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L’inflazione non ferma beni di largo consumo e tecnologici: spesi 187 miliardi nel 2023

In Italia, la spesa dei consumatori per i beni di largo consumo e per i beni tecnologici e durevoli è aumentata del 5,2% rispetto al 2022, registrando un fatturato complessivo di 187 miliardi di euro. L’aumento è stato determinato in particolare dalla crescita del prezzo dei prodotti alimentari e per la cura della persona, mentre gli italiani sono rimasti più cauti nelle spese di alcuni prodotti T&D. A evidenziare i dati è il nuovo Barometro dei Consumi di NIQ, che combina i dati di NIQ e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Nel 2023, nel settore del largo consumo, si è registrata una crescita del fatturato senza precedenti che ha superato i 134 miliardi di euro. Questo notevole incremento del 7,9% rispetto all’anno precedente è stato principalmente alimentato dall’aumento dei prezzi a doppia cifra. Nonostante l’inflazione abbia eroso il potere d’acquisto dei consumatori, i beni di prima necessità hanno mantenuto un livello stabile di vendite a volume, con una modesta flessione del -1,7% (nel perimetro dei prodotti confezionati). Secondo il Barometro dei Consumi di NIQ, le categorie che hanno mostrato le migliori performance di vendita sono state il settore alimentare, con un aumento dell’8,9% e un giro d’affari di 82 miliardi di euro nel 2023, e il fresco, con un incremento dell’8,2%. Anche i prodotti per la cura della casa e della persona hanno registrato una solida crescita, con un aumento del 7,0%.

Analizzando i dati trimestrali, emerge come l’effetto dell’inflazione, con un valore medio dell’11,3% nel 2023, sia stato più pronunciato nei primi sei mesi dell’anno. Ciò ha contribuito a spingere le vendite, in crescita rispettivamente del 9,2% nel primo trimestre e del 9,8% nei mesi di aprile, maggio e giugno. Successivamente, l’inflazione si è stabilizzata, con una crescita delle vendite più moderata del 7,8% nel terzo trimestre. Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, l’effetto dell’inflazione si è attenuato ulteriormente, toccando il punto più basso di crescita a valore pari al 5,1%.

“Nel corso del 2023 non solo abbiamo registrato livelli record per i fatturati del largo consumo ma anche importanti cambiamenti nei comportamenti di acquisto degli italiani. L’inflazione galoppante ha imposto a molte famiglie una continua revisione dei prodotti acquistati, riducendo gli sprechi e tagliando i prodotti troppo costosi e non più ritenuti necessari. D’altra parte, l’analisi del carrello conferma una maggiore propensione delle famiglie all’acquisto di prodotti legati al benessere e alla salute” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

Un anno di contrasti per il mercato Tech & Durable
Il mercato dei beni tecnologici e durevoli (T&D) in Italia nel 2023 ha attraversato un anno di alti e bassi e una lieve decrescita rispetto al 2022, registrando un fatturato di 53 miliardi di euro nell’anno appena concluso. Il settore dell’Home Improvement, che comprende prodotti per il miglioramento della casa e l’arredamento, ha iniziato il 2023 con una crescita solida (5,3%), tuttavia ha subito un rallentamento a partire dal secondo trimestre (1,6%). Nonostante ciò, ha chiuso l’anno con una lieve flessione del -0,2% rispetto al 2022. Stando al Barometro dei Consumi di NIQ, le spese per il miglioramento della casa sono rimaste stabili, ma la volatilità economica ha influenzato i risultati, infatti, il settore Technical Consumer Goods (TCG), che include elettronica di consumo, telefonia, IT, prodotti per l’ufficio, fotografia e altri beni tecnologici, ha sofferto un calo significativo nel 2023, con una diminuzione del -5,4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, alcune sottocategorie, come gli elettrodomestici, sono cresciute anche in un contesto così difficile e, nonostante le sfide, il settore ha registrato una crescita positiva nel 2023 e chiuso l’anno a 6 miliardi di euro, +3,2% (vs 2022). La domanda di elettrodomestici per la casa è aumentata poiché trainata da nuove tecnologie e da un maggiore interesse per la sostenibilità legato anche al risparmio energetico.

“La forte crescita dell’inflazione e l’aumento continuo dei tassi di interesse delle banche centrali hanno caratterizzato tutto il 2023, generando nel consumatore incertezza e una maggiore attenzione al contenimento delle spese. L’esito negativo di questi fattori, insieme alla riduzione degli incentivi e delle detrazioni fiscali per l’acquisto di determinati prodotti, hanno generato un effetto immediato su molte categorie dei beni durevoli a cui il consumatore è stato disposto a rinunciare o a posticipare l’acquisto in futuro” ha detto Ivano Garavaglia, Head of Retail di GfK.

Spesa virtuosa al supermercato, italiani sempre più attenti a prezzi, qualità e sprechi

In occasione del convegno Linkontro 2023, NielsenIQ ha presentato un nuovo rapporto sui consumi e le abitudini delle famiglie italiane. Con un giro d’affari stimato di oltre 90 miliardi di euro, ben 20.000 aziende attive nel panorama produttivo e 330.000 lavoratori presenti nei punti vendita in tutta Italia, il settore registra ogni anno 4 miliardi di visite ai negozi con circa 400.000 prodotti acquistati dai clienti.

Nella grande distribuzione organizzata si contano quasi 400 insegne, per oltre 200 centri decisionali, per larga parte con capitale italiano e migliaia di piccoli imprenditori proprietari dei negozi presenti in tutti i principali comuni d’Italia. Degna di nota è la continua ricerca di innovazione del comparto con circa 30.000 nuovi prodotti proposti ogni anno sugli scaffali. Considerando un contesto di lungo periodo dal 2017 al 2022, i volumi hanno registrato una crescita di 8 punti, tuttavia a causa dell’inflazione, nel primo quadrimestre 2023, l’analisi evidenza una contrazione dei volumi pari al -3,9% con un incremento a valore del 10,5%. Con un indice di inflazione pari al 14,4% le vendite di prodotti del largo consumo confezionato registrano dall’inizio dell’anno a fine aprile 2023 un trend positivo del 9,9%, con una variazione reale dei prezzi del -0,4% del mix del carrello della spesa.

Nell’attuale scenario delineato da NielsenIQ, le famiglie italiane prediligono più visite ai negozi con carrelli più leggeri sia per acquistare solo l’indispensabile sia per ridurre gli sprechi: infatti il consumatore italiano ha aumentato del +3,7% la frequenza di acquisto e ridotto del 7,4% il numero di prodotti nel carrello. Dinamica ancora più marcata in Spagna, UK, Francia e Germania. Tuttavia, le famiglie italiane non rinunciano ai consumi fuori casa e lo dimostra il fatto che il comparto Horeca da gennaio 2023 ad oggi ha registrato un +15,8%.

“Ad oggi la prospettiva economica è migliore rispetto ad un anno fa quando l’impennata inarrestabile dell’inflazione ha scosso molte famiglie italiane. Tuttavia dalle nostre previsioni, i prezzi nel corso dell’anno corrente si raffredderanno ma non torneranno agli standard precedenti. Una particolarità emersa dai dati raccolti da NIQ è che gli italiani compiono scelte virtuose per ciò che concerne i prodotti di largo consumo prediligendo la qualità seppur con qualche rinuncia in termini di quantità” commenta Romolo De Camillis, Direttore Retail NIQ Italia.

“Per quanto riguarda il futuro, grazie alle analisi a livello internazionale e locale di NIQ, si prevede che nel largo consumo emergeranno alcune nuove tematiche fondamentali come la necessità di ridefinire i prezzi dei prodotti oltre che gli assortimenti, in base alle esigenze dei consumatori. Inoltre, dal punto di vista tecnologico, sarà necessario implementare nuovi modelli di supply chain a supporto della filiera, così come prestare attenzione ai mercati emergenti oltre a rimodulare l’offerta di prodotti per la fascia over 60″ aggiunge Luca De Nard, Amministratore Delegato NIQ Italia.

Largo Consumo: bilanci e previsioni di Nielsen

Photo by Tim Mossholder from Pexels

E il gradino più alto del podio, nel ranking del largo consumo delle principali economie, spetta all’Italia. Parola di Nielsen. Nel secondo trimestre 2019, infatti, il fatturato del largo consumo nel nostro Paese è cresciuto del +4,0%, grazie a un aumento dei volumi del +3,3% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e da un incremento del +1,4% dei prezzi.
Alla Germania (fatturato +2,4%, volumi +1%, prezzi +1,4%), va l’argento, terzo gradino alla  la Spagna (fatturato +2,3%, volumi +0,5%, prezzi +1,8%),seguono poi la Francia (fatturato +1,3%, volumi -0,7%, prezzi +2%) e il Regno Unito (fatturato +0,7%, volumi – 0,4%, prezzi +1,2%).

L’ammontare della spesa nel largo consumo nel continente europeo in generale cresce del +3,4% nel secondo trimestre del 2019 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, una percentuale spiegata da una crescita in volumi del +0,5% e in prezzi del +2,9%.
Rispetto alla media europea, l’Italia dunque si colloca al di sopra per fatturato complessivo (+4,0% vs. +3,4%) e per volumi acquistati (+3,3% vs. +0,5%) mentre è al di sotto della media dell’aumento dei prezzi (+0,7% vs. +2,9%).

Lo scenario che verrà
“A fronte di nove mesi positivi per l’Italia, con una crescita in valore del +2% dall’inizio dell’anno (1 Gennaio-22 Settembre 2019), nei prossimi mesi – dichiara Laurent Zeller, amministratore delegato di Nielsen Italia – si prevede che in Europa si verifichi un rallentamento economico dovuto alla Brexit e alle dispute sui dazi internazionali. In uno scenario così incerto, è probabile che la domanda si riduca lievemente soprattutto per i prodotti di largo consumo. A fronte di un primo semestre positivo”.In generale l’economia europea sta già mostrando i primi segni di rallentamento: la crescita del PIL nell’Unione arriva a quota +0,2% nel secondo trimestre 2019 rispetto al primo trimestre 2019, mentre la crescita su base annua è del +1,4%, rispetto al +1,6% nel primo trimestre 2019.
“Il tasso d’inflazione annuo nell’Eurozona è all’1% – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Services Director di Nielsen Italia -. Se il costo dell’energia è in calo, quello di cibo, alcol, tabacco e servizi stanno crescendo rapidamente. Produttori e distributori dovrebbero tenere a mente che questo impatterà sia l’ammontare della spesa dei consumatori nella GDO, sia la scelta dei brand nel momento dell’acquisto, risultando in consumi più prudenti. Occorrerà sostenere la domanda con rinnovate strategie promozionali.” A livello di contintente, il Paese più in crescita è ancora la Turchia, anche grazie all’inflazione più alta (trend
anno su anno +19,4%), mentre si rileva un calo nell’andamento dei volumi (-5,4%). Gli altri Paesi che presentano tassi di crescita elevati sono Ungheria (+7,7%), Polonia (+7,1%), Repubblica Ceca (+6,6%), Slovacchia (+4,6%) e Portogallo (+4,2%). La Finlandia, con +0,3%, ha l’incremento più modesto.

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