CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Sostenibile, pratico, da consumare fuoricasa: è il nuovo packaging dello yogurt

Sostenibile perché consente di risparmiare plastica, pratico perché richiudibile e adatto a un consumo fuori casa: è la nuova soluzione di packaging dello yogurt, proposta da Tetra Pak e testata dall’azienda svedese Skånemejerier.

Le bottiglie di plastica hanno un impatto ambientale molto superiore rispetto agli imballaggi in cartone, costituiti prevalentemente di carta proveniente da foreste certificate FSC e da altre fonti controllate. Spostando 2,1 milioni di contenitori per lo yogurt da bere dalla plastica al cartone, l’azienda ha calcolato che ridurrà l’uso di plastica di oltre 45 tonnellate all’anno.
«Questa scelta è parte del nostro più ampio impegno verso il rispetto degli animali e della natura, e siamo felici di constatare che i consumatori rispondono in maniera molto positiva. Test di mercato hanno dimostrato che i consumatori preferiscono il packaging in cartone alla bottiglia di plastica, soprattutto per motivi di carattere ambientale» dice Armina Nilsson, Sustainability Manager di Skånemejerier.
«Il nuovo Tetra Top 330 Mini Nallo è una delle nostre più recenti innovazioni rivolte alle giovani generazioni, che tiene conto delle loro esigenze: il loro crescente interesse verso l’ambiente, l’esigenza di confezioni con un look innovativo e il loro desiderio di un contenitore pratico, richiudibile e adatto al consumo fuori casa» spiega Charles Brand, Executive Vice President, Product Management and Commercial Operations di Tetra Pak.
Con un pannello a forma di “V” sull’angolo, Tetra Top Nallo consente alle aziende di mettere in evidenza i loro messaggi sul pacchetto e rendere i propri prodotti visibili sullo scaffale. Allo stesso tempo, la sua linea alta e slanciata offre al consumatore una facile presa, mentre l’ampia apertura rende l’esperienza di consumo piacevole. Inoltre il tappo è ad apertura “one-step” e può essere richiuso in modo sicuro.

Il prodotto sarà disponibile per un rilascio limitato ai clienti all’inizio del prossimo anno.

Sul web, Mondo Convenienza batte Ikea, ma tutto l’arredo vince

Un settore mobile e vivace, anche se guidato dalla convenienza, è quello dell’arredo online: a novembre, Mondo Convenienza torna sul gradino più alto del podio nella classifica stilata da BEM Research dei migliori brand online nel settore. Al secondo posto si conferma Ikea, mentre Conforama balza in avanti e conquista il terzo gradino. Maisons du Monde scivola in quarta posizione perdendo il primato registrato lo scorso ottobre, Mini in the box guadagna una posizione e torna in top five, scavalcando Poltronesofà.

Tra i brand che a novembre hanno registrato le performance migliori sul web spicca Eurocali, che dal 17° posto arriva in ottava posizione. Diverse sono le new entry di questo mese: tra quelle con le migliori prestazioni si possono citare Las Mobili, Giessegi e Mak Mobili.

La classifica di BEM Research ha analizzato l’andamento di circa 60 siti web del settore arredo. La performance media è stata pari a 31,9 punti, sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente. In netto aumento (+35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) sono state le tendenze di ricerche di parole collegate all’arredamento: .

«L’arredo è un settore molto dinamico in cui la competizione sul web è particolarmente accesa – dice Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research –. Gli utenti si rivolgono sempre più spesso a Internet per individuare ed eventualmente acquistare i mobili per la loro casa. Le imprese che producono e/o vendono mobili sembra siano consapevoli di queste dinamiche di mercato, e quindi dedicano particolare attenzione al web, come testimoniato dall’elevato numero di aziende presenti nella classifica del BEM Rank. Confortante che circa due terzi dei brand con le migliori performance sul web siano italiani, un’ulteriore conferma sul fatto che il made in Italy nell’arredamento possa offrire un rilevante contributo alla crescita del paese».

bem-reserach

I dati sulla produzione industriale italiana nell’arredo vedono una crescita nei primi nove mesi del 2016 pari al 2,5% rispetto all’anno prima, segnalando una buona dinamica. La strada da compiere per recuperare i livelli pre-crisi è però ancora molto lunga: rispetto al 2006 la produzione è diminuita di circa il 26%. Maggiore responsabile è la crisi del mercato domestico. Un vero rilancio del settore potrebbe dunque passare attraverso il web e l’immenso bacino di utenti che si possono raggiungere attraverso questo canale di vendita.

Gabel, nuovo layout a Vicolungo con i prodotti come protagonisti

Un nuovo spazio di 235 metri quadri tutti dedicati alla biancheria per la casa: lo ha aperto Gabel al Vicolungo Outlet, il parco commerciale dedicato allo shopping e allo stile in provincia di Novara.

All’interno del nuovo negozio, che ha tre vetrine, si trovano i quattro brand del gruppo, Gabel, Somma, Vallesusa e Pretti, a prezzi convenienti tutto l’anno. In uno stesso spazio sono presentati prodotti tessili per la camera da letto e la cucina, il bagno e il living.

Per questa location l’azienda ha progettato un nuovo layout espositivo, che sottolinea la personalità del Gruppo lasciando ampio spazio alle collezioni. Grazie a particolari strutture sospese che fanno da quinta, i prodotti sono i protagonisti assoluti, dagli accappatoi alle coperte, dalle tovaglie alle trapunte e molto altro.

[Not a valid template]

«In un momento in cui il centro continua ad inserire prestigiosi brand di moda abbiamo sentito l’esigenza di presentarci con un nuovo look dalla personalità spiccata, che riuscisse ad emergere e che allo stesso tempo fosse allineato con le collezioni proposte – afferma Michele Moltrasio, Presidente del Gruppo Gabel –. Il risultato è stato soddisfacente sia in termine di visite sia di conversione all’acquisto, confermando il valore della scelta».

Fattorie Scaldasole lancia Teddi Tribe, yogurt bio, per bambini, da consumare fuoricasa

Una nuova linea di yogurt biologici pensata, nei gusti e nel formato, per bambini e ragazzi che hanno voglia di sperimentare nuovi sapori, nuovi modi di mangiare e fare merenda: sono i Teddi Tribe di Fattorie Scaldasole.

Il formato pouch serve per restare fuori dal frigo fino a quattro ore, e li rende facili da portare con sé a scuola, nel parco o per una merenda a casa di amici.

Ma la vera novità, oltre al formato, è rappresentata dai gusti, originali, golosi e nuovissimi sul mercato: Cola, Zucchero filato, Panna e Fragola. Tre proposte che stuzzicano fantasia e curiosità, per fare dello yogurt un’occasione di sano divertimento. obiettivo: avvicinare le esigenze di sicurezza delle mamme con quelle di gusto dei bambini.

I nuovi yogurt contengono esclusivamente zucchero di canna biologico, sono fonte di calcio e privi di glutine: il logo della spiga barrata sulla confezione garantisce il consumo anche alle persone celiache.

Fattoria Scaldasole da trent’anni affianca all’approccio nutrizionale un forte legame con l’ambiente e la natura, il tutto tradotto nel rispetto delle risorse, nell’applicazione di metodi di agricoltura ecosostenibile e nella scelta di materie prime biologiche.

Il 74% degli italiani ha una carta fedeltà, ma per Nielsen si può “personalizzare” di più

Ci piacciono, i programmi fedeltà. Quasi tutti noi siamo iscritti ad almeno uno, più spesso a più d’uno. Lo rivela la “global survey” di NielsenRetailer loyalty: card-carrying consumer perspectives on retail loyalty-program participation and perks” elaborata su un campione di oltre 30mila persone in 63 nazioni. Un’indagine che fotografa l’Italia come un Paese estremamente interessato alla fidelizzazione del cliente tramite sconti e vantaggi, ma con ampi margini dì crescita: il 74% degli Italiani infatti ammette di essere iscritto a un programma fedeltà presso almeno un rivenditore che offre questo tipo di servizio, un dato ben superiore alla media europea e mondiale che è del 66%. Il 44% dei nostri connazionali aderisce a un numero compreso tra 2 e 5 di questi programmi, mentre un consumatore su sei (il 17%) è iscritto ad almeno sei programmi.

E che queste tessere non stiano soltanto là ad appesantirci il portafogli ma sono realmente utilizzate lo dimostra il fatto che il 62% del campione dichiara di preferire, ove possibile, fare acquisti nei negozi che offrono carte fedeltà, naturalmente a parità di prezzo e di condizioni. Addirittura per il 60% il programma fedeltà costituisce l’unico motivo per continuare a preferire un negozio a un suo concorrente, e il 55% è disposto a spendere maggiori somme di denaro presso chi lo fa sentire un cliente “speciale”.

In questi modo aziende globali forniscono un servizio che viene percepito quasi “sartoriale” dal cliente. «La personalizzazione dell’offerta – spiega Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – costituisce il futuro dei programmi di fidelizzazione soprattutto in Italia, dove i margini di crescita in questo sono ancora molto ampi. Occorre costruire una relazione personale per interagire in maniera diretta con il cliente, ad esempio attraverso i social media. Occorre quindi mettere in atto strategie di marketing che differenzino i contenuti delle singole iniziative per non far perdere la propria efficacia. Il compenso in denaro non può più essere considerato l’elemento differenziante. Si tratta quindi di mettere in cantiere progetti altamente coinvolgenti. Per esempio un’azienda che voglia consolidare la propria reputazione nella corporate social responsibility potrà far partecipare i propri clienti a iniziative di charity o ecosostenibili, espressamente dedicate a chi ha dimostrato di essere sensibile ad esempio a prodotti ecosostenibili».

La nuova frontiera del commercio ha però ancora confini tradizionali. Il pubblico, per dire, sembra gradire ancora la tessera di plastica rispetto a quella virtuale: in Italia il 79% dei consumatori preferisce tirarla fuori dalla tasca ogni volta, un dato inferiore a quello della Gran Bretagna (82%) e di poco superiore a quello della Germania (76%), laddove invece in Francia e Spagna il dato scende rispettivamente al 64 e al 45%. Nell’online non a caso siamo piuttosto indietro: solo il 19% del campione dichiara di avere un account digitale e ancora meno (il 15%) utilizza le app del retailer sul proprio dispositivo. Un dato inferiore a quello del resto d’Europa, in coerenza con la minore penetrazione di Internet da noi (62%).

Orari d’apertura: per la Consulta illegittime le limitazioni all’attività commerciale

Un punto a segno per le aziende della Gdo nel lungo braccio di ferro pro e contro le aperture prolungate e nelle giornate festive è stato messo a punto dalla sentenza della Corte Costituzionale, che con sentenza n. 239/2016 ha decretato l’incostituzionalità delle norme restrittive stabilite lo scorso aprile da una legge della Regione Puglia.

Tale legge, la n. 24 (Codice del Commercio) prevedeva alcuni ostacoli allo sviluppo del commercio: dai limiti nell’orario di apertura dei negozi, al divieto di vendita di particolari merceologie o settori merceologici se per “programmi di valorizzazione commerciale”, stabilendo la necessità di apposite autorizzazioni espresse o di controlli ex-ante all’esercizio di attività commerciali da parte del Comune. In sintesi, sui primi due punti la Corte ristabilisce il principio secondo cui “alle Regioni non è consentito dettare disposizioni di carattere limitativo o discriminatorio fra operatori, sia in ragione del fatto che la materia è di stretta e necessaria competenza statale, sia perché una disciplina di questo segno produce restrizioni alla libera concorrenza che operano in danno al sistema economico”.  Sul terzo punto rifacendosi ai principi di liberalizzazione indicati dal d.l. n. 201 del 2011 (Salva Italia), stabilisce “la libertà di apertura, accesso, organizzazione e svolgimento delle attività economiche, abolendo le autorizzazioni espresse e i controlli ex ante, con la sola esclusione degli atti amministrativi di assenso o autorizzazione o di controllo, posti a tutela di specifici interessi pubblici costituzionalmente rilevanti e compatibili con l’ordinamento dell’Unione europea, secondo quanto stabilito dalla Direttiva n. 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno, e comunque nel rispetto del principio di proporzionalità”.

Scontata la soddisfazione è stata espressa da Federdistribuzione.

“La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta l’ennesima conferma che l’impianto di liberalizzazione delle attività economiche costituito dalle leggi Salva Italia e Cresci Italia non può essere modificato da norme regionali, in quanto attinente alla materia di tutela della concorrenza, ambito di competenza esclusivamente statale“ ha dichiarato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione.

“Dopo questa sentenza, così ampia per argomenti trattati e così uniforme e coerente nei suoi giudizi, siamo sempre più convinti che farsi portavoce di istanze che tutelino la libertà dell’imprenditore nel gestire la propria attività sia il modo migliore per contribuire a disegnare un commercio sempre più moderno e capace di rispondere alle nuove esigenze dei cittadini e alle sfide che l’e-commerce propone” conclude Cobolli Gigli.

 

 

Sconti e punti se si entra in negozio, è l’App CheckBonus, che raccoglie investitori

C’è anche Mediaset tra i nuovi investitori di CheckBonus che hanno operato un aumento di capitale di 2 milioni di euro: punto d’incontro tra store fisico ed esperienza mobile, l’app incentiva lo store traffic premiando i consumatori che entrano in negozio con buoni sconto, punti o gift card.
La startup fondata da Pierluigi Casolari e Yuri Ceschin nel 2013 ad oggi ha oltre 200.000 utenti e collabora con oltre 2.000 negozi appartenenti a 10 gruppi commerciali. Tra questi Chicco, La Feltrinelli, OVS, Salmoiraghi & Viganò, Geox, Flying Tiger Copenhagen, Profumerie Douglas, Toys Center
L’applicazione, disponibile per iOs e Android, si basa su un principio semplice: più tempo trascorri nei negozi, più punti vendita visiti tra quelli convenzionati, più accumuli punti che ti permettono di acquisire sconti attraverso buoni acquisto e gift card, oltre a ottenere offerte e promozioni esclusive. Un modo coinvolgente per promuovere “la pedonalità nei punti vendita”.

Come funziona

4-prize-catalogLato azienda, l’App consente, grazie a un’innovativa piattaforma di proximity marketing, a brand e insegne di comunicare nel punto vendita con i propri consumatori aumentando il traffico e la fidelizzazione del consumatore. Gli ingressi vengono certificati attraverso la tecnologia iBeacon. 

L’utente,  da parte sua, visualizza sullo smartphone i negozi convenzionati più vicini. Appena entra in uno di questi, riceve un avviso relativo alle offerte in corso nel punto vendita, e inizia ad accumulare punti. Automaticamente, l’utente riceve una notifica dei punti raccolti e delle promozioni presenti in negozio. In alcuni store il punteggio aumenta in base al reparto che si visita. Tra le notifiche è possibile salvare quelle di interesse, usufruendo subito dei buoni sconto ad esse collegati. È anche possibile monitorare il proprio punteggio e decidere a quale premio accedere nell’elenco di CheckBonus, che propone sconti da 5 a 50 euro su viaggi, elettrodomestici, alimentari, beauty e altro.

Carrefour, il nuovo supermercato aggrega anche con mostre ed eventi di beneficenza

È ancora in prima linea il Carrefour di viale Bezzi a Milano, fiore all’occhiello della catena per il layout davvero innovativo in un’ottica gorumet. Dopo le degustazioni, organizzate ciclicamente nel punto vendita, e le lavorazoni a vista, il bar e il sushi, l’angolo gelateria con Grom e il cibo orientale preparato al momento, il punto vendita accoglie iniziative di taglio puramente culturale e sociale.

È dunque così il supermercato del terzo millennio, che si trasforma e, per attirare clienti, diventa luogo di aggregazione

L’iniziativa che ha avuto luogo l’11 novembre è un vernissage sul mondo del gusto e del food dedicato ai propri clienti seguito da un’asta di beneficenza di fotografie d’autore a favore di Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus per progetti dedicati ai bambini in condizioni di disagio in tutta Italia. Le 21 fotografie d’autore, tratte dal magazine Vivi di Gusto e scattate da Hive Studio, sonos state battute all’asta gestita da una prestigiosa casa di Milano. Il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus per un progetto di sensibilizzazione sui diritti, doveri e il volontariato attraverso il divertimento e la fantasia detto “Una risata per ricordare i Diritti dei bambini”, uno spettacolo teatrale con 600 bambini delle scuole primarie di Bologna e Milano per sensibilizzare il pubblico sull’importanza dei diritti.

“Vivere di gusto significa cercare sempre la qualità anche nella vita di tutti i giorni e questa è un’occasione unica per coinvolgere attivamente i nostri clienti in una attività che stravolge la tradizionale concezione del supermercato trasformandolo in un posto d’incontro e di sensibilità sociale. Crediamo fortemente nella missione di Fondazione Francesca Rava, con la quale collaboriamo su diversi fronti e siamo certi che il ricavato di questo evento possa portare un aiuto concreto” ha commentato Stephane Coum, direttore Supermercati Carrefour Italia.

 Per una visita del supermercato guarda la nostra fotogallery: Chiamalo, se vuoi, Gourmet 2.0: a Milano si rinnova il format “premium” di Carrefour

A Milano nel 2019 arriva Westfield, obiettivo 25 milioni di visitatori l’anno

Un centro iconico in una location iconica: così Stephen Wood, Development Director Westfield, ha definito il centro commerciale che aprirà entro il 2019 nell’hinterland a est di Milano, presso Segrate, con un investimento di 1,4 miliardi di euro.

Un passo importante per Westfield, leader mondiale nello sviluppo e gestione di centri commerciali che per questo grandioso progetto (che occuperà una superficie di circa 60 ettari alle porte di Milano, non lontano dall’aeroporto di Linate) si avvarrà della joint venture con Percassi, attraverso Stilo Immobiliare Finanziaria. È il primo Westfield che aprirà in un Paese non anglosassone. L’ambizione è di diventare la maggiore destinazione per lo shopping e il tempo libero del Belpaese.

Sono infatti previsti 235mila metri quadri di superficie commerciale e per il tempo libero, oltre 300 negozi nella prima fase, un villaggio del lusso con 50 marchi, un cinema con 16 schermi, oltre 50 ristoranti, un parcheggio per 10mila macchine ma anche le dotazioni tecnologiche e i servizi più innovativi. Tra le new entry sul mercato italiano ci sarà Galeries Lafayette.

westfield_diapositiva26

«Sarà fondamentale per noi cogliere la cultura del Paese dove andiamo a costruire. La scelta è caduta su Milano perché è una location centrale in Europa, è ben servita da due aeroporti e dalla metro, ha un bacino d’utenza di 6,3 milioni di persone con un potenziale di spesa di 5,4 miliardi di euro. Parliamo di una delle tre regioni più ricche del Vecchio Continente. Inoltre, Milano è la patria delle “4 F”: Fashion, Food, Furniture e Family, che hanno determinato il successo di Westfield”.

Il luogo ideale per far sorgere un centro commerciale di qualità “che diventerà il primo, e l’unico, centro sovraregionale di Milano”.

Il progetto porterà 44mila posti di lavoro, 27mila per la fase di costruzione e 17mila nel commercio, e 250 milioni di euro l’anno in stipendi, 60 milioni di entrate per l’erario e 250 milioni di entrate IVA.

Non solo: come altrove, l’ambizione è quella di creare un vero e proprio centro con un design iconico, ma strettamente legato allo spirito e alla tradizione del posto, diventando non solo luogo di attrazione nell’area, ma contribuendo sostanzialmente al suo rinnovamento. “È quello che è successo a Londra Shepherd’s Bush ad esempio” dice Wood.

L’offerta di ristorazione insieme alla shopping experience rinnovata è primaria : “se la cucina italiana sarà al centro, offriremo anche un panorama internazionale”.

Sul fronte del tempo libero l’ambizione è di creare una comunità, un luogo dove, grazie ad eventi sia temporanei sia permanenti, la gente si incontri regolarmente grazie a un calendario di eventi che dia sempre un motivo per esserci: dal cinema alle piscine, dalle aree dedicate ai più piccoli alla musica

L’obiettivo, senz’altro ambizioso, è di portare oltre 25 milioni di visitatori l’anno, “come Expo”.

L'ultima creazione di Westfield ha debuttato ad agosto 2016 nel World Trade Center a New York.
L’ultima creazione di Westfield ha debuttato ad agosto 2016 nel World Trade Center a New York.

Westfield ha 35 centri commerciali in Uk e USA. Nel 2014 la compagnia australiana si è divisa in due società indipendenti: Scentre Group, che possiede e gestisce le operazioni dei centri in Australia e Nuova Zelanda, e Westfield Corporation, che possiede e gestisce le operazioni dei centri in UK, Europa e Stati Uniti. In fase di sviluppo ci sono al momento Westfield World Trade Center (New York), Century City (Los Angeles), UTC (San Diego), Westfield London (UK) e Valley Fair (San Jose), mentre le prossime aperture oltre a Milano riguardano Londra Croydon e Los Angeles Topanga.

Logistica contrattuale a 79,8 miliardi di euro di fatturato, +1,2% spinta dall’e-commerce

La logistica cambia pelle e cresce, spinta da un’omnicanalità sempre più diffusa anche da noi. Nel 2016 la Contract Logistics in Italia raggiunge 79,8 miliardi di euro di fatturato, +1,2% in termini reali, dopo due anni di segno positivo (+2,6% nel 2015 e +1,4% nel 2014) sostenuti dall’aumento del traffico merci, dall’export e da una tiepida ripresa del PIL. Il calo del numero di aziende nella logistica conto terzi del periodo di crisi (-14% dal 2009 al 2013) si è arrestato: nel 2014 le aziende sono poco più di 97mila tra autotrasportatori, corrieri, gestori di magazzino, operatori logistici, spedizionieri, gestori di interporti/terminal intermodali e operatori del trasporto ferroviario/combinato strada-rotaia. Cresce il fatturato medio dei Top Player (nel 2014 dal 3,5% al 4,3%). E cresce la terziarizzazione che rappresenta il 40% delle attività logistiche del 2014: se la logistica vale 109 miliardi in Italia, il mercato della Contract Logistics (il fatturato degli operatori al netto del valore del subappalto) è pari a 43,5 miliardi di euro. Sono i dati forniti dall’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano.

È un mondo in evoluzione quello della logistica dunque, che vede nella distribuzione dell’ultimo miglio in città affermarsi nuove iniziative “green”, come la consegna in bicicletta o con veicoli elettrici (neecssaria anche per accedere a zone a traffico limitato), abbinate a servizi aggiuntivi che rispondono a esigenze specifiche dei consumatori (come la distribuzione dei prodotti in una rete di negozi o l’installazione a casa). Si espandono i network di distribuzione di fronte a ordini sempre più piccoli e alla necessità di una rete estesa e capillare. E continua la rivoluzione digitale del settore, co el aziende sempre più interessate a soluzioni come Smart glass, Workflow scheduling, Load building, RFId, Sensoristica, Dematerializzazione e digitalizzazione documentale per il trasporto, piattaforme collaborative e Logistics App.

«Dalla ricerca emerge il quadro di una logistica sempre più complessa per l’aumento della gamma, la frammentazione degli ordini, la disomogeneità delle richieste dei consumatori e dei punti vendita, ma che grazie alle nuove tecnologie diventa sempre più ‘smart’ – spiega Gino Marchet, Direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics –. Il digitale, nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, è un elemento quasi imprescindibile per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi, in particolare grazie ad un utilizzo sempre più intelligente e tempestivo delle informazioni. E l’interesse espresso da aziende committenti e fornitori di servizi logistici per le nuove tecnologie testimonia la voglia del settore di innovare e di avere un atteggiamento positivo rispetto a queste opportunità».

L’omnicanalità spinge soluzioni smart

In un contesto di forte cambiamento in cui le vendite online mostrano una crescita a doppia cifra, lo sviluppo di una strategia omnicanale porta le aziende tradizionali a riconfigurare i modelli logistici spesso anche attraverso sinergie con i canali di vendita tradizionali, diventate sempre più necessarie perché le iniziative siano sostenibili economicamente.

«Dalla nostra indagine – dice Damiano Frosi, Ricercatore senior dell’Osservatorio Contract Logistics – emerge un mondo ancora in costruzione sul fronte omnicanale, in cui gli operatori sono alla ricerca di sinergie in tutte le fasi del processo: dalla gestione delle scorte, alla gestione del magazzino, fino alla distribuzione. In questa evoluzione il compito della logistica è rendere coerenti le scelte strategiche e operative affinché il processo sia davvero ‘smart’, utilizzando tutte le leve a disposizione, sia la tecnologia che i processi e le persone»

La configurazione del modello logistico risente delle peculiarità degli specifici settori. La ricerca ne ha studiati tre: produttori alimentari, GDO e retailer no food. I produttori del settore alimentare spesso percepiscono il canale eCommerce B2c come uno strumento per rafforzare il proprio brand, integrare la gamma ed aumentare le vendite del canale tradizionale, ma dal punto di vista logistico il canale tradizionale e l’eCommerce B2c risultano ancora separati. Nella GDO diverse grandi insegne hanno attivato il canale eCommerce B2c in risposta all’ingresso di nuovi competitor, con conseguenze sul sistema logistico nel coinvolgimento del punto vendita per l’attività di picking e in alcuni casi nella ricerca di sinergie tra canali in fase di distribuzione. Tra i Retailer no food invece l’eCommerce B2c è ormai ampiamente diffuso con volumi di vendita in crescita costante e nella logistica si osserva una forte ricerca di sinergie tra i diversi canali.

I volumi di vendita online spesso non sono ancora sufficienti a strutturare un network di distribuzione dedicato. Per questo, alcuni fornitori stanno sviluppando network ad hoc per supportare la crescita dell’eCommerce B2c, a partire dalle aree geografiche con maggior assorbimento di domanda (Milano, Roma e Torino rappresentano oggi il cuore delle consegne eCommerce).

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare