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Anna Muzio

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Carrefour in prima linea alla Milano Food Week e a Seeds&Chips

L’eredità di Expo 2015 è stata ricca per Milano, che è di fatto entrata nel gotha delle città del cibo e dell’enogastronomia: un’eredità che si esprime appieno a Milano Food City 2018 che parte oggi e si protrarrà fino al 13 maggio, promossa da Tuttofood con il Comune di Milano, e che vede Carrefour Italia protagonista e partner. Durante il fitto calendario di eventi, workshop, dibattiti sulle sette virtù del cibo, nutrizione, tracciabilità, cultura, sostenibilità e solidarietà saranno i veri protagonisti.

“Con il piano Carrefour 2022, Carrefour Italia si è posta l’obiettivo di diventare leader e punto di riferimento nella transizione alimentare, un cambiamento radicale verso una maggiore sostenibilità, trasparenza e attenzione ai temi della salute e sicurezza alimentare – spiega Stéphane Coum, Direttore Operations Carrefour Italia, che interverrà martedì 8 maggio alle 16 durante il workshop di Retail Plaza by TUTTOFOOD – organizzata da Fiera Milano S.p.A. – sul tema “Cibo: trasparenza salute identità” -. È quindi fondamentale per noi operatori del settore avere occasioni come la Milano Food City 2018 per parlare direttamente al grande pubblico, sensibilizzandolo sulla rivoluzione in atto nella quale siamo tutti coinvolti.”

 

Solidarietà con #piusiamopiudoniamo

Durante la settimana di Milano Food City 2018, organizzata dal Comune di Milano, Carrefour Italia è infatti al fianco di altri operatori del settore all’interno di una iniziativa solidale nata per una distribuzione più equa del cibo in città, #piusiamopiudoniamo. Il 9 e il 12 maggio, i cittadini milanesi saranno invitati a pesarsi presso, rispettivamente, il Carrefour Express di via Algarotti a Milano e l’Ipermercato Carrefour di Carugate, utilizzando le due bilance installate all’esterno dei punti vendita. Un gesto simbolico che si potrà tradurre in alimenti da donare ai più bisognosi, attraverso Banco Alimentare, Caritas e Pane Quotidiano.

Per sostenere l’iniziativa benefica, il 9 maggio dalle 13.30 alle 14.30 presso il Carrefour Express di via Algarotti saranno presenti Cristina Tajani, Assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano, Stéphane Coum e Dario Boggio Marzet, Presidente del Banco Alimentare della Lombardia.

 

Biologico, il come e il perché

Nella cornice della MilanoFoodCity, presso il Carrefour Market di City Life, venerdì 11 a partire dalle ore 17 Carrefour Italia organizzerà un incontro di divulgazione rivolto ai propri consumatori, con l’obbiettivo di raccontare la storia, l’origine, la produzione ed il valore nutrizionale dei propri prodotti biologici. Un esperto di CCPB, organismo di certificazione dei prodotti agroalimentari e no food ottenuti nel settore delle produzione biologica, eco-compatibile ed eco-sostenibile al quale Carrefour Italia si affida per la certificazione dei propri prodotti, approfondirà infatti l’aspetto scientifico dei principi della cultura Biologica, spiegando cosa rappresenti per la nostra salute e il nostro pianeta mangiare biologico. Ad affiancarlo, Luca Pescina, Responsabile Sviluppo Vendite marchi esclusivi Carrefour Italia, racconterà l’impegno dell’azienda nella selezione accurata dei prodotti e dei suoi fornitori. Sono oltre 300 i prodotti Carrefour BIO (tra ortaggi, frutta, latte, carne e tanto altro), presenti in tutti i punti vendita Carrefour Italia. 

 

Uno sguardo sul futuro a Seeds&Chips
Carrefour è presente anche a Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit, il più importante evento internazionale dedicato alla food innovation che si terrà dal 7 al 10 maggio al MiCo di Milano e che vedrà tra i relatori John F. Kerry, 68° Segretario di Stato statunitense, e Howard Schultz, Executive Chairman di Starbucks.

