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Carmela Ignaccolo

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Shopping online: nel 2019 i consumatori raggiungeranno il 37%

Sarà di 35,65 miliardi di euro con un aumento del 2,01% rispetto al 2018  il fatturato generato dall’e-commerce B2C in Italia nel 2019 e, sulla base dei dati emersi dall’analisi, si prevede che entro la fine del 2019 circa il 37% della popolazione online avrà effettuato almeno un acquisto via Internet. queste alcune delle evidenze dell’analisi dal titolo Ecommerce Report: Italy 2019, condotta per conto di SAP da Ecommerce Foundation.

I segnali per il futuro sono positivi: si stima che nel quinquennio 2018 – 2023 anni le revenue del commercio elettronico aumenteranno in ogni settore: elettronica, cibo e cura della persona, mobili ed elettrodomestici, giocattoli, oggettistica, fai da te e soprattutto moda, che passerà dai 4,48 miliardi di euro di fatturato del 2018 ai 6,71 miliardi del 2023.

Le passioni degli italiani

Gli e-shopper italiani sono sempre più appassionati di giochi e prodotti per il fai da te. Si prevede che nel 2019 il segmento che registrerà la maggiore crescita sarà quello relativo agli accessori per il giardinaggio, la cura degli animali domestici e gli attrezzi per effettuare piccoli lavori a casa (con 9,45 milioni), subito seguito dall’acquisto di giocattoli e prodotti per la prima infanzia (con 9,43 milioni).

La cura della casa per gli italiani resta ancora una priorità anche se negli ultimi anni è cambiato il nuovo modo di intendere la qualità della vita e del proprio abitare, caratterizzato dalla volontà di vedere riflessi i propri principi circa la sostenibilità anche nelle proprie scelte abitative. Questa nuova necessità si riflette anche nei dati emersi dal report dove è importante sottolineare come nel 2019 in Italia si prevede che 9,6 milioni di utenti acquisteranno un elettrodomestico online mentre 4,87 milioni di e-shopper compreranno mobili e accessori per la casa. Un segnale questo che evidenzia come gli italiani vogliano vivere in case più efficienti a livello energetico, con conseguente beneficio sia a livello ambientale sia economico. Una casa che sia efficiente, ma anche smart. Non è un caso infatti che il comparto dell’elettronica di consumo così come i supporti per fruire di contenuti digitali (siano essi libri, film, musica e videogiochi) stiano registrando una forte crescita, con oltre 21,87 milioni spesi solo nel 2019 per l’acquisto di nuovi dispositivi. Si prevede inoltre, che questo segmento raggiungerà oltre 58 milioni entro il 2023. I prodotti leader, con record d’acquisto? Biglietti di viaggio e abbigliamento.

Le transazioni più care (in media 309 euro) in Italia sono appannaggio delle banche ed è il tablet il device su cui avvengono gli acquisti più “salati” (102 euro, in media); quanto al metodo di pagamento preferito, invece, nel 2017 spicca PayPal sia per il pagamento di beni digitali e servizi (con un 32,2%) sia per l’acquisto di beni tangibili (con oltre il 40%). Per quanto riguarda lo shopping online transfrontaliero, il Regno Unito vanta la quota più alta (19%), mentre la Cina si piazza al secondo posto (18%) e la Germania conquista la terza posizione del podio (16%), dati aggiornati al 2018. Infine, sempre lo scorso anno Amazon ha dominato la chart delle piattaforme più utilizzate dagli italiani, con revenue pari a 2.325 milioni di euro, seguita da Zalando (con 448 milioni di euro).

Metodologia

Lo studio è stato condotto per conto di SAP da Ecommerce Foundation, organizzazione indipendente che promuove il commercio digitale a livello globale, monitorando lo scenario dell’e-commerce B2C in diversi Paesi, tra cui l’Italia, i comportamenti dei consumatori e le tendenze future.  Il report si basa sull’uso di numerose fonti: pubblicazioni pubbliche, blog, ricerche di settore e finanziarie, annual report tra cui The World Factbook, Eurostat, Statcounter, Doing Business World Bank, LPI World Bank, Quandl, Netcomm, Statista, The Economist, Osservatori.

Saldi 2020, cosa comprare e quando. Le previsioni di Idealo

Dopo Natale arrivano i saldi. Si sa. Meno certo è, invece, quanto si potrà risparmiare nel 2020 e quali saranno i giorni migliori per fare acquisti. Idealo, ha fatto un pronostico, basandosi sui dati del 2019, in modo da scoprire le percentuali di risparmio possibili e soprattutto quando conviene completare gli acquisti.

Considerando un periodo temporale medio da inizio gennaio a fine febbraio 2019 – ovvero quando i saldi sono nel pieno delle proprie potenzialità – idealo ha rilevato come la settimana più conveniente sia stata l’ultima di febbraio, al contrario quella più cara, quindi con meno offerte, è stata la terza di gennaio. Un andamento, questo, in netta controtendenza con  l’interesse dei consumatori digitali, concentrato in particolar modo nella prima settimana di gennaio, ad inizio delle offerte, e tendente invece a scemare a febbraio (dopo un pieno di shopping).

Sempre analizzando l’interesse degli e-consumer italiani è possibile vedere come durante i saldi 2019 alcuni prodotti abbiano visto un notevole aumento delle relative ricerche online rispetto al periodo precedente, in particolar modo: scarpe da corsa (+79,4%), caschi da moto (+55,3%), scarpe da ginnastica (+46,9%), pneumatici estivi (+35,0%), giacche outdoor (+27,9%). fotocamere mirrorless (+24,0%), prodotti per la cura del viso (+23,8%), lavatrici (+22,5%), obiettivi fotografici (+15,9%), lavastoviglie (+15,2%), piani cottura (+14,5%) e infine frigoriferi (+13,3%). I saldi invernali diventano quindi occasione per comprare scontati oltre ai grandi elettrodomestici e agli pneumatici estivi, prodotti di uso comune come le macchine fotografie o anche abbigliamento.

I prodotti più convenienti online durante i saldi 2019

Sempre analizzando i primi due mesi del 2019, i prodotti maggiormente convenienti sono stati gli pneumatici estivi (-33,0% nella settimana più conveniente rispetto a quella più cara durante i saldi invernali) – a dimostrazione del fatto che acquistare articoli al di fuori della stagionalità di utilizzo è il modo migliore per risparmiare – ci sono stati poi gli stivali (-30,8%) e altoparlanti (-27,1%). Ancora, giacche per outdoor (-22,7%), prodotti per la cura del viso          (-16,5%), console di gioco (-15,4%), zaini (-12,6%), lavatrici (-10,3%), obiettivi fotografici (-10,0%) e frigoriferi (-10,0%).

La funzione “Prezzo ideale”

Analizzando la funzione “prezzo ideale” presente su idealo – che consente agli utenti di impostare un proprio prezzo ideale per un dato prodotto e di ricevere poi un alert quando il prezzo viene raggiunto, o è addirittura inferiore – è possibile vedere come lo sconto medio richiesto dagli utenti sia stato pari al -13,87% e abbia in particolar modo riguardato gli stessi prodotti maggiormente cercati in questo periodo, a dimostrazione di come gli italiani non solo siano consapevoli delle effettive possibilità di risparmio, ma conoscano anche la stagionalità nella quale è meglio comprare un dato prodotto.

Se da una parte è vero che i saldi invernali, così come quelli estivi, vengono aspettati sempre con ansia, è anche vero però che ormai tra Black Friday o Prime Day le occasioni di risparmio, rispetto ad un tempo, sono quasi triplicate – ha dichiarato Fabio Plebani, Country Manager per l’Italia di idealo – Con così tante giornate dedicate allo shopping diventa però fondamentale riuscire a districarsi tra le varie offerte per aggiudicarsi il prezzo migliore sul mercato e soprattutto per non incorrere in truffe o imbrogli. Il nostro consiglio è sempre quello di non concludere subito un acquisto ma di prendersi del tempo per osservare l’andamento dei prezzi e del mercato e ancora  di accorpare in un unico ordine più acquisti, così da diminuire anche le spese di spedizione.”

[1] Per realizzare questo studio idealo ha preso in esame esclusivamente i dati del proprio portale italiano nel periodo dal 1° Gennaio al 28 Febbraio 2019.

[2] E nel dettaglio dal 3 al 31 Dicembre 2018. .

[3] Come nel caso degli pneumatici.

Ecco Gritz la prima Christmas Ale senza glutine

Ecco Gritz la prima Birra di Natale artigianale al mondo gluten free. Un’eccellenza che mette insieme gusto, salute e personalità, una Christmas Ale decisa, con un grado alcolico di 7.0° alc. Nasce in Franciacorta dove in una piccola taverna di famiglia, Claudio Gritti – fondatore e birraio – nel 2015 iniziò le sue sperimentazioni fermentate, dando origine all’unico birrificio in Italia, nonché uno dei pochissimi birrifici artigianali al mondo, specializzato nella produzione totalmente senza glutine da processo gluten removed. 

Quella delle Christmas Ale è una storia lunga secoli. Già nel XIX secolo, i birrai di piccoli villaggi belgi producevano birre molto alcoliche e speziate in occasione delle feste. Dapprima come produzione casalinga, poi come vera e propria opportunità di commercializzazione in tutto il Nord Europa. Oggi, le birre di Natale si stanno facendo strada anche in Italia e Gritz è l’unico birrificio a proporre una variante tanto unica. Una birra ottima da degustare con la famiglia o con gli amici per godere appieno della magica atmosfera natalizia.

La Birra di Natale Gritz è certificata AIC e distribuita direttamente in numerosi locali e ristoranti e nei punti vendita specializzati (gluten free) di tutta Italia. Inoltre, è possibile acquistarla personalmente presso il birrificio. La birra è ora disponibile tramite e-commerce sul sito www.gritz.it.

“Caro prosciutto” da peste suina? L’analisi di IRI

Secondo gli esperti, quella che sta affliggendo la Cina è la peggior epidemia di peste suina degli ultimi decenni. IRI ne ha analizzato gli effetti sulla filiera del Largo Consumo in Italia. E le prime evidenze non sono consolanti: listini impazziti, con rialzi del 40% nel 2019 su scala globale, per la carne da trasformazione da animali vivi suini. A causare questo terremoto è la corsa all’import di carni suine e bovine da parte del gigante asiatico, mosso da una duplice spinta: una dieta più carnivora per l’aumento del reddito pro-capite e – appunto -la pesta suina che ha decimato il suo patrimonio zootecnico .
L’infezione ha compromesso un terzo della produzione cinese di carni suine, pari a circa il 25% della produzione mondiale e creato, appunto, tensioni sui prezzi che nel 2020 saranno destinate ad avere effetti anche sui consumatori. Ad oggi, in Italia si registrano rincari soprattutto sui prezzi al consumo delle carni suine fresche, ma anche su parte delle varietà di salumeria (anche produzioni tipiche), tuttavia le aspettative sono quelle di una diffusione su tutta la filiera della trasformazione (salumi, precotti, ecc.) nel breve periodo.
L’Italia è un forte importatore di carni suine poiché la produzione interna soddisfa solo 66% della richiesta, per cui la trasmissione dei maggiori costi dal canale estero sarà percettibile.
L’eventualità di un trasferimento significativo delle tensioni di costo sui mercati al dettaglio potrebbe causare cali anche importanti della domanda di carni suine fresche e lavorate, soprattutto per le fasce di prezzo medie e basse.
Contemporaneamente ciò potrebbe favorire uno spostamento di parte della domanda su carni sostitutive con un effetto domino sui prezzi diffuso a tutto il comparto delle carni.

Come evidenziato dal grafico le carni fresche hanno trasferito per prime i maggiori costi sui prezzi finali al dettaglio.

I prezzi delle carni lavorate, nel loro complesso, non stanno ancora reagendo pienamente alla lievitazione dei costi della materia prima.
I prodotti di salumeria a base suino stanno reagendo con ritardo e in modo differenziato all’aumento dei prezzi della materia prima. Sono colpite anche molte produzioni tipiche.
In generale il processo di trasmissione sui prezzi al dettaglio è ancora alla fase iniziale ma nei prossimi mesi è probabile attendersi che il consumatore dovrà sborsare più denaro se vorrà gustare i salumi a base di carne suina.

dm: quinta apertura a Milano, esordio nelle Marche

Cresce ancora la presenza di dm a Milano: con la recente inaugurazione dello store in  corso Sempione 65/A un nuovo drugstore, salgono infatti a quota cinque i punti vendita nel capoluogo lombardo.

Con l’apertura del nuovo store, dm è già presente in Lombardia con ben undici punti vendita.  “Milano è una città dinamica, in continua evoluzione, capace di accogliere le novità – afferma Benjamin Schneider, Direttore Marketing e Acquisti di dm – È da qui che siamo partiti quando abbiamo deciso di aprire in Italia.”                      

“Fin da subito – prosegue Schneider – ha mostrato forte interesse e apprezzamento per la nostra offerta specializzata e per l’ottimo rapporto qualità/prezzo che la contraddistingue. Per questo motivo siamo particolarmente felici di essere sempre più vicini a tutti i milanesi e di offrire loro prodotti di altissima qualità, con la consulenza e la cordialità che ci caratterizza.”

Lo store, con circa 425 mq di spazio vendita, è uno dei più ampi della città e propone un’offerta specializzata in prodotti per il make-up e per la cura e la salute della persona, completata da un ampio assortimento di articoli per l’infanzia, la casa e il pet care. L’intera offerta conta oltre 14.000 articoli, con un focus particolare sui prodotti naturali e salutistici, come i cosmetici naturali certificati, gli alimentari biologici, gli integratori e i dispositivi medici. A copertura dell’intero assortimento dm propone inoltre più di 4.000 prodotti a marchio proprio, che garantiscono qualità analoga a quella dei grandi marchi ma a prezzi molto convenienti. Tra le marche dm più apprezzate, in Italia e in Europa, i cosmetici Balea, la cosmetica naturale certificata alverde, l’alimentazione biologica dmBio e le linee di integratori e di dispositivi medici Mivolis.  

Debutto a Pesaro

Accanto al rafforzamento in Lombardia, dm festeggia pure un nuovo esordio nelle Marche, a Pesaro, per la precisone.

“Siamo felici di essere a Pesaro, il secondo comune più popoloso della regione, e di poter offrire anche qui una proposta completa e specializzata per la bellezza e il benessere di ogni giorno, che si differenzia per l’ottimo rapporto qualità-prezzo e per l’esclusiva gamma di prodotti a marchio dm, trasversale all’intero assortimento e complementare ai brand più conosciuti”, ha dichiarato il direttore Marketing e Acquisti di dm Benjamin Schneider.

Presente per il taglio del nastro anche Enzo Belloni, Assessore all’Operatività, che ha dichiarato: “Ringraziamo dm per aver investito e averci scelto, augurando che sia un successo e che possa offrire ai nostri cittadini una più ampia offerta per gli acquisti”.

 

 

 

 

Biraghi si racconta attraverso le sue 11 vetrine… e uno zootropio

Un racconoto lungo 11 vetrine: ecco la nuova strategia adottato da Biraghi nel suo store torinese in Piazza Castello. Frutto di un’idea dell’experience agency Inventa Tro il negozio diventa il luogo nel quale l’azienda cuneese intende incontrare il visitatore per condurlo in un viaggio alla riscoperta dei sapori della tradizione.

[Not a valid template]Tre i punti cardine del progetto: Territorio, Storia e Persone, valori che Inventa TRO ha sapientemente tradotto in un articolato storytelling, basato sulla “conoscenza” e sulle “connessioni umane”. Per esaltare questi valori, ogni vetrina è stata di volta in volta arricchita da elementi unici.
Lo storytelling ideato da Inventa TRO si sviluppa lungo le 11 vetrine dello store. Vi si
trovano le pergamene raffiguranti i percorsi gastronomici delle provincie disegnate
con china e acquerello dall’artista Tiziana Colla. Parte dell’insegna e documenti
storici sono stati inseriti nella sezione che celebra la drogheria “Fratelli Paissa” che dal
1877 ha proposto i suoi prodotti e che oggi è diventato il nuovo negozio Biraghi San
Carlo. Le fotografie della famiglia e storici elementi pubblicitari sono, infine,
l’elemento chiave della vetrina dedicata alla famiglia Biraghi, che dal 1934 propone
prodotti dai sapori autentici. La creatività proposta da Inventa TRO, non si ferma però qui. Ma prosegue con la riproduzione unica di uno Zootropio, un antico dispositivo ottico inventato nel 1834 che trasformava elementi statici in immagini in movimento. Lo Zootropio Biraghi è una sintesi perfetta tra tradizione e tecnologia e racconta la filiera produttiva dei Biraghini, dalla mungitura al confezionamento.

“La soddisfazione di vedere i Torinesi a bocca aperta davanti allo spettacolo delle vetrine e soprattutto alla magia dello Zootropio Biraghi in Piazza San Carlo è stata enorme” afferma Antonio Magaraci, Managing Director di Inventa TRO. “Abbiamo trasformato concetti valoriali come storia ed eccellenza in un’esperienza, per esaltare la proposta di un negozio unico”.

Luxury shoppers: l’acquisto corre sui social

Non c’è più il lusso di una volta. O meglio: non si comprano più i prodotti di  lusso come una volta. A mutare le abitudini d’acquisto hanno infatti fortemente contribuito le piattaforme social come FB e i suoi fratelli (Instagram, Messenger e WhatsApp): più di 3 acquirenti di beni di lusso su 4 in tutto il mondo utilizzano ogni giorno queste piattaforme nel processo di acquisto.

Oggi infatti il modo in cui i consumatori scoprono, cercano e decidono di comprare capi di alta gamma, accessori e gioielli è fortemente influenzato dalle interazioni online. A rivelarlo è uno studio commissionato da Facebook e condotto da IPSOS su un campione di 4.500 persone, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, in 6 mercati – Stati Uniti, Francia, Italia, Regno Unito, Hong Kong e Giappone – che ha evidenziato come la maggior parte dei touch-point che guidano l’intera esperienza di acquisto di prodotti di lusso sia digitale. L’indagine ha analizzato le piattaforme utilizzate, il comportamento e il percorso di acquisto dei clienti luxury con un focus sulla Next Generation, che comprende la Generazione Z (fino ai 22 anni) e i Millennials (23-34 anni), e sui consumatori alto-spendenti, ovvero persone che hanno fatto acquisti per almeno 10.000 dollari nell’ultimo anno.

L’utilizzo delle piattaforme digitali

Chi compra prodotti di lusso è sempre più connesso, dispone di oltre 3 device digitali e passa in media quasi 17 ore a settimana online, contraddistinguendosi per un maggiore utilizzo dei social network. Il 93% usa le piattaforme digitali come fonte di ispirazione per scoprire le novità, navigare e connettersi con le community, al contrario dei consumatori non luxury tra i quali il 79% le utilizza nei processi di acquisto.

A livello globale, il 92% degli appassionati del lusso utilizza la famiglia delle app di Facebook, una percentuale che cresce ulteriormente in Italia, attestandosi al 99%, e confermando il nostro Paese come uno dei mercati con il tasso più elevato di utilizzo dei prodotti Facebook (superato solo da Hong Kong).

Il comportamento d’acquisto

I clienti alto-spendenti (38%) sono più propensi a fare acquisti online rispetto al resto dei consumatori di beni di lusso (24%). Sebbene lo shopping online sia, quindi, ancora marginale e l’80% dei prodotti di lusso venga acquistato nelle boutique e nei punti vendita fisici, i touchpoint digitali sono fondamentali per influenzare le scelte d’acquisto, che nell’80% dei casi vengono guidate dalle interazioni online. Il digitale diventa, inoltre, un prezioso alleato anche nella fase decisionale: in Europa il 77% di chi acquista capi di moda di lusso consulta, infatti, lo smartphone mentre si trova in negozio.[1] 

In questo contesto, secondo lo studio IPSOS, il 42% dei processi di acquisto a livello globale coinvolge almeno un’app della famiglia Facebook, una percentuale che sale al 64% per i consumatori alto-spendenti e al 65% per la Next Generation. Se si considera il mercato italiano, le app della famiglia Facebook vengono utilizzate nel processo di acquisto dal 53% degli intervistati e, nello specifico, dal 63% degli alto-spendenti e dal 78% della Next Generation.

L’Italia si attesta, quindi, al primo posto in Europa per l’utilizzo delle app della famiglia Facebook nei processi di acquisto dei beni di lusso, seguita da UK (30%) e dalla Francia (26%).

Il percorso di acquisto

Facebook e Instagram sono le piattaforme dove le persone scoprono nuovi prodotti, traggono ispirazione e fanno ricerche e sono quindi risorse cruciali per prendere una decisione di acquisto: più di 1 persona su 3 ha cercato o scoperto un prodotto attraverso le app di Facebook, 1 persona su 2 nel caso della Next Generation e degli alto-spendenti, mentre il 60% ha letto recensioni e raccomandazioni su Facebook o Instagram per prendere decisioni migliori. Le recensioni di altri acquirenti sono ritenute utili nella fase che precede l’acquisto.

Anche dopo l’acquisto, la condivisione sui social è parte fondamentale dello shopping di lusso, in quanto il 47% dei clienti della Next Generation e della fascia alto-spendente condivide foto del proprio acquisto con la Community o ne discute su Facebook o Instagram.

L’utilizzo di Facebook e Instagram

Ma Facebook e Instagram non sono interscambiabili: ognuno ha un suo ruolo:  Facebook è considerato, da chi acquista beni di lusso, il luogo ideale per ricevere consigli, connettersi con brand e aziende e trovare informazioni personalmente rilevanti: il 52% lo usa per cercare informazioni su eventi, il 43% per aggiornarsi e il 39% per guardare anteprime di prodotti. Gli acquirenti della Next Generation vorrebbero, per esempio, che i messaggi e le storie dei brand rispondessero, con contenuti autentici, ai problemi che affrontano e che fossero aderenti ai loro interessi.

Instagram si conferma, invece, la piattaforma preferita per scoprire le ultime tendenze, entrare in contatto con influencer, celebrità e aziende e trovare contenuti divertenti con messaggi e storie creative. Chi acquista prodotti di alta gamma desidera vedere su Instagram nuovi trend (45%), lanci di nuovi stili, prodotti o servizi (41%), indicazioni dagli influencer (39%) e testimonianze di personaggi famosi (38%).

Seconda mano: è sempre più boom. Il caso Xtribe

Se negli Stati Uniti il trend della vendita e dell’acquisto di prodotti di seconda mano è già forte, con un giro di affari le cui proiezioni sono pari a 51miliardi di dollari nel 2023, anche in Italia le cose stanno andando meglio: secondo il report dell’Osservatorio second hand economy, nel 2018, il mercato dell’usato ha toccato il valore di 23miliardi di euro, con una crescita del 28% negli ultimi 5 anni.

Un incremento notevole che vede, grazie all’attenzione sempre maggiore per l’ambiente, un’ascesa ancor più dirompente.

Ma il mercato dell’usato, oltre agli spazi fisici scanditi nei quartieri a degli orari e a dei giorni stabiliti, ha sempre più presa nei marketplace che comunque, ricorrendo all’utilizzo di corrieri, non diminuiscono di troppo l’impatto ambientale del fast fashion.

Xtribe, il marketplace green per il second hand market

Con 700mila download l’app di Xtribe si è rapidamente affermata, permettendo di vendere, acquistare e barattare qualsiasi prodotto con le persone e i negozi che sono nelle vicinanze, grazie ad un sistema di geolocalizzazione integrato.

La startup, co-fondata da Mattia Sistigu, è uno di quei validi strumenti per ripensare al Natale 2019 come ad un Natale green in cui acquistare prodotti usati, vendere i propri o barattarli, comodamente nel proprio quartiere, eliminando anche le emissioni di CO2 generate dai motori dei corrieri.

“Vogliamo creare un marketplace che non solo aumenti le possibilità di incontro e di commercio all’interno delle zone frequentate dai nostri utenti ma che questo scambio sposi anche delle tematiche che per noi sono importanti come quella legata alla responsabilità di ognuno di agire nel modo più green possibile.” afferma Mattia Sistigu, COO di Xtribe.

Un sistema semplice che permette di fare economia liberandosi di ciò che non piace più e dandogli nuova vita, rimanendo coerenti con il tema caldo di quest’anno: l’attenzione all’ambiente e alla sua tutela.

 

 

Pam Panorama lancia “Pam a Casa”: spesa pronta e personal shopper

Pam Panorama ha lanciato oggi il servizio “Pam a Casa”. I clienti del capoluogo lombardo potranno fare la spesa sul sito Pamacasa.it scegliendo tra oltre 7.000 prodotti ed avere la spesa preparata da un personal shopper e comodamente consegnata a casa da un veicolo elettrico entro due ore.

Si potrà scegliere tra un’ampia varietà di prodotti freschi, frutta e verdura, inclusi prodotti tipici del territorio, ma anche prodotti surgelati, pasta, caffè, pannolini e prodotti per l’infanzia e articoli per la cura della persona. Il tutto sarà acquistabile con pochi e semplici click e, dopo aver pagato online, i clienti potranno godere di consegne ultra-rapide, utili anche per le esigenze dell’ultimo minuto.

Il servizio sarà attivo 7 giorni su 7 in alcune aree selezionate della città (grazie al supporto del partner Restore), garantirà la consegna entro 2 ore dall’ordine e la gratuità di tale servizio per ordini superiori a 70€. Con il primo ordine di almeno 50 euro si otterrà inoltre uno sconto di 10 euro.

Gianpietro Corbari, Amministratore Delegato

 “Siamo orgogliosi di offrire ai nostri clienti di Milano il servizio di spesa online dichiara Gianpietro Corbari, Amministratore Delegato di Pam Panorama Navigando nel nostro negozio web si può scegliere tra oltre 7.000 prodotti di uso quotidiano, tra cui anche i freschi, la frutta e la verdura, che possono essere consegnati direttamente a casa al piano in finestre di due ore. Crediamo molto nel connubio tra tradizione ed innovazione e questo a conferma della visione rivolta al futuro della nostra insegna, da sempre attenta ad offrire prodotti di qualità, servizi e soluzioni volte a migliorare la qualità della vita dei consumatori e sempre al passo con i tempi.” 

“Siamo molto contenti che la scelta di Pam sia ricaduta su ReStore per un progetto così importante e composito, che prevede la collaborazione su molteplici fronti: la realizzazione della piattaforma, la gestione delle attività di picking e delivery e la monetizzazione degli spazi pubblicitari del sito attraverso la nostra concessionaria ReStore Media. – dichiara Barbara Labate, Amministratore Delegato di ReStore – “Affrontare per la prima volta una piazza così competitiva e recettiva è per noi una sfida importante e stimolante, che ci consentirà di mettere alla prova l’esperienza acquisita negli anni in altre realtà territoriali per estendere ulteriormente il servizio di eCommerce in altre città”.

Customer experience: semplicità e fiducia sono gli ingredienti fondamentali

Personalizzione, semplicità e fiducia sono questi alcuni degli ingredienti fondamentali della Customer experience. Lo rivela un’indagine condotta da Longitude – società del Financial Times – su 6.000 consumatori in 15 paesi, e commissionata da Verizon.

“Se un brand vuole avere successo, il cliente deve sempre essere al primo posto”, commenta Gordon Littley, Managing Director di Verizon Global CX Practice. “Oggi, la tecnologia legata alla CX ha il potere di proteggere, migliorare e stimolare la relazione tra il brand ed il consumatore ma non dovrebbe mai definirla né limitarla. Spesso le promesse fatte dalle nuove tecnologie di CX assumono un ruolo prioritario rispetto alle preferenze e desideri dei singoli consumatori e non dovrebbe essere così. Dovremmo sempre ricordare che ogni cliente è prima di tutto un individuo e vuole essere trattato come tale. L’innovazione tecnologica può aiutare i marchi a distinguersi ma le basi del servizio clienti restano di vitale importanza. La migliore relazione è quella che si fonda su trasparenza e fiducia reciproca”.

Efficienza e personalizzazione sono tra i requisiti più importanti. I consumatori, infatti, sono sempre più attenti al tipo di servizio desiderato. Vediamo nel dettaglio.

  • Il 63% degli intervistati non tiene conto di quale canale di comunicazione utilizzano le aziende, l’importante è che possa fruire delle informazioni in modo semplice e veloce. Il 35% ha dichiarato che abbandonerebbe un’azienda con un’app troppo lenta, mentre il 59% ha dichiarato di aver spesso abbandonato transazioni online eccessivamente lunghe. Ancor più rilevante è il dato che emerge dal 41% degli intervistati, i quali lascerebbero subito un’azienda non in grado di soddisfare la loro richiesta al primo tentativo.
  • Tuttavia, il 47% delle persone intervistate ha dichiarato di preferire comunque un brand in grado di offrire una CX personalizzata ed intuitiva, rispetto ad un competitor più economico. E se devono iscriversi ad un nuovo brand, il 37% è più propenso a farlo se il proprio profilo online può essere sfruttato anche per altre finalità.

L’innovazione è importante, ma i consumatori vogliono poter scegliere se usare o meno le nuove tecnologie.

  • Il 42% degli utenti dichiara di essere ben disposto nei confronti di aziende che trovano nuovi strumenti per comunicare con loro, ad esempio dispositivi che si possono indossare o assistenti personali attivati con la voce.
  • Il 55% degli intervistati di età compresa tra i 18-24 anni sono maggiormente attratti da aziende che forniscono una CX utilizzando le più moderne tecnologie digitali, rispetto al 47% della fascia di età 25-65.
  • Inoltre, il 60% desidera poter passare facilmente da un canale di comunicazione all’altro e, allo stesso modo, dichiara che una buona app migliorerebbe la percezione del brand.

Un altro aspetto importante, per la sua capacità di attrarre il consumatore, è la possibilità di parlare con qualcuno. Infatti:

 Il 34% degli utenti finali sarebbe disposto a cambiare brand se non fosse in grado di poter parlare con una persona reale; il 21% farebbe la stessa cosa se non riuscisse a trovare il numero di telefono del servizio clienti.

  • Il 54% degli intervistati ha dichiarato che le conversazioni telefoniche sono il canale di comunicazione preferito. Questo dato è emerso da tutte le persone intervistate, a prescindere dalla fascia d’età di appartenenza: il 38% tra i 18-24 anni, arrivando fino al 46% tra i 25-34 anni.

I big data sono ritenuti utili, ma nel loro utilizzo non si può prescindere da un approccio etico:

  • Il 69% degli intervistati ritiene che le aziende chiedono dati per i propri interessi, più che per migliorare la CX (62% degli intervistati in APAC; 71% negli Stati Uniti e 74% in Europa).
  • Il 67% ha elencato sconti e promozioni tra le prime tre ricompense desiderate in cambio dei propri dati, seguito dal 40% che cita gli strumenti di accesso e transazione mediante un solo clic e dal 39% che auspica di ottenere esperienze più esclusive.
  • Il 45% degli intervistati nella fascia di età 18-24 anni sarebbe disposto a condividere i propri dati se il risultato comportasse un’esperienza utente più intuitiva e personalizzata. Infatti, il 31% del campione permetterebbe a un rivenditore di accedere ai propri account sui social media per ottenere consigli su prodotti e servizi; il 39% degli intervistati permetterebbe a un ristorante o a un rivenditore di tracciare la propria posizione per offrire loro offerte migliori quando sono vicini; il 28% inoltre non si preoccupa di essere tracciato da applicazioni fitness per ricevere in cambio dei consigli sul proprio allenamento.

I consumatori apprezzano fattori come facilità d’uso e customizzazione, ma non sono disposti a rinunciare a sicurezza e privacy per ottenerli.

  • Il 32% degli intervistati ritiene che la comunicazione in modo trasparente dei vantaggi offerti in cambio dei dati sia cruciale per conquistare la fiducia.
  • Nonostante la facilità d’uso sia vista come uno dei principali vantaggi della CX, il 62% degli intervistati ha dichiarato di aver salvato di rado i propri dati bancari quando si trattava di aziende online, anche a fronte di un accesso più veloce alla visita successiva.
  • Il 63% si lamenta della gestione sempre più complessa delle password; questa può essere considerata un’opportunità per le aziende in grado di offrire processi di sicurezza affidabili, rapidi e intuitivi.

Una volta ottenuta, la fiducia deve essere mantenuta: se un’azienda subisce una violazione della sicurezza, può perdere clienti in maniera inevitabile.

  • Il 61% degli intervistati ha dichiarato che nell’ultimo anno è aumentata la propria consapevolezza sui temi legati alla sicurezza dei dati.
  • Il 69% ha indicato “onestà e trasparenza” come fattori cruciali per la costruzione della fiducia in fatto di dati personali e un ulteriore 42% ha sottolineato la necessità di comunicare chiaramente la conformità alla normativa sui dati, mentre il 39% si rivolgerebbe a un competitor nel caso in cui un’azienda non si attenesse alle proprie preferenze in materia di dati e impostazioni sulla privacy.
  • Il 69% tende a evitare le aziende che hanno subito una violazione dei dati, anche se offrono un’offerta migliore rispetto ai concorrenti.
  • Più della metà (52%) dei consumatori intervistati ha dichiarato l’intenzione di allontanarsi da un’azienda in caso di violazione personale di dati, per un periodo di 4 o 6 mesi; quasi un terzo (29%) ha dichiarato che non si rivolgerebbe più a quel brand. Anche i clienti le cui informazioni non sono state violate sono portate a boicottare l’azienda in questione – quasi il 20% ha mostrato un rifiuto netto nei confronti dell’azienda.

Littley continua: “Bisogna rispettare completamente la privacy del consumatore come prima cosa e sopra ogni cosa. A meno che non abbiano scelto di dare il proprio consenso, nulla deve essere utilizzato. Non si può tradire la fiducia che il consumatore ha riposto nell’azienda relativamente alla gestione e sicurezza dei dati – così facendo si rischia di distruggere tutto”.

Migliorando i canali di CX collaudati, accogliendo le nuove tecnologie digitali e premiando i consumatori più fedeli, le aziende hanno l’opportunità di incrementare la propria quota di mercato e ottenere una crescita finanziaria. Garantire un sincero scambio di valore tra l’azienda e i suoi consumatori è essenziale, e la trasparenza, la fiducia e la sicurezza sono fattori di importanza vitale.

 

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