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Anna Muzio

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M’illumino di Meno, il 23 febbraio anche i supermercati “spengono le luci”

In 13 anni è cresciuta e sono varie le imprese della Gdo che hanno man mano aderito: stiamo parlando di ‘M’Illumino di Meno’, la grande campagna di sensibilizzazione sui temi degli stili di vita sostenibili promossa dalla trasmissione di Radio2 Caterpillar, che giunge il 23 febbraio, la ‘Giornata del risparmio energetico, alla su 14a edizione.

Quest’anno il focus è sul camminare a piedi, il mezzo di trasporto più antico, sano ed ecosostenbilie. Obiettivo: raggiungere grazie a migliaia di adesioni in Italia e all’estero, dagli Usa alla Thailandia, dal Messico all’Australia, di cittadini, istituzioni, aziende, scuole, i 555 milioni di passi necessari per arrivare simbolicamente dalla Terra alla Luna. Per questo sul sito è stato lanciato un “contapassi” con cui i cittadini si impegnano a contribuire al “viaggio” verso la Luna. 

 

Il 13° anno di Coop

Da 12 anni COOP aderisce al “M’illumino di meno”. Gli oltre 1100 punti vendita Coop il 23 febbraio applicheranno il “silenzio energetico”, ovvero lo spegnimento simbolico delle luci e “Caterpillar” in diretta attraverso RadioCoop. L’insegna raccoglie la sfida di quest’anno e “pensa con i piedi”. A Empoli dove è in atto la campagna di crowfunding “Abbraccia Empoli” lanciata da Unicoop Firenze per contribuire al progetto di restauro della Fontana dei Leoni, monumento simbolo della città, il progetto diventa “Abbraccia Empoli a piedi e con le luci spente”, passeggiata simbolica di sensibilizzazione per contribuire con il cuore ma andando a piedi. A Bologna Coop Alleanza 3.0 organizza passeggiate a piedi a partire dall’erbario presente nel supermercato Coop di Piazza Martiri e giochi per calcolare camminando la propria impronta ecologica. Gaming ecologico utilizzando un tappeto colorato di 3 metri negli Ipercoop siciliani; qui l’obiettivo è fare un percorso a tappe per “raggiungere la Luna”

 

Gruppo Gabrielli, spesa “al buio” scontata del 10%
Anche quest’anno, il Gruppo Gabrielli parteciperà con le sue insegne Oasi e Tigre, abbassando l’intensità luminosa nei punti vendita. 
L’azienda per condividere con i propri clienti l’iniziativa e dare eco alle finalità, come lo scorso anno, in occasione dell’appuntamento con M’Illumino di meno il 23 febbraio riserverà uno sconto del 10% sulla spesa effettuata dalle ore 18 alle ore 19.00  nei punti di vendita coinvolti.
«Partecipiamo all’edizione 2018 di M’Illumino di meno condividendone l’attenzione riservata alla terra, all’importanza del suolo come bene da tutelare e alla bellezza del paesaggio da preservare – ha detto Barbara Gabrielli vicepresidente del Gruppo Gabrielli –; il nostro impegno è concreto, infatti il nostro ultimo punto di vendita Oasi inaugurato ad Ancona lo scorso ottobre è stato realizzato interamente in classe A+, senza consumo di suolo grazie alla conversione, mediante demolizione e ricostruzione con ampliamento, di un vecchio edificio divenuto oggi nuovo esercizio commerciale tutelando il suolo a vantaggio della comunità che beneficia anche di parte dell’area sistemata a verde».

 

Tutti in sneakers da Carrefour

Carrefour ha invitato tutti i dipendenti a presentarsi al lavoro in sneakers e a camminare il più possibile. Evitando l’ascensore (e predisponendo un bollino per ogni piano fatto a piedi) e invitando ad usare palestra e pista di jogging interna alla sede centrale di Milano. Obiettivo: contribuire ai 555 milioni di passi necessari ad “arrivare alla Luna”. Le insegne dei punti vendita resteranno spente dalle 18 alle 19. 

 

Luci spente in 111 supermercati Gruppo Alì

Il Gruppo Alì spegnerà le luci nei 111 supermercati Alì e centri Alìper di Veneto ed Emilia Romagna: dalle 18 alla chiusura, tutta la rete dei supermercati dimezzerà l’illuminazione all’interno dei punti vendita. Un gesto che comporta – fa sapere l’insegna – un risparmio energetico di circa 11.000 KW/h, pari a 2,1 tonnellate di petrolio e una riduzione delle emissioni di CO2 di 5 tonnellate. Il relamping nei punti vendita ristrutturati e in quelli di nuova generazione ha consentito di abbattere il 50% dei consumi energetici relativi all’illuminazione.

«L’adesione a M’illumino di meno è un piccolo gesto simbolico– spiega il presidente Francesco Canella – per condividere il nostro impegno per la tutela dell’ambiente anche attraverso il risparmio energetico. Siamo convinti che la tutela dell’ambiente sia alla base della sicurezza alimentare e della salute delle persone».

 

Il decalogo di ‘M’Illumino di Meno’
1. spegnere le luci quando non servono.
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici.
3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria.
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola.
5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre.
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria.
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne.
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni.
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni.
10. utilizzare l’automobile il meno possibile, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città.

Le baite di Oulx (CRAI) lancia le colonnine di ricarica auto

Due colonnine per la ricarica delle auto elettriche; saranno installate tra marzo e aprile presso il Centro commerciale Le Baite di Oulx, al cui interno è presente un punto di vendita CRAI associato al Cedi Codè Crai, storico protagonista del mondo della distribuzione moderna. È solo ‘ultimo di una serie di iniziative improntate alla sostenibilità ambientale promosse nei vent’anni di esistenza della struttura, che ha voluto dimostrare come la passione per il lavoro possa coniugarsi con la responsabilità sociale, l’attenzione verso l’ambiente e le popolazioni locali.

Era il 1998 quando il Centro commerciale assunse l’attuale aspetto ispirato all’architettura delle baite alpine. Legno e pietra sono stati utilizzati per inserire in modo armonioso una struttura altrimenti ingombrante in un contesto montano (e viene in mente la draconiana legge regionale del Trentino che ha detto stop agli spazi commerciali superiori a 10mila metri quadri).

Un primo significativo gesto che ha aperto la strada al percorso di attenzione che Le Baite hanno poi dimostrato dando seguito alle buone intenzioni con numerose attività concrete. Partendo dalle immancabili raccolte fondi che hanno interessato progetti legati al territorio come la cosiddetta operazione Chiesette ovvero il restauro della Cappella del GAD; ma anche progetti internazionali come quello nella Repubblica Centro Africa per costruire un nuovo nucleo abitativo per 20 bambini, in collaborazione con SOS Terzo Mondo.

Il centro commerciale Le Baite ha anche creato sinergie “responsabili” tra attività diverse: è stata installata una macchina per il riciclo delle bottiglie in PET che compensava i clienti con bollini della raccolta Crai. I clienti poi potevano scegliere di donare i bollini per la manutenzione dello storico Sentiero dei Franchi nel parco del Gran Bosco attraverso il quale i Franchi scesero le Alpi per affrontare i Longobardi (pari a 10mila euro).

Numerosi sono anche gli interventi strutturali per rendere l’edificio meno energivoro possibile. È datato 2010 il primo ampliamento della costruzione che ha previsto il recupero dell’acqua piovana per gli scarichi dei servizi igienici e per l’irrigazione, in contemporanea sono stati realizzati un impianto eolico e uno fotovoltaico per produrre energia da fonti rinnovabili.

Più di recente, nel 2015, in occasione di un’importante ristrutturazione, sono stati sostituiti i frigoriferi e la centrale frigorifera per adottare una nuova tecnologia che utilizza CO2 come gas refrigerante e quindi già in linea con le direttive europee che dal 2020 prevedono la progressiva eliminazione degli altri gas in uso. La nuova centrale garantisce sia un minor impatto ambientale sia un minor consumo energetico (-40%). Infine sempre nel 2015 è stata sostituita l’illuminazione tradizionale con apparati led.

Nel 2005 è stato installato il primo Ecopoint Crai per la vendita di prodotti sfusi per la riduzione dei rifiuti e successiva integrazione con detersivi alla spina Ecogoccia (un progetto Regione Piemonte).

Le proposte ecosostenibili non si limitano al Centro Commerciale: Le Baite cerca di sensibilizzare nel diminuire l’utilizzo delle autovetture. Per il periodo invernale è il principale sponsor dello Yety Bus, navetta gratuita per gli sciatori tra Oulx e Sauze d’Oulx e nei mesi estivi mette a disposizione dei clienti gratuitamente una navetta da Oulx al Centro Commerciale. E, per chi volesse arrivare con una non inquinante auto elettrica, tra poco ci saranno anche le colonnine di ricarica.

Gruppo VéGé si accorda con Grupo IFA e crea una piattaforma internazionale a tre

Nella foto: Giorgio Santambrogio Ad Gruppo VéGé, Roberto Tojeiro Rodríguez Presidente Grupo IFA, Nicola Mastromartino Presidente Gruppo VéGé e Juan Manuel Morales Direttore Generale Grupo IFA.

Accordo internazionale per Gruppo VéGé: il terzo operatore italiano per numero di punti di vendita ha infatti firmato un accordo con Grupo IFA, primo gruppo di distribuzione iberico per superficie commerciale, con oltre 6.784 punti vendita in Spagna e Portogallo.

 

Piattaforma internazionale

A seguito dell’accordo verrà creata una piattaforma internazionale all’avanguardia per il Sud dell’Europa. Gruppo VéGé entra a far parte del Comitato Acquisti Centralizzati Internazionali di Grupo IFA. L’accordo permetterà di ampliare la superficie commerciale di vendita a 5,6 milioni di metri quadri, distribuita sui quasi 9.500 punti di vendita in Spagna, Portogallo e Italia, con un fatturato complessivo di oltre 23 miliardi di euro.

Grupo IFA è costituita da 34 membri e 137 aziende partner, con un fatturato consolidato lordo superiore ai 16 miliardi di euro, oltre i 4,3 milioni di metri quadri, più di 95.000 dipendenti e 6.784 punti vendita. 

Grupo IFA e Gruppo VéGé collocano questo accordo, che sarà operativo nel mese di febbraio, all’interno del loro Piano Strategico 2020, basato sulla creazione di valore in primis per le proprie aziende associate e quindi per i propri fornitori. Entrambe le società condividono infatti una visione e un modello d’impresa basato sulla prossimità, sui prodotti freschi e su un vasto assortimento di prodotti di marca industriale.

«Siamo soddisfatti di questo accordo che ci permette di ampliare la nostra offerta rendendola internazionale – spiega Nicola Mastromartino, Presidente di Gruppo VéGé –. Il nostro Gruppo ha contribuito sin dai suoi inizi a far nascere il moderno sistema distributivo italiano, portando nelle case degli italiani la qualità e la varietà dei prodotti della nostra tradizione regionale. Adesso il nostro obiettivo è portare le eccellenze del made in Italy in tutto il mondo».

L’accordo con Gruppo VéGé permetterà a IFA di potenziare il proprio progetto di internazionalizzazione avviato nel 2016 con la partnership con Sonae MC, leader in Portogallo. Grazie alla gestione congiunta di questi tre mercati, oggi le società raggruppate nel Grupo IFA (IFA Retail, Sonae e Gruppo VéGé) aumenteranno la loro capacità di ottimizzare le proprie condizioni di acquisto, di migliorare la loro posizione competitiva e di assicurarsi un’offerta commerciale più vantaggiosa per il cliente finale.

SmartFood Ieo sviluppa per Amìo una linea ideata utilizzando ricerche scientifiche

Si fa presto a dire sano, naturale, nutrizionalmente corretto, ma non sempre ciò che sembra, magari per una scelta di packaging azzeccata, è: ILTA Alimentare allora con il brand AMÍO ha deciso di affidare a SmartFood, il programma di ricerca in Scienza della Nutrizione e Comunicazione promosso dalla Fondazione IEO – CCM lo sviluppo di una linea, ZuppamiXlegumi, con tre nuovi mix a base di legumi e cereali.

Sugli scaffali da novembre con Esselunga, prima catena a commercializzarla nella Gdo, la linea Amìo di compone di ZuppamiXlegumi e Avena, ZuppamiXlegumi e Farro e ZuppamiXlegumi e Grano Saraceno. Per la prima volta un’azienda alimentare sottosta ai “diktat” di un ente scientifico per la realizzazione di un suo prodotto. Non si tratta di un bollino su un articolo preesistente, ma dell’ideazione vera e propria di una linea realizzata utilizzando ricerche scientifiche.

 

Alternativa bilanciata per un pasto completo vegetale

Come ha sottolineato oggi alla presentazione oggi della linea Lucilla Titta, coordinatrice del Programma SmartFood IEO, i mix sono stati interamente ideati da SmartFood, e alla base della scelta c’è il piatto alimentare di Harvard. «Con una porzione di mix (una confezione ne contiene circa quattro, ndr), e l’aggiunta di frutta e verdura si ottiene un pasto completo e bilanciato, l’equivalente proteico di un pasto con un primo di pasta e un secondo di carne. Ma le proteine dei legumi, che garantiscono la stessa quantità di aminoacidi, non portano con sé quei fattori di rischio legati alle proteine animali, come grassi saturi e sale, mentre apportano fibre e sali minerali molto utili come prevenzione verso tumori e malattie cardiovascolari. Il nostro consiglio è di utilizzare proteine vegetali un minimo di tre giorni a settimana».

I mix sono scelti sulla base dei loro profili nutrizionali e sono combinati insieme per creare il giusto mix di carboidrati e proteine all’interno di ricette dove gli ingredienti si sposano perfettamente, con un tempo di cottura omogeneo (e non è necessario l’ammollo), un gusto bilanciato e un elevato contenuto di fibra alimentare, proteine e sali minerali, tutti derivanti da fonti di origine vegetale. I tre Mix sono stati formulati per tutti ma ognuno ha una caratteristica che lo rende più adatto alle diverse esigenze delle donne, degli uomini, dei bambini e degli anziani.

«SmartFood è il programma di Ieo con due obiettivi: ricerca e divulgazione. Con questo progetto abbiamo davvero annullato la distanza tra scienza e popolazione arrivando concretamente fino alla tavola del consumatore» ha concluso Titta.

 

Una categoria che vale 110 milioni di euro, in crescita

«I legumi hanno oggi un mercato del tutto diverso rispetto a solo dieci anni fa – ha detto Fabrizio Cantoni di ILTA Alimentare – passando da cibo povero ad alimento a tutto tondo sdoganato dagli chef stellati e dalla ristorazione, nonché alternativa valida (e spesso ricercata da vegetariani, vegani e flexitariani) alle proteine di origine animale. Il mercato dei legumi secchi vale in Italia 110 milioni di euro, dati Nielsen, con 30 mila tonnellate e una crescita costante che l’anno scorso è aumentata per i mix del 2% a volume. Ma nella Gdo i legumi si stanno diffondendo anche in altri ambiti come i precotti e i piatti pronti».

Parlando del progetto ha detto: «Abbiamo seguito una strada chiara, ogni fase è stata certificata da SmartFood. Ora la sfida sarà far capire il valore del prodotto al consumatore, e lo faremo anche con delle comunicazioni instore. Esselunga ci ha già adottati, e stiamo parlando con varie catene nazionali, da nord a sud, per l’inserimento a scaffale. È un progetto che va spiegato, complesso, che racchiude in sé una serie di esigenze: nutrizionali, ma anche di gusto e di praticità». 

 

Etichetta, sito, social, tra comunicazione ed educazione 

«Siamo un’azienda digital first, il nostro sito e la pagina Facebook contengono anche ricette ideate dallo chef Franco Aliberti, ma anche informazioni e consigli nutrizionali; inoltre sfatiamo una serie di falsi miti sul fronte della nutrizione» spiega Cantoni. Che sottolinea poi la centralità dell’etichetta: tutte le informazioni e le frasi riportate sul pack sono scientificamente giustificabili. E questo, nella confusione imperante, vuole un certo tipo di consumatore.

AMÍO nasce nello stabilimento veneziano di ILTA Alimentare Spa, azienda italiana fondata nel 2015 e parte di ILTA Commodities SA basata a Ginevra. Il gruppo, che da oltre quarant’anni seleziona e vende in tutto il mondo legumi e cereali, è presente nelle più importanti aree di produzione nel mondo.

 

 

Benessere al supermercato: carrello più salutare, Waitrose lancia le lezioni di yoga

Il punto vendita sempre più diventa luogo di accoglienza e interazione con il cliente che va ben al di là della singola spesa, con un’attenzione sempre più spinta verso il benessere: la catena della Gdo britannica Waitrose ad esempio questo mese lancia i corsi di yoga. Sullo sfondo il desiderio di stare bene che ha investito le scelte nutrizionali, cambiando di fatto gli acquisti. In Europa come in Italia: Coldiretti segnala un aumento del +7% per il pesce fresco, del 4,3% per la frutta fresca e del 4% per gli ortaggi freschi per una spesa alimentare che dopo cinque anni nel 2017 torna a crescere (del 3,2%, dati Ismea). Il che significa che sulle tavole degli italiani non si consuma così tanta frutta e verdura da inizio secolo. L’andamento positivo è favorito da nuove modalità di consumo e tecnologie casalinghe come centrifughe ed essiccatori. L’attenzione verso i segmenti naturale e benessere è confermata dalla forte crescita di alimenti come la frutta secca, +7,9%, la pasta di semola integrale, +16% o il riso integrale, + 20% rispetto al 2016. Bene anche zuppe pronte (+33%) e le insalate in busta con gli ortaggi di IV gamma (+4,3%), mentre l’olio extravergine di oliva cresce dell’11%. L’altra faccia della medaglia è la flessione di un grande classico della tradizione italiana percepito come non più così salutare come la pasta, con una flessione dei derivati del pomodoro (-0,5%) e della pasta secca di semola (-3%) per i quali nel 2018 secondo Coldiretti si attendono riscontri positivi con l’entrata in vigore dell’obbligo indicare in etichetta l’origine degli ingredienti utilizzati.

E visto che il benessere non si gioca solo a tavola, e che il punto vendita diventa sempre più luogo di attrazione (la spesa noiosa, da riordino, si farà sempre più online, e in automatico) Waitrose apre le porte dei suoi spazi la sera proponendo da questo mese  in tre punti vendita lezioni di yoga. Tenute da istruttori qualificati, costano £ 7 (7,9 euro) una e £ 35 (39 euro) il pacchetto da sei lezioni.

Come chiarisce Moira Howie, Nutrition Manager di Waitrose: «Sappiamo che il benessere generale è sempre più importante per i nostri clienti. Oltre a mangiare bene ora possono anche rilassarsi e godere dei benefici dello yoga in alcuni punti vendita, e allo stesso tempo fare nuovi incontri».

Sempre sul fronte benessere Waitorse sta testando anche in un paio di supermercati un nutrizionista personale che fornisce consigli dietetici personalizzati ai clienti.

Supermercato24 si allea con Pam: 5600 referenze a Milano, Bologna e Padova

Si amplia l’offerta di Supermercato24, operatore italiano per la spesa online con consegna a domicilio, che firma una partnership con il Gruppo Pam. A Milano, Bologna e Padova i clienti possono ora scegliere tra oltre 5.600 referenze in piattaforma agli stessi prezzi del punto vendita, e ricevere la spesa direttamente a casa, in giornata o anche entro un’ora.

L’offerta comprende oltre 600 prodotti in offerta, 400 prodotti freschi e freschissimi, formaggi e salumi da banco, diversi prodotti tipici del territorio e un’ottima selezione di prodotti “take away”. Oltre a ciò, più di 1.500 prodotti private label, tra cui oltre 200 prodotti biologici che spaziano dal fresco al grocery fino alla cura del corpo e del bambino.

Supermercato24 è l’unica piattaforma che consente di scegliere il proprio supermercato di fiducia, dove un personal shopper si recherà e farà la spesa, consegnandola poi a casa o all’indirizzo desiderato entro l’orario concordato, anche a un’ora dall’ordine. Sarà cura dello stesso personal shopper contattare telefonicamente il cliente per ogni necessità.

«Siamo molto orgogliosi di questo accordo con un gruppo così importante come Pam che ci permette di ampliare l’offerta in tre città importanti come quelle di Milano, Padova e Bologna e offrire ai clienti oltre 5.600 prodotti allo stesso prezzo del punto vendita, con in più i vantaggi competitivi che da sempre caratterizzano il nostro servizio: velocità, comodità e consegna a domicilio- dichiara Federico Sargenti, Amministratore Delegato di Supermercato24 –. Siamo sicuri che in futuro potremmo espandere questa partnership anche ad altre città, arrivando ad avere una copertura sempre più capillare sul territorio nazionale e raggiungere così con Supermercato 24 sempre più persone».

In Italia negli ultimi 12 mesi la spesa online ha registrato un +29%. Supermercato24 è, secondo una ricerca Nielsen, uno dei primi tre e-commerce grocery in Italia e ha chiuso il 2017 triplicando i suoi volumi di vendita.

Pam Panorama non ha un vero e proprio servizio di e-commerce, ma ha attivato alcune realtà locali di suoi affiliati, e accoglie nei punti vendita di 66 città i lockers Amazon.  

«L’accordo stretto con Supermercato24 è un’importante novità volta ad incrementare sempre più il servizio offerto ai nostri clienti che potranno ricevere direttamente a casa la loro spesa firmata Pam Panorama. La forza di questa partnership, al momento attiva a Milano, Padova e Bologna ma che coinvolge già migliaia di prodotti, risiede nell’unione dei valori di qualità e convenienza che ci contraddistinguono da 60 anni con la comodità e la velocità di questo innovativo servizio. Un mix vincente che siamo sicuri sarà apprezzato da tutti i nostri clienti e dagli utilizzatori dell’app -ha detto Gianpietro Corbari, Amministratore Delegato di Pam Panorama.

Bio, online e sostenibilità fanno crescere la Coop svizzera

L’innovazione, il presidio delle (ex) nicchie come il bio e il fairtrade, la ricerca di nuovi formati, il canale online pagano: quanto meno in Svizzera, dove continua a crescere Coop Svizzera, che chiude il 2017 con un fatturato di 29,2 miliardi di franchi svizzeri (pari a 25,3 miliardi di euro) e un aumento del 3,1% per tutto il gruppo e dell’1,4% nel commercio al dettaglio. In crescita anche l’utile, che aumenta di 10 milioni di franchi arrivando a 485 milioni (pari a 421 milioni di euro). L’EBIT, ovvero il risultato ante oneri finanziari, è stato per tutto il gruppo di 806 milioni di franchi (700 milioni di euro), con una crescita del 5,7% rispetto all’anno precedente.

Il Gruppo Coop ha realizzato investimenti lordi pari a 1,6 miliardi di franchi (pari a 1,4 miliardi di euro) mentre il patrimonio netto inclusi gli interessi di minoranza ha raggiunto il 47,9% della somma di bilancio. A fine 2017, il Gruppo Coop, che è il secondo operatore nella grande distribuzione dopo Migros e che non ha alcun legame societario con Coop Italia pur avendo un logo molto simile, impiegava 86.318 collaboratori (+1317), dei quali 55.375 in Svizzera.

Coop Svizzera si conferma leader del mercato dei prodotti sostenibili, con 4,3 miliardi di franchi (3,7 miliardi di euro) di fatturato e una crescita in doppia cifra (+10,4%) Con i soli prodotti bio, Coop ha totalizzato 1,4 miliardi di franchi (+10,7%).

I supermercati Coop hanno incrementato la frequenza dei clienti del 5,7% superando, con 10,3 miliardi di franchi (8,9 miliardi di euro), il ricavo netto dell’anno precedente. I formati specializzati hanno visto una crescita del 2,8% raggiungendo i 7,1 miliardi di franchi (6,1 miliardi di euro). Interdiscount, Microspot, Fust e Nettoshop hanno messo a segno un fatturato di oltre 2 miliardi di franchi (1,7 miliardi di euro), con una crescita di 51 milioni di franchi (44 milioni di euro) e un rafforzamento della leadership nel mercato dell’elettronica di consumo. Il Gruppo Coop conta un totale di 2.295 punti di vendita, 41 in più rispetto all’anno precedente. Coop gestisce la rete di punti di vendita più numerosa della Svizzera.

In crescita nel 2017 anche il settore del commercio online. Il ricavo netto è ammontato a 1,7 miliardi di franchi (1,47 miliardi di euro), con una crescita di 267 milioni di franchi (232 milioni di euro) rispetto all’anno precedente. Il supermercato online Coop@home ha fatto registrare una crescita superiore alla media e pari al 10,5%; il ricavo netto è ammontato a 142 milioni di franchi (123 milioni di euro).

Nel settore Commercio all’ingrosso/produzione, Coop ha realizzato un ricavo netto di 13 miliardi di franchi (11,3 milioni di euro), che corrisponde a un aumento del 6,2%. Al netto delle acquisizioni, il settore è cresciuto del 4,9%. Il gruppo Transgourmet ha registrato un ricavo netto di 9,1 miliardi di franchi (7,9 miliardi di euro) con un aumento del 6,3% e la conferma del secondo posto tra le aziende europee che operano nel Cash&Carry e del rifornimento all’ingrosso.

 

Energia, sicurezza e comodità spingono Iot e smart home: nel 2017 spesi 250 milioni (+38%)

Vale 250 milioni in Italia il mercato della Smart Home, che comprende tutte le soluzioni Internet of Things per la casa. Il dato, contenuto nella ricerca dell’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano presentata a Milano nel corso del convegno dal titolo “Non manca (quasi) più nessuno: la Smart Home apre i battenti”, è relativo al 2017 e fa registrare un aumento del 35% rispetto al 2016. A spingere questa crescita, secondo Giulio Salvadori, direttore dell’osservatorio, in particolare “le applicazioni per la sicurezza e la gestione del riscaldamento e degli elettrodomestici”. A motivare l’acquisto dei consumatori italiani sono essenzialmente pochi bisogni: la possibilità di avere la propria abitazione sotto controllo, la maggiore comodità nello svolgere attività ricorrenti e il risparmio energetico.

 

Italia relativamente poco “smart” attende l’arrivo dei “Big” e degli assistenti vocali

Il mercato italiano appare ancora un passo indietro rispetto agli altri grandi Paesi europei, ma risente positivamente dello sbarco nel mercato della casa connessa, accanto alle start-up (che offrono oltre metà dei prodotti in vendita) di grandi produttori con brand affermati, dotati di una rete di vendita capillare e di una filiera fidelizzata di installatori, fattori cruciali per aumentare la fiducia dei consumatori. Se infatti il 38% degli italiani dichiara di possedere già almeno un oggetto “smart” in casa, il 74% di loro ammette di avere avuto bisogno dell’aiuto di un professionista per l’installazione mentre il 51% si dice preoccupato per i rischi legati alla privacy e ai cyber attacchi da parte di malintenzionati. Tra retailer, produttori, assicurazioni, utility e telco, ormai all’appello nel nostro Paese nel mercato della casa connessa mancano solo i grandi operatori over the top come Amazon, Google e Apple, che all’estero hanno appena iniziato la battaglia globale degli assistenti vocali intelligenti (Smart Home speaker), destinata a rivoluzionare il settore.

A trainare il mercato italiano della Smart Home sono le applicazioni per la sicurezza, come sensori per porte e finestre in grado di rilevare tentativi di infrazione, videocamere di sorveglianza, serrature e videocitofoni. Seguono i prodotti per la gestione del riscaldamento, cioè caldaie e termostati connessi, e infine le soluzioni per la gestione elettrodomestici, in particolari lavatrici connesse, controllabili via App e dotate in alcuni casi di assistente vocale. Da noi non sono ancora arrivati gli Smart Home speaker, altoparlanti che riducono la complessità di connessione e che negli Usa hanno già toccato i 35 milioni di esemplari venduti.

 

Il consumatore italiano appare ancora pigro e scarsamente informato. Se come detto il 38% degli intervistati tra i 18 e i 74 anni dice di avere in casa una soluzione di Smart Home, e il 32% l’ha acquistata nel corso del 2017, chi oggi non dispone di oggetti connessi per la propria abitazione nel 27% dei casi non ha mai valutato di acquistarli e nel 17% non ne comprende appieno i benefici. I media tradizionali si confermano il principale canale di comunicazione: infatti il 58% dei consumatori ha sentito parlare di Smart Home nella pubblicità su radio, TV e giornali, mentre il 32% tramite Internet.

Il canale di vendita di Smart Home più diffuso in Italia resta quello tradizionale (70% del mercato) anche se cresce la quota di mercato dei canali alternativi come retailer online e offline, assicurazioni, telco e utility (30% con una crescita del 125% in un anno).

Le tre principali barriere alla diffusione delle soluzioni per la Smart Home sono l’installazione dei prodotti, che risulta ancora difficoltosa per il consumatore, costretto spesso a rivolgersi a un installatore specializzato; l’integrazione dell’offerta con servizi di valore, ancora carente; e la ancora scarsa presenza di brand affermati, riconoscibili dal consumatore e quindi ritenuti affidabiliIi.

Ecco Aldi, il discount tedesco debutta in Italia con un formato ad hoc

Un formato pensato per il non facile mercato italiano, nel layout, bello, pulito, quasi di design, e negli assortimenti. È stato presentato ieri a Castellanza (Va) alla stampa: apertura prevista l’1 marzo con 10 punti vendita nel Nord Ovest: Bagnolo Mella (BS), Cantù (CO), Castellanza (VA), Curno (BG), Peschiera del Garda (VR), Piacenza, Rovereto (TN), San Donà di Piave (VE), Spilimbergo (PN), Trento. 

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L’ingresso di ALDI in Italia avviene dopo due anni di studio e preparazione, dalla sede di Verona. Il piano di sviluppo prevede l’apertura di più di 45 punti vendita nel Nord Italia entro la fine del 2018. Ad oggi il brand ha assunto oltre 880 collaboratori, con la prospettiva di chiudere l’anno con più di 1.500 assunzioni. ALDI è parte del Gruppo ALDI SÜD: con sede centrale in Germania e con oltre 100 anni di storia, conta più di 5.900 punti vendita in 11 Paesi, compresa la new entry Italia.

Con 1900 referenze tra cui oltre 100 referenze tra frutta e verdura e l’85% di linee a proprio marchio, prodotti da forno sfornati nel punto vendita e il 75% di referenze da fornitori italiani, l’azienda garantisce ogni giorno ai propri clienti prodotti selezionati che uniscono qualità e convenienza in una logica di every day low price, mentre due volte a settimana sono previsti ulteriori ribassi. Poca tecnologia, a parte schermi per il digital signage. Ma come hanno più volte commentato i manager tedeschi presenti, abbottonatissimi su ampiezza dell’investimento e strategie di marketing (come si distingueranno dalla concorrenza degli altri discounter? Il resto della Gdo è considerata concorrente diretta? “Non abbiamo guardato gli altri, abbiamo sviluppato il format solo pensando alle esigenze del consumatore italiano”) il format è fatto (anche) pr sondare il mercato, e con il tempo sarà arricchito anche su questo fronte, come avviene in altri Paesi.

Ad oggi l’elemento distintivo del format ALDI è la capacità di concentrarsi sull’essenziale e offrire ai clienti una gamma di prodotti selezionati che uniscono qualità e convenienza. Tutto questo è frutto di un approccio caratterizzato da processi logistici efficienti e tempi di stoccaggio e trasporto brevi che assicurano freschezza, qualità e convenienza.

«Siamo estremamente orgogliosi di entrare nel mercato italiano, rinomato in tutto il mondo per la sua ineguagliabile cultura enogastronomica. Il nostro impegno nel venire incontro ogni giorno alle esigenze dei clienti italiani – grazie all’attenzione per l’origine, la freschezza e la qualità dei nostri prodotti – rappresenta la nostra più grande sfida. Negli ultimi due anni ci siamo preparati per rispondere al meglio alle richieste della clientela italiana, attraverso un’idea di spesa completamente nuova che, in linea con la nostra filosofia aziendale, pone al centro prodotti selezionati che uniscono qualità e convenienza» ha detto Michael Veiser, Group Managing Director di ALDI.

Più di un italiano su due connesso via mobile: canale di vendita in parte inesplorato

Sono 31,1 milioni gli italiani che accedono ogni mese a internet tramite smartphone e tablet, più di uno su due. E di essi più di un terzo, il 37%, utilizza il mobile in esclusiva, più di quanti ormai si connettano invece dal solo pc. E infatti il 64% del tempo speso navigando viene trascorso con lo smartphone in mano. Dati che emergono dall’Osservatorio mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, che analizza periodicamente l’impatto degli smartphone nei rapporti tra aziende e consumatori.

Che il mobile sia diventato sempre più importante nella vita degli italiani è un dato di fatto. Sono 11 milioni coloro che hanno come unico strumento di accesso a internet uno smartphone o un tablet, gli altri utilizzano anche il desktop. Nel marzo 2017 si è verificato lo storico sorpasso dei mobile-only sui pc-only e le distanze vanno aumentando. Che il mobile sia diventato un canale di vendita importantissimo è un dato di fatto altrettanto chiaro. In Italia, Paese non certo all’avanguardia in Europa da questo punto di vista, un quarto degli acquisti di eCommerce nel 2017 è stato effettuato via mobile. E il fatto che ciascuno di noi trascorra in media 45 ore al mese navigando su dispositivi mobili rende questi strumenti fondamentali anche per la pubblicità. Il mercato del Mobile advertising concentra il 40% degli investimenti sul digitale e il 14% del totale.

Le opportunità da cogliere per le aziende sono tante e molte ancora inesplorate. Il grosso delle attività svolte online dagli italiani su mobile si concentra su un numero limitato di app di proprietà di colossi come Facebook e Google. «A fronte di importanti passi avanti già avvenuti da parte delle principali imprese italiane nella valorizzazione del mobile – fa notare Raffaello Balocco, responsabile scientifico dell’osservatorio Mobile B2c – le opportunità da cogliere rimangono tante. Visione strategica, competenze e continuous improvement sono gli ingredienti essenziali per giocare appieno questa partita».

 

Mobile advertising e app, opportunità di crescita

Il mercato del Mobile Advertising in Italia nel 2017 è cresciuto del 49% superando per la prima volta il miliardo di euro. «Si riduce la differenza tra la spesa delle aziende su questo canale e il tempo di navigazione degli utenti – osserva Marta Valsecchi, direttore dell’osservatorio Mobile B2c Strategy -. L’incremento degli investimenti può essere ricondotto in particolare alla crescita dell’impatto del Mobile all’interno di campagne digital multipiattaforma sia a causa del crescente spostamento di audience su questo canale sia per la maggiore attenzione di diverso editori a declinate su Mobile alcuni formato tipici del desktop e a migliorare la modalità di misurazione delle valorizzazioni».

A livello di formati peso dominante continua ad averlo il Display advertising (43% del mercato) davanti al Video Advertising (33%) e la Search (20%). Per quanto riguarda i siti, considerando le principali aziende per fatturato in 13 differenti settori emerge che il 68% ha un sito responsive, il 15% un mobile site, il 13% un sito adaptive e solo il 4% un sito non ottimizzato. Colpisce poi il dato sul numero medio di App pubblicate sugli Store da ciascuna azienda: circa 5, un terzo delle quali non aggiornate. Il rating medio è discreto, pari a 3,35, in leggero aumento se si considerano quelle principali e maggiormente aggiornate. E chi ha sviluppato le App lo ha fatto mirando a clienti già conosciuti: il 93% delle App analizzate dà infatti la possibilità all’utente di accedere a un’area personale tramite login, anche se in più della metà di queste è possibile fruire di alcuni servizi o contenuti in un’area free. Infine le carte fedeltà: il 35% le ha già dematerializzate almeno in parte.

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