“Siamo fermamente convinti che per accelerare il processo della transizione alimentare, un concetto che per noi indica un cambiamento radicale verso una maggiore sostenibilità, trasparenza e attenzione ai temi della salute e sicurezza alimentare, sia necessario lavorare sul tema dell’innovazione – commenta Stéphane Coum, che il 9 maggio alle 11.30 sarà uno dei relatori del panel “The Future of Retail…Today and Tomorrow” -. Oggi uno dei contributi più validi e rivoluzionari all’evoluzione del mondo del food viene fornito dalle giovani realtà come le start-up. Crediamo molto nei frutti del lavoro sinergico tra le aziende leader del food industry e gli stakeholder coinvolti nel processo di innovazione del settore agroalimentare, ed è per questo che continuiamo a supportare con decisione le idee innovative e coraggiose”.

Sono infatti due le start up supportate da Carrefour Italia attraverso il progetto “Big Brother” a Seeds&Chips che in modo diverso affrontano il tema “caldo” dello spreco alimentare. ReBox è un progetto etico ed ecologico nato in Italia dall’idea dei due soci Marco Lei e Daniela Demasi, che hanno dato vita alla startup Malvida, per la commercializzazione di scatole per l’asporto del cibo e bevande avanzate dai ristoranti o per il take away. Wasteless è start-up nata nel 2016 e basata a Tel Aviv e New York, ha applicato l’Internet of Things al mondo dei supermercati, ideando la prima soluzione al mondo di apprendimento automatico e monitoraggio in tempo reale delle merci sugli scaffali per offrire ai clienti prezzi dinamici in base alla data di scadenza dei prodotti.

Inoltre, Carrefour Italia il 10 maggio premierà una delle oltre 70 start-up che hanno partecipato alla call del premio “Let’s Emerge Award”. In palio, l’inserimento del prodotto della start up vincitrice all’interno dell’assortimento di Carrefour Italia per un anno. La call è stata promossa da Emerge, la startup innovativa B2B che aiuta i produttori alimentari italiani a emergere nello scenario internazionale e Seeds&Chips.

San Benedetto prima in reputazione nel beverage analcolico in Italia

Prima in reputazione nel settore beverage analcolico: è il riconoscimento che per il terzo anno consecutivo arriva per Acqua Minerale San Benedetto, che si attesta come l’azienda con il più alto punteggio nel Reputation Study 2018, la classifica di Reputation Institute, società leader a livello globale nella misurazione e gestione della reputazione aziendale.

Non solo: lo score di 75,3 punti (“fascia reputazionale forte”) è in crescita rispetto allo scorso anno e significativamente al di sopra e in controtendenza rispetto alla reputazione media del settore. Un primato che oltre a confermare il solido sviluppo dell’Azienda, rappresenta uno straordinario risultato per il made in Italy visto e considerato che, come emerge dal ranking, San Benedetto è in testa alla graduatoria davanti alle grandi multinazionali del settore.

Reputation Institute è la società che opera nel campo della ricerca e consulenza specializzata in corporate reputation management, ideatrice della misurazione RepTrak attraverso la quale ogni anno viene realizzato il Global RepTrak100, il più importante studio annuale sulla reputazione delle top 100 aziende del mondo. Il modello RepTrak misura la percezione del pubblico in relazione alle principali aziende del mondo, su sette dimensioni razionali che rappresentano la chiave per la valutazione della reputazione: prodotti e servizi, innovazione, ambiente di lavoro, governance, responsabilità sociale e ambientale, leadership e performance. Sulla base di questi criteri, l’azienda veneta ha staccato di ben dieci punti le grandi multinazionali che operano nel suo settore.

“Questo importante riconoscimento – dichiara Enrico Zoppas, Presidente di Acqua Minerale San Benedetto – è motivo di grande orgoglio per noi e credo debba esserlo più in generale per il made in Italy. Visto il prestigio del Reputation Institute, essere premiati per il terzo anno consecutivo vuol dire che la strada perseguita è quella giusta e continueremo a percorrerla con l’entusiasmo di sempre. Questo riconoscimento premia la fiducia che i consumatori continuano a riporre in San Benedetto, nei nostri prodotti e soprattutto nei nostri valori, che rappresentano la vera base della nostra credibilità e reputazione. Continueremo ad investire nell’innovazione e nella sostenibilità ambientale, che sono ormai parte del nostro DNA aziendale“.

Nestlè paga 7,15 miliardi di dollari per vendere prodotti con il brand Starbucks

È costato a Nestlè 7,15 miliardi dollari (6 miliardi di euro) l’accordo che consentirà alla multinazionale svizzera di vendere caffè con il marchio Starbucks a supermercati, ristoranti e catering, comprese capsule Nespresso con il marcio della sirena. Con questa “alleanza globale” secondo Bloomberg, le due aziende “uniscono le forze per ringiovanire i loro imperi del caffè”, mentre una nota della compagnia di Seattle parla di “accelerare e crescere la diffusione globale del brand Starbucks nel largo consumo e nella ristorazione”, sia nel mercato casalingo che nel fuoricasa.

Grazie all’accordo Nestlé potrà anche vendere e distribuire i caffè in grani e altri prodotti.

“Questa alleanza globale del caffè porterà l’esperienza di Starbucks nelle case di milioni di persone in più in tutto il mondo grazie alla diffusione e alla reputazione di Nestlé” ha detto Kevin Johnson, presidente e Ceo Starbucks -. L’accordo storico fa parte del nostro attuale sforzi di focalizzare ed evolvere la nostra azienda per incontrare i bisogni del consumatore e siamo orgogliosi di lavorare con una compagnia con la quale condividiamo i nostri valori”.

“Questa transazione è un passo significativo per le nostre vendite di caffè, che è la categoria di Nestlé con la crescita maggiore – ha dichiarato Mark Schneider CEO di Nestlé -. Con Starbucks, Nescafé e Nespresso uniamo tre marchi iconici nel mondo del caffè. Siamo entusiasti di lavorare con Starbucks con la quale condividiamo la passione per il caffè di alta qualità e siamo considerati leader globali per i loro approvvigionamenti sostenibili della materia prima”.

Le due compagnie lavoreranno congiuntamente per creare nuovi, innovativi prodotti e Nestlè punta in particolare ad espandere la sua presenza sul mercato nordamericano. 

L’accordo che dovrà passare il vaglio degli enti regolatori, dovrebbe finalizzarsi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno 2018. Dall’accordo sono esclusi i caffè solubili, il tè e i succhi.

L’accordo non avrà nessun effetto sulle 28mila caffetterie in tutto il mondo della compagnia di Howard Schultz. Il quale in occasione del suo intervento a Seeds & Chips ha dichiarato che il primo store in Italia, una Roastery con il partner Percassi, aprirà i primi di settembre nell’edificio delle ex Poste in Piazza Cordusio a Milano, dove i lavori fervono ormai da tempo.

 

 

Parte da Milano durante la Milano Food City la Festa del Bio, kermesse Federbio

Promuovere la conoscenza e il consumo dei prodotti biologici nel rispetto dell’ambiente, dell’uomo e della biodiversità: è questo l’obiettivo della Festa del Bio, organizzata da FederBio, che ritorna anche quest’anno e comincia il suo tour, che coprirà da maggio a settembre 2018 cinque grandi città italiane, da Milano. 

Il taglio ufficiale del nastro è previsto nella centralissima Via dei Mercanti il prossimo 12 maggio, dalle 10 alle 19, nell’ambito di Milano Food City, in partnership con Fiera Milano/Tuttofood. FederBio si è inserita nel ricco calendario di eventi della Settimana meneghina del Cibo per raccontare e vivere il cibo e la cultura dell’alimentazione naturale incontrando un pubblico estremamente vario, al quale raccontare l’importanza del consumo di cibo biologico certificato.

L’evento è uno spazio aperto di confronto, ricerca, comunicazione e arricchimento reciproco, disponibile a tutti e coinvolge da mattina a sera produttori, aziende, consumatori, giornalisti, blogger, esperti, studenti, adulti e bambini con un nutrito programma di attività informative e ludiche.

Tra le iniziative, il talk show dal titolo “Il valore del benessere animale in agricoltura biologica” per evidenziare che il principio guida degli allevamenti biologici è il miglioramento delle condizioni di vita degli animali in linea con gli standard predisposti da FederBio. L’altro talk, intitolato “#ipesticididentrodinoi: la scelta per la salute nostra e del pianeta è in mano alle donne”, sarà una tavola rotonda al femminile per parlare di chi non fa uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi sui campi, di chi produce e vende alimenti puliti e vede un altro futuro per il Paese.

Non manca il concorso. “Dal Campo allo Scaffale, dal Produttore al Consumatore” coinvolgerà studenti e gruppi di lavoro delle facoltà di Agraria, Economia e Commercio e Scienze della Comunicazione delle città in cui si svolgerà la Festa del Bio. Le idee e i progetti prodotti dagli studenti saranno valutati da una giuria di esperti e sarà premiato il progetto migliore di ogni singola tappa. In occasione dell’appuntamento finale del tour a Bologna sarà selezionato il vincitore assoluto. I progetti e le idee ammessi al concorso devono rientrare in una delle tre categorie: Amici del Territorio, tra sostenibilità e creatività; Impresa e Reti d’impresa Bio; Comunica il Bio.

Insieme a focus group, incontri con i media, istituzioni e mondo della ricerca, il Villaggio del Bio ospita anche innumerevoli spazi espositivi per presentare un’ampia gamma di prodotti e servizi del mondo biologico e dialogare con il pubblico: un nutrito programma di intrattenimento ludico e informativo invita a trascorrere alcune ore all’interno del Villaggio per imparare a leggere un’etichetta Bio, capire il significato di agricoltura biologica e biodinamica, conoscere i benefici derivanti dal consumo di alimenti biologici. Il tutto condito da momenti di convivialità, come il concorso fotografico #scattailatoBIO, gli eventi dedicati ai più piccoli all’interno del Baby BIOpark, come il laboratorio Esperienza Tattile, curato da Fileni BIO, che prevede il coinvolgimento dei bambini in un’esperienza tattile/sensoriale alla scoperta della filiera biologica o la merenda Bio a cura di Rigoni di Asiago, Barilla e Granarolo con le loro linee di prodotti biologici.

Sempre nell’ottica della valorizzazione delle eccellenze del biologico Made in Italy, viene organizzato l’altro concorso “Buono è Bio” per promuovere la formazione dei cuochi del futuro e avvicinarli all’uso in cucina di prodotti biologici certificati. In questo caso ad essere coinvolti saranno gli studenti di cinque Istituti alberghieri che realizzeranno un Bio Menù, che sarà costruito con la selezione dei piatti più meritevoli realizzati in diretta nel corso di alcuni show cooking.

“L’obiettivo della Festa del BIO che ben si identifica con la mission di FederBio – sottolinea il presidente di FederBio, Paolo Carnemolla – è avvicinare il maggior numero di persone al mondo del biologico, trasmettere i valori dell’agricoltura biologica e biodinamica e diffondere la cultura del consumo di cibo sano e prodotto senza agenti chimici. Per rendere sempre più edotti e consapevoli i consumatori circa il valore della scelta biologica, ritengo che l’idea di organizzare un originale e dinamico road show, aperto al pubblico per offrire momenti di comunicazione, convivialità e degustazione, sia quella giusta”.

Dopo la tappa milanese, la Festa del Bio si sposterà a Torino (26 maggio), Roma (9 giugno), Verona (23 giugno) per chiudere a Bologna (8 settembre).

 

Lotta allo spreco, Continente crea dolci “circolari” con la frutta troppo matura

Cosa può fare un’insegna della Gdo della frutta troppo matura, in particolare le banane, le più sensibili all’invecchiamento? Una risposta possibile viene Continente, insegna portoghese, che ha appena lanciato un nuovo prodotto che è una bandiera dell’economia circolare: si chiama Panana ed è un dolce fatta con banane molto mature, provenienti dai negozi Continente.
Il prodotto si unisce alla gamma di dolci e chutney della private label dell’insegna, prodotti anche da frutta e verdura alla fine della vita, arricchendo la gamma di prodotti a economia circolare che aiutano a ridurre gli sprechi.

Le banane utilizzate non hanno valore commerciale perché sono troppo mature. 

La confezione di questo nuovo prodotto è simile alle caramelle e chutney di Continente, lanciato nel giugno dello scorso anno. È quindi il risultato del riutilizzo delle eccedenze alimentari dai negozi Continente, che danno origine a un nuovo prodotto, e ritornano dunque al circuito commerciale in un modo nuovo.

Questo processo di trasformazione dei prodotti alimentari in fine vita, attraverso il riutilizzo, il recupero o il riciclaggio, si chiama Economia Circolare. Un modello emerso in opposizione al modello di economia lineare, che presuppone che un prodotto abbia un inizio e una fine.

Il progetto Transformar.te, che fa parte delle iniziative Continente missione, e mira a ridurre i rifiuti residui attraverso prodotti repackaging, iniziative di flusso, il reimpiego, borse di studio interne e altre azioni.

Le eccedenze alimentari che non possono essere recuperate in questo modo vengono inviate quotidianamente agli istituti di solidarietà sociale e al sostegno degli animali. Nel 2017 queste donazioni erano equivalenti alla consegna di 2 milioni di pasti.

No cannucce, thanks? Tetra Pak entro fine anno lancerà quelle di carta

La guerra alla plastica che sta invadendo e inquinando terre e, soprattutto, mari passa anche per l’eliminazione di un prodotto di plastica molto diffuso: le cannucce. Molti bar le ganno già ma+bandite ma sono presenti spesso anche nei contenitori monodose di bevande vendute nei supermercati. A questi proposito giunge come una buona notizia l’annuncio di Tetra Pak, che si propone di lanciare entro la fine dell’anno delle cannucce in carta, adatte ai suoi pacchetti di cartone monoporzione. La mossa rientra in un programma più ampio dell’azienda volto a risolvere il problema dei rifiuti delle cannucce di plastica.

Le cannucce giocano un ruolo integrante e funzionale per i pacchetti monoporzione, ma se non correttamente smaltite, diventano parte del problema dei rifiuti a base plastica. L’azienda incoraggia i consumatori a spingere cannucce all’interno del contenitore una volta svuotato, in modo che possano essere raccolte insieme al resto del pacchetto. Tetra Pak sta lavorando per sviluppare una carta adatta all’uso sulle sue confezioni.

“Puó sembrare abbastanza semplice – spiega Charles Brand, Vice Presidente Esecutivo, Product Management & Commercial Operations – ma in realtà, ci sono una serie di sfide significative per produrre una carta con le proprietà necessarie. Detto questo, il nostro team per lo Sviluppo é fiducioso di poter trovare una soluzione e di avere le cannucce a base carta pronte per essere lanciate entro la fine dell’anno”.

In media, le confezioni Tetra Pak sono fatte per il 75% in cartone: le cannucce di carta contribuirebbero a raggiungere gli obiettivi a lungo termine dell’azienda di offrire un portafoglio di prodotti interamente da fonti rinnovabili.

Un aiuto in un sacchetto: “Dona la Spesa” di Coop Alleanza 3.0 in 329 punti vendita

Un aiuto in un sacchetto. Si può aiutate chi è in difficoltà anche facendo la spesa. Sabato 5 maggio in 329 punti vendita di Coop Alleanza 3.0 sparsi per tutta Italia si svolgerà l’iniziativa “Dona la Spesa”. Dal Friuli-Venezia Giulia alla Sicilia passando per tutte le regioni in cui è presente la più grande cooperativa italiana di consumatori e in collaborazione con tantissime realtà che operano sui territori nel campo della solidarietà, quel giorno i clienti che si recheranno a fare la spesa in uno dei punti vendita tra ipermercati, supermercati e negozi di prossimità troveranno all’ingresso del punto vendita volontari Coop o delle associazioni aderenti – riconoscibili grazie ad apposite pettorine – che distribuiranno delle shopper per la raccolta e un volantino con l’elenco dei prodotti da donare. Tutti prodotti di prima necessità non deperibili come olio, tonno, legumi in scatola, farina, zucchero, biscotti e prodotti per la colazione, pasta, riso, alimenti a lunga conservazione, articoli per l’igiene della persona e della casa e articoli per l’infanzia.

Un’iniziativa che si ripete periodicamente con risultati sempre incoraggianti. Nelle due raccolte organizzate nel corso del 2017 da Coop Alleanza 3.0 e Coop Sicilia, a maggio e ottobre, si raggiunsero in totale le 479 tonnellate di prodotti, che furono messe a disposizione di migliaia di famiglie in difficoltà. E anche quest’anno i risultati dell’iniziativa saranno comunicati nei manifesti e nelle locandine che verranno affissi nei negozi coinvolti.

L’iniziativa è organizzata con la rete di volontariato e le istituzioni locali, in collaborazione con 377 realtà su tutto il territorio, col sostegno dei soci volontari Coop per la parte di presidio e promozione. Le donazioni andranno in favore di persone e famiglie in difficoltà, rimanendo all’interno della stessa comunità che partecipa alla raccolta. All’iniziativa aderisce anche Distribuzione Centro Sud (con l’ipercoop di Guidonia, in provincia di Roma), società controllata da Coop Alleanza 3.0.

Visite al buio nei negozi Ikea, con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti

È possibile fare shopping anche se non si vede? Sì e lo dimostra l’iniziativa “Vieni all’Ikea… a occhi chiusi”, voluta dal colosso svedese in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Fino a domenica 6 maggio in molti negozi dell’azienda leader dell’arredamento di design “democratico” si svolgeranno visite guidate dai volontari delle sezioni locali dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Potranno partecipare ciechi, ipovedenti ma anche vedenti che potranno quindi fare l’esperienza di rinunciare alla vista per alcune ore per apprezzare meglio gli altri sensi spesso “dormienti”. Lo scopo delle visite sarà infatti quello di dimostrare che anche un magazzino sterminato come Ikea è fruibile da persone non vedenti, grazie alle possibilità offerte dal tatto, dall’udito e perfino dall’olfatto e dal gusto. Un’occasione per comprendere le difficoltà che le persone cieche o ipovedenti affrontano tutti i giorni dentro e fuori casa, ma anche per scoprire le nostre risorse e dare valore a ciò che abbiamo senza darlo per scontato, come facciamo spesso.

L’iniziativa si svolgerà in 18 dei 21 store Ikea da mercoledì 2 a domenica 6 maggio, con orari diversi a seconda delle regioni e dei negozi. Nei due negozi romani di Anagnina e Porta di Roma, ad esempio, le visite sensoriali si svolgeranno per tutto il giorno nella sola giornata di venerdì, mentre nel negozio di Genova l’appuntamento è per venerdì dalle 10 alle 16 e per sabato e domenica dalle 12 alle 18 e a Roncadelle (Brescia) le visite sono dal 2 al 4 maggio dalle 15 alle 18.

Ikea non è nuova a iniziative a favore di associazioni che operano sul territorio per aiutare le fasce deboli della società. In particolare diversi sono stati i progetti in tema di diversità, “Nella nostra filosofia aziendale – spiega Stefano Brown, sustainability manager di Ikea Italia – la diversità non rappresenta un problema, ma piuttosto una ricchezza da valorizzare: un messaggio che vogliamo e dobbiamo condividere anche all’esterno, coinvolgendo tutti i nostri clienti”.

Un’esperienza che si nutre di empatia e curiosità ma che ha anche un risvolto pratico. Per tutto il periodo dell’attività, infatti, sarà possibile donare con la propria spesa da Ikea un euro all’Unione italiana ciechi e ipovedenti.

Auchan Retail pensa locale e aiuta a esportare prodotti made in Italy nel mondo

Buono, sano e locale. Sono le tre parole d’ordine della presenza di Auchan Retail Italia a Cibus, il salone dell’alimentare che si svolge ogni due anni e che si appresta ad aprire alla Fiera di Parma (7-10 maggio). La costola italiana dell’azienda francese, che da noi vanta 19mila collaboratori ed è presente in 19 regioni con gli ipermercati Auchan, i supermercati Simply, i punti vendita di prossimità MyAuchan e i drugstore Lillapois, presenterà nella kermesse emiliana ai buyer di tutto il mondo il proprio impegno nella valorizzazione del made in Italy.

Un progetto ormai decennale, quello di Auchan Retail Italia in questo campo. Già ora la rete di export consente a 160 fornitori italiani di farsi assaggiare in 29 Paesi: quelli più vicini a noi (Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Slovenia, Belgio, principato di Monaco, Lussemburgo) ma anche in Russia, in Moldavia, in Cina, a Taiwan, in Malesia, in Giappone, negli Stati Uniti. Questo grazie alla possibilità che l’azienda fornisce alle piccole e medie imprese di essere supportate nella gestione delle pratiche commerciali e doganali, nei rapporti con i clienti e con le catene straniere, nella promozione e nella visibilità del marchio e del prodotto.

Questo ha consentito a prodotti già molto noti, come il Panettone, ma anche a prodotti semisconosciuti fuori dai nostri confini, come i Pizzoccheri della Valtellina, la Sbrisolona, i Savoiardi, di allargare i propri orizzonti trovando mercati impensabili come la Russia, l’Ucraina, l’Ungheria. Sono 1600 le referenze che “emigrano”, tra cui molte specialità regionali.

A Cibus, Auchan Retail Italia creerà un ponte tra i produttori di eccellenze italiane presenti in fiera e buyer provenienti da dodici Paesi. Uno strumento importante è la “private label”, che può agevolare l’export sia nei confronti dei buyer di Auchan Retail nel mondo sia di quelli internazionali che visitano Cibus per far attività di sourcing di prodotti made in Italy. Per questo la linea Passioni di Auchan, dedicata a produzioni tipiche italiane a opera di artigiani del gusto, sarà protagonista dello stand al padiglione 8, posizione 015.

“Il nostro obiettivo – dice Alessandro Montanari, responsabile import-export di Auchan Retail Italia – è stato fin dall’inizio quello di rendere accessibile ai produttori italiani un mercato estero che si conferma molto curioso verso le proposte, anche di nicchia, della tradizione alimentare italiana. I risultati ogni anno sono in crescita: il giro d’affari dell’export nel 2017 ha raggiunto 56 milioni di euro, in aumento del 14% rispetto al 2016, e le migliori performance si registrano in Polonia, in Russia e a Taiwan. È un impegno in linea con la nostra forte volontà di promuovere il buono, sano e locale, diventando veri e propri ambasciatori del made in Italy nel mondo”.

Sainsbury’s e Asda, nasce la super insegna Uk: niente chiusure e -10% sui prezzi

L’annuncio è ormai ufficiale e anche i termini dell’accordo: Sainsbury’s e Asda (sussidiaria di Walmart), seconda e terza catena della Gdo britannica, formeranno un supergruppo da 2800 punti vendita e 51 miliardi di sterline di fatturato (nel 2017) e 47 milioni di transazioni a settimana. Nell’annuncio ufficiale di Sainsbury’s si chiariscono alcuni punti cruciali: tra cui l’impegno a non chiudere punti vendita, l’aspettativa di ridurre i prezzi del 10% su “molti dei prodotti che i nostri clienti acquistano regolarmente”. In realtà una serie di punti vendita (fino a 75 secondo gli analisti) potrebbero dover passare di mano per soddisfare le leggi antitrust.

Rassicurazioni arrivano anche sul lavoro, anche se resta molto scetticismo a riguardo: i 330mila dipendenti del “gruppo allargato” (oltre ai supermercati Sainsbury’s e Asda ci sono anche i punti vendita Argos, generalista, Tu, George, abbigliamento e Habitat, casa) saranno parte del grande disegno e per loro ci saranno “più opportunità a tutti i livelli nel gruppo ampliato, grazie ai valori condivisi e all’eredità di entrambi i gruppi”. Il quartier generale di Asda a Leeds, Inghilterra del Nord, rimarrà, così come il management.

Le ragioni della mossa sono spiegate in una nota del retailer londinese: “Il settore della distribuzione sta attraversando importanti e rapidi cambiamenti, e i comportamenti dei consumatori continuano ad evolvere. questo ha potato una crescente competizione all’interno dei supermercati, degli ipermercati e delle catene di abbigliamento, visto che i clienti cercano sempre più valore, scelta e convenienza.  Sainsbury’s e Asda insieme creeranno un’impresa più competitiva e resiliente maggiormente in grado di investire in prezzi, qualità, assortimento e tecnologia per offrire ai clienti modi più flessibili per fare gli acquisti”.

 

Walmart al 29,9%

Nella nuova realtà Walmart avrà il 42% del capitale emesso e riceverà 2,975 miliardi di sterline in contanti of cash e valuta Asda a circa £7,3 miliardi in una base senza debiti, liquidità e pensioni. Al momento della finalizzazione, Walmart non avrà più del 29,9 % dei diritti di voto totali nella nuova realtà (Combined Business, l’impresa congiunta). Walmart “sarà un azionista a lunga termine e utilizzerà la sua scala globale e investimento per supportare la nuova realtà”.  A capo della quale ci sarà il top management di Sainsbury’s (presidente, Ad, direttore finanziario), mentre Asda condurrà gli affari da Leeds con il suo Ad, che si unirà al Board operativo del gruppo, e due rappresentanti di Walmart entreranno nel Board della nuova realtà come direttori non esecutivi..

Se tutte le promesse saranno mantenute è da vedere. Nel frattempo si può dire che il mercato ha accolto molto positivamente l’accordo: le azioni di Sainsbury’s sono schizzate in alto del 20%.

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