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Carmela Ignaccolo

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LiveIntent: così l’AI misura in tempo reale i desideri dei clienti

Misurare in tempo reale i desideri dei clienti? Ci ha pensato LivePerson, Inc., leader globale nel commercio conversazionale, lanciando LiveIntent, la soluzione che aiuta misura istantaneamente, nelle conversazioni brand-to-consumer tramite SMS, Facebook Messenger, WhatsApp, RCS, Apple Business Chat e altri popolari canali di messaggistica, quello che i clienti desiderano. Basato sulla comprensione del linguaggio naturale, LiveIntent analizza le conversazioni sia con bot che con agenti umani mentre stanno avvenendo, fornendo ai brand un’impareggiabile visione in tempo reale delle intenzioni dei propri clienti.KiveIntent

LiveIntent è parte di LiveEngage®, piattaforma leader di mercato per il conversational commerce, che pone la messaggistica al centro della customer experience e sostituisce le costose chiamate vocali. Attraverso LiveIntent i brand hanno la possibilità di:

  • Identificare e definire un insieme specifico di intenzioni rilevanti, così da categorizzare facilmente la moltitudine di modalità in cui i clienti domandano quello che desiderano;
  • Analizzare le conversazioni di bot e agenti umani in una dashboard in tempo reale, con intuizioni topline e la possibilità di approfondire la cronologia completa delle conversazioni;
  • Identificare le intuizioni da automatizzare con Conversation Builder™, la piattaforma di costruzione dei bot di LivePerson;
  • Individuare le intenzioni che vengono incanalate in modo errato e implementare nuove politiche di instradamento in collaborazione con la soluzione di routing Maven™ di LivePerson basata sull’intelligenza artificiale.

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61%: cresce a livello mondiale il numero delle aziende intelligenti

Foto di Gordon Johnson da Pixabay

Siamo a quota 61%: sono ormai tante a livello mondiale le imprese che stanno per entrare nel novero delle aziende “intelligenti”. E sono pure in netto aumento rispetto al 49% documentato nel 2018. Questi i risultati dell’Intelligent Enterprise Index, osservatorio annuale realizzato da Zebra Technologies Corporation.

L’indagine analizza il livello di connessione tra il mondo fisico e quello digitale delle aziende. I punteggi dell’Intelligent Enterprise Index sono calcolati in base a 11 criteri che includono la vision e l’adozione dell’Internet of Things (IoT), la gestione dei dati, l’analisi intelligente e molto altro ancora.

Sulla base di questi criteri, il primo dato interessante è che le aziende del comparto retail negli ultimi 12 mesi, hanno registrato il maggior slancio  passando dagli ultimi posti della classifica dell’indice verticale del 2018 alle posizioni di testa della lista del 2019, seconde solo al comparto dell’Healthcare.

Non basta: anche il numero di aziende definite come vere e proprie “imprese intelligenti” con un punteggio pari o superiore a 75 punti dell’Index è aumentato su base annua. Il 17% delle aziende con almeno 250 dipendenti ha superato questa soglia nel 2019 contro l’11% del 2018. È interessante notare che il 37% delle piccole e medie imprese (PMI) intervistate (50-249 dipendenti) ha ottenuto 75 punti o più nell’Index, il che significa che le PMI con una vision IoT sono in molti casi più “intelligenti” delle grandi imprese.

RISULTATI CHIAVE DELL’INDEX 

  • Sempre più aziende adottano l’IoT, con livelli di intelligenza sempre più elevati. Il punteggio cumulativo dell’Intelligent Enterprise Index continua a crescere man mano che un numero crescente di aziende passa dalle fasi esplorative alle fasi di implementazione. Nel 2019 si è registrato un punteggio massimo di 61,5 punti con un aumento di quasi 6 punti rispetto al 2018, dovuto in gran parte all’acquisizione dell’etichetta di azienda “intelligente” da parte delle imprese di retail e di trasporti e logistica (T&L), e di +9 punti rispetto al 2017, l’anno di esordio dell’Index. Con una crescita di oltre 9 punti dal 2018, l’area EMEA ha registrato quest’anno il maggiore incremento di “intelligenza” in tutti i paesi che ne fanno parte.
  • Crescita continua delle soluzioni IoT e di altri investimenti in piattaforme tecnologiche basate sui dati. Nel 2019, la spesa media globale delle imprese è stata di 6,4 milioni di dollari, con una crescita su base annua pari al 39%. L’86% delle imprese prevede che questo numero crescerà nei prossimi 1-2 anni, con oltre la metà degli intervistati che annuncia di voler aumentare gli investimenti del 21-50 percento. Il 77% delle imprese dell’area EMEA prevede una crescita degli investimenti nell’IoT e nella mobilità nei prossimi 1-2 anni.
  • Significativo aumento dell’utilizzo di soluzioni intelligenti. Il 46% dei partecipanti allo studio utilizza le soluzioni IoT a livello aziendale ampio, un innegabile aumento rispetto al 38% del 2018. Un altro 32% prevede di passare presto con implementazione però graduale in specifiche area geografiche. Il 45% degli intervistati dell’area EMEA sta già utilizzando l’IoT a livello aziendale, con una crescita di 6 punti percentuali su base annua. Se si includono le aziende che prevedono di passare presto a una diffusione a livello aziendale, la percentuale sale al 66%.
  • Con la sicurezza come priorità assoluta, le aziende investono più risorse per il monitoraggio continuo del sistema di dati. Il 62% delle imprese monitora costantemente la sicurezza dell’IoT per garantire l’integrità del sistema e la riservatezza dei dati. Si tratta di un aumento di 4 punti percentuali su base annua e di 13 punti percentuali rispetto al 2017 in cui solo il 49% delle aziende disponeva di un protocollo di monitoraggio costante della sicurezza mentre il 47% eseguiva un controllo periodico dei propri sistemi.  Oggi il 62% delle imprese dell’area EMEA monitora costantemente la sicurezza dell’IoT per garantire l’integrità del sistema e la riservatezza dei dati, rispetto al 48% del 2018, un aumento di 14 punti percentuali su base annua.
  • Le imprese preferiscono affidare il proprio ecosistema di soluzioni “intelligenti” a un unico partner. Quasi la metà (49%) dei partecipanti allo studio dichiara di affidarsi a un unico partner strategico per gestire l’intera soluzione “intelligente”, compresi i componenti e i servizi forniti da terzi. Il 43% degli intervistati dell’area EMEA sostiene di aver incaricato un unico partner strategico della gestione delle proprie soluzioni IoT, il che corrisponde ad un aumento di 10 punti percentuali su base annua.
  • Le PMI intervistate ottengono un punteggio più alto nell’Index rispetto alle grandi imprese (64,5 punti contro 61,5 punti). Questo punteggio più alto è dovuto al fatto che dal sondaggio emerge che le PMI intervistate hanno maggiori probabilità di avere una vision dell’IoT e che stanno implementando il piano previsto (69% contro il 62%).

  METODOLOGIA DELL’INDAGINE

Il sondaggio online è stato condotto dal 12 agosto al 18 settembre 2019 e riguardava i comparti healthcare, manufatturiero, retail, quello dei trasporti e della logistica.

In totale sono stati intervistati 950 decision-maker del settore IT provenienti da nove paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito/Gran Bretagna, Francia, Germania, Messico, Brasile, Cina, India e Giappone.

Undici sono i criteri utilizzati per capire come le aziende si avviano a diventare imprese intelligenti: visione dell’IoT, impegno aziendale, partner fornitore delle soluzioni tecnologiche, piano di adozione, piano di gestione del cambiamento, applicazione ‘point of use’, sicurezza e regolamenti, piano sul ciclo di vita, architettura/infrastruttura, piano dati e Intelligent Analysis.

 

Checkpoint Systems: una nuova tecnologia per la Cina

Checkpoint Systems implementa la nuova antennza G40 all’interno di una catena di convenience store autonomi in Cina ciascuno con uno stock di 500 prodotti e 24 h su 24.

La soluzione è stata progettata per soddisfare le esigenze del retailer e del nuovo ambiente autonomo in-store. Grazie alle sue dimensioni ridotte, con un ingombro di 13×8 cm, G40 sfrutta al massimo lo spazio espositivo degli articoli. Questa innovativa antenna è la soluzione ideale per proteggere varchi cassa di piccole dimensioni, permettendo l’agevole passaggio di un carrello.

Perfetta per i negozi non presidiati da personale, G40, basandosi sulla ormai collaudata elettronica EVOLVE di Checkpoint Systems, consente che siano effettuate operazioni di manutenzione e aggiornamenti del sistema da remoto, riducendo al minimo i tempi di fermo macchina. Inoltre la piattaforma Analytics assicura inoltre che il retailer possa monitorare l’attività EAS in tutti i propri spazi, identificando modelli e tendenze di attività insolite, identificando i negozi ad alto rischio che necessitano di ulteriore supporto.  

Prevenire le perdite

Fornire un processo di checkout self-service senza barriere di alcun tipo e mantenere al tempo stesso misure di prevenzione delle perdite efficienti, è un requisito fondamentale dei negozi autonomi per offrire una customer experience ottimale. A tale scopo, le etichette leader di mercato 410 EP e 410 HA di Checkpoint Systems sono state applicate su una varietà di prodotti diversi in-store – dalla salute e bellezza, agli alimenti, alle birre, ai vini e ai liquori, mentre la disattivazione accurata e rapida delle etichette è stata ottenuta con il sistema Counter Point Intelligence System (CPiD) del brand, che è dotato di interblocco EAS consentendo la disattivazione in un unico step.

 

 

Scarpe made in Italy: l’export vola e arriva a 9,6 mld

Le calzature made in Italy piaccio, anche fuori confine. A dirlo  i dati del Centro Studi di Confindustria Moda, secondo cui lo scorso anno le esportazioni hanno registrato un picco di 9,6 miliardi totali; ciò vuol dire che  7 paia di scarpe su 10 hanno lasciato i confini nazionali.

Ma quali sono le scarpe italiane che suscitano maggior interesse in Italia e all’estero? A queste domande ha cercato di rispondere SEMrush, piattaforma SaaS per la gestione della visibilità online, che ha analizzato milioni di ricerche online effettuate dagli utenti di tutto il mondo negli ultimi 12 mesi, in relazione alle calzature sportive, andando ad individuare quali siano le tendenze e le preferenze, in Italia e negli altri paesi.

Partiamo dal Belpaese. Al primo posto, con una media di 67.492 ricerche mensili, quasi 2.200 al giorno, troviamo le Superga. Sul secondo gradino del podio si piazza Tod’s, brand marchigiano della famiglia Della Valle, digitato in media 43.933 volte al mese. Medaglia di bronzo, infine, per La Sportiva, azienda trentina specializzata nella produzione di calzature tecniche dedicate agli sport di montagna, come il trekking o l’arrampicata, che ha registrato in media 30.425 ricerche mensili.

Di seguito la top ten italiana, nella quale, insieme a molti marchi nostrani, figurano anche brand internazionali

  1. Superga – 67492 ricerche medie ogni mese
  2. Tod’s – 43933 ricerche medie ogni mese
  3. La Sportiva – 30425 ricerche medie ogni mese
  4. Scarpa – 18075 ricerche medie ogni mese
  5. Balenciaga sneakers – 14658 ricerche medie ogni mese
  6. Nike sneakers – 12083 ricerche medie ogni mese
  7. Adidas sneakers – 7792 ricerche medie ogni mese
  8. Le Silla – 6450 ricerche medie ogni mese
  9. Baldinini – 6025 ricerche medie ogni mese
  10. Puma sneakers – 4133 ricerche medie ogni mese

Estendendo lo sguardo al resto del mondo, la classifica non appare poi così diversa. La prima cosa che si nota è che il topic sneakers interessa in modo particolare gli utenti degli Stati Uniti d’America, che in media compiono 220.810 ricerche mensili, seguiti da Italia (190.800), Regno Unito (71.550), Germania (65.820) e Francia (59.100). Sembrano poco interessati, invece, i mercati orientali, con il Giappone al quindicesimo posto (15.920), Hong Kong al venticinquesimo (7.330), Corea del Sud quarantatreesima (2.960) e Cina sessantatreesima (appena 780).

Per quanto riguarda i brand, nonostante le prime 10 posizioni della classifica dei paesi con il più alto numero di ricerche correlate alle sneakers siano occupate da paesi molto diversi tra loro, geograficamente e culturalmente, in 9 dei 10 stati al primo posto c’è lo stesso marchio, l’italianissimo Superga. Unica eccezione, gli Stati Uniti d’America, che sembrano preferire le calzature sportive della Fila, azienda sudcoreana. Anche estendendo l’analisi alle prime 20 posizioni, sono ancora le calzature Superga le più amate, posizionandosi sul gradino più alto del podio in 12 stati su 20.

Di seguito il dettaglio dei trend per i primi 20 paesi:

 

Dagli scettici ai follower agli indolenti: 6 i consumatori tipo secondo Tetra Pak

Attenzione all’ambiente e alla salute: pare siano queste le due esigenze più sentite dai consumatori. A dirlo lo studio globale realizzato da Tetra Pak in collaborazione con Ipsos. Non più sensibilità separate, ma semrpe più spesso convergenti, capaci quindi di creare importanti opportunità per i marchi del settore food & beverage.

Non è un caso, dunque, che quasi il 60% dei consumatori ritiene che la propria salute e il proprio benessere siano fortemente condizionati dai problemi ambientali.

La salute mentale è attualmente considerata altrettanto importante quanto quella fisica: il 67% dei consumatori concorda sul fatto che si tratta di uno dei principali problemi della società, e lo stress è considerato l’aspetto più preoccupante dal punto di vista personale.

Naturalmente son si tratta i un sentire univoco, esistino percezioni e sensibilità diverse tra i consumatori. A questo proposito, Tetra pak ha individuato all’interno del Tetra Pak Index 2019 sei gruppi, ciascuno dei quali ha un approccio diverso nei confronti della salute e dell’ambiente.

Ambasciatori attivi: mostrano elevato impegno nei confronti di tutti gli aspetti relativi alla salute e all’ambiente, disposti all’azione, a sfidare i limiti e a influenzare gli altri. 

  • Si rivolgono a fonti autorevoli come scienziati e accademici, nonché le ONG, per crearsi un’opinione in merito alla questione ambientale.

Amici del pianeta: disposti ad agire per l’ambiente con un importante impegno per la maggior parte degli aspetti relativi alla salute, ma meno inclini a superare i limiti.

  • Impegnati e disposti all’azione a favore dell’ambiente. Molto impegnati rispetto alla maggior parte degli aspetti riguardanti la salute, in particolare per quanto riguarda il benessere mentale.

Attenti alla salute: consapevoli e impegnati nei confronti dell’ambiente, ma dando la priorità alla salute piuttosto che al pianeta. Disposti a pagare di più e a sacrificare la convenienza per avere prodotti sani. 

  • Si informano molto sui social media e da altre fonti online.

Follower: abbastanza impegnati nei confronti della salute e delle questioni ambientali da sentirsi in colpa per entrambi gli aspetti, ma non inclini a cambiare il proprio comportamento o a sperimentare cose nuove.

  • Una nutrita schiera di persone desidera saperne di più, essere convinta e stimolata ad agire. Guarda la TV e ascolta la radio più della media.

Indolenti: nessun interesse nei confronti della totalità degli aspetti riguardanti la salute e l’ambiente. Scettici nei confronti della tecnologia e dei cambiamenti.

  • Il loro interesse si limita alle proprie cerchie personali e reali, in particolare alla famiglia e agli amici.

Scettici: Informati rispetto alle questioni ambientali, ma inclini a respingerle come “false notizie”; hanno un approccio “tradizionale” rispetto a cibo e salute.

  • Uno Scettico su cinque sostiene di non procurarsi informazioni riguardanti l’ambiente mediante alcun canale mediatico.

 

Più responsabilità

L’ambiente rappresenta la preoccupazione principale a livello globale e l’urgenza sta aumentando. I consumatori fanno quindi scelte più consapevoli in materia di imballaggi, cercano informazioni ambientali nelle etichette e acquistano prodotti ecologici anche se costano di più. Il settore alimentare e delle bevande è un catalizzatore fondamentale a questo riguardo. La principale aspirazione di cambiamento, sia per motivi di salute che per ragioni legate all’ambiente, è un maggiore consumo di prodotti alimentari e bevande a basso impatto ambientale. I consumatori si considerano ormai in larga misura i principali responsabili sia verso l’ambiente che verso la propria salute, con poche differenze tra i due aspetti (rispettivamente 71% e 74%), seguiti da governi e politici, mentre marchi e venditori al dettaglio vengono molto dopo.

Gisele Gurgel, Direttore Business Insights and Analytics Tetra Pak, afferma: “Il settore alimentare e delle bevande è forse il primo a riscontrare questa tendenza di convergenza tra l’attenzione alla salute e all’ambiente. Ciò offre ai marchi una nuova opportunità per creare un legame potente, mirato e personale con i consumatori, prestando attenzione e rivolgendo il messaggio a entrambi gli aspetti nello stesso tempo.

Molti consumatori sono interessati a leggere e a informarsi sull’ambiente, inclusi i temi relativi agli imballaggi (39%), soprattutto mediante i social media. In particolare, il punto chiave è rappresentato dai prodotti naturali/bio senza additivi e anche la stagionalità gioca un ruolo importante in questo senso. In termini di categorie, i succhi 100% frutta, il latte, l’acqua confezionata, il latte di cocco e le bevande a base di piante sono i prodotti più interessanti”.

Lena Gilchrist, Client Director, Ipsos, dice:Questo progetto di ricerca è stato unico per il modo in cui ha combinato salute e ambiente, e per il modo in cui abbiamo suddiviso i consumatori in base ai vari livelli di convergenza tra le due aree. I sei gruppi hanno motivazioni e limiti differenti e si affidano a fonti di informazione diverse. Ne consegue che è necessario un approccio mirato per comunicare con ciascun gruppo. Mentre alcuni cercano informazioni autorevoli provenienti da fonti scientifiche, altri si affidano ai pareri degli amici e ai social media”.

Da Simply a Conad: cambia l’insegna si mantengono gli impegni occupazionali

Subentra il modello Conad, sulla base degli accordi sottoscritti per l’acquisizione delle attività di Auchan Retail Italia. A cambiare insegna e contenuti  sono in questa fase i supermercati Simply a Pontevico e Bovezzo, in provincia di Brescia. Pochi giorni di chiusura – al fine di ridurre al minimo il disagio per i clienti – sono stati sufficienti per sistemarli in base al modello di supermercato tipico di Conad. Cambia l’offerta di prodotto: grande attenzione, infatti è stata posta all’offerta di prodotti freschissimi e alla valorizzazione dei prodotti del territorio bresciano, a conferma della sensibilità che Conad nutre per la valorizzazione dei prodotti a km 0 e con un significativo cambio di indirizzo rispetto alla precedente gestione.

Fin da subito si è provveduto al restyling e alla sostituzione di quelle strutture interne che risultano obsolete e non in sintonia con la politica commerciale di Conad.

Mantenuti gli impegni occupazionali nella nuova gestione, tanto che gli addetti dei Simply hanno collaborato alla riorganizzazione completa del punto di vendita al fine di poterlo riaprire nei tempi prefissati.

«Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per permettere la riapertura dei supermercati in tempi brevissimi», sottolinea l’amministratore delegato di Conad Centro Nord Ivano Ferrarini. «Con la ristrutturazione di questi due punti di vendita – i primi Auchan associati alla nostra cooperativa – e il rafforzamento del reparto freschissimi saremo in grado di soddisfare ancora meglio le esigenze dei clienti, garantendo un servizio più efficiente e moderno all’insegna della qualità e della convenienza. Abbiamo qualificato ulteriormente il punto di vendita con i migliori prodotti del nostro meraviglioso territorio e con un’offerta complessiva che punta a soddisfare i clienti ma anche a interessarne di nuovi».

Ai pdv di Pontevico e Bovezzo si aggiungono altri due negozi a Latina e a Roma.

 

Atlante porta un po’ di Italia all’interno di Migros

Atlante, partner strategico delle principali catene italiane ed estere della GDO, lancia in partnership con Migros il progetto “Little Italy”. L’obiettivo? Creare all’interno dei punti vendita dell’insegna svizzera un corner unicamente dedicato alle eccellenze alimentari italiane.
Il progetto prevede l’allestimento di un settore di prodotti gastronomici esclusivamente made in Italy esportati da Atlante e sarà inserito, in fase di lancio, in 87 punti vendita Migros per poi estenderlo anche agli altri stores.
La partnership tra Atlante e Migros che risale al 2011, vede nel lancio del progetto Little Italy una nuova fase, dove Atlante si è occupata di selezionare produttori italiani puntando a valorizzare la qualità e la tradizione regionale dei loro prodotti più tipici e accertandosi che rispondessero agli standard qualitativi e logistici richiesti dal partner svizzero.

La sezione Little Italy

Qui i consumatori elvetici troveranno un’offerta composta da 45 referenze divise tra 12 produttori in rappresentanza delle specialità gastronomiche del nord, centro e sud Italia.
Il nuovo corner ospita l’olio extra-vergine di oliva dalla Puglia e dall’Umbria, l’aceto balsamico di Modena, i diversi tipi pasta all’uovo artigianale aromatizzata al tartufo o al nero di seppia dalle Marche o quella di Kamut prodotta in Lombardia. Tipicamente italiani anche il riso del Piemonte disponibile in diversi formati già pronti come con gli asparagi o il tartufo e la polenta accompagnata dai funghi porcini. Un’ulteriore categoria è quella dei condimenti, che vede protagonisti una selezione di pesti, come l’innovativo pesto alla canapa e le conserve di pomodoro abbinate a diversi ingredienti, mentre per gli antipasti si può scegliere tra crema di parmigiano reggiano e tartufi, olive sott’olio, salse per le bruschette, pomodori secchi o peperoncini sott’olio dalla Calabria.

Natasha Linhart, CEO di Atlante, ha commentato: “Siamo davvero entusiasti di lanciare questo nuovo progetto a cui lavoriamo dal 2018 insieme a Migros. Little Italy esprime al meglio la natura delle nostre partnership, infatti Atlante è in grado di creare soluzioni win-win per i produttori italiani e i partner, grazie alla profonda conoscenza dell’incredibile panorama enogastronomico italiano, sviluppata negli ultimi 20 anni, che uniamo alle esigenze dei nostri partner della GDO estera. Far conoscere la qualità e la varietà dei prodotti italiani all’estero è un obiettivo che ci poniamo costantemente e puntiamo ad esportare il format di Little Italy anche in altri mercati”.

Cirfood: a Roma una nuova formula di ristorazione aziendale

CIRFOOD inaugura a Roma, una nuova soluzione per la ristorazione aziendale all’interno del Business Park di proprietà del Fondo Laurus gestito da DeA Capital Real Estate SGR.  La struttura, polo delle telecomunicazioni della città, vede la presenza di importanti aziende quali Huawei e Open Fiber.

Il ristorante aziendale ristrutturato da CIRFOOD presenta soluzioni innovative, sia in termini di layout che di offerta food.

Il ristorante, con oltre 200 posti a sedere, è un free flow caratterizzato da diversi corner tematici, che consentono ad ogni dipendente un’ampia scelta: le specialità della tradizione italiana, la postazione grill, la pizzeria, un’area wellness dove trovare piatti sani e leggeri, la caffetteria. Completa l’alta varietà di piatti a disposizione dei dipendenti un’area interamente dedicata a piatti asiatici.

Quest’ultimo corner è stato appositamente ideato da CIRFOOD per Huawei, rispondendo ad una specifica richiesta del cliente.

“CIRFOOD è partner delle imprese più attente al benessere dei propri dipendenti, che vedono nel ristorante aziendale uno strumento di welfare in grado di favorire un corretto stile di vita. Grazie all’ esperienza di oltre 40 anni al fianco delle principali realtà nel nostro paese, siamo in grado di fornire ai clienti soluzioni altamente personalizzate, in grado di interpretare al meglio le singole culture aziendali e fornire un servizio di qualità e innovativo” sottolinea Marcello Leonardi, National Key Account Director Ristorazione Aziendale.

 

Dazi USA: i prodotti europei più colpiti. La stima di Nomisma

Dopo il pronunciamento da parte del WTO, le economie eropee hanno lanciato il loro allarme: il verdetto dell’organizzazione mondiale per il commercio, infatti, autorizza gli USA ad applicare dazi sulle importazioni EU, pari a circa 7,5 miliardi.

Ma in che misura sono coinvolti i paesi europei?

Per rispondere alla domanda, Nomisma Agroalimentare attraverso la ricostruzione dei valori di import al 2018 di tutti i singoli prodotti agroalimentari elencati (113) nella lista emanata dall’amministrazione americana (USTR) suddivisi tra Paesi interessati, ha individuato per i principali paesi Ue i settori che potrebbero essere maggiormente colpiti da questa nuova imposizione tariffaria.

Naturalmente fino al 18 ottobre, c’è sempre la speranza che la diplomazia intervenga prima che i dazi vengano confermati.

Partiamo dall’Italia: su un totale di import agroalimentare negli USA di origine italiana che nel 2018 è stato di 5,48 miliardi di dollari, l’ammontare che viene interessato dai nuovi dazi è di circa 482 milioni di dollari, vale a dire il 9%.

Il problema è che la gran parte di tale montante (quasi il 50%) riguarda i formaggi – in particolare Dop, come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano. Vino, olio d’oliva e pasta non sono stati inseriti nella “black list” mentre il secondo prodotto più colpito sono i liquori, per i quali il dazio del 25% andrebbe ad interessare un valore di quasi 167 milioni di dollari.

I dazi Usa sui nostri formaggi Dop potrebbero avere impatti molto significativi su tutta la filiera lattiero-casearia collegata, alla luce dei forti legami che queste produzioni certificate hanno con il sistema degli allevamenti, sia a livello nazionale che territoriale: basti pensare al Pecorino Romano, prodotto per oltre il 90% in Sardegna che sostanzialmente dipende dal mercato degli Stati Uniti dove esporta oltre il 60% della propria produzione o al Grana Padano e al Parmigiano Reggiano che congiuntamente valorizzano il 40% di tutto il latte vaccino prodotto in Italia” evidenzia Denis Pantini, Direttore dell’Area Agroalimentare di Nomisma.

Nel caso della Francia, il dazio andrebbe a colpire principalmente il settore dei vini fermi su un valore di 1,3 miliardi di dollari (vale a dire il 20% dell’import agroalimentare di origine francese). In questo caso, Trump ha risparmiato sia lo Champagne che i formaggi transalpini mentre ha “bastonato”, al di fuori dell’agroalimentare, le esportazioni dei grandi aerei commerciali (10% di dazio su 3,5 miliardi di dollari di import), “casus belli” della disputa in corso tra le due sponde dell’Atlantico.

Per la Spagna, il valore dei propri prodotti inseriti nella lista incide per ben il 35% sul totale delle importazioni agroalimentari spagnole negli USA, con olio d’oliva e vino più penalizzati.

In merito al Regno Unito, la quasi totalità dei propri prodotti esportati negli Usa soggetti a nuovi dazi attiene agli spirits e, in particolare al whisky anche se nella lista viene specificato che l’import di questo prodotto sarà “tassato” solo in quota parte e non su tutto l’ammontare. Va comunque segnalato che, nel 2018, l’import americano di Scotch Whisky è stato di ben 1,6 miliardi di dollari che, unito agli altri prodotti di origine britannica inseriti nella lista, conducono ad una potenziale incidenza delle esportazioni soggette a nuovi dazi di oltre il 60% sul totale degli scambi agroalimentari.

Notizie più consolanti, infine, per la Germaniaper cui il valore dell’import soggetto a dazio è il più basso dei cinque top exporter considerati: v24 milioni di dollari, cioè il 19% del totale degli scambi agroalimentari verso gli Usa. Anche in questo caso, gli spirits rappresentano i prodotti più colpiti.

 

 

Pam apre il nuovo Superstore Zanardi, garantendo 85 nuovi posti di lavoro

Pam Panorama ha inaugurato a Bologna il nuovo Superstore Zanardi. Il nuovo punto situato nel cