CLOSE
Home Tags Romolo De Camillis

Tag: Romolo De Camillis

Largo consumo, cresce la spesa per igiene, cura casa e snacking

Nel terzo trimestre del 2024 la spesa degli italiani per i beni di largo consumo e per i prodotti tecnologici e durevoli è cresciuta del +3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tra le categorie che evidenziano una costante crescita si confermano i prodotti indicati per l’igiene personale (+7,5% vs Q3 2023), per l’infanzia (+4,6%) e per la cura della casa (+3,7%), che segnano un aumento a volume, contrariamente alla tecnologia di consumo, che registra una leggera flessione rispetto allo scorso anno (-0,2%). A rivelarlo è il Barometro dei Consumi di NIQ – The NIQ Retail Spend Barometer – che unisce i dati di NielsenIQ (NIQ) e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Il Barometro dei Consumi di NIQ offre dunque una panoramica completa della spesa nel settore FMCG (prodotti alimentari, deperibili, cura della casa e della persona) e nel settore T&D (beni di consumo tecnologici, elettrodomestici, fai da te, mobili per la casa e automotive) in Italia. Lo studio basato su dati reali di vendita, unico nel suo genere, analizza big data trasversali sia per categorie sia per canali. Il Barometro dei Consumi è pubblicato con cadenza trimestrale per fornire una prospettiva concreta e completa sulle priorità di spesa delle famiglie.

Il settore dei beni di largo consumo torna a crescere nel terzo trimestre 2024
Superati i 32 miliardi di euro tra luglio e settembre: la crescita del +2,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno testimonia la ripresa del settore dei beni di largo consumo in Italia, anche in termini di volumi. Con un fatturato di oltre 11 miliardi (+2,8% vs Q3 2023), il fresh food rappresenta il comparto più importante per fatturato, seguito dagli ambient food, ovvero i prodotti confezionati da scaffale, con un fatturato di 6 miliardi (+2,7%) e i prodotti dairy, latticini e derivati, che segnano quasi 4 miliardi di ricavi (+1,6%). I comparti personal care (+7,5%), homecare (+3,7%), snacking (+5,6%) e baby care (4,6%) sono invece quelli che hanno registrato le crescite più significative, raggiungendo rispettivamente circa 2 miliardi, 1,6 miliardo, 1 miliardo e 241 milioni di euro.

“Nel terzo trimestre dell’anno il largo consumo ha fatto registrare una crescita dei fatturati pari al +2,9 % per la totalità dei canali retail. Un dato molto positivo, superiore rispetto alle aspettative, e caratterizzato da una ripresa dei volumi e un progressivo rientro del fenomeno inflattivo. Il miglioramento degli indicatori delle vendite dei prodotti del largo consumo va analizzato in un contesto macroeconomico che continua ad evidenziare elementi di debolezza e può essere ricondotto a scelte degli italiani che premiano i consumi domestici a scapito del consumo fuori casa, oltre che agli effetti positivi generati dalle azioni di Governo a sostegno della capacità di spesa per le famiglie in difficoltà” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

I dati del terzo trimestre 2024 per il mercato tech & durable
In Italia, nel terzo trimestre del 2024 il mercato dei beni tecnologici e durevoli (T&D) ha visto un netto cambio di passo rispetto al periodo luglio – settembre 2023, segnando una decisa crescita del +5,8% del fatturato, che si attesta sui 13,6 miliardi di euro. In particolare, il settore dell’home improvement – che include arredamento e fai-da-te – segna un ricavo nel terzo trimestre di quasi 7 miliardi con un +11,1% vs Q3 2023. Da notare anche la performance degli elettrodomestici che, grazie all’aumento del +6,4%, hanno raggiunto gli 1,7 miliardi.

“Dopo molti trimestri di difficoltà i beni durevoli hanno sviluppato una crescita del +5,8%. Questa performance molto robusta è stata trainata dal settore home improvement e in particolare dalle vendite di arredamento. Tutto questo comparto, fra cui soprattutto le cucine, così come gli elettrodomestici, stanno godendo ancora degli ultimi mesi in cui sono presenti gli incentivi statali per la loro sostituzione. La crescita di questi settori ha portato tutto il comparto dei beni durevoli in un terreno nettamente positivo che non si vedeva da inizio 2023” ha detto Ivano Garavaglia, CS Retail Lead & RV Sales Deputy NIQ Italia.

Barometro Consumi NIQ, stabili il largo consumo e i beni tecnologici

Nel secondo trimestre del 2024 la spesa dei consumatori italiani per i beni di largo consumo e per i beni tecnologici e durevoli è rimasta pressoché invariata rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-0,3%). Da notare il persistente segno positivo di alcune categorie come i prodotti per la cura degli animali domestici, della persona, dei bambini e della casa, mentre permane la sofferenza dei device elettronici pur registrando un miglioramento rispetto agli ultimi quattro trimestri. Il dato emerge dal nuovo Barometro dei Consumi di NIQ che combina i dati di NIQ e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Tra aprile e giugno, nel settore del largo consumo si nota un lieve calo del fatturato (-0,1% vs Q2 2023), che ha comunque superato i 31 miliardi di euro. I beni di prima necessità hanno mantenuto un livello stabile di vendite, con una crescita di alcuni prodotti specifici tra cui fresh food per un valore di oltre 11 miliardi (+0,6% vs Q2 2023) e snacking pari a 1 miliardo (+1,1% vs Q2 2023). Secondo il Barometro dei Consumi di NIQ, i prodotti per la cura della persona, per un valore di 1,8 miliardi hanno conseguito una solida crescita, con un aumento del +6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, così come il settore della cura della casa, 1,5 miliardi, che ha visto un incremento del +3,9% sempre rispetto ai mesi aprile – giugno 2023. Bene anche per il petcare (circa 600 milioni) che ha visto una crescita del +3,3% rispetto al secondo trimestre 2023. I settori dell’ambient food, ovvero confezionati da scaffale, e dairy, latticini e derivati, hanno registrato una diminuzione del -2,5% e del -2,6% del valore (sempre Q2 2024 vs Q2 2023), con un giro d’affari rispettivamente di 5 miliardi e 3 miliardi.

“Il progressivo rientro dell’inflazione sta impattando sull’andamento delle vendite nel secondo trimestre dell’anno. In particolare, il largo consumo rallenta la sua corsa, sostenuta principalmente dai prezzi, e chiude il trimestre con un andamento rispetto al 2023 leggermente negativo (-0,1%). I beni per la cura della persona e della casa, in controtendenza rispetto alla media FMCG, registrano andamenti positivi” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

Per quanto riguarda il mercato dei beni tecnologici e durevoli invece, nel secondo trimestre del 2024 in Italia frena il calo delle vendite, raggiungendo un fatturato nel periodo aprile – giugno di quasi 14,8 miliardi di euro, pari a un -0,7% vs Q2 2023. In particolare il settore technical consumer goods (TCG), che include elettronica di consumo, telefonia, IT, prodotti per l’ufficio, fotografia e altri beni tecnologici, presenta un ricavo nel secondo trimestre pari a 2,7 miliardi con un -4,5% vs Q2 2023.

“Anche le vendite di beni durevoli e tecnologici si attestano nel trimestre leggermente al di sotto dei livelli dello scorso anno (-0,7%) interrompendo la fase di accentuata flessione riscontrata nei trimestri precedenti. Buoni segnali di crescita nei comparti DIY / home improvement (+0,9% vs Q2 2023 per un valore di questo trimestre di 6,7 miliardi) e home appliances (+0,7% vs Q2 2023 per un valore di 1,6 miliardi). Da citare anche il settore tech consumer goods che, sebbene ancora negativo, ha riportato un miglioramento rispetto ai quattro trimestri precedenti. In termini qualitativi osserviamo, anche nei dati degli ultimi mesi, una continua spending review degli Italiani che rimodulano rapidamente le loro scelte d’acquisto in funzione dei loro bisogni e dell’andamento dei prezzi” ha aggiunto Ivano Garavaglia, CS Retail Lead & RV Sales Deputy NIQ Italia.

Largo consumo, l’inflazione frena ma non arresta il calo dei volumi

Nei primi mesi del 2024 l’inflazione è calata e il potere d’acquisto degli italiani è tornato a salire, ma non è ancora sufficiente per poter affermare di essere usciti dalla permacrisi. Inoltre le esigenze dei consumatori stanno mutando e impattano di conseguenza su prodotti e fatturati.

Come emerso dagli ultimi dati relativi a consumi e scelte di acquisto delle famiglie italiane raccolti da NIQ e diffusi in occasione dell’ultima edizione de Linkontro, è vero che nei primi tre mesi del 2024 la spesa per i prodotti FMCG (Fast Moving Consumer Goods) e per i beni tecnologici e durevoli (T&D) ha registrato un lieve incremento delle vendite dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo un fatturato complessivo di 45,8 miliardi di euro, ma è altrettanto vero che l’incremento a valore delle vendite del +3% – rispetto allo stesso trimestre del 2023 – indica che il settore continua il percorso di crescita a una velocità inferiore rispetto all’anno precedente (+9,5%). Il rallentamento è determinato principalmente dalla discesa dei tassi di inflazione. In merito ai prodotti durevoli e tecnologici, dopo il calo registrato nel corso del 2023 (-1,1%), il mercato italiano ha iniziato l’anno con un ulteriore ribasso. Il primo trimestre del 2024 infatti ha chiuso con un fatturato complessivo di 14,7 miliardi di euro, segnando una flessione del -3,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Con il rallentamento dell’inflazione nel 2024 ed esaminando la spesa dei consumatori relativa al largo consumo, si evidenzia un improvviso cambio di passo della crescita delle vendite, mentre continua la contrazione della spesa per i beni tecnologici e durevoli rivelando priorità modificate nelle scelte di consumo degli italiani” ha detto Enzo Frasio, Amministratore Delegato di NIQ & GfK.

Stando alle rilevazioni di NIQ aggiornate ad aprile 2024, nei primi mesi dell’anno la spesa degli italiani ha rallentato il ritmo e i volumi hanno registrato nuovamente un segno negativo del -1,3%, mentre il trend a valore è pari al +0,4%. Nonostante l’inflazione in rapida discesa e tendente allo zero nell’ultimo bimestre quindi, si denota come alcuni segnali dell’offerta siano già in deflazione, come ad esempio il canale discount e la mdd che a causa dell’effetto prezzi zero, da un lato tutela il potere d’acquisto dei consumatori ma dall’altro registra una diminuzione dei ricavi del comparto (vs 2023). In merito ai canali distributivi, la crisi dei volumi si manifesta in particolare nei negozi di piccola superficie, in controtendenza sono gli specialisti drug con il +6,1% a volume, la forte tenuta dei negozi specializzati è probabilmente indice di una predilezione da parte dei consumatori strettamente legata all’offerta sugli scaffali. Tuttavia, la crisi dei volumi non riguarda tutte le realtà distributive poiché gli italiani stanno scegliendo con giudizio i negozi dove svolgere acquisti.

Secondo le analisi NIQ inoltre, la marca del distributore (+0,8% a confezione) si conferma il segmento più dinamico. La pressione promozionale applicata dalle grandi marche, resta evidente e delinea la difficoltà nonostante le strategie di business applicate. In questo scenario, la vera sfida per la mdd sarà cogliere le opportunità di crescita anche con le linee a più alto valore della stessa categoria (prodotti bio, eco-friendly e healthy), data l’attuale flessione delle vendite. Infatti, da gennaio ad aprile 2024 la mdd di primo prezzo registra un significativo +40,6% a valore e +29,4% a volume. Infine, parallelamente alla crescita delle promozioni, la domanda di prodotti premium non sembra rallentare evidenziando una crescente polarizzazione del carrello della spesa. Dall’osservatorio di NIQ si conferma che nel 2023 la crescita è stata determinata dalla variabile del prezzo. Oggi, invece, per gli operatori del settore intenzionati a crescere è necessario concentrarsi sugli assortimenti non solo in termini di referenze incrementali, ovvero numero di prodotti e variabilità sugli scaffali, ma anche in termini di maggiore efficienza complessiva e rotazione dei singoli beni.

“Oggi ci troviamo di fronte a due gruppi di consumatori: da un lato, le famiglie con figli, che rappresentano una fascia importante per il consumo di massa ma che dispongono di un reddito sempre più ridotto; dall’altro, le famiglie meno giovani senza figli, che desiderano condurre una vita più salutare. L’andamento demografico influenza direttamente il trend del largo consumo poiché le esigenze e le abitudini dei consumatori variano profondamente impattando su prodotti, canali e fatturati. Gli operatori di marca e insegna devono quindi rispondere al cambiamento puntando su assortimenti efficienti in grado di soddisfare sia le esigenze di risparmio degli italiani sia di alzare il livello di qualità degli acquisti, anche attraverso strategie multicanale” conclude Romolo De Camillis, Direttore Retail di NIQ.

L’inflazione non ferma beni di largo consumo e tecnologici: spesi 187 miliardi nel 2023

In Italia, la spesa dei consumatori per i beni di largo consumo e per i beni tecnologici e durevoli è aumentata del 5,2% rispetto al 2022, registrando un fatturato complessivo di 187 miliardi di euro. L’aumento è stato determinato in particolare dalla crescita del prezzo dei prodotti alimentari e per la cura della persona, mentre gli italiani sono rimasti più cauti nelle spese di alcuni prodotti T&D. A evidenziare i dati è il nuovo Barometro dei Consumi di NIQ, che combina i dati di NIQ e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Nel 2023, nel settore del largo consumo, si è registrata una crescita del fatturato senza precedenti che ha superato i 134 miliardi di euro. Questo notevole incremento del 7,9% rispetto all’anno precedente è stato principalmente alimentato dall’aumento dei prezzi a doppia cifra. Nonostante l’inflazione abbia eroso il potere d’acquisto dei consumatori, i beni di prima necessità hanno mantenuto un livello stabile di vendite a volume, con una modesta flessione del -1,7% (nel perimetro dei prodotti confezionati). Secondo il Barometro dei Consumi di NIQ, le categorie che hanno mostrato le migliori performance di vendita sono state il settore alimentare, con un aumento dell’8,9% e un giro d’affari di 82 miliardi di euro nel 2023, e il fresco, con un incremento dell’8,2%. Anche i prodotti per la cura della casa e della persona hanno registrato una solida crescita, con un aumento del 7,0%.

Analizzando i dati trimestrali, emerge come l’effetto dell’inflazione, con un valore medio dell’11,3% nel 2023, sia stato più pronunciato nei primi sei mesi dell’anno. Ciò ha contribuito a spingere le vendite, in crescita rispettivamente del 9,2% nel primo trimestre e del 9,8% nei mesi di aprile, maggio e giugno. Successivamente, l’inflazione si è stabilizzata, con una crescita delle vendite più moderata del 7,8% nel terzo trimestre. Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, l’effetto dell’inflazione si è attenuato ulteriormente, toccando il punto più basso di crescita a valore pari al 5,1%.

“Nel corso del 2023 non solo abbiamo registrato livelli record per i fatturati del largo consumo ma anche importanti cambiamenti nei comportamenti di acquisto degli italiani. L’inflazione galoppante ha imposto a molte famiglie una continua revisione dei prodotti acquistati, riducendo gli sprechi e tagliando i prodotti troppo costosi e non più ritenuti necessari. D’altra parte, l’analisi del carrello conferma una maggiore propensione delle famiglie all’acquisto di prodotti legati al benessere e alla salute” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

Un anno di contrasti per il mercato Tech & Durable
Il mercato dei beni tecnologici e durevoli (T&D) in Italia nel 2023 ha attraversato un anno di alti e bassi e una lieve decrescita rispetto al 2022, registrando un fatturato di 53 miliardi di euro nell’anno appena concluso. Il settore dell’Home Improvement, che comprende prodotti per il miglioramento della casa e l’arredamento, ha iniziato il 2023 con una crescita solida (5,3%), tuttavia ha subito un rallentamento a partire dal secondo trimestre (1,6%). Nonostante ciò, ha chiuso l’anno con una lieve flessione del -0,2% rispetto al 2022. Stando al Barometro dei Consumi di NIQ, le spese per il miglioramento della casa sono rimaste stabili, ma la volatilità economica ha influenzato i risultati, infatti, il settore Technical Consumer Goods (TCG), che include elettronica di consumo, telefonia, IT, prodotti per l’ufficio, fotografia e altri beni tecnologici, ha sofferto un calo significativo nel 2023, con una diminuzione del -5,4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, alcune sottocategorie, come gli elettrodomestici, sono cresciute anche in un contesto così difficile e, nonostante le sfide, il settore ha registrato una crescita positiva nel 2023 e chiuso l’anno a 6 miliardi di euro, +3,2% (vs 2022). La domanda di elettrodomestici per la casa è aumentata poiché trainata da nuove tecnologie e da un maggiore interesse per la sostenibilità legato anche al risparmio energetico.

“La forte crescita dell’inflazione e l’aumento continuo dei tassi di interesse delle banche centrali hanno caratterizzato tutto il 2023, generando nel consumatore incertezza e una maggiore attenzione al contenimento delle spese. L’esito negativo di questi fattori, insieme alla riduzione degli incentivi e delle detrazioni fiscali per l’acquisto di determinati prodotti, hanno generato un effetto immediato su molte categorie dei beni durevoli a cui il consumatore è stato disposto a rinunciare o a posticipare l’acquisto in futuro” ha detto Ivano Garavaglia, Head of Retail di GfK.

Spesa virtuosa al supermercato, italiani sempre più attenti a prezzi, qualità e sprechi

In occasione del convegno Linkontro 2023, NielsenIQ ha presentato un nuovo rapporto sui consumi e le abitudini delle famiglie italiane. Con un giro d’affari stimato di oltre 90 miliardi di euro, ben 20.000 aziende attive nel panorama produttivo e 330.000 lavoratori presenti nei punti vendita in tutta Italia, il settore registra ogni anno 4 miliardi di visite ai negozi con circa 400.000 prodotti acquistati dai clienti.

Nella grande distribuzione organizzata si contano quasi 400 insegne, per oltre 200 centri decisionali, per larga parte con capitale italiano e migliaia di piccoli imprenditori proprietari dei negozi presenti in tutti i principali comuni d’Italia. Degna di nota è la continua ricerca di innovazione del comparto con circa 30.000 nuovi prodotti proposti ogni anno sugli scaffali. Considerando un contesto di lungo periodo dal 2017 al 2022, i volumi hanno registrato una crescita di 8 punti, tuttavia a causa dell’inflazione, nel primo quadrimestre 2023, l’analisi evidenza una contrazione dei volumi pari al -3,9% con un incremento a valore del 10,5%. Con un indice di inflazione pari al 14,4% le vendite di prodotti del largo consumo confezionato registrano dall’inizio dell’anno a fine aprile 2023 un trend positivo del 9,9%, con una variazione reale dei prezzi del -0,4% del mix del carrello della spesa.

Nell’attuale scenario delineato da NielsenIQ, le famiglie italiane prediligono più visite ai negozi con carrelli più leggeri sia per acquistare solo l’indispensabile sia per ridurre gli sprechi: infatti il consumatore italiano ha aumentato del +3,7% la frequenza di acquisto e ridotto del 7,4% il numero di prodotti nel carrello. Dinamica ancora più marcata in Spagna, UK, Francia e Germania. Tuttavia, le famiglie italiane non rinunciano ai consumi fuori casa e lo dimostra il fatto che il comparto Horeca da gennaio 2023 ad oggi ha registrato un +15,8%.

“Ad oggi la prospettiva economica è migliore rispetto ad un anno fa quando l’impennata inarrestabile dell’inflazione ha scosso molte famiglie italiane. Tuttavia dalle nostre previsioni, i prezzi nel corso dell’anno corrente si raffredderanno ma non torneranno agli standard precedenti. Una particolarità emersa dai dati raccolti da NIQ è che gli italiani compiono scelte virtuose per ciò che concerne i prodotti di largo consumo prediligendo la qualità seppur con qualche rinuncia in termini di quantità” commenta Romolo De Camillis, Direttore Retail NIQ Italia.

“Per quanto riguarda il futuro, grazie alle analisi a livello internazionale e locale di NIQ, si prevede che nel largo consumo emergeranno alcune nuove tematiche fondamentali come la necessità di ridefinire i prezzi dei prodotti oltre che gli assortimenti, in base alle esigenze dei consumatori. Inoltre, dal punto di vista tecnologico, sarà necessario implementare nuovi modelli di supply chain a supporto della filiera, così come prestare attenzione ai mercati emergenti oltre a rimodulare l’offerta di prodotti per la fascia over 60″ aggiunge Luca De Nard, Amministratore Delegato NIQ Italia.

Largo Consumo: bilanci e previsioni di Nielsen

Photo by Tim Mossholder from Pexels

E il gradino più alto del podio, nel ranking del largo consumo delle principali economie, spetta all’Italia. Parola di Nielsen. Nel secondo trimestre 2019, infatti, il fatturato del largo consumo nel nostro Paese è cresciuto del +4,0%, grazie a un aumento dei volumi del +3,3% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e da un incremento del +1,4% dei prezzi.
Alla Germania (fatturato +2,4%, volumi +1%, prezzi +1,4%), va l’argento, terzo gradino alla  la Spagna (fatturato +2,3%, volumi +0,5%, prezzi +1,8%),seguono poi la Francia (fatturato +1,3%, volumi -0,7%, prezzi +2%) e il Regno Unito (fatturato +0,7%, volumi – 0,4%, prezzi +1,2%).

L’ammontare della spesa nel largo consumo nel continente europeo in generale cresce del +3,4% nel secondo trimestre del 2019 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, una percentuale spiegata da una crescita in volumi del +0,5% e in prezzi del +2,9%.
Rispetto alla media europea, l’Italia dunque si colloca al di sopra per fatturato complessivo (+4,0% vs. +3,4%) e per volumi acquistati (+3,3% vs. +0,5%) mentre è al di sotto della media dell’aumento dei prezzi (+0,7% vs. +2,9%).

Lo scenario che verrà
“A fronte di nove mesi positivi per l’Italia, con una crescita in valore del +2% dall’inizio dell’anno (1 Gennaio-22 Settembre 2019), nei prossimi mesi – dichiara Laurent Zeller, amministratore delegato di Nielsen Italia – si prevede che in Europa si verifichi un rallentamento economico dovuto alla Brexit e alle dispute sui dazi internazionali. In uno scenario così incerto, è probabile che la domanda si riduca lievemente soprattutto per i prodotti di largo consumo. A fronte di un primo semestre positivo”.In generale l’economia europea sta già mostrando i primi segni di rallentamento: la crescita del PIL nell’Unione arriva a quota +0,2% nel secondo trimestre 2019 rispetto al primo trimestre 2019, mentre la crescita su base annua è del +1,4%, rispetto al +1,6% nel primo trimestre 2019.
“Il tasso d’inflazione annuo nell’Eurozona è all’1% – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Services Director di Nielsen Italia -. Se il costo dell’energia è in calo, quello di cibo, alcol, tabacco e servizi stanno crescendo rapidamente. Produttori e distributori dovrebbero tenere a mente che questo impatterà sia l’ammontare della spesa dei consumatori nella GDO, sia la scelta dei brand nel momento dell’acquisto, risultando in consumi più prudenti. Occorrerà sostenere la domanda con rinnovate strategie promozionali.” A livello di contintente, il Paese più in crescita è ancora la Turchia, anche grazie all’inflazione più alta (trend
anno su anno +19,4%), mentre si rileva un calo nell’andamento dei volumi (-5,4%). Gli altri Paesi che presentano tassi di crescita elevati sono Ungheria (+7,7%), Polonia (+7,1%), Repubblica Ceca (+6,6%), Slovacchia (+4,6%) e Portogallo (+4,2%). La Finlandia, con +0,3%, ha l’incremento più modesto.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare