CLOSE
Home Tags Sostenibilità

Tag: sostenibilità

Végé cresce in Puglia con il Gruppo Ferì

Il Gruppo Enzo Ferì, mandatario di Gruppo VéGé, attivo nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto ha registrato nel primo trimestre un incremento delle vendite sia nei punti di vendita diretti (3%) sia in quelli affiliati (23%) confermando il trend di crescita che ha portato l’azienda a chiudere il 2014 con un fatturato di 52 milioni di euro.

L’azienda opera con una rete distributiva di 44 punti vendita a insegna Dimeglio e 10  a insegna Sidis, per complessivi 22 mila metri quadrati di superficie e ha in programma una ulteriore espansione territoriale, con l’apertura nel corso dell’anno di 9 punti vendita in affiliazione e gestione diretta. Le prime aperture riguarderanno l’ipermercato Sidis da 1.300 mq a Squinzano, con tutti i reparti merceologici incluso l’abbigliamento sportivo, e due supermercati Sidis a Martano e Scorrano, rispettivamente da 450 e 380 mq.

Enzo Feri
Enzo Ferì, presidente dell’omonimo Gruppo

“Il nostro proposito è affermarci come realtà di riferimento regionale della distribuzione, capace di combinare radici nel territorio, efficienza e innovazione, perché è esattamente questo ciò che serve oggi per riequilibrare un settore fragile e frammentato ridando spazio alle piccole e medie imprese locali”, ha dichiarato imprevidente Enzo Ferì.

Sarà anche estesa nei prossimi mesi a tutta la rete l’iniziativa di sensibilizzazione ambientale già sperimentata con successo in quattro punti vendita a Lecce, Campi Salentina, Salice Salentino e Squinzano: la presenza presso i punti vendita di ecocompattatori che incoraggiano il conferimento di bottiglie di plastica, flaconi di detersivi e lattine riconoscendo buoni sconto spendibili direttamente nel supermercato

Federdistribuzione presenta il bilancio di sostenibilità della distribuzione moderna

«Siamo le aziende del prezzo giusto, non del prezzo basso»: così il presidente di Federdistribuzione  Giovanni Cobolli Gigli ha introdotto l’incontro di presentazione del secondo Bilancio di sostenibilità della Distribuzione moderna organizzata (Dmo). «Uno strumento – ha aggiunto – nel quale esprimere la nostra identità, dichiarando i valori forti intorno ai quali le aziende della Dmo rappresentano, pur nella loro diversità, un insieme coeso». Un concetto ribadito anche da Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes, per il quale: «In un settore ad elevata competitività come quello della distribuzione, la sostenibilità è un fattore di incontro, di scambio delle best practice».

L’obiettivo del bilancio di sostenibilità (l’unico, salvo errori, che riguarda un intero settore) è infatti quello di «trasmettere l’idea che l’impegno delle imprese sull’ambiente, nei confronti  di collaboratori e clienti, verso i fornitori e la comunità non è sporadico o casuale, ma rappresenta un atto consapevole che entra a far parte della più autentica strategia d’impresa e sul quale il commitment è molto forte. È la testimonianza che la sostenibilità non viene più intesa solo come una leva di posizionamento, ma sta diventando una leva economica». Federdistribuzione, ricordiamolo, rappresenta un variegato universo di imprese distributive per un totale di 14,600 punti vendita, 60,6 miliardi di euro di giro d’affari, pari al 47,9% della Dmo.

Va detto che, poiché la cronaca ha il sopravvento sui temi di un convegno, a poche ore di distanza, la notizia che qualche centinaia di dipendenti di Auchan hanno occupato piazza Montecitorio in seguito al fatto che il retailer francese si appresterebbe a licenziare oltre mille dipendenti, quale effetto della crisi di questi anni e della necessità di una riorganizzazione della propria presenza in Italia (cìè anche chi paventa una sua uscita), getta qualche ombra su queste affermazioni. Tuttavia non ne mina la sostanza.

