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Anna Muzio

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Mamme Millennials, come cambia la spesa rispetto alle Baby Boomers (infografica)

Come cambia la spesa delle mamme Millennials, le trentenni di oggi rispetto alle mamme più in là con gli anni? Cambia eccome, e la cosa non ci sorprende: una analisi più accurata però viene da tiendeo.it,  il portale per i cataloghi e le offerte online geolocalizzate, che ha realizzato uno studio con l’obiettivo di comprendere meglio il comportamento d’acquisto di due diverse generazioni di madri: baby boomers e millennials. Prima di tutto, il dove: quando si tratta di fare acquisti per la famiglia, i negozi fisici sono la scelta preferita sia dalla generazione Y (83%) sia dalle madri baby boomers (84%).

La prima divergenza però si nota sul quanto: lo studio di Tiendeo.it mostra che le mamme baby boomers spendono il 21% in più al mese per la loro lista della spesa rispetto alle madri millennials. Contro la media di 177 euro che queste ultime investono mensilmente, le baby boomers spendono 224 euro. Nonostante la differenza di prezzo, le abitudini di entrambe le generazioni di madri convergono nel destinare la maggior parte della spesa mensile a prodotti freschi. In effetti, le madri millennials spendono il 42% del budget alimentare mensile per questo tipo di prodotti, mentre le madri baby boomers spendono il 48%. Tuttavia, le madri più anziane destinano più denaro per il pesce (20%) e la frutta e verdura (15%). D’altra parte, le madri millennials scelgono la carne (17%) come uno dei prodotti più importanti nel loro carrello della spesa.

Cresce poi nel carrello delle famiglie italiane la presenza di prodotti biologici, che iniziano a occupare più spazio nelle liste della spesa dei consumatori. In effetti, le madri baby boomers e millennials spendono il 12% del budget mensile destinato al cibo per comprare questi prodotti. In generale poi si nota una maggiore consapevolezza da parte degli acquirenti per quanto riguarda l’ambiente e le imprese locali, indipendentemente dalla generazione di appartenenza.

Il sondaggio è stato condotto da Tiendeo.it tra il 23 Aprile e il 1 Maggio 2018 con 260 utenti – donne con bambini, tra i 24 e i 72 anni.

 

Surgital, il 100% torna ai Bacchini

Torna a casa Surgital, e per casa si intende la famiglia Bacchini, che ha fondato l’azienda nel 1980 e che che torna a possedere il 100% del capitale di Surgital Spa, prima azienda italiana produttrice di pasta fresca surgelata, piatti pronti surgelati e sughi in pepite surgelati per la ristorazione, il catering e il canale bar. Un’operazione finanziaria in cui ha riacquistato la partecipazione di minoranza detenuta dal 2013 dal Fondo Italiano d’Investimento, gestito da Neuberger Berman AIFM Limited, che aveva investito nel gruppo Surgital per sostenere un importante progetto di crescita organica in previsione anche dello sviluppo all’estero.

“Nel 2013 l’entrata del Fondo Italiano fu dettata da una precisa scelta strategica volta a tutelare gli investimenti che l’azienda aveva messo in atto e consentirne così l’effettivo realizzo, mantenendo fermo l’obiettivo, una volta trascorsa la naturale decorrenza quinquennale del contratto, di procedere al riacquisto delle azioni cedute al Fondo Italiano d’Investimento, cui va il nostro vivo ringraziamento per la fiducia e la collaborazione che hanno contribuito nel rendere possibile il raggiungimento di questo importante e gratificante traguardo” ha dichiarato Edoardo Bacchini, Amministratore Delegato di Surgital SPA.

Fondata come piccolo laboratorio artigianale, Surgital ha saputo portare la genuinità dei suoi prodotti su scala industriale, arrivando a produrre ogni giorno 135 tonnellate di pasta fresca, 60.000 piatti pronti monoporzione e 8 tonnellate di sughi in pepite, impegnando oltre 320 dipendenti. Alla sede produttiva di Lavezzola (Ra) si aggiungono due filiali commerciali in Francia, a Lione, e negli Stati Uniti, in Florida, e la presenza di area manager diretti in Germania e nel Regno Unito.

Surgital è guidata da Romana Tamburini, fondatrice e attuale Presidente, dai figli Massimiliano, Elena ed Enrica mentre l’Ad è Edoardo Bacchini. Il fatturato consolidato del Gruppo è passato da 55 milioni di euro nel 2013 a 75 milioni nel 2017, con un incremento del 36% anche grazie a un piano di investimenti industriali realizzato negli ultimi anni. L’organico è cresciuto dal 2013, quando erano impiegate 213 unità, alle 329 di fine 2017, crescita dovuta anche all’ingresso del Gruppo nel mondo della ristorazione retail attraverso la Ca’ Pelletti Retail srl.

Nello stabilimento, che copre una superficie di 60mila metri quadrati, sono attive 29 linee di produzione. Parte importante dell’azienda, oggi governata dall’intera famiglia Bacchini, sono i 70mila metri cubi di celle frigorifere, con un magazzino automatizzato a -20 °C da 14mila posti pallet in cui sono stoccate oltre 600 referenze di prodotto, tutte preparate con ingredienti eccellenti della tradizione italiana e materie prime, acquistate integre e lavorate nelle cucine interne, molte delle quali certificate Dop.

E il distributore (smart) ora usa i Big Data: l’esperimento di Confida

Nell’era del touch screen, dell’Internet of Things e dei Big Data era inevitabile che le macchinette per distribuire cibo e bevande, oggi comunemente note come vending machine, dovessero evolvere. Uno sguardo sul futuro che è già presente è stato fornito da un esperimento condotto dall’Università Politecnica delle Marche insieme a Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica, che hanno analizzato i comportamenti dei consumatori davanti alle vending machine. 

Il primo esperimento di Shopper Analytics, che è poi un’analisi del comportamento dei consumatori, applicato al settore ha rivelato ad esempio che per acquistare un prodotto alle vending machine ci mettiamo mediamente 14 secondi, e che oltre il minuto si permanenza non si acquista di più.

L’esperimento – che sarà illustrato dal professore dell’università marchigiana Emanuele Frontoni nel workshop Il vending e l’esperienza d’acquisto del consumatore organizzato da Confida presso Confcommercio MIlano, ha utilizzato quattro telecamere RGB puntate su altrettanti distributori automatici, rispettivamente in un’università, un ospedale, un’area self service e un’azienda. È stato monitorato per 12 settimane il comportamento dei consumatori. “L’obiettivo dello studio – spiega Massimo Trapletti, presidente di Confida – è migliorare l’esperienza d’acquisto degli utenti convertendo contemporaneamente i dati in informazioni strategiche per i gestori delle macchine, al fine di migliorare ulteriormente il servizio. Il vending muove così un ulteriore passo nell’era dell’Impresa 4.0”.

 

Più di sosta, meno si compra

Secondo le rilevazioni, spiega il professor Frontoni, “più tempo si trascorre di fronte ai distributori automatici, meno si compra: il 32% degli acquisti, infatti, avviene nei primi 5 secondi, mentre soltanto il 2% dopo 60 secondi”.

I dati emersi dallo studio dimostrano, inoltre, che solo il 9,9% degli utenti acquista più di un prodotto. e che le interazioni calano drasticamente quando i consumatori si trovano di fronte a scomparti con prodotti esauriti: il numero degli utenti che si ferma al distributore automatico si riduce dell’8%, e la quota degli acquisti scende addirittura del 43%. All’opposto, aumenta sensibilmente l’attrattività dei distributori di nuova generazione, specialmente quelli dotati di sistemi di pagamento cashless, che conquistano l’attenzione del 23% di utenti in più.

 

Sempre più “smart”

“I distributori automatici di nuova generazione anche dette smart vending machine – sottolinea Trapletti – trasformano completamente l’esperienza d’acquisto del consumatore. Questo genere di distributori automatici integra schermi touch che, attraverso il digitale, consentono un’offerta personalizzata mixando gli ingredienti di base come caffè, latte, cacao con granelle e topping creando bevande gourmet, anche nella versione XL con le comode cup-to-go. Inoltre i sistemi di telemetria consentono tramite la rete di controllare la macchina da remoto e accorgersi in tempo reale se mancano prodotti o se c’è un guasto. È possibile fare offerte combinate: un cappuccino, una brioche e una bottiglietta d’acqua. Infine il pagamento mobile, attraverso le App, permette di poter dialogare con il consumatore, analizzando le sue preferenze”.

La nuova tecnologia del vending sarà esposta nella fiera del settore, Venditalia che si terrà presso fieramilanocity dal 6 al 9 giugno prossimi.

Il nuovo vending digitale e il suo rapporto col consumatore è al centro del workshop Il vending e l’esperienza d’acquisto del consumatore organizzato da Confida, nel contesto dell’iniziativa Coffee & the City. Dal 7 al 13 maggio chiunque si presenti nel cortile di Palazzo Bovara, in corso Venezia 51, tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 può scegliere gratuitamente tra le numerose opzioni consentite dai due distributori smart installati in occasione di Milano Food City, insieme a Confcommercio Milano e Altoga – Associazione Torrefattori e Importatori di Caffè e Grossisti Alimentari.

Walmart si espande ancora e si prende Flipkart, gigante indiano dell’e-commerce

Walmart, la più grande insegna “fisica” del mondo, mette le mani sul 77% di Flipkart, gigante indiano dell’e-commerce. E sfida Amazon sul suo terreno. Dopo l’accordo con Sainsbury’s sul mercato britannico questa volta la catena americana è pronta a pagare per l’operazione 16 miliardi di dollari (13,4 miliardi di euro): l’investimento più alto della sua storia.

“India è uno dei mercati più vivaci al mondo per il retail per dimensioni e tassi di crescita, e il nostro investimento è un’opportunità per allearsi con l’azienda che sta guidando la trasformazione dell’e-commerce nel mercato – ha detto Doug McMillon, presidente e Ceo di Walmart -. Come azienda ci stiamo trasformando a livello globale per incontrare le superare le esigenze dei consumatori e non vediamo l’ora di lavorare con Flipkart per crescere in questo mercato critico, ma anche con Tencent, Tiger Global e Microsoft (azionisti di Flipkart, ndr),che saranno partner strategici e tecnologici. L’India grazie al nostro investimento beneficerà di beni a buon rezzo e di qualità per i consumatori, nuovi lavori qualificati e opportunità per i piccoli fornitori, aziende agricole e imprenditrici donne”.

Fondata nel 2007, Flipkart ha guidato la rivoluzione dell’e-commerce in India, che ci si aspetta crescerà di quattro volte rispetto al retail fisico, attraverso l’uso delle ultime tecnologie tra cui l’intelligenza artificiale. Leader nella vendita di elettronica di consumo ed elettrodomestici ha sviluppato un sistema integrato fatto di servizi locale, grande conoscenza del mercato interno e una supply chain di prim’ordine, eKart, che serve più di 800 città effettuando 500,000 consegne al giorno. Nell’anno fiscale conclusosi il 31 marzo, Flipkart ha registrato un volume lordo delle merci di 7,5 miliardi di dollari e vendite nette di 4,6 miliardi, con una crescita rispetto all’anno precedente superiore al 50%. 

“Questo investimento è di immensa importanza per l’India e aiuterà ad alimentare la nostra ambizione di approfondire la nostra connessione con i consumatori e venditori e per creare la prossima onda del retail nel Paese – ha commentato Binny Bansal, co-fondatore e Ceo di Flipkart -. Anche se l’e-Commerce rappresenta ancora una parte relativamente piccola del retail indiano, vediamo un grande potenziale di crescita. Walmart è il partner ideale per la prossima fase del nostro viaggio”.

Bloomberg invece vede l’accordo come una sconfitta di Walmart, che per rimanere nel mercato indiano sarebbe stata di fatto obbligata ad acquisire Flipkart. Presente sul mercato indiano da 11 anni l’insegna americana – come tutte le insegne straniere che hanno cercato di approcciare il mercato, come Carrefour – è stata soggetta a innumerevoli paletti e limitazioni da parte dei governi indiani, come l’obbligo di entrare in partnership con insegne locali, la limitazione della presenza in grandi centri con più di un milione di abitanti e l’obbligo di rifornirsi da piccole aziende locali per il 30% del totale.

Conviviale e piacevole, come un capo di alta moda: è il vino online secondo Vente-Privee

Chi è e cosa vuole l’acquirente di vino online? Ce lo dice un’indagine di vente-privee, sito pioniere e leader delle vendite evento online. A trainare l’e-Commerce nel settore enogastronomico sono in particolare i Millennials: sul sito vente-privee, gli acquisti di vino in Italia sono effettuati nel 37% dei casi da donne under 35 e nel 26% da uomini under 40 “anticonvenzionali, anti establishment e attenti alla sostenibilità” che privilegiano fare acquisti da smartphone e tablet (sul sito vente-privee l’80% del traffico e il 66% del fatturato nel 2017 sono stati generati da dispositivi mobili) e si contraddistinguono per paradigmi di consumo ben diversi dai baby boomers, influenzando a loro volta le categorie più alte.

 

Già noto e conviviale

Nel valutare l’acquisto di una bottiglia emerge l’attenzione verso etichette e cantine già conosciute (58%), seppure le vendite-evento nel settore Vino & Gastronomia suscitino spesso il desiderio di esplorare nuovi sapori, come conferma il 32% dei clienti intervistati.
Centrale è l’idea di “condivisione” e l’“esperienza”. Il valore di una bottiglia di vino va insomma oltre a quello meramente commerciale, includendo territori, persone, chiacchiere e racconti: il 46% dichiara infatti che il miglior modo per gustare un calice di vino è in buona compagnia, condividendo questo momento nella realtà ma anche attraverso i propri canali social (72%), dove Instagram domina la scena (45%), seguito da Facebook (33%).

 

Vino come la moda: acquisto piacevole e d’impulso

L’esperienza passa anche nel momento dell’acquisto, sempre più spesso avviene online, che su vente-privee anche per un prodotto come il vino segue lo stimolo dell’impulso, proprio come se fosse un capo di moda o una calzatura: secondo il 48% degli intervistati mettere nel carrello una bottiglia di vino è piacevole come selezionare un abito o un accessorio. Questo comportamento porta anche, nella dimensione online, a un’apertura maggiore verso nuovi sapori: per il 36% dei clienti vente-privee una vendita-evento di vino permette di conoscere, provare e affezionarsi a etichette mai assaggiate al ristorante o in enoteca.

È una mutazione antropologica insomma  quella che ha vissuto Il rapporto tra consumatori ed enogastronomia negli ultimi anni, complice soprattutto il web e la pletora di informazioni e stimoli veicolati dalla rete. I dati dell’Osservatorio e-Commerce del Politecnico di Milano ci parlano di un mercato Food&Grocery online in Italia cresciuto del 37%, entrato sempre più nello stile di vita dei consumatori italiani, trainato da un crescente entusiasmo e curiosità nei confronti del comparto, oltre che dal dinamismo dei player coinvolti.

Arrivano le bevande certificate Fairtrade, per un’estate sostenibile

Arrivano le bibite solidali: limonate, tè, cola e birre che sostengono gli agricoltori nelle comunità di Asia, Africa e America Latina: certificate Fairtrade sono anche l’occasione per sostenere gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo. FAIRTRADE infatti è il Marchio di Certificazione del commercio equo e assicura ai produttori agricoli di Asia, Africa e America Latina il pagamento di un Prezzo Minimo Fairtrade e un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, per avviare progetti di emancipazione sociale nelle comunità di origine delle materie prime.

Ecco le referenze disponibili:

LEMONAID+ è una linea di limonate naturali realizzate con ingredienti biologici e Fairtrade. Prodotte con vero succo di frutta, e arricchite con zucchero di canna e acqua frizzante; sono senza additivi, conservanti e coloranti. Gli ingredienti Fairtrade provengono da piccole cooperative agricole in Sri Lanka, Paraguay e Brasile. Le limonate sono disponibili nelle varianti Frutto della passione (succo di frutto della passione con una nota di lime e mango), Lime (limonata con succo di lime fresco), e Arancia rossa (arancia rossa raffinata con succo fresco di pompelmo, arancia, limone e ciliegia).

ChariTea è una linea di infusi di tè biologico con ingredienti Fairtrade. Senza zucchero aggiunto, sono arricchiti con succo d’agave e succo di frutta naturale. Sono disponibili nelle varianti Mate (tè mate e tè nero con succo di arancia e limone), Rosso (tè di rooibos con succo di frutto della passione), Nero (tè nero con succo di limone fresco), Verde (tè verde con zenzero, miele e succo di limone). Tutti gli ingredienti provengono da agricoltura biologica, il tè viene coltivato in piantagioni Fairtrade in Sudafrica, Sri Lanka e Argentina. Il miele proviene dal Nicaragua, l’agave dal Messico.

In aggiunta rispetto a Fairtrade, ogni bottiglia di LEMONAID+ e CHARITEA sostiene con 5 centesimi la fondazione senza scopo di lucro “Lemonaid & Charitea”, e finanzia progetti sociali nei Paesi da cui provengono gli ingredienti.

Ubuntu Cola. In lingua Swahili ubuntu significa “Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”: e questo è anche lo spirito della cola realizzata con zucchero proveniente da organizzazioni certificate Fairtrade del Malawi. Il Premio Fairtrade ottenuto attraverso le vendite di Ubuntu Cola ha permesso alla cooperativa di raccoglitori di canna da zucchero la costruzione di pompe d’acqua, una scuola elementare per 240 bambini, un trasformatore per fornire corrente elettrica al villaggio, un centro sanitario e l’acquisto di un camioncino. La cola è distribuita in Italia dalla Cooperativa Vagamondi, che presso le organizzazioni ha inoltre costruito sei pozzi di acqua potabile.

La birra Mongozo è una birra brassata in Belgio dalla birreria Huyghe secondo una tradizionale ricetta africana. Tra le varianti certificate Fairtrade, disponibili la Premium Pilsner, birra bionda senza glutine non pastorizzata, fabbricata con malto di riso, luppolo e lievito, e la Buckwheat white, fatta con grano saraceno, malto, riso, luppolo, coriandolo e buccia d’arancia. Ma ci sono anche quelle aromatizzate alla Banana, Noce di cocco, Mango e Cuore di palma dell’Angola. Ingredienti e ricette sono originarie di paesi come Ghana, Sri Lanka, Indonesia, Costa Rica e Brasile. Tutte le birre Mongozo sono anche certificate biologiche e senza glutine, oltre che Fairtrade.

 

 

 

Dall’11 al 13 tutti invitati alla Giornata internazionale del commercio equo

Una sfida con l’obiettivo di sensibilizzare verso le condizioni dei produttori del Sud del mondo: si terrà nel weekend dall’11 al 13 maggio per festeggiare la giornata mondiale del commercio equo la Grande sfida Fairtrade, iniziativa che nel 2017 ha movimentato oltre 2 milioni di persone dagli Stati Uniti all’Australia, dal Sudafrica alla Finlandia, all’Italia. Tutte a favore dei diritti degli agricoltori e dei lavoratori di Asia, Africa e America Latina.

Per aderire basta organizzare un evento, piccolo o grande, ispirandosi a Fairtrade. Può essere una colazione in famiglia o con gli amici, la pausa caffè con i colleghi di lavoro, un pic-nic nel parco in cui siano utilizzati i prodotti del commercio equo certificati Fairtrade, disponibili in migliaia di punti vendita della piccola e grande distribuzione. Gli aderenti registreranno sul sito della Grande sfida Fairtrade l’attività programmata. Qui, durante il weekend dell’11-13 maggio, un contatore segnerà in tempo reale il numero dei partecipanti e una mappa mostrerà tutti gli eventi in corso, con dettaglio nazione per nazione, da cui sarà possibile scoprire l’evoluzione della competizione. Hanno già confermato la propria adesione oltre 100 locali e un centinaio di privati cittadini.

Tra le torrefazioni aderenti all’edizione 2018: Equo Caffè (coop. Caracol), Caffè Haiti Roma, Caffè Moak, Caffè Pazzini, Caffè Ravasio, Madreterra Caffè, Miscela d’Oro, Omkafè, Punto Equo. Aderiscono inoltre Bistrot, il concept di Autogrill, con i locali di Venezia Santa Lucia, Verona Porta Nuova, Bergamo OrioCenter, Massa Maremonti, Milano City Life, Milano Mercato del Duomo e Bistrot Glorius Caffè (San Babila), e la catena White Bakery con i locali di Rimini, San Benedetto del Tronto (AP), Spoltore (PE), Pescara e Chieti. Partecipa anche il negozio di abbigliamento etico e moda sostenibile a Brescia Fairmade.

Mario Maiocchi nominato Amministratore Delegato di Leader Price Italia

Mario Maiocchi entra nel leadership team di Leader Price Italia, catena Retail italo-francese, in qualità di Amministratore Delegato, alla vigilia del lancio dei primi punti vendita in Italia. Nata nel 2016, Leader Price Italia è stat creata grazie alla partnership tra Crai e Geimex per lo sviluppo nel mercato discount in Italia con il marchio Leader Price.

Nell’ambito del suo nuovo incarico, Maiocchi avrà l’opportunità di guidare il lancio dei primi punti vendita, nonché di svilupparne la strategia di mercato, oltre alla crescita finanziaria e reputazionale.

Già Amministratore Delegato di Mondadori Retail S.p.A., Maiocchi vanta un’esperienza ventennale nel Retail, dove ha operato in qualità di direttore generale o di amministratore delegato presso il Gruppo METRO Italia, Unieuro e DIXONS South Europe.

Maiocchi muove i primi passi della sua carriera nell’area Amministrazione Finanza e Controllo, ricoprendo la posizione di CFO rispettivamente in Control Data Europe, EMI Music South Europe e METRO France.

Laureato con lode in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, Maiocchi ha conseguito un Certificate in Digital Marketing presso la Wharton University e ha frequentato corsi post-universitari presso Harvard University, MIT, INSEAD.

Presidente di ADM, Associazione Distribuzione Moderna, dal 2006 al 2008, Maiocchi è stato docente di marketing presso l’Università di Parma dal 2007 al 2012. 

Fondata nel 1990, Leader Price ha oltre 1.100 punti vendita discount in Francia, tra cui 250 Leader Price Express. Leader Price è un marchio del Gruppo Casinò.

Aldi, partiti i lavori del secondo centro logistico a Landriano (PV)

Raggiungerà una dimensione di 52.000 metri quadrati e porterà alla creazione di circa 200 nuovi posti di lavoro: sono i “numeri” del secondo centro di Direzione Regionale di Aldi, i cui lavori sono partiti lo scorso 26 marzo a Landriano (PV).

Prosegue dunque il piano di espansione sul territorio italiano della multinazionale tedesca, con la costruzione di un secondo centro logistico dopo quello di Oppeano (VR) e a due mesi dalle aperture dei primi punti vendita nel BelPaese. Oggi ce ne sono già 25 operativi e in programma c’è un fitto calendario di nuove aperture.

La sede di Landriano, nella provincia pavese, poco distante dal capoluogo lombardo, fungerà da centro di direzione e distribuzione regionale per il Nord Ovest. Per la costruzione ALDI si affida a Vailog, società specializzata nello sviluppo logistico. “Questo è il terzo investimento di Vailog sul territorio di Landriano e siamo molto orgogliosi della fiducia di ALDI per averci affidato questo nuovo sviluppo” ha detto Eric Véron, General Manager di Vailog.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Sindaco del Comune di Landriano, Maria Ivana Vacchini: “Siamo lieti di accogliere sul nostro territorio ALDI, multinazionale tedesca nonché leader della Grande Distribuzione a livello mondiale, e di poter rafforzare la nostra collaborazione con Vailog che sta sviluppando il terzo immobile dedicato alla logistica nel nostro Comune”.

Su una superficie di quasi 102.000 metri quadrati la nuova piattaforma logistica consterà di 52.000 metri quadrati di deposito merci e circa 3.700 metri qudrati suddivisi tra uffici e un centro di formazione, l’ALDI Accademia. Una volta completato, lo stabilimento permetterà di rifornire più da vicino i punti vendita delle regioni del Nord Ovest e di formare i nuovi collaboratori all’interno di ALDI Accademia.

Il centro di Landriano consentirà ad ALDI di raddoppiare la sua capacità logistica in Italia: il centro di Oppeano infatti, già operativo, ha una superficie totale di oltre 56.000 metri quadrati e al suo interno lavorano oltre 200 collaboratori. 

Lotta allo spreco: Tesco lancia una linea di succhi realizzata con frutta “recuperata”

Continuano a spron battuto le iniziative della Gdo per lottare contro lo spreco alimentare, a tutti i livelli: una piaga che per quanto riguarda la distribuzione in Italia “costa” 1.444.189.5433,5 milioni di euro ogni anno, contro i  946.229.325 milioni dell’agricoltura e i 1.111.916.133 della produzione industriale (dati Ministero dell’Ambiente/Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna/SWG nell’ambito del progetto Reduce 2017). Dati da moltiplicare per quattro se si include lo spreco alimentare delle famiglie, per un totale di oltre 15,5 miliardi di euro.

Un pubblico dunque decisamente da sensibilizzare quello dei consumatori finali: Tesco, maggior insegna della Gdo britannica (quanto meno fino a quando non sarà finalizzato l’accordo tra Sainsbury’s e Asda),  lo fa lanciando una linea di succhi di frutta realizzati recuperando vegetali “brutti”, deformi o ammaccati, e inadatti alla vendita diretta nel banco dell’ortofrutta. 

La linea si chiama, orgogliosamente, Waste NOT e utilizza mele, barbabietole, fragole e meloni che non rientrano nei parametri e nelle specifiche per la vendita e include i gusti ACE, rancia barbabietola e mela, mela melone, fragola cetriolo e menta e arancia, sedano, mela e spinaci. L’obiettivo, dichiarato, è quello di salvare 3,5 tonnellate di frutta e verdura dalla discarica nelle prime 12 settimane dalla messa in vendita.

Secondo Mike Bullock di Waste NOT circa il 50% del sedano nel Regno Unito viene buttato ancor prima di uscire dalla fattoria, le barbabietole troppo grandi o troppo piccole vengono rifiutate, così come le arance “brutte” all’esterno ma buone e succose dentro. “La soluzione era sotto i nostri occhi, Waste NOT è il nostro modo per usare ciò che è bello dentro (dove conta) e condividere quel che ha un buon sapore, sembra buono e fa del bene. È il nostro moro per aiutare il pianeta”, ha commentato.

Tesco recentemente ha annunciato di aver dato 50 milioni di pezzi di frutta fresca ai bambini negli ultimi due anni all’interno dell’iniziativa “Free fruit from Kids“.

Le aperture della settimana: Fiemme, Nau, Pam Local, facile.it

Fiemme Store, il flagship-Lab del legno biocompatibile sceglie Milano

Ha debuttato il 18 aprile Milano in via Lanza, all’interno del Brera Design District, il primo showroom monomarca di Fiemme, azienda trentina specializzata in pavimenti, rivestimenti e arredamenti in legno biocompatibile.

Lo store di 300 metri quadrati è disposto su due livelli di un edificio a corte. Il progetto a cura dello studio LDA – Luca Donazzolo architetto è stato realizzato con l’obiettivo di evidenziare il prodotto legno, valorizzando allo stesso tempo gli ambienti che accolgono il nuovo showroom. L’ingresso, concepito come la hall di un hotel, accoglie e avvolge da subito gli ospiti nell’abbraccio salubre del legno “made in Fiemme”. Al piano interrato, in uno spazio con volte a botte realizzate con mattoni a vista, è stata allestita l’intera gamma prodotto, insieme all’esposizione dei profilati biocompatibili del progetto di arredamento personalizzabile DisegnoDilegno. È stato inoltre studiato un percorso fluido attraverso le varie ambientazioni domestiche, ricreando un’area living, una zona notte, un’area bagno e un ambiente cucina,

I prodotti Fiemme 3000 non solo risultano totalmente privi di sostanze nocive, ma emettono VOC (Volatile Organic Compounds) dagli effetti benefici.

“Fiemme Store Milano è il primo flagship store attualmente presente nel nostro circuito distributivo e non poteva che essere a Milano. Ma non sarà solo uno spazio dedicato alla casa – spiega Marco Felicetti, Ad di Fiemme 3000 –: nostro obiettivo, a maggior ragione in un anno speciale come questo del nostro 25esimo compleanno, è quello di farne un Lab, un punto di riferimento in città per il mondo del benessere a 360 gradi, un contenitore di attività legate allo “stare bene” come stile di vita e non solo di arredo”.

 

Pam Local debutta a Parma

Ha debuttato il 3 maggio a Pam il format urbano di Pam Panorama Pam Local, in Strada Garibaldi 22. Situato nel cuore della città, a due passi dal Palazzo Ducale e dal Teatro Regio, lo store darà un significativo contributo all’attrattività di una zona che, negli ultimi tempi, è stata oggetto di un grande piano di riqualificazione e rilancio a favore sia dei cittadini, che dei numerosi turisti che affollano la via. Con il suo servizio di apertura continuata, 7 giorni su 7, dalle 8:00 alle 21:00, gli ingenti investimenti in termini di sicurezza e l’ampia scelta assortimentale, che punta a rispondere alle più disparate esigenze d’acquisto, l’attività si propone, infatti, di dare nuovo impulso alla vita del quartiere.

L’insegna, che a Parma dà lavoro ad una decina di giovani, tutti under 28, si presenta come una rivisitazione, in chiave moderna, delle tradizionali botteghe alimentari del centro: il negozio offre infatti tante eccellenze locali, DOP e IGP, facilmente individuabili in quanto segnalate come “Prodotti del territorio”. Accurata selezione dei fornitori, grande attenzione alla convenienza e ricchezza assortimentale sono d’altronde le cifre che caratterizzano l’intera offerta di Pam local, da sempre attento a soddisfare le necessità di tutti i Clienti, coniugando l’alta qualità dei prodotti alla costante attenzione alle nuove tendenze alimentari.

“L’obiettivo di Pam local è sempre stato quello di soddisfare i bisogni di tutti, sia in termini di qualità, che in termini di scelta e di prezzi: dagli studenti universitari ai lavoratori che rientrano tardi la sera, dagli anziani del centro che desiderano trovare tutto ciò di cui hanno bisogno proprio sotto casa, ai turisti alla ricerca di uno snack o di un pasto veloce per poi proseguire con la visita della città”, commenta Renato Mazzucco, Direttore vendite Pam local.

“Con la riapertura di domani vogliamo stringere un rinnovato patto di fiducia con i parmigiani: Pam local rappresenta infatti un servizio di prossimità che, alla comodità e alla praticità, unisce l’esperienza e la grande offerta di convenienza garantite dall’appartenenza a Gruppo Pam, storica realtà italiana del settore della Grande Distribuzione, che proprio quest’anno festeggia i suoi primi 60 anni di attività”, conclude Francesco Mazzucato, Responsabile commerciale Pam local.

 

Dal web alla strada: facile.it apre il quinto store a Monza

Facile.it, il comparatore italiano leader nel confronto di prodotti di finanza personale come assicurazioni, mutui, prestiti e utenze domestiche, continua il suo percorso di espansione territoriale e sceglie Monza per l’apertura del suo quinto Store in Italia. Situato nel cuore della Città, in Piazza Garibaldi 4, il punto vendita offrirà ai monzesi uno spazio dove poter incontrare i consulenti specializzati di Facile.it, che guideranno i cittadini nella comparazione e scelta delle migliori offerte su assicurazioni, prodotti finanziari e luce, gas e Adsl.

Prodotti per i quali le famiglie della provincia di Monza e Brianza spendono quasi 1.000 euro all’anno per il gas, più di 400 per l’energia, fra 350 e 465 euro per assicurare auto e moto

I mutui rappresentano un’altra voce di spesa importante per le famiglie con un importo medio delle richieste nel corso del 2017 pari a 138.662 euro, da restituire in 22 anni; se si guarda alle sole richieste di mutuo per l’acquisto della prima casa, invece, la cifra raggiunge i 147.692,60 euro, da restituire in 24 anni.

Infine, la telefonia fissa (voce e ADSL). Dall’analisi è emerso che, nel 2017, la spesa media annua sostenuta dalle famiglie brianzole è pari a 329 euro.

“Il nuovo Facile.it Store di Monza offrirà ai cittadini un’ulteriore opportunità per risparmiare sulle principali voci di spesa familiare. Grazie ad un team di consulenti dedicati, i clienti potranno analizzare i costi relativi a RC auto, mutui, prestiti, luce, gas e ADSL e scegliere i prodotti migliori disponibili sul mercato – ha detto Mauro Giacobbe, Amministratore delegato di Facile.it -. L’apertura del nuovo punto vendita rientra all’interno di un più ampio percorso di espansione territoriale che portiamo avanti dal 2017 e che ci vede impegnati nello sviluppo di una rete di Store a marchio Facile.it in tutta Italia, con l’obiettivo di comprendere meglio le esigenze dei clienti e dare la possibilità, anche a un pubblico non ancora abituato a usare gli strumenti di comparazione online, di ridurre le spese”.

 

Nau! Apre il primo store di Roma e il 47° lombardo a Gavirate

NAU! festeggia il decimo punto vendita a Roma, grazie all’apertura del nuovo store all’interno del Centro Commerciale Aura, il nuovo polo commerciale situato nel cuore della Capitale, a 500 metri dalle mura di Città del Vaticano. che, con 60 negozi, si pone come uno dei punti di riferimento dello shopping nella Città eterna. Lo spirito NAU! fatto di design di ultima generazione, sfumature multicolori e dettagli di tendenza, senza mai perdere di vista il rispetto dell’ambiente, emerge dall’ampia vetrina, irresistibile attrazione per chi è in cerca di un complemento moda unico, esclusivo e ricercato.

Giungono invece a quota 47 i punti vendita in Lombardia, grazie all’apertura del quarto store in provincia di Varese, a Gavirate, all’interno del Centro Commerciale Campo dei Fiori che, con 50 negozi, rappresenta uno dei punti di riferimento dello shopping varesino. La location del nuovo store di NAU! sottolinea la vocazione glam del brand, che vede l’occhiale, sia esso da vista o da sole, quale accessorio fashion, da abbinare al proprio look quotidiano giocando con forme e colori sempre diversi.

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