È sempre più il web il consigliere, confidente ed oracolo al quale rivolgersi prima di effettuare un qualsiasi acquisto, e questo è vero anche per i consumi alimentari. Lo stabilisce Bem Research in un’analisi sulle ricerche ottenuta analizzano Google, il motore di ricerca più utilizzato. Perché analizzando ciò che le persone cercano, si possono cogliere bisogni e necessità dei consumatori italiani. Magari non sempre espresse nel punto vendita.
Dalle ricerche fatte dagli internauti sul tema dell’alimentazione emerge un Paese in cambiamento, con le esigenze che evolvono in base alle diverse fasi della vita e alla maggiore diffusione di alcuni temi connessi con il cibo, tra cui anche le mode. Posto che l’alimentazione e la passione per la cucina è uno dei tratti che ha contraddistinto l’Italia degli ultimi 50 anni, vedere come le nuove generazioni italiani si interfacciano con i prodotti alimentari può fornire anche uno spaccato dell’attuale società.
Alimentazione, la ricerca è “targhetizzata” e spazia in positivo e in negativo
Un primo elemento che emerge dall’analisi sulle tendenze di ricerca sul web è che argomenti d’interesse simili possono esprimere bisogni diversi. Questo è per esempio il caso delle ricerche relative alle parole chiave “alimentazione” e “alimenti”. Generalmente orientate a trovare informazioni utili, in primo luogo, al proprio benessere fisico. A seconda della fase di vita che si sta attraversando, o dei bisogni più avvertiti al momento, la ricerca si amplia poi di argomenti più specifici, come ad esempio “alimentazione quando si allatta”, “alimentazione quando si va in palestra”, “alimentazione quando si ha colite”, ecc…
Gli argomenti più cercati sul web
Fonte: Google Trends
1. Dieta
2. Calorie
3. Glutine
4. Colesterolo
5. Integratori
6. Valori nutrizionali
7. Yogurt
8. Proteine
9. Peso ideale
10. Celiachia
11. Tonno
12. Trigliceridi
13. Carboidrati
14. Grassi
Alimentazione, dunque, va a braccetto con tematiche quali dieta, calorie, glutine, colesterolo e integratori.
Questo è vero non solo in positivo però, con la ricerca di alimenti “buoni” (tipo lo yogurt) o miracolosi “superfoods” (una moda che però forse da noi non ha ancora preso così piede come nei Paesi anglosassoni), ma anche in negativo, con la ricerca di maggiori informazioni su prodotti alimentari “a rischio” per problematiche salutari ma anche etiche (forse in quest senso va interpretata la presenza di tonno, specie a rischio per la pesca intensiva). In questa categoria vanno inserite le ricerche di prodotti alimentari senza olio di palma. Il termine “olio di palma” infatti, inizia a far parlare di sé in modo evidente solo alcuni anni fa (intorno al 2011, anche se in alcuni forum ad esempio di mamme se ne parlava già da molto prima) e ad oggi è sempre più frequente trovare prodotti alimentari che sul proprio packaging esplicitino il “senza olio di palma” in modo chiaro ed evidente. Ivi compersi prodotti che non hanno mai utilizzato questo tipo di grasso vegetale.
Nuovi stili di vita, frenetici e veloci ma anche gourmand
La passione per la cucina e per le ricette in generale è una caratteristica che accomuna un grande fetta di italiani. Sono innumerevoli i siti web, blog e applicazioni mobile dedicati alle ricette, segno del forte interesse sul tema, confermato anche dall’attenzione che i molti programmi televisivi dedicati alla cucina riscontrano presso il grande pubblico.
Analizzando la tipologia di ricerche correlate a “ricette”, si riscontra qualcosa di più dei semplici gusti degli italiani. Il cambiamento dello stile di vita influenza anche il rapporto con il cibo, tant’è che rispetto a pochi anni fa sono aumentate notevolmente le ricerche relative a “ricette veloci”, ad evidenziare, da un lato, come la vita frenetica abbia riflessi anche in cucina e, dall’altro, come in ogni caso non si voglia rinunciare a mangiare qualcosa di buono nel poco tempo che oramai si ha a disposizione.