Nel completo rapporto di bilancio, gli aspetti citati da Cobolli sono sintetizzati in una serie di numeri a significare un percorso virtuoso, come l’ha definito Mario Molteni, direttore di Altis (Università Cattolica di Milano): «La seconda edizione del Bilancio di Sostenibilità di Settore racconta di aziende che credono e investono in iniziative di responsabilità sociale e ambientale, assumendo il ruolo di propulsore di crescita». Nelle otto aree oggetto dell’indagine (clienti, fornitori, collaboratori, comunità, certificazione, ambiente, comunicazione), che censisce 60 iniziative diverse delle imprese associate, le attività delle imprese della Dmo hanno tassi di penetrazione elevati, che sfiorano il 100% in alcuni casi come i sistemi di riduzione dei consumi energetici, l’attivazione del servizio di ascolto dei clienti, l’inserimento di informazioni addizionali sull’etichetta dei prodotti a Marca del Distributore.

«Il dato più significativo – ha sottolineato Molteni – è che in tutte le aree si registra un incremento, con l’eccezione delle certificazioni, ma per il semplice motivo che è già completamente presidiata».

L’area che registra l’evoluzione più significativa è quella dei fornitori: +15% rispetto all’indagine 2012. Le aziende distributive lavorano con i fornitori in logica di partnership e per una loro valorizzazione, favorendo un percorso di crescita delle PMI. Pratiche quali l’instaurazione con le PMI di un rapporto di lunga durata (79% delle imprese), la valutazione del Codice etico del fornitore o la firma congiunta di un codice di condotta (75% delle imprese), la dematerializzazione degli scambi di documenti (82% delle imprese) favoriscono nelle imprese fornitrici l’avvio di un percorso di Responsabilità Sociale d’Impresa e di innovazione.

Anche l’area clienti segna un trend positivo dell’11%. Nei confronti dei clienti le imprese distributive tutelano il potere d’acquisto e mostrano attenzione alle nuove dimensioni sociali, andando spesso oltre gli obblighi di legge.

sostenibilità Dmo 2014

«La sostenibilità – ha concluso Molteni – è diventata un aspetto strutturale del business per le imprese della Dmo, che svolge, per di più, un ruolo proattivo verso le imprese fornitrici e di educazione della clientela. Il fatto che la riduzione degli imballaggi sia aumentata del 18% e la riduzione dei rifiuti del 12% testimonia di un approccio pragmatico alla sostenibilità, che fa bene immediatamente al conto economico dell’impresa».

Sono numerosi gli spunti emersi dalla duplice tavola rotonda che ha discusso i risultati del bilancio di sostenibilità di settore. Proviamo a sintetizzarli.

Consumo di suolo. Per le imprese della Dmo che vuole continuare a investire e a crescere, il tema è particolarmente importante. Intorno al consumo di suolo, in discussione nei palazzi della politica,  si intrecciano infatti gli interessi delle comunità locali, quelli della Dmo (per la quale è centrale la redditività del punto vendita), quelli delle amministrazioni locali. «Ma dobbiamo operare tutti all’interno di un quadro di certezze: oggi quando si parte non si sa quando si arriva e quando e in quali condizioni si arriva a compimento del progetto», ha detto Valerio di Bussolo, direttore della comunicazione di Ikea Italia.

Anche perché, ha illustrato il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, sono numerosi i casi in cui le Regioni e le amministrazioni locali hanno posto vincoli all’apertura di punti vendita e agli orari di apertura, nonostante le disposizioni contenute nei decreti Cresci Italia e Salva Italia che avevano invece aperto le porte a una maggiore liberalizzazione al riguardo, tanto che l’Antitrust è dovuto intervenire presentando ricorsi contro gli atti degli enti locali.

Rapporti con i fornitori. Per Luigi Mastruobuono, direttore generale di Confagricoltura sono quattro le aree di lavoro comune con la Dmo: la condivisione di dati per comprendere e migliorare le relazioni con i consumatori; valorizzare la filiera agroalimentare che vale il 14% del Pil; l’internazionalizzazione, perché la Dmo può essere la piattaforma di diffusione dei prodotti italiani all’estero; la comunicazione per creare maggiore valore veicolando nuovi contenuti relativi alla sostenibilità.

E Mario Gasbarrino ha aggiunto che quando si parla di prodotti a marchio del distributore questi rapporti sono già a livelli elevati tanto che molte Pmi sono cresciute fino ad affacciarsi ai mercati internazionali grazie alla Dmo e che la valorizzazione dei prodotti locali in futuro è destinata a crescere. Non solo, ma «quando un distributore sognatore e un produttore inventore si incontrano si raggiunge un equilibrio perfetto. Tanto che con il nostro fornitore di acqua minerale abbiamo eliminato il fardello in polietilene, risparmiando circa 480 camion di plaastica indifferenziata. E noi valiamo solo l’1% del fatturato complessivo della distribuzione alimentare».

Convegno Bilancio di sostnibilità distribuzione moderna 2

Filiera. «Il futuro si giocherà su una visione della filiera diversa, con progetti a lungo termine. Ma occorre fare rapidamente un salto di qualità. Mi auguro che l’industria recuperi quella capacità di innovazione  che in questi ultimi anni è stata più appannaggio della distribuzione. Dobbiamo tornare a metterci in gioco per costruire una visione più integrata più documentata con la distribuzione e con l’agricoltura». Alberto Frausin, amministratore delegato Carlsberg Italia.

Eccedenze alimentari. La Francia recupera le eccedenze 6-7 volte di più che l’Italia. L’auspicio del presidente di Fondazione Banco Alimentare Andrea Giussani è che la lotta contro lo spreco possa diventare un processo ordinario all’interno delle imprese distributive, per far si che da opportunità etico-sociale possa diventare una normale attività. Dando poi evidenza dei risultati ottenuti per favorirne il contagio e la diffusione.

Effetto Expo: da Granarolo la prima bottiglia 100% compostabile

Granarolo Bottiglia CassavaUna bottiglia per il latte compostabile  in 12 settimane. È questo il prototipo che Granarolo, presenta in ccasione di Expo per la prima volta, in una special edition.

Granarolo ha scelto di utilizzare una bottiglia costituta al 100% da Cassava, che ha la potenzialità di biodegradarsi in compost entro 12 settimane. La scelta dell’utilizzo della Cassava è anche etica: il materiale non deriva da prodotti vegetali utilizzati per soddisfare il fabbisogno alimentare e di conseguenza non intacca la catena alimentare umana.

La prima bottiglia compostabile di Granarolo è anche tra i finalisti dell’Oscar dell’Imballaggio 2015

San Benedetto disseta i partecipanti alla Suissegas Milano Marathon

Acqua Minerale San Benedetto è l’acqua ufficiale della Suissegas Milano Marathon (12 aprile), il primo evento sportivo in Italia (come Milano City Marathon nel 2013-2014) e la prima maratona in Europa ad ottenere dagli Stati Uniti la ReSport Certification: la certificazione, rilasciata dal Council for Responsibile Sport che misura e attesta la responsabilità ambientale e sociale degli eventi sportivi.

San Benedetto disseterà tutti i partecipanti alla 15ma edizione della classica internazionale su strada con il formato da mezzo litro della linea “progetto ecogreen”, la prima linea di acqua minerale in Italia a ricevere dal Ministero dell’Ambiente il logo del programma per la valutazione dell’impronta ambientale.

L’impegno ambientale di San Benedetto è parte integrante della Csr dell’azienda ormai da molti anni.

Nel 2009 un accordo volontario con il ministero dell’Ambiente volto alla riduzione delle proprie emissioni di CO2 in tutto il ciclo produttivo fino a neutralizzarle del tutto. Nel periodo 2008-2012, l’azienda di Scorzè ha ridotto, a parità di volumi, le emissioni complessive di CO2equivalente del 19,4% sulla linea Acqua Minerale San Benedetto, ben tre volte al di sopra degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto per l’Italia.

Ha introdotto nel 2010 sul mercato italiano il primo formato di acqua minerale a CO2 equivalente compensata 1 litro Easy (il 100% delle emissioni neutralizzate attraverso l’acquisto di crediti di carbonio di tipo VERs che finanziano progetti legati alla riduzione dei gas effetto serra), caratterizzato oggi dalla presenza di un 50% di RPet (Pet rigenerato proveniente dal riciclo della plastica, riducendo il fabbisogno di materia prima vergine e quindi di petrolio), il massimo previsto dalla normativa. Un’innovazione attraverso la quale San Benedetto si è guadagnata presto il gradimento dei consumatori e la leadership assoluta di segmento con una quota di più del 40% a volume.

Nel 2012 è stata estesa l’esperienza di successo di Easy ad una nuova linea di prodotti “progetto ecogreen” comprendente due formati famiglia da 2 litri e da 1,5 l (che utilizzano il 30% di RPet) nonché un formato da mezzo litro  per il consumo on the go, tutti caratterizzati dalla completa compensazione delle emissioni prodotte, sempre secondo il meccanismo dell’acquisto dei crediti.

Buonissimo a Brescia riqualifica il Corso Mameli

 

Decoro urbano, comunicazione, cultura e identità sono le parole chiave che hanno fatto da guida al progetto di riqualificazione di Corso Mameli a Brescia di cui Buonissimo, l’Arcipelago del gusto si è fatto parte attiva e promotore.

PMC_2802_1
Un angolo di Buonissimo

Buonissimo è il gourmet store dedicato alle tipicità italiane facente capo al Gruppo Martini (associato Sisa Centro Nord) dove nei suoi quattro piani e tremila metri quadrati di superficie, si incontrano numerose isole. Isole dedicate ai prodotti di qualità che produce la tradizione gastronomica italiana, oppure ai freschissimi (carne, ortofrutta, pane fresco, salumi e formaggi), alla spesa di tutti i giorni, alla degustazione o alla ristorazione. Fino ad arrivare alle isole riservate alla scuola di cucina, alla formazione per bambini e alla conferenze.

LUCI0982
Un corso di cucina da Buonissimo con lo chef Carlo Bresciani

È situato in un edificio storico in Corso Mameli – anticamente Corso delle Mercanzie – che per i motivi più svariati ha vissuto un lento ma irreversibile declino, di cui la chiuisura di numerosi negozi esistenti è stato insieme causa ed effetto.

Abbandono, insicurezza, degrado urbano: alla fine dell’anno scorso Buonissimo ha deciso di intervenire, proponendosi non solo come on come luogo dove fare la spesa, pranzare, cenare o frequentare un corso, ma come un protagonista attivo della vita della città, che crea benessere, senso di comunità e bellezza.

20150102_102427

Affiancando un Comitato di residenti ha individuato, coordinato e co-finanziato una serie di operazioni organiche inserite in una precisa strategia di rigenerazione urbana con l’obiettivo di favorire nel medio periodo la riapertura dei negozi sfitti, aumentare il passaggio di cittadini e rendere la via più vivibile per i residenti.

20150314_181056Numerosi i progetti già realizzati e programmati tra i quali il ciclo di conferenze sulla alla storia della via, le visite guidate alle principali bellezze storico artistiche della via, esposizioni d’arte, degustazioni di vini e la prima Social Street della Provincia di Brescia su Facebook. Uno spazio di scambio e confronto sul social network per gli abitanti, i commercianti e i frequentatori della via.

Buonissimo ha altri punti vendita a Cittadella, Rovereto e San Benedetto del Tronto.

Da Caffè Vergnano la prima linea di capsule compatibili compostabili. Ad aprile sugli scaffali

Dal prossimo primo aprile, Caffè Vergnano sarà presente sugli scaffali con la linea Èspresso1882 di capsule compostabili e compatibili con le macchine a uso domestico a marchio Nespresso e con le macchine Èspresso1882 TRÈ.

Le nuove capsule rappresentano la risposta di Caffè Vergnano al tema della quantità di rifiuti derivante dal consumo crescente di caffè porzionato. Se infatti il mercato del porzionato rappresenta una grande opportunità di sviluppo, è anche vero che l’impatto ambientale che deriva dall’utilizzo di capsule può essere maggiore rispetto al consumo di caffè in moka o cialda.

Le nuove Èspresso 1882 compostabili entreranno a scaffale in sostituzione di gamma: le confezioni attualmente in distribuzione saranno sostituiti progressivamente con la nuova linea compostabile.

Carolina ed Enrico Vergnano
Carolina ed Enrico Vergnano

«Da sempre abbiamo creduto nel segmento delle capsule, anticipando le tendenze e lanciando per primi la capsula compatibile Nespresso, oggi leader di mercato», dichiara Franco Vergnano Amministratore Delegato di Caffè Vergnano, «Sin dalle origini abbiamo puntato sull’innovazione. Oggi ancora di più con un progetto concreto a tutela dell’ambiente».

Le capsule saranno le prime in commercio certificate “OK Compost” da Vinçotte (ente riconosciuto a livello internazionale) e smaltibili nel bidone dell’umido senza bisogno di separare l’involucro dal caffè.

La gamma Èspresso 1882 è disponibile in 4 referenze: Arabica, Cremoso, Intenso e Dec, più la referenza Espresso macchiato.

Conad: zero emissioni grazie alla turbina oil free

Conad ribadisce la sua impostazione eco-sostenibile, adottando, prima tra le insegne della GDO –  un’innovativa tecnologia a zero emissioni che consente di produrre freddo a temperature controllate con un notevole risparmio energetico rispetto al passato. Il tutto grazie all’impiego di una speciale turbina “oil-free”, brevetto frutto della ricerca aerospaziale americana.

L’innovativa tecnologia servirà a gestire in maniera ottimale la catena del freddo nel centro logistico di PAC 2000A-Conad a Fiano Romano nel Lazio, tra le maggiori piattaforme distributive d’Europa. Il nuovo impianto di trigenerazione farà risparmiare circa 47 euro all’ora rispetto alle tecnologie tradizionali, con un saving totale all’anno, in termini di energia primaria, superiore a 4.000 MWh e 350 Tep. Il che si traduce in oltre 800 tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera.

La novità rispetto alle tecnologie tradizionali, è che il sistema riesce a massimizzare l’efficienza energetica complessiva, con punte oltre l’85 per cento per un funzionamento annuo di oltre 8 mila ore, grazie a un brevetto sviluppato dall’azienda americana Capstone leader mondiale nelle turbine a gas con tecnologia oil free, che consente a una turbina, con un principio di funzionamento simile a quello di un jet aeronautico, di operare senza olio e liquidi lubrificanti al suo interno. Grazie a questa caratteristica, i fumi di scarto della turbina, oltre ad avere tenori di NOx e CO molto bassi, sono puliti per la presenza di un alto contenuto di ossigeno. Le temperature dei gas di scarico consentono di ottenere un vettore termico pregiato per l’alimentazione di gruppi di assorbimento ad ammoniaca.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Nelle specifico, l’impianto trigenerativo è composto da una turbina da 800 kWe che sfrutta l’energia fornita dal gas metano per produrre allo stesso tempo energia elettrica, utilizzata per tutti gli usi necessari del magazzino e, grazie a un sistema di recupero di calore, acqua surriscaldata da utilizzare come fonte di energia per un sistema di assorbimento ad ammoniaca da 360 kW frigoriferi che produce acqua glicolata a -8°C necessaria per refrigerare il magazzino. Inoltre, dagli esausti della turbina, attraverso un modulo di recupero termico, vengono ricavati ulteriori 240 kW di acqua calda a 65 °C per lavaggi, sbrinamenti Uta (Unità trattamento aria) e la climatizzazione degli uffici.

L’energia elettrica prodotta in eccesso e non auto-consumata potrà essere immessa in rete e venduta attraverso il sistema del “ritiro dedicato” del GSE. Il cogeneratore è comunque in grado di adeguare la produzione di energia al carico richiesto dall’impianto grazie alla facilità di modulare la turbina.

L’applicazione è frutto dell’ingegneria di IBT Group, azienda specializzata in soluzioni per il risparmio energetico e partner esclusivo per l’Italia di Capstone, e Zudek, che ha fornito l’innovativo frigorifero ad assorbimento ad ammoniaca, coadiuvate nello specifico progetto dal gruppo di ingegneria All srl e Smpr.

“Abbiamo deciso di investire nell’innovazione della catena del freddo – spiega Danilo Toppetti, direttore generale di PAC 2000A-Conad – perché desideriamo non solo abbattere le emissioni di CO2 e di gas serra, ma soprattutto ridurre sensibilmente i consumi energetici per permetterci di offrire un maggiore sostegno concreto ai nostri soci imprenditori e tradurlo in risparmi concreti per i nostri clienti. L’auspicio è che Conad, a livello nazionale, possa decidere di applicare questa tecnologia anche ad altri centri distributivi ”.

 

Gli oli di semi Oleificio Zucchi certificano la carbon footprint

I risultati ottenuti dalla certificazione della Carbon Footprint sono stati dati in occasione di una tavola rotonda alla fiera del consumo critico "Fa' la cosa giusta".

Primi in Italia, gli oli di semi dello storico Oleificio Zucchi hanno ottenuto la certificazione della carbon footprint, che garantisce il controllo sull’impatto ambientale di ogni fase della lavorazione dell’intera gamma degli oli di semi a marchio dell’azienda cremonese. Dopo avere messo in campo una serie di misure per ridurre l’impatto ambientale, l’azienda ha dovuto affrontare una serie di aspetti tecnici e procedurali nel processo di analisi del ciclo di vita e certificazione dell’impronta di carbonio degli oli di semi a marchio Zucchi. Al termine dell’intera analisi, l’Oleificio ha deciso di neutralizzare integralmente le emissioni di CO2 legate ai prodotti nel corso del 2013 attraverso l’acquisto e il ritiro di 180 carbon credits appartenenti allo standard VCS (Verified Carbon Standard). I crediti derivano da un progetto di riduzione della deforestazione programmata in Brasile (REDD) attuata in collaborazione con EcoWay.

Un modo per traghettare l’olio verso le esigenze del Terzo Millennio e garantirgli una sostenibilità sempre più trasparente, completa e misurabile. Una trasparenza che Oleificio Zucchi persegue da oltre 20 anni attraverso diversi canali: la redazione del bilancio di sostenibilità, arrivato quest’anno alla 10° edizione e le certificazioni ottenute (tra queste la SA8000 sulla Responsabilità Sociale d’Impresa) che dimostrano l’avanguardia aziendale.

Il Future Food District di Coop a Expo 2015

All’indomani della visita del presidente del consiglio Matteo Renzi al cantiere di Expo 2015, il countdown è ormai avviato e cominciano a svelarsi le “magie di Expo”, come le definisce il commissario Giuseppe Sala. Una di queste, “la sfida dai contenuti più interessanti” è il Future Food District dove la tecnologia spesa l’alimentazione: 6.500 metri quadri nel cuore del sito espositivo tra Cardo e Decumano, uno spazio nato dalla collaborazione tra Coop, il MIT  Senseable City Lab e lo studio Carlo Ratti Associati.

7 - Render 07- Il Supermercato del Futuro_sezione prospettica

Tocca al presidente di Coop spiegare i perché del coinvolgimento di Coop in Expo, dopo gli iniziali dubbi, un coinvolgimento che vale 15 milioni di euro di investimento tra realizzazione e gestione di quello che non sarà solo un’idea di supermercato del futuro, ma “un’occasione per confrontarci sui contenuti che appartengono al sistema coop: il cibo buono e sicuro per tutti. La scommessa per noi non è solo tecnica ed economica, ma è una scommessa< sociale. In Expo vediamo l’occasione di riscatto per il Paese  e noi ci crediamo. È una sfida tosta – afferma Pedroni -perché il prgetto speciale di Expo era la realizzazione di un supermercato che funzioni: una macchina di domani che deve essere una macchina di oggi”. E infatti sarà un punto vendita funzionante, con personale Coop.

GUARDA LA PHOTO GALLERY

Ma attenzione. Non bisogna confondere il supermercato del futuro con una previsione. “Le previsioni sono sempre un azzardo e quasi mai ci prendono – aggiunge Carlo Ratti -. Diverso è sperimentare cose nuove utili per costruire il futuro. Ed è questo il senso anche dell’impiego della tecnologia: sperimentare nuove esperienze. Poi qualcuna funziona, e qualcun’altra meno, ma ci avrà comunque indicato la strada per costruire il futuro”.

L’idea che sottende al Supermercato del futuro è quello di un mercato sociale, di una piazza aperta, di un mix tra storia, tradizione e futuro, di un logo di scambio tra le persone, non solo di merci ma anche di conoscenze e informazioni. “Lo scambio culturale è un tratto distintivo del commercio, da sempre – aggiunge Pedroni – e i nostri supermercato sono forse diventati macchine troppo funzionali in cui si è persa questa connotazione di piazza-mercato”. Sarà un un luogo di incontro e scambio fra produttori e consumatori in cui le barriere verticali lasceranno il posto a un paesaggio orizzontale che favorisce le interazioni, un rimando ai mercati delle origini, internamente il layout dispositivo è suddiviso in  cinque  vie dedicate ad altrettante filiere. L’idea nasce in casa Coop prima ancora dell’adesione a Expo Milano 2015 da un contest sull’innovazione cui hanno partecipato 80 dipendenti under 35.

“Il progetto originario datato 2013, chiamato GeoCoop, si basava sull’esperienza diretta di un gruppo di giovani dipendenti che hanno enfatizzato valori cari a Coop quali la trasparenza e la genuinità indispensabili per un atto di acquisto consapevole, necessario oggi ma ancora di più domani. Valori che noi riteniamo essere sempre più condivisi –  spiega ancora Pedroni -. Quello che si visiterà non sarà dunque un padiglione ipertecnologizzato dove la tecnologia è fine a se stessa; a noi di Coop interessava andare in una direzione opposta dove la tecnologia è utile, a servizio dell’uomo. Se ad esempio nell’Exhibition Area la visione dei prototipi delle fattorie del mare farà riflettere su un pianeta in cui la terra sarà infinitamente più scarsa di oggi, nel Supermercato del futuro le vie delle filiere comunicheranno a colpo d’occhio informazioni sul processo di lavorazione dei prodotti: partendo dai prodotti freschi e freschissimi, via via  verso i prodotti a più alto tasso di trasformazione.

Ma il Future Food District (FFD) ospiterà prefigurazioni di ciò che mangeremo. L’Exhibition Area dedica uno spazio in collaborazione con la Società Umanitaria di Milano dove si vedranno i primi prodotti commestibili derivanti dalle oltre 1.900 specie di insetti di cui si cibano già oggi circa 2 miliardi di persone; inoltre nella piazza ci saranno prototipi e  installazioni volti a esplorare alcune tecnologie innovative in materia di agricoltura urbana e produzione di cibo e energia. Oggi eccezioni domani normalità.

È il caso della Vertical Farm realizzata sulla base di un progetto ENEA: due pareti vetrate alte 4 metri e una coltura idroponica su più  livelli in grado di produrre per i sei mesi di Expo diversi tipi di ortaggi e del Canopy di alghe, apparentemente una semplice copertura, in realtà una complessa soluzione di acqua e microalghe in grado di produrre biomassa con applicazioni possibili in agro-ambientale.  Già dall’esterno, a partire dalla piazza, i visitatori di quest’Area Tematica incontreranno  numerosi assaggi di un  futuro sostenibile.

Soda Stream numero uno al mondo nelle acque minerali. E a maggio arrivano gli sciroppi bio

Appena “Eletto prodotto dell’anno 2015”, Soda Stream Italia arricchirà presto l’offerta di aromi con una linea di sciroppi biologici in bottiglie in vetro da 0,5 litri e in quattro gusti: mirtillo, rabarbaro, limone verde e sambuco. Questi sciroppi, prodotti in Germania, hanno ricevuto il certificato di “prodotto biologico” dall’ente austriaco. Non prevedono inoltre esaltatori di sapidità, aromi artificiali o coloranti e conservanti ammessi.

Lifestlye Play BlackIn questo modo Soda Stream si conferma un player a 360 gradi nel mercato non solo come gasassero di acque domestiche, ma anche come brand di acqua minerale.

Lo si rileva dall’analisi dei dati di una recente ricerca condotta da Canadean – che ha rilevato il consumo globale a volume di acqua frizzante confezionata – comparati con i dati aziendali SodaStream, da cui emerge che SodaStream è leader mondiale a volume totale nel consumo di acqua gassata.

Gli utilizzatori SodaStream di tutto il mondo – ben 24 milioni in 45 Paesi – hanno infatti consumato oltre 700 milioni di litri di acqua gassata, numeri ben superiori rispetto alle grandi marche del settore: Singha (558 milioni di litri), San Pellegrino (480 milioni di litri), e Perrier (412 milioni di litri).

Se si conta poi quanto viene prodotto con i 120 gusti di sciroppi, SodaStream può vantare oltre 1 miliardo di litri di bevande frizzanti prodotti.

Anche in Italia SodaStream continua a crescere: secondo una recente ricerca GfK dedicata al comparto dei gasatori domestici, SodaStream aumenta nel 2014 la sua quota di mercato a volume del +12,2%, attestando una crescita significativa anche a valore del +10,7%. Aumenta infine anche la vendita di bottiglie per il gasatore del +7%.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare