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Tag: ristorazione

Camst, 2 milioni e mezzo di euro per cinque nuovi locali a Parma e Vicenza

Due milioni e mezzo di euro: è la cifra impiegata da Camst, azienda attiva nella ristorazione commerciale, per rinnovare i propri locali all’interno dei centri commerciali Torri di Parma e Il Palladio di Vicenza, tramite la proposta di nuovi format che incontrino le esigenze di diverse fasce di consumatori.

Il format si chiama “Dal 1945 Gustavo Italiano” ed è stato lanciato da Camst proprio per offrire ai consumatori una nuova esperienza sostenibile e innovativa, all’insegna della qualità dei menu proposti.

A Parma, sono tre i nuovi punti di consumo all’interno del centro commerciale Centro Torri per soddisfare le esigenze di chi mangia fuori casa: “Dal 1945 La pizza di casa mia”, che propone pizza al taglio e in tagliere; “Dal 1945 In cucina”, self service per una ricca, ma veloce, pausa pranzo; “Dal 1945 Il buon caffè”, la tradizionale proposta del bar, integrata con piatti preparati con frutta, verdura e cereali provenienti da filiera 100% made in Italy.

In CucinaDue invece i punti di consumo aperti a Vicenza all’interno del centro commerciale Il Palladio, dove al self-service “Dal 1945 In cucina” si affianca “Dal 1945 Sano e Delizioso”, la proposta bar “healthy” con piatti preparati con frutta, verdura e cereali 100% made in Italy.

Il progetto di ristrutturazione dei precedenti locali a marchio Camst presenti nei centri commerciali delle due città è stato reso possibile grazie ad un investimento economico di 1 milione e 800 mila euro a Parma (compresa l’apertura ad aprile della pizzeria, del ristorante self-service e del bar caffetteria nel centro commerciale Euro Torri) e di 700 mila euro a Vicenza, per un totale di 2 milioni e mezzo di euro.
La strategia di Camst nella ristorazione commerciale prevede di aprire su tutto il territorio nazionale 25 nuovi locali entro i prossimi anni.

Angelo_Scafuto Camst 2016«Il filo conduttore del nostro nuovo concept è la qualità, a partire dai fornitori che vengono accuratamente selezionati per poter garantire ingredienti certificati, di origine italiana DOP e IGP e lavorati nel rispetto delle stagionalità – spiega Angelo Scafuto, direttore della ristorazione commerciale di Camst  -. Insieme all’amore per la tradizione e all’italianità che è parte del Dna di Camst, il nuovo format punta sulla creatività innovativa dei servizi offerti coerentemente con i bisogni dei nostri consumatori».

I locali, dall’aspetto vintage ed elegante, puntano molto sulla tecnologia grazie al wi-fi gratuito, alle postazioni tablet ad uso clienti, agli spazi per la ricarica del cellulare, all’app dedicata e alla realtà aumentata per percorsi esperienziali. Esiste anche il sistema chiama cliente per le ordinazioni di prodotti espressi e i sensori per la classificazione del target clienti in 24 categorie associati al consumo effettuato.

Particolare attenzione è riservata alla tutela dell’ambiente: il materiale a perdere per il servizio e takeway è 100% biodegradabile o compostabile, e anche nelle aree di lavorazione vengono utilizzati materiali riciclati a basso impatto ambientale.

Kentucky Fried Chicken: la grande sfida del pollo fritto

D’accordo, è approdata solo di recente nello Stivale, in compenso ci ha messo pochissimo ad aprire i primi sei punti vendita. L’ultimo (ovvero il sesto ristorante italiano, il secondo in Lombardia e il primo in provincia di Milano) è stato quello di Arese. “Il piano di sviluppo prevede l’inaugurazione di 100 locali in cinque anni su tutto il territorio nazionale attraverso una decina di imprenditori affiliati. Un percorso che affrontiamo forti del grande successo che fin da subito la nostra proposta alimentare ha riscosso ovunque: a Roma, Torino, Chieti, Genova, Brescia e ad Arese”, commenta Corrado Cagnola, amministratore delegato di KFC Italia.Corrado Cagnola_1_alta

Come mai KFC è arrivato in Italia solo nel 2014?
Perché solo allora si sono create le condizioni ideali per lo sviluppo del brand in Italia. Tenete presente che KFC si diffonde nel mondo attraverso il franchising. Prima di espandersi in un Paese l’azienda valuta quindi tre elementi: location, imprenditori e strategia di sviluppo.

Pensate di approdare anche a Milano? E dove saranno le prossime aperture?
Sì, senza fretta però. Aspettiamo di trovare l’occasione e le persone giuste. Milano è una città interessante, ma le location non sono così numerose e gli affitti nelle vie principali del centro sono così alti da non garantire un profitto certo, che invece è una delle condizioni imprescindibili che KFC tiene in conto per la scelta del negozio. Di certo nei prossimi mesi ci concentreremo su Lombardia, Lazio, Piemonte e su Veneto ed Emilia Romagna, due regioni dove per ora siamo assenti.

E che tipo di imprenditore cercate?
Imprenditori con una seria volontà e capacità di investimento, interessati ad aprire tra i 10 e i 30 ristoranti, anche attraverso società costituite ad hoc. L’affiliato ideale, inoltre, è un valido gestore sia a livello di dettaglio, sia a livello generale. Dal punto di vista operativo, tutti i ristoranti devono infatti essere gestiti al meglio e allo stesso modo. Ecco perché indentifichiamo un interlocutore tecnico, il principal operator. Quando l’imprenditore ha un solo punto vendita, questa figura coincide con il direttore del ristorante; mentre quando cresce il numero di ristoranti, con il direttore operativo della società.

Parliamo di investimenti e di tempi di break-even?
Aprire un KFC costa mediamente un milione di euro, ma l’investimento varia in base alle diverse tipologie: il drive è più costoso, mentre un ristorante in una food court di un centro commerciale -come quello aperto a metà aprile ad Arese- richiede un investimento minore. Il fatturato oscilla a seconda dei punti vendita, tuttavia si aggira sui due milioni all’anno. Quanto al ritorno, è legato in buona parte all’affitto della location. In questo senso è impossibile dare indicazioni, anche perché il business plan è gestito dall’imprenditore.

Offrite anche un servizio di formazione?
Sì. Insegniamo tutto quello che riguarda il business con il training e con l’affiancamento: dove comprare cucina e attrezzature, come gestire un ristorante, come assumere il personale, come gratificarlo, etc. Di conseguenza non è essenziale un’esperienza pregressa nel settore.

Quanto dura il periodo di training?
Dipende, anche venti settimane.

E l’affiancamento?
È molto breve: facciamo aprire il ristorante solo a chi è già in grado di gestirlo insieme al suo staff.

Uno sguardo ai fornitori.
Abbiamo una catena di fornitura unica per tutti. Gli ordini vengono effettuati su una piattaforma comune e consegnati direttamente nei punti vendita. Questa strategia alleggerisce il gestore dall’impegno di selezionare i fornitori e ci consente di controllare la qualità delle materie prime. Compito di chi gestisce il negozio è prevedere le vendite e quindi stabilire gli ordini. Che non devono essere eccessivi per contenere le spese, ma nemmeno troppo limitati per evitare di non poter adempiere alle richieste dei clienti. Il sistema informatizzato propone una soluzione per gli acquisti, ma sta al gestore decidere se seguire le indicazioni o apporre delle modifiche all’ordine.

In che modo sfruttate le opportunità offerte dalle nuove tecnologie?
Il flusso è automatizzato a livello tecnologico: i movimenti delle casse sono subito registrati dalle cucine e dal magazzino, ovvero dal back office e fanno partire gli ordini, le preparazioni e i consumi. Inoltre abbiamo menuboard totalmente digitali, animati e con offerte diverse a seconda della fascia oraria della giornata.

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Quali sono le vostre strategie di comunicazione?
In questa prima fase ci interessa comunicare innanzitutto brand, prodotto (che cosa offriamo, come lo prepariamo e le diverse occasioni di consumo) e ristoranti (dove siamo e come siamo fatti). Per diffondere il marchio puntiamo soprattutto sul mondo digital, ovvero sul sito web e sulle piattaforme social come Facebook e Instagram, senza trascurare i mezzi tradizionali come affissioni, cinema e radio. Inoltre, curiamo l’arredo e la decorazione dei locali, per esempio con un’area dedicata al colonnello che inventò la ricetta segreta per preparare il pollo e con una zona deputata al bucket, i secchielli di cartone di KFC che presuppongono la condivisione del cibo. Tenete conto, per esempio, che il Bucket Tenders Maxi Menu è composto da 22 pezzi + 4 salse + 4 contorni + 4 bibite e costa 33 €.

E la televisione?
Per il momento non abbiamo intenzione di pianificare una campagna televisiva. La verità? Non sono sicuro valga la pena investire in questa direzione nemmeno in futuro. La tv resta un mezzo efficace, ma è caro e non in linea con lo stile di vita e le abitudini del nostro target di riferimento, che è giovane e più interessato ai canali digitali.

di Nicole Cavazzuti

Chiccotosto, il format Cir Food per la caffetteria gourmet di Expo, apre in città

Era stato “testato” a Expo insieme a quattro altro format, ed ora sbarca in città con alcune novità e in location un po’ particolari: stiamo parlando di Chiccotosto, il format che Cir Food ha dedicato alla caffetteria. Dalla ristorazione collettiva a quella commerciale, le aperture riguardano un Chiccotosto a Torino nell’ambito del progetto gastronomico per Intesa Sanpaolo. La caffetteria è uno dei tre elementi di un “Sistema gastronomico” che comprende anche il ristorante gourmet “Piano35” e il lounge bar panoramico al 37° piano, quest’ultimi affidati alla maestria dello chef Ivan Milani. Un progetto voluto da Intesa Sanpaolo per dar vita a un polo di ricerca e innovazione gastronomica e culinaria, che vede la collaborazione tra l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ed Affida, newco specializzata nell’alta ristorazione che fa parte del Gruppo CIR food, a cui è stata affidata la gestione operativa dell’intero sistema.

Nuovo Centro Direzionale INTESA SANPAOLO - TORINOUtilizzo dei prodotti Igp e Dop e del territorio, farine macinate a pietra e lievito madre, attenzione all’ambiente con i vassoi da portata in materiale riciclato e 100% ecologico e nell’assenza di tovagliette, che consente di ridurre le emissioni di CO2 sono alcuni degli elementi che contraddistinguono il format, che propone colazione e pranzi e un caffè espresso di alta gamma, firmato Lavazza, croissant farciti al momento, insalatone servite in tazze e panini, ispirati ai borghi medievali del nostro Paese e alle dame che ne hanno segnato la storia. Come il panino “Finalborgo” arricchito con pesto genovese, mentre nel “Furore” protagonista è la mozzarella di bufala e nel “Fontanellato” il prosciutto crudo di Parma Dop.

Nuovo Centro Direzionale INTESA SANPAOLO - TORINOUn’altra apertura è situata al piano terra della nuova galleria commerciale in cui si trovano il Cup e l’accesso ai reparti del plesso ospedaliero San Gerardo di Monza. Sul fronte dell’innovazione, ci sono postazioni multimediali per la navigazione wi-fi e stazioni di ricarica per cellulari e tablet. Novità assoluta per i locali Chiccotosto, nella caffetteria del San Gerardo è presente l’edicola. In autunno si aggiungerà anche una libreria. Il locale conta 70 posti a sedere e uno staff di 15 persone.

“Dal 2009 ci occupiamo della ristorazione ospedaliera per i degenti e i dipendenti del San Gerardo di Monza – ha ricordato il Direttore Commerciale e Marketing CIR food Giuliano Gallini –. Ora con Chiccotosto siamo pronti ad arricchire l’offerta della galleria commerciale dell’ospedale con una proposta gastronomica di alto livello, ricca di novità multimediali e culturali”.

In autunno al piano superiore della galleria commerciale dell’ospedale CIR food aprirà un altro locale ispirato a Expo, Viavai Italian Smart Food.

Nuovo Centro Direzionale INTESA SANPAOLO - TORINOIl primo Chiccotosto ha aperto a Milano a gennaio 2015, prima ancora di Expo, nella galleria commerciale del polo ospedaliero Niguarda.

Grocerant, catene, food delivery: l’Italia sulla soglia del futuro

Una grande apertura al nuovo che ha portato all’ingresso, nell’ultimo anno, di catene straniere del fast food presenti in decine di Paesi, e che proprio ora scelgono di debuttare in Italia. Il mondo della ristorazione veloce in Italia è oggi una sorta di arena dove si stanno sperimentando nuove soluzioni e incroci, che vedono la barriera tra commercio e somministrazione assottigliarsi sempre più. «Ormai il cliente si aspetta di trovare il cibo sempre, ovunque, e di ogni tipologia della quale abbia desiderio al momento» ha spiegato Daniele Tirelli, presidente di POPAI ITALIA all’evento “Are you ready for the Grocerants?” terza edizione del convegno POPAI dedicato al settore del Retail Food Service. Dando un quadro dei nuovi format.
I Netstaurant, ad esempio, i ristoranti integrati con le logiche del web e dei social come il newyorchese 4Food. Nel punto vendita sulla 5a strada tramite vari dispositivi si può costruire il proprio hamburger, che al contrario dello storico Big Mac, che si voleva uguale in ogni punto del mondo, è estremamente personalizzato. Si compilano questionari per conoscere il proprio hamburger ideale, si socializza tra profili affini. E, secondo le logiche social, se il panino creato dal cliente ha successo (ovvero vende bene), questi ottiene un anno di pasti gratis.
Gli Everywhere Restaurant colgono invece la tendenza a portare l’insegna ovunque, tramite i truck. In USA l’hanno fatto Taco Bell e Starbucks, ed è un mercato che cresce del 25% l’anno secondo Technomic.
Le consegne a domicilio sempre più veloci e sofisticate vedono sempre negli States un operatore come GrubHub che in pochi anni ha raggiunto 44mila locali in oltre mille città. Ma nell’area sono scesi grandi player, da Amazon a Google a Uber.

In questo scenario, come evolveranno i supermercati? Servire cibo sottrae business o crea lavoro? Varie le soluzioni possibili. C’è chi prepara e serve nel punto vendita lo stesso prodotto che vende sugli scaffali (ad esempio la pizza da Whole Foods Market) e si è specializzato a organizzare il catering per qualsiasi tipo di evento od occasione speciale, dal matrimonio al compleanno come Kowalski: l’intero banchetto può essere ordinato online.
In Italia siamo agli inizi, sono partire esperienze interessanti come Carrefour viale Bezzi e iper la grande i di Arese, ma c’è ancora qualche zona d’ombra.
Una sorta di guida nel food retail del futuro ci viene da alcune esperienze, italiane ma soprattutto estere, di realtà che hanno da poco aperto nel nostro Paese.

 

Domino’s: la chiave è tecnologia e servizio
domino's«Siamo arrivati molto in ritardo: l’Italia è l’83° Paese per Domino’s – spiega Alessandro Lazzaroni, Marketing Manager di Domino’s Pizza Italia, oggi a Milano con 5 punti vendita che diventeranno presto 6. Nel mondo, sono 13mila per 10 miliardi di fatturato. Certo, portare la pizza americana nel Paese che la pizza ha inventato e che vanta 44mila pizzerie era una sfida improba, quasi impossibile. Come intendete vincerla? «Noi siamo specializzati nella consegna a domicilio, in un mercato estremamente frammentato dove manca il servizio. I 2/3 del nostro business viene dalle consegne a casa. Siamo una digital company che vende pizza. Raggiungiamo noi il cliente in vari modi: tramite App zero click (si può ordinare a voce senza toccare lo schermo), Twitter (basta mandare gli emoticon delle fette di pizza che si vuole a casa), sulla Samsung smart tv, in auto con Ford Synch, tramite smart watch, mentre in Australia sono già usate le consegne con un robot. Perché è l’ordine il momento clou della relazione con il cliente. L’acquisto deve essere molto semplice. Poi c’è il prodotto, buono, italiano, certificato. In Italia naturalmente puntiamo sulle eccellenze locali. E il servizio: assicuriamo la consegna in 30 minuti e con la pizza a una temperatura di almeno 70°C».
Nel locale la lavorazione è a vista, nella massima trasparenza. Una strategia che si completa con una politica di “localizzazione”. «Noi siamo nei quartieri e viviamo la vita di quartiere, integrandoci. Partecipiamo alle feste rionali e parrocchiali, siamo presenti negli eventi del vicinato. Prediligiamo aperture nella stessa città per motivi logistici: a Milano vogliamo arrivare a 15 locali, per coprire tutti i quartieri, poi passeremo a città vicine. Ora la gestione è diretta, nel 2017 partiremo con il franchising».

KFC tra franchising e drive alla conquista del Belpaese
kfc-arese-insideInsegna storica americana specializzata in pollo fritto, è entrata in Italia a fine 2014 con 2 ristoranti, ne ha oggi 6, tutti in centri commerciali, aprirà il 7° il mese prossimo e arriverà a 12 entro fine anno, puntando sul Drive (“ne apriremo uno ad ottobre per verificare se è un format che può fare la differenza”). In Cina apre un ristorante al giorno e ne ha oggi 4000. Nel mondo sono 20mila. «Il nostro obiettivo è aprire dove il cliente ci vuole. Ci svilupperemo con un franchising puro sviluppato per area, con imprenditori che avranno 20/50 locali. Ci concentreremo sui centri commerciali o sulle strade di grande scorrimento, evitando i centri città, per ora troppo costosi. Anche McDonald’s del resto, che ha aperto anni fa nei centri città per diffondere la marca, ora sta delocalizzando» spiega Corrado Cagnola, Ad di KFC Italy.

Fiorfood, progetti pilota da replicare nella rete
fiorfood«Perché abbiamo aperto Fiorfood? Avevamo in casa dei prodotti a marchio molto forti, e abbiamo pensato di ibridare per promuoverli. Il mondo però sta andando in direzione opposta, il focus è sulla somministrazione – dice Antonio Audo, Responsabile area progettazione – energy management Novacoop –. È un progetto pilota, un nostro primo approccio verso la ristorazione, che non è il nostro business primario, per sperimentare nuove forme che vorremmo replicare nella nostra rete di supermercati. È anche una vetrina, in centro a Torino in un edificio storico e prestigioso, un ex cinema, che serve anche a raccontare la storia della cooperativa. Nella rete stiamo sviluppando un format di superstore, riducendo i grandi format e concentrandoci sul food».

Foodora, consegna cibo d’alta gamma
foodoraLa tedesca Foodora è nata nel 2014 ed è presente oggi in 10 Paesi. Per ora in Italia consegna pasti da ristoranti a Milano e Torino. «Siamo un’azienda di servizi logistici con una doppia valenza: verso il cliente finale e verso il ristorante – spiega Massimiliamo Mesenasco, Head of Account Management Italy -. Ci distinguiamo dagli altri operatori perché consegnamo solo da ristoranti di livello medio-alto. Un’altra cosa che ci contraddistingue è la consegna in bicicletta. Solo a Milano abbiamo 300 fattorini. La gestione dell’ordine avviene tramite un algoritmo e va completata in 30 minuti. Il nostro cliente? Un professionista che fa tardi al lavoro, e ha una volontà e capacità di spesa anche doppia rispetto a chi ordina normalmente prodotti come la pizza. I pagamento avvengono in forma elettronica, in anticipo».

Auchan Cesano Boscone si rinnova e inaugura la food court “Rione Goloso”

Restyling completo per il Centro Commerciale Auchan di Cesano Boscone, che ora si presenta completamente rinnovato nella forma e nell’identità, con un’offerta merceologica più ampia, che raggiunge un totale di 57 negozi e 3 medie superfici. Ma la rivoluzione del primo piano della galleria interessa soprattutto l’area della nuova food court. E ai quattro Rioni di Cesano Boscone, che concorrono al Palio del Cinghiale, ora si aggiunge il nuovo “Rione Goloso”. Aperta ogni giorno fino alle ore 23.00 e collegato con un percorso diretto al parcheggio, è la nuova piazza della ristorazione adatta ad accoglierei clienti a pranzo, per un rapido spuntino o per una cena.
RioneTra le novità il ristorante giapponese al nastro Mishi-Mishi, la steak house italiana Old Wild West, Spontini con i suoi tranci di pizza milanese, Chicchiricchi con i risotti firmati Riso Gallo, e la pasticceria siciliana Dolce Capriccio. Insegne che si aggiungono ai già presenti Mc Donald’s e La Piadineria.
Con questa ampia offerta culinaria, Rione Goloso è in grado di soddisfare i gusti di tutti i tipi di target. Gli appassionati di sport potranno seguire sui mega schermi le partite di calcio e gli eventi sportivi più importanti. Inoltre, tutte le settimane, durante la cena, saranno organizzate sessioni di musica dal vivo e intrattenimenti diversi per accompagnare e rendere più rilassante e divertente la cena dei clienti.
Rione2Si tratta di un progetto complesso e innovativo sviluppato da Gallerie Commerciali Italia in collaborazione con l’agenzia di marketing e comunicazione Canali&C, che si è occupata di definire il naming, il logo, l’immagine coordinata della nuova food court, e il nuovo percorso cliente. Come? Attraverso l’installazione della segnaletica sia interna sia esterna, che permetterà ai visitatori di muoversi con facilità e raggiungere con immediatezza l’area ristorazione.

 

Non solo food

Dopo il rilancio a gennaio del nuovo ipermercato Auchan City al piano terra, il restyling del primo
piano della galleria negli ultimi mesi si è concretizzato anche con l’arrivo delle insegne Scarpe&Scarpe, OVS, Cotton&Silk, con la recente inaugurazione di Carpisa e del nuovo store Alcott, brand italiano del settore del fast fashion retail.
Sempre al primo piano, il Centro propone anche uno spazio eventi, dove si terranno spettacoli
e iniziative per grandi e bambini, e una nuova area dedicata al relax e al business, dove è possibile
navigare gratuitamente su tablet a disposizione dei clienti, e caricare i propri pc, smartphone e tablet stando comodamente seduti.
Inoltre, è previsto l’arrivo di una rinnovata sala giochi e di una nuova area bimbi a insegna Youngo, la più grande presente nell’intera area milanese, con spazi dedicati ai laboratori interattivi proposti da una società specializzata. All’esterno poi sono sempre disponibili i lockers (per il ritiro dei pacchi ordinati on-line) e l’innovativo servizio di car sharing.

 

Una campagna creativa e crossmediale per il rilancio del centro

L’agenzia Canali&C ha realizzato la nuova campagna creativa per comunicare il rilancio del Centro Commerciale, una multisoggetto d’impatto che esprime al meglio tutte le novità del Centro. Così il tacco di una scarpa diventa una forchetta, una borsa prende le sembianze di una pentola e la fibbia di una cintura diventa una posata. La Unit Media dell’agenzia ha poi identificato il media mix adatto, declinando la campagna in dinamica esterna, affissione, stampa e radio locali.
L’inaugurazione è stata preannunciata da un’attività di guerrilla marketing realizzata dalla Unit
Unconventional, durante la quale si è messa in atto una distribuzione massiva di ventoselle
personalizzate nella zona di Cesano Boscone. Lo street marketing ha permesso di annunciare il rilancio del Centro Commerciale e aumentare la conoscenza del brand. A supporto dell’attività la Unit Digital ha ideato una comunicazione web che ha previsto piani editoriali e azioni di live posting.

Pascar (Coralis) apre il suo primo bar nel supermercato

La catena Pascar, consorziato Coralis, guarda al trend dei grocerant e apre, all’interno del supermercato di Grottaglie (TA), il primo bar che in pochissimi giorni sta diventando un punto d’incontro e un’area relax per tutti i clienti che entrano nel punto vendita.