Insieme alle ricerche di “ricette veloci” e sue correlate (per esempio, per citarne solo alcune più indicative e stagionali, “ricette veloci pasta”, “ricette facili e veloci”, “ricette light veloci”, “ricette veloci estive”, “ricette veloci per cena”) è in aumento anche l’interesse per un’altra modalità di cucinare in modo rapido, che implica un ulteriore uso della tecnologia rispetto alla sola consultazione del web. La diffusione dei robot da cucina, di cui il Bimby, prodotto dalla tedesca Vorwerk, è al momento lo strumento più conosciuto e apprezzato dai consumatori italiani, ha indotto molti a cercare online il termine “ricette bimby”.
Opportunità per lo più sprecate: la Case history olio d’oliva
Il web insomma offre opportunità per il settore agroalimentare superiori a quelle di altri settori. Ma non sempre le aziende dell’agroalimentare e della distribuzione moderna sono pronte a coglierle. Se in alcuni comparti produttivi è spesso necessario un forte sforzo di creatività per attirare l’interesse dei consumatori, per chi si occupa di cibo sono innumerevoli le possibilità “naturali” di fornire informazioni originali e accattivanti con sforzi sufficientemente contenuti.
Bem Reserch prende ad esempio i produttori di olio d’oliva, uno dei prodotti di punta del settore agroalimentare italiano. Quali informazioni potrebbe mettere a disposizione del consumatore un sito web di un’azienda? Numerosissime, dalle caratteristiche organolettiche, al tipo di consumo in base alle diverse esigenze e bisogni, alle ricette che valorizzino l’olio d’oliva. Ciò permetterebbe di attirare visitatori e potenziali acquirenti, sia dall’Italia che dal resto del mondo.
Amazon e Alibaba, il rischio di lasciare i Big Data in mano ai big…
Interessanti in questo senso sono le recenti iniziative volte a favorire il commercio online dei prodotti tipici italiani da parte dei “re” dei marketplace digitali, Amazon e Alibaba. L’americana Amazon, con la sua vetrina sui prodotti italiani, e la cinese Alibaba, con il recente accordo sottoscritto con il Ministero delle Politiche Agricole nato sia per contrastare la contraffazione sia per promuovere il Made in Italy sulla piattaforma cinese che conta oltre quasi mezzo miliardo di consumatori, sono iniziative che dovrebbero indurre in qualche ulteriore riflessione. “Se da un lato queste piattaforme offrono grandi vantaggi, come quello di potersi interfacciare con milioni e milioni di potenziali acquirenti senza l’incombenza di gestire una logistica a livello planetario, dall’altro gli operatori italiani vedono sottrarsi un importante valore della compravendita – spegano da Bem Research – . Non ci riferiamo soltanto alle commissioni di vendita, alcune volte non proprio trascurabili, ma ancor più alla raccolta delle informazioni sui consumatori. I dati su chi ha acquistato sono infatti gestiti dai marketplace digitali, che poi tipicamente li utilizzano con applicazioni nel campo dei big data per profilare la clientela ed offrire in futuro altri prodotti, che non necessariamente potrebbero essere italiani. In altri termini, facendo esclusivo ricorso a questa piattaforma si rischia di barattare delle vendite aggiuntive nel breve-medio termine con la possibilità di avere prospettive di crescita più solide nel lungo termine”.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di realizzare un grande portale italiano dedicato alla vendita online di prodotti agroalimentari italiani, in grado di vendere in mercati stranieri, che sia quindi multilingua ma ancor più multiculturale. Il Ministero delle Politiche Agricole e quello dello Sviluppo Economico potrebbero farsi promotori di tale. L’iniziativa, coinvolgendo in particolare la grande distribuzione nazionale, potrebbe creare un fronte per promuovere l’interesse comune dell’Italia.
Le imprese italiane che potrebbero unire le forze su questo fronte non mancano, e già ad oggi dimostrano un’ottima padronanza del web.
A ottobre non cambia il podio delle insegne con la migliore performance online
L’analisi di ottobre sulle aziende che hanno la migliore performance online nel settore della grande distribuzione, il BEM Rank, emerge come in testa alla classifica si attestino tre imprese italiane, ovvero Ipermercati Iper, Esselunga e Coop.