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La ristorazione nel dopo lockdown: paure, speranze, aspettative

Quanto è costata alla ristorazione la crisi innescata dal Coronavirus?

Lo rivela l’inchiesta a cura di Fine Dining Lovers magazine on line e piattaforma gastronomica promossa da S.Pellegrino e Acqua Panna, condotta su un campione di oltre 10.500 soggetti intervistati in tutto il mondo per capire come sono cambiati i comportamenti relativi al cibo e al piacere di frequentare i ristoranti.

E’ emerso che la difficoltà e le preoccupazioni relative al futuro dell’industria della ristorazione coinvolgono il 51% (66% in Italia) dei professionisti convinti che la situazione economica negativa potrebbe inasprirsi nel giro del prossimo semestre.

Solo il 27% degli intervistati ritiene che siano stati adottati provvedimenti adeguati a supporto della ristorazione da parte dei rispettivi governi. 

 

 

Fra coloro che non vantavano rapporti di lavoro continuativi pre-crisi, il 65% (56% in Italia) ha perso la propria occupazione. Il 72% di coloro che sono regolarmente impiegati temono di perdere il proprio lavoro (la percentuale sale all’80% in Italia) a causa di una crisi che potrebbe acuirsi nei prossimi mesi.  

I clienti

Un quarto dei consumatori coinvolti nel sondaggio dichiara di avere utilizzato servizi di delivery durante il lockdown. Il 33% in Italia (stessa percentuale USA) dichiara di avere utilizzato il servizio delivery più spesso che in precedenza. I più refrattari al delivery, ma anche al take away, sono i francesi.

Il 60% del pubblico intervistato afferma di avere migliorato la propria abilità in cucina: in particolare il 40% sostiene di aver imparato o migliorato tecniche legate alla panificazione e al mondo dei lievitati, il 39% ha imparato nuove tecniche seguendo i consigli dei grandi chef mentre il 33% degli intervistati dimostra maggiore consapevolezza rispetto allo spreco alimentare.  

Nonostante questo, ai consumatori manca decisamente l’esperienza di un pasto fuoricasa: il 40% in particolare ha nostalgia delle implicazioni sociali che un pranzo o una cena al ristorante comportano, molto più che del puro piacere della novità o della scoperta legata all’esperienza del cibo.

È evidente che, quando si parla di fine dining, la capacità di saper ricreare unesperienza che non possa essere in alcun modo vissuta a casa, unica grazie al perfetto equilibrio fra atmosfera e condivisione, allinterno di un ambiente sicuro, è oggi più che mai il mix ideale intorno al quale lavorare per favorire la ripresa del settore e riconquistare la fiducia del pubblico.

Come ricominciare

Ricostruire e riprogettare sono elementi prioritari per risollevare l’industria della ristorazione tanto che il 65% (59% in Italia) degli intervistati ritiene che i professionisti avranno un ruolo essenziale nella ripresa del settore e che la loro esperienza e professionalità saranno fondamentali nelle prime fasi di costruzione di un nuovo panorama gastronomico.

Il 69% crede nell’importanza dell’introduzione di nuovi modelli di business, il 48% auspica l’attivazione di aiuti economici per coloro a cui non è stato riconfermato un impiego, il 42% reclama interventi governativi a supporto del sistema, mentre il 23% si augura una radicale evoluzione dell’intero comparto. In Italia, più che negli altri paesi, si chiedono interventi governativi su più aspetti del business.

Il tema della sicurezza è cruciale per favorire il ritorno del pubblico al ristorante. Il 69% dei consumatori esprime maggiore fiducia nelle misure precauzionali messe in atto dai ristoratori anziché nei protocolli definiti dalle istituzioni. Solo il 10% dichiara, in questa fase, di avere fiducia nei media in tema di ritrovata normalità e ritorno alle consuetudini fra cui tornare a frequentare i ristoranti; il 20% degli intervistati concorda sul fatto che forme di incentivo, tra cui i voucher, possano essere elementi che incoraggiano il pubblico a tornare al ristorante.