Pascar Food and More, come è stato chiamato il bar, offre vari servizi al suo interno, dalla normale caffetteria alla gastronomia. Qui si possono trovare sfiziosi aperitivi, centrifugati, ed è il luogo ideale dove trascorrere le pause pranzo o concedersi break con golosi dessert, il tutto ispirato alle tradizioni gastronomiche del territorio. Ma il locale ospiterà anche esibizioni musicali, canore, di recitazione e presterà i suoi spazi per esposizioni artistiche che mettano in rilievo il talento di artisti locali. Tutto questo, a titolo gratuito.
Il bar dispone di una saletta semicircolare dal gusto country, molto luminosa grazie alle vetrine di cui dispone e ai lampadari sferici costruiti artigianalmente da una giovane ragazza residente a Grottaglie, la prima ad aver potuto usufruire di questo spazio come vetrina per le sue creazioni.
Pascar Food and MoreUn’ulteriore innovazione per il supermercato Pascar di Grottaglie è l’apertura del punto vendita dalle 8 del mattino alle 10 della sera con orario continuato: questa scelta garantirà maggiore comodità, servizio e occasioni d’incontro a tutti i clienti. Il supermercato è infatti l’unico in tutta la provincia ad avere orari di servizio così prolungati.

il caffè e la pizza«Ritengo che i nostri punti vendita, proprio per la loro identità di negozi di vicinato, debbano sempre più acquisire un ruolo di luogo di condivisione e di scambio – spiega Carmine Passarelli, responsabile marketing di Pascar Srl -. L’idea di dedicare un’area a un bar è nata proprio dal desiderio di dare ai nostri clienti un servizio in più, un’occasione per conoscere e familiarizzare con il nostro personale di vendita, un motivo per considerare il momento della spesa un momento piacevole della giornata».

Pascar Group, azienda tarantina proprietaria di 13 supermercati, è sostenuta da una forte politica aziendale volta al cambiamento. Nel corso del 2016 è prevista la ristrutturazione del punto vendita di Via Fratelli Mellone 10 a Taranto e quello di Grottaglie in via Campitelli 67, per fornire ai propri clienti una gamma di offerte sempre più vasta, un luogo accogliente ed efficiente e un servizio accurato. Il format Pascar Food and More sarà il primo di una lunga serie.

Cosa rende un punto vendita innovativo? Parte 2, Gourmeet e Undiz

In questa seconda parte della video intervista sul punto vendita innovativo parlano Giuseppe Medici, Socio Conad e fondatore di Gourmeet  e Sebastien Bismuth, Direttore Generale di Undiz (Gruppo Etam).

Due esperienze che guardano al futuro in modo creativo e coinvolgente, senza dimenticare efficienza ed efficacia. A Napoli all’interno di un supermercato Sapori e Dintorni c’è Gourmeet, bistrò e caffetteria (con Lavazza), innovativo sotto tanti aspetti. Per la proposta, che vede tra le altre cose uno street food d’eccellenza: la “bomba” creata dallo chef tre stelle Niko Romito. Ma anche la possibilità di farsi cucinare le eccellenze del supermercato e fare sinergia tra i due piani: quelli del grocery e quelli del restaurant: e nasce così il grocerant.

Undiz, marchio di intimo del colosso francese Etam orientato alle più giovani, fa di necessità (un punto vendita con spazi commerciali molto ridotti nella via dello shopping di Toulouse) virtù: una shopping experience ludica e coinvolgante ma anche pratica, perché consente di unire e-commerce e negozio reale. E il tutto utilizzando una tecnologia quasi “antica”…

Realtà virtuale prossima frontiera? McDonald’s in Svezia trasforma l’Happy Meal in un visore

Per festeggiare i 30 anni dall’arrivo dell’Happy Meal McDonald’s Svezia ha realizzato Happy Goggles: la scatola del noto pranzo per i più piccoli può essere ripiegata in modo da realizzare un paio di occhiali che rendono possibile sperimentare un’esperienza di realtà virtuale, se viene inserito uno smartphone su cui è stata scaricata l’apposita app. Obiettivo: modernizzare con contenuti digitali (una discesa sugli sci a 360°) la sorpresa che da sempre accompagna l’Happy Meal.

“Le nuove generazioni stanno crescendo in un mondo in cui smartphone e tablet sono parte della vita quotidiana. Gli occhiali per la realtà virtuale aprono le porte eccitanti mondi virtuali. È un passo più naturale per i bambini che per gli adulti. E da agli adulti la possibilità di imparare dalla conoscenza e dall’esperienza dei bambini, tramite il gioco è anche possibile avere un’esperienza comune e stare bene insieme, alla pari” hanno commentato gli psicologi Karl Eder e Fadi Lahdo.
La realtà virtuale insomma è sempre più protagonista in campagne di marketing e promozionali, ed ora arriva anche in Europa grazie al gigante della ristorazione fast-food americano. Del resto, basta una struttura di cartone e uno smartphone provvisto di apposita app, e il gioco è fatto come mostra il video di McDonald’s Svezia.

Leggi anche Pizza Hut trasforma il cartone di pizza in un proiettore.

McDonald’s presenta i packaging 2016: stylish ed ecologici

Foto Juan Pablo Castro per McDonald’s.

Punta all’eco-chic McDonald’s con i nuovi packaging 2016 (dai sacchetti da asporto ai bicchieri, alle scatole per i panini). Partiti questo mese negli Stati Uniti, il nuovo look coinvolgerà nel corso dell’anno gli oltre 36mila ristoranti del colosso americano in tutto il mondo.

Evidente il tentativo di “rifarsi il look” e riavvicinare i consumatori al brand un po’ appannato e bersaglio facile negli ultimi anni delle campagne salutiste e della lotta all’obesità. Obiettivo, dichiarato: presentarsi come “un produttore di hamburger moderno e progressista”.

 

Foto Juan Pablo Castro per McDonald’s.
Foto Juan Pablo Castro per McDonald’s.

Per lanciare la nuova “collezione” McDonald’s ha chiesto aiuto agli studenti della Miami International University of Art and Design che hanno creato, a partire dai nuovi contenitori, cannucce e bicchieri, degli “accessori moda” originali come un cappello per il sole, scarpe femminili con “speroni di cannucce” e uno zainetto, sempre di cannucce, per portarsi a casa o in ufficio il pranzo senza occupare le mani.

«McDonald’s è un marchio divertente e moderno e questo era un modo per trasformare il nostro packaging in qualcosa di artistico e dare supporto alla comunità che si esprime attraverso la moda come- ha detto Matt Biespiel, senior director of Global Marketing -. Ogni giorno 69 milioni di clienti in tutto il mondo entrano in un McDonald’s e questo nuovo packaging porterà un cambiamento evidente. Ci siamo divertiti a mettere insieme queste idee e creare pezzi giocosi per connettere il cliente con il Brand».

Per confermare il restyling, non poteva mancare l’impegno verso l’ambiente: la compagnia ha infatti dichiarato di voler produrre il 100% di contenitori di carta con materiale riciclato o da fonti certificate entro il 2020.

I progetti di Autogrill: prossimamente Bistrot arriva in autostrada

È una sfida importante, quella di Autogrill: portare il formato Bistrot in Autostrada, ad Arda precisamente. A margine del Ki Best 2015 Retail tour virtuale organizzato da Kiki Lab (vedi l’intervista con Fabrizio Valente), ne parliamo in questa vieointervista con Alessandra Di Gaetano, Group Concept Industrialisation Director del Gruppo Autogrill, leader mondiale nella ristorazione nei luoghi di viaggio e di transito. Il Gruppo ha registrato nei primi nove mesi dell’annuo ricavi per 3.173 milioni di euro, +10,6% vs 2.868,6 milioni di euro dei primi nove mesi 2014 (+1,1% a cambi costanti) con un utile netto a 56,2 milioni di euro (+50,1%) e conferma le previsioni di chiusura con ricavi per 4300-4300 milioni di euro.

«Il settore della ristorazione vive oggi  – dice De Gaetano – una stagione di grandi cambiamenti. Autogrill, da leader del settore, affronta le sfide emergenti dell’alimentazione con l’innovazione, trasformando il modo di fare ristorazione nei canali del viaggio attraverso la valorizzazione delle tradizioni gastronomiche del territorio e il recupero delle pratiche di lavorazione artigianale. Bistrot è una best practice emblematica di questo nuovo approccio del Gruppo». Un approccio che prevede di declinare secondo le formule più idonee le evidenze emerse dai flagship store come Mercato del Duomo e l’innovativo Autogrill di Villoresi Est, nei pressi di Milano.

 

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