ridurre il rischio di contagio e garantire la capacità operativa (“Work hard, stay safe and make history”), ad esempio adottando tutti i sistemi di distanziamento oppure remotizzando e digitalizzando la raccolta degli ordini da parte della forza vendita.
  • New Capabilities: sviluppare competenze innovative per migliorare la capacità di affrontare le nuove sfide (“Bridging the future”), ad esempio introducendo sistemi automatici di gestione del magazzino, potenziando l’e-commerce oppure adottando sistemi di supporto alle decisioni alimentati con dati storici per simulare gli scenari distributivi e fare analisi “what-if”.

La sintesi della ricerca delle soluzioni è stata pubblicata nel Bluebook “Un vademecum per il next normal. Lesson learned post Covid-19 nella filiera del largo consumo” disponibile gratuitamente sul sito di GS1 Italy.

Take Off lancia il suo stile sul web

Take Off, catena italiana di fashion boutique a prezzi outlet, porta sul web il suo stile unico partendo da una prima selezione di brand e prodotti del suo portfolio. Sullo shop online Take Off è già disponibile una vasta offerta di capi d’abbigliamento e accessori dei migliori brand internazionali, e dei sei marchi distribuiti in esclusiva dall’azienda, a prezzi d’occasione.

Il punto di forza di Take Off è un modello di business innovativo che unisce le migliori caratteristiche di un outlet, vasta scelta di grandi marchi a prezzi scontati, a quelle tipiche di una fashion boutique, massima cura nell’allestimento degli store, assistenza tailor made al cliente e collezioni in esclusiva. Lo store online replica questa shopping experience unica, grazie all’assistenza personalizzata dei suoi esperti di immagine e tendenza, alla cura nell’allestimento della vetrina virtuale e alla grande varietà di capi in vendita.  Organizzato in modo semplice e lineare, il portale accompagna i clienti nella scelta del capo più adatto alle loro esigenze, che sia un abito da cerimonia o un outfit sportivo. Nello shop online Take Off si possono trovare le collezioni dei sei brand distribuiti in esclusiva italiana dall’azienda: Gaia Galli, Stella Berg e Yuko Hayate per la moda al femminile, Henry Smith, Andrea Maggi e One Two One per la moda uomo. Non solo, è disponibile anche una selezione di capi di abbigliamento, calzature e accessori dei migliori marchi della moda internazionale (come Gucci, Salvatore Ferragamo, Burberry, Miu Miu, Valentino e molti altri).

L’apertura del canale di vendita online è una nuova importante tappa nel percorso di espansione dell’azienda, che in pochi anni è cresciuta fino ad avere 30 punti vendita, e ora grazie all’e-commerce potrà raggiungere i clienti in tutta Italia. “Siamo orgogliosi di presentare anche sul web i prodotti del nostro catalogo – spiega Aldo Piccarreta, Fondatore e AD di Take Off –. Nelle fashion boutique Take Off offriamo un’esperienza d’acquisto piacevole, semplice e coinvolgente, una filosofia che vogliamo portare anche nello shop online in modo da arricchire la nostra proposta”.

Consumi e pandemia: l’Osservatorio Confimprese-EY

In piena pandemia, uno sguardo all’andamento del commercio. Ecco la panoramica fornita dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato nel mese di dicembre. Ne emerge una situazione ancora fortemente negativa in tutta Italia, con previsioni che decisamente poco rosee.

Il mese di dicembre, registra, infatti, un trend del -46,6%: ancora negativo, sia pure in ripresa rispetto a novembre (-67,1%).

L’anno 2020 si chiude a -38,9% vs 2019 con la ristorazione in maggiore sofferenza a -46,8%, seguita dall’abbigliamento a -38,3% e altro non food a -26,9%.

Centri commerciali e outlet crollano per effetto del protrarsi delle restrizioni che li obbligano alla chiusura nel weekend, con simmetrico aumento di traffico e assembramenti nei centri città. Effetto negativo che si ripercuote sull’aggregato di dicembre fermo a -54,7% e -41,1% su base annua.

Quanto alle categorie merceologiche nel mese di dicembre, la ristorazione paga il prezzo più alto dovuto all’effetto boomerang delle chiusure nel weekend. L’andamento disastroso a -66,8% la relega a maglia nera dell’intero comparto retail, mentre l’abbigliamento si ferma a -45%, migliori le performance -29,3% di altro non food, che continua a godere dell’onda lunga delle minori restrizioni dal primo lockdown in poi.

A guadagnare dalla chiusura dei centri commerciali in dicembre sono le high street che, in controtendenza rispetto ai mesi precedenti, registrano un calo del -32,2% rispetto ad altre località -37,3%. Si assiste, in buona sostanza, a un mutato atteggiamento de consumatore che, privato dei luoghi di aggregazione abituali, si è rivolto ai centri città per trovare i negozi che di solito frequenta nei centri commerciali e outlet. Sempre in grande sofferenza il travel con -67,2%. Su base annua chiude a -59,7%.

