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Tag: sostenibilità

Pedon inaugura a Milano il suo primo ristorante “Green Station”, casual e sostenibile

Pedon inaugura a Milano (in via Spadari) “Green station”, il suo primo ristorante, un nuovo locale dal concept innovativo improntato alla sostenibilità. E con un ambizioso obiettivo: creare la prima catena di ristorazione internazionale “Fast Casual” che fa della sostenibilità il suo valore principale, anche nella proposta gastronomica.

Cereali, legumi e semi sono infatti i veri protagonisti dell’offerta Green Station, proteine vegetali dallo straordinario apporto nutritivo che stanno incontrando il favore di un numero crescente di consumatori. Ingredienti semplici e naturali reinterpretati in chiave moderna per trasformarsi in piatti leggeri, gustosi e belli a vedersi in un mix di colori e sapori accattivanti, ma con un occhio sempre attento al benessere. Uno spazio animal e planet friendly grazie a un menù 100% meat free, realizzato attraverso il sostegno a centinaia di piccoli agricoltori, in Italia e all’estero, che ogni giorno si impegnano per la tutela dell’ecosistema e la promozione della biodiversità. Un locale dall’anima “green”, quindi, i cui valori sono ben espressi anche nell’utilizzo di materiali e imballaggi riciclabili, coerentemente alla filosofia che da sempre caratterizza Pedon.

Antibiotici? No grazie, Coop lancia uova, pollo e suini “puliti” con “Alleviamo la salute”

I danni dell’abuso di antibiotici e il conseguente rischio di antibiotico resistenza è stato più volte sottolineato dall’Oms, l’Organizzaione mondiale della Salute, e Coop si spende con il progetto “Alleviamo la salute” lanciata due mesi fa: e sugli scaffali sono già arrivati le uova senza antibiotici, prime in Italia, e i primi prodotti di suino. Mentre è già stato raggiunto il traguardo del 100% pollo allevato senza uso di antibiotici.

Nei punti vendita sono arrivate le uova a marchio Coop prodotte da galline allevate a terra senza uso di antibiotici, sin dalla nascita. Due le referenze disponibili, certificate da due enti indipendenti, ben riconoscibili dai consumatori grazie alle apposite etichette. In totale, a regime, saranno allevate senza antibiotici almeno 2 milioni di galline con una produzione di più di 1.800.000 uova. Un traguardo alla portata di Coop che già nel 2010 ha ricevuto il premio “Good Egg” assegnato dalla “Compassion in World Farming” per le sue uova da galline allevate a terra con animali nati e allevati in Italia. La scelta era già avvenuta nel 2003 per le proprie uova a marchio, poi estesa appunto nel 2010 a tutte le uova di qualsiasi marca presenti sugli scaffali Coop.

 

Coinvolta l’intera filiera avicola, dall’uovo al pollo

Intanto la campagna “Alleviamo la salute” presentata a fine aprile scorso sta dando i suoi primi significativi risultati e Coop, oltre le aspettative, ha coinvolto il 100% della filiera avicola nel processo di allevamento senza uso di antibiotici in anticipo rispetto alla scadenza che si era prefissata. Nei supermercati del gruppo, infatti, sono già presenti a scaffale 25 referenze della linea “Origine” con etichetta “Allevato senza uso di antibiotici”, per una stima di 240mila polli a settimana. E tra poco la linea si arricchirà di altri prodotti per arrivare a 32 referenze.

«Raggiungere un obiettivo così complesso addirittura in anticipo rispetto alla tabella di marcia è stato possibile -sottolinea Maura Latini direttore generale Coop Italia– grazie al fatto che la nostra politica è sempre stata quella di avere al nostro fianco fornitori consapevoli e coinvolti in processi produttivi e gestionali rigorosi: sono loro i nostri primi alleati».

La politica di riduzione nell’uso degli antibiotici è arrivata anche a interessare i primi prodotti suini che dalla prima settimana di luglio vanteranno l’etichetta “allevato senza uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi”. «È un primo obiettivo di riduzione che ci siamo dati per questi animali arrivando a garantire il non uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi – continua Latini -. Si tratta di un obiettivo comunque ambizioso e importante sempre nell’ottica della tutela della salute perché si tratta di una filiera particolarmente complessa».