Modalità della ricerca

Al sondaggio, anonimo, hanno risposto 7.917 persone da tutto il mondo, soprattutto donne (73%) con una percentuale del 38% di abitanti in grandi città. Gli italiani che hanno partecipato al sondaggio sono stati 1.535 e hanno raccontato, rispondendo al questionario, come hanno vissuto il lockdown tra le limitazioni degli spostamenti personali e la chiusura dei ristoranti al pubblico.

Dei 2.708 professionisti che hanno partecipato al sondaggio, l’88% lavora in ristoranti o hotel e l’80% ha un’esperienza nel settore di oltre 6 anni. La percentuale italiana è pari all’11% ovvero a 304 professionisti, di cui il 67% con il ruolo di Executive o Capo Chef.

Chuzeat: l’app scegli e mangia, senza utilizzo e scambio di menù cartacei

Si chiama “Chuzeat” (da “choose”, scegli e “eat”, mangia) ed è un’App futuristica ideata per una nuova esperienza al ristorante. Uno strumento che facilita la scelta dei piatti da parte dei commensali, annulla i margini di errore nelle ordinazioni e riduce i tempi di attesa, con evidenti benefici sia per il ristoratore, sia per il cliente e che, in questo periodo, si rivela un prezioso aiuto per il distanziamento sociale.

L’idea è nata due anni fa dal team di ricerca di “Foodea Lab”, società campana con uffici operativi in Lombardia, nel Lodigiano, che si occupa di soluzioni innovative per la ristorazione. La nuova App è in grado di fornire una serie di vantaggi nella gestione degli ordini complessi e nell’organizzazione del lavoro del ristorante. All’indomani dello stop e alla vigilia della ripartenza della ristorazione collettiva dovuta alla lunga pausa dell’emergenza coronavirus, questo strumento di nuova generazione assume particolare attualità.

 

Come funziona

L’App consente di settare i propri gusti o esigenze dovute a regimi alimentari particolari: allergie, intolleranze a singoli ingredienti, dieta senza glutine, restrizioni religiose, ecc… Una volta entrati al ristorante basterà dunque inquadrare il QR code al centro del tavolo con il proprio smartphone e visualizzare il menù digitale nel più totale rispetto della Privacy. Il QR code di ultima generazione infatti è “dinamico” (è stata depositata domanda di brevetto) e dialoga con lo smartphone di ogni commensale. Il cliente vedrà apparire il menù del ristorante, personalizzato, con le proposte suggerite in base al proprio stile alimentare, ferma restando la possibilità di chiedere l’intervento del cameriere per avere ulteriori informazioni o consigli.

Durante la scelta, ognuno potrà vedere in tempo reale i piatti ordinati dai propri amici, e la stessa ordinazione diventa parte di un ludico momento di interazione al tavolo. Alla fine del processo, il ristoratore riceverà un ordine ottimizzato, al pari di quello ricevuto da un cameriere professionale. Il menù, inoltre, è multilingua e consente di accogliere ospiti di qualsiasi nazionalità senza limitazioni.

“Considerato che i ristoranti dovranno necessariamente mettere in pratica alcuni accorgimenti in termini di distanziamento sociale – spiega la direttrice marketing e CEO di Foodea Lab, Valentina Berti – Chuzeat contribuisce a evitare lo scambio dei menu cartacei, minimizzare i contatti diretti all’interno del locale e pagare per sé in autonomia, direttamente dal tavolo, senza spostarsi alla cassa. Per i ristoratori non esistono costi né fissi né percentuali sugli incassi, e per il cliente è completamente gratis”.

“Il sistema utilizzato – continua Valentina Berti – è pay per use, ed è proporzionale all’utilizzo della piattaforma, perché crediamo profondamente che una volta provata, il ristoratore non potrà fare a meno di Chuzeat. L’App, infine, risulta innovativa anche perché non utilizza un sistema “a carrello” come succede per la maggioranza degli operatori del food delivery, ma propone un processo dinamico, semplice e giocoso, all’insegna della convivialità”.

La recensione non fa più paura: maggiore soddisfazione del cliente e dialogo con il ristoratore assicurano un rapporto corretto.

Alla fine dell’esperienza l’App consente anche di dialogare con il ristorante in maniera del tutto privata e anonima. La classica recensione di dominio pubblico, troppo spesso vera e propria croce dei ristoratori e fonte di interminabili diverbi digitali diventa, al contrario, reale, diretta e privata. Il ristoratore potrà comunicare con il cliente che resta anonimo, magari riuscendo a recuperare una serata “storta” attraverso ad esempio una proposta di sconto.

Fase 2: arriva My Contactless Menù, digitale e tradotto in 60 lingue

Per aiutare i ristoratori alla ripresa dopo l’emergenza sanitaria, HealthyFood di Pietro Ruffoni, ideatore di MyCIA, lancia My Contactless Menù, il pacchetto di servizi a valore aggiunto per la digitalizzazione della ristorazione per aiutare il mondo dell’horeca a rispettare le nuove normative di sicurezza: ingressi contingentati, distanze, igienizzazione di tutto, menù incluso. All’interno di My Contactless Menù è infatti presente anche la possibilità di attivare il servizio Order & Pay by Phone.

My Contactless Menù manda in soffitta definitivamente il vecchio menù cartaceo, impossibile da igienizzare, offrendo il primo menù digitale 4.0, che traduce in maniera istantanea in 60 lingue; il cliente può visionarlo attraverso la semplice scansione via smartphone di un QR Code posizionato sul tavolo dal ristoratore, visualizzandolo già nella lingua madre e completo dei valori nutrizionali e calorici dei piatti se resi accessibili da parte del ristorante. È aggiornabile in tempo reale in piena autonomia – con un importante risparmio di tempo e di denaro – e consentendo la visualizzazione da remoto, assicura ai ristoratori di entrare nel network delle oltre 80mila persone che hanno scaricato l’app rendendolo facilmente condivisibile attraverso qualsiasi servizio di messaggistica. È inoltre possibile filtrare il menù perfetto per i propri gusti e stili alimentari, eliminando gli alimenti non graditi.

Tra i servizi ulteriori, My Contactless Menù consente la prenotazione online del proprio tavolo direttamente dall’app, con un doppio vantaggio: per i ristoratori, di poter organizzare gli ingressi in modo scaglionato senza ricorrere ad un gestionale ad hoc, e per i clienti della garanzia di un appuntamento certo e confermato, riducendo tempi di attesa in coda.

E infine, sempre come addendum, consente di attivare Order & Pay by Phone: è possibile effettuare ordini direttamente dal menù digitalizzato, ricevendo il conto in formato digitale e pagandolo dallo smartphone, evitando passaggi di carte, comande e strumenti di pagamento di mano in mano.

“Il mondo della ristorazione si prepara alla ripartenza tra molte incognite e con la consapevolezza che l’innovazione peserà non poco in questa sfida”. spiega Pietro Ruffoni. “Noi ci siamo attivati subito per supportare con servizi smart, intuitivi ed unici nel loro genere, ristoratori e clienti. My Contactless Menù è nato proprio per ridurre a zero il rischio di contagio, digitalizzando tutti quei processi che fino ad oggi hanno potuto essere fisici e che non potranno più esserlo. In più, le nuove feature rendono il nostro prodotto e il pacchetto di servizi associato ancora più smart grazie alla visualizzazione dei valori nutrizionali e delle calorie resa possibile attraverso l’indicazione delle grammature dei vari ingredienti elaborate dal nostro algoritmo. Una rivoluzione digitale applicata al mondo della ristorazione. E tutto in un’app”.

 

 

 

 

CIRFOOD chiude il 2018 con 664 milioni di ricavi e 165 di patrimonio netto

CIRFOOD ha chiuso positivamente il 2018 con 664 milioni di euro di ricavi consolidati (in crescita del 3% rispetto al 2017), un utile di 11,7 milioni, un EBIDTA pari a 34 milioni, e un patrimonio netto di 165 milioni. Il risultato rappresenta un significativo passo avanti nello sviluppo del Piano Strategico 2016-2020, che ha tra i principali obiettivi la realizzazione di proposte innovative per i servizi di ristorazione collettiva e la crescita nella ristorazione commerciale.

Vediamo nel dettaglio: il gruppo cresce del 2% nell’ambito della ristorazione collettiva, che rappresenta il 72,5% del fatturato e in cui è leader. Inoltre CIRFOOD nel 2018 ha visto aumentare del 3% la quota della commerciale, area di business che rappresenta il 14% del fatturato. Positiva anche BlueBe, divisione buoni pasto e welfare, che cresce del 15%, costituendo il 13% dei ricavi.

I numeri della rete

Nel 2018 CIRFOOD vanta al suo attivo una rete di 140 locali, che generano 103 milioni di euro di ricavi. L’impresa inoltre, grazie a CIRFOOD RETAIL, società interamente dedicata allo sviluppo di nuovi format nel mercato della ristorazione commerciale,  ha aperto 9 i ristoranti nel 2018, incluso il primo locale all’estero, la moderna bakery Viavai ad Amsterdam, e il primo Aromatica Cafè, che declina il format easy gourmet Aromatica come caffetteria.

Complessivamente CIRFOOD nel 2018 ha servito oltre 100 milioni di pasti nelle scuole, nelle strutture sociosanitarie, nei ristoranti aziendali e nei locali della ristorazione commerciale.

Il Piano Strategico

Il 2018 sancisce per l’impresa un altro anno importante per l’attuazione del Piano Strategico 2016-2020 che ha come obiettivo raggiungere 780 milioni di ricavi consolidati nel 2020. CIRFOOD a questo proposito ha dedicato risorse significative pari a 44 milioni di euro di investimenti, in particolare per lo sviluppo di proposte innovative per la ristorazione in Italia e all’estero.

Nell’ultimo anno, il numero dei dipendenti in Italia ha raggiunto quota 11.682 persone, di cui oltre 6.900 soci con una prevalenza di contratti a tempo indeterminato pari al 92% e un’occupazione femminile dell’89%, a conferma della capacità di CIRFOOD di creare opportunità e posti di lavoro.

Nel corso del 2018, CIRFOOD ha infine definito il piano di investimenti per la realizzazione entro il 2020 del CIRFOOD DISTRICT, il centro dedicato alla ricerca e alla sperimentazione per l’innovazione in ambito nutrizionale e food service. Questa iniziativa, su cui l’impresa investirà 5 milioni di euro fino al 2020, consentirà una migliore focalizzazione delle proprie attività di ricerca e sviluppo nei diversi settori di business, favorendo la collaborazione tra gli stakeholder della filiera agroalimentare, promuovendo il valore del cibo e le eccellenze dei territori.

Viridea apre alla ristorazione, inaugurando a Cusago Erba Matta

Viridea, catena italiana di Garden Center, amplia la sua formula di accoglienza con l’inaugurazione di Erba Matta – giardino con cucina: un nuovo ristorante e bistrot
all’interno del punto vendita di Cusago, il primo centro aperto in provincia di Milano nel 1997.

L’apertura di questo ristorante completa la proposta di Viridea e rafforza la mission dell’azienda, che da sempre intende offrire un luogo di svago e relax a due passi dalla città a tutti gli amanti della natura.
Erba Matta offre ai visitatori il servizio che mancava: un ristorante e caffetteria dall’animo green, dove le famiglie sono benvenute e la genuinità delle materie prime incontra fantasia e creatività.
La progettazione del format è stata curata dal Gruppo Ethos – F&B Consulting, dipartimento dell’omonima azienda ristorativa lombarda che si occupa di fornire servizi e consulenze per attività ristorative.

Il format: ristorante e bistrot
Il ristorante/pizzeria Erba Matta (il nome sottolinea la vocazione dedicata alla natura di Viridea e unisce una connotazione di semplicità – l’erba matta è infatti una pianta molto comune – a quella di stravaganza) proporrà una cucina contemporanea, con ricette semplici, ma spesso anche estrose. Il filo conduttore del menù à la carte sarà il richiamo alla territorialità e al mondo botanico, attraverso l’uso di piante aromatiche e varietà ortofrutticole inusuali.
Tra gli ingredienti saranno privilegiati i prodotti biologici, una scelta volta a offrire prodotti buoni per i clienti e per l’ambiente.

La location
Il ristorante è collegato al Viridea Garden Center da un accesso interno. L’entrata principale, affacciata direttamente sul piazzale del parcheggio, si raggiunge tramite un pontile sospeso sul laghetto. Una terrazza, al cui centro campeggia un braciere a legna, si affaccia sullo specchio d’acqua. Nel retro del ristorante si apre un ampio cortile incorniciato da un giardino aromatico.
Attorno all’edificio è facile imbattersi in pavoni e galli, che circolano liberamente.
Il progetto richiama, nell’impianto architettonico, la struttura a forma di serra tipica dei Viridea Garden Center, con ampie vetrate e soffitto in legno a vista.
Gli interni sono stati disegnati dallo Studio Novo di Casatenovo e si caratterizzano per il mood fresco, ispirato alla natura. I toni sono quelli del legno e variazioni di verde, scompigliati qua e là dai muschi colorati e dai decori delle pareti.

I numeri di Erba Matta
• 2 dehors: una terrazza con braciere a legna affacciata sul laghetto e un cortile con giardino aromatico sul retro
• 250 sedute
• 1 area bimbi permanente
• 2 alberi all’interno delle sale
• 3 impasti biologici per le pizze
• 7/7 giorni di apertura
• 8-24 l’orario di apertura

Un robot per friggere nel reparto gastronomia? Lo testa Walmart nei suoi lab

I robot stanno per entrare nella Gdo e prenderannosu di sé i compiti più duri o ripetitivi: un esempio di ciò arriva dall’americana Walmart, la più grande catena della grande distribuzione “fisica” al mondo che, secondo Yahoo Finance, sta testando nei suoi laboratori un assistente robot da cucina chiamato “Flippy” che avrà il compito di svolgere le dure operazioni di friggitura.

Flippy di Miso Robotics è il primo robot da cucina autonomo al mondo guidato da intelligenza artificiale e, come avevamo scritto, si è già esibito l’anno scorso girando hambuger in una catena californiana.

Flippy è in grado di friggere fino a otto cestini di cibo contemporaneamente, e potrebbe essere impiegato nel  processo di frittura di molti degli articoli serviti nella gastronomia, tra cui polli, bastoncini di mozzarella e, naturalmente, patatine.

“Se pensi alle cucine commerciali, sono davvero delle micro-strutture produttive – ha detto il CEO di Miso Robotics, David Zito, a Yahoo Finance –. Eppure, sono tra le condizioni più difficili in cui lavorare. Automatizzare il cibo è molto difficile coem sa bene un qualsiasi chef. Quello che stiamo cercando di fare è assistere i cuochi con gli strumenti necessari per dare loro la possibilità di lavorare mentre si assumono il peso di alcuni dei compiti più ripetitivi e banali”.

Il robot dunque più che sostituire diventerebbe un “paio di mani in più”, consentendo all’operatore di dedicare meno tempo all’inserimento di cibo nelle friggitrici e più tempo ad altri servizi come prendere gli ordini dei clienti e preparare altri cibi. Ma aiuta anche a creare un prodotto di qualità costante e può contribuire a garantire la sicurezza alimentare e a ridurre al minimo lo spreco di cibo.

Arriva Löwengrube in Emilia-Romagna, il 16° locale italiano apre a Bologna

Prima apertura in Emilia-Romagna il 13 dicembre a partire dalle 19 per la catena di ristorazione bavarese Löwengrube. Il format di cucina e birreria bavarese apre in via dell’Industria 16 a Bologna il suo 16° punto vendita in Italia. La catena è già presente in Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli e Marche.

Il nuovo Löwengrube di Bologna rispecchia lo stile e i valori di tradizione che animano il brand, attraverso un’offerta gastronomica tipica bavarese, composta da piatti a base di würstel, hamburger e stinco di maiale, cucinati secondo ricette tipiche e accompagnati da una selezione di birre spillate esclusivamente alla tedesca.

Il nuovo punto vendita è aperto 7 giorni su 7, pranzo e cena, e dispone di oltre 240 posti a sedere, connessione wi-fi gratuita e ampia disponibilità di parcheggio esterno. Occuperà 25 persone, portando a quasi 300 il numero degli impiegati in tutti i 16 locali della catena.

Löwengrube prevede altre 10 nuove aperture entro il 2019, tra il format di ristorazione classico, il format Klein, ossia la versione della birreria per stazioni e aeroporti e il wagen, il food truck di street food bavarese.

L’inaugurazione al pubblico del nuovo locale è prevista per il 13 dicembre, a partire dalle 19 e sino alle 24: in loco, saranno offerte degustazione di birra e piatti tipici bavaresi.

Dispensa Emilia cerca 35 risorse per l’apertura nel C.C. Auchan di Rescaldina

Trenta operatori e cinque assistenti allo store manager: sono le figure ricercate da Dispensa Emilia, catena leader nella ristorazione tradizionale con servizio veloce, che ha aperto le selezioni per la sua prossima apertura a Rescaldina (MI), presso il Centro commerciale Auchan.

L’azienda sta lavorando alla costruzione dell’intero team del nuovo ristorante, e le 35 figure andranno ad aggiungersi alle 250 persone in staff nei suoi altri 10 ristoranti di proprietà in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana.

La figura di Assistente allo Store Manager è responsabile del ristorante durante il proprio turno di servizio. Sono richieste figure con comprovata esperienza nel coordinamento di gruppi, maturata nella ristorazione organizzata. Il contratto di lavoro offerto è full time e l’inserimento in azienda prevede un periodo di formazione di almeno tre mesi presso gli altri ristoranti della società e un successivo sviluppo accademico.

Per la figura di Operatore, Dispensa Emilia è alla ricerca di persone solari, dinamiche e con ottime doti relazionali. L’operatore in Dispensa Emilia ricopre tutte le postazioni di lavoro previste nel punto vendita: dalla preparazione dei prodotti, al servizio al cliente, alle pulizie, alle operazioni di cassa. L’inserimento in azienda prevede un periodo di formazione di un mese presso uno degli altri ristoranti della catena in zona e contratto part time.

Tutti gli interessati potranno inviare il proprio cv all’indirizzo e-mail dedicato personale@dispensaemilia.it o compilando la scheda anagrafica direttamente sul sito di Dispensa Emilia: http://www.dispensaemilia.it/it/lavora-con-noi

Nata a Modena nel 2004, Dispensa Emilia conta oggi dieci ristoranti distribuiti tra Emilia Romagna (Modena, Bologna e Reggio Emilia), Toscana (Campi Bisenzio), Lombardia (Arese @”Il centro” e Orio al Serio) e Veneto (Verona). È tra le prime catene in Italia nel segmento della ristorazione tradizionale con servizio veloce, che mette al centro della sua offerta la tigella, sottile pane rotondo tipico dell’Appennino Emiliano farcito con salumi, formaggi e verdure di stagione, ma propone anche piatti della tradizione emiliana, insalate e una selezione di Lambruschi e vini al calice tipici della Regione. Tutto è preparato al momento, con ingredienti freschi e genuini: basta ordinare e pagare alla cassa, accomodarsi al tavolo e attendere pochi minuti per essere serviti.

Un dispositivo “Trovami” aiuta gli assistenti di sala a individuare il tavolo, in modo da offrire un servizio rapido e preciso.

Fast Casual Restaurants, quali i più social? L’analisi Blogmeter

Top Brands Blogmeter punta i riflettori sui Fast Casual Restaurants, i locali a metà tra Fast Food (per la velocità del servizio) e Ristorante (per la qualità offerta) per capire quali tra loro sono i più “social”. Utilizzando la nuova piattaforma integrata di social intelligence Blogmeter Suite, la società ha analizzato le performance di tutte le pagine ufficiali Facebook, Twitter e Instagram delle principali insegne presenti sul mercato italiano e che si rivolgono allo stesso. Dei 25 brand presi in esame, è stata creata una classifica in cui sono stati evidenziati i 5 brand migliori per interazioni totali nel trimestre dal 1° luglio al 30 settembre 2018.

 

Al primo posto della classifica si posiziona Roadhouse Restaurant, la prima catena di steakhouse in Italia, sviluppata nel 2001 dal Gruppo Cremonini, con oltre 79 mila interazioni puntando su una strategia di User Generated Content per la propria comunicazione social condividendo foto scattate dai suoi clienti,. La maggior parte dell’engagement prodotto proviene dalla pagina Facebook della steakhouse dove sono stati pubblicati 76 post.

Medaglia d’argento per la paninoteca milanese fondata nel 2011, Panini Durini, che totalizza oltre 67 mila interazioni. Il canale Instagram, sui cui sono stati pubblicati circa la metà dei contenuti, è quello prediletto dagli utenti che impazziscono per il primo piano di un golosissimo panino crudo e stracciatella e lo premiano con oltre 3,5 mila like.

Terza posizione per Miscusi, ristorante casual fondato da due giovani milanesi che serve pasta fresca gourmet. L’engagement totalizzato da Miscusi nel periodo di analisi è pari a 56 mila interazioni, prodotte grazie ai 178 contenuti pubblicati sui canali social. Tra gli hashtag più engaging utilizzati da Miscusi su Instagram svettano #WeLovePasta e #AdessoPasta!

Al quarto posto Flower Burger, la prima veganburgeria d’Italia. Fondata a Milano nel 2015, ha un total engagement di 49 mila interazioni. I burger colorati della paninoteca vegana conquistano tutti ed è infatti un contenuto pubblicato da Flower Burger a risultare il più engaging del panel nel periodo di analisi, guadagnando oltre 4,6 mila interazioni totali.

Al quinto posto si classifica Zushi, ristorante Giapponese fondato a Verona, con un total engagement di quasi 35 mila interazioni. I piatti di sushi pubblicati sui canali social da Zushi conquistano soprattutto i fan di Facebook, che contribuiscono a oltre il 73% dell’engagement totale e premiano come contenuto più interessante il romantico Love Menu dedicato alle cene di coppia.

La menzione speciale di questa Top Brands spetta ad Old Wild West, azienda friulana nata nel 2002, specializzata in hamburger e piatti di carne alla griglia. Il suo post dedicato al Menu X Factor, che invita gli utenti a votare il piatto preferito per poter vincere i biglietti della finale dello show canoro, si aggiudica i premi di most shared e most commented content del trimestre.

Metodologia:
La Blogmeter Top Brands Fast Casual Restaurants è stata realizzata a partire da un panel di profili/pagine corporate ufficiali italiane delle principali aziende del settore di riferimento. Il valore “Total Interactions” rappresenta la somma delle interazioni ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. Instagram (solo profili business): like e comments. Mentre il valore “Source Engagement” rappresenta la somma delle interazioni (divise per fonte) ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. Instagram (solo profili business): like e comments.

Sushi Daily nuova partenrship con i supermercati Elite a Roma

Nuova collaborazione per Sushi Daily, il chiosco di sushi presente in tanti punti vendita della Gdo, che inugura l’accordo con Elite Supermercati aprendo il primo chiosco in uno dei punti vendita romani.

Il nuovo corner ha aperto martedi 2 ottobre presso il supermercato Elite di Via di Sant’Alessandro, 380.
Elite èla catena di supermercati con 48 punti vendita in centro Italia, dove èpossibile trovare una vasta scelta di specialitàtipiche regionali e locali che si affiancano ai tesori del vasto patrimonio culinario italiano e internazionale. Un’ampia scelta di tagli di carne, la frutta e la verdura piùfresche garantite da arrivi giornalieri e una larga gamma di pesce freschissimo cui, si aggiungono le creazioni quotidiane degli Artigiani del sushi di Sushi Daily.

Con questa apertura la catena francese amplia la presenza nella capitale, dopo l’apertura del suo primo punto vendita con sedute nella nuova Terrazza Termini della stazione di Roma.

Con quasi 160 chioschi/corner sushi in tutta Italia, Sushi Daily propone un concept innovativo di Sushi Kiosk a servizio completo, a metàtra l’esposizione e lo show cooking, con prodotti di prima qualitàpreparati durante la giornata in una cucina a vista che mettono al centro dell’attenzione l’intrattenimento e, allo stesso tempo, la preparazione di un sushi impeccabile che unisce ai classici Sushi, Maki, Nigiri, Sashimi e Temaki, le ricette originali firmate Sushi Daily, dal Crunch Cali Roll al Verde Maki.

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