Le aree geografiche riflettono la situazione di lieve miglioramento riscontrata per i settori merceologici e chiudono a -46,6%. Rispetto alle rilevazioni dei mesi precedenti, si osserva una maggiore omogeneità dei trend in tutte le aree. La flessione più marcata si registra nell’area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) con -52,5%, seguita dall’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) con -47,1%, dall’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) con -45,9% per finire con l’area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) che chiude il mese a -43,7%.

«Con un mese di dicembre a -46,6% – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Retail di Confimprese – si chiude l’anno più difficile per il retail non food e ristorazione. Il totale anno a -38,9%, con punte -46,8% per la ristorazione e -59,7% per il canale travel, preannuncia pesantissimi effetti sui bilanci delle aziende del settore con conseguenti presumibili ricadute su occupazione e investimenti. Le prime indicazioni sui primi 10 giorni di gennaio, con un calo di traffico nei centri commerciali intorno al -50%, non danno segnali di miglioramento nel breve periodo. Sono sempre più necessari e urgenti interventi di supporto al settore con particolare riferimento alla tematica degli affitti che, con cali di fatturato di tale entità, non possono e non devono rimanere un costo fisso che rischia di travolgere anche aziende sane e con opportunità di crescita e occupazione nel medio periodo».

L’e-commerce, dopo l’exploit di novembre (+92,6%) rimane invece stabile come numeri assoluti rispetto a novembre, ma cresce pur sempre del +54,9% rispetto a dicembre di un anno fa. Le iniziative come il cashback sembrano aver funzionato per riportare i consumatori ad acquistare nei negozi fisici.

«Facciamo il bilancio di un anno molto difficile – dichiara Paolo Lobetti Bodoni, Med business consulting leader di EY –. Tuttavia, si registra uno scenario diverso rispetto al fisiologico +40% raggiunto usualmente nel mese di dicembre su novembre. Quest’anno le vendite nei negozi fisici sono più che raddoppiate (+110%), mentre le vendite online in valore assoluto sono rimaste simili (+2% vs novembre 2020). Da ciò possiamo ritenere che il consumatore tornerà ad acquistare nei negozi fisici, non appena le restrizioni si allenteranno, e che iniziative come il cashback hanno un effetto tangibile nel promuovere le vendite. Notiamo inoltre una ripresa per i negozi in centro città, che hanno rappresentato un’alternativa ai centri commerciali chiusi, per fare shopping nei grandi marchi del retail».

Analisi per regioni

A livello regionale i trend riflettono l’andamento delle aree geografiche. Cinque regioni lasciano sul terreno perdite superiori al 50% e sono Friuli-Venezia Giulia e Veneto -55,5%, seguite a breve distanza da Toscana -53,6%, Campania -51,5%, Emilia-Romagna -50,4%.

Tutte le altre subiscono perdite sotto il 50% ma pur sempre significative. A cominciare dall’area Sud con Abruzzo -48,6%, Umbria -47,6%, Puglia -47,2% Molise -47%, Basilicata -46%. Per proseguire con Centro e Nord: Lazio -45,6%, Lombardia -45,2%, Trentino-Alto Adige -43,7%, Liguria -43,2%, Valle d’Aosta -42,8%, Sardegna -42,3%, Sicilia -41,8%, Marche -41,3%. A sorpresa le regioni maggiormente agli antipodi dello Stivale, Piemonte e Calabria, se la cavano meglio delle altre, entrambe a -40,2%.

Analisi per città

Venezia, icona dell’arte nel mondo, collassa a dicembre a -62,4% e -46,9% su base annua. Ma a breve distanza c’è sempre Firenze -59,6%. Seguono Reggio Emilia -57,1%, Genova -55,6%, Verona -55,5% Parma -53,6%, Bologna -53%. Con perdite inferiori al 50% troviamo Roma -45,8%, Palermo -45,6%, Milano -40,3%, Napoli -38,3%, Torino -38,2%.

Analisi per province

Il trend delle province mostra la concentrazione dell’andamento peggiore a Caserta -63,4%, sede di importanti centri commerciali, meglio le province di Napoli -47,2% e Salerno -45,5%. Tuttavia, subito dopo ricompaiono le città simbolo dell’arte e del turismo italiano. In Toscana la provincia di Firenze chiude dicembre a -61,6%, Livorno -47,8%, Lucca -41,8%. In Veneto la provincia di Venezia è a -61,1%, Verona -55,2%, Vicenza -52,7%, Treviso -52%, Padova -51,5%. Male anche la provincia di Udine -59,1%. La situazione delle province lombarde riflette l’andamento su base annua: Como -57%, Pavia -54,2%, Brescia -53,1% Milano -46,4%, Monza Brianza -44,4%, Bergamo -38,6%.

Delle province liguri la peggiore è quella di Genova con -52,5%, molto staccate Savona -29,1% e Imperia -23%. Delle province emiliane la provincia di Reggio Emilia è la peggiore -59,1%, seguita da ForlìCesena -52,7%, Bologna -52,3%, Parma -49,2%, Modena -46,5%, Rimini -38,1%. Per le province piemontesi la peggiore è Biella -45,7% seguita da Alessandria -42,5%, Torino -41,6%, Novara -41,4%, Cuneo -30%. Tra le province siciliane la peggiore è Catania che lascia sul terreno una perdita secca del -50,7%, seguita da Palermo -43,6%, Ragusa -43%, Agrigento -41%. Staccate Trapani -30,5%, Messina -28,9% e Siracusa -24%. Nelle province laziali si distingue per performance negative Frosinone che con -46,4% precede Roma -45,8% e Latina -40,9%.

Multicedi: l’obiettivo è ottimizzare i pdv

Migliorare i punti vendita già attivi e proseguire il programma di sviluppo in nuovi territori: questo il duplice obiettivo che si prefigge per il 2021 Multicedi, azienda di Pastorano (CE) con una storia pluriennale nel mondo della GDO.

A dispetto di un 2020 estremamente difficile per il mondo dell’imprenditoria, Multicedi ha chiuso l’anno solare appena trascorso con 29 nuove aperture in 4 diverse regioni, a dimostrazione di una precisa volontà aziendale di non modificare i piani di sviluppo stabiliti prima dello scoppio della pandemia. Anche per il 2021, è previsto un numero pari di aperture. L’azienda, infatti, punta a ripetere la felice esperienza di sviluppo dell’anno passato, da un lato rafforzando la propria presenza in territori dove storicamente già opera con successo con varie insegne (Campania e Lazio in testa), dall’altro affacciandosi a una regione rimasta ancora poco esplorata: la Puglia.

“Questo processo di sviluppo è la naturale prosecuzione di quel trend che ci ha portato dalla seconda metà degli anni 2000 ad oggi a distinguerci come leader del settore GDO in Area 4” commenta Angelo Merola, Responsabile Marketing del Gruppo. “Va da sé che affacciarsi a nuovi mercati – peraltro, con un portafoglio di brand decisamente composito e corposo – ci metta dinanzi a interrogativi e sfide totalmente nuovi: approcciando nuovi territori, incontriamo un cliente abituato a modalità d’acquisto e fruizione di servizi piuttosto diverse da quelle che conosciamo. Allo stesso tempo” prosegue Merola, “non dobbiamo dimenticare che, in un mercato così fluido, siamo chiamati a migliorarci ogni giorno per offrire alla clientela servizi e soluzioni in linea con le esigenze dei tempi.”

Con la fuoriuscita di due soci e l’innesto di nuovi attori, attualmente il gruppo vanta oltre 420 punti vendita. Per quelli a gestione diretta, l’azienda ha stanziato già dal secondo semestre del 2020 la cifra di 10 milioni di euro per procedere a migliorie strutturali. Il duplice obiettivo è valorizzare la centralità delle tradizionali e, al contempo, strizzare l’occhio alla digitalizzazione; ciò sarà possibile grazie all’implementazione di vari servizi, tra cui la segnaletica digitale e la spesa on-line, volti a garantire al cliente un’esperienza di spesa omnicanale. Un simile piano è in fase di studio anche per il resto della rete.

Inoltre, nel 2021 con l’apertura della sede milanese di Decò Italia si consolida la partnership con il Gruppo Arena, al momento il team sta lavorando al lancio di altri 1.200 prodotti a marchio e a marchio esclusivo. Si conferma anche la storica collaborazione con la centrale d’acquisto VéGé.

Natale 2020: bene libri, beauty, fashion e tech. L’osservatorio Stocard

Il mese di dicembre potenziato dalle Feste Natalizie, ha visto un notevole incremento di vendite in numerosi settori merceologici tra cui i libri, il beauty, l’elettronica di consumo e il fashion.  È quanto emerge dall’ultima analisi dell’Osservatorio di Stocard che ha confrontato i trend di acquisti nei mercati retail di dicembre 2020 rispetto al periodo settembre-novembre.

“Dicembre è il periodo di massimo incremento di spesa nel mercato retail – commenta Valeria Santoro, Country Manager di Stocard Italia – Una crescita delle vendite che coinvolge pressoché tutti i settori merceologici, complice l’arrivo delle Feste natalizie. Tuttavia, in un anno tristemente anomalo come quello appena concluso, settori come il beauty, il fashion e la ristorazione, fortemente penalizzati dalla pandemia, si sono particolarmente distinti e per la prima volta dopo diversi mesi hanno registrato un notevole aumento delle vendite. Una buona notizia che ci auguriamo possa rappresentare un segnale di ripresa duraturo e darci speranza per il 2021”.

Nel dettaglio, a dicembre gli acquisti sono aumentati in tutti i mercati retail monitorati da Stocard, rispetto ai precedenti tre mesi (settembre-novembre 2020):

Il trend degli acquisti registrati dall’Osservatorio Stocard mostra quindi una crescita generale, comune al periodo natalizio, che ha particolarmente interessato settori come il beauty, che a dicembre ha registrato un incremento delle vendite pari al 66% rispetto ai tre mesi precedenti, e il fashion (+37): ambiti, questi, tra i più penalizzati dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Discorso analogo per la ristorazione, che ha registrato un +37% e ha beneficiato dei servizi di food delivery e dei diversi giorni di apertura previsti dalle disposizioni del Governo.

L’aumento delle vendite ha visto inoltre primeggiare il mercato librario (+71%), con ottimi risultati anche per l’elettronica di consumo (+52% di acquisti), e negozi di articoli per l’infanzia (+31%).

La giornata in cui si è registrato il picco di spese è stato mercoledì 23 dicembre, complice anche l’imminente ingresso dell’intero Paese in zona rossa il 24 dicembre: +47% di acquisti da parte dei consumatori italiani rispetto agli altri giorni di dicembre.

L’Osservatorio Stocard ha evidenziato due altri dati significativi: nel corso del mese di dicembre, rispetto ai tre mesi precedenti, è aumentato in maniera considerevole il numero dei consumatori, +22%. Parallelamente sono cresciuti anche gli eventi di acquisto, vale a dire le occasioni che i cittadini hanno dedicato allo shopping: +27%.

 

Fattorie Garofalo: nuovo look per il suo retail

Si chiama “bufala di Fattorie Garofalo, shop – food – lounge” ed è la rivoluzione nel concept del retail firmato Fattorie Garofalo.

L’occasione per avviare il restyling del marchio di tutto il retail firmato Fattorie Garofalo anche con una bella rivoluzione nel layout, è stata data dall’apertura del nuovo “bufala”, nel centro commerciale “I Gigli” di Campi Bisenzio.

L’allestimento ed il marchio “bufala di Fattorie Garofalo” si fondono tra loro e giocano con i colori della filiera: il marrone bruciato quasi nero del mantello della bufala ed il bianco perlato del latte e della mozzarella, che tornano anche nei dettagli e nei rivestimenti a rilievo che sbalzano una mozzarella.

La missione di “bufala” è trasmettere i valori della filiera bufalina, evocandone la tradizione. Il nuovo marchio del retail “bufala” è chiaramente tratto dal brand storico di Fattorie Garofalo: una bufala stilizzata, che dal piano prende forma tridimensionale e quasi a grandezza naturarle. Un segno forte di continuità nel progresso che si inserisce in un layout rinnovato il quale, a sua volta, mette al centro il momento della somministrazione. E che al tempo stesso concede ampi spazi per il relax nell’area lounge che lo circonda, dove si è lavorato con colori naturali, ed offre possibilità di shopping tra prodotti di alta qualità o di una scelta meditata dei piatti.

In tale contesto si rinnova l’offerta di pietanze, dove alla tradizionale Mozzarella di bufala, alla Ricotta di bufala ed ai salumi bufalini, si affiancano il Dulce de lece prodotto con latte di bufala campana, la moussarella – il nuovo prodotto di Fattorie Garofalo, una mozzarella con il cuore di ricotta di bufala – le burrate, e la Mozzarella di bufala campana Dop, anche nella nuova linea prodotta solo con latte fresco di giornata delle nostre fattorie”.

“Il nostro retail ha riscosso un successo che ha meritato un ulteriore investimento sotto il profilo dell’immagine e soprattutto del messaggio che intendiamo veicolare al consumatore e a chi si ferma in tutta tranquillità a consumare un cibo fresco, veloce e di alta qualità da noi – afferma Marco Garofalo, che dirige il retail di Fattorie Garofalo.

“Abbiamo voluto sottolineare con questo nuovo marchio, dove Fattorie Garofalo diventa la griffe – spiega – l’elemento centrale delle nostre scelte produttive e commerciali di filiera verticale e orizzontale: puntate sempre e solo sulla bufala, sin dal 1962, dall’allevamento fino alla mozzarella ed ai salumi bufalini che si possono oggi acquistare o consumare nei nostri punti vendita in Italia e all’estero”.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare