CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

“Da noi sono tutti benvenuti”, punta sull’inclusione la campagna natalizia di Tesco

Donne con il velo, anziani, etnie e religioni diverse, tutti accomunati dalle festività di fine anno: punta decisamente sull’inclusone con un messaggio forte la campagna natalizia di Tesco, una dell principali insegne della Gdo britannica, con la pubblicità televisiva appena lanciata. Una tradizione quella delle pubblicità natalizie che le catene della grande distribuzione e i retailer in Uk seguono da anni, facendo a gara per lanciare i temi più “scottanti” ma anche toccanti, come di addice al periodo dell’anno in cui è di prammatica sentirsi più buoni.

La campagna di comunicazione è legata a un’iniziativa solidale: la donazione di una sterlina per ogni tacchino venduto alle persone in difficoltà economiche tramite le associazioni benefiche FareShare e The Trussell Trust.

Il messaggio è quello del cibo come condivisione e modo di superare le differenze e si presenta con quattro spot (questo è il primo).

«Quest’anno la nostra campagna celebrerà i molti modi in cui ci riuniamo per Natale e come il cibo sia centrale. Vogliamo che i nostro clienti sappiano che, in qualsiasi modo scelgano di trascorrere il Natale, e se sono in difficoltà, possiamo dare una mano. Tutti sono benvenuti da Tesco» ha commentato Alessandra Bellini, responsabile delle relazioni clienti per Tesco Chief Customer Officer.

Un problema crescente quello della povertà estrema anche all’interno dei Paesi occidentali, come ha rilevato  Samantha Stapley, direttore esecutivo di The Trussell Trust: «In tutto il Regno Unito è in crescita la domanda per le banche del cibo, con migliaia di persone che si chiedono se riusciranno a comprare un pasto per le loro famiglie questo Natale. La generosa donazione di Tesco ci permette di supportare la nostra rete di banche del cibo e affrontare il problema della fame nelle nostre comunità, sperando che in futuro sempre meno persone ne abbiano bisogno: non solo a Natale, ma tutto l’anno».

Dal 2012 Tesco ha donato tramite clienti o punti vendita l’equivalente di 60 milioni di pasti, e si è impegnata a non buttare nessun prodotto ancora utilizzabile per l’alimentazione umana.

Con i Microgreen il superfood cresce nel punto vendita e arriva fresco in tavola

Amati dagli chef per il loro gusto e colore, ma anche ricchissimi di nutrienti: sono i microgreen, più comunemente noti come germogli di ortaggi ed erbe varie, che ora possono essere coltivati nel punto vendita e venduti, freschissimi e a centimetro zero. Venendo incontro a tre grandi esigenze del consumatore odierno: la trasparenza sull’origine e sui metodi di produzione, il potere nutrizionale e la sostenibilità del cibo con cui si alimenta. Non a caso l’area dell’ortofrutta è oggi quella sulla qual sono maggiormente concentrati gli sforzi di innovazione e l’attenzione del cliente.

La coltivazione a centimetro zero si ottiene grazie a lampade Led che utilizzano una particolare gamma luminosa che simula la luce solare e stimola la crescita, in modo che la coltivazione può avvenire facilmente indoor. Un esempio di questa tecnologia sono le Grow Unit di Cefla una sorta di armadio/espositore che provvede all’irrigazione, ventilazione e all’illuminazione corretta per ogni tipo di vegetale. Organizzata in scaffali, è una vero e proprio orto nel punto vendita dove i germogli crescono a partire da piccoli vassoietti già predisposti con le sementi che arrivano nel punto vendita, e, inseriti in un ambiente ideale, crescono tutto l’anno, con pochissimo dispendio energetico (grazie alla tecnologia Led)

Le unità possono essere utilizzate sia nella ristorazione sia nella Gdo: le verdure proposte ai clienti non vengono trattate con fertilizzanti e pesticidi (perché crescono in ambiente controllato), sono freschissime perché vengono servite appena raccolte e lavate e presentano caratteristiche nutraceutiche di altissima qualità, grazie alle luci tarate ad hoc che ne esaltano la resa organolettica.

Il sistema proposto per la Gdo – assicurano dall’azienda –  sarà disponibile in alcuni punti vendita a breve, e prevede che, come in un normale banco dell’ortofrutta, il cliente prenda un vasetto, lo chiuda in una confezione trasparente e lo porti a casa, dove potrà essere consumato nel giro di pochi giorni ma appena colto. 

Lato punto vendita, la necessità di intervento umano è minima perché il sistema di irrigazione è automatico e a ciclo chiuso: nel caso di problemi l’operatore verrà avvisato tramite dispositivo mobile.

 

Proprietà da superfood
Un vantaggio richiesto sempre più dalla clientela interessata alla salute degli alimenti (e che anzi utilizza l’alimentazione come “medicina”, e lo farà ancor più nel 2018, come evidenziano le ricerche sui consumi dell’anno prossimo) è l’ottimo profilo nutrizionale dei microgreen che ne fanno un vero e proprio “superfood”
Un recente studio, condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) e dell’Università del Maryland, analizzando il contenuto di vitamine (vit. C, vit. E e vit. K) e carotenoidi (β-carotene, luteina e zeaxantina) di 25 specie di micro-ortaggi, ha messo in evidenza che rispetto agli ortaggi convenzionali, raccolti a maturazione commerciale standard, i micro-ortaggi hanno un contenuto di composti antiossidanti anche decine di volte più alto. È stato calcolato che un adulto di peso medio consumando 41 grammi di micro cavolo rosso, 15 grammi di micro ravanello e 17 grammi di micro amaranto rosso soddisferebbe la dose giornaliera raccomandata di vitamina C, E e K, rispettivamente.
Infine, il fatto che i micro ortaggi siano consumato crudi anziché cotti come molte verdure convenzionali evita la perdita di nutrienti e la degradazione delle vitamine termolabili.

PierApp più scontrino, e il “passaparola” diventa digitale (e remunerativo)

Fare da “pierre” per il proprio negozio preferito in cambio di sconti e rimborsi.  È l’idea alla base di PierApp, l’applicazione premiata come soluzione più innovativa per la categoria “Progetto Outsider” in occasione della call4ideas “NextPOSition 2017” lanciata da Epson.

Tutto si basa sul potere del passaparola. L’applicazione, ideata da FullOver, sfrutta le potenzialità della tecnologia QR-code e della cassa intelligente Epson. Gli esercizi commerciali dotati di quest’ultimo strumento possono stampare in fondo allo scontrino un QR-code identificativo del punto vendita che contiene un ammontare in denaro. Che può essere “sbloccato” e utilizzato dal cliente se questi lo condivide con un contatto della propria rubrica o di uno dei social network e l’amico utilizza il buono sconto ricevuto. In pratica si tratta di un passaparola tecnologico e social che trasforma i clienti in veri “brand ambassador” delle proprie insegne preferite. Peraltro il meccanismo può essere replicato all’infinito, moltiplicando sia l’effetto pubblicitario sia i vantaggi per il cliente. Cliente che in ogni momento piò visualizzare i propri rimborsi nel suo portafoglio virtuale. Il rimborso del valore accumulato è sempre in denaro e fruibile direttamente sul conto corrente indicato dagli utenti al raggiungimento di una soglia prestabilita. PierApp è personalizzabile in base alle esigenze di ogni esercente, che può decidere sia l’importo del denaro da riconoscere al cliente PR sia l’entità del buono sconto. 

La premiazione al NextPOSition 2017.

PierApp spunta dal concorso di idee lanciato da Epson per dare seguito e sviluppare il “ExPOSition Events around you”, il progetto di geo-marketing in mobilità che trasforma lo scontrino in un veicolo di informazione e promozione, sviluppato in occasione di Expo 2015 da Epson e CEFRIEL per ampliare i servizi offerti ai clienti sul punto cassa e offrire in primis al settore retail e horeca, ma non solo, un efficace strumento di fidelizzazione della clientela, attraverso la segnalazione di eventi e iniziative in tempo reale.

«La collaborazione con Epson – ricorda Giancarlo Cassani di FullOver – è iniziata nel 2015 con il progetto Saltacassa. Lo sviluppo di PierApp era in cantiere già da diverso tempo e siamo orgogliosi che il premio NextPOSition ne abbia riconosciuto l’innovazione e la creatività. L’obiettivo è quello di trasformare i clienti abituali in veri e propri PR, che pubblicizzano l’esercizio commerciale attraverso un innovativo sistema di “pierraggio” che prevede una sorta di passaparola via web attraverso un’App dedicata. Grazie all’utilizzo molto trasversale adatto a diverse tipologie di esercizi commerciali e alla semplice implementazione che richiede solo un rapido settaggio della stampante, prevediamo di passare nell’arco di un anno dalle 50 installazioni del lancio a ben 500 installazioni in tutta Italia».

Trasporti, Coop premiata per il progetto “salva CO2” con Logistico dell’Anno 2017

Coop Italia vince il Premio Logistico dell’Anno 2017 per il progetto Trasporto collaborativo multiplayer. Il riconoscimento, promosso da Assologistica e il mensile Euromerci, viene assegnato a progetti svolti in diversi ambiti della filiera logistica. E nel caso di Coop riguarda l’eco sostenibilità. Coop infatti ha sviluppato una modalità innovativa e sostenibile di trasporto merci in collaborazione con Chep Italia, la società di servizi di pallet pooling, e con due fornitori di prodotto a marchio Coop, Sorgenti Emiliane Modena, impresa attiva nell’imbottigliamento, produzione e distribuzione di acque minerali, e Deco Industrie, l’impresa di detersivi per la cura della persona e della casa.

Il progetto Trasporto collaborativo multiplayer garantisce una sensibile riduzione dei viaggi con camion a vuoto, riducendo quindi le emissioni di CO2 e i costi per tutti gli attori coinvolti. In particolare, il risparmio totale permette una diminuzione nelle emissioni di C02 pari a 20 tonnellate su una base annua di circa 19.000 Km percorsi.

In futuro inoltre è previsto un ulteriore sviluppo del progetto attraverso l’implementazione di un’applicazione mobile in sinergia sulle linee, per una gestione dematerializzata dei documenti.

«Siamo soddisfatti di aver ottenuto questo riconoscimento – spiega Giuseppe Bertini, Direttore Logistica e Supply Chain – perché va a premiarci su un versante, quello della sostenibilità, che come Coop pratichiamo da anni in modo diverso ma sinergico, dalla filiera di prodotto al punto vendita».

In questa modalità di trasporto combinata in Italia Coop è pioniera. «Il nostro impegno –  continua Bertini – è estenderla a tutti i fornitori di prodotto a marchio. Il che ovviamente amplierebbe in maniera esponenziale il beneficio ambientale che ne deriva».

Design International due volte premiata all’European Property Awards di Londra

Il progetto per l'Ada Mall di Belgrado, in Serbia.

Design International si aggiudica due premi nel settore Retail Architecture all’European Property Awards di Londra. In occasione della 26a edizione, il 26 ottobre, lo studio diretto dal Chief Executive Davide Padoa ha ricevuto due riconoscimenti per i progetti di due centri commerciali: il Maximall Pompeii, in Italia, e l’Ada Mall di Belgrado, in Serbia.

I premi sono stati assegnati da una giuria indipendente composta da 70 esperti del settore che ha valutato design, qualità, servizio, innovazione, originalità e impegno per la sostenibilità di ogni candidatura.

Entrambi i progetti premiati esprimono la filosofia di Design International, ovvero dare forma alle storie per creare esperienze innovative. E il primo progetto, Maximall Pompeii, riguarda un nuovo centro commerciale da 50.000 metri quadri progettato appositamente per la città di Pompei.

La nuova struttura sorgerà su una vasta area edificabile situata all’interno di un’importante zona costiera per offrire numerose opportunità di shopping e svago a residenti e agli oltre 2 milioni e mezzo di turisti che ogni anno visitano la zona.

Maximall Pompeii si integrerà armoniosamente nel tessuto della città, a partire dai materiali scelti per la costruzione, e sarà caratterizzato da un design contemporaneo ispirato all’antica agorà, la piazza del mercato di età greco-romana.

Il design del nuovo Maximall Pompeii richiama però anche le caratteristiche del Vesuvio, come le tipiche oasi verdi, o “dagale”, create dai fiumi di lava.

Il secondo progetto di Design International, l’Ada Mall, sorgerà invece non lontano dal centro di Belgrado, vicino ad Ada Ciganlija, l’attrazione turistica locale che conta più di 100.000 visitatori al giorno.

Situato su una superficie commerciale utile di oltre 34.000 metri quadri, Ada Mall diventerà il nuovo santuario “verde e dinamico” dello shopping nella capitale serba. Verrà infatti costruito in modo da valorizzare le vedute panoramiche che si godono dalla sua posizione, e allo stesso tempo fornire ai visitatori spazi unici per shopping, riunioni e ristorazione.

Ada Mall ospiterà negozi esclusivi distribuiti su tre piani, sovrastati da spazi progettati per il relax e lo svago, anche serale. Gli orari di apertura diversificati offriranno infatti ai visitatori anche nuove opportunità per le loro serate.

Il nuovo sito Lavazza tra eCommerce e interazione con l’utente

È il primo passo della nuova strategia digitale e segna l’avvento del brand nell’eCommerce lavazza.it, il nuovo sito di Lavazza pensato per creare una relazione diretta con i consumatori, con particolare attenzione ai più giovani.

La piattaforma riunisce in un solo luogo 120 anni di storia della storica azienda italiano di caffè con tutte le novità del mondo Lavazza, nella forma e nel linguaggio più contemporaneo.

Tre i pilastri su cui è stato sviluppato il progetto: un menù semplificato, ripensato per essere più vicino al punto di vista del consumatore, che consente agli utenti di trovare il più rapidamente possibile i contenuti e le informazioni che cercano, rendendo la navigazione fluida, semplice e piacevole.

I suggerimenti personalizzati che accompagnano l’utente nella navigazione, attraverso un’interfaccia che “parla” direttamente con lui, dialogando e fornendo indicazioni su contenuti e prodotti. L’obiettivo è di alimentare, attraverso le informazioni raccolte sulla sua navigazione, strumenti di progressive profiling che permettano di costruire una relazione personale e diretta con il singolo utente ed essere sempre più vicini e rilevanti rispetto ai suoi interessi.

Infine, un percorso di acquisto arricchito da contenuti di brand e storytelling dei prodotti che rendono anche l’acquisto un’esperienza più ricca e differenziante, senza compromettere la priorità di un processo di checkout semplice e funzionale.

«La nuova piattaforma è la risposta a una forte necessità di innovazione da parte di Lavazza. Una tappa fondamentale nella strategia di posizionamento che l’azienda ha intrapreso sui territori del mondo Digital e che si inserisce in un più ampio processo di rinnovamento del brand, volto a rivoluzionare l’approccio nei confronti degli utenti e ad ingaggiare anche un pubblico più giovane – ha spiegato Andrea Beloni, Head of Digital del Gruppo Lavazza –. Oggi, più che mai, gli utenti si aspettano esperienze personalizzate per vivere in maniera immersiva l’interazione con i brand. Scegliere i prodotti di un’azienda significa anche scegliere la sua storia e i suoi valori, per questo bisogna raccontarli nel miglior modo possibile».

Il progetto è stato curato da AKQA, agenzia digital del Gruppo WPP, che ha affiancato Lavazza in tutti i momenti di progettazione e implementazione mettendo in campo gli strumenti tecnologici più innovativi che consentissero di creare un’esperienza unica e di qualità superiore per tutti gli utenti del brand.

 

Strategia digital

Il sito è il primo e fondamentale tassello della strategia digital del brand perché è il luogo in cui viene offerta agli utenti la migliore customer experience Lavazza e su cui convergono tutte le altre attività online. In parallelo è stato disegnato un nuovo ecosistema digitale che comprende: una Data Strategy come abilitatore di un’offerta sempre più rilevante e personalizzata, una Content Strategy che permette di dare vita a contenuti interessanti per ogni utente anche e soprattutto i social media, e una nuova strategia di Performance Marketing, volta a massimizzare l’efficacia e l’efficienza degli investimenti media.

Il sito italiano rappresenta il primo rilascio di un piano che prevede nel corso del 2018 il lancio in oltre 45 Paesi, in 27 lingue diverse.

«L’evoluzione dei modelli di business porta una global coffee company come Lavazza ad affrontare nuove sfide anche dal punto di vista tecnologico. Occorre trovare nuove soluzioni per fornire esperienze personalizzate, ma con le performance e la velocità che tutti si aspettano – ha detto Fabrizio Andrisani, IT Digital & Innovation Manager del Gruppo Lavazza. Questo richiede un ecosistema di strumenti e soluzioni molto variegato. Per la realizzazione della nuova Digital Platform, completamente in cloud, ci siamo avvalsi di partner e soluzioni leader di mercato».

 

Auchan Retail lancia l’eCommerce iniziando con 2000 articoli “natalizi”

Duemila articoli pensati per i regali di Natale, dai giocattoli all’elettronica tra l’ampia offerta dell’ipermercato: è l’offerta disponibile dal nuovo sito di Auchan Retail che da novembre lancia l’eCommerce con consegna a domicilio in tutta Italia o nel supermercato sotto casa.

La consegna a casa è attiva in qualsiasi comune d’Italia, mentre scegliendo il click and collect si potrà ritirare direttamente nei punti vendita Auchan, IperSimply e in oltre 1.000 piccoli supermercati di prossimità, ad insegna MyAuchan, Simply e Punto Simply.

L’offerta riguarda gli articoli più ricercati del periodo natalizio: tra i giocattoli, maggiormente in voga sono quelli educativo, ma all’interno delle 96 pagine del catalogo si da ampio spazio anche al gioco elettronico: si va dalle proposte per i più piccoli, fino a tante referenze per i teenager e non solo.

Con la partenza del servizio e-commerce, è possibile usufruire di uno sconto di 5 euro sul primo acquisto per un minimo di spesa di 50 euro. La consegna a domicilio sarà gratuita a fronte di una spesa minima di 49,90 Euro o per chi sceglie di ritirare l’acquisto direttamente in uno dei punti vendita che partecipano al progetto.

Il nuovo servizio online non si ferma qui. Con il nuovo anno verranno introdotti numerose altre merceologie, che rispondono alle principali richieste stagionali. Con la primavera, ad esempio, arriveranno tante proposte per il giardinaggio e il verde. Si completa così l’offerta anche del piccolo supermercato, che diventerà sempre più punto di ritiro e di servizio per soddisfare le tante aspettative dei clienti.

Sapori d’Italia, la Coop svizzera lancia un nuovo format per i prodotti made in Italy

Un angolo d’Italia in un supermercato svizzero: vuole essere questo Sapori d’Italia, i nuovo format di 200 metri quadri lanciato dalla Coop elvetica nella stazione di Aarau, dove la focaccia viene sfornata sul posto, i cornetti al cioccolato e l’espresso preparato con la macchina originale Cimbali 

La cucina italiana è una delle più apprezzate in Svizzera. Da qui la decisione di pensare a un punto vendita interamente dedicato alle specialità di casa nostra.

«Abbiamo voluto creare un negozio di autentiche specialità italiane. Per farlo ci siamo confrontati con i nostri fornitori, produttori e partner commerciali in Italia. Con Sapori d’Italia siamo ora in grado di offrire ai nostri clienti un assortimento delle più apprezzate specialità del Bel paese e altri prodotti di uso quotidiano» spiega il presidente della Direzione generale di Coop Joos Sutter.

Tra le proposte peperoncini ripieni di formaggio fresco perfetti come antipasto, pasta in tutte le sue declinazioni, focacce appena sfornate e, per concludere, specialità stagionali come il panettone. Ma anche chinotto, focaccia, mortadella, a richiamare le vacanze trascorse sulla costiera amalfitana, all’isola d’Elba o sul lago di Garda.

Nell’ortofrutta ci sono prodotti tipici italiani, come i fichi d’India dalla Sicilia, ma anche frutta e verdura a chilometro zero svizzera.

 

Dalla focaccia al caffè
L’impasto per focaccia realizzato esclusivamente per Sapori d’Italia acquisisce un particolare aroma grazie alle 24 ore di lievitazione. Le focacce vengono quindi cotte in negozio e arricchite con rucola, prosciutto di Parma appena tagliato o mozzarella. Non mancano gli antipasti, le insalate e i prodotti di pasticceria quali cannoli, amaretti, cantuccini e brutti e buoni. Sapori d’Italia offre inoltre un’ampia scelta di vini italiani e bibite tipiche come la gazzosa, nonché pasta, risotti, sughi e olio d’oliva.

Occhi puntati anche su un’altra eccellenza made in Italy che ha fatto il giro del mondo: il caffè. Per garantire il massimo del gusto, i grani di caffè vengono torrefatti direttamente in negozio. Solo se i grani vengono tostati appena prima della macinatura, infatti, possono sprigionare al meglio i loro circa 800 aromi diversi. Grazie all’abilità del barista e alla macchina originale Cimbali, i grani si trasformano quindi in un meraviglioso ristretto, espresso, cappuccino o latte macchiato. Il negozio dispone di circa 20 posti a sedere dove i clienti possono gustare il caffè e le altre specialità direttamente in loco.

Addio carrello benvenuto cestino, la spesa che cambia secondo Waitrose

Meno carrello ovvero spesa grossa poche volte a settimana e più cestino, piccoli acquisti anche più volte al giorno: è una delle tendenze emerse dall’appena pubblicato The Waitrose Food & Drink Report 2017-18, il rapporto dell’insegna d’alta gamma britannica che per il quinto anno scandaglia la spesa di oggi e di domani. 

Quest’anno emerge un cliente last minute che non ama (o non ha tempo per) pianificare i pasti in casa, anche un po’ solitario (con tre quarti degli abitanti di Albione che ritengono più socialmente accettabile mangiare fuori casa soli rispetto a soli cinque anni fa) e dediti a diete fai da te, più spinte dal buon senso senza diktat ed esclusioni estreme: ciò che ha portato a in ritorno in auge dei carboidrati, dopo la demonizzazione degli anni scorsi che ha colpito soprattuto il glutine.
Se alcuni aspetti sono tipicamente “British” (sulla ricerca del ripieno più in auge per il pie: carne o purea di piselli, possiamo onestamente tirar dritto), altri guardano a un consumatore sempre più globalizzato dai viaggi e dall’uso della tecnologia, e sono dunque applicabili anche a casa nostra, dove magari arrivano con un leggero ritardo, ma comunque arrivano.

Il rapporto è basato non solo su un anno di vendite, ma anche su una ricerca di mercato e ha coinvolto esperti del settore food e retail.

Secondo il direttore operativo Rob Collins “il consumatore oggi ha l’opportunità di decidere quando e come fare la spesa e come consumarla. e le persone sono diventate più flessibili nel loro comportamento d’acquisto più attente al prezzo e con un approccio più personale che mai.  cosa Ad esempio il 65% dei britannici visita il supermercato più d’una volta al giorno regolarmente o occasionalmente. Metà non decide cosa preparerà per vena prima di mezzogiorno, e uno su 10 solo appena prima di mangiare”.

 

La spesa nel 2017
La fine del carrello? Si riduce la taglia dei carrelli perché sempre meno gente fa la spesa settimanale.  
Chi sale chi scende. Quest’anno al spezia più richiesta da Waitrose è stata la curcuma, e i mirtilli hanno superato le fragole come primo frutto di bosco. In avanzata il brunch, le erbe aromatiche, le insalatone di verdura, le proteine (da legumi, semi oleosi, ma anche carne) e le brassicacee (cavolo nero & Co).
Mangiare da soli.  diventato accettabile per i tre quarti dei britannici. Anche i ristoranti sono percepiti come più “single-friendly”. Uno su cinque si accontenta della compagnia del proprio  smartphone (34% nella fascia 18-24 anni).

 

Cinque tendenze per il 2018

Cibo indiano Occhi puntati sullo street food indiano  : non salse piccanti e masala di pollo ma delicatezze fumé, grigliate o sbollentate con verdure in agrodolce e stufati. Mai sentito parlare di puris stu? arriverà anche da noi. Largo anche agli “ibridi” come hamburger speziati o tacos di agnello.

Giapponese fase due Anche per il giapponese istituzionalizzata la fase uno fatta di sushi e zuppa di miso si passerà a nuovi gisti più goduriosi che si trovano negli izakaya bar, le tradizionali osterie nipponiche: dagli spiedini di pollo yakitori al tofu fritto in brodo, sono unti, ricchi e dai sapori sorprendenti.

Il quarto pasto La triade colazione pranzo cena non basta e si tende ad inserire un quarto pasto nella giornata. Non si tratta tanto di gola quanto di inserire nelle nostre routine quotidiane sempre più frenetiche un momento per il cibo, dallo spuntino dopo cena allo snack pomeridiano pre-palestra. Sano o indulgente che sia.

Spesa col cestino il supermercato come luogo esperienziale dove la spesa è solo un ingrediente sembra essere il futuro. Intanto la spesa si riduce: solo pochi anni fa  i punti vendita Waitrose all’apertura avevano 200 carrelli grandi e 150 “cestini”, oggi diventati 250 contro 70 carrelli: non ne servono di più.

Proteine vegetali Legumi, germogli, cereali, semi oleosi o soia, ma anche alghe invaderanno il mercato, e saranno richieste per diete flexitariane, portate da grandi marchi ma anche innovative start-up.

I report passati:

Come i social cambiano la spesa, Waitrose svela i trend del food 2016

I trend della spesa 2015 secondo Waitrose: piccola, frequente, informale e flessibile

Temporary store, nuove opportunità per i centri commerciali

Da Bikini Berlin il piano terra è occupato da tante unità in legno fisse dedicate ai temporary store, che ruotano nel corso dell'anno.

Da fenomeno spot per eccellenza nato durante la crisi a elemento caratterizzante e addirittura trainante negli spazi commerciali: sono i Temporary store. Palcoscenico per i marchi, importanti mezzi per instaurare un rapporto esperienziale con i clienti, sempre più raffinati nella progettazione e nell’arredo e in certi casi anche incubatori di impresa, luogo dove nascono e si consolidano iniziative che poi diventano marchi o franchising.

Se ne è parlato a Milano al convegno “Palla al Centro… Commerciale. A proposito di spazi temporanei nei mall” organizzato da Assotemporary e Gallerie Commerciali Italia.

Un fenomeno ormai consolidato tanto che ad esempio Gallerie Commerciali Italia su 48 centri commerciali ha 50 temporary shop, con una trasformazione in definitivo del 40%.

«È cambiato il mondo, oggi rimangono i bravi – ha spiegato Edoardo Favro, Ad di Gallerie Commerciali Italia -. Le gallerie si erano in parte svuotate con la crisi iniziata nel 2008. Ma sempre più persone ci chiedevano spazi. Ci abbiamo pensato e abbiamo capito che era il momento di soddisfare queste richieste, a prezzi politici, per un periodo di tre o quattro mesi. Così un fenomeno nato da una problematica è stato trasformato in un’opportunità. Per noi e per le iniziative imprenditoriali, soprattutto di giovani, cui abbiamo cercato di dare una mano e che poi sono diventati stanziali o che addirittura si sono evolute in piccole catene. Perciò abbiamo deciso di tenere una quota degli spazi dedicata proprio ai Temporary. Sul fenomeno dei Temporary store serve comunque un cambiamento concettuale anche per la base contrattuale. Abbiamo visto che la formula dell’affitto del ramo d’azienda inizia a funzionare e che il 40% di chi lavora con noi poi cerca uno spazio stabile. Servirebbe una base contrattuale più leggera che aiuterebbe tutti».

 

A Milano 7 temporary su 10

Secondo Assotemporary oggi il 62% delle aperture è dedicata ancora alla vendita outlet, solo il 15% è diretto ad azioni di marketing come la profilatura dei clienti o la sperimentazione di negozi monomarca a basso costo, mentre solo il 10% delle aperture è finalizzata alla creazione di eventi. Vendita in periodi particolari dell’anno e per stimolare l’acquisto d’impulso si dividono, in parità, l’ultimo 10%.

La città del Temporary shop è di gran lunga Milano, che detiene il 70% delle aperture, seguita da Roma e Napoli con il 10%. Altri capoluoghi come Firenze, Bologna e Venezia si dividono un altro 10%, e infine un ultimo 10% nelle medie città del Centro-Sud. Per quanto riguarda i settori merceologici, Moda e Design occupano il 58% dei Temporary store, seguito dal 10% del food senza somministrazione, l’8% da gioielleria e bigiotteria, il 7% dall’auto, un 5% dal food con somministrazione e il 12% da settori residuali.

Tra i luoghi scelti per le aperture vincono le location metropolitane e cittadine, con il 77%, seguite dai centri commerciali con il 12%, luoghi di transito come aeroporti e stazioni all’8%, e altri luoghi al 3%.

«La vendita sta prendendo sempre più peso – ha detto Massimo Costa, segretario generale di Assotemporary -, e ci si sposta dalla vendita outlet all’elemento emozionale, che abbia contenuti di comunicazione. Oggi nel retail fisico il negozio deve emozionare e, aggiungo, deve anche correre; visto che il commercio su ruote sta espandendosi ben oltre il food truck. Si deve cioè lavorare sulla cross-canalità, l’online deve avere un rapporto con la strada, come insegna la vendita dell’abbigliamento, e offrire nuovi servizi. Le novità più interessanti arrivano dal co-working che assieme ai temporary office si stanno affacciando nei centri commerciali».

Un segmento di business che insomma sta diventando sempre più interessante per i property manager dei centri commerciali, tanto da richiedere una figura dedicata allo sviluppo e un aggiornamento normativo sugli affitti commerciali che faciliti la permanenza breve delle insegne.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare