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Nielsen, Q3 positivo per la GDO a +2% ma c’è sofferenza dopo l’Expo

Cresce la fiducia e con lei gli acquisti dei beni di consumo, che nel terzo trimestre 2015 (Q3) in Europa secondo i dati Nielsen sono in aumento per la sesta volta consecutiva. Nella grande distribuzione le vendite a volume hanno fatto registrare un incremento del +1,3% accompagnato da una crescita del +1,7% dei prezzi, con un aumento degli incassi del 3%. In Italia la crescita nominale registrata nel terzo trimestre 2015 è stata del +2% rispetto allo stesso trimestre del 2014 (crescita a volume pari a +0,9%, crescita a valore pari a +1,1%).

Finalmente si tira il fiato dunque? Non proprio, perché i dati, sempre di Nielsen, dell’ultima settimana, quella dal 2 all’8 novembre, segnalano una battuta d’arresto, del -4,05%, con un forte calo nel Nord-Ovest “orfano” dall’effetto “amplificatore” dell’Expo. Certo, l’autunno insolitamente mite potrebbe avere portato le persone a consumare fuoricasa ben più di quanto si faccia normalmente in questa stagione. Non solo: in tutta Italia la Grande distribuzione ha sofferto per l'”allarma Oms” sulla carne (vd nostro articolo) mentre la prossima débacle potrebbe seguire alle inchieste sugli oli di oliva Evo.

Se questi elementi saranno in grado di “bruciare” gli effetti positivi del resto dell’anno lo vedremo al prossimo consuntivo. Per ora però resta un andamento europeo positivo, con alcune differenze nazionali: continua a crescere la Turchia (valore nominale delle vendite pari a +12,4% vs Q3 2014, di gran lunga al di sopra della media UE), seguita da Austria (+5,9%) e Ungheria (+5,8%). Solamente tre dei Paesi rilevati hanno fatto segnare dati negativi a livello nominale: Svizzera (-1,5%), Finlandia (-0,9%) e Regno Unito (-0,3%). Nei cinque maggiori mercati, la Spagna fa rilevare la crescita nominale più alta (+3%), seguita da quelle della Germania (+2,3%) e dell’Italia (+2,0%).

«Anche per l’Italia – ha dichiarato Romolo de Camillis, area retail director di Nielsen Italia – nel terzo trimestre i trend sembrano muoversi nella giusta direzione con una tra le più alte crescite registrate nel corso degli ultimi trimestri. Il dato beneficia anche di effetti stagionali (estate calda) che hanno favorito le vendite di bevande e gelati. Sicuramente l’indice di fiducia che ha iniziato a crescere tra i consumatori, come rilevato dalla survey Nielsen sulla Global Consumer Confidence, è stato il fattore determinante dell’inversione di tendenza osservata nell’andamento delle vendite all’interno della grande distribuzione nel nostro Paese».

Sul fronte delle variazioni a valore (prezzo) è ancora la Turchia (+9,5%) l’unico Paese rilevato che ha prodotto variazioni al di sopra del 3% e solo altri tre mercati (Svezia, Norvegia e Austria) hanno visto i prezzi crescere al di sopra della media dei 21 Paesi oggetto dell’indagine Nielsen (+1,7%). Per contro, solo cinque Paesi hanno riportato fenomeni deflattivi.

In quanto alle variazioni a volume (quantità vendute) per la prima volta nell’anno, la Turchia non ha fatto registrare la crescita più elevata a volume ed è stata superata dalla Polonia (+5%), seguita da Ungheria (+4,3%) e Austria (+3,9%). Regno Unito e Finlandia (entrambi a -0,5%) sono state le uniche due realtà a risultare in decrescita.

«L’ultimo anno è stato caratterizzato – ha detto Jean-Jacques Vandenheede, area retail director di Nielsen Europa – da una costante evoluzione positiva dei prezzi e da volumi in sensibile crescita, quindi le cose stanno procedendo nel senso giusto nella maggior parte dei Paesi. L’unico segnale allarmante, al contrario, è quello proveniente dal Regno Unito, dove i supermercati hanno condotto una pesante guerra dei prezzi per controbilanciare l’ascesa dei discount. Questa situazione ha avuto come conseguenza quella di una contrazione degli incassi. Il fenomeno tuttavia mostra segnali di contenimento, così che ci sono buone prospettive per il 2016».

 

Crescono le vendite del Prosciutto San Daniele nel 2015

Si confermano i risultati positivi del comparto per il Consorzio del Prosciutto di San Daniele anche per i primi nove mesi del 2015 quando ha registrato una crescita del 3,7% sulle vendite (circa 2.200.000 prosciutti) e dell’11% sul preaffettato in vaschetta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante i generali andamenti recessivi del mercato dei salumi che fa segnare un calo della spesa delle famiglie italiane del -0,8% sullo stesso periodo del 2014, il Prosciutto di San Daniele, in netta controtendenza, ha fatto registrare un +8,6% sugli acquisti delle famiglie italiane (elaborazione ISMEA sui dati Nielsen-settembre 2015). Il San Daniele vale in quantità il 12,2% dei prosciutti crudi italiani e il 14,7% della spesa in valore.
Avanza il pre-affettato in vaschetta, un formato pratico che incontra il favore dei consumatori. A fine settembre, le confezioni di prosciutto di San Daniele affettato prodotte, sono state oltre
14.100.000 segnando +11% sullo stesso periodo dell’anno scorso.
I dati di export nei principali mercati esteri completano il poker di segni positivi. Da gennaio a settembre 2015, cresce del 10,36% la quota sul totale delle vendite in Europa (nei principali mercati di Belgio, Germania, Regno Unito e Francia). Stesso incremento con una crescita del
10.7% se si analizza il mercato extra Unione Europea: Australia, Giappone, USA e Svizzera rispetto allo stesso periodo del 2014.
«In linea con il trend positivo registrato su tutto il 2014, i risultati dei primi tre trimestri di quest’anno confermano e premiano la politica dei produttori del Prosciutto di San Daniele -spiega il direttore generale del Consorzio Mario Emilio Cichetti– Focalizzarsi nel mantenere i più elevati standard qualitativi del prodotto dà i suoi frutti in termini di vendite, sia in Italia che all’estero».

Sainsbury’s testa un nuovo format di prossimità per la “nuova spesa”, veloce e frequente

Un nuovo format di prossimità che incontri le esigenze delle nuove evoluzioni della spesa. Lo sta testando l’insegna britannica Sainsbury’s in sei punti vendita del Regno Unito. Il fine è quello di rendere la spesa più veloce e “facile”, e di offrire ai clienti una maggior scelta nelle aree che più li interessano. Tutto ciò presuppone un layout rinnovato, con una sezione di cibo pronto da asporto presso le casse che riunisce anche tutti i freschi, compresa la panetteria.
Più spazio (all’intero di superfici comunque contenute: la più piccola, a Londra Holborn, è sotto i 90 mq), fino al 30%, è dedicato ai prodotti per la casa, alla linea di abbigliamento private label e all’elettronica e questi articoli, che presuppongono una maggiore tempo per essere esaminati, sono posti lungo le pareti del punto vendita.

Foto: Sainsbury's
Foto: Sainsbury’s

Grande attenzione infine alle casse con nuove opzioni di pagamento. Tra queste le casse check out per piccoli carrelli oltre a quelle ormai tradizionali per chi usa il cestino, mentre spicca l’app “SmartShop”, che dopo una prima fase di test darà la possibilità di stilare la lista della spesa a casa, mostrare la posizione degli articoli su una mappa una volta nel punto vendita, scansire i codici a barra e pagare tramite smartphone.

«La maggior parte delle persone fa ancora la spesa nei supermercati e sarà ancora così in futuro, ma dobbiamo rendere i nostri punti vendita più comodi per chi li frequenta spesso – ha spiegato Mike Coupe, Chief Executive Officer di Sainsbury’s -. Con questo test vogliamo capire fino a che punto possiamo soddisfare ogni tipo di spesa, che sia una visita veloce per prendere un sandwich per pranzo o quella di persone che hanno più tempo e cercano un’idea per la casa, o un consiglio su un gadget tecnologico. Qualsiasi cosa i clienti abbiano acquistato poi, sappiamo che vogliono pagare il più velocemente possibile e per questo vogliamo dare loro più scelte possibili alle casse. I punti vendita pilota saranno per noi un barometro e ascolteremo man mano cosa ci dicono i clienti. È una prova e sappiamo che non tutto funzionerà, ma alcuni elementi sono già molto popolari”.

Le novità del test:
Layout

  • Foto: Sainsbury's
    Foto: Sainsbury’s

    Tutti i freschi sono insieme, compresa la panetteria e i pasti pronti da asporto, e sono posti vicino alle casse

  • I surgelati sono vicini al fresco per aiutare i clienti a scegliere tra prodotti simili
  • Banchi rinnovati, con più scelta e novità nella gastronomia, macelleria e una gamma più ampia di dolci fatti a mano nel banco pasticceria
  • Abbigliamento, articoli da cucina e per la casa, igiene e bellezza, parafarmaco ed elettronica sono prodotti che presuppongono una spesa più lunga e sono chiaramente posizionati nelle corsie esterne

Assortimento

  • Foto: Sainsbury's
    Foto: Sainsbury’s

    In media ogni pdv ha il 30% in più di articoli di abbigliamento, per la casa e la cucina, perché i clienti hanno chiesto di avere una scelta più ampia di questi prodotti

  • Maggior spazio per la stessa ragione è stato dedicato ai freschi
  • Molte gamme sono state semplificate evitando duplicazioni ad esempio per scatolame, confezionati e casalinghi per aiutare le persone a selezionare velocemente quei prodotti la cui scelta non è giudicata importante

Sainsbury’s ha aperto 98 minimarket l’anno scorso e ne aprirà da uno a due ogni settimana quest’anno

I trend della spesa 2015 secondo Waitrose: piccola, frequente, informale e flessibile

Quali sono le tendenze dell’alimentazione e della spesa nel 2015? Come l’anno scorso (vedi anche l’edizione 2014) Waitrose, insegna di supermercati britannica, li raccoglie in un rapporto basato non solo sulle vendite reali (va tenuto conto che la catena è di gamma medio-alta) ma anche su studi di mercato e focus group. Se alcuni risvolti possono essere molto “british”, altri trend si notano già nei nostri supermercati e alcuni, ci scommettiamo, arriveranno a breve.

Ormai abbiamo a disposizione “un campo di scelte illimitate” e disponibili a tutte le ore. Le restrizioni nell’orario di apertura dei negozi e nei tempi del lavoro, ma anche di disponibilità di merci e servizi sono saltate, complice l’e-commerce, le consegne in giornata, le aperture prolungate o addirittura 24 ore su 24. Dunque ecco come sta cambiando il nostro approccio al cibo, il nostro stile di vita, i rapporti di lavoro e di conseguenza anche la nostra spesa.

Il carrello della spesa nel 2015

  • Si fanno acquisti “come in vacanza”, spesso e scegliendo pochi articoli di uso immediato o quasi e con una grande attenzione al fresco.
  • Si fa la spesa in settimana, sempre più tardi. A Londra il 40% delle vendite nei pdv Waitrose ha luogo dopo le 5 del pomeriggio.
  • Due terzi delle persone sono “sopraffatte” dalla infinita possibilità di scelta da tutti i punti di vista e cercano di darsi dei paletti per riottenere il controllo sulle proprie vite (si sta diffondendo ad esempio il “martedì sera senza schermi, in cui si spegne ogni tipo di dispositivo elettronico.
  • L’ora del pranzo e della cena oscillano e il pasto diventa sempre più informale. I programmi tv spesso sono on demand e non hanno più un orario fisso. Una famiglia su 7 dice di usare la sala da pranzo meno, e un quarto mangia fuori casa più spesso che in passato.
  • La salute è un tema importante, ma otto intervistati su dieci non amano farsi dire cosa è salutare e cosa non lo è, e tendono a stabilire da soli le proprie “ricette per la salute”, cercando diete compatibili con il loro stile di vita.
  • Internet è la via maestra per informarsi sull’alimentazione e food blogger, social media e ricettari lanciano in continuazione nuove mode ed alimenti. E questo è vero non solo tra i giovani; anche molti pensionati hanno abbracciato la rete. Tra le ricerche più cliccate avocado, “gluten free” e “senza latticini”.
  • Cucine affollate e conflitti tra chef: se la mamma regina ai fornelli è da tempo un ricordo del passato, tra crisi economica con figli che ritornano in famiglia e famiglie allargate le cucine sono sempre più affollate di aspiranti cuochi, e sorgono attriti. Le ragioni principali? Disordine, prepotenza, lentezza ed “eccesso di sperimentazione”.
  • Nelle bevande il focus e sull’origine e la qualità: crescono le birre artigianali (+34%) e i vini inglesi (+95%) ma continua il successo del Prosecco come alternativa allo Champagne (che però cresce specie nella versione rosé, +46%). In genere si preferisce bere meno e meglio, e bilanciare l’eccesso di alcol, quando si abusa, con alimenti salutari come un’insalata, il giorno dopo. Aumentano le donne che apprezzano il whisky mentre il rum scuro esce dal “ghetto” del Cuba Libre e diventa superalcolico da meditazione. Una persona su 4 nel corso dell’anno ha deciso di evitare gli alcolici durante la settimana.

 

Borsino della spesa: cosa va su

  • pasti pronti
  • alternative vegetali al glutine, come gli spaghetti di zucchine e la base della pizza di cavolfiore
  • sostituti del sostituto: il latte di mandorla e cocco crescono più di quello di soia
  • i pasti da mangiucchiare, come tapas o mezes. Piccoli assaggi sfiziosi; si mangia meno e più spesso durante la giornata
  • il nutribullet, una sorta di superfrullatore in grado di sminuzzare semi e bucce che si presenta come “estrattore” di nutrienti ha spinto le vendite di frutta surgelata e pretagliata
  • cibo dal mondo: kimchi (cibo fermentato coreano), semi di chia (dal centro America) e cavolo nero (il nuovo “SuperTuscan”) agganciano i gusti dei consumatori britannici

 

Il 14 ottobre è il Fairtrade Day: gli agricoltori del mondo si incontrano a Expo

Il 14 ottobre rappresentanti del circuito Fairtrade da tutto il mondo saranno in Expo a Milano in occasione del Fairtrade Day, la giornata dedicata al ruolo dei piccoli produttori agricoli del commercio equosolidale per nutrire il pianeta. Saranno molte le iniziative organizzate da partner e sostenitori per valorizzare produzioni ottenute nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Tra queste, alle 17 al Future Food District un gruppo di persone unite dall’interesse per la spesa responsabile si incontrerà per un realizzare un cash mob, ovvero un flash mob in cui i partecipanti si impegnano a fare acquisti di prodotti che migliorano la vita delle persone e rispettano l’ambiente, a testimonianza di come ciascuno attraverso le sue scelte può fare la differenza. L’evento è realizzato in collaborazione con Next Nuova Economia per tutti, GVC e Banca Etica.

Durante l’incontro “Fairtrade energia positiva per le persone e il pianeta” sarà presentato un report di Fairtrade International sul ruolo che Fairtrade può svolgere in partnership con i governi nell’implementazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) nell’agenda post-2015, e ci sarà spazio per approfondire le tematiche riguardanti specifici prodotti come un focus sulla filiera della banana e sulle noci di anacardio del Brasile.

Nuovo standard Fairtrade sul clima

Per dare uno strumento ancora più incisivo ai contadini e ai produttori del Sud del mondo di fronte ai cambiamenti climatici l’associazione ha appena presentato il nuovo Standard Fairtrade sul clima, un protocollo elaborato dall’organizzazione internazionale di riferimento per la certificazione del commercio equo, Fairtrade International. Vi potranno aderire aziende, organizzazioni e privati interessati a ridurre il loro impatto ambientale e a compensare le proprie emissioni.

La diffusione dello Standard è l’ultimo passo prima del lancio dei Crediti di Carbonio Fairtrade a Parigi il prossimo dicembre in occasione della Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico – COP21. Il nuovo Standard Fairtrade si aggiunge alla certificazione della riduzione di emissioni di CO2. Grazie al nuovo Standard gli agricoltori Fairtrade e le comunità più vulnerabili dei Paesi in via di sviluppo avranno accesso al mercato dei crediti di carbonio attraverso progetti di efficienza energetica, energia rinnovabile e riforestazione. «Questo è il primo Standard che cerca di dare una risposta alle disuguaglianze nel mercato dei crediti di CO2. E per la prima volta si fa in modo che i produttori che vi partecipano abbiano un tornaconto equo – ha dichiarato Andreas Kratz, Direttore dell’unità Standard e Pricing in Fairtrade International -. Inoltre assicura un supporto reale ai produttori nel contrastare i cambiamenti climatici».

Attualmente sono al vaglio alcuni progetti che possono ottenere la certificazione. I primi Crediti di Carbonio Fairtrade saranno disponibili dall’inizio del 2016

Entro il 2016 niente più dolciumi nelle avancasse in tutti i punti vendita U2

Entro il 2016 non più dolciumi nelle avancasse ma prodotti freschi, sani e dedicati al benessere quotidiano, in tutti i punti vendita U2: la “decisione sostenibile”, già attuata in alcuni supermercati come quello milanese di viale Premuda, è stata presa dall’insegna di Unes, “parte del percorso che U2 Supermercato sta compiendo da anni al fine di tutelare il diritto del consumatore di fare la spesa in modo consapevole, senza plasmarne le scelte, ma fornendo indicazioni trasparenti, affinché possa scegliere autonomamente il proprio paniere di acquisto” si legge in una nota.

L’obiettivo è quello di trasformare un acquisto di impulso in un atto consapevole. «La Grande Distribuzione utilizza le aree ad altissimo passaggio poste prima delle casse per stimolare il desiderio del consumatore di acquistare prodotti che possano essere per lui una coccola, come i dolciumi; proprio in questa posizione infatti viene acquistato il 21% degli snack dolci. U2 è il Supermercato Controcorrente perché è capace di fare scelte coraggiose – ha spiegato Mario Gasbarrino, amministratore delegato Unes -. Lavoriamo affinché tutte le azioni che un cliente compie all’interno di un nostro Supermercato U2 siano libere e consapevoli. Il risultato di questo percorso è che oggi in U2 il cliente è libero per esempio di confrontare velocemente i prodotti sugli scaffali perché abbiamo scelto una esposizione chiara (abbiamo affiancato la marca leader alle nostre provate label) e reso le etichette dei prezzi facili da leggere. Ora desideriamo compiere un passo in avanti verso l’obiettivo consapevolezza: trasformare in scelta consapevole l’acquisto di impulso, perché crediamo che i nostri clienti abbiano sempre il diritto di compiere scelte consapevoli e che questo diritto debba essere ancor più garantito quando il cliente responsabile d’acquisto , compra per qualcun altro (spesso i prodotti che si comprano in avancassa sono destinati ai bambini) senza dover subire né la pressione psicologica della sovraesposizione né il ‘’ricatto del pianto del bambino”».

Netcomm lancia il 7 novembre la notte bianca dell’e-commerce

All’inizio fu Cyber Monday, il lunedì di sconti online dopo il Black Friday, il fatidico primo giorno in cui tradizionalmente gli americani si buttano in negozio (reale) per fare le spese natalizie attirati da sconti ad hoc. L’idea era quella di intercettare al computer dell’ufficio i tanti consumatori che non avevano avuto modo di fare gli acquisti in negozio, o non avevano trovato quello che cercavano. Poi arrivarono tutti gli altri i giorni di promozioni online (gli acquisti intanto stavano passando su mobile) come in un gigantesco negozio globale. Amazon ha lanciato a luglio il Prime Day promozioni in tutto il mondo lo stesso giorno. Con il virtuale a mutuare idee dai negozi reali, copiandone riti e consuetudini.

Fa così Netcomm per lanciare il primo evento italiano dedicato allo shopping online, che si terrà la notte tra sabato 7 e domenica 8 Novembre. Una “notte bianca”, concetto oramai affermato presso i consumatori italiani che da Roma (prima “notte bianca” italiana nel 2003 con apertura straordinaria dei musei ed eventi culturali) si è diffuso in tutta Italia. È stato scelto il sabato sera “perché si vuole che questo evento sia percepito come un momento di intrattenimento, da soli o in compagnia”.
La Notte Bianca è aperta ai siti verificati e ai merchant soci di Netcomm che valuterà, caso per caso, le richieste di partecipazione pervenute. Ai merchant aderenti è infatti richiesto di pianificare un’iniziativa speciale dedicata alla Notte Bianca: sconti, offerte, prodotti esclusivi, omaggi, concorsi o quant’altro per rendere memorabile l’appuntamento. Il sito collettivo www.allnightshopping.it promuoverà le iniziative speciali di ogni merchant aderente.

Con YouBeep scansione e checkout si fanno con un’App

Tra i tanti sistemi di check-out spedito alle casse, ci è sembrata interessante questo proposto da una start-up portoghese, YouBeep, adottato in Portogallo dalle insegne Lidl e Pingo Doce.

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Il dispositivo di lettura può essere collegato a qualsiasi tipo di cassa.

Il fast check out tecnicamente è disponibile da molti anni, e figura tra i servizi più richiesti dai clienti di oggi, sempre meno disposti a passare tempo in coda davanti alle casse. Il vantaggio di YouBeep, che utilizza per la scansione dei prodotti acquistati un QR code, è la semplicità. Viene attivato scaricando l’App, registrandosi sempre tramite codice QR all’entrata del negozio e quindi consente di effettuare la spesa e presentare il conto finale dal proprio smartphone alla cassa, senza dover utilizzare dispositivi del pdv, e in modo più veloce (di tre volte, dicono dall’azienda) rispetto a una cassa check-out media. Questo lato cliente, mentre dal lato retailer prevede costi molto più bassi rispetto a un sistema interno e velocità di implementazione: niente hardware, solo una piccola scatola da collegare a ciascuna cassa standard.

“Tra l’altro è stato rilevato che, conoscendo l’importo man mano che si fa la spesa, il consumatore tende a riempire il carrello fino all’8/10% in più perché, psicologicamente, sa esattamente cosa spenderà, in caso contrario tende ad acquistare meno per paura di spendere troppo” ci spiega David Sobrinho di Xhockware, società che ha sviluppato l’App, che ha anche ottenuto un contributo della Ue.

L’app è in grado di integrare i sistemi di fidelizzazione, lo store locator, le liste della spesa eventuali coupon digitali e promozioni, e anche le interazioni con i social.

 

Infografica: perché i consumatori usano YouBeep? Risultati del progetto pilota nei pdv Lidl e Pingo Doce in Portogallo

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LCC torna a crescere: già +2% nel 2015 spinto da ortofrutta, bevande e pet care

Il per care è una delle categorie in crescita nel Largo consumo confezionato (+3,2).

Torna a crescere in Italia il Largo Consumo Confezionato (LCC), il settore di mercato che comprende tutti i beni di consumo primario prodotti e confezionati dall’industria. Dopo anni di decrescita, nei primi 7 mesi del 2015 è stato registrato un aumento del 2% delle vendite, in una rete distributiva al dettaglio che conta oltre 68mila punti vendita, dai grandi ipermercati e superstore fino ai piccoli negozi tradizionali. In crescita il valore del fatturato complessivo, che nel 2014 aveva raggiunto i 65 miliardi di euro e che nei primi 7 mesi di quest’anno ha già superato i 38 miliardi (+750 milioni circa rispetto allo stesso periodo del 2014). Una crescita guidata da alcune tipologie di prodotto che hanno avuto un andamento particolarmente positivo: ortofrutta (+7,2%), bevande (+4,2%), pet care (+3,2%) e drogheria/alimentare (+1,8%), con un unico segno negativo per i prodotti per la cura della casa (-1,0%). Sono questi i primi dati di uno studio realizzato da IRI, in vista di Marca 2016, la 12a edizione del Salone internazionale sui prodotti a marchio del distributore che si terrà il 13 e 14 gennaio 2016 presso il Quartiere fieristico di Bologna.

Secondo IRI, la crescita del fatturato del LCC nel 2015 è stata spinta in parte da motivi climatici (il bel tempo e il caldo dell’estate scorsa hanno favorito i consumi), ma è anche legata ad una ripresa più strutturale delle vendite in tutte le aree del Paese. La ricerca ha anche messo in luce le trasformazioni in corso nei vari canali di distribuzione. Diminuiscono i punti vendita, che a gennaio erano 68.828, 1.056 in meno rispetto al gennaio 2014. Chiudono in particolare i piccoli negozi tradizionali e diminuiscono anche gli ipermercati, mentre sono in netta espansione superstore e drugstore.

Marca è l’unica fiera italiana sui prodotti a marchio del distributore ed è organizzata da BolognaFiere in collaborazione con ADM, Associazione Distribuzione Moderna nata con lo scopo di rappresentare la distribuzione nei confronti della produzione industriale e agricola..

Osservatorio Findomestic: per l’acquisto dei libri di scuola un terzo delle famiglie riduce i consumi – Infografica

Ogni anno l’apertura dell’anno scolastico significa parlare di caro libri. Quest’anno,il dibattito essendo focalizzato sugli effetti della riforma scolastica e delle nomine che obbligano migliaia di insegnanti a trasferirsi, le spese delle famiglie sono rimaste n po’ nell’ombra. Fino ad oggi.

A colmare il vuoto ci ha pensato l’Osservatorio Findomestic nella sua indagine mensile di settembre.

Secondo l’Osservatorio gli acquisti per la scuola sono in crescita del 5% rispetto all’anno scorso, arrivando a 735 euro per nucleo familiare.

Ovviamente la voce di maggiore impatto sul bilancio delle famiglie sono i libri, che hanno un’incidenza del 61%, anche se in calo sul 2014 (-6%).

spese scuola Oss Findomestic

Il 63% effettuerà online gli acquisti di beni per la scuola, soprattutto per quanto riguarda libri e dizionari , in deciso aumento rispetto al 2014, quando era il 51% a ricorrere all’e-commerce.

Sebbene resti stabile la quota delle famiglie che affronteranno le spese scolastiche senza problemi, vi è però un 21% del campione che intaccherà i risparmi per far fronte a queste “uscite”(+3%), il 7% che ricorrerà a prestiti di amici e, il 5% che utilizzerà formule di finanziamento.

Tuttavia il41% di coloro che sosterranno spese scolastiche dovrà fare delle rinunce e i tagli ricadranno nel 33% dei casi su viaggi, cultura e spettacoli, il 23% sull’informatica, foto e telefonia, il 19% sull’elettronica di consumo, il 17% sulle spese per la casa, il 14% sulla salute e cura della persona e il 12% sull’abbigliamento.

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