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IWG e Tesco trasformano il supermercato in un luogo di lavoro

IWG – il più grande fornitore di spazi flessibili e uffici operativo con i brand Copernico, Spaces, Regus, Signature, HQ e No18 – trasformerà lo spazio in eccesso all’interno di Tesco, in spazio per il lavoro flessibile, portando il lavoro ibrido anche nel cuore delle località extra urbane.

Quest’ultima iniziativa di IWG si inserisce nei recenti trend di sviluppo che vedono comunità locali sempre più autosufficienti e vivaci, capaci di migliorare l’equilibrio vita-lavoro dei dipendenti e di creare un impatto positivo per l’ambiente grazie alla riduzione delle emissioni legate al pendolarismo. La prima location coinvolta nel progetto è il Tesco Extra a New Malden. Situati al piano superiore del negozio, i 3800 metri quadrati a marchio Spaces ospiteranno 12 OpenDesk, 30 postazioni di co-working e una sala riunioni. L’accesso per le aziende e i privati ai nuovi spazi è previsto a partire da maggio. I clienti potranno avere accesso al wifi, all’instore café e al comfort di uno spazio di lavoro privato.

Si tratta della prima collaborazione tra IWG e Tesco; l’accordo rientra nel piano globale di IWG di aggiungere 1000 nuove sedi alla sua rete nel 2022, in virtù della crescente domanda di spazi di lavoro ibrido. Un recente sondaggio di IWG ha evidenziato che i tre quarti (72%) degli impiegati preferirebbero poter lavorare in modo flessibile a lungo termine piuttosto che tornare in ufficio cinque giorni a settimana con un aumento di stipendio del 10%.

La crescita della rete globale di IWG è sempre più concentrata nelle località suburbane. Il 77% dei lavoratori dice che un posto di lavoro più vicino a casa è un must per la scelta della prossima mossa lavorativa: sono quattro volte più propensi a scegliere un ufficio vicino a casa rispetto a uno in centro città.

Marx Dixon, Fondatore e CEO di IWG, ha commentato: “Per decenni siamo stati pionieri nello sviluppo del lavoro ibrido, per permettere alle persone di lavorare in modo più comodo e produttivo. Le persone preferiscono vivere e lavorare all’interno di comunità locali piuttosto che pendolare. Un Tesco Extra in una posizione suburbana, nel mezzo di una comunità locale vivace è una location perfetta per uno spazio di lavoro flessibile”.

Louise Goodland, responsabile delle Partnership di Tesco ha dichiarato: “Siamo lieti di lavorare con IWG e di offrire ai clienti la possibilità di lavorare in modo più flessibile all’interno del loro supermercato Tesco di fiducia. Cerchiamo sempre di servire al meglio i nostri clienti e siamo curiosi di vedere come risponderanno a questa nuova opportunità”.

Ki Best 2019, le parole d’ordine sono omniexperience, engagement, smart shopping

Omniexperience, Engagement, Smart Shopping: queste le tre tendenze principali individuate da Fabrizio Valente, fondatore e amministratore di Kiki Lab-Ebeltoft Italy, dopo un’attenta disamina di oltre 200 aree retail visitate nell’ultimo anno in Italia e nel mondo.

Una ricca testimonianza di queste realtà  verrà presentata nel corso di Ki Best 2019, l’evento annuale organizzato da Kiki Lab a Milano il 15 ottobre: un viaggio attraverso tendenze e aree retail innovative visitate da Valente e dal team di Kiki Lab a Londra, Dubai, Amsterdam e New York.

Ad arricchire l’evento (oltre alle testimonianze qui presentate) ci saranno anche le case history di Kiko, Woolrich, Todis, Fastweb, PittaRosso, AW Lab, MediaWorld, ALDO Italy, Xiaomi MI Store Italia.

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Pubblicità di Natale: Tesco punta all’inclusività, Sainsbury’s “copia”, Iceland censurato

È già partita la battaglia delle pubblicità natalizie tra le insegne della Gdo britannica, con qualche polemica piccola e grande: vediamo come se la sono cavata Sainsbury’s, Tesco e Iceland.

Tesco punta sull’inclusività spiegando che ognuno festeggia il Natale, ma lo fa a modo suo, sprouts (una bizzarra tradizione britannica quella di mangiare i cavoletti di Bruxelles a Natale) o meno. Per scoprire di più su tale diversità, la catena ha anche condotto una ricerca sui suoi clienti per indagare abitudini e tradizioni natalizie. Scoprendo che il 38% ama lo Yorkshire pudding, il 75% inizia la giornata con il salmone affumicato, solo una persona su tre ama il Xmas pudding (sempre più spesso sostituito dal ben più gustoso e sofficie panettone) ma quasi tutti ne comprano uno, e ci sono 1,5 milioni di nuovi vegani quest’anno. L’insegna pensa di istituire mercatini di Natale nei parcheggi dei maggiori punti vendita questa stagione.

La publicità di Sainsbury’s formata dal regista di Hollywood Michael Gracey del musical The Greatest Showman pare invece assomigli un po’ troppo a un recente spot di John Lewis (tradizionalmente asso pigliatutto: la sua pubblicità natalizia, spesso vincitrice nel gradimento, è attesa in settimana) e Waitrose comparsa a settembre, anch’essa rappresentante una recita scolastica. Dall’insegna si dicono non preoccupati:

Sainsbury’s, che lo scorso dicembre ha speso circa 7 milioni di sterline in pubblicità, ha reso la campagna pubblicitaria il fulcro di una più ampia campagna a base di annunci con al centro il prodotto in TV, radio, giornali, pubblicità digitale e cartelloni pubblicitari, manifesti e autobus brandizzati.

Decisamente “politico” e impegnato è invece lo spot che Iceland aveva preparato per la stagione dlele feste: una denuncia della deforestazione causata dalle piantagioni di palma da olio. Con l’annuncio, finale, della decisione di togliere il controverso ingrediente da tutti i prorpio prodotti a marchio.

Ma impegno e politica a Natale non sono evidentemente gradite e stridono: Clearcast, l’agenzia che approva gli annunci per conto di emittenti come Sky, Channel 4 e ITV, non ha approvato l’annuncio. Anche se la Advertising Standards Authority ha affermato di non aver avuto “alcun ruolo” nel caso.

Sta di fatto che lo spot non andrà in onda, anche se l’insegna ha deciso di utilizzarlo nei canali social, invitando i clienti a diffonderlo sul web.

Consumare preferibilmente entro… Tesco toglie l’indicazione da 100 altre referenze di ortofrutta

Tesco rimuoverà oltre un centinaio di nuove etichette di scadenza del genere “consumare preferibilmente entro” dall’ortofrutta, dopo che molti clienti hanno dichiarato che la mossa aiuterebbe a ridurre lo spreco di cibo.
Una ricerca da poco realizzata rivela che il 69% dei clienti ritiene che la rimozione delle etichette di scadenza sia una buona idea. Il 53% degli acquirenti nello stesso sondaggio afferma che la eliminazione prima delle indicazioni di scadenza faccia la differenza, aiutandoli a mantenere il cibo buono più a lungo. Le etichette con le date “best before” saranno eliminate da 116 prodotti tra cui mele, arance, cavoli e asparagi.
Le nuove referenze andranno ad aggiungersi a quelle che hanno già visto la rimozione delle date di riferimento: circa 70 linee di frutta e verdura all’inizio dell’anno.
Mark Little, responsabile della riduzione dei rifiuti alimentari di Tesco, ha dichiarato: “La rimozione delle date entro cui consumare preferibilmente un alimento è il nostro modo per rendere più facile per i clienti ridurre gli sprechi alimentari a casa, e nel frattempo risparmiare. Non è giusto che il cibo vada sprecato e faremo tutto il possibile per aiutare in questo”.

All’inizio del mese 27 dei maggiori fornitori di Tesco hanno pubblicato per la prima volta i loro dati sugli sprechi alimentari. Nel 2013 Tesco è stata la prima insegna del Regno Unito a pubblicare la quantità di cibo sprecato nelle sue attività nel Regno Unito. Oggi ha raggiunto oltre il 70% del suo obiettivo per cui nessun alimento sicuro per il consumo umano vada sprecato dai suoi negozi e centri di distribuzione britannici. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo, i punti vendita lavorano quotidianamente con gruppi di comunità locali per ridistribuire il cibo avanzato,< arrivando a donare 30 milioni di pasti a circa 7.000 associazioni di beneficenza e comunità. Tesco collabora anche con i nostri fornitori per trovare il modo di utilizzare il maggior numero possibile di prodotti coltivati. Ad esempio, estendendo le specifiche per includere frutta e verdura di diverse forme e dimensioni o creando nuovi prodotti con materie prime che altrimenti sarebbero andate perdute (in questo modo gli avocado maturi invenduti sono utilizzati da un fornitore per produrre guacamole).

Tesco lancia i discount Jack’s e sfida Lidl e Aldi sul loro terreno

Tesco, la maggiore insegna Gdo del Regno Unito, ha lanciato Jack’s, una nuova insegna di negozi discount ispirati e intitolati al suo fondatore, Jack Cohen.

La sfida del nuovo format è quella di portare “un ottimo cibo ai prezzi più bassi possibili”. Ma l’insegna punta anche sulle origini e il Made in Britain: otto prodotti alimentari e bevande in assortimento su 10 sono infatti coltivati, allevati o prodotti in Gran Bretagna.

Nel 1919, il fondatore di Tesco, Jack Cohen, iniziò a vendere eccedenza delle scorte dell’esercito da una bancarella del mercato a Well Street, Hackney (Londra). Con poco più di 30 sterline e un’intuizione circa ciò di cui i clienti avevano bisogno, Jack costruì un’azienda nota per rendere il cibo disponibile a tutti in un momento in cui molte famiglie semplicemente non potevano permettersi il cibo venduto nei negozi. Il lancio di Jack fa parte delle celebrazioni del centenario di Tesco.

Jack sostiene le comunità produttrici di cibo in Gran Bretagna. 8 prodotti alimentari e bevande su 10 di Jack saranno coltivati, allevati o prodotti in Gran Bretagna e i negozi avranno una gamma unica di marchi MDD, denominati anche Jack come marchio di qualità e valore.

Oltre alle sue private label, Jack’s offrirà alcune marche di generi alimentari familiari e una gamma di prodotti generici su base “Quando è finita, è finita”.

Prendendo spunto dalle prima no frills, i discount come Aldi e Lidl che, arrivati qualche anno fa in Gran Bretagna,hanno costantemente eroso alle Bifg 4, le insegne tradizionali, quote di mercato. Il modello di business a basso costo è stato progettato per contenere i costi e abbassare i prezzi. È un approccio semplice, con una gamma di prodotti semplificata, senza accessori o accessori di lusso e senza extra aggiunti, solo una buona qualità a prezzi bassi.

“Jack Cohen ha valorizzato i clienti e cambiato il volto dello shopping britannico. È un’ispirazione per tutti noi e lo stesso spirito guida ancora Tesco ora” ha detto Dave Lewis, Chief Executive di Tesco Group -. È giusto che oggi, segniamo l’inizio della celebrazione di Tesco di 100 anni di grande valore, lanciando un nuovo marchio e negozi che portano il suo nome: Jack’s. Ottimo cibo da degustazione ai prezzi più bassi possibili con 8 prodotti su 10 coltivati, allevati o prodotti in Gran Bretagna “.

Nei prossimi sei mesi Tesco lancerà 10-15 negozi Jack nel Regno Unito. I primi due negozi hanno aperto il 20 settembre a Chatteris, Cambridgeshire e Immingham, nel Lincolnshire, su siti che sfruttano lo spazio Tesco in eccesso. I negozi che seguiranno includeranno un mix di siti completamente nuovi, siti adiacenti ai negozi Tesco esistenti e un piccolo numero di negozi Tesco convertiti.

 

 

Lotta alla plastica: Tesco crea un parcheggio con 225mila sacchetti riciclati

Un parcheggio Tesco, il Tesco Extra Cuckoo Bridge, Dumfries in Scozia, è stato ricoperto utilizzando il peso equivalente di 225.000 sacchetti di plastica, e salvando dunque dalla discarica oltre 900 chilogrammi di plastica.

In partnership con MacRebur, azienda che realizza ricoperture di strade, Tesco è il primo supermercato del Regno Unito ad utilizzare questa tecnologia.  Il manto stradale del parcheggio del supermercato è stato ricoperto utilizzando plastica di scarto che sarebbe stata destinata alla discarica o all’incenerimento, aggiunta a un mix di asfalto senza la necessità di modificare l’attrezzatura esistente utilizzata per realizzare e installarlo. Usando la plastica dei rifiuti, l’impronta di carbonio è stata ridotta di oltre una tonnellata (1.044 chilogrammi).

“Con questo merodo siamo in grado di prendere i rifiuti di plastica che sono altrimenti destinati alla discarica e aggiungerli in un mix di asfalto per creare una superficie stradale più robusta, più duratura e senza buche” ha spiegato Toby McCartney della MacRebur Plastics Road Company.

“Stiamo lavorando duramente per ridurre la plastica e riutilizzarla e riciclarla ovunque possibile.
Riutilizzare la plastica di scarto in questo modo è un altro esempio di come Tesco sta innovando nella guerra contro lo spreco” ha detto Kene Umeasiegbu, Tesco Head of Environment.

Tesco testerà questo nuovo manto stradale presso il negozio Cuckoo Bridge durante l’inverno, e spera di lavorare con MacRebur su progetti futuri.

Le materie plastiche, ricavate da rifiuti, vengono aggiunte per migliorare la resistenza e la durata delle strade,  e allo stesso tempo riducono la quantità di bitume a base di olio utilizzata in un tradizionale asfalto stradale. Per ogni dieci tonnellate di asfalto,  viene utilizzato l’equivalente di 71.432 bottiglie di plastica o 435.592 sacchetti di plastica monouso o 32.399 pannolini usati. Dieci tonnellate di asfalto ricoprono una superficie di circa 90 metri quadrati. L’area del parcheggio ricoperta a Dumfries  richiedeva circa 300 tonnellate di asfalto di mastice di pietra. L’aggiunta di materiale plastico non ha modificato la produzione di asfalto quanto a tempo di miscelazione, temperature o controllo di qualità, e la posa non ha richiesto ulteriori macchinari, manodopera, tempo o controllo di qualità.

 

Obiettivi per il 2025

La mossa va inserita nella strategia del supermercato che ricerca sempre nuovi modi per riutilizzare i rifiuti plastici, ridurre il carbonio e promuovere un sistema a ciclo chiuso sostenibile. Tra le iniziative realizzate c’è stata la rimozione dai punti vendita dei sacchetti da 5p, che ha portato a ridurre della metà la vendita di sacchetti monouso nell’ultimo anno.

Oggi, oltre l’84% della confezione di tutti i prodotti Tesco private label è riciclabile. Tesco si è impegnata entro il 2025 a rendere tutti gli imballaggi completamente riciclabili o compostabili, a garantire che tutta la carta e il cartone utilizzati saranno sostenibili al 100% e a dimezzare rispetto ai livelli del 2007 il peso degli imballaggi.

Tesco in Uk lancia un format discount forse già a settembre

Potrebbe partire già a settembre il nuovo – e per ora misterioso, in assenza di commenti da parte dell’insegna – brand discount di Tesco, la maggiore catena Gdo del Regno Unito. Sullo sfondo, la guerra ormai decennale delle “Big Four”, le insegne tradizionali della Gdo britannica (oltre a Tesco, Sainsbury, Asda e Morrisons) ai sempre più gettonati discounter tedeschi Aldi e Lidl.

Il nuovo format (i rumours hanno iniziato a circolare già dal febbraio scorso) secondo indiscrezioni dei soliti “ben informati” addetti ai lavori, dovrebbe chiamarsi Jack e potrebbe arrivare a fino a 60 negozi.

Secondo il Guardian gli annunci di lavoro online per alcuni dei siti “papabili” (tra cui il quartiere di Wandsworth a Londra) affermano: “Il nuovo formato di vendita al dettaglio sarà gestito separatamente dal core business di Tesco e in quanto tale i vantaggi offerti saranno diversi da quelli offerti a Tesco.” A conferma di ciò, i lavoratori dei punti vendita in chiusura Tesco Metro non sono stati riposizionati e dovranno rifare domanda per un eventuale nuovo lavoro.

Non si sa il tipo di punto vendita che aprirà: potrebbe essere simile a Costco, un cash&carry estremamente basico, o unire come fa Colruyt in Belgio, un cash-and-carry e un discount. Il personale sarebbe ridotto, proprio come in un formato discount.

Tesco in passato si era già giocato la carta del discount, negli anni ’80 con il marchio Victor Value, abbandonato dopo quattro anni, perché il team di gestione temeva che ciò potesse compromettere il marchio principale.

Aldi e Lidl hanno una quota he si avvicina al 13% del mercato alimentare britannico secondo Kantar Worldpanel: era meno del 9% quattro anni fa. Le vendite dei due discounter tedeschi registrano ogni anno icrementi intorno all’8% mentre le quattro insegne tradizionali sono appena al passo con l’inflazione. Sullo sfondo, le preoccupazioni per le difficili trattative dalla Brexit, che potrebberoportare a un ulteriore aumento dei prezzi dei beni alimentari. E c’è già chi pensa di farw incetta in dispensa…

Tesco e Carrefour annunciano un’alleanza strategica “a lungo termine”

Tesco e Carrefour hanno annunciato l’intenzione di entrare in “un’alleanza strategica a lungo termine”. Come si legge in una nota dell’insegna britannica, “l’Alleanza coprirà il rapporto strategico con i fornitori globali, l’acquisto congiunto di prodotti a marchio proprio e beni non destinati alla rivendita. Sarà governato da un quadro operativo triennale”.  Un accordo dovrebbe essere formalizzato entro i prossimi due mesi. 

Scopo per entrambe le società è quello di migliorare la qualità e la scelta dei prodotti, a prezzi ancora più bassi, migliorando così la competitività. Questo accordo consentirà inoltre a entrambe le società di rafforzare i rapporti con i loro fornitori e offrire loro opportunità significative. Ogni azienda continuerà a collaborare con i partner dei fornitori a livello locale e nazionale.

“Sono felice di entrare in un’alleanza strategica con Carrefour. Lavorando insieme e sfruttando al meglio le nostre capacità di prodotto collettivo e di sourcing, saremo in grado di servire i nostri clienti ancora meglio, migliorando ulteriormente la scelta, la qualità e il valore” ha detto Dave Lewis, Chief Executive di Tesco Group.

Secondo Alexandre Bompard, Presidente e CEO di Carrefour Group: “Questa alleanza strategica tra Carrefour e Tesco è un importante accordo in quanto unisce le competenze di acquisto di due leader mondiali, complementari nelle loro aree geografiche, con strategie comuni. Questo accordo è una grande opportunità per sviluppare i nostri due marchi al servizio dei nostri clienti, e rafforza ulteriormente Carrefour permettendole di raggiungere una pietra miliare nell’attuazione della sua strategia”.

Lotta allo spreco: Tesco lancia una linea di succhi realizzata con frutta “recuperata”

Continuano a spron battuto le iniziative della Gdo per lottare contro lo spreco alimentare, a tutti i livelli: una piaga che per quanto riguarda la distribuzione in Italia “costa” 1.444.189.5433,5 milioni di euro ogni anno, contro i  946.229.325 milioni dell’agricoltura e i 1.111.916.133 della produzione industriale (dati Ministero dell’Ambiente/Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna/SWG nell’ambito del progetto Reduce 2017). Dati da moltiplicare per quattro se si include lo spreco alimentare delle famiglie, per un totale di oltre 15,5 miliardi di euro.

Un pubblico dunque decisamente da sensibilizzare quello dei consumatori finali: Tesco, maggior insegna della Gdo britannica (quanto meno fino a quando non sarà finalizzato l’accordo tra Sainsbury’s e Asda),  lo fa lanciando una linea di succhi di frutta realizzati recuperando vegetali “brutti”, deformi o ammaccati, e inadatti alla vendita diretta nel banco dell’ortofrutta. 

La linea si chiama, orgogliosamente, Waste NOT e utilizza mele, barbabietole, fragole e meloni che non rientrano nei parametri e nelle specifiche per la vendita e include i gusti ACE, rancia barbabietola e mela, mela melone, fragola cetriolo e menta e arancia, sedano, mela e spinaci. L’obiettivo, dichiarato, è quello di salvare 3,5 tonnellate di frutta e verdura dalla discarica nelle prime 12 settimane dalla messa in vendita.

Secondo Mike Bullock di Waste NOT circa il 50% del sedano nel Regno Unito viene buttato ancor prima di uscire dalla fattoria, le barbabietole troppo grandi o troppo piccole vengono rifiutate, così come le arance “brutte” all’esterno ma buone e succose dentro. “La soluzione era sotto i nostri occhi, Waste NOT è il nostro modo per usare ciò che è bello dentro (dove conta) e condividere quel che ha un buon sapore, sembra buono e fa del bene. È il nostro moro per aiutare il pianeta”, ha commentato.

Tesco recentemente ha annunciato di aver dato 50 milioni di pezzi di frutta fresca ai bambini negli ultimi due anni all’interno dell’iniziativa “Free fruit from Kids“.

“Da noi sono tutti benvenuti”, punta sull’inclusione la campagna natalizia di Tesco

Donne con il velo, anziani, etnie e religioni diverse, tutti accomunati dalle festività di fine anno: punta decisamente sull’inclusone con un messaggio forte la campagna natalizia di Tesco, una dell principali insegne della Gdo britannica, con la pubblicità televisiva appena lanciata. Una tradizione quella delle pubblicità natalizie che le catene della grande distribuzione e i retailer in Uk seguono da anni, facendo a gara per lanciare i temi più “scottanti” ma anche toccanti, come di addice al periodo dell’anno in cui è di prammatica sentirsi più buoni.

La campagna di comunicazione è legata a un’iniziativa solidale: la donazione di una sterlina per ogni tacchino venduto alle persone in difficoltà economiche tramite le associazioni benefiche FareShare e The Trussell Trust.

Il messaggio è quello del cibo come condivisione e modo di superare le differenze e si presenta con quattro spot (questo è il primo).

«Quest’anno la nostra campagna celebrerà i molti modi in cui ci riuniamo per Natale e come il cibo sia centrale. Vogliamo che i nostro clienti sappiano che, in qualsiasi modo scelgano di trascorrere il Natale, e se sono in difficoltà, possiamo dare una mano. Tutti sono benvenuti da Tesco» ha commentato Alessandra Bellini, responsabile delle relazioni clienti per Tesco Chief Customer Officer.

Un problema crescente quello della povertà estrema anche all’interno dei Paesi occidentali, come ha rilevato  Samantha Stapley, direttore esecutivo di The Trussell Trust: «In tutto il Regno Unito è in crescita la domanda per le banche del cibo, con migliaia di persone che si chiedono se riusciranno a comprare un pasto per le loro famiglie questo Natale. La generosa donazione di Tesco ci permette di supportare la nostra rete di banche del cibo e affrontare il problema della fame nelle nostre comunità, sperando che in futuro sempre meno persone ne abbiano bisogno: non solo a Natale, ma tutto l’anno».

Dal 2012 Tesco ha donato tramite clienti o punti vendita l’equivalente di 60 milioni di pasti, e si è impegnata a non buttare nessun prodotto ancora utilizzabile per l’alimentazione umana.

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