Questi primi prodotti fanno parte della linea “Fior Fiore”, si tratta di animali allevati allo stato brado in due allevamenti toscani (sulle colline del Chianti e in Maremma). In tali condizioni gli animali impiegano molto più tempo per raggiungere il peso stabilito e questo ovviamente significa maggiore qualità delle carni e lavorazione artigianale dei prodotti. Attualmente nella linea sono coinvolti più di 3000 suini.

L’impegno complessivo di Coop è di lunga scadenza, imponente e tale da generare una vera e propria rivoluzione nei metodi di allevamento: complessivamente ne saranno interessati più di 14 milioni di animali ogni anno e oltre 1.600 allevamenti in Italia.

 

Un anno senza palma, Coop conferma la sua scelta per “il principio di precauzione”

Il tribunale di Bruxelles avrà anche dato ragione a Ferrero nella querelle con Delhaize stabilendo che l’assenza di olio di palma non può essere utilizzata come leva pubblicitaria perché i suoi danni per la salute non sono provati, e Coop, che aveva deciso a stretto giro delle dichiarazioni negative dell’EFSA di rendere i suoi prodotti a marchio “palm oil free” conferma la sua scelta che circostanzia in un comunicato ad hoc. Una decisione costata all’insegna 10 milioni di euro.

“Coop ritorna sulla decisione presa più di un anno fa di sostituire l’olio di palma nei prodotti a marchio con olii monosemi, olio d’oliva o burro. La decisione annunciata a maggio 2016 è scaturita da quanto affermato nel dossier EFSA, tuttora riportato sul sito ufficiale, che ha evidenziato l’alta presenza nell’olio di palma di alcuni composti contaminanti, il cui consumo in dosi eccessive viene sconsigliato (soprattutto a bambini e adolescenti).

… in coerenza con il principio di precauzione che orienta le azioni di Coop a tutela dei soci e dei consumatori da maggio a novembre 2016 è stata completata la sostituzione del palma su oltre 200 prodotti grazie ad una loro completa riformulazione nutrizionale. Altri grandi e medi produttori hanno seguito la scelta di Coop. Questo processo ha comportato per Coop anche delle rinunce perché non è stato possibile riformulare qualche prodotto (come nel caso di alcuni gelati) utilizzando altri olii o grassi che garantissero analoghe caratteristiche organolettiche e di durata.

Nessuna demonizzazione del palma, dunque, ma una scelta ragionata che si colloca all’interno di una politica sulla corretta alimentazione. Politica che Coop ha sempre suggerito, promuovendo la riduzione di tutte quelle sostanze, come i grassi, il sale e gli zuccheri che, se assunte in quantità elevate, possono causare problemi alla salute. Non fa differenza in questo l’olio di palma. Tra la vecchia e la nuova ricetta, nella maggior parte dei casi, la percentuale di grassi saturi è stata drasticamente ridotta, in altri casi pur non riducendo questa percentuale si sono ottenuti risultati migliorativi sulla riduzione di quegli specifici contaminanti che nell’olio di palma comunemente diffuso sul mercato sono mediamente più alti rispetto agli altri olii (dato EFSA). Così Coop continua ad operare affinché questi contaminanti siano ridotti al minimo in tutti gli olii e conseguentemente in tutti i prodotti a marchio, grazie ad interventi sulle filiere produttive e a trattamenti che riducano le temperature di lavorazione dei prodotti.

Accanto agli aspetti salutistici connessi al tema olio di palma si sommano poi le questioni ambientali; molte compagnie della palma da olio hanno acquisito certificazioni di sostenibilità, ma diverse organizzazioni sociali e ambientali contestano l’utilizzo di tali certificazioni considerate portatrici di interessi lesivi dei diritti delle popolazioni locali. Il tema palma  – conclude la nota – resta un argomento estremamente controverso anche dal punto di vista ambientale e sociale. Del resto, la stessa dichiarazione del Ministro dell’Ambiente Galletti che indica l’obiettivo di rendere sostenibile l’olio di palma al 2020 non suona esattamente come una difesa del palma, ma piuttosto come la conferma che fino ad oggi non sarebbe stato sostenibile.”

 

 

La Coop svizzera lancia Karma, nuovo format di supermercato 100% vegetariano

Un supermercato vegetariano e vegano non è una novità. Lo è però la prima insegna di un grande gruppo della grande distribuzione dedicato interamente al mangiare sostenibile. Accade in Svizzera, un Paese sempre all’avanguardia nella grande distribuzione “illuminata”, che spesso lancia le nuove tendenze che vengono imitate dagli altri Paesi vicini. Qui Coop ha inaugurato il primo negozio del concept Karma, pensato per soli prodotti vegetariani e vegani. Il punto vendita, grande 140 metri quadri, si trova a Zug, a Sud di Zurigo, ed è il primo spin-off di quella che finora era soltanto una linea “private label” di Coop. Il suo successo, dovuto al fatto che attualmente il 40% degli Svizzeri si dice flexitariano, ovvero tende a consumare sempre meno carne, ha convinto Coop ad aprire, il 30 maggio scorso, questo negozio nella stazione ferroviaria della cittadina svizzera. Un nuovo punto vendita di questo brand sarà presto aperto nella stessa Zurigo. E preso la Svizzera potrebbe essere invasa da questi negozi.

 

Uno su tre è bio

Il negozio Karma propone prodotti vegani e vegetariani al 100%. A parte i prodotti freschi (frutta e legumi, prodotti da forno) gli altri sono tutti di marchi specializzati, poi naturalmente ci sono quelli della private label Karma. Un alimento su tre è certificato bio o equo e solidale. Il negozio propone anche cosmetici e un assortimento di prodotti di cancelleria.

Una quarantina di prodotti (tra cui pasta, cereali, frutta secca) sono venduti sfusi, per acquistarne solo la quantità necessaria ed evitare quindi sprechi.

Panini, smoothie, insalate e anche gli hot dog vegani sono prodotti sul posto e possono essere anche consumati nel negozio.

Un piccolo bar serve caffè e tè, e un assortimento di miscele vegane è proposto da asporto. C’è anche il Golden Latte Vegano, prodotto che riscuote grande successo nei cantoni.

Sono anche venduti “breakfast bowls” per un pranzo veloce da consumare sul treno, in ufficio, a casa (e in effetti siamo proprio in una stazione). A pranzo e a cena l’offerta è ulteriormente arricchita. Alla fine delle corsie un espositore propone gli ingredienti necessari alla preparazione della ricetta della settimana, che cambierà ogni volta e sarà ideata in sinergia con il sito di ricette di Coop Fooby.

Grande attenzione è rivolta anche all’ambiente, fresco, allegro, colorato. Il negozio è arredato interamente con materiali naturali e di riciclo. La musica diffusa dagli altoparlanti è volutamente rilassante per rendere l’esperienza della spesa meno stressante del solito.

La linea di salumi Beretta “amica degli animali” in esclusiva da Carrefour

Lorenzo Beretta di Flli Beretta e Lorenza Cortivo di Carrefour Italia.

Tutela del benessere animale: un tema sempre più “caldo” che inizia a farsi strada anche nella Gdo, come nella nuova linea di salumi “Filiera Benessere Animale”, realizzata in esclusiva per Carrefour Italia da Salumificio Fratelli Beretta.

Distribuita in esclusiva presso tutta la rete dei punti vendita Carrefour, è realizzata partendo da allevamenti che tutelano il benessere animale attraverso un’alimentazione vegetale, prevalentemente da erba e foraggi, e certificata NO-OGM. Viene inoltre assicurato il rispetto del ciclo naturale di crescita attraverso allevamenti non intensivi e all’aperto.

Al momento sono quattro le referenze: Prosciutto Cotto Nostrano Alta Qualità, Prosciutto di Parma DOP, Salame Milano e Bresaola. Sono riconoscibili grazie all’indicazione sul packaging “Filiera Benessere Animale”

Frutto della collaborazione tra Carrefour Italia e Salumificio Fratelli Beretta la nuova linea è un esempio di prodotto realizzato con specifici requisiti relativi al benessere animale già rigidamente regolamentati in alcuni Paesi del Nord Europa, e che viene incontro alle nuove richieste dei consumatori.

«Carrefour è uno dei pionieri in tema di attenzione riposta nella filiera, per la quale già a partire dal 1991 abbiamo sviluppato un sistema di tracciabilità all’avanguardia che ci permette di dare risposte concrete a ciò che oggi i nostri clienti ci chiedono: attenzione per il rispetto dell’ambiente, per la qualità e genuinità del cibo, per lo spreco alimentare e, in maniera sempre più crescente, per il benessere animale – ha commentato Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia -. Questa collaborazione con il partner Fratelli Beretta ci permette ancora una volta di andare incontro a quanto ci chiedono i nostri clienti: garantire un welfare agli animali durante la loro vita, che non significa per Carrefour solo agire in modo etico avendo rispetto degli animali, ma anche pensare alla salute, al benessere e al futuro dei consumatori finali continuando a presidiare la filiera».

Importante è la collaborazione tra l’azienda e la grande distribuzione come sottolinea Lorenzo Beretta, Direttore Commerciale del Gruppo Fratelli Beretta: «Per la prima volta in Italia intraprendiamo un percorso congiunto con un grande player della grande distribuzione, sulla base di esperienze maturate in altri mercati europei, quale quello inglese, svizzero e scandinavo, dove da tempo i consumatori si sono dimostrati sensibili al tema del benessere animale. È un passo significativo, perché grazie ai nuovi processi di produzione e alle nuove tecniche di allevamento promosse dalla nostra azienda oggi siamo in grado di rispondere alle crescenti richieste dei nostri clienti garantendo il massimo benessere per gli animali».

Rio Mare lancia il Tonno Linea Bio certificato MSC

Si allarga la consapevolezza della fragilità dei mari e della necessitò di una pesca sostenibile presso le grandi aziende con l’allargamento a un sempre maggior numero di referenze, rendendo così al consumatore la possibilità di scegliere anche sugli scaffali della Gdo: arriva anche in Italia il Tonno Rio Mare Linea BIO proveniente da pesca sostenibile certificata MSC (Marine Stewardship Council).

Realizzato con tonno Pinna Gialla e olio extra vergine di oliva proveniente da agricoltura biologica – in cui sono utilizzate solo sostanze naturali, senza concimi, diserbanti o insetticidi – il nuovo Tonno Rio Mare Linea BIO è certificato MSC, la più autorevole certificazione di pesca sostenibile. La quale deve seguire tre criteri fondamentali: deve lasciare in mare abbastanza pesci per far si che possano riprodursi e l’attività di pesca possa così proseguire nel tempo, deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto, consentendo a piante e animali sottomarini di prosperare e deve essere gestita dalle aziende in modo responsabile e nel rispetto delle leggi vigenti.

«Il lancio in Italia della prima referenza di tonno Rio Mare certificata MSC è per noi un grande traguardo e un passo importante del nostro percorso verso per una pesca sostenibile. Un percorso iniziato nel 2009 con la nascita di ISSF (International Seafood Sustainability Foundation), di cui siamo membri fondatori e che è ad oggi la più importante organizzazione no profit internazionale per la sostenibilità della pesca del tonno, che riunisce i più autorevoli scienziati, ONG e WWF International – dichiara Luciano Pirovano, Direttore CSR di Bolton Alimentari – ISSF è impegnata a garantire attraverso un approccio scientifico la sostenibilità a lungo termine degli stock di tonno, la riduzione della pesca accidentale e la salute dell’ecosistema marino, con il fine ultimo di avere negli anni a venire tutte le fishery in grado di rispettare gli standard fissati dalla certificazione MSC. Come Rio Mare siamo convinti quindi, in accordo con la mission di ISSF, che MSC sia il miglior standard esistente per la sostenibilità degli stock di tonno, per questo supportiamo la certificazione MSC e lavoriamo con i nostri fornitori per lo sviluppo di Fishery Improvement Project (FIP) credibili e volti all’ottenimento della certificazione, e per avere sempre più aree di pesca e prodotti certificati MSC. Anche WWF, nella sue linee guida per l’approvvigionamento del tonno, suggerisce di privilegiare nella scelta degli approvvigionamenti tonno certificato MSC».

Per Rio Mare la sostenibilità della pesca e la tutela dell’ecosistema marino sono parte integrante della strategia aziendale, un approccio che è stato tradotto in filosofia di business nel 2011 con la nascita del progetto di Corporate Social Responsibility Qualità Responsabile, che prevede anche attività e iniziative nell’area della sostenibilità della pesca, della tutela dell’ambiente, del rispetto delle persone e nella promozione dei principi di una corretta alimentazione, per migliorare la vita del singolo e il benessere della società.

Rio Mare ha pubblicato il suo secondo Report di sostenibilità, consultabile al link www.qualitaresponsabile.it

 

Coop lancia le carni “pulite” e partecipa alla lotta contro l’antibiotico resistenza

Si chiama, utilizzando un efficace gioco di rimandi, “Alleviamo la salute”la nuova campagna di Coop che incrocia esigenze clean label e responsabilità sociale, attivata in concerto con le istituzioni con un obiettivo preciso: contribuire a contrastare l’antibiotico resistenza. Ciò avverrà con una vera e propria rivoluzione nella gestione di 1600 allevamenti allevamenti di animali da reddito, con il fine ultimo della tutela della salute delle persone e del benessere animale. La campagna procederà per step: è già sugli scaffali la nuova linea di pollo a marchio Coop, i 5 avicoli speciali “Fior Fiore” e entro l’estate arriveranno due referenze di uova: tutti da animali allevati senza uso di antibiotici.

La volontà di Coop è quella di ridurre, e quando possibile eliminare, l’uso di antibiotici nei 1600 allevamenti in Italia da cui provengono le filiere di carne a marchio Coop interessate da un processo complesso e che andrà avanti per step successivi provocando una vera e propria rivoluzione gestionale su larga scala. Sullo sfondo, la denuncia del problema dell’”antibiotico resistenza”, ovvero la resistenza dei batteri a un numero crescente dei farmaci destinati a neutralizzarli, dovuta all’adattamento evolutivo amplificato da un uso ampio e spesso sconsiderato di antibiotici. Una piaga che secondo alcune previsioni provocherà un aumento della mortalità nel mondo dalle attuali 700.000 a 10 milioni di persone nel 2050. Per questo motivo tutti gli Enti internazionali a partire dalla stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), oltre ai Ministeri italiani competenti, hanno da tempo lanciato l’allarme riguardo la necessità di ridurre l’abuso e l’uso non corretto degli antibiotici negli allevamenti di animali da reddito per preservare la salute pubblica. Se non è possibile né vietare, né superare completamente l’uso degli antibiotici nell’allevamento perché la cura dell’animale è una priorità, li si può ridurre in modo drastico a favore della salute delle persone.

Da anni Coop collabora con le principali organizzazioni che si occupano di benessere animale come LAV e  CIWF (Compassion in World Farming), dalla quale ha ottenuto nel 2010 un riconoscimento internazionale per aver deciso di vendere solo uova di galline allevate a terra, estendendo a tutto l’assortimento quanto aveva già fatto nel 2003 per le proprie uova a marchio.

La più recente azione di Coop in quest’ambito è la richiesta avanzata a gennaio 2017 ai propri fornitori di installare telecamere negli allevamenti e nei macelli, una prassi che è già in uso peraltro in alcuni allevamenti in Italia ed è comune all’estero. Inoltre, l’insegna ha attuato una scelta no-ogm sull’alimentazione delle filiere animali che in termini di maggiori costi di controlli e di certificazione vale oltre 13 milioni di euro ogni anno.

 

Sostenibilità e trasparenza, dall’allevamento allo scaffale 

«Occorre partire dagli allevamenti –spiega Marco Pedroni, Presidente Coop Italia – perché generando un’azione virtuosa su questi si arriva a prodotti migliori a scaffale e conseguentemente al consumatore. È un’azione che procederà per step, ma come Coop partiamo avvantaggiati perché abbiamo sempre riposto grande attenzione alla qualità delle filiere zootecniche. Ora alziamo ulteriormente l’asticella selezionando i partner migliori per l’attuazione delle buone pratiche. La nostra è un’azione volontaria che ci pone a fianco delle istituzioni sensibili al tema, consapevoli della grande attenzione che c’è tra i cittadini, rispetto alla quale riteniamo sia necessario garantire un’offerta trasparente in linea con la missione di Coop. Favoriremo le buone pratiche di allevamento basate sul benessere animale e su metodologie innovative di gestione degli allevamenti; garantiremo che l’uso degli antibiotici negli allevamenti sia ridotto e limitato ai casi di necessità, eviteremo l’uso degli antibiotici più critici impiegati nelle cure per l’uomo. Lo scopo è di contribuire a ridurre l’antibiotico resistenza per mantenere l’efficacia delle cure mediche sulle persone».

 

Nuove etichette

I primi risultati di questo impegno sono già arrivati a scaffale; non si tratta di pochi prodotti simbolici, ma di intere linee di prodotto che si diffonderanno in tutta la rete di 1.100 punti vendita in Italia. La nuova etichetta “Allevato senza uso di antibiotici” è presente da alcuni mesi sulle confezioni di faraona, cappone, gran gallo, galletto livornese e pollo all’aperto “Fior Fiore Coop” (per una produzione pari a 2 milioni di capi annui): si tratta di razze a lento accrescimento, allevate a terra secondo standard molto rigorosi in termini di benessere animale e di bio-sicurezza e più resistenti a patologie che potrebbero comportare il ricorso all’uso di antibiotici. A giorni debutterà la nuova linea di pollo Coop “Allevato senza uso di antibiotici” (si stimano a regime più di 10 milioni di capi coinvolti), a giugno sarà la volta delle uova da galline allevate a terra senza l’impiego di antibiotici (2 referenze, le galline coinvolte sono circa 1 milione e 300.000 in un anno) e in gastronomia il pollo Fior Fiore (stima a regime 1 milione di polli annui). L’impegno comunque è di lunga scadenza, imponente – complessivamente stiamo già parlando di più di 14 milioni di animali coinvolti ogni anno – e non si limita al pollame; le prossime filiere coinvolte saranno il bovino e il suino.

«La nostra – conclude Stefano Bassi, Presidente Ancc-Coop (l’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – è una campagna contro l’antibiotico resistenza e al tempo stesso una campagna di trasparenza che permetterà a chi vuole consumare carne di avere tutti gli elementi per scegliere. In quest’ottica stiamo lavorando per creare già dai prossimi mesi un circuito di “Allevamenti Aperti” che i soci Coop potranno visitare».

CNCC Design Awards, premiati Centro dei Borghi Coop.fi e CENTRO*Arezzo Coop

Il CENTRO*Arezzo Coop.fi.

Tecnica, sostenibilità e qualità architettonica: sono gli atout che hanno permesso al Centro dei Borghi Coop.fi a Cascina (Pisa) e CENTRO*Arezzo Coop, entrambi di Unicoop Firenze, di vincere la prima edizione dei CNCC Deep Renovation & Design Awards, il nuovo riconoscimento lanciato da CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali).

Il Centro dei Borghi Coop.fi di Cascina si è aggiudicato il premio nella categoria complessi oggetti di ristrutturazione”, nella sezione “oltre 30.001 mq” di GLA (superficie commerciale di vendita), mentre CENTRO*Arezzo Coop.fi, nella sezione “da 5000 a 30.000 mq”, con una superficie totale di 18.000 mq. Fondamentali le strategie di miglioramento che hanno creato due strutture all’avanguardia nel campo architettonico, con un’importante riqualificazione in ottica green, a partire dall’efficienza energetica, fondamentale per l’ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse.

 

Ristrutturazioni green

Unicoop Firenze, consapevole dell’evoluzione del mercato retail e dei comportamenti sociali, ha deciso di compiere le ristrutturazioni, iniziate nel 2014 a Cascina e nel 2015 a Arezzo, entrambe conclusesi nel 2016. Molteplici le addizioni per assecondare bisogni, esigenze, caratteristiche del territorio, arrivando in modo orizzontale al pubblico, eliminando la complessità dell’acquisto ma anzi, semplificandola, rendendola piacevole, acusticamente confortevole e in spazi ben organizzati e accoglienti.

«Centro dei Borghi Coop.fi, struttura portante del complesso più esteso del Polo Commerciale Cascina Coop.fi, e CENTRO*Arezzo Coop.fi sono il segno di una possibile forma attraverso cui la grande distribuzione può influenzare positivamente l’evoluzione della città. Tanto più significativo proprio perché si è trattato di riqualificazione del patrimonio esistente e non di nuove edificazioni. Una strada di responsabilità civile che può essere ulteriormente sviluppata per il beneficio dei nostri centri urbani» spiega Letizia Cantini, direttore del patrimonio Unicoop Firenze.

In entrambi i casi, significativa e impattante a livello di User Experience è stata l’implementazione di un sistema di archigrafìa e segnaletica più efficiente, chiara e intuitiva, che è parte del progetto personalizzato di wayfinding, esteso a tutti i centri commerciali di Unicoop Firenze, ad opera di Km zero, rappresentativo studio di branding e identità visiva.

I festeggiamenti per la vincita dei premi si terranno giovedì 27 aprile alle ore 17 presso il Centro dei Borghi mentre al CENTRO*Arezzo venerdì 28 aprile alle ore 17.

 

Centro dei Borghi Coop.fi, luce e verde

Il rinnovamento di Centro dei Borghi Coop.fi fa parte del progetto RELOOKING sviluppato in collaborazione con L22 Retail, brand del gruppo Lombardini22. Il progetto ha inteso creare spazi più belli, funzionali, accoglienti, e con tanti vantaggi per il territorio e per i soci, con focus su: accoglienza, domesticità, calore; coinvolgimento; ambiente a misura d’uomo; aggiornamento nella veste e nella identità; sfruttamento ottimale della luce, utilizzo sapiente del verde interno ed esterno.

All’ingresso del piano terra di Centro dei Borghi Coop.fi sono state introdotte nuove superfici commerciali, permettendo al visitatore di sentirsi subito in uno spazio dinamico, da scoprire e vivere. La lobby non è più un luogo di passaggio ma è l’inizio dell’esperienza di shopping & leisure. Salendo si arriva nella piazza valorizzata e migliorata attraverso l’inserimento di piante ad alto fusto – che rendono l’ambiente gradevole cingendo la parte di sedute centrali a servizio dell’area ristoro; nella parte alta delle velette in cartongesso acustico rivestono la struttura metallica a vista, originariamente troppo caratterizzante e tecnologica, dando un segno forte di rinnovamento, rendendolo più contemporaneo e domestico e confortevole.

Come nelle gallerie, anche nella piazza le vetrine sono state innalzate – seguendo le tendenze commerciali che vogliono vetrine sempre più ampie – affrontando sapientemente la complessità che l’operazione ha comportato. Le gallerie sono arricchite di ambienti lounge, che accolgono con sedute comode in aree pensate per sostare e generare socialità. L’arredo è custom, disegnato ad-hoc per Unicoop Firenze, multicolore sui toni del verde, confortevole, con scocca di legno e vegetazione integrata. Tappeti e illuminazione dedicata completano l’ambientazione domestica.

I bagni pubblici si ampliano, sono introdotti nuovi servizi: bagno famiglia, nursery, e area di allattamento, che rispondono alle reali esigenze espresse dai visitatori. L’offerta commerciale si rafforza nel settore food&beverage con nuova foodcourt, progettata come punto focale della struttura, con una grande vetrata che guarda verso l’esterno e che permette alle persone di godere della luce naturale.

 

La ristrutturazione di CENTRO*Arezzo Coop.fi

Nato 19 anni fa, precedente noto come Setteponti, CENTRO*Arezzo Coop.fi è invece diventato uno dei più rilevanti della Toscana, con un bacino di utenza di circa 168.000 utenti. L’importante riqualificazione estetica e strutturale fortemente identificativa è su progetto di Piuarch, pluripremiato studio tra i principali interpreti del linguaggio architettonico in Italia. Basato su un nuovo concetto di accoglienza del cliente, la volontà di partenza è stata quella di ridefinire il rapporto urbano tra il CENTRO*Arezzo Coop.fi e la città intorno, in un dialogo ideale con il cuore del capoluogo aretino, in un luogo dedicato al tempo libero, alla musica e agli incontri.

Da un luogo prettamente commerciale, il CENTRO*Arezzo coop.fi è diventato un luogo pubblico accogliente, dove poter trascorrere del tempo libero oltre ad avere occasioni di shopping. Infatti, viene ampliata l’offerta dei servizi, oltre che l’offerta commerciale. Il risultato dei lavori è un edificio iconico che si inserisce nel territorio diventando rappresentativo del tessuto urbano, e ne restituisce spazi, ambienti e servizi pensati per un maggiore coinvolgimento di soci e clienti, veri protagonisti di questo rinnovamento. Tra le novità del centro, l’ampliamento degli spazi interni, tra cui un’area relax panoramica al primo piano con veduta sulle torri di Arezzo, due sale musica e l’area giochi Bacogigi, sia interna che all’aria aperta, con appuntamenti di gioco educativo; una nursery completa di area allattamento e relax; la creazione di una corte esterna, di un parcheggio rinnovato (tra cui le nuove coperture sui parcheggi laterali).

Particolare attenzione per le varie aree verdi, tra fioriere, aiuole, alberi e prati, organizzati secondo il progetto pilota Verde O.A.S.I. (Ottimizzazione, Alternanza, Sostenibilità, Impegno) che rappresenta la nuova filosofia di selezione botanica dei centri commerciali Unicoop Firenze.

Tra le particolarità dei lavori, la riqualificazione della struttura “a vendita aperta”, senza mai interrompere l’attività commerciale.

 

Anche Auchan dice basta alle uova in gabbia, cinque anni per la exit strategy

Dopo il nord Europa, anche da noi iniziano a pesare le considerazioni sul benessere animale e Auchan Retail Italia dichiara in una nota la decisione di non vendere più uova da allevamenti in gabbia. L’insegna francese ha già da tempo avviato il processo di eliminazione delle uova provenienti da allevamenti in gabbia negli ipermercati Auchan e supermercati Simply, partendo dal prodotto a marchio.

Attualmente, infatti, tutte le uova a marchio Auchan provengono da allevamenti a terra o sono biologiche. Per quanto riguarda la linea di primo prezzo e le uova sfuse, è stato avviato nel 2017 il processo di passaggio da fornitori con allevamenti in gabbia ad allevamenti a terra.

Anche sui prodotti con i marchi dei fornitori, è stato già ridotto l’assortimento delle uova da allevamenti in gabbia a favore delle altre. La previsione per essere 100% cage free è di un quinquennio.

In Italia anche Carrefour (da marzo scorso) e Coop (dal 2010) hanno deciso di bandire dalla vendita le uova di allevamenti in gabbia.

Bottega Verde va green e sceglie la carta 100% riciclata

Imballaggi, materiale di comunicazione e shopper: l’impatto di tutto ciò sull’ambiente è pesante, e consapevole di ciò Bottega Verde sceglie di essere green di nome e di fatto utilizzando carta riciclata al 100% per tutte le sue attività di comunicazione. L’azienda toscana produttrice di cosmetici a base di principi attivi naturali rafforza la sua vocazione green e sceglie di essere ecosostenibile anche nelle attività di stampa. Utilizzando la carta riciclata di Arjowiggins Graphic nella realizzazione di cataloghi prodotti, cataloghi fedeltà, lettere di direct marketing e shopper disponibili nei punti vendita.

«Abbiamo deciso di utilizzare la carta riciclata per supportare la nostra politica di salvaguardia dell’ambiente promuovendo in modo significativo e concreto il risparmio energetico, la riduzione di emissioni di CO2 e la conservazione delle risorse, valori per noi irrinunciabili. Infatti, scegliendo di stampare su carta riciclata per l’intero 2016 abbiamo contribuito alla salvaguardia di più di 48 milioni di litri d’acqua, che equivalgono al consumo di 230 persone per poco più di tre anni, più di 300mila kg di CO2 pari al consumo di una Fiat Grande Punto 1.4 benzina per compiere 430 volte il tragitto Lisbona-Mosca (km. 4.567) e più di 2 milioni di kg di legno che corrispondono a 22.414 alberi di medie dimensioni. Non da ultimo, anche l’elevata resa qualitativa e l’efficace impatto comunicativo degli stampati sono diventati elementi fondamentali per supportare le nostre attività di comunicazione» spiega Matteo Cerreia Vioglio, direttore supply chain di Bottega Verde.

I benefici ambientali ottenuti da Bottega Verde sono stati elaborati attraverso l’Eco Calcolatore, uno strumento esclusivo che Arjowiggins Graphic mette a disposizione dei propri clienti per valorizzare in modo concreto la propria sostenibilità ambientale che deriva dalla scelta di stampare su carta riciclata anziché su una carta a fibra vergine. Vengono calcolati sei parametri diversi di risparmio: in materiali non inviati in discarica, acqua, energia elettrica, legno, emissioni di CO2 evitate e l’equivalente di chilometri percorsi da un’auto.

In particolare per produrre Cyclus, la carta green scelta da Bottega Verde, si utilizzano il 59% in meno di energie non rinnovabili, la sua produzione consuma il 61% in meno di acqua rispetto a quella di una carta a fibra vergine, perché l’acqua è riciclata durante il processo, e riduce notevolmente le emissioni di CO2 del 38%. Inoltre, lo sbiancamento e la disinchiostrazione sono effettuati con materiali naturali, senza agenti chimici. Cyclus Print, utilizzata per i cataloghi e lettere, è realizzata esclusivamente da fibre 100% riciclate ed è stata messa a punto per garantire un’ottima riproduzione di immagini policrome e di testi. Per le shopper Bottega Verde ha scelto Cyclus Pack, il cui bianco naturale e la qualità eccellente della superficie la rendono ideale per esaltare l’aspetto di ogni packaging.

 

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