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Anna Muzio

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Gli obiettivi “green” di Carrefour – 30% energia entro il 2020 e zero waste

Recuperare il 100% dei rifiuti prodotti nei punti vendita e ridurre del 30% i consumi energetici entro il 2020 rispetto al 2004: è l’obiettivo che si è posto il gruppo Carrefour. Ce lo dice Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia. «È un obiettivo che condividiamo con il gruppo. Abbiamo molti progetti per l’impostazione del layout dei punti vendita, il tipo di pavimento, l’ammodernamento tecnologico e l’ottimizzazione degli impianti d’illuminazione, la chiusura dei banchi frigo e il recupero dell’energia termica dalle centrali frigorifere; la riduzione dei metri cubi di acqua utilizzata e l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili. Siamo i primi in Italia ad avere tutti i mobili del fresco chiusi con le porte chiuse: è vero, ha un impatto negativo sulla vendita, però ogni volta che rinnoviamo un punto vendita o ne facciamo uno nuovo introduciamo questo tipo di soluzioni, che a lungo termine sono vincenti».
«Abbiamo programmi interni per la riduzione dei rifiuti organici. Poi c’è tutto un ecosistema che abbiamo messo in piedi con il Banco Alimentare per recuperare il cibo in sovrastock prima che scada in tutti i punti vendita in Italia. Con loro organizziamo anche giornate dedicate dove invitiamo i nostri clienti a fare la spesa e a donare al Banco Alimentare. La riduzione del 30% è un obiettivo sfidante. Però ci interessa moltissimo il lavoro di educazione pedagogica che facciamo con i nostri clienti, per spiegare loro come funzionano le cose e questo lo possiamo fare in maniera ideale tramite accordi di partnership come quello che abbiamo fatto con l’Istituto Italiano di imballaggio, il Moige e L’Oréal; è fondamentale cambiare l’impostazione dei nostri clienti». Il Comitato Anti Demarque Carrefour Italia è dedicato alla revisione e al miglioramento dei flussi aziendali per combattere lo spreco del cibo che hanno portato a una riduzione progressiva degli sprechi: durante il primo semestre 2016 rispetto a quello del 2015 sono state recuperate oltre 180 tonnellate di prodotti freschi. I fornitori di prodotti a marchio sono stati coinvolti con il progetto “La Grande Sfida dei Fornitori” che premia le più efficaci politiche aziendali in materia di prevenzione, riutilizzo, recupero e ridistribuzione dei prodotti alimentari.
Ci sono nuove soluzioni di packaging che possono andare verso per il futuro?
Per noi il futuro è nel no packaging, la vendita sfusa, il cliente dovrebbe prendere l’abitudine di arrivare nel punto vendita con le sue borse e sacchetti. È l’unico modo per cambiare realmente le cose. A Carugate abbiamo messo il contenitore di detergenti dove fare il refill.
Funzionano? «Se guardo i numeri direi che non funziona ma devo cominciare devo abituare e prendere tempo non si cambiano le abitudini da un giorno all’altro. Se mi fermo alla vendita alla prima settimana chiudo subito e non faccio più tempo, devo lasciare il tempo alle persone che di organizzino, che si accorgano del risparmio che possono ottenere. Se c’è l’opportunità poi diventa moda. Se vedo com’era il biologico solo sei o sette anni fa, non si vendeva, guardiamo dove è arrivato oggi. Bisogna insistere e avere una prospettiva di medio o lungo termine».

Sul fronte della gestione dei rifiuti prodotti internamente nei punti vendita l’obiettivo è la zero waste, il recupero totale. Per raggiungerlo, i vari team hanno il compito di ridurre prioritariamente le quantità generate, ottimizzare la selezione ed il recupero dei rifiuti prodotti, di compattarne i volumi per ottimizzare i trasporti, e cercare in modo continuativo nuove soluzioni e partner innovativi. La gestione ottimale dei rifiuti, che cambia di pese in paese a causa delle diverse leggi di riferimento, ma che segue una condivisione globale delle best practice che incoraggiano un numero maggiore di iniziative a livello locale, è un obiettivo di primario interesse per il Gruppo. Grazie alla vendita di prodotti recuperati, è infatti possibile ridurre e contenere i costi globali di smaltimento.

La performance del gruppo
Nel 2016, il 68,7% dei rifiuti è stato recuperato, in aumento di 2,1 punti rispetto al 2015.

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Un progresso che deriva dalla crescente implementazione delle buone pratiche aziendali contro qualsiasi generazione di spreco, dalla donazione ad enti o associazione dei prodotti non vendibili ma ancora consumabili (es. prossimi alla scadenza) e da una miglior e più efficiente separazione e raccolta dei vari materiali riciclabili (carta, cartone, plastica, legno ferro, etc.) al fine della loro valorizzazione economica. I prodotti alimentari che non possono essere venduti né donati si trasformano in rifiuti organici.
Per facilitare i consumatori nella selezione e nel riciclo dei prodotti, il Gruppo ha organizzato diversi punti di raccolta (come le batterie).

Dalla scelta del fornitore allo smaltimento i numeri in Italia
Nei punti vendita, gli incaricati si occupano di effettuare un’accurata separazione dei materiali, che successivamente vengo ritirati dal fornitore di servizio o dalla società municipalizzata.
La carta, il cartone e gli imballaggi prima di essere ritirati vengono pressati o compattati direttamente dagli addetti nei punti di vendita.
Carrefour Italia sta ampliando i progetti di raccolta, smaltimento e valorizzazione di quei materiali che possono essere trasportati direttamente dai mezzi Carrefour di ritorno al deposito (progetto Reverse Logistic). Questo permette un duplice beneficio: gestione centralizzata e diretta nelle nostre isole ecologiche dei materiali da smaltire e valorizzare e riduzione dei viaggi a vuoto dei mezzi. Il progetto Reverse Logistic riguarda, infatti, il ritiro da parte della logistica di imballaggi nei punti vendita (già ridotti di volume attraverso specifiche presse), che vengono trasportati nel deposito di Rivalta, nel quale è presente un’isola ecologica debitamente autorizzata, che gestisce questa tipologia di rifiuti.
Per la raccolta, lo smaltimento e la valorizzazione dei rifiuti speciali pericolosi (come batterie auto, olii minerali, lampade al neon o RAEE), Carrefour ha incaricato diversi fornitori di servizio in base al loro know-how, alle specifiche attrezzature, alle tecnologie e alle autorizzazioni di cui dispongono per assicurare la corretta gestione di questi rifiuti.
Carrefour, insieme ai sui fornitori e alle società municipalizzate incaricate al ritiro, valorizza al 100% i rifiuti organici. Essi vengono destinati a impianti di compostaggio o a impianti di recupero per la produzione di biogas. Anche i rifiuti indifferenziati sono valorizzati, infatti con oltre l’80% di essi è possibile produrre CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti). Tutto questo all’insegna dell’economia circolare.
Carrefour, in merito ai RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), permette ai consumatori di consegnare i propri dispositivi che intendono sostituire; inoltre, ogni punto vendita dispone di contenitori dedicati alla raccolta delle pile esauste.
Infine a partire dal 2016 abbiamo iniziato a riportare sulle etichette dei prodotti a marchio Carrefour alcune informazioni destinate a facilitare ai nostri clienti la raccolta differenziata delle varie parti dell’imballo.
Carrefour, che è partner della United Nations Conference on Climate Change (COP21) tenutasi a Parigi nel 2015, ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2025, e del 70% entro il 2050 (rispetto alle emissioni del 2010). Ad esempio, l’insegna sta ampliando la flotta di veicoli 100% elettrici per la consegna della spesa. Nel 2016, il parco automezzi conta oltre 20 veicoli appositamente adibiti al trasporto alimentare per le consegne a domicilio a Milano, Roma, Torino, Firenze e Lucca. L’obiettivo è di superare i 40 veicoli su tutto il territorio nazionale entro il 2017.

Carrefour e Garnier insegnano ai bambini a sprecare di meno

Si chiama “Insieme rendiamo il mondo più bello” il progetto che impegnerà Garnier (gruppo l’Oréal) per tre anni in 500 scuole elementari d’Italia coinvolgendo 150.000 bambini per sensibilizzare i cittadini di domani sul tema della raccolta differenziata e del riciclo. Tra i partner dell’iniziativa c’è Carrefour, nei cui punti vendita dal 1 al 30 Marzo per ogni prodotto acquistato, Garnier devolverà 50 centesimi al Moige a sostegno dell’attività di formazione nelle Scuole.

Moige, Movimento Italiano Genitori, si è occupato del con il coinvolgimento diretto del corpo docenti delle Scuole, che sarà formato con il materiale redatto a cura dell’Istituto Italiano Imballaggio che ha donato il proprio patrocinio all’iniziativa.

L’impianto del progetto si articola nel corso del triennio 2017-2019, periodo durante il quale verranno coinvolti 500 plessi scolastici: nel primo anno 200 Scuole, a seguire rispettivamente 150 nel 2° e 150 nel terzo anno.

«Ormai un’azienda non più più solo realizzare un buon prodotto accessibile nel prezzi, ma deve anche impegnarsi e mettersi al servizio della causa della comunità e dell’ambiente» ha detto Paola Gilardi, responsabile Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne Garnier.

Per Grégoire Kaufman, Direttore Commerciale e Marketing Carrefour Italia “L’importanza del progetto sta nel fatto che coinvolge tutta la filiera”,  e ci spiega i programmi interni dell’insegna che si è posta un obiettivo ambizioso: ridurre del 30% i consumi energetici del punti vendita entro il 2020.

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“Le iniziative aziendali che promuovono una maggiore coscienza ambientale attraverso i saperi tecnico-scientifici sono sempre molto apprezzate e supportate dall’Istituto Italiano Imballaggio” –ha sottolineato Marco Sachet, direttore dell’Istituto -. “Questa lo è in modo particolare perché offre al pubblico che gestirà il mondo di domani le informazioni più attuali che riguardano il ruolo degli imballaggi (o packaging), la loro raccolta differenziata quando diventano rifiuti e il loro successivo riciclo come nuove risorse. Per la salvaguardia dell’Ambiente, i piccoli attori comprenderanno facilmente l’importanza dei loro comportamenti e di quelli della loro famiglia”.

Consorzio Sun va 100% Mater-Bi con Novamont

Si moltiplicano le iniziative verso uno spreco minore e una maggiore attenzione alle tematiche ambientali della Gdo nazionale, in un’ottica di Csr, e consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali non fa eccezione, annunciando l’accordo stipulato nei giorni scorsi con Novamont per la fornitura a tutte le aziende che fanno parte del consorzio (Gruppo Gabrielli di Ascoli, Alfi di Alessandria, Gros – Gruppo Romano Supermercati di Roma, Italmark di Brescia e Cadoro di Venezi) di buste per asporto realizzate in MATER-BI. La bioplastica di Novamont è ottenuta grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni. È biodegradabile e compostabile in conformità alla norma europea UNI EN 13432.

«Grazie a questo accordo – ha commentato il presidente del Consorzio SUN Marco Odolini – nei nostri 600 supermercati utilizzeremo esclusivamente shopper in MATER-BI, la bioplastica che grazie alle sue caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità e all’alto contenuto di materie prime rinnovabili consente di ottimizzare la gestione dei rifiuti organici, ridurre l’impatto ambientale e contribuire allo sviluppo di sistemi virtuosi con vantaggi significativi lungo tutto il ciclo produzione-consumo-smaltimento. Inoltre, stiamo valutando la possibilità di utilizzare i prodotti realizzati in MATER-BI anche per altre categorie di prodotto come i sacchi di frutta e verdura».

 

Comunicazione nel pdv

L’intesa prevede anche iniziative di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità ambientale; come spiega Stefano Rango direttore generale del Consorzio SUN: «L’accordo sottoscritto prevede anche l’avvio di un percorso di informazione e sensibilizzazione dei nostri clienti sul tema della raccolta differenziata con l’obiettivo di coniugare il processo di modernizzazione delle strutture retail di cui siamo protagonisti al rispetto per l’ambiente e all’adozione di pratiche virtuose di ecosostenibilità».

 

Nova Coop, il drive debutta all’iper di Beinasco, primo passo verso l’e-commerce

Il drive debutta presso Nova Coop, grazie al servizio partito il primo febbraio presso l’Ipercoop di Beinasco (To).  “Coop Drive” consente di ordinare la spesa online e andare a ritirarla in automobile ad un apposito punto di ritiro, senza fatica e scegliendo l’orario più comodo. Il servizio è gratuito, è garantito già dopo due ore dall’ordine ed è attivo dalle 8.30 alle 20.30, sette giorni su sette. Per usufruirne basta collegarsi al sito “La Spesa che Non Pesa” da pc, cellulare o tablet. Dopo aver registrato le proprie credenziali, è possibile munirsi del carrello virtuale in cui caricare la spesa. a disposizione ci sono oltre 10mila tipologie di prodotti delle principali marche (comprese tutte le linee Coop), dai prodotti alimentari confezionati, inclusi i Freschi e Freschissimi (ortofrutta, carni rosse e bianche, panetteria e pasticceria, ma anche latticini e surgelati), al necessario per la cura della persona e la pulizia della casa. In futuro il servizio si arricchirà anche della gastronomia preincartata e dei prodotti ittici freschi. Una volta ultimata la spesa, basterà scegliere l’orario del ritiro e le modalità di pagamento, che potrà essere effettuato solo digitalmente online o al momento del ritiro.

 

Un primo passo verso l’e-commerce

Come mai proprio ora utilizzare un sistema che in Italia in passato non ha avuto un particolare successo (pensiamo alle esperienze comunque attive di Tigros e Carrefour, Auchan e Iper)? «Sicuramente stiamo vivendo un’evoluzione dell’e-commerce in Italia anche per quanto riguarda la spesa alimentare, che comincia ad avere un certo rilievo – ci spiega Roberto Patrucco, direttore dell’Ipercoop Beinasco -. Il nostro obiettivo comunque è la consegna a domicilio, in un futuro immediato. Però vogliamo arrivarci con un livello di servizio alto: il drive è i promo passo. Seguirà entro fine anno un drive stand alone a Torino, un centro logistico per l’e-commerce dove si potrà anche ritirare con la modalità drive».  I vostri obiettivi? «Sono ambiziosi, vogliamo arrivare all’1% del fatturato dell’iper entro fine anno per giungere al 4%. E nei primi due giorni abbiamo già quasi raggiunto l’obiettivo. I soci si sono dimostrati interessati, provano il servizio anche per testarlo e il primo riscontro è stato molto positivo». Cosa ne pensa della partnership annunciata da Auchan in Francia per il pagamento  dall’auto connessa (vedi La spesa si pagherà dall’automobile connessa: Auchan testa in Francia)? «A mio avviso è un orizzonte più lontano, mi interessa di più il tema della domotica con le App per fare la lista della spesa e i dispositivi tipo Dash e Alexa e gli elettrodomestici connessi, trovo che ci siamo più opportunità concrete per spingere alla spesa nel punto vendita».

Coop drive Beinasco«Quello di Beinasco è il primo Drive che inauguriamo e non a caso lo facciamo in uno dei punti vendita più importanti di tutta la rete Nova Coop – sottolinea Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop -. Testeremo il gradimento da parte dei clienti con l’obiettivo di estendere il servizio su tutto il territorio piemontese. Entro l’anno attiveremo un secondo Drive in una zona semicentrale di Torino, che non sarà agganciato a un ipermercato esistente ma completamente autonomo, e lanceremo la consegna a domicilio. Parallelamente confermiamo tutti gli investimenti già annunciati su Torino e Vercelli e abbiamo in progetto almeno sei nuove aperture nei prossimi anni tra Torino, Ivrea, Giaveno e Asti. Il futuro però è nella capacità di integrare il negozio reale con un’offerta online presidiata di persona. L’epoca dei grandi ipermercati è finita e, nel rispetto dei nostri dipendenti, non crediamo che la soluzione sia introdurre aperture h24. Le parole chiave per noi sono “qualificare” e “innovare”, le politiche dell’offerta e il rapporto con il consumatore».

LIpercoop di Beinasco è posto in un centro commerciale con oltre 4 milioni di visitatori annui e un presidio soci di oltre 65.000 soci. È il terzo punto vendita di Nova Coop in termini di fatturato in Piemonte e il secondo a Torino, con oltre 1,5 milioni di scontrini all’anno. Al nuovo Drive lavora un team di sette persone.

Birra artigianale, cibi vegani e centrifughe entrano nel paniere Istat 2017

Da sempre il paniere dell’Istat, l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo finalizzata alla misura dell’inflazione per calcolare l’inflazione, è una cartina al tornasole dei cambiamenti degli stili di vita e dei consumi e quest’anno non fa eccezione: tra le novità accolte ci cibi vegani, birre artigianali, preparati di carne da cuocere e centrifughe. Prodotti un tempo di nicchia, ma che trovano sempre più spazio nel carrello degli italiani, evidentemente. Il che fa emergere gli italiani come un popolo che vira al salutismo e all’attività sportiva, cui piace mangiare e bere bene e amante delle nuove tecnologie: i 12 nuovi beni e servizi infatti sono i Preparati di carne da cuocere, i Preparati vegetariani e/o vegani, i Centrifugati di frutta e/o verdura al bar, la Birra artigianale, gli Smartwatch, i Dispositivi da polso per attività sportive, le Soundbar (barre amplificatrici di suoni), l’Action camera, le Cartucce a getto d’inchiostro, le Asciugatrici, le Centrifughe e i Servizi assicurativi connessi all’abitazione. Escono dal paniere le Videocamere tradizionali (sostituite dall’Action camera).

Sono 1.481 i prodotti elementari, raggruppati in 920 prodotti, a loro volta raccolti in 405 aggregati utilizzati nel paniere nel 2017 per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati). Per il calcolo dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) viene invece impiegato un paniere di 1.498 prodotti elementari, raggruppati in 923 prodotti e 409 aggregati.

Nel complesso, le quotazioni di prezzo rilevate ogni mese per la stima dell’inflazione sono circa 706.500, di cui più di 493.000 raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica e, oltre 137.500 centralmente dall’Istat. Le restanti 76.000 quotazioni provengono dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico.

Quanto ai pesi percentuali per categoria, mentre diminuisce la quota per prodotti alimentari e bevande analcoliche, aumenta il peso di trasporti, servizi ricettivi e ristorazione, servizi sanitari, ricreazione, mobili e abbigliamento.

Infografica: Il paniere dei prezzi al consumo nel 2017

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Nel mese di gennaio 2017, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,9% nei confronti di gennaio 2016. A dicembre il tasso di inflazione era stato dello 0,5%. Lo 0,9% è il tasso di inflazione più alto da settembre 2013, quando si registrò un dato analogo.

Inflazione allo 0,9%, Federdistribuzione contro la “reverse Charge” per la Gdo

I dati  provvisori per il mese di gennaio diffusi oggi dall’Istat registrano un tasso complessivo di inflazione pari al +0,9% rispetto allo stesso mese del 2015.

“Il dato di gennaio conferma la tendenza al rialzo dei prezzi già manifestatasi a dicembre 2016 e si mostra coerente con quanto sta avvenendo in Europa (+1,8%), sebbene su livelli inferiori – commenta Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – L’uniformità della dinamica inflattiva nel quadro europeo dipende dall’origine degli aumenti, in gran parte dovuti ai recenti incrementi del petrolio, che hanno colpito tutti i Paesi. In Italia, a questa pressione sui prezzi dovuta a fattori esterni, si è aggiunta la tensione generata dalle avverse condizioni climatiche, che ha inciso sul trend dei prodotti alimentari freschi”.

“Siamo quindi di fronte a un fenomeno di impennata inflattiva “insana” – continua il Presidente di Federdistribuzione – dovuta principalmente a componenti stagionali ed esogene, potenzialmente in grado di frenare ulteriormente la ripresa di un sistema economico che è ancora caratterizzato da consumi deboli, come testimoniato dalle vendite al dettaglio Istat, destinate a concludere l’anno 2016 intorno ad una variazione nulla (+0,1% nel periodo gennaio-novembre 2016).

“Del resto la stessa inflazione di fondo oscilla stabilmente negli ultimi mesi intorno a numeri compresi tra lo 0,2 e lo 0,6%: valori sempre leggermente positivi ma molto contenuti, a testimonianza di una domanda che non riesce a essere di vero stimolo  per quell’aumento dell’offerta che potrebbe attivare nuova occupazione e benessere”.

“In questo quadro, che vediamo proiettato anche nei prossimi mesi, occorre evitare interventi che possano ancora deprimere i consumi, come aumenti sulle imposte indirette. Anche la lotta all’evasione dell’Iva, una battaglia che condividiamo e che va combattuta, non può essere fatta scaricando gli oneri di impegni che dovrebbero essere della Pubblica Amministrazione su soggetti privati. Il “reverse charge” sulla GDO, già bocciato dall’Europa nel 2015, significa proprio questo: il settore sarebbe gravato da pesanti costi amministrativi e da perdita di liquidità, in un momento nel quale continua a soffrire l’ancora debole dinamica dei consumi – conclude Cobolli Gigli.

(da comunicato stampa Federdistribuzione).

Arriva a marzo da Lidl The Italian Gringo, la linea “spaghetti western”

Strizza l’occhio ai prodotti e all’immaginario del vecchio West, ma con quell’ironia tipica degli spaghetti western  “The Italian Gringo”, la nuova linea di Lidl Italia, sugli scaffali dal 9 marzo fino ad esaurimento scorte. E sono oltre 40 referenze tra prodotti secchi e freschi, articoli per la casa e non solo, con un minimo comun denominatore: l’interpretazione brillante e inedita dell’universo di cow-boy e indiani, ambientato tra ranch, saloon e grandi praterie.

italian-gringo-birra-il-boccaleLidl ha ideato e sviluppato la gamma rivisitando in chiave moderna uno dei generi più appassionanti del cinema italiano, che sta vivendo un rinnovo di interesse. Collaborando a stretto contatto con i fornitori, Lidl ha realizzato una selezione interamente Made in Italy, che coniuga qualità e creatività ad un prezzo conveniente, in linea con tutte le proposte della catena.

Il packaging accattivante, i nomi originali e le forme sfiziose sono tre ingredienti fondamentali che rendono i prodotti capaci di dare vita ad un momento conviviale, che intrattenga e immerga i clienti nei sapori e nelle avvincenti avventure Western. La linea si rivolge, infatti, ad un target sensibile alle novità e orientato ad un consumo esperienziale, che sappia coinvolgere e stimolare il consumatore a 360° gradi.

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Calamity chicken, una pizza alla pala con sfilacci di pollo, pomodoro e cipolla, le stelle dello sceriffo, tomini a forma di distintivo, o i frutti del deserto, ravioli alle fibre con ripieno di pancetta, peperoni e fagioli, sono solo alcune delle delizie a marchio “The Italian Gringo”, pensate proprio per offrire ai clienti momenti ludici e gustosi.

A Città Fiera di Udine apre il primo Let’s Toast d’Italia

Ha debuttato al centro commerciale Città Fiera il primo locale Let’s Toast, il format dedicato al pane in cassetta con farciture gourmet salate e dolci di Cir Food testato per la prima volta a Expo 2015.

lets_toast_udine_2Il primo Let’s Toast in Italia, che sorge in uno spazio di 40 metri quadri al piano terra nella Food&Express Plaza, strizza l’occhio sia ai nuovi consumatori, compresi in una fascia d’età tra i 15 e i 35 anni, i cosiddetti “millennials”, che alle famiglie che qui potranno trovare una proposta gastronomica golosa e al tempo stesso genuina.
I toast sono farciti con un assortimento di ingredienti Dop e Igp da provare in combinazione a quattro tipi di pane: bianco, integrale, multicereali e vegano. Oltre 30 i possibili abbinamenti: dal Bismarck al Vegan fino alle farciture dolci con gelato e frutta fresca. Arricchiranno il menu anche insalate miste, macedonie e smoothies.

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Altri 9 in Italia entro il 2020

All’inaugurazione di Udine seguirà, nel mese di febbraio, l’apertura di un altro locale Let’s Toast a Forlì, a conferma della volontà di CIR food di far crescere questo format.

«Entro il 2020 apriremo 9 Let’s Toast in Italia, portando la nostra esperienza nella ristorazione moderna in contesti di consumo sempre più veloci, in cui il tratto distintivo è la qualità dei prodotti, del servizio e degli spazi» ha dichiarato Emilio Fiorani, Direttore della Divisione Ristorazione Commerciale del Gruppo.

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Con oltre 40 anni di storia CIR food Cooperativa Italiana di ristorazione è una delle maggiori imprese italiane attive nella ristorazione collettiva (ristorazione scolastica, sociosanitaria, aziendale, per militari e per comunità), nella ristorazione commerciale e nei buoni pasto, con un fatturato di gruppo di oltre 550 milioni di euro. Oggi siamo presenti in 16 regioni e 68 province d’Italia, producendo oltre 82 milioni di pasti l’anno grazie al lavoro di 11.500 persone.

Franciacorta Outlet Village, parte l’ampliamento di 30 nuove unità più area food

Arricchire l’offerta del Village puntando ad ampliare il già considerevole numero di fashion brand e creare una nuova area ristorazione adeguata agli spazi e al design del Village: sono questi gli obiettivi dei lavori di fase 3 per il Franciacorta Outlet Village di Rodengo Saiano appena iniziati. Il progetto prevede uno sviluppo di circa 30 unità a doppia altezza distribuite su circa 5.000 metri quadri di SLP (superficie lorda complessiva).

L’Outlet gestito da Multi Outlet Management Italy (MOMI), filiale italiana del gruppo olandese Multi Mall Management, è uno dei cinque outlet del portfolio Land Of Fashion acquisiti dal Fondo americano Blackstone. La superficie attuale è di 32.650 metri quadri e comprende una galleria commerciale di 150 negozi che spaziano dai marchi moda di fama internazionale a quelli di nicchia, a prezzi ridotti fino al 70% tutto l’anno.

Le nuove unità commerciali si svilupperanno attorno alla Food Court e alla Cascina già esistenti e si presenteranno con grandi vetrine, pensiline in vetro, decori e arredi caratterizzati da uno stile che si si ispira all’architettura del territorio. Un elemento distintivo sarà la lussuosa galleria con copertura in metallo e vetro, che richiama le gallerie cittadine dell’800 e collegherà le varie aree commerciali.

«ll piano della terza fase dell’outlet – spiega il direttore marketing Multi Outlet Management Luca Zaccomer – è finalizzato a realizzare 5mila metri quadrati di ampliamento per un totale di 190 boutique. Con questa operazione vogliamo che i nostri visitatori abbiano un’offerta ancora più completa e caratterizzata dalla presenza di fashion brand di sempre maggiore prestigio. Inoltre, con la finalizzazione di questa terza fase saremo in grado di offrire un livello di ospitalità sempre più adeguato e all’altezza delle aspettative dei visitatori che speriamo possa contribuire a rendere ancora più attrattivo un territorio già fantastico come quello della Franciacorta».

Inaugurato nel 2003 come prima destinazione outlet della Lombardia, con oltre 160 negozi il Franciacorta Outlet Village sorge a 40 minuti di macchina da Milano ed è parte del portfolio Land of Fashion insieme a Mantova Outlet Village, Palmanova Outlet Village, Puglia Outlet Village, Valdichiana Outlet Village. Complessivamente in cinque outlet hanno accolto nel 2015 17 milioni di visitatori. In 150 mila metri quadrati commerciali accolgono oltre 600 punti vendita.

La birra artigianale piace anche in Cina, 32 via dei Birrai premiata ai China Beer Awards

L’onda lunga del successo della birra artigianale è arrivato anche in Cina, premiato con una manifestazione ad hoc, i China Beer Awards. E quattro birre artigianali del birrificio trevigiano 32 via dei Birrai si sono aggiudicate un posto sul podio di Hong Kong: un importante passo avanti nel mercato cinese, dove 32 è presente dal 2013 e distribuita non solo nelle principali città come Shangai e Pechino ma, grazie al successo delle vendite online, anche in molte altre regioni cinesi.

Curmi, Nebra, Audace e Atra sono le referenze premiate con la Bronze Medal. Il China Beer Award è un riconoscimento internazionale che premia le birre più vicine ai gusti dei consumatori cinesi e che mira a far conoscere nel paese le birre artigianali provenienti dal tutto il mondo.

«Siamo orgogliosi di essere saliti sul podio con le nostre birre – afferma Loreno Michielin, socio fondatore e Direttore Commerciale – la Cina rappresenta per noi non solo un importante luogo in cui distribuiamo con successo le nostre birre, ma anche un’opportunità continua di crescita e sviluppo. Siamo molto attenti alle esigenze dei consumatori asiatici ai quali proponiamo dei prodotti che sono sia ottimi da bere, sia perfetti per accompagnare i piatti della cucina cinese: questo premio dimostra che stiamo andando nella direzione giusta».

Il mercato cinese della birra è in rapida espansione ed è cresciuto molto negli ultimi cinque anni, tanto da aver superato gli Stati Uniti: nel 2015 infatti i cinesi hanno bevuto birra quasi due volte di più – circa 25 miliardi di litri – rispetto agli americani – 18 miliardi di litri – secondo il report di Euromonitor International. Nello specifico, dal 2010 al 2015, il mercato della birra artigianale in Cina è cresciuto del 23%.

32 Via dei Birrai, con sede a Pederobba (TV), è oggi presente in 35 Paesi del mondo. Il China Beer Award va ad unirsi agli altri prestigiosi riconoscimenti che ha ottenuto il microbirrificio, come l’inserimento nella Guida alle Birre d’Italia 2017 dell’associazione internazionale SlowFood.

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