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Risparmio e qualità guidano gli acquisti dei prodotti a marchio del distributore

Dall’indagine Nielsen Global Survey on Private Label and Premiumization Trends condotta intervistando oltre 30.000 utenti internet emergono due aspetti principali comuni in tutti i 60 Paesi considerati: il prezzo è il driver primario per la maggior parte dei consumatori (il 70% dei rispondenti infatti dichiara di acquistare prodotti a marchio del distributore per risparmiare), però l’appeal della private label va oltre il prezzo e riguarda anche la qualità.

Ma queste attitudini dei consumatori, si chiede il rapporto, sono trasformate in vendite? La risposta dipende dalle latitudini. Se nei Paesi ocidentali la quota al valore dei prodotti Mdd è intorno al 15% o superiore (con punte superiori al 40% in Europa), in Oriente, America Latina e Asia è inferiore al 10% (ma in Cina e Brasile è del 5% o inferiore). Non esiste però una ricetta unica, sottolinea l’indagine, sebbene le ragioni del successo in un mercato possono guidare altri mercati: la crescita delle private label richiede infatti approcci su misura per i singoli mercati.

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Anche per gli italiani (nel 66% dei casi) la ragione principale di acquisto dei prodotti Mdd è il risparmio, inteso come la possibilità di poter spendere meno per gli stessi benefici offerti dai prodotti di marca: il rapporto qualità-prezzo della marca del distributore è ritenuto infatti ottimo dal 67% dei consumatori. Questo dato è in linea con la media europea, anche se non ancora al livello di paesi come la Germania, dove raggiunge il 79%.

Il prezzo, afferma l’indagine, non è un elemento irresistibile di differenziazione. I fattori psicologici possono essere molto potenti, soprattutto in alcune categorie. Per esempio nella salute e bellezza le private label non hanno avuto un forte impatto, nonostante un vantaggio di prezzo che raggiunge il 40%. Anche nei periodi più difficili, i consumatori hanno il desiderio di indulgenze occasionali e sono disposti a pagare di più per i loro brand preferiti.

«Per natura i prodotti Mdd – ha evidenziato Jean-Jaques Vandenheede, direttore di Nielsen retail industry insight – non sono predestinati a crescere, contrariamente ai brand. L’impegno verso l’innovazione, l’analisi e il marketing sono strategie effettive per mantenere e accrescere le quote. Un’aggressiva attività promozionale, così come abbiamo visto nel Regno Unito, può anche aiutare a consolidare la crescita delle private label, ma tali misure reattive al prezzo non sono sostenibili nel lungo periodo».

Il confronto tra prodotto a marchio del distributore e industriale è costante e continuo da parte del consumatore, sia per ciò che riguarda il risparmio offerto che per la qualità dei prodotti. Il 56% degli italiani ritiene che le marche private abbiano una qualità assimilabile a quella dei prodotti di marca (rispetto al 23% del 2010) e il 47% ritiene che alcune siano superiori ai brand industriali.

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I prodotti per cui il consumatore è disposto a spendere di più per la qualità offerta sono soprattutto gli alimentari freschi, in particolare pesce e carne freschi o surgelati (46%), pane e prodotti da forno (33%), formaggio (32%), latte (26%) e uova (21%). Seguono i prodotti per la cura della persona e della casa.

Ma cosa vogliono gli italiani in termini di assortimento, prezzi, esposizione e prestazione? Innanzitutto il 51% degli italiani dichiara che comprerebbe più prodotti a marchio del distributore se ci fosse maggior varietà. Il 61% degli intervistati vorrebbe averli a fianco dei marchi dei produttori in modo da poter più facilmente compararne caratteristiche e prezzi. Inoltre la maggioranza dei consumatori (62%) richiede un’offerta completa che spazi dal primo prezzo ai prodotti di alta gamma, includendo i brand nazionali: tenere un giusto equilibrio tra le due tipologie di brand a scaffale diviene quindi una strategia fondamentale.

Nonostante l’atteggiamento dei consumatori sia molto positivo e la popolarità della marca del distributore sia molto cresciuta negli ultimi anni, nel 2014 la marca del distributore ha subito una battuta di arresto. La sua quota sul totale del fatturato Grocery nel progressivo a settembre 2014 si è mantenuta agli stessi livelli del 2013 (18,4%) e per la prima volta le vendite non hanno sostenuto la crescita del largo consumo: -1,5% della marca del distributore rispetto al -0,9% degli altri brand.

Con il travel retail è la rivincita del sesto continente

Il travel retail – gli store negli scali ferroviari o aeroportuali – è un settore in ascesa e sempre più appetibile per il suo elevato valore di marketing strategico.

I responsabili marketing delle grandi aziende infatti l’hanno già ribattezzato il sesto continente: un esercito di milioni di persone che si spostano ogni giorno in aeroporti e stazioni, per lavoro o per diletto, portando con sé esigenze e desideri che spesso si trasformano in acquisti.

Acquisti veloci e d’impulso, ma anche di lusso e di coccola (il beauty ha recentemente superato le vendite di alcolici nei duty free shop degli aeroporti). I dati parlano chiaro: quello degli acquisti negli (ormai ex) non-luoghi è un mercato in ascesa, anche perché ormai il viaggiatore trova sulla sua strada al posto di lunghi corridoi bui, vere e proprie “piazze commerciali” accoglienti e con un’offerta che spazia dal food al beauty, dall’abbigliamento all’elettronica di consumo.

E, proprio quando il centro commerciale appare in declino, aeroporti e stazioni aumentano spazi dedicati al retail e introiti, capitalizzando su quei milioni di persone l’anno che per quei luoghi devono giocoforza passare, ma anche, per le stazioni, sui residenti e lavoratori delle aree vicine.

Continua a leggere sull’ultimo numero della rivista sfogliabile Schermata 2014-12-23 alle 10.11.09

 

Retail: 10 tendenze per il 2015

Siamo a fine anno, è tempo di bilanci ma anche di previsioni sull’anno prossimo a venire. Cosa ci possiamo aspettare nel prossimo futuro dal retail? Spulciando su vari siti stranieri abbiamo distillato per voi dieci tendenze che possiamo aspettarci guideranno le evoluzioni della distribuzione. Eccole.

  1. Approccio personalizzato grazie alle tecnologia. Il cliente si sente scelto e capito grazie alla comunicazione che avviene tramite app e alla possibilità di interpretare i suoi desideri e le sue scelte da parte dei retailer. Ma anche..
  2. I tempi sono cruciali. On e offline il tempo è per certe fasce di clientela (20-50 anni, donne che lavorano, famiglie con bambini) un fattore determinante nella scelta su dove acquistare. Largo quindi alle consegne veloci e a dispositivi per la spesa rapida nel pdv (fast check in, fast payment, app per lista della spesa, click and drive e click and collect, disponibilità di prodotto o spedizione veloce in caso di mancanza).
  3. Assistenti virtuali e digitali. Specie nella fascia alta del mercato i consumatori si aspetteranno sempre più un supporto da parte di tecnologie hi-tech che guidino alla scelta. Rfid, beacon e schermi touchscreen regneranno nel pdv.
  4. Polarizzazione dei prezzi. La classe media tende a sparire, e così il prezzo medio. La tendenza è sempre più verso i due estremi, il low-cost e il lusso. La novità è che la stessa persona può attingere indifferentemente ai due estremi: per dire, yogurt low cost del discount e aceto balsamico tradizionale da Eataly.
  5. Vendite cross settoriali. Caffè nelle librerie, assicurazioni nei supermercati, musica in caffetteria, ormai tutti vendono tutto. Un esempio avanzato? Monop’lab di Parigi gare Montparnasse,(nella foto), che cambia assortimento ogni mese a seconda dei desideri dei consumatori, in partnership con il ristoratore Elior.Monopl'lab Monoprix
  6. Personalizzazione dei prodotti o personalizzazione di massa. La produzione di massa non soddisfa più le esigenze del consumatore, che quasi mai si può permettere un vero tailor-made. E allora largo in futuro ai prodotti limited edition creati anche grazie all’input dei clienti, o a quelli per nicchie di mercato (il dilagare del gluten free ne è un esempio).
  7. “Anta” alla riscossa. La popolazione invecchia e l’offerta si adeguerà. Sempre meno teenager, sempre più anziani che richiederanno prodotti “da casa”, consegne a domicilio, confezioni facili da aprire e scritte grandi e leggibili.
  8. Donne. Il mercato più grande al mondo resta sostanzialmente ignorato da brand e retailer. Ma molte cose stanno cambiando sotto il cielo e prima o poi anche loro dovranno accorgersene. Già oggi le donne decidono nel 65% dei casi che auto comprare e nell’81% quali prodotti finanziari acquistare. Le opportunità per chi per primo saprà “parlare” all’altra metà del cielo sono immense. Un esempio? Lo store women only di Nike a Newport Beach, California (nella foto qui sotto), con centro fitness annesso che propone anche corsi di yoga
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  9. Emozione e marca. Far percepire al consumatore connesso e informato i plus di una marca sarà fondamentale e per questo suscitare emozioni è il grimaldello per conquistarne il cuore e il portafogli. Un esempio? WHSmiths, storica catena di cartolerie UK, che vende corsi di cucina e voli in mongolfiera.
  10. valori emozionali e lo storytelling guideranno anche il posizionamento, la differenziazione e la capacità di raccontare la storia di un brand. Purché sia autentica e legata alla sua essenza più profonda, perché non sia solo intrattenimento ma conquisti realmente il cliente al brand.

Anna Muzio

Conad chiude a +1,5% il 2014. A febbraio lo sbarco in Cina

Nel consueto incontro con la stampa di fine anno l’amministratore delegato di Conad  Francesco Pugliese ha presentato il preconsuntivo 2014 e i programmi di Conad per il 2015, non senza dare qualche stoccata all’industria di marca.
Cominciamo dai numeri.

Nel 2014 Conad registra una performance in controtendenza rispetto all’andamento del mercato, con il giro d’affari attestato a 11,73 miliardi di euro – 173 milioni in più del 2013 –, in crescita dell’1,5 per cento (fonte: Fatturato Rete Conad). Risultato ottenuto con la riqualificazione della rete di vendita e un piano strategico di sviluppo realizzato anche per linee esterne (Billa, Despar e Eurospar). La rete è cresciuta con 351 punti di vendita, 89 dei quali rappresentati da nuove aperture mentre il resto sono ristrutturazioni o cambi di insegna. L’investimento complessivo è stato di 350 milioni di euro e ha creato 1.890 nuovi posti di lavoro, portando il totale a 48.604.

Ad inizio 2015 la rete si amplierà con altri 40 punti di vendita Billa, frutto di acquisizioni per 38.581 mq e un fatturato stimato di 205 milioni di euro. Servirà a incrementare la quota di mercato, salita quest’anno all’11,4 per cento, e rafforzare la leadership nel canale supermercati, ora al 18,6 per cento (+0,4 punti percentuali rispetto al 2013), e nei punti di vendita di prossimità, al 14,3 per cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo).

La rete
SuperstoreNel complesso la rete di vendita cresce di 33.818 mq, pur essendo diminuita di 12 unità rispetto al 2013 a causa della riorganizzazione: i punti di vendita sono 3.007 (37 Conad Ipermercato, 192 Conad Superstore, 1.003 Conad, 970 Conad City, 560 Margherita Conad, 180 Todis e 65 altri canali) per 1.784.461 mq di superficie. Una rete che soddisfa ogni esigenza di acquisto e che è improntata all’impegno per l’italianità dei prodotti.  “Dopo la chiusura del rapporto con Leclerc abbiamo riportato gli ipermercati sotto l’insegna Conad. 22 li abbiamo trasformati in Superstore, altri li abbiamo ridimensionati nela superficie. Oggi tutti gli ipermercati viaggiano con una crescita dell’1%. Le operazioni di rebranding saranno terminate nel corso del 2015” ha detto Pugliese.

“Non abbiamo bisogni di metro quadrati in più, ma di punti vendita in line con le esigenze di oggi. Oggi abbiamo verificato che rimodernare il punto vendita genera da subito un aumento di vendite del 25-30%. Realizzarne uno nuovo ha dei tempi, anche da questo punto di vista, decisamente più lunghi”.

Promozioni=cocaina
Sull’industria di marca, rilevando come il 53% delle aziende del largo consumo ha ridotto gli investimenti in comunicazione nei primi 9 mesi del 2014, il 40% ha ridotto la comunicazione e aumentato le promozioni e solo il restante ha investito di più in comunicazione e ridotto le promozioni, Pugliese ha affermato: “La pressione promozionale è una droga che prima o poi ci travolgerà. Sono come la cocaina che dà dipendenza dopo averla assunta la prima volta. Come porvi rimedio? Noi abbiamo scelto due strade: la valorizzazione dell’insegna e la targettizzazione dei clienti. Perché il commercio deve passare dalla massificazione alla targettizzazione dell’offerta. Non parlo delle promozoni ad personam. Quelle sono nel libro dei sogni. Noi stiamo sviluppando un sistema di scavo nei big data dei comportamenti dei nostri clienti in tutti i touch point per individuare dei cluster su cui lavorare.
Già nel 2014 come Conad abbiamo ridotto la pressione promozionale di un punto percentuale. Occorre arrivare a un corretto posizionamento del prezzo dei prodotti”.

 Robin Hood e lo sceriffo di Nottingham
“Non siamo Robin Hood. Come distributori negli ultimi cinque anni abbiamo visto i nostri margini scendere sempre di un po’, i bilanci dell’industria crescono. Noi stiamo ridando alla gente ciò di cui ha bisogno, ma non possiamo durare a lungo”.

La Marca del distributore
Per il primo anno la MDD segna il passo. “Per gli altri. In Conad è cresciuta del 5,4% a valore e del 2,7% a volume. Mi piacerebbe sapere quante sono le industrie di marca che possono vantare questi dati. Se hanno volumi e valori in negativo, si chiedano perché.
Ma se poi analizziamo meglio, la quota della MDD sulle vendite totali è del 27,2% (contro il 19,1% del mercato), allineata con le performance europee e la differenza con la media italiana è del +8,1%, quasi raddoppiata rispetto al 2007 quando era del 4,8%. Ciò significa che Conad da un grande contributo alla crescita della MDD nel suo complesso”.

La produttività
produttivita gdo«Rispetto alla produttività media italiana di 5.350 euro al metro quadrato, Conad registra 6.160 euro/mq. Ma con una superficie media per punto vendita di 600 metri quadrati, molto inferiore rispetto  a Coop, Iper, Eurospin che la precedono. Non considero Esselunga perché è un fuoriclasse: con i suoi 18.020 euro al metro quadrato si confronta con i migliori europei. Ma anche Conad in area 1 e 2 ha già varcato le Alpi, con oltre 11.000 euro al metro quadrato e i punti vendita Sapori & Dintorni raggiungono la punta d’eccellenza di 21 mila euro al mq”.

Le minacce
C’è una spada di Damocle che pende sulla distribuzione italiana, già provata da due anni di calo dei consumi: si chiama reverse charge dell’Iva. «Se sarà definitivamente approvata nella legge di stabilità, la reverse charge sarà un’altra bella botta per la liquidità dei distributori, pari a tre volte l’effetto dell’articolo 62.

La Cina è vicina
Finalmente qualcuno dei (pochi) grandi retailer tricolori ci ha pensato ad andare in Cina per veicolare l’italian food, uno dei pochi valori italiani a mettere d’accordo tutti. E così lo fa Conad, che si è accordato con un imprenditore cinese e con un’azienda statale che apriranno a febbraio cinque punti vendita a Shanghai e in due province con un assortimento di250 prodotti Sapori e Dintorni (che si chiameranno Creazioni d’Italia) e Conad tra fresco, secco, surgelati e vini. “L’obiettivo è di aprire 1000 punti vendita e di espandere il modello cooperativo di Conad in Cina, puntando sul nostro dna di imprese di persone”.
Oltre a ciò saranno installate 400 vending machines in tutta la Cina contenenti prodotti monoporzione in assaggio. Chi li acquista, li prova e se gli piacciono può ordinare via internet con consegna in tutto il Paese in 24 ore.
Nel 2014 l’export di Conad ha superato i 60 milioni di euro alla vendita. Dalla Cina arriverà un deciso incremento.

L’alleanza con Finiper
“Per scelta condivisa non faremo acquisti insieme a Finiper nelle piccole e medie imprese. L’accordo è decennale ed è un’alleancza che vuole essere di più di quello che si vede oggi. Sono tante le aree di scambio e gli effetti si vedranno con il tempo”.

Il Natale alle porte
“Secondo le nostre stime, dall’avvio della campagna di vendita per le feste, non siamo molto ottimisti. Se le cose vanno bene il Natale si potrà chiudere con un -1,5/1,8% rispetto al 2013. Nellìipotesi peggiore registreremo -2,5/2,8% sull’anno scorso”. In assoluto vale a dire 200-300 milioni di euro, passando dai 10,8 miliardi spesi nel 2013 ai 10,5-10,6 stimati nel 2014

 

Fabrizio Gomarasca

I cassieri di Edeka eseguono Jingle Bells. E i clienti applaudono

Jingle bells suonato dai cassieri di Edeka con un virtuoso utilizzo del beep dello scanner. I primi timidi accenni di nota, le luci si spengono e la magia del Natale entra al supermercato. I clienti, prima perplessi, poi sorridenti si abbandonano al ‘magico momento’. Anche questo è fare retail.

Apre Annex, La Rinascente versione teen-ager

Uno spazio pensato per le teen-ager, con i marchi più amati e una focacceria annessa ha aperto in via Santa Radegonda, presso la storica sede della Rinascente di piazza Duomo a Milano. Si chiama Annex, appunto, a sottolineare la continuità con la “casa madre”, e si sviluppa su due piani: il piano terra dedicato al make-up e il primo piano alla moda con la proposta di scarpe e sneakers, lingerie e accessori (dalle borse agli zaini, dagli orologi ai bijoux agli occhiali) senza dimenticare gli immancabili techno gadget e ancora i cosmetici. A febbraio 2015 aprirà poi un secondo piano dedicato alle collezioni fashion e agli accessori.

annex2L’area food, situata al piano terra e affidata a Manuelina Focacceria di Recco, offre street food alla ligure: oltre alla tipica focaccia col formaggio, la focaccia pizzata, la focaccia all’olio “del mattino” e la tradizionale torta Pasqualina. Il tutto accompagnato da un’ampia selezione di proposte dolci e da un servizio di bar e caffetteria.

Oltre all’ingresso da via Santa Radegonda 10, si può accedere allo store dal primo piano del main building della Rinascente di piazza Duomo.

L’obiettivo, dichiarato, è di diventare un punto di riferimento per la moda giovane in città e una tappa obbligata per chiunque voglia scoprire novità e brand cult del mondo young e non solo.

Simply: apre il suo 50° pdv a Milano in via Murillo

Simply Italia continua a investire nel territorio milanese, aprendo in viale Murillo 5 il 50° punto vendita diretto. Il nuovo Simply ha una superficie di vendita di 770 metri quadrati e una squadra di 24 collaboratori. Per quanto riguarda l’assortimento, delle 7.000 referenze presenti, circa il 43% è rappresentato dai prodotti freschi: frutta e verdura della migliore qualità, salumi e formaggi di prima scelta, gustosi piatti pronti, pane e focacce sfornate in giornata, pesce freschissimo, carne controllata e garantita. Molto ampia anche la cantina dei vini con circa 1000 etichette.

Per agevolare il cliente nella spesa, anche nel nuovo Simply di viale Murillo sono stati inseriti percorsi d’acquisto specifici: Verdenatura Bio, Verdenatura Eco e Equo e solidale, che raggruppano prodotti biologici e a ridotto impatto ambientale per scelte di consumo consapevole; Senza glutine e Senza lattosio, che segnalano articoli per particolari necessità salutistiche; Benessere più e Leggerezza più, che evidenziano particolari ricettazioni per sentirsi in forma rinunciando al superfluo e rafforzando le proprie difese; Prodotto locale, che suggerisce i sapori e tradizioni del territorio: frutta, verdura, gastronomia e formaggi di prima scelta, punto di forza dell’insegna.

Ampia e profonda anche l’offerta di prodotti a marchio Simply contraddistinti dallo stopper Confronta e scegli il risparmio Sì, dalle ricche promozioni quindicinali sui prodotti delle Grandi Marche e dall’OPERAZIONE SALVASP€SA: il blocco dei prezzi di 300 prodotti di uso quotidiano.

In linea con i nuovi negozi, anche il nuovo Simply di viale Murillo è dotato di interventi tecnici per ridurre il consumo energetico: banchi carne, surgelati e salumi e formaggi a libero servizio coperti da vetri a scorrimento, sensori per regolare il flusso luminoso, corpi illuminanti a led, inverter sulla centrale frigorifera e banchi frigoriferi con illuminazione a cappello.

 

Farinata di ceci Tantì, una novità che si ispira alla tradizione

È una miscela pronta, alla portata di tutti e di facile preparazione: parliamo della Farinata di Ceci Tantì, tipicità molto conosciuta soprattutto in Liguria, Piemonte e Toscana, ma che oggi, grazie all’iniziativa di due imprenditori di Nizza Monferrato, sarà presente nelle principali insegne della distribuzione italiana. Con acqua e olio extra vergine d’oliva in soli quindici minuti è facilissima da preparare. Non è facile in un comparto agro-alimentare ormai saturo di offerte riuscire ad inventare qualcosa di nuovo per risvegliare l’interesse dei consumatori. Ma grazie all’idea di Silvia Bisoglio e Bruno Ghignone di far rivivere un piatto della tradizione italiana, la farinata sta ottenendo consensi crescenti a dimostrazione della bontà e della praticità del prodotto.

Quello che mancava, infatti, era renderla alla portata di tutti con una miscela già bilanciata, risultato sicuro anche per i profani. Cosa, da oggi, possibile.

«È iniziato tutto per hobby – spiegano Bruno Ghignone e Silvia Bisoglio, titolari del ristorante Tantì a Nizza Monferrato-. I nostri clienti ci chiedevano di gustare la “belecuada” (così si chiama da noi la farinata), di conoscerne gli ingredienti, le dosi e le modalità di cottura. Da lì in poi il passo è stato breve, ed è nata la miscela “Tanti” nel tipico sacchettino di stoffa legato con un cordino e dal modico prezzo e che oggi presentiamo con un packaging accattivante adatto allo scaffale del supermercato”.

Per rendere ancora più stuzzicante questo piatto storico della tradizione italiana, all’interno della confezione lo chef Andrea Mainardi ha creato ricette e suggerimenti facili e appetitosi.

«È multifunzionale, è versatile, pratica, naturale e di veloce utilizzo – è il pensiero di Andrea Mainardi – È un prodotto sano, italiano e senza glutine e può essere lavorato

 

in mille ricette con creatività e fantasia. Credo sia un prodotto della tradizione, ma attento anche al gusto dei più giovani. Nella variante “Gusto Pizza” può essere l’alternativa al solito aperitivo con patatine e stuzzichini..».

Un altro plus di Tantì è il fatto che non contiene glutine; da anni infatti è presente sul prontuario AIC insieme alla gamma dei preparati per dolci ed è l’ ideale anche per chi deve seguire regimi alimentari particolari.

I punti vendita ove trovare Tantì sono in continuo aumento. Al momento è distribuita nei Bennet, Crai, Gulliver, Punto Sma, Dimar, Auchan, Billa, Il Gigante, Agorà, Coop, Carrefour, Eataly, Unes, Basko, Billa di tutto il nord d’Italia.

 

Simply City: nuovo punto vendita a Catania

Simply® Italia, per venire incontro alle nuove esigenze di risparmio delle famiglie siciliane,  ha aperto al pubblico nei giorni scorsi il supermercato di via Muscatello a Catania con la nuova insegna Simply City, offrendo prezzi bassi tutti i giorni nel cuore pulsante della città.

Freschi di qualità e risparmio quotidiano sono le parole d’ordine del nuovo Simply City, che gioca sull’essenzialità e sulla luminosità per amplificare le sensazioni dimensionali.

Entrando nel punto vendita, l’ampia piazza dei freschi accoglie il cliente con una reparto gastronomia arricchito da gustosi piatti pronti e una rifornita tavola calda, al quale segue la panetteria con diverse varietà di pane e focaccia sfornati in giornata, uno spazioso mercato di frutta e verdura della migliore qualità e la macelleria con un mondo di elaborati a banco servito.

Dotato di un comodo parcheggio di 40 posti auto, il nuovo supermercato di via Muscatello ha un’area vendita di 850 metri quadri e un assortimento di oltre 6.300 referenze, con un’offerta ampia e profonda di prodotti a marchio Simply, che offrono sempre un notevole risparmio. La nuova politica di convenienza è stata anche declinata sui reparti freschi, con l’inserimento di un prezzo fisso per frutta e verdura e un abbassamento importante del costo al chilo della carne e della gastronomia.

Il percorso d’acquisto

Per fare più velocemente e più semplicemente i propri acquisti, nel nuovo Simply City i clienti sono facilitati da percorsi specifici: Verdenatura Bio, Prodotto Vegano e Sapori dal mondo raggruppano prodotti biologici, senza proteine animali ed etnici per soddisfare le nuove tendenze di consumo; Senza glutine e Senza lattosio segnalano articoli per particolari necessità salutistiche; Benessere più evidenzia particolari ricettazioni per sentirsi in forma e rafforzare le proprie difese. Inoltre, il percorso Esclusivo Simply indica produzioni realizzate unicamente per l’insegna; mentre all’interno del percorso Prodotto locale si potranno trovare i sapori e tradizioni del territorio, che oltre al risparmio per i clienti garantiscono un concreto sostegno alle piccole medie imprese locali: frutta, verdura, gastronomia e formaggi di prima scelta, anche regionali, punto di forza dell’insegna. Da sempre, infatti, Simply avvia progetti di partnership con produttori della zona, per favorire l’economia del territorio che ospita i propri punti vendita. Questa attenzione è dimostrata nell’assortimento, dove il 20% dei prodotti provengono da aziende siciliane.

 

Simply: la famiglia cresce con il nuovo pdv a Viterbo

Si allarga la famiglia Simply a Viterbo. Ha infatti aperto le porte in Piazzale degli Etruschi il Simply Market di Santa Barbara, un nuovo negozio a insegna affiliato alla Cooperativa Etruria, master franchisee di Simply® Italia. Il supermercato, che si presenta come un punto di riferimento per una spesa comoda, funzionale e soprattutto conveniente, offre un’opportunità di lavoro a dieci persone, ricollocando tutti i dipendenti della passata gestione. Una squadra prevalentemente al femminile, dove contano l’esperienza e la conoscenza del cliente. Alla cerimonia di inaugurazione, a cui hanno partecipato tanti abitanti del quartiere, erano presenti Don Claudio, il parroco di Santa Barbara, per la benedizione, il direttore generale di Cooperativa Etruria, Graziano Costantini, e l’amministratore del supermercato, Stefano Catoni.

“Santa Barbara è un quartiere popoloso, circa diecimila abitanti con un’alta percentuale di anziani – spiega Stefano Catoni – Tenere aperto un supermercato, in questo contesto, significa offrire un servizio alla comunità e garantire un presidio che acquista anche una valenza sociale. Per me è una grande soddisfazione aver rilevato questa attività mantenendo tutti i posti di lavoro in un momento come questo. Mi accompagnano in questa nuova avventura imprenditoriale una insegna e una Cooperativa che sono sinonimi di qualità, affidabilità ed esperienza”. “Quando apriamo un nuovo supermercato è sempre un bel giorno – commenta il direttore generale di Cooperativa Etruria, Graziano Costantini – perché significa che riusciamo a mantenere occupazione sul territorio anche in un momento in cui fare sviluppo è davvero difficile. Con il nuovo punto vendita Simply® portiamo a Viterbo un’opportunità di spesa “sotto casa”, rapida ma completa, capace di coniugare qualità e convenienza. Ricordo, per esempio, che fino al 31 gennaio i prezzi di tutti prodotti a marchio Simply® saranno bloccati e potranno solo scendere, per dare un piccolo, grande aiuto nella spesa di tutti i giorni dei nostri clienti”.

Il supermercato. Il negozio è stato completamente rinnovato per rendere la spesa ancora più facile e piacevole. La novità più interessante, però, riguarda l’assortimento: fra i tanti prodotti a disposizione, i clienti troveranno prodotti biologici e una selezione di produzioni del territorio, distinte dal logo “Sapori&Valori”. La qualità dei prodotti, dalla gastronomia alla panetteria, passando per il reparto macelleria e l’ortofrutta, è garantita da un’attenta ricerca di fornitori, privilegiando quelli locali. Tra le novità anche i distributori self-service di cereali e pet food, che permetteranno di ridurre la quantità di rifiuti (contenitori, ma anche packaging e imballaggi) e le emissioni di Co2 in atmosfera e oltre 100 prodotti senza glutine, selezionati per te tra le migliori marche del settore. L’intervento sul negozio interesserà presto anche la struttura, in chiave ecosostenibile: nel 2015 saranno installati pannelli fotovoltaici sulla copertura dell’edifico.

 

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