Il 60% della paghetta della Generazione Alpha, ossia i nati dalla metà del 2010, finisce in fast food e fast fashion: a dirlo è il primo report del Barometro a cura di Pixpay, startup francese che opera nel settore del teen banking, fondata con lo scopo di fornire ai ragazzi dai 10 anni in su uno strumento di pagamento all’avanguardia e di educarli finanziariamente.
L’indagine realizzata nell’ambito del programma Teenage Lab by Pixpay, ha analizzato le abitudini di adolescenti e genitori riguardo la paghetta, le spese dei ragazzi e il modo in cui gestiscono il denaro. In particolare sono state considerate oltre 500.000 transazioni, eseguite dagli utenti nel periodo dell’ultimo anno scolastico (compreso tra settembre 2023 e giugno 2024). Tra i dati più rilevanti vi è il paniere degli acquisti, che permette di evidenziare quali sono i brand preferiti dagli adolescenti. Un paniere che contribuisce a delineare l’immagine di una generazione fast food e fast fashion. Infatti guardando ai consumi delle ragazze ai primi tre posti troviamo brand quali Shein, McDonald’s e Apple, mentre i ragazzi prediligono McDonald’s, Apple e Playstation. Nella top ten delle ragazze, decisamente “moda-centriche”, figurano inoltre al quarto posto Deliveroo, seguito da Amazon, Subdued, Tezenis, Uber, Zara e Vinted. I ragazzi si confermano “gamer”, visto che al quarto posto troviamo Google, seguito da Deliveroo, Amazon, Vinted, Shein, Steam Games e Burger King.
Complessivamente le “paghette” vengono spese (dati in valore) principalmente in cibo (40%), di cui il 16% nei ristoranti, il 13% nei supermercati/alimentari e l’11% nei fast food. Seguono poi gli acquisti per vestiti & accessori (21%) e quelli in bellezza e benessere (6%), appaiati con cultura, intrattenimento e media appaiati (tra cui i libri, con una percentuale di poco sotto il 3%). Le transazioni avvengono sia con la carta (il cui uso è in crescita) sia e soprattutto attraverso gli smartphone, che a giugno hanno visto transitare il 45% dei pagamenti totali, con le ragazze che utilizzano Apple Pay e Google Pay più frequentemente dei ragazzi. Gli adolescenti italiani fanno in media 4 pagamenti con la carta al mese (versus 7 degli adolescenti francesi) con un importo medio della transazione pari a 12,25€. Nel dettaglio circa 2 transazioni in fascia 10-12 anni, 4 transazioni in fascia 12-14 anni, 5 transazioni in fascia 14-16 anni e 5,5 transazioni in fascia 16-18 anni. Da rilevare che il 30% degli acquisti dei ragazzi – più orientati al mondo del gaming, sono realizzati online, mentre per le ragazze solo il 18%. Sul fronte dei risparmi, solo l’11% dei ragazzi riesce a risparmiare, per un “tesoretto” medio di 96€ raccolto durante i mesi di scuola da settembre 2023 e giugno 2024. In Italia i ragazzi risparmiano in media più delle ragazze: 108€ contro 85€.
Paghette regolari ed extra: andare bene a scuola paga
Il Barometro evidenzia come il 41% dei ragazzi riceva una paghetta regolare, settimanale o mensile. In Francia (paese dove il servizio di Pixpay è attivo già da anni) la percentuale ha raggiunto il 54%, mentre in Spagna è attorno al 48%. Nel gruppo del 41% di ragazze e ragazzi a cui viene corrisposta una paghetta regolare, il 60% la riceve mensilmente e il 40% settimanalmente. In genere la paghetta media programmata è di 35€ per i 10-12enni, 43€ per i 13-14enni, 58€ per i 15-16enni fino ad arrivare a 76€ per i 17-18enni. Sommando anche le ricariche puntuali l’importo medio aumenta per tutte le fasce d’età e passa da 45€ per i 10-12enni, fino a 125€ al mese per i 17-18enni con picchi significativi nei mesi di giugno, settembre e dicembre. Secondo il Barometro, tra settembre 2023 e giugno 2024 i genitori hanno creato 4.961 missioni remunerate sull’app Pixpay. Circa un terzo delle famiglie (34%) assegna missioni legate alla condotta scolastica, con una media di 61€ per il conseguimento di un diploma e 13€ per i buoni voti. Dietro i voti, una famiglia su 5 assegna missioni legate al “Fare le pulizie” (20%) e una su 10 a “cucinare” (11%).
“Grazie ai dati che la prima edizione del Barometro ha messo a disposizione vogliamo continuare a lavorare con i genitori per trasmettere i concetti base di educazione finanziaria e sostenibilità necessari per far fare ai ragazzi delle scelte di spesa più consapevoli, sviluppando capacità di pianificazione e risparmio. Consigliamo ai genitori di programmare l’invio di una paghetta automatica settimanale o mensile per farli familiarizzare con la gestione di un budget definito, di spingerli a fare qualche lavoretto per guadagnarsi qualche extra o creare delle money mission che tengano conto di aspetti quali la sostenibilità, le spese legate alle attività culturali e sportive” commenta Matilde Bille, Country Manager Italia di Pixpay.







Il miglior balzo in avanti, sia su base annua che nel quinquennio, è quello dei prodotti di profumeria, che hanno chiuso il 2023 con 7,5 miliardi di euro di vendite, in crescita di +11,1% sul 2022 e di +23,1% sul 2019. Altri comparti hanno generato nel 2023 un fatturato maggiore rispetto a quello ottenuto nel 2019. Sono i prodotti di ottica con 2,7 miliardi di euro di vendite (+1,3% annuo, +8,2% nel quinquennio), il tessile casa con 1,3 miliardi di euro (rispettivamente +0,9% e +2,8%), i giocattoli con 1,1 miliardi di euro (rispettivamente +2,7% e +0,4%). Invece l’edutainment ha chiuso il 2023 con 4,7 miliardi di euro di sell-out, in calo di -1,6% sul 2022 ma comunque in crescita di +13,8% rispetto al 2019. Tre comparti sono accomunati da un bilancio annuo positivo ma sono ancora al di sotto del sell-out che avevano nel 2019. Nel 2023 gli articoli per lo sport hanno raggiunto i 6,1 miliardi di euro di vendite (+1,5 rispetto al 2022, -0,4% nel quinquennio), i casalinghi hanno incassato 4,4 miliardi di euro di vendite (rispettivamente +2,8% e -0,9%) e la cancelleria ha totalizzato 1,2 miliardi di euro di vendite (rispettivamente +0,2% e -1,4%).
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Per quanto riguarda i beni di prima necessità, come quelli alimentari, la maggior parte dei consumatori europei prevede di mantenere i livelli di spesa attuali nei prossimi tre mesi. Le aspettative di spesa dei consumatori per questa categoria sono leggermente variate rispetto al trimestre precedente (ad esempio, la spesa attesa per i prodotti freschi è cresciuta di un punto percentuale rispetto all’inizio dell’anno). La variazione più significativa rispetto alle aspettative di spesa ha riguardato la benzina, probabilmente dovuta all’aumento degli spostamenti in auto per i viaggi estivi. Le maggiori differenze riscontrate nelle aspettative di spesa trimestrali hanno riguardato soprattutto le categorie di beni semi-discrezionali e discrezionali, rispetto a quelle per i beni di prima necessità. Infatti, un numero maggiore di consumatori europei prevedeva di spendere di più per alberghi e voli internazionali rispetto al primo trimestre 2024, probabilmente dovuto all’arrivo della stagione estiva. Alcuni consumatori prevedevano inoltre di spendere di più per gioielli rispetto allo scorso trimestre, riflettendo una maggiore fiducia nell’economia.

La sostenibilità rimane un’area di interesse fondamentale per i consumatori, il 95% si sta sforzando di non sprecare il cibo e il 58% ricicla o riutilizza regolarmente i prodotti dopo l’uso. Le aziende dovrebbero considerare la possibilità d’identificare le aree con il maggiore impatto materiale, come i rifiuti di plastica, l’intensità dell’acqua o l’impronta di carbonio durante il processo di produzione, al fine di ridurre le emissioni. Proprio in quest’ottica, il 35% dei consumatori sarà più orientato sull’acquisto di prodotti di seconda mano, e il 74% tenterà di riparare, e non sostituire i prodotti, se è possibile farlo. Le aziende potrebbero prendere in considerazione la possibilità di rivedere e adattare i loro brand e prodotti per allinearsi alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti al budget e all’impatto economico, ambientale e sociale, introducendo nuovi formati più piccoli e differenti packaging. Per quanto riguarda l’attenzione alla salute e al benessere, il 73% prevede di essere più consapevole e attento alla propria salute fisica nel lungo periodo, prediligendo ad esempio l’acquisto di prodotti sani (42%), ma anche riducendo l’acquisto di bevande alcoliche (51%) o di tabacco nei prossimi mesi (46%). La maggiore consapevolezza sulla propria salute e il cambiamento delle norme sociali tra i consumatori stanno stimolando il passaggio ai prodotti di nuova generazione (NGP), come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato considerati meno dannosi delle sigarette tradizionali.
L’aumento del numero di canali digitali sta offrendo ai consumatori la flessibilità che desiderano, ma allo stesso tempo sta incrementando i costi per le aziende che devono fare i conti con un mercato in continua trasformazione e soggetto ai social media e a personalità influenti tra le community online, che impattano sulle abitudini di acquisto dei consumatori. Dall’EY Future Consumer Index emerge che il 33% degli italiani segue regolarmente influencer, blogger o vlogger sui social media, e nelle scelte di acquisto il 51% dei rispondenti si affida a prodotti raccomandati o promossi dagli stessi influencer. Il 43% dei consumatori ha ammesso di aver acquistato un prodotto esclusivamente sulla base di una raccomandazione o di una promozione fatta da un influencer.
“L’EY Future Consumer Index ha evidenziato diversi temi significativi che riflettono il cambiamento in corso nei comportamenti dei consumatori italiani. Innanzitutto il sentimento dei consumatori si esprime in un cauto ottimismo, il 23% prevede un miglioramento della propria situazione economica nei prossimi tre anni, anche in presenza di persistenti pressioni economiche. Le spese dei consumatori sono impattate ancora da incertezze economiche, dagli effetti inflattivi e impatti climatici. Molte aziende, quindi, stanno implementando azioni sui prezzi, rivisitazioni del portafoglio prodotti e iniziative di produttività. Inoltre, l’influenza digitale è in aumento: il 33% segue regolarmente influencer sui social media, e il 51% si affida a loro per le scelte di acquisto. La proliferazione dei canali di vendita sta rendendo più frammentata l’esperienza di consumo e diventa fondamentale rivedere le strategie di marketing. Infine, sempre più rilevanza acquista la gestione dei dati che può portare significativi vantaggi nella relazione con i consumatori, i quali mostrano disponibilità a scambiare informazioni personali in cambio di esperienze sempre più personalizzate” commenta Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY in Italia.



Ponendo l’attenzione sull’Italia, nei primi sei mesi del 2024 perdono terreno due pionieri del comparto online come il fashion (19%) e l’high tech (25%). Diversamente, il settore food, beverage & household raggiunge il 7% di quota, registrando una tendenza in rialzo comune a tutti i Paesi europei, alcuni dei quali, però, staccano la penisola per risultato finale. Se Francia e Inghilterra infatti segnano rispettivamente un tasso del 19% e del 16% evidenziando una situazione maggiormente positiva del comparto, la Germania mostra una crescita più modesta, attestandosi infatti al 5% per la categoria food, beverage & household. Scomponendo la spesa nei diversi Paesi europei nei primi sei mesi del 2024, è la Germania, con 1.125€ di spesa media online per persona a detenere il primo posto seguita dalla Gran Bretagna con 997€. Agli inglesi si riconosce l’altro primato, ovvero una frequenza di acquisto maggiore, con una media di 22,7 ordini per consumatore (vs 18,2 della Germania e 14,6 della Francia). Al terzo posto per il budget di spesa la Francia con 951€ e 14,6 numero di ordini in media. Diverse sono le rilevazioni per il Bel Paese dove la spesa online si attesta sui 583€ a persona, quasi la metà rispetto a quella tedesca, con una media di 12 scontrini.


Le region che utilizzano e implementano pienamente l’IA generativa nei processi della loro organizzazione a che punto sono? (Percentuale relativa all’implementazione GenAI nei processi aziendali)
“I dati mostrano che l’attenzione dei consumatori alla sostenibilità e la preferenza per determinati brand variano notevolmente in base alla loro posizione geografica. Di fronte a queste differenze, i retailer e i brand devono impegnarsi a soddisfare il desiderio di maggiore sostenibilità dei consumatori, mantenendo al contempo competitivi i costi. È essenziale per le aziende trovare un equilibrio tra questi due aspetti per rispondere alle aspettative dei consumatori e garantire il successo a lungo termine” afferma Martim Avillez Oliveira, Chief Revenue Officer di ESW.
Surgelati: un valore di mercato che ha raggiunto i 5,8 miliardi di euro
Trend consumi: sul podio le patate insieme a vegetali e ittici surgelati
Discorso a parte meritano le pizze surgelate: se da un lato, nel 2023 hanno raggiunto le 63.500 tonnellate, con una diminuzione del -6,2% rispetto alle quasi 68.000 tonnellate del 2022; dall’altro, tale riduzione è da ascriversi essenzialmente alla ripresa dei consumi fuori casa. Va comunque segnalato come questo segmento prosegua nell’innovazione introducendo, ad esempio, nuovi formati e ingredienti, per restare al passo con le diverse esigenze dei consumatori. Da non dimenticare, infine, sono le specialità salate (pancake e altri prodotti), che hanno mantenuto quota 33.300 tonnellate (con una lieve diminuzione dello 0,5% rispetto alle 33.400 tonnellate del 2022) e le carni surgelate, con 15.700 tonnellate nel 2023 (-3% vs. 2022). Tra gli altri segmenti, spicca la performance positiva di pane e paste surgelate, che hanno registrato un aumento del +1,3% vs. il 2022, raggiungendo oltre 5.730 tonnellate.
“Come dimostrano i dati del nostro Annual Report, negli ultimi anni i surgelati hanno dimostrato di essere ottimi ‘alleati’ dei consumatori in ogni occasione – aggiunge Donegani. Tra le ragioni alla base di questo apprezzamento ci sono anche il gusto e la convenienza economica che questi prodotti garantiscono, come confermano le evidenze emerse da due recenti ricerche che abbiamo condotto quest’anno, per la prima volta, con la società AstraRicerche. È emerso infatti che per oltre la metà degli italiani, al palato i prodotti surgelati risultano preferiti ai freschi per bontà, consistenza e percezione di freschezza: lo sostengono i risultati di un ‘Blind Taste Test’, secondo cui per il 61% degli intervistati il gusto del minestrone surgelato è migliore del fresco; per il 64% lo è quello del merluzzo e per il 66% i fagiolini in versione frozen sono più buoni dei freschi. Anche in termini di convenienza economica, i surgelati hanno abbattuto un vecchio tabù, rivelandosi meno costosi dei freschi: come confermano le rilevazioni effettuate, se si considera il loro valore totale (risultante dalla somma di: costi d’acquisto + tempi di preparazione + valore dello spreco alimentare), i fagiolini freschi, ad esempio, “costano” il 53% in più dei surgelati; i filetti di merluzzo il 60% in più; e per preparazioni più complesse come la paella, si arriva addirittura a una differenza del 246% a favore del prodotto frozen” conclude il Presidente di IIAS.

