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Ismea: in crescita l’export del vino italiano. Bene soprattutto gli spumanti (+14%) grazie al boom del Prosecco

Foto Ennevi-Veronafiere

Buone notizie per l’export di vino italiano alla vigilia del Vinitaly.

Con un fatturato di 5,1 miliardi di euro in crescita dell’1,4% sul 2013, il vino italiano continua ad avanzare sui mercati esteri. È boom in particolare per la spumantistica che chiude l’anno con un incremento di oltre il 14% degli introiti realizzati oltre frontiera.

È quanto emerge in sintesi dalle elaborazioni Ismea sui dati Istat relativi all’intero 2014, da cui si evince anche un avvicendamento al vertice della classifica dei maggiori esportatori mondiali di vino.

Dopo essere stata infatti a lungo il primo fornitore mondiale, l’Italia con 20,4 milioni di ettolitri esportati l’anno scorso (+1% circa sul 2013) è scesa infatti al secondo posto dietro alla Spagna. Il record delle spedizioni iberiche (22,6 milioni di ettolitri, il 22% in più sul 2013), sulla scia di una vendemmia abbondante, è stato accompagnato però da una significativa riduzione dei listini, che hanno determinato una contrazione degli incassi del 5%.

Anche la Francia, sempre prima in termini di fatturato legato all’export vinicolo (7,7 miliardi di euro) ha subito, sottolinea l’Ismea, una battuta d’arresto dei flussi in valore, lasciando l’Italia unica tra i tre big player ad avere incrementato, anche se di poco, il giro d’affari nel 2014.

Una performance, quella dell’Italia, meno brillante rispetto all’incremento del 7% degli introiti evidenziato nel 2013, ma su cui ha pesato il calo dei prezzi all’origine dei vini, scesi di ben 14 punti percentuali sui valori molto alti del 2013.

La crescita seppure limitata dell’export in valore è sintesi di dinamiche divergenti, con lo sfuso in flessione di quasi il 18% e i vini confezionati in crescita del 2%. Sono soprattutto gli spumanti a trainare la crescita degli introiti e, all’interno di questi, il segmento che comprende il Prosecco (+28%). Volendo fare una suddivisione secondo la piramide della qualità si evidenzia come i vini Dop fermi, esclusi quindi spumanti e frizzanti, abbiano sostanzialmente confermato i 4,7 milioni di ettolitri del 2013 con un +1% dei corrispettivi monetari giunti quasi ai 2 miliardi di euro. Bene i vini Igp con un più 4% in valore e male i vini comuni, che cedono il 23% sul valore del 2013. E’ su questo ultimo segmento che la Spagna ha agito in maniera fortemente concorrenziale.

Schermata 2015-03-13 alle 18.04.11

Analizzando le principali destinazioni, risultano in crescita gli invii verso il mercato statunitense (+4,4% in valore), che da solo copre una quota di oltre il 20% del fatturato oltre frontiera. Una flessione di pari entità ha riguardato invece l’export verso la Germania, principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane in termini quantitativi. In aumento del 6% gli incassi nel Regno Unito, terzo nella graduatoria dei principali clienti italiani con un quantitativo molto vicino a quello degli Usa. Scendendo lungo l’elenco delle destinazioni si evidenzia un andamento positivo in Svizzera (+1,8%) e nei Paesi Bassi (+3,4) a fronte di una flessione in Canada (-1,5%), Giappone (-1%), Francia (-5,3%) e Russia (-10,4%).

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Il vino è in ripresa nei supermercati, ma servono più info e promozioni calibrate

Dopo anni di risultati negativi nel 2014 il vino venduto nella GDO ha finalmente invertito la tendenza: lo rivela Vinitaly che anticipa i risultati di una ricerca effettuata da IRI e che sarà presentata durante la Fiera a Verona dal 22 al 25 marzo. E il 2015 potrebbe andare anche meglio: l’importante è puntare sul valore più che sui volumi, calibrare le promozioni ed imparare a proporre il prodotto lavorando sulla comunicazione.

Il dato globale del vino confezionato fino a 75cl segna un + 1,5% a valore ed un + 0,2% a volume. Le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine spuntano un + 1,3% in valore per i vini a denominazione d’origine in bottiglia da 75cl, ed un – 0,7% a volume: buone  notizie, se si considera che nel 2013 si era arrivati al –3,2%.

Andamento totale delle Denominazioni.

 

Tra i vitigni più gettonati incrementano le vendite Vermentino, Prosecco e Muller Thurgau mentre il maggior tasso di crescita è registrato dai marchigiani/abruzzesi Pecorino e Passerina, dal siciliano Inzolia e dal laziale Orvieto. Il podio delle vendite resta comunque saldamente nelle mani di Chianti e Lambrusco (nonostante una flessione delle vendite) seguiti dal Vermentino, bianco in costante crescita.

”La questione fondamentale per il 2015 ed i prossimi anni è la difesa del valore da parte delle cantine e della Grande Distribuzione – ha commentato Virgilio Romano, Client Service Director IRI – La rincorsa dei volumi come prevalente obiettivo di crescita rischia di rivelarsi controproducente. Quindi sì alle promozioni, ma con intelligenza strategica. Ogni prezzo deve riflettere un sano equilibrio di bilancio, in cui alle principali voci di costo deve aggiungersi sempre più quello della comunicazione, che deve avere tra i suoi obiettivi anche quello di trovare i consumatori di vino del domani”.

Un tema questo di cui si parlerà nella tradizionale tavola rotonda di Vinitaly che vede confrontarsi produttori e distributori.

“Il tema di come calibrare le promozioni è fondamentale. Occorre sostenere i consumi senza drogare il mercato e senza annullare la percezione del giusto prezzo, che i consumatori devono mantenere. Il 2014 ci offre qualche segnale positivo, come la crescita a volume e valore della bottiglia fino a 75cl, fatto che non avveniva da anni” spiega Angelo Corona, rappresentante di Federdistribuzione e Direttore Acquisti PL di Finiper.

Andamento dei formati.

Secondo Corona è necessario ripensare il display dello scaffale, per abbinare un assortimento profondo con criteri che rendano facili la lettura dell’esposizione e la scelta. Anche una efficace comunicazione, sullo scaffale o tramite App, può aiutare, supportata da iniziative quali degustazioni e settimane del vino regionale. Da evidenziare il corner del vino biologico che nei supermercati è ancora di nicchia, ma è cresciuto nel 2014 dell’11,3% a volume ed ha raggiunto i 1.432.000 litri venduti.

A Vinitaly verranno presentate anche le altre statistiche di IRI sul vino biologico, sul vino a marca del distributore, sulle vendite di vino per colore (rosso/bianco), sui vini più venduti nei supermercati regione per regione e sui vini più venduti sul totale del confezionato.

Palletways raddoppia a Vinitaly, e si prepara per Expo

Il 30% delle spedizioni riguardano vino e olio, e un terzo ha come destinatario la GDO: sono questi i numeri di Palletways, che non a caso sceglie per l’ottavo anno consecutivo di partecipare a Vinitaly 2015, a Verona dal 22 al 25 marzo. Quest’anno lo spazio espositivo, nei colori aziendali, verde e blu, è due volte più ampio rispetto allo scorso anno, e scenograficamente delimitato da “pareti” di pallet.

E proprio nel servizio di trasporto di vino e olio su pallet l’azienda di Calderara di Reno (BO) intende differenziarsi maggiormente rispetto alla concorrenza. “Sono prodotti un po’ speciali e con molte caratteristiche in comune, quando si parla di spedizioni – spiega Roberto Rossi, presidente di Palletways Italia e Francia e consigliere di Palletways Europe GmbH – . Sono trasportati generalmente in bottiglie di vetro di capacità simile e richiedono la massima cura, specie nelle fasi di carico e scarico, per garantire l’integrità dei contenitori. Entrambi hanno un elevato rapporto peso/volume e spesso destinazioni simili, come ristoratori, enoteche o piccoli negozi di specialità gastronomiche; le confezioni di olio e vino devono essere spesso tolte dal bancale e consegnate singolarmente, per soddisfare le esigenze di approvvigionamento dei clienti finali. Per i prodotti invece destinati alla GDO, cui consegnamo circa mezzo milione di pallet l’anno, le caratteristiche del servizio per l’ultimo miglio richiedono la massificazione delle spedizioni”.

Prova generale per Expo

Quest’anno il Vinitaly precede di poche settimane l’inizio dell’EXPO Milano 2015. “Per il Network è una grande opportunità di crescita, che intendiamo valorizzare attraverso investimenti mirati – spiega Rossi -. Abbiamo potenziato l’Hub milanese di Siziano (PV) e le strutture dei Concessionari limitrofi, aumentato le flotte dei mezzi a disposizione, pianificato le tempistiche di ritiro e consegna della merce in funzione di un previsto aumento dei volumi, legato all’evento”. Expo 2015 offre il contesto ideale per stringere nuove alleanze e aprire canali commerciali finora inesplorati. Per un Network che abbraccia 14 Paesi europei – Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Spagna, con un totale di oltre 400 Concessionari – l’evento rappresenta un’occasione imperdibile per esprimere al meglio la propria vocazione internazionale. “Al Vinitaly avremo un assaggio di ciò che sarà l’Esposizione Universale. Siamo pronti a coglierne tutte le opportunità – ricorda Rossi -. Senza dimenticare il richiamo alla sostenibilità, implicito nel tema della manifestazione, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, e punto focale dell’attività di Palletways”.

Dal 2014 l’azienda è infatti parte attiva nella tutela dell’ambiente, attraverso la partecipazione, con Treedom, a un progetto di responsabilità sociale d’impresa finalizzato a promuovere la tutela di territori ricchi di risorse naturali, come le Province di Catania e Siracusa. In ottica green, Palletways è impegnata nella gestione degli Epal (un sistema per il riciclo e l’interscambio efficiente dei pallet, con l’obiettivo di ridurne lo smarrimento), nell’utilizzo di mezzi di nuova generazione per ridurre l’inquinamento atmosferico e nella gestione attenta degli scambi, allo scopo di ottimizzare le percorrenze e contenere costi e consumi.

Vinitaly, 90mila mq per promuovere l’export del vino Made in Italy

Lavorare sull’internazionalizzazione delle imprese vitivinicole e consolidare l’immagine del vino italiano nel mondo, che già negli ultimi anni ha fatto un deciso balzo in avanti: questa la necessità del settore che vede anche quest’anno in Vinitaly, a Verona fiere dal 22 al 25 marzo prossimi e giunto alla 49a edizione, una piattaforma di servizi ideale per permettere a produttori e operatori di amplificare al massimo le opportunità che si stanno delineando e per crearne di nuove. Magari per raggiungere quell’obiettivo citato l’anno scorso dal premier Matteo Renzi di incrementare l’export di vino del 50% entro il 2020.

Anche se il 2014 è stato anno non facile, il sentiment delle 30 primarie aziende interpellate da Vinitaly, che esprimono complessivamente circa 2 miliardi di fatturato, è positivo: il 55% esprime fiducia per il 2015, il 35% in questi primi due mesi ha già avuto riscontri positivi e il 5% prevede un anno molto positivo.

 

Incontri internazionali, ITTP e corsi di “Italian Wine”

«Coerenti con l’identità b2b del Salone – ha spiegatoGiovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere – Vinitaly 2015 sarà punto di arrivo di un’intensa attività di incoming, che abbiamo realizzato e potenziato con il supporto del MISE, dell’Italian Trade Agency – ICE e del MIPAAF. L’unione delle forze ci ha permesso di coinvolgere buyer e delegazioni di operatori selezionati da tutto il mondo, con un incremento dell’investimento finanziario del 34% rispetto allo scorso anno».

All’interno dell’International Buyer Lounge si terranno gli incontri b2b organizzati tra i buyer delle delegazioni ospitate e le aziende espositrici. Un grande convegno, richiesto da consorzi di tutela, aziende vitivinicole e altre realtà del settore, approfondirà invece il tema delle trattative ITTP (Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti con gli USA). A questo, si aggiungono i focus su Hong Kong, Cina, USA, Russia, Brasile, Australia.

Sono attesi oltre 4.000 espositori su una superficie occupata sopra i 91.000 metri quadrati, che diventano 100.000 con Sol&Agrifood ed Enolitech, i saloni dell’agroalimentare di qualità (con la parte dedicata all’olio extravergine di oliva realizzata in collaborazione con Unaprol) e dei mezzi tecnici per la filiera del vino e dell’olio che si svolgono in contemporanea.

Tra le iniziative di Vinitaly segnaliamo OperaWine in programma il 21 marzo in collaborazione con l’autorevole rivista americana “Wine Spectator” e, dal 16 al 20 marzo sempre a Verona, il primo Corso di certificazione per specialisti del vino italiano, un’iniziativa VIA – Vinitaly International Academy, il progetto educativo di Vinitaly International, che rilascia, dopo un esame finale, due livelli di certificazione: Italian Wine Ambassador (IWA) e Italian Wine Expert (IWE). Cinquanta i candidati, in rappresentanza di alte professionalità del settore (responsabili di alcune delle principali catene internazionali di hotel, giornalisti, Master of Wine) provenienti da Cina, Stati Uniti, Australia, Austria, Brasile, Canada, Corea, Francia, Germania, Hong Kong, Olanda, Regno Unito, Russia, Singapore e Ucraina. VIA organizza anche tre Master Class+ durante Vinitaly, non solo di vini italiani. In collaborazione con Ismea si terrà poi un convegno sui vini artigianali, un’altra grande ricchezza dell’enologia italiana.

 

Expo e oltre, verso il Testo unico sul vino

A Vinitaly ci sarà anche la presentazione ufficiale di Vino – A taste of Italy, il padiglione del vino all’interno del Padiglione Italia dell’Esposizione Universale di Milano, realizzato da Veronafiere-Vinitaly su incarico del Ministero delle politiche agricole, Padiglione Italia ed Expo 2015 SpA. «Vinitaly rappresenta nel mondo tutta l’esperienza vitivinicola nazionale – ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina -. A Verona sarà l’occasione per fare insieme il punto delle cose fatte dal Governo per la semplificazione burocratica e l’internazionalizzazione delle nostre aziende e per lanciare i nuovi obiettivi oltre l’Expo 2015, tra questi il Testo Unico sul vino, per la riorganizzazione e il riordino del comparto».

Il supermercato controcorrente secondo Mario Gasbarrino (Unes)

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Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes

Nell’ultimo numero (che puoi leggere nella versione sfogliabile)  inStore pubblica l’intervista a Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes, manager fuori dagli schemi, che risponde a Guido Montaldo spiegando le motivazioni della scelta fatta anni fa di abolire le promozioni e adottare una politica di every day low price. tema quanto mai attuale oggi, che sta animando il dibattito sull’eccesso di proporzionalità nella gdo italiana, su cui ognuno sta cercando strade alternative per ridare valore alla filiera. E al consumatore.

Intanto Gasbarrino ha pubblicato sul suo profilo Twitter i dati Nielsen di gennaio relativo alle vendite dei Gruppi della gdo. Scrive l’amministratore delegato: “Like4like nielsen: parte bene gen2015 10 gruppi positivi U!+U2 al 2 posto (da 8 anni cons nei primi 3 posti)”. Un motivo in più che rafforza la decisione presa tempo fa.

Leggi qui tutta l’intervista

A Hack Wine, contest di H-Farm e Vinitaly, idee digitali accompagnano il vino nel terzo millennio

“Come si comunica il vino nel 2015”? a questa domanda hanno cercato di rispondere più di 300 giovani tra sviluppatori software, designer ed esperti di comunicazione accorsi da tutta Italia a Roncade (TV) presso la sede di H-FARM Ventures il 14 e 15 febbraio per partecipare alla seconda edizione di H-ACK Wine. Promosso da Vinitaly International, la piattaforma creata da Veronafiere per promuovere le eccellenze vitivinicole italiane nel mondo, e H-Farm l’evento aveva lo scopo di progettare, nelle 24 ore a disposizione delle “squadre” di creativi e geek presenti, nuove soluzioni digitali e nuove idee per rispondere alle esigenze delle aziende vinicole che hanno partecipato all’evento e che quest’anno erano Gruppo Vinicolo Santa Margherita, Zonin1821, Tenuta Col Sandago-Case Bianche e Tommasi Family Estates.

Stevie Kim.
Stevie Kim.

“Il consumo del vino è calato a livello nazionale negli ultimi anni, ma anche in mercati emergenti come la Cina ci sono difficoltà a capire il settore vitivinicolo italiano, o anche a pronunciare nomi come “Valdobbiadene”, “Rondinella” e “bollicine”. Abbiamo bisogno di idee per coinvolgere le generazioni più giovani, specialmente i millennials, con un linguaggio non solo accessibile ma anche moderno e divertente” ha detto Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International.
“Il trucco è trasmettere la storia e i valori che stanno dietro una bottiglia di vino ridefinendo le regole della comunicazione in modo innovativo. È stata una delle esperienze più incredibili della mia vita: 300 ragazzi che probabilmente avevano troppe idee e la cosa bella è che nessuno di loro aveva a che fare col vino” ha detto Francesco Zonin di Zonin 1821.

Quattro vincitori

Le squadre vincitrici.
Le squadre vincitrici.

Tra i 26 progetti elaborati, che avevano solo 5 minuti per essere presentati, ogni azienda, che aveva fatto una richieste specifica, ha selezionato il migliore.
Tommasi aveva chiesto di creare una lista di vini digitale collegata con le tecnologie per lo scambio e l’interattività (quali Beacon, NFC, QRcode) da usare nei ristoranti e che desse visibilità al mondo dei vino Tommasi e incrementasse le vendite assicurando un valore aggiunto sia al ristoratore sia al consumatore. Ha vinto T-Mood con “List mood” una app che abbina alla carta del vino approfondimenti multimediali sulla sua storia e origini.
Santa Margherita ha scelto The42, con un soluzione per raggiungere i clienti reali o potenziali presenti a un evento che utilizza il gaming per gli eventi esterni, e offre il free wi-fi nel caso di degustazioni ed eventi interni. È piaciuta tanto che potrebbe essere presentata a Vinitaly o a Expo.
Abbina gaming e dinamiche e linguaggio social Moowine, la piattaforma web premiata da Zonin. Tramite sfide a quiz si testa la conoscenza del vino delle giovani generazioni e si accumulano punti a ogni risposta giusta che poi possono essere accumulati e dare accesso a premi quali visite guidate in cantina o sconti nei negozi digitali.
Tenuta Col Sandago infine voleva una piattaforma mobile e/o web per l’abbinamento di cibo e vino, in grado anche di incrementare le vendite sia nazionali sia all’estero, e ha premiato Gourmeet del team The Grapes: un viaggio enoculturalgastronomico lungo le infinite vie del vino.

Al di là dei quattro vincitori, è interessante sapere che molte dei progetti presentati prevedevano tecniche di gaming, concorsi e strategie di profilazione dei clienti attraverso soluzioni mobile o web, mentre l’altro comune denominatore era la combinazione di un vino con la musica, il cibo e anche l’umore dell’utilizzatore dell’App. Che sia qui il futuro del vino 3.0?

Il Consorzio Franciacorta sponsor di Expo Milano

Si brinderà con gli spumanti della Franciacorta nei sei mesi di Expo Milano: il Consorzio Franciacorta è infatti Official Sparkling Wine, sponsorship ottenuta tramite gara aggiudicatosi a fine 2014. Gli spumanti Franciacorta saranno dunque protagonisti di ogni evento dell’esposizione, ufficiale e non. Sarà infatti realizzata una serie di attività ed eventi, a Milano ma anche in Franciacorta, per far conoscere ai visitatori il vino e il territorio e incentivare il turismo in una terra ricca di storia, tradizioni ed eccellenze enogastronomiche.

Secondo Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta “Expo Milano 2015 è una vetrina internazionale, oltre che nazionale, per il nostro prodotto che proprio negli ultimi anni sta raccogliendo importanti successi commerciali e di critica oltre frontiera”.

“L’obiettivo di Expo Milano 2015 è di presentare e valorizzare le eccellenze italiane e sicuramente il Franciacorta rappresenta un prodotto di alto livello qualitativo che sta ottenendo da tempo un grande successo in tutto il mondo – ha dichiarato Giuseppe Sala, Ad di Expo 2015 S.p.A. e Commissario unico per Expo Milano 2015, annunciano la partnership -. Avere al nostro fianco il Consorzio Franciacorta non può che dare ulteriore lustro all’Esposizione Universale, regalando ai milioni di visitatori che per sei mesi visiteranno gli spazi espositivi, l’ennesima dimostrazione del notevole valore e del prestigio dell’enogastronomia italiana”.

Tra le prime attività di Franciacorta legate al grande evento espositivo c’è il sostegno alla mostra “Il Cibo nell’Arte” curata da Davide Dotti, in programma a Palazzo Martinengo a Brescia dal 24 gennaio al 14 giugno 2015, che sottolinea il forte legame esistente tra cibo, vino e arti figurative. Inoltre durante Expo 2015 saranno confermate le collaborazioni già in essere con partner che affiancano da anni Franciacorta, come AIS – Associazione Italiana Sommelier, Alitalia, Camera Nazionale della Moda e Slow Food.

Il 2014 si è concluso con segno positivo per il Consorzio, che ha registrato un +10% rispetto al 2013. Franciacorta ha venduto 15.475.977 bottiglie, di cui 1.428.993 all’estero. Ad oggi il mercato estero rappresenta il 9,2% ed è cresciuto del 12,8 % rispetto al 2013, l’Italia cresce nel 2014 del 9,7%. Inoltre si registra anche un leggero aumento del prezzo medio di vendita.

Più vino nel mondo, ma in Italia si beve sempre di meno: calo del 5% entro il 2018

Bicchiere mezzo vuoto per gli italiani. Foto Vinexpo /Hervé Lefebvre

Un miliardo di bottiglie di vino in più in cinque anni: le prevede uno studio di Vinexpo, la fiera internazionale del vino di Bordeaux (quest’anno dal 14 al 18 giugno) e IWSR che analizza il mercato del vino mondiale dal 2008 al 2018, anno in cui il consumo mondiale salirà a 32,78 miliardi di bottiglie contro una media di 31,7 miliardi nel periodo 2009-2013.

Se i mercati emergenti la fanno da padrone, con la classe media africana ad esempio che promette di incrementare esponenzialmente i consumi, i tradizionali Paesi produttori (e consumatori) europei arretrano. Italia in primis, dove entro il 2018 si berranno 3,1 litri di vino in meno pro-capite all’anno (-5,1%), mentre i francesi abbasseranno  consumi di 2,3 litri (-2,8%), pur restando i due maggiori Paesi consumatori al mondo con 45 litri annui a testa.

Altra musica invece sui mercati internazionali, dove gli Stati Uniti, primo mercato al mondo, aumenteranno ancora il consumo di vino (+11,3% tra il 2014 e il 2018 secondo lo studio), così come la Cina (+24,8%). Ma le importazioni verso il gigante asiatico, previste in crescita di due cifre (+31,3%) non aumenteranno di pari passo con i consumi, che si avvantaggeranno anche dell’incremento della produzione locale.

Perfino sul mercato europeo potremmo venire surclassati da insospettabili vicini quanto a consumo di bottiglie: nel 2018 saranno 3,3 miliardi le bottiglie consumate in Germania (+1%, con circa 36 litri pro-capite all’anno) contro 3,28 miliardi in Italia, mentre nel Regno Unito, che ha vissuto un declino dei consumi dal 2009, è previsto un incremento del 5,5% nei prossimi quattro anni, “tirato” dai consumi di vini frizzanti, rosé e bianchi, che entro il 2018 sorpasseranno i rossi nelle grazie dei britannici.

Gruppo Italiano Vini: Claudio Biondi vicepresidente, Roberta Corrà direttore genereale

Claudio BiondiDue giorni prima di Natale il Cda di Gruppo Italiano Vini Spa ha nominato vicepresidente Claudio Biondi (a sinistra) in sostituzione di Rolando Chiossi che ha deciso di lasciare il proprio incarico. Figura storica di GIV, dopo aver contribuito da protagonista alla sua nascita nel 1986, Chiossi è stato presidente e successivamente vicepresidente. Numerose le operazioni che lo hanno visto protagonista, dalle varie acquisizioni in Italia di cantine e vigneti compresa la cantina Bolla a quelle di società di importazione e distribuzione all’estero, fino all’apertura della filiale di Shanghai in Cina.

«Dopo tanti anni al Gruppo Italiano Vini, credo sia ora necessario favorire un ricambio al vertice del Gruppo per consentire una ulteriore fase di crescita e sviluppo che lo possa mettere nelle condizioni di affrontare con la necessaria determinazione le prossime sfide, perseguendo i nuovi importanti traguardi che GIV vuole raggiungere» ha affermato Chiossi nel salutare l’azienda.

Avvicendamento anche al vertice operativo, con Roberta Corrà (foto in apertura), già direttore operativo dal gennaio scorso, che è stata nominata direttore generale in sostituzione di Davide Mascalzone

I marchi del Gruppo Italiano ViniGruppo Italiano Vini conta di chiudere l’esercizio 2014 con fatturato e margine operativo in crescita con significiativi incrementi nelle vendite delle principali marche del gruppo, in particolare Bolla, Lamberti, Negri, Rapitalà, Castello Monaci e Cavicchioli, quest’ultima leader nel mercato cinese. Il presidente Corrado Casoli si è detto certo che il 2015 porterà a Gruppo Italiano Vini una crescita sia nei Paesi tradizionali quali gli Stati Uniti e il Canada sia in quelli emergenti quali la Cina. Ma GIV intende anche sviluppare la propria attività nei territori vitivinicoli italiani  dove non è ancora presente con cantine di proprietà.

Expo, puntare sui territori per il business del vino

Expo, una grande vetrina per il mondo del vino made in Italy e una grande occasione di far conoscere il vino italiano a un potenziale pubblico di 20 milioni di visitatori. Ma come fare per trarre vantaggio da Expo? Le aziende se lo chiedono e lo chiedono, perché, nonostante i progetti sul tappeto, poco si sa e poco si riesce a prefigurare.

wine temple
Wine Temple (ph. Alberto Vita)

Se n’è parlato nel corso dell’inaugurazione di Wine Temple, lo spazio enoteca con 7600 bottiglie dei migliori vini italiani, parte dell’hotel Seven Stars e primo tassello di quella che sarà a breve la Gallery Wine Experience, uno spazio multifunzionale con 14 camere di design affacciate su Piazza Duomo, con spazi per incontri e due ristoranti.

L’incontro, organizzato da Business Itaernational-Fiera Milano Media con Marco Polo Experience e Alessandro Rosso Group ha cercato di fornire alcune prime risposte alla domanda iniziale.

Eugenio Pomarici
Eugenio Pomarici (ph. Alberto Vita)

Eugenio Pomarici, docente di economia e presidente della Commissione Economia e diritto dell’Organizzazone internazionale della vite e del vino, ha illustrato come l’Italia veda crescere la propria quota nel commercio mondiale del vino in valore, ma la veda diminuire in volume, replicando quello che viene definito il modello francese. Ma la criticità dell’Italia consiste nel fatto che è primo fornitore nei mercati tradizionali del vino, ma ha una quota modesta in quelli a maggior tasso di crescita (i cosiddetti nuovi consumatori).

In un orizzonte previsionale di crescita della domanda di vino nell’economia globale che rispetti gli elementi standard di qualità, sicurezza, trasparenza, sostenibilità ambientale e autenticità, il sistema del vino italiano può trare grandi vantaggi. Ed Expo rappresenta un’occasione unica per accreditarsi rispetto ai predetti elementi necessari per entrare nella scelta dei consumatori e costruire quella piattaforma di conoscenza diffusa sui vini italiani per rendere più efficaci le strategie di impresa. “Ma – ammonisce Pomarici – le aziende non dovranno contare solo sul brand, potendo valorizzare i vitigni e i territori dai quali provengono i loro vini”.

Un ulteriore contributo è arrivato da Stefano Cordero di Montezemolo, economista e coordinatore scientifico del Wine Business Executive Program, la cui seconda edizione partirà a gennaio ed è rivolto ai manager delle imprese vinicole.

Stefano Cordero di Montezemolo
Stefano Cordero di Montezemolo (ph. Alberto vita)

Cordero di Montezemolo ha posto l’accento su tre questioni.

1)  Bisogna rivolgersi ai mercati che hanno una domanda superiore alla produzione e quindi dove maggiore è l’opportunità di sviluppo. Uno degli errori nei quali incorrono le aziende è quello di “sparare largo” ampliando il portafoglio prodotti  e mettendosi in gioco su molti mercati.

2)  Non sottovalutare il mercato interno, che vale comunque il 50% delle vendite e nei prossimi anni sarà strategico perché ci saranno profonde scremature, aprendo delle opportunità per le aziende che hanno incrementato il fatturato nel mercato interno.

3)  La terza questione riguarda l’organizzazione aziendale e il modo in cui le aziende si devono strutturare. Il settore del vino italiano è molto frammentato, e ciò genera vitalità, ma economicamente è un elemento di debolezza. Occorre creare – ha evidenziato Cordero di Montezemolo – massa critica per essere competitivi sul mercato e dotarsi di sistemi in grado di gestire una fase di forte competizione.  «A questo riguardo oggi il 40/50% della produzione passa da sistemi cooperativi in contrapposizione con aziende private. Io credo che questa contrapposizione possa e debba essere superata. Dobbiamo renderci conto che la produzione di volumi non è un fatto negativo: senza volumi non possiamo pensare che un sistema produttivo possa sostenersi ed effettuare investimenti sui mercati internazionali. Quindi benissimo Expo, ma bisogna fare promozione in loco».

Una tavola rotonda ha concluso l’incontro con la presenza di alcuni imprenditori del vino che hanno ribadito la necessità di associarsi per fare sistema (Marillisa Allegrini dell’omonima cantina), di cogliere la grande promessa di Expo anche da parte delle piccole aziende pensando al futuro (Anselmo Guerrieri Gonzaga di Tenuta San Leonardo). E soprattutto di trovare le motivazioni e le occasioni per portare nei territori di produzione, a visitare le cantine, le masse di visitatori che in sei mesi entreranno in contatto con le eccellenze agoalimentari italiane. E il vino è una delle più accreditate.

 

Fabrizio Gomarasca

 

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