CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Il consumatore al centro, grazie alla tecnologia: è questa la sfida del retail in futuro

Un consumatore che cerca un’esperienza sempre più personalizzata di acquisto, ma anche semplificata, veloce e coinvolgente, da intercettare grazie a dotazioni tecnologiche avanzata, ma anche un punto vendita attraente e la capacità di vendere in tutti i mercati e di costituire partnership strategiche: è questa la chiave per interpretare il ruolo del retailer del futuro. Lo rileva un’indagine condotta a livello globale da Economist Intelligence Unit (EIU) per Demandware fra 300 alti dirigenti di aziende retail. I risultati rivelano quelli che, secondo questi leader, sono le quattro dinamiche principali per il settore: la globalizzazione crescente, i rischi sempre più gravi per la sicurezza, il cambiamento del gusto dei consumatori, e l’aumento dei mercati online competitivi a livello mondiale.

Nonostante queste sfide, un segmento di retailer dalle alte performance di vendita sta perseguendo con successo le proprie strategie aziendali, con un approccio capace di offrire un modello di crescita e trasformazione.

“L’innovativa analisi dell’EIU arriva nel momento in cui il settore del retail sta affrontando un periodo di  cambiamenti senza precedenti che richiedono ai retailer di riconsiderare i loro approcci strategici e operativi volti a favorire  la crescita”, afferma Rob Garf, Vice President  of Industry Strategy and Insights  di Demandware. “I cambiamenti radicali nelle dinamiche della vendita al dettaglio influenzeranno la capacità dei retailer di sfruttare la tecnologia, modificare la struttura organizzativa e, infine, raggiungere i propri obiettivi strategici.”

4cc4af2c-0978-4df2-8893-4ea3f6fad276__O

È ancora prodotto, servizio, prezzo: ma ovunque, in tempo reale, su mobile

In questo scenario di cambiamenti senza precedenti, la ricerca svolta dall’EIU indica che i top manager del mondo retail stanno “tornando alle origini” per differenziarsi dalla media. Tra le caratteristiche che i manager considerano più importanti per differenziarsi oggi, il 60% ha indicato un “prodotto d’eccellenza”, mentre il 53% ha menzionato il “servizio senza soluzione di continuità”, offrire un servizio clienti di alta qualità e un’esperienza unificata attraverso i canali. I manager si sono accorti che differenziarsi oggi è più complesso a causa del crescente numero di canali. I dati suggeriscono che gli intervistati si avvicinano a questi fattori tradizionali ponendo il cliente al centro di tutte le attività.

b76ed300-450b-4d20-85d0-c3cd56e04f43__O


Opportunità o minaccia? Il futuro è qui               

La ricerca ha identificato in particolare un segmento di retailer dalle alte prestazioni che tende a vedere i cambiamenti in atto come opportunità rispetto ai concorrenti che ottengono risultati inferiori. Ad esempio, il 69% dei retailer di successo vede la globalizzazione come un’opportunità, mentre solo il 43% di chi ottiene risultati inferiori fa lo stesso. Analogamente, il 52% dei retailer di successo considera l’espansione del mercato globale un’opportunità – il nuovo “amico-nemico” – mentre solo il 35% delle imprese con risultati inferiori la considera nello stesso modo.


3496ef32-122f-438f-b623-5d7347eec9a1__OIn particolare, questo segmento vanta tre principali iniziative di crescita: espansione geografica, partnership strategiche, nuovi store e format. Inoltre, stanno introducendo la tecnologia in ogni area in cui operano – indicando l’intenzione di aumentare gli investimenti tecnologici (82%), cifra che supera di gran lunga l’investimento tecnologico previsto da performer inferiori (56%).
“Questi dati ci dicono che la democratizzazione del settore retail, con accesso e controllo apparentemente illimitati da parte dei consumatori, ha avviato l’ondata successiva di crescita per le imprese che sanno adattarsi e cambiare – continua Garf -. I retailer non possono più contare su un maggiore numero di negozi, e mercati più grandi per crescere; devono abbracciare la realtà: occorre raggiungere i clienti ovunque, in qualsiasi momento e in qualsiasi modo essi richiedano.”
Il report Finding Retail Growth: A View from the Corner Office  è disponibile a questo link.

Morace: il consumatore oggi tra spazio fisico e digitale sceglie, ma non rinuncia a nulla

Francesco Morace sociologo e saggista, lavora da oltre 30 anni nell’ambito della ricerca sociale e di mercato, ed è il Presidente di Future Concept Lab. A lui abbiamo chiesto come vede l’evoluzione dei consumi, tra nuove esperienze digitali e di acquisto. Ecco cosa ci ha raccontato.

Francesco Morace
Francesco Morace, presidente Future Concept Lab.

Come è cambiato il consumatore con l’avvento dell’e-commerce?
La dimensione digitale ha cambiato il consumatore in consum-autore, nel senso che, a dispetto di tutto le previsioni che dicevano che questa tecnologia ci avrebbe manipolato ed omologato, sta avvenendo il contrario: le persone se ne appropriano, riescono a fare le proprie scelte e a prendere le proprie decisioni, con un ventaglio di opportunità molto più ampio. Dunque la dimensione digitale e l’e-commerce rappresentano un’amplificazione della dimensione umana. La cosa straordinaria è che i luoghi si raccontano, c’è un genius loci che emerge nel mare magnum della globalizzazione. Questa è un’altra grande previsione che è stata stravolta: non siamo sempre più uguali agli americani, ma ognuno di noi riesce ad essere più se stesso usando queste tecnologie.
È chiaro che i rischi esistono, è una tecnologia che va imparata, è un mondo, quello dell’e-commerce, che va assorbito e metabolizzato, ma non c’è dubbio che tra dieci anni i bambini useranno questa modalità per rappresentare se stessi in modo più autentico.

Secondo lei le divisioni tradizionali del marketing per età o ceto sociale non possono più essere utilizzate, perché?
Per 30 anni le categorie del marketing hanno seguito una segmentazione in cui ciascuno aveva il proprio stile di vita, vestiva e viveva in un certo modo con i propri brand di riferimento. Tutto ciò è saltato perché oggi è più facile dare spazio alle proprie passioni individuali. Se hai una passione, la puoi coltivare a diverse età e la comunità di chi segue quella passione è molto più eclettica, quindi ciascuno di noi diventa un interlocutore interessante, e dobbiamo essere raggiunti non più secondo categorie entomologiche, come se fossimo delle farfalle, ma come persone che hanno delle esigenze simili e possono incontrarsi sugli stessi territori, anche se sono molto diverse tra loro per età e ceto sociale.

morace-clusters

I nativi digitali sono un caso che ha studiato in particolare…
Noi li abbiamo chiamati “Bambini terribili”: collegati in tempo reale al mondo digitale, usano il tablet e lo smartphone di mamma e papà e hanno una capacità straordinaria di orientarsi verso il touch e questi strumenti, quindi sono molto più sensibili alle proposte del mondo digitale. Sempre più spesso impongono le loro scelte ai genitori, o comunque hanno un ruolo importante in famiglia.
I teenager sono in una dimensione diversa, hanno il problema di costruirsi una propria identità , li abbiamo chiamati Expo-teen: non solo non sono interessati alla privacy, ma al contrario usano YouTube per esporsi, per raccontare se stessi, le proprie attività, per raggiungere i loro coetanei, essere riconosciuti con tanti like o follower. Il mondo degli adulti molto spesso è impermeabile a questi cambiamenti. Genitori e professori che non sanno usare le tecnologie come i ragazzi o i loro figli oggi si trovano in grave difficoltà.
Dall’altra parte della piramide sociale ci sono i maturi, un tempo avremmo detto gli anziani, noi li chiamiamo i longevi che, a più di 60 anni, diventano immigrati digitali perché hanno i nipoti che insegnano loro ad usare Skype e i social network, così quando viaggiano in giro per il mondo chattano con il nonno o usano Skype a costo zero. In particolare in Italia, un Paese che sta invecchiando con un’età media di 45 anni, per capirci in Brasile è 28 anni, hanno delle straordinarie opportunità perché hanno tempo, sono sempre più digitalizzati, e desiderano vivere una seconda vita, dopo il lavoro. Hanno ancora 20/30 anni davanti e quindi stanno diventando, insieme ai bambini e ai ragazzi loro nipoti, protagonisti di questa rivoluzione digitale.

Il punto vendita fisico come si deve approcciare a questi nuovi consumatori?
Qui viene a cadere un altro pregiudizio, che l’e-commerce avrebbe scardinato le logiche dell’off-line e del negozio fisico. Non è così, le persone ancora una volta sono più avanti, hanno la soluzione, scelgono questi luoghi per quello che possono dare loro di più, quindi confrontano prezzi sul web e vanno in negozio, oppure dal negozio ordinano online il prodotto che al momento non è disponibile. È tutto un unicum, un’esperienza integrale e integrata, e soggetti di diverse età stanno ragionando in questo modo, quindi è necessario curare la dimensione web e quella dello spazio fisico capendo che oggi noi non vogliamo rinunciare a nulla, né alla semplicità e al servizio del digitale ma neanche all’esperienza fisica e sensoriale di entrare in un bel negozio.

Nestlé vende le caramelle Perugina a Fida: e Rossana torna italiana

Le mitiche Rossana, le caramelle con la carta rossa che hanno fatto un pezzetto di storia alimentare italiana, e nei mesi scorsi sembrava rischiassero l’uscita di produzione, passano di mano: è stato infatti sottoscritto il contratto preliminare per la cessione da parte del Gruppo Nestlé a Fida del ramo d’azienda relativo a sei marchi di caramelle: oltre a Rossana, Fondenti, Glacia, Fruttallegre, Lemoncella e Spicchi.

Nate in Perugina quasi 100 anni fa, le Rossana andranno ad arricchire il portfolio dell’azienda astigiana attiva dal 1973, che opera esclusivamente nel settore delle caramelle, aggiungendosi a Bonelle, Sanagola, Charms, Gocce, Tenerezze, Gnammy e le Irresistibili. Tutte prodotte all’interno dello stabilimento di Castagnole delle Lanze, in provincia di Asti. L’acquisizione rafforzerà ulteriormente Fida, che oggi detiene una quota del 3,5% circa nel totale mercato delle caramelle familiari, con un fatturato 2015 di circa 15 milioni di euro.

«Ci ha colpito il calore e l’affetto dimostrato dai consumatori nei confronti di Rossana negli ultimi mesi. Siamo perciò particolarmente lieti di aver trovato un partner solido ed esperto nel settore che, siamo sicuri, saprà continuare a valorizzare nel modo migliore questi brand e assicurare loro un futuro di successo» ha detto Leo Wencel, Capo Mercato Gruppo Nestlé in Italia.

Per Eugenio Pinci, Presidente e Amministratore Delegato di Fida: «L’accordo raggiunto oggi, grazie a significative sinergie tecnologiche, produttive e commerciali, ci consente di rafforzare la nostra posizione sul mercato ampliando il nostro portafoglio prodotti con brand storici molto amati. Siamo pronti a investire risorse umane ed economiche nel loro sviluppo e nella loro valorizzazione».

La decisione fa seguito al piano di sviluppo presentato da Nestlé lo scorso marzo che punta a potenziare lo stabilimento perugino di San Sisto per confermarne la posizione come uno dei poli produttivi di eccellenza del cioccolato all’interno del gruppo Nestlé, per rafforzare la posizione dello storico marchio in Italia e per fare di Perugina un simbolo del “Made in Italy” in tutto il mondo. In quest’ottica lo stabilimento di San Sisto si focalizzerà sulla produzione core dell’azienda, il cioccolato di eccellenza. Il closing dell’operazione è atteso entro il mese di giugno.

Fida nasce nel 1973 come azienda a conduzione familiare, dall’intuizione di realizzare morbide gelatine ai gusti di frutta con un metodo di lavorazione artigianale. Nel 2006 viene acquisita da un investitore finanziario con il supporto dell’attuale Amministratore Delegato. Segue una crescita del fatturato e della redditività, anche per mezzo di alcune acquisizioni, fra cui quelle dei marchi Sanagola e Charms dal gruppo Leaf nel 2008. Nel 2014 la maggioranza del capitale di Fida viene acquisita dagli attuali azionisti Fabio e Maurizio Balconi, imprenditori appartenenti a una famiglia attiva da generazioni nel settore della produzione e vendita di prodotti dolciari.

Il Gruppo Nestlé è presente in Italia dal 1875, quando è stata depositata a Milano l’etichetta “Farina Lattea Nestlé, alimento completo per i bambini lattanti”. Nel nostro Paese impiega oltre 5.000 dipendenti in 14 stabilimenti (oltre alla sede centrale di Assago), raggiungendo nel 2014 un fatturato totale di circa 2,2 miliardi di euro. L’azienda opera in Italia con un portafoglio di numerosi marchi, tra cui: Perugina, Baci Perugina, Nero Perugina, KitKat, Smarties, Galak, Lion, Polo, Buitoni, Gelati Nestlé Motta, La Cremeria, Antica Gelateria del Corso, Maxibon, Coppa del Nonno, Nidina, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Orzoro, Nesquik, Fitness, Meritene, Resource Nestlé Mio, Lc1 Protection, Fruttolo, Sveltesse, S.Pellegrino, Acqua Vera, Acqua Panna, Levissima, Purina Pro Plan, Purina ONE, Gourmet, Friskies, Purina Veterinary Diets, Felix.

Tecnologie digital nel punto vendita: accordo tra Bt e Gallerie Commerciali Italia (Auchan)

Creare nuove customer experience digitali per chi fa shopping, tramite l’adozione di servizi infrastrutturali ICT, di CRM e di soluzioni in-store ed offrire ai retailer nuovi servizi business: questo il senso dell’accordo tra BT e Gallerie Commerciali Italia, società Auchan Holding che si occupa della gestione dei centri commerciali di proprietà o in affidamento (in Italia sono 43 centri commerciali e sei retail park).

BT tramite l’utilizzo di tecnologie digitali offrirà ai consumatori una miglior customer experience omnicanale. Il progetto di digital transformation racchiude varie soluzioni multisensoriali in-store, che coinvolgeranno vista, udito, olfatto e tatto grazie alle quali cambierà il modo in cui retailer e clienti interagiscono negli spazi commerciali. Saranno disponibili nuovi modi di interagire e comunicare, grazie a smart screen, device mobili, in-store radio, diffusione di essenze.

La rete di BT fornirà i servizi di connettività wired e wireless. Gallerie Commerciali Italia utilizzerà la rete anche per controllare e raccogliere i dati dalle diverse fonti all’interno dei centri commerciali e per fornire un servizio di Wi-Fi pubblico ai consumatori. I ‘big data’ raccolti saranno utili anche per offrire ai retailer servizi con cui migliorare ulteriormente la customer experience dei loro clienti. L’intesa siglata prevede la realizzazione di una prima fase pilota in tre centri commerciali: Vimodrone, Nerviano e Rescaldina, selezionati per diversa tipologia e dimensione, che permetterà di testare sul campo le specifiche del progetto da sarà successivamente inserito in tutte le Gallerie, che contano 2.200 negozi con 180 milioni di visitatori all’anno.

Nuove aperture in casa Auchan: un Simply a Pescara, un Ovs nel Cci di Fano

Inaugurato un nuovo Simply Market, insegna di Auchan Retail Italia, a Pescara, in viale Pindaro, zona universitaria: è il terzo nel capoluogo abruzzese. La superficie di vendita è di oltre 1000 metri quadri e il nuovo supermercato è dotato di un parcheggio con 79 posti auto e di 4 casse.

 

Pranzo a 4 euro e area per il consumo

Presenta un’ampia area dedicata ai prodotti freschi, mentre il focus è sulla gastronomia servita, dotata di Punto Caldo che propone piatti pronti, pane e focacce sfornate in giornata, carne controllata e garantita, salumi e formaggi di prima scelta, tra cui alcune tipicità regionali. È presente anche il nuovo servizio “Ready to Eat”, un’esposizione di prodotti per un pasto veloce ed economico disponibili sia in un frigo dedicato (tramezzini, primi piatti, insalatone miste, macedonie, succhi e bibite) sia all’interno del banco assistito del reparto panetteria, dove si possono trovare diversi tipi di panini, piadine, focacce, farciti dal personale del supermercato con salumi e formaggi di prima scelta e maxitoast da riscaldare al momento. Per rendere la pausa pranzo sempre più vantaggiosa, i clienti possono scegliere uno dei menù proposti a soli 4 euro (ad esempio scegliendo un panino farcito, una bibita simply e una macedonia). Tutti i prodotti proposti si possono consumare in una zona dedicata, allestita con tavoli, tv e forno a microonde. 

Per sottolineare la presenza nell’assortimento di produzioni locali,  nei primi giorni d’apertura sono previste numerose degustazioni in collaborazione con salumifici, caseifici, fornai e cantine del territorio. La clientela potrà quindi assaggiare la pasta fresca La Mugnaia, i formaggi Terrantica, i salumi Sorrentino e la porchetta La Squisita, i tradizionali dolci Falcone, Pasticceria D’Amico, Sorelle Nurzia e Pineto Pane, la classica pizza alla pala del Panificio Giglio accompagnata dalle birre artigianali Desmond e i pregiati vini delle cantine Tollo e Terzini.

A presidiare i nuovi trend di consumo ci sono i prodotti salutistici, bio, vegetariani e vegani, evidenziati con appositi cartellini. La convenienza è garantita dai prodotti a marchio Simply, che offrono mediamente un risparmio del 30% rispetto alla marca, dalle promozioni sui prodotti delle Grandi Marche e da sconti esclusivi che premiano la fedeltà attraverso il programma di loyalty.

 

Un nuovo Ovs al centro commerciale Auchan di Fano, e da settembre parte il restyling

Nel Centro Commerciale Auchan di Fano nel frattempo ha aperto il nuovo punto vendita OVS, marchio italiano leader del fast fashion retail. L’innovativo store concept sottolinea le trasformazioni di un brand in continuo rinnovamento nello stile, nei linguaggi e nel dialogo con il cliente. Uno spazio contemporaneo ed essenziale di 1.300 mq che si caratterizza per il design dalle linee pulite e grande attenzione all’ecosostenibilità nella scelta dei materiali che incorniciano le collezioni ideate dal team creativo di OVS. L’inaugurazione di OVS è solo la prima delle tante novità che caratterizzeranno l’ampliamento e il restyling del Centro Commerciale, in programma a partire da settembre, e che daranno luce ad una Galleria del tutto rinnovata entro il 2017.

Ovs Fano

Kiko, un nuovo concept debutta a Oriocenter, tutto bianco con un’anima green

Il taglio del nastro: da sinistra, Jan Heere (Direttore Generale di Kiko), Antonio Percassi (Presidente di Kiko e di Percassi), Laura Barbaglio (Store Manager dello store Kiko di Orio Center) e Stefano Percassi (CEO Kiko).

Sostenibilità, Smart Technology, Design e Social Community: sono i temi, estremamente attuali, che hanno ispirato l’architetto giapponese Kengo Kuma nella realizzazione del nuovo concept utilizzato nello store Kiko all’interno dell’Oriocenter, il centro commerciale di Orio al Serio.

Uno spazio moderno che soddisfa tutti i diktat dello store contemporaneo. Sul fronte della tecnologia, ad esempio, la shopping experience è agevolata dalla presenza di numerosi iPad dotati di un’applicazione apposita in grado di dare suggerimenti per individuare il prodotto più adatto alle proprie esigenze e realizzare diversi tipi di make up. All’interno del negozio non manca un’area social, dove reale e virtuale s’incontrano ed è possibile, ad esempio, condividere il proprio look in tempo reale con i propri contatti online.

Kiko Kengo Kuma Oriocenter 2

 

Sostenibilità in primo piano

Il negozio, che si sviluppa su 150 metri quadri, è stato progettato secondo i principi di sostenibilità e i requisiti necessari per ottenere la certificazione LEED, riconoscimento internazionale riservato agli edifici eco-friendly. Vari gli accorgimenti utilizzati. Sul fronte dell’efficienza energetica, sono stati installati climatizzatori a pompa di calore ad alta efficienza, illuminazione è 100% LED, c’è un sistema domotico (BMS) di controllo in remoto per una maggiore razionalizzazione dei consumi.Il consumo idrico è ridotto fino al 40% di acqua potabile. Ove possibile sono stati utilizzati per materiali riciclati o finiture e arredi provenienti da aziende locali, con conseguenti benefici sociali e ambientali legati al minore impiego di carburante.

Kiko Kengo Kuma Oriocenter 3-1Un occhio di riguardo è stato utilizzato, seguendo il grande tema della sostenibilità sociale d’azienda, all’impatto su chi lavora in negozio. Ad esempio, fin dalle fasi di costruzione si è cercato di ottimizzare procedure e scelta di materiali con l’obiettivo di garantire in fase di esercizio una migliore qualità dell’aria all’interno dello store. Sono state utilizzate pitture, colle, finiture e pavimentazione a basso contenuto di VOC (sostanze volatili tossiche presenti generalmente in quantità superiore nell’edilizia tradizionale). Sono inoltre previste azioni di incentivo per i dipendenti che utilizzano mezzi di trasporto alternativo all’auto privata.

Domina il colore bianco, scelto per far risaltare le mille sfumature di colori del make-up Kiko. «Volevo che i visitatori dello store fossero coinvolti e vivessero a pieno lo spirito giocoso, aperto ma allo stesso tempo anche sofisticato di Kiko. Qui il brand prova ad andare oltre i tradizionali ambiti della cosmetica. Si tratta di una grande sfida e ho voluto raccontare questa forte spinta alla modernità nel mio progetto dello store» ha dichiarato Kengo Kuma.

Kiko Milano è un brand ideato nel 1997 da Percassi che offre una linea di make up professionale e trattamenti viso e corpo. È presente con una rete di oltre 700 negozi monomarca in Italia, Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Austria, Svizzera, Belgio, Olanda, Polonia, USA.

Coop contro il caporalato: raddoppiate le ispezioni nei campi di pomodoro

Spinge sull’acceleratore della campagna “Buoni e giusti” Coop, che, in vista della raccolta estiva di pomodori (che inizierà a luglio), ha deciso di raddoppiare il numero delle ispezioni nei campi delle aziende agricole fornitrici, che passera ad almeno 50, rispetto alle 25 dell’anno scorso.

«I dati forniti dall’Osservatorio Placido Rizzotto di Flai Cgil continuano ad essere preoccupanti. Non possiamo abbassare la guardia e in previsione della stagione del pomodoro da industria allarghiamo la rete della campagna “Buoni e Giusti Coop” che già interessa oltre 70.000 aziende agricole nostre fornitrici e raddoppiamo il numero delle ispezioni previste nei campi di raccolta rispetto all’anno scorso. Dalla partenza della campagna “Buoni e Giusti Coop” sono già state effettuate 120 ispezioni e la previsione per fine anno è arrivare a circa 400 ispezioni complessive» ha dichiarato Stefano Bassi, presidente di Ancc-Coop.

La campagna lanciata a marzo scorso (vedi Coop preme l’acceleratore sulla filiera pulita con “Buoni e Giusti”. E gli altri?) intende contrastare il lavoro nero concentrandosi su 13 filiere ortofrutticole considerate a più alto rischio. Sotto la lente, specie in questo periodo dell’anno, c’è il pomodoro da industria, la filiera che più di tutti, anche nella percezione dell’opinione pubblica, impatta con il fenomeno criminale.

Le ispezioni hanno, naturalmente, cadenza stagionale e seguono il calendario delle raccolte. Dopo gli agrumi, interessati già nella scorso novembre, gli auditor di Bureau Veritas, la società di certificazione a cui Coop si affida, hanno lavorato sui campi di fragole e sono al momento impegnati su quelli destinati alla coltivazione di pomodoro pachino. E non sono stati coinvolti, come accadeva negli anni precedenti il varo della campagna, solo gli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop (per 7.200 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti questi Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l’esclusione dal circuito.

L’altro binario su cui si muove la campagna “Buoni e Giusti Coop”, in stretto raccordo con il progetto lanciato a livello ministeriale già nel 2015, è l’invito all’adesione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. L’ iscrizione attesta di essere un’azienda pulita, in regola con le leggi e i contratti di lavoro, non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti in corso. Alle prime 7200 delle filiere ortofrutticole si aggiungono ora le altre 1500 aziende agricole coinvolte nella filiera del pomodoro da industria, di cui si stima che il 15% operi nelle filiere più critiche, per zona geografica e modalità di raccolta manuale.

Il problema comunque non è limitato né al solo Sud Italia, né agli stranieri: il 20% dei 430mila lavoratori sfruttati dal caporalato sarebbero italiani, specialmente donne, per un giro d’affari tra i 5 e i 6 miliardi di euro in termini di evasione fiscale.

Ortoromi lancia in Italia il kale, superfood che spopola negli USA

Insal’Arte, brand di OrtoRomi, Società Cooperativa Agricola, propone una innovativa referenza di IV gamma, il Kale, da noi (poco) noto come cavolo riccio. Fonte di vitamina K, utile per la corretta coagulazione sanguigna e di vitamina B6, che rafforza le difese immunitarie, negli USA è praticamente un tormentone, uno di quegli alimenti-panacea che dovrebbero prevenire le più perniciose malattie moderna e assicurare benessere e salute.

Oltreoceano è il re (insieme all’avocado) dei blog di cucina e benessere, dove viene proposto come base per centrifugati, da mangiare crudo per sfiziose insalate o cotto per some sano contorno ipocalorico.

Nel sistema di valutazione Andi Score, sistema adottato dalla insegna americana Whole Foods Market, e i cui punteggi vengono calcolati a seconda del rapporto della quantità di sostanze nutritive per chilocaloria, il Kale realizza il punteggio massimo di 1000 punti, grazie al rapporto tra il basso contenuto calorico e le considerevoli qualità nutrizionali.

Per spingere e far conoscere il prodotto seguirà nel mese di giugno una pianificazione social dedicata, con uno storytelling e immagini emozionali ricreate col prodotto.

Nel mese di settembre poi il prodotto verrà campionato ad alcune blogger selezionate per la realizzazione di un ricettario ad hoc.

 

 

El Corte Inglés e i grandi magazzini separati: dopo 52 Man apre 47 Woman

A una manciata di mesi dall’inaugurazione del grande magazzino per soli uomini, El Corte Inglés apre nella stessa, esclusiva Calle de Serrano in centro a Madrid, quello dedicato esclusivamente alla moda femminile. 

Il grande magazzino ha cinque piani per 11mila metri quadri e offre 500 grandi marche. Non mancano i servizi dedicati come l’ormai immancabile personal shopper. Oltre alla moda, in vendita ci sono 80 brand di calzature, 70 di biancheria intima e i principali nomi del make-up.

Devono aver letto le molteplici ricerche sul differente modo di acquistare che hanno uomini e donne al marketing di El Corte Inglés, catena di grandi magazzini di lusso spagnolo. Questione di usi e convenzioni, ma anche di un modo sottilmente diverso di utilizzare le diverse aree del cervello a disposizione dell’homo (e donna) sapiens, come evidenziano gli studi del neuromarketing. Dunque, ha forse senso differenziare nettamente la proposta, nel momento in cui si usano accorgimenti utili ad agevolare la shopping experience. Ma si può anche puntare sui servizi. L’idea, certo, non è nuova. A fine 2014 ha aperto lo store “women only” di Nike a Newport Beach, e negli USA sono stati fatti esperimenti anche nel grocery con aree e scaffali dedicati agli uomini.

Ma c’è anche chi prende la strada opposta. A Londra i grandi magazzini Selfridges con Agender hanno creato il piano “neutro”, che propone una moda che può essere utilizzata indifferentemente da uomo o donna. Mentre Target negli USA ha deciso di affrontare il tema alla radice, eliminando le indicazioni di genere dalla moda e dai giocattoli per bambini. Che in futuro, chissà, non potrebbero non avere più alcun bisogno di strade (e magazzini) separati.

Metro Group testa i robot per le consegne a domicilio

Metro Group sta testando, nel suo campus dedicato all’innovazione a Düsseldorf, dei robot per le consegne della spesa a domicilio. Ideati dall’estone Starship Technologies, creatura del co-fondatore di Skype Janus Friis, gli automi sono stati ideati e presentati sul mercato ala fine del 2015 proprio con questo scopo, e possono trasportare fino a 10 chili di peso. Un’alternativa interessante ai ben più famosi (e chiacchierati) droni, che hanno già cozzato con le norme che regolano l’aviazione e la cui adozione, rispetto alle aspettative, sembrerebbe rallentata.

Il video mostra il funzionamento del robot: può trasportare una spesa di medie dimensioni, grazie alle nove telecamere si muove agevolmente e in modo sicuro nel traffico, e, giunto a destinazione, viene aperto con un codice inviato allo smartphone del cliente. Un’altro possibile utilizzo sarebbe quello di accompagnare il cliente nel supermercato mentre fa gli acquisti, per seguirlo poi fino a casa, e tornare alla base una volta eseguito il suo compito. Un’opportunità che potrebbe essere particolarmente utile anche in caso di clienti disabili o anziani. Sarà questo il futuro?

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare