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Carmela Ignaccolo

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Lavoro è tattoo: binomio (im)perfetto

Non facciamoci ingannare: anche se un italiano su due è tatuato, la gente diffida ancora dei tatuaggi. E in ambito lavorativo il clima si fa ancora più pesante. Ecco quanto emerge da un’indagine effettuata su 1000 lavoratori da Viking Italia. Pare infatti che il 70% dei lavoratori con tatuaggi ha vissuto un’esperienza negativa sul lavoro: il 22% ha ricevuto lamentele da parte di colleghi o clienti, un altro 22% invece è stato rimproverato dai superiori, mentre l’11% ha ricevuto insulti.

Pentimento d’obbligo, allora?

Per nulla: l’85% degli intervistati con tatuaggi ha dichiarato di non essersi pentito di averli fatti, anche se è vero pure che il 14% ha deciso di nasconderli, mentre il 9% si è sentito escluso e non appartenente al gruppo. In aggiuntasi deve registrare che è piuttosto ampia la platea dei “dissuasi a monte”: il 20% ha infatti ammesso di non essersi mai tatuato per paura di ostacolare la propria crescita professionale.  

Tatuaggi e quote rosa?

Non proprio, o almeno non secondo gli schemi tradizionali. Diciamo piuttosto che nel mondo del tattoo la situazione è invertita: i più penalizzati sono gli uomini: 1 su 2 ha infatti subito una brutta esperienza sul luogo di lavoro per colpa degli stessi, aspetto che ha invece interessato soltanto 1 donna su 3. Gli uomini sono però anche i più ottimisti: 1 su 2 pensa infatti che i propri tatuaggi siano visti in maniera positiva rispetto a solo 2 donne su 5. 

Il tattoo non è per vecchi?

Beh, in effetti non tanto. Tra le persone con più di 55 anni, per intenderci i baby boomers, 1 su 4 ha infatti una percezione negativa dei tatuaggi sul lavoro rispetto a soltanto 1 su 10 dei giovanissimi (18-24 anni) che anzi, sembrano accogliere questa moda a braccia aperte. E per quanto riguarda le esperienze negative sul lavoro? Sono i giovani a soffrirne di più: 1 su 2 dichiara di aver dovuto affrontare una situazione ostile sul posto di lavoro per colpa dei propri tatuaggi rispetto a 1 su 4 dei baby boomers.  

 

 

Pensieri e parole (e anche qualche azione) al tempo del coronavirus

E’ arrivato all’improvviso, il SARS- Cov- 2. Portandosi un variegato bagaglio di conseguenze.

Dagli inevitabili provvedimenti sanitari alle reazioni isteriche (che hanno guidato i più fanatici all’arrembaggio tra le corsie dei supermercati e gli scaffali delle farmacie), fino ai risvolti più subdoli e surrettizi che si stanno incuneando nel sistema  economico. Una minaccia preoccupante che ha portato Confcommercio a dichiarare: “Il protrarsi dell’emergenza coronavirus oltre aprile-maggio potrebbe tradursi in una riduzione del Pil dello 0,3-0,4% con un pesantissimo impatto nel turismo – a rischio, tra marzo e maggio, 21 milioni 700 mila presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi di euro – e nel settore dei pubblici esercizi che, con un rischio occupazionale già ora valutato in circa 100mila unità, chiede il riconoscimento, a livello nazionale, dello stato di crisi”.

La distribuzione

Sul fronte dell’accaparramento di generi alimentari, la distribuzione ha cercato di calmare gli animi come dimostrano per esempio, le parole di Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé:A nome di tutte le imprese di Gruppo VéGé, che rappresentano oltre 3.500 supermercati in tutta Italia, mi sento di poter rassicurare tutti i nostri clienti, ma più in generale tutti i cittadini italiani, che non sussistono assolutamente problemi di scarsità di beni. Tutta la distribuzione è preparata, i magazzini sono pieni ed il flusso logistico con i fornitori è nella norma. Il ripristino delle scorte, nonostante l’incremento delle vendite del 50%, è continuo e quindi occorre evitare scene di panico davanti agli scaffali nei supermercati.”

O quelle di Sami Kahale, CEO di Esselunga che ha dichiarato: “Esselunga ha affrontato un aumento significativo e inaspettato della domanda, a causa della diffusione del coronavirus. Negli ultimi due giorni, abbiamo gestito in modo efficiente questo incremento improvviso e siamo riusciti a soddisfare un livello di domanda pari a più del doppio del normale. Anche oggi abbiamo assistito allo stesso aumento di richieste che abbiamo soddisfatto. Non ci sono carenze di prodotti nei nostri magazzini e non prevediamo di averne.”  

Chiusi all’aperitivo

Quanto alla chiusura anticipata alle 18 di alcune tipolgie di esercizi, l’unanimità non esiste. Capita per esempio di sentire: “Io ho una yogurteria e apro alle 15,00, chiudere dopo tre 3 ore soltanto non è proprio il massimo…”; oppure: “Ma perché dopo le 18? E gli assembramenti per la colazione, non sono ugualmente rischiosi, allora?”

Ma c’è anche chi – molto giudiziosamente – sottolinea che gli aperitivi serali (ovviamente quelii a Milano, più degli altri) si caratterizzano proprio per una densità da paese asiatico. Dunque, questo benevolo “coprifuoco” ha decisamente un suo perché…

Prodotti: chi sale e chi scende

Di fatto, la paura fa 90 e – accanto ai beni alimentari di prima necessità – tra i prodotti più gettonati ecco apparire i gel igienizzanti per le mani. Come emerge dai dati Nielsen, infatti, i volumi di vendite di questo comparto sono schizzati alle stelle. Ed entro fine febbraio è previsto un milione di pezzi venduti, mentre solo nelle prime 6 settimane dell’anno (dunque anche prima che scattasse l’emergenza in Italia) il sellout è stato di 900mila confezioni, pari a un fatturato di 2,5 milioni di euro. Altro dato eclatante – che racconta molto  – è che rispetto allo scorso anno il giro d’affari del segmento è aumentato di 9 volte (+827%).

Tuttavia, per altri generi di prodotti le cose non vanno altrettanto bene. Stando ai dati di CheckBonus – strumento di drive to store e analitiche per il mondo del retailer – pare infatti che nei giorni 22-23-24 febbraio ci sia stato un crollo drastico degli acquisti legati a beni considerati non di prima necessità; l’oggettistica per la casa è infatti crollata del 39%, l’abbigliamento ha registrato un calo indicativo del 26%, mentre in salita il reparto del surgelato, che ha visto una crescita delle vendite di circa il 24%.

Analizzando lo sviluppo della pedonalità nazionale (ingressi nei punti vendita), CheckBonus  ha notato come il rischio percepito del Coronavirus sia cresciuto fortemente nel giro di poche ore, passando da un differenziale del -19% del giorno 22 rispetto alla settimana precedente, ad un -29% del giorno 23.

…E l’alta finanza?

Se nella vita di ogni giorno il sentimento ondivago dei consumatori evidenzia reazioni disparate (per lo più tendenti al brutto), cosa succede nel mondo della finanza?

Al netto delle perdite in borsa e di uno spread (italiano) nuovamente anabolizzato, non mancano voci più rassicuranti come quella Buffet (guru di Wal Street) che – nonostante l’emergenza coronavirus-  scrive agli azionisti Berkshire Hathaway, confermando la propensione ad acquistare azioni in ottica di lungo periodo: inutile comprare e vendere seguendo le news quotidiane.

Pessimisti e ottimisti, disfattisti e propositivi, apocalittici e integrati. E’ più che palese: come diceva Biaso Valentino, “ per troppo variar natura è bella”…

 

Qualcosa di buono: In’s Mercato avvia un restyling dei suoi negozi

Arriva “Qualcosa di buono”: il fitto programma di 50 riaperture orchestrato da In’s Mercato in tutta Italia, che vedrà un restyling completo dei punti vendita. I primi – il 26 febbraio – sono quelli di Padova, Roma, Mede (Pavia), Cremona e Castellanza (Varese). La novità più importante è l’introduzione all’interno dei punti vendita del nuovo reparto pane, in funzione tutto il giorno, per la preparazione di prodotti panificati sia dolci che salati. Un assortimento che comprende una gamma completa di referenze che va dai classici formati, al pane farcito fino ai multicereali e, per i dolci, diversi tipi di croissant, donut e muffin.

Queste riaperture si collocano all’interno di un progetto di forte cambiamento iniziato nel 2020 con la campagna “Qualcosa di buono ti aspetta” che vuole proporre ai consumatori sia il lancio di nuovi servizi – come appunto il reparto per pane e dolci – sia un approccio e un impegno molto forte sui temi della sostenibilità ambientale.

Impegno sostenibile

Per le riaperture, infatti, è stato ridotto al minimo il fabbisogno energetico all’interno delle proprie strutture. I frigoriferi dei latticini e le vasche dei surgelati, nei nuovi punti vendita e in quelli ristrutturati, sono dotati di porte che consentono un risparmio energetico del 30%. Nei nuovi negozi, inoltre, sono state installate delle valvole elettroniche per un utilizzo ottimale delle centrali frigorifere, consentendo un notevole risparmio di energia elettrica. Un risparmio ulteriormente garantito dalle lampade a LED utilizzate per gli impianti di illuminazione di tutti i nuovi punti vendita del 2020. Inoltre, In’s introdurrà le nuove shopper completamente riciclabili fatte per l’80%, di plastica riciclata. Previste due versioni, una termica e una non termica, entrambe certificate Climate Line, quindi CO2 neutral, ECOL e Blue Angel. Questa novità si aggiunge a una gamma di shopper già orientata alla sostenibilità e composta da due shopper biodegradabili e un modello in cotone bio certificato Fairtrade, il marchio del commercio equo e solidale.

Sempre in ottica di sostenibilità, l’insegna ha dato il via a una serie di nuove aperture per il 2020 con il programma Spazio Verde un’attività di riqualificazione urbana che si propone di migliorare lo spazio verde pubblico e la qualità di vita dei quartieri. Per quest’anno, infatti, in tante città dove è prevista l’apertura di un nuovo punto vendita, saranno donati alle amministrazioni alberi per creare aree verdi a disposizione della popolazione.

 

Bonduelle s’impegna: una sfida sostenibile, declinata in 6 punti

Bonduelle lancia la sfida. Anzi, ne lancia 6, declinate in chiave di sostenibilità etico-socio-ambientale e riunite nel programma “Bonduelle s’impegna”.

 

Ecco i 6 impegni concreti:

  1. Favorire le produzioni locali e stagionali, coltivando l’80% delle verdure fresche in Italia.Non solo, la gamma delle insalate degli Agricoltori Bonduelle (songino, rucola, spinacino e lattughino) è confezionata entro 24 ore dalla raccolta, per garantire  al consumatore un prodotto sempre fresco.
  2. Limitare l’utilizzo di pesticidi per proteggere il terreno e l’ambiente, collaborando a stretto contatto con i nostri agricoltori. Bonduelle è stata la prima in Italia a produrre il mais senza residuo di pesticidi e adesso è pronta a lanciare l’iceberg senza residui di pesticidi , per le insalate già pronte al consumo. Inoltre, già da diversi anni Bonduelle si sta impegnando affinché tutti i suoi produttori di ortaggi freschi abbandonino, entro il 2025, l’impiego di quei pesticidi potenzialmente dannosi per la salute degli insetti impollinatori.
  3. Preservare la biodiversità e le risorse naturali, come l’acqua e l’energia: nei 2 stabilimenti di Bonduelle in Italia (San Paolo d’Argon e Battipaglia), in 4 anni, i consumi idrici sono stati ridotti del 15% mentre i consumi energetici del 10%. Inoltre, entrambi gli stabilimenti possono vantare la certificazione ISO 50001, un vero proprio fiore all’occhiello nell’ambito della sostenibilità energetica. Infine, entro il 2021 verrà realizzato un progetto di autoproduzione dell’energia da cellule fotovoltaiche. Anche per quanto riguarda gli scarti di cibo, nessuno scarto vegetale in Bonduelle viene buttato: questo infatti diviene alimento di qualità per i bovini delle aziende zootecniche vicine agli stabilimenti.
  4. Ridurre al minimo l’utilizzo di additivi e conservanti e non utilizziamo mai OGM e aromi artificiali per i nostri prodotti. La politica di Bonduelle per il fresco è molto chiara: nessuna delle insalate in busta Bonduelle contiene conservanti.
  5. Garantire un’ampia offerta di prodotti biologici. Per ogni categoria, Bonduelle si impegna ad offrire ai propri consumatori anche una soluzione biologica: dal mais in lattina ai piselli surgelati, fino alle insalate e verdure fresche, i consumatori possono oggi scegliere i prodotti buoni e biologici che preferiscono.
  6. Promuovere l’utilizzo di confezioni sempre più sostenibili. Il riciclo degli materiali è oggi importantissimo per preservare il nostro pianeta. Ecco perché tutte le confezioni di prodotti freschi e in lattina sono 100% riciclabili. Inoltre, Bonduelle si impegna ad utilizzare la plastica riciclata per le proprie confezioni: pensiamo ad esempio alle insalate in ciotola Le Regionali dove la plastica riciclata utilizzata è ben l’80%, il massimo consentito dalla legge fino ad ora.

A questo proposito Andrea Montagna, AD di Bonduelle ha commentato: “Fin dalla sua nascita Bonduelle ha portato avanti tante iniziative che oggi verrebbero definite green. Oggi è arrivato il momento di prenderci degli impegni ancora più concreti e di comunicarli nella speranza che altri possano seguirci nelle buone pratiche dal campo allo stabilimento.”

Filiera Valore Bennet, un brand a tutela del consumatore

Dall’attenzione per la tracciabilità dei propri prodotti, nasce il progetto Filiera Valore Bennet, il quale diventa un brand che si pone l’obiettivo di definire il percorso del prodotto e rafforzarne i valori insiti nei diversi passaggi sino al consumatore finale.
Dagli allevamenti, alle coltivazioni, passando per i centri di sezionamento e di distribuzione, Bennet si impegna a rendere le informazioni chiare e alla portata del consumatore, grazie all’utilizzo di etichette caratterizzate da pittogrammi dedicati. Attualmente la catena della GDO italiana si è focalizzata sul comparto macelleria e ittico ed estenderà il progetto anche ad altri reparti nei prossimi mesi.
Per il comparto macelleria i pittogrammi si concentrano su tematiche fondamentali come quella del benessere animale e dell’assenza di trattamenti antibiotici, applicando rigorose procedure di verifica. All’interno degli allevamenti di filiera gli animali vengono nutriti con mangimi selezionati e adeguatamente controllati.

i prodotti del reparto macelleria sono connotati dall’etichetta rossa, mentre quelli del reparto pescheria dall’etichetta azzurra

Per quanto riguarda invece il comparto ittico, gli allevamenti ittici sono certificati “Friend of the Sea”: si tratta del programma internazionale che promuove e tutela le pratiche di acquacoltura sostenibili, un dettaglio ben riconoscibile in etichetta.

CASH26 amplia la sua rete grazie alla partnership con Penny Market

CASH26 consolida la presenza in Italia espandendosi al Centro-Sud grazie alla nuova partnership con Penny Market. 

N26, nata ormai 5 anni fa con l’obiettivo di rivoluzionare il tradizionale mondo bancario, offre così un’ulteriore soluzione pratica e flessibile per tutti i clienti italiani, permettendo di prelevare e depositare all’interno dei supermercati convenzionati. Il nuovo servizio è fornito grazie alla collaborazione con viacash ed è attivo da oggi in 386 negozi Penny Market sul territorio nazionale.

Per usufruire di CASH26, i clienti di N26 dovranno semplicemente generare dalla propria app un codice a barre, scegliendo tra deposito o prelievo. Successivamente, un addetto alla cassa dello store convenzionato eseguirà la scansione, permettendo il deposito o il prelievo dell’importo richiesto. A operazione conclusa, il saldo del conto viene aggiornato in tempo reale. Sul fronte dei costi, i prelievi sono gratuiti fino ai €900 giornalieri (massimo €200 a transazione) e i depositi invece fino a €100 mensili – dopo i quali il servizio prevede una commissione dell’1,5% – e hanno un tetto massimo giornaliero di €999 (minimo 50€ a operazione). 

“L’implementazione di CASH26 è in linea con il nostro obiettivo di rendere l’esperienza bancaria sempre più piacevole e pratica per tutti i 5 milioni di clienti che contiamo a livello globale, offrendo servizi ad alto valore aggiunto sviluppati insieme a partner locali” commenta Andrea Isola, General Manager Italia di N26. “È vero che gli italiani sono ancora legati al contante, tuttavia i dati evidenziano una crescente propensione verso i pagamenti digitali poiché i clienti cominciano a comprenderne in toto i vantaggi. Ad esempio, grazie ai servizi di N26, i clienti possono sempre tenere sotto controllo il proprio budget dall’applicazione, così da non avere mai brutte sorprese. Il nostro obiettivo è, quindi, affiancare i clienti in un percorso verso le transazioni esclusivamente digitali, offrendo tutti gli strumenti e i comfort necessari” conclude Andrea Isola.

“viacash permette ai nostri partner bancari di diventare una vera e propria banca di prossimità senza la necessità di una presenza fisica sul territorio. N26, con l’implementazione di CASH26, ha portato un caso concreto di come può essere utilizzata al meglio l’infrastruttura viacash e i risultati in termini di transato e utilizzo stanno confermando quanto gli utenti finali apprezzino l’immediatezza della soluzione complessiva, che di fatto porta ad una vera e propria digitalizzazione del contante. Grazie al nostro recente accordo con Penny Market possiamo offrire una rete di oltre 500 punti vendita integrati e contiamo di aumentare la capillarità della nostra infrastruttura drasticamente nei prossimi mesi sia in Italia che a livello Europeo” commenta Flavio De Laurentis, General Manager Italia di viacash.

 

PVC biodegradabile: svolta green per credit, loyalty e gift card

Da una parte c’è la tendenza a dematerializzare i pagamenti e a incentivare i programmi fedeltà  ricorrendo all’uso di carte di credito, badge per il controllo accessi, gift card e loyalty card, strumenti sempre più diffusi nel Retail e in GDO. Dall’altra parte cresce il trend di limitare ogni tipo di impatto ambientale ricorrendo ad alternative biodegradabili, necessarie ad adeguarsi alle direttive europee e spendibili anche sul fronte del marketing. Ergo, serve trovare un punto d’incontro. Un po’ come ha fatto Partitalia, azienda italiana del settore ICT dal 2001 che produce e commercializza smart card, tag e lettori RFID in tutta Europa e che da gennaio 2020 ha ampliato la proposta commerciale con card RFID e smart card in PVC biodegradabile, meno inquinante e più rispettoso della salute.

PVC biodegradabile: la svolta green
Mentre il PVC standard èun polimero termoplastico composto per il 57% da sale marino e per il 43% da petrolio greggio ed è quindi causa di importanti conseguenze per l’ambiente, (come specifica il Libro Verde “Problematiche ambientali del PVC”, presentato a Bruxelles dalla Commissione Europea a giugno 2000), la composizione chimica del PVC biodegradabile è invece caratterizzata dall’aggiunta di additivi che ne accelerano la degradazione in ambienti ricchi di microbi. Si tratta di additivi particolarmente ‘appetibili’ dai microrganismi normalmente presenti nella spazzatura, che metabolizzano le sostanze di cui è composto il PVC, trasformando il polimero in molecole semplici (acqua, anidride carbonica, metano), biomassa e composti inorganici. Per questo, le card in PVC biodegradabile si decompongono in tempi più rapidi rispetto al materiale tradizionale, già nella frazione organica. Invece, per quanto riguarda la tecnologia, le performance tecniche non cambiano.

Luca Del Col Balletto, CEO dell’azienda lainatese, spiega così come è partita l’iniziativa: «Con il nuovo millennio l’industria europea del PVC ha aderito al programma decennale Vinyl 2010 e nel 2011 è partito VinylPlus, il nuovo piano di sviluppo sostenibile del PVC, che interessa l’Europa e riunisce circa 200 aziende partner in rappresentanza della filiera. Questo ci ha stimolato a intraprendere un progetto di Ricerca & Sviluppo sui materiali usati per stampare le card nel nostro stabilimento»

 

 

 

Cibo fresco e personalizzato (anche a domicilio): debutta a Milano Dog Heroes

Cibo fresco per cani, basato su piani alimentari personalizzati, ideati da veterinari nutrizionisti e già porzionati per essere serviti: debutta a Milano la startup Dog Heroes.  Il tutto senza nemmeno muoversi da casa, perché Dog Heroes consegna a domicilio (inizialmente a Milano).

Le ricette

Sono realizzate con ingredienti di qualità e senza additivi chimici né conservanti, per dare al proprio cane un’alimentazione che sia il risultato di processi di selezione delle materie prime e processi produttivi identici a quelli della produzione alimentare per l’uomo. Ogni ricetta è stata studiata da veterinari esperti in nutrizione clinica per essere completa e bilanciata secondo le linee guida FEDIAF (Federazione Europea dell’Industria degli Alimenti per animali da compagnia) e ha come principale apporto proteico, la presenza di tanta carne (oltre il 60%), oltre a verdure, cereali, vitamine e sali minerali, il tutto cucinato in un laboratorio in Lombardia.

La mission

L’obiettivo di Dog Heroes è quello di rivoluzionare in chiave healthy un mercato, quello del cibo per cani, che vale in Italia oltre 1 miliardo di euro, ma che presenta ancora ampi margini di innovazione, sia per quanto riguarda la qualità del prodotto che il livello di digitalizzazione e i modelli di distribuzione.

Ordinare è semplice: basta andare sul sito ed inserire i dati del proprio cane: razza, età, peso, abitudini e stile di vita. I veterinari Dog Heroes, quindi, elaborano un piano alimentare personalizzato sulle informazioni raccolte, che verrà consegnato a domicilio ogni due settimane, con porzioni giornaliere pronte per essere servite. Tutte le ricette sono, letteralmente, a prova di umano e a basso impatto, perché ottimizzano il surplus delle lavorazioni degli alimenti per uso umano, riducendo le eccedenze alimentari

Le tre ricette offerte oggi da Dog Heroes – Pork Bowl a base di maiale, Turkey Bowl a base di tacchino e Fish Bowl a base di pesce – il piano alimentare su misura e i consigli dei veterinari del team sono disponibili da oggi su www.dogheroes.it.

Con Moderna 2020, spazio al gourmet e a nuove categorie

Nata da Moderna Spa, Moderna 2020 è la nuova società guidata da Nicola Mastromartino, che svilupperà progetti innovativi per rispondere alle esigenze del consumatore del futuro.
La nuova realtà, impresa socia di Gruppo VéGé, si caratterizzerà per un approccio più tecnologico e per una maggiore apertura alle nuove categorie emergenti: biologico, vegano, etnico e salutistico.
Attualmente presente in Campania, Basilicata e Calabria, la rete comprende un totale di 160 punti di vendita, con una metratura tra i 250 e i 5.000 mq, suddivisi tra le insegne eté e Dimeglio che a breve saranno affiancate da due nuovi format convenience Xsempre e Superdis. I punti vendita oltre al format classico, avranno anche la versione “gourmet”.
Moderna 2020 subentrerà in tutte le attività a Moderna S.p.a. garantendo piena continuità sia verso il cliente che nei confronti di partner e fornitori.
“La polarizzazione della domanda tra premium e convenience ci ha spinto a creare questa nuova realtà che guarda al futuro ed è in grado di soddisfare il bisogno di una clientela sempre più esigente e alla ricerca del prodotto particolare”. – spiega Nicola Mastromartino Amministratore Unico di Moderna 2020. “Il cliente che ogni giorno entrerà nel nostro punto vendita avrà l’accoglienza di sempre con il supporto tecnologico più avanzato che gli permetterà di avere una shopping experience completa”.

Regione Veneto, un’unica app per gli itinerari turistici

Debutta la nuova app “Veneto Outdoor”, presentata ufficialmente dal Governatore Luca Zaia, nello stand della Regione alla Borsa Internazionale del Turismo (BIT) di Milano, insieme all’assessore regionale al turismo.

Si tratta di una applicazione gratuita creata dalla Regione del Veneto, che è possibile installare nei propri dispositivi, siano essi IOS o Android, scaricandola da Apple Store e Play Store.

Sino a oggi i percorsi inseriti e disponibili sono 129, distribuiti in tutte le sette province, dall’Adriatico alle Dolomiti, dalla Lessinia alle colline di Conegliano e Valdobbiadene, dal Garda al Delta del Po, dai colli berici ai circuiti termali. Circa 12.500 chilometri di itinerari e sentieri da esplorare a piedi, in bicicletta, a cavallo, con ciaspole o sci ai piedi.

“Su questa mia idea abbiamo investito tanto – ha spiegato Zaia –: è uno strumento fortemente voluto e alla cui realizzazione i nostri uffici hanno lavorato molto. È una novità assoluta a livello internazionale e tra i suoi pregi ci sono la semplicità e facilità di utilizzo, il fatto di essere alla portata di tutti e costantemente implementabile. Nel Veneto abbiamo chilometri e chilometri di itinerari e di sentieri di ogni genere, di interesse sportivo ma anche di valenza naturalistica, culturale ed enogastronomica: non ha più senso segnalarli con la solita tabella attaccata a un palo che prima o poi cade o si rovina. Abbiamo quindi deciso di strutturare qualcosa di innovativo: bastano un paio di clic e da qualsiasi parte del Veneto scegli un percorso da fare, la app ti porta al luogo di partenza, indicandoti come raggiungerlo, e poi ti accompagna lungo il percorso stesso”.

Questa è la prima applicazione che promuove itinerari turistici sfruttando il modello “open data” certificato, una tecnologia che consentirà a Enti, Pro Loco e associazioni di richiedere l’inserimento dei percorsi da loro studiati e curati, ma lo stesso potranno farlo gli appassionati, gli stessi fruitori della app, la cui esperienza e proposta di itinerario sarà caricata dopo essere stata validata da un Comitato di redazione che ne garantirà sicurezza e interesse.

Nei prossimi mesi il data base sarà arricchito di contenuti, anche con le previsioni meteo e alcune informazioni di pubblica utilità. L’applicazione, inoltre, consentirà a chi si registra, di lasciare una recensione sull’itinerario e di assegnare, in base alle proprie valutazioni, un punteggio fino a 5 stelle.

Dopo il presidente sono intervenuti Mirko Lalli, AD Travel Appeal, che ha seguito gli aspetti tecnici dell’iniziativa e ha evidenziato come tra i primati del Veneto vi sia anche quello di essere la prima Regione d’Italia per “sentiment” sulle attività outdoor, Giovanni Carraro, multimedia journalist, che ha messo a disposizione della Regione numerosi percorsi da lui tracciati; e “Peppone” Calabrese, gastronomo e conduttore di ‘Linea Verde’ Rai1.

Alla fine della conferenza stampa il Governatore ha parlato dei siti Unesco del Veneto: “Con cinque siti interamente ricompresi nel nostro territorio e tre che vi ricadono in parte – ha detto – la nostra è una delle regioni maggiormente rappresentate nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Mi auguro che presto possa aggiungersi a questi anche la magnifica Cappella degli Scrovegni di Padova, il cui inserimento in questa lista ritengo irrinunciabile. E annuncio che stiamo predisponendo la documentazione per candidare un altro straordinario sito del nostro territorio: la Pesciara di Bolca, nella Lessinia, in provincia di Verona, uno dei giacimenti fossiliferi più importanti del pianeta, per la varietà delle specie ritrovate e per l’ottimo stato di conservazione dei reperti, unici e spettacolari”.

 

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