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Anna Muzio

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Pam Local doppia apertura a Roma, e sono 13 i pdv aperti in due anni

Arrivano a quota 13 i Pam Local della capitale dopo l’inaugurazione di due nuovi store: ma la principale novità è rappresentata dal nuovo Pam local in Circonvallazione Ostiense 270/280, perché è il primo punto vendita in franchising della città di Roma che si aggiunge agli altri sette presenti sul territorio italiano.
Lo store è gestito da Raoul Monteleoni e Claudia De Dilectis, ex addetti alla vendita che, da clienti, si sono innamorati della formula local fin dalla prima visita allo store di Piazzale Adriatico. «Il successo dei negozi già operativi sul territorio italiano ci ha convinto che questo nuovo servizio di prossimità, che unisce la qualità e la convenienza alla comodità, possa essere la giusta strada imprenditoriale da intraprendere» commentano Raoul e Claudia. Il punto vendita è situato a due passi dal quartiere Garbatella e dall’importante snodo ferroviario di Roma Ostiense e sarà al servizio, oltre che dei residenti della zona e dei turisti, anche di chi, quotidianamente, si sposta dal centro, dove lavora, alle zone più periferiche.
La seconda apertura ha invece avuto luogo in Via Piave 45/47: il nuovo store si trova al centro del triangolo “artistico” formato dalla Galleria Borghese, dal museo MACRO e dalle Terme di Diocleziano. La zona, nota per le attrazioni turistiche e la presenza di importanti ambasciate, è frequentata dagli amanti dello shopping grazie alla presenza della Rinascente e di tanti altri negozi.

Proprio nel giorno in cui i dati Istat parlano di un aumento al 40% di disoccupazione giovanile, i nuovi Pam Local romani vantano un invidiabile primato: all’interno di ciascuno è impiegata una decina di dipendenti tutti under 28.
L’offerta dei Pam Local si contraddistingue per prodotti a prezzi bassi tutto l’anno, e da una gamma assortimentale ideata per soddisfare le esigenze di tutti i clienti, come gli amanti del bio e dell’etnico, i vegetariani, i vegani, gli intolleranti al lattosio e i celiaci.

La spesa si pagherà dall’automobile connessa: Auchan testa in Francia

Auchan testa in Francia un sistema, chiamato Automatric, per pagare senza scendere dalla propria automobile, tramite il riconoscimento della targa e il collegamento al computer di bordo, ormai nemmeno più un optional. Il sistema non è nuovo, è già utilizzato da oltre 60mila persone in Spagna e Portogallo presso un centinaio tra stazioni di rifornimento e parcheggi. Ma potrebbe essere utilizzato ad esempio per pagare la spesa al drive, un sistema molto diffuso (vedi Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica).

In Francia la filiale bancaria d’Auchan, Oney, per sviluppare il progetto presso gli ipermercati ha scelto di lavorare con PSA (gruppo che riunisce Peugeot e Citroen) per sviluppare il sistema, che in una prima fase richiederà di inserire nel computer di bordo un codice. Ma teoricamente, anche senza carta di credito o smartphone, ormai basta un clic dalla propria auto e il pagamento è effettuato.

«Siamo molto fieri di associarci con il grippo OSA per questa anteprima mondiale, La nascita della automobile connessa che apre delle nuove vie e delle belle opportunità per i servizi a bordo, coincide con l’innegabile decollo del settore dei pagamenti. Automatric è la conseguenza logica per dei consumatori che desiderano più fluidità. facilità d’uso e un percorso di acquisto che si adatti ai loo stil di vita» ha detto Jean-Pierre Viboud, Ad di Oney

Del resto il futuro dell’automobile è fatto di multiproprietà magari, ma senz’altro di connessione con i dispositivi del guidatore. Al Ces di Las Vegas si sono visti oltre ad auto self-drive, a quelle in grado di rivelare un parcheggio libero nelle vicinanze o determinare la presenza di biciclette, bizzarrie come il sistemi che riconoscono l’umore di chi guida e propongono una musica adatta. Il pagamento dunque è solo uno dei tanti servizi che promettono di rivoluzionare il rapporto con la nostra auto.

Le etichette anti-spreco? Si “tatuano” col laser su frutta e verdura

Sono avocado e patate dolci i primi prodotti venduti sfusi che sfoggeranno, al posto delle tradizionali etichette adesive o dell’imballaggio di plastica, etichette “tatuate” sulla pelle con un raggio di luce. Il progetto, che vede l’alleanza tra il distributore olandese di ortofrutta bio Nature & More e la catena di supermercati svedese ICA, potrebbe aprire la strada a una tecnologia disponibile da qualche anno, per niente invasiva e che consente enormi risparmi sul packaging.

Il sistema si chiama Natural Branding ed è una sorta di versione organica della marcatura laser. Le cellule trattate con fasci laser, eliminano una parte superficiale di pigmento nelle aree del marchio ma a livello molto superficiale, senza alterare in alcun modo le caratteristiche del prodotto o alterarne la shelf life, tanto che il sistema è stato approvato dagli organismi di certificazione biologica. 

Un sistema che garantisce tracciabilità evitando errori o scambi di ref tra prodotto biologici e non in fase di peso, dovuti ad esempio alla perdita delle etichette (che tra l’altro su alcune “bucce” fanno fatica ad attaccarsi: non a caso l’unico altro sperimentazione è stata fatta da M&S in Uk con delle noci di cocco). Non a caso sono utilizzate per identificare le referenze biologiche, più care delle altre. Ma soprattutto che consente risparmi di packaging evitando l’uso di materiali dannosi per l’ambiente come la plastica, che è una delle sfide future che inizia ad essere abbracciata da alcune insegne della Gdo.

Nature & More ha calcolato che il nuovo sistema di packaging solo per gli avocado permetterà di risparmiare 725mila confezioni quest’anno. Del resto ICA ha calcolato che nel 2015, per le 725.380 di avocado venduti sono stati usati 217 km di pellicola di plastica alta 30 cm ovvero 2.042 kg di plastica. L’equivalente dell’anidride carbonica prodotta da un’automobile che ha fatto 1,3 volte il giro del mondo.

«Il modo più sostenibile di confezionare è non confezionare. Pensiamo che i consumatori con una consapevolezza ecologica saranno soddisfatti, perché tutte le ricerche dimostrano che non amano le confezioni di plastica» ha detto Paul Hendriks, esperto di packaging di Nature & More. Tra l’altro il sistema permette di risparmiare non solo le singole confezioni ma anche le scatole di cartone e pallets.

 

Da febbraio sugli scaffali la mozzarella Brimi Latte fieno

Una mozzarella “speciale” ma anche tradizionale, perché fatta con latte di mucche alimentate con erba fresca d’estate e fieno d’inverno: la propone Brimi Centro Latte Bressanone, da decenni tra i leader italiani nella produzione di mozzarella nonostante la location molto poco “campana”, e si chiama, semplicemente, Mozzarella Latte Fieno. Sarà disponibile dal mese di febbraio sarà disponibile nel banco frigo del supermercato.
Il latte fresco da fieno Brimi è un latte naturale ed autentico. Le mucche vengono foraggiate in modo tradizionale seguendo il corso naturale delle stagioni, ovvero d’estate con erba fresca e piante di campo e d’inverno con fieno d’alpeggio. Una caratteristica che, insieme alla lavorazione secondo l’antica ricetta casearia, dona a Brimi mozzarella Latte Fieno una consistenza morbida ed elastica ed un gusto fresco, autentico, intenso ma al contempo delicato.
Priva di OGM, mozzarella Latte Fieno è anche fonte di acidi grassi omega-3 e acidi linoleici.

Quando è l’app che porta in negozio, Papèm da Milano punta all’Italia

È la app che abbatte le distanze tra il negozio fisico e quello virtuale. E per festeggiare il suo primo anno di vita si regala un finanziamento di 430mila euro e l’allargamento a nuove città. Perché attualmente Papèm è disponibile solo a Milano e a Palermo. Il principio della start-up, guidata da Alberto Lo Bue, Carlo Alberto Lipari e Roberto Pirrone, è semplice ma geniale: grazie alla app scaricata sul proprio smartphone si trovano informazioni, su base geolocalizzata, su prodotti e negozi di abbigliamento e design. Gli utenti possono informarsi sull’offerta di prodotti dei negozi attorno a loro, scoprire promozioni riservate alla community e guadagnare punti (i “pèms”) per avere visitato i negozi partner.

Il progetto di allargamento sarà reso possibile da un round di finanziamento di 430mila euro ottenuto grazie a un gruppo di business angel. Oltre all’allargamento a nuove città, nel 2017 sarà lanciata una nuova versione dell’app per iOS e Android e ci sarà il raddoppio dello staff, attualmente di dieci dipendenti.

«La chiusura di questi round di finanziamento – dice Alberto Lo Bue, 26 anni, CEO e co-fondatore della società, ex data scientist a Rocket Internet – costituisce un passo fondamentale per Papèm e per la sua crescita. Il mercato delle vendite multi-canale è immenso e con una crescita del +40% da un anno all’altro. Se consideriamo esclusivamente le grandi città nel mondo, le vendite in negozio influenzate dal mobile valgono circa 31 miliardi di euro. Per molti dei nostri partner, Papèm è l’unica presenza mobile e i risultati di Milano e Palermo dimostrano come l’app abbia il potenziale per diventare il migliore compagno di shopping, in grado di supportare il consumatore su diversi touchpoint da casa, in mobilità, e all’interno dei punti vendita».

Papèm permette ai brand di raggiungere i clienti giusti al momento giusto con contenuti geo-localizzati altamente rilevanti. Gli utenti hanno tutte le informazioni necessarie per programmare il loro shopping, interagendo con i brand, conoscendo i loro prodotti e accedendo a promozioni speciali. Questi non solo in casa ma anche in negozio o per strada. L’app dà visibilità ai prodotti presenti nei punti vendita del brand in tempo reale. Allo stesso tempo, grazie ad algoritmi basati su criteri geo-comportamentali, permette di portare in negozio visite che si trasformano in acquisto il doppio delle volte rispetto a quelle tradizionali. Infine, i brand possono monitorare costantemente la loro performance e accedere a dati e informazioni rilevanti a fini strategici. Papèm attualmente ha oltre 20mila utenti attivi con una crescita del 20% su base mensile, e 200 negozi visualizzabili su una mappa delle due città. Tra i brand disponibili Brooks Brothers, PVH, Diesel, Mandarina Duck, Camicissima, Alberto Guardiani, Woolrich, Obey, Waimea, Maison Laponte, Nike, Hummes, Le Coq Sportif, Diadora, Date, Converse e Adidas.

Quattro minuti per gli occhiali, 4 giorni per un divano: i tempi dell’e-commerce (Infografica)

Praticità e risparmio di tempo sono da sempre i motivi che hanno decretato il successo dell-e-commerce. Ma quanto tempo realmente impieghiamo per acquistare un prodotto sul web? Ce lo dice una ricerca effettuata da Shopalike, portale di shopping attivo dal 2009 in 12 paesi d’Europa: Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Italia, Olanda, Norvegia, Polonia, Svezia e Slovacchia. Già perché oltre al prodotto, il tempo d’acquisto varia anche da Paese a Paese.

infograficaSi scopre così che, se la maggior parte degli acquisti avviene entro le 48 ore, l’abbigliamento, tranne una semplice t-shirt, si trova al centro, richiedono più tempo alcuni importanti complementi d’arredo come divani, mentre accessori e giocattoli solo nella prima sezione della timeline.

Come è il comportamento di acquisto in Italia? Per quanto riguarda le macro-categorie, per abbigliamento e accessori in Italia occorrono circa 60 minuti, così come per le borse. Meno di un’ora (52 minuti) per gioielli e bigiotteria. Nel Belpaese poi si è particolarmente veloci a comprare accessori di cucina (non a caso siamo i più bravi al mondo in quanto a cibo, o così crediamo), con solo 18 minuti, e accessori per gli amici a quattro zampe, con 11 minuti. Più tempo invece per gli orologi, e tutto ciò che è legato allo sport. La categoria che richiede più tempo in assoluto è quella dell’arredamento, dovuto probabilmente ad una spesa media maggiore. Per quanto riguarda i singoli prodotti, nella ricerca è emerso, ad esempio, che per un vestito ci vogliono 30 minuti. Più di un altro prodotto amato dal pubblico femminile, il profumo, con 13 minuti – ma molto meno di un accessorio come gli orecchini. Per questi ultimi infatti c’è bisogno di 17 ore. Il prodotto più amato sembrano essere gli occhiali da sole, con solo 8 minuti. La decisione più ardua è per il tavolo, ben 83 ore.

La differenza nel tempo d’acquisto nei diversi paesi

Se nella maggior parte dei paesi per compare abbigliamento ci vuole all’incirca un’ora, in Francia se ne impiegano fino a 4 – il tempo più lungo per questa categoria. All’opposto, la Slovacchia è il paese più veloce a comprare vestiti, con meno di 20 minuti dal momento in cui il prodotto è visto per la prima volta fino alla decisione finale. Simile situazione per un’altra importante categoria nell’e-commerce, calzature. La media è di 68 minuti in Europa, ma con un massimo – simile al precedente – di 4 ore per la Francia e invece di soli 10 minuti per la Norvegia. Per l’arredamento, la maggior parte degli utenti finalizza l’acquisto entro un’ora, tranne per Italia e Francia.

La ricerca è stata effettuata da Shopalike nel 2016, basata sugli acquisti di 12 paesi lungo l’arco di 18 mesi. Lo studio prende in esame 160 categorie principali, dall’arredamento ai giocattoli, con più di 2000 stili, grazie ad un database di più di 100 milioni di prodotti

L’infografica mostra ore e minuti di cui un utente medio Europeo ha bisogno per finalizzare l’acquisto di alcuni dei prodotti più comuni.

infografica

La nuova Nutella limited edition è unica grazie alla tecnologia

Milioni di pezzi uno diverso dall’altro che rendono la confezione di Nutella, di fatto, unica: è la promessa della nuova limited edition della spalmabile più famosa del mondo.

Ciascun vasetto è infatti identificato da un numero seriale progressivo e da una grafica diversa che lo rende un pezzo unico. La nuova Special edition si avvale di una tecnologia che si basa sullo sviluppo grafico di un “pattern” da cui, grazie a uno zoom e tecniche di rotazione randomiche, è stato possibile ottenere milioni di stampe diverse e uniche. Lo sviluppo del processo tecnologico è stato realizzato in due anni affinché l’idea potesse diventare un progetto concreto.

Nei punto vendita della Gdo da metà gennaio, la nuova edizione è accompagnata da una campagna di comunicazione la cui colonna sonora è firmata dalla cantautrice Lidia Schillaci che interpreta una versione inedita del celebre brano di Rita Pavone “Come te non c’è nessuno”, canzone che recita il claim scelto da Nutella per la sua special edition.

I Nutella lovers potranno creare un video su Facebook di 18 secondi scegliendo le foto dal loro profilo che li ritrae con una persona cara alla quale potranno dedicare la video dedica con il sottofondo della canzone “Come te non c’è nessuno” interpretata da Lidia Schillaci.

La personalizzazione è uno delle richieste del consumatore di oggi, che vuoi (almeno l’illusione) di essere almeno un po’ unico. Un percorso che già Nutella aveva intrapreso con le precedenti campagne con le confezioni con il nome, messaggi e infine parlando i dialetti da nord a sud dell’Italia. Ma questa volta la personalizzazione si è spinta oltre, dando uno sguardo su ciò che potrà essere il futuro.

Esselunga, vendo o non vendo? Gli eredi litigano, a Pasqua lo sbarco a Roma

Per Esselunga il dopo-Caprotti è fatto di litigi sull’eredità e di importanti novità. Prima tra tutte la storica apertura del primo store a Roma, ormai imminente malgrado i tanti problemi che hanno contrassegnato il progetto. Rallentato anche dai conflitti tra gli eredi del fondatore del marchio della grande esse, scomparso nell’ottobre dello scorso anno. Sullo sfondo, il futuro e la continuità del più importante marchio privato della grande distribuzione italiana, che vanta 153 punti vendita, 22mila dipendenti e 7,3 miliardi di ricavi.

Se il fondatore nel testamento era stato categorico circa la vendita a un soggetto internazionale (vedi Esselunga, Caprotti nel testamento caldeggia Ahold, altolà a Coop), secondo Repubblica, “Marina Caprotti, erede universale insieme alla madre del 70% di Supermarket Italiani, sembrerebbe determinata a proseguire l’attività di famiglia col marito Francesco Moncada. Al suo fianco ci sarebbero l’ad Carlo Salza e Germana Chiodi, storica dirigente diventata milionaria, grazie ai lasciti di Caprotti. Sembra invece di diverso avviso la moglie Giuliana Albera che, seguendo alla lettera il testamento del marito, sembrerebbe orientata a intraprendere per gradi un processo di valorizzazione, magari con un disimpegno parziale della famiglia, per affidare la gestione a un altro colosso del settore”.

Le notizie di questi giorni poi vedono gli eredi scontrarsi a colpi di carte da bollo sul patrimonio di Caprotti, malgrado il testamento del fondatore di Esselunga intendesse evitare questa faida. I legali dei due figli di Bernardo avuti dalla prima moglie, Giuseppe e Violetta, con i quali l’imprenditore ebbe per tutta la vita rapporti controversi e che egli non avrebbe ritenuto idonei a prendere in mano il suo impero, puntano a mettere le mani su un patrimonio del valore di alcune centinaia di milioni costituiti da una barca, da alcuni quadri, da immobili e da altri oggetti donati da Caprotti. In particolare nel mirino ci sarebbero alcuni edifici esclusi dall’eredità legittima spettante ai figli di primo letto: quelli di proprietà della Dom 2000, una dozzina in affitto a Esselunga, e lo storico palazzo di famiglia in via del Lauro a Milano, controllato dalla Edilizia del Lauro srl. Immobili che secondo i legali di Violetta e Giuseppe Caprotti sarebbe stati sottostimati rispetto al valore di mercato. Insomma, il testamento di Caprotti senior trascurerebbe molti immobili e i figli di primo letto si riterrebbero danneggiati e potrebbero impugnarlo. Presto un incontro potrebbe porre le basi per un accordo tra Violetta e Giuseppe e la vedova Giuliana Albera e la figlia di secondo letto Marina Sylvia.

E veniamo a Roma. Ci siamo, o quasi. Per la Pasqua 2017 ci sarà finalmente il taglio del nastro del primo ipermercato Esselunga nella capitale, in zona Prenestino. L’inaugurazione sarebbe dovuta avvenire prima dello scorso Natale, ma problemi burocratici e la morte di Caprotti hanno rallentato l’impresa. La struttura, che sorgerà alla periferia Est della metropoli, nella popolosa area tra Via Prenestina e viale Palmiro Togliatti (ironia della sorte vuole che il primo store del marchio fondato da un anticomunista e avversario storico delle coop avvenga proprio nella grande arteria dedicata al leader del Pci…), si estenderà su oltre 8mila mq. L’edificio, ormai completato (si stanno ultimando le infrastrutture esterne come la viabilità e i parcheggi), sorge all’interno del complesso Centro Servizi Prenestino, previsto da un accordo di programma che risale addirittura al 2003 e ratificato nel 2010 dalla Regione Lazio. Nell’area dovrebbero sorgere anche un centro sportivo, un centro direzionale e un edificio per servizi pubblici per un totale di altri 30mila metri quadri di superficie. Un grande progetto in mano alla famiglia di costruttori Mezzaroma, del quale l’ipermercato Esselunga costituisce quindi un’appetitosa anticipazione.

Penny premia sport e volontariato sul territorio

Foto: facebook Team Siena Bike.

Premiare chi sul territorio si fa garante di iniziative volte a favorire lo sport e il benessere, non a scopo di lucro ma con azioni di volontariato e, spesso, assai pochi mezzi: anche questa è responsabilità sociale. Non si tira indietro Penny Market, catena discount del gruppo Rewe, con il concorso PENNY, Partenza e Vinci! lanciato a settembre in collaborazione con il CONI. Tre le realtà vincitrici: Asd Virtus Modugno di Bari, Team Siena Bike ASD di Siena e Asd Iron Man di Siracusa, con premi di 20mila, 15mila e 10mila euro.

Team Siena Bike è una di quelle realtà, create e gestite da operatori e volontari pieni di passione, che costituiscono il nerbo dello sport nel nostro Paese. L’Associazione, nata a Siena per volontà di un gruppo di amici amanti della MTB, è infatti il punto di incontro di appassionati sportivi: atleti, piccoli allievi e allenatori che condividono la passione per questa disciplina. Ma per svolgere al meglio la loro attività hanno bisogno di fondi. Grazie all’impegno di tutti coloro che nei mesi di settembre e ottobre hanno fatto la spesa in Penny e hanno votato Team Siena Bike ASD, PENNY, Partenza e Vinci! l’Associazione è riuscita a conquistare il secondo posto del podio, vincendo un premio del valore di 15.000 euro per portare avanti le proprie attività e rinnovare le attrezzature del centro sportivo in uso.

«Il progetto ribadisce il ruolo non solo economico ma anche sociale del nostro marchio – ha dichiarato il COO di Penny Market Italia Gotthard Klingan -. I nostri store hanno la funzione di negozio di prossimità garantendo non soltanto una ampia gamma di prodotti di alta qualità ma inserendosi nel tessuto sociale del quartiere, promuovendo a livello locale azioni di corporate social responsibility. ‘PENNY, Partenza e Vinci!’ si inserisce proprio in una prospettiva di sostenibilità sociale e di vicinanza al territorio in cui operiamo».

“Siamo davvero entusiasti per questo premio e desideriamo rivolgere un grazie sincero a Penny Market, per averci permesso di raggiungere il secondo gradino del podio con il concorso PENNY, Partenza e Vinci!”, e a tutti coloro che supportandoci hanno contribuito alla vittoria, compresi i direttori dei punti vendita Penny sul nostro territorio” ha commentato Roberto Panti, presidente di Team Siena Bike ASD.

 

Pam Panorama, un assegno per le popolazioni colpite dal terremoto

Da sin. Flavia Pola, Fundraising Officer CRI per sisma Centro Italia, Ivan Capranica, Dir. Logistica Pam, Flavio Ronzi, Segretario Generale CRI.

Sembra non finire l’odissea di sofferenza e difficoltà per le popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto e da un’eccezionale ondata di neve e maltempo, e la Gdo continua e mobilitarsi per dare una mano, attivando varie iniziative di raccolta fondi nei punti vendita. Così Pam Panorama, società di Gruppo Pam, che ha consegnato ufficialmente alla Croce Rossa Italiana un assegno da oltre 136.000 euro che le aziende del Gruppo hanno raccolto e devoluto nelle settimane passate.

Il contributo è frutto della raccolta fondi organizzata da Pam Panorama alla quale hanno generosamente contributo sia i clienti di Pam Panorama che i dipendenti delle aziende di Gruppo Pam. Il Gruppo Pam ha poi raddoppiato il valore della somma per un ammontare totale di 136.666 euro, utilizzati dalla Croce Rossa Italiana per acquistare le derrate alimentari, i beni di prima necessità e per mantenere le strutture di accoglienza nelle zone terremotate.

«Siamo fieri di aver contribuito attivamente al sostegno delle popolazioni terremotate e di aver dato un aiuto concreto alla Croce Rossa Italiana, che ancora oggi è presente sul territorio del Centro Italia per supportare i nostri connazionali – ha commentato Ivan Capranica, Direttore Logistica di Pam PANORAMA –. Il nostro contributo è stato reso possibile dai piccoli e grandi gesti solidarietà dei nostri clienti e dei nostri dipendenti e colgo l’occasione per ringraziarli pubblicamente». 

«Ringraziamo il Gruppo Pam perché, anche grazie al loro generoso contributo, possiamo lavorare alla ricostruzione delle località colpite dal sisma in Centro Italia. Vogliamo strutturare e potenziare il territorio in termini di capacity building – afferma Flavio Ronzi, Segretario Generale di Croce Rossa Italiana – affinché la popolazione disponga di tutti gli strumenti per rispondere con efficacia ad un evento sismico più o meno forte. Ciò significa lavorare per rafforzare ad ogni livello la dimensione locale anche dal punto di vista della resilienza, concentrando sforzi ed energie sulla capacità di reazione in seguito ad un trauma come potrebbe essere quello di un terremoto. Nessuna cattedrale del deserto quindi, ma progetti radicati che aiutino a riattivare il tessuto produttivo delle zone colpite dal sisma».

Pam Panorama, società che opera con le insegne Pam, Panorama e Pam local, fa parte di Gruppo Pam, gruppo di riferimento nel mondo della grande distribuzione italiana da quasi 60 anni.

Gli oltre 160 punti vendita che compongono la rete Pam Panorama sono presenti in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo.

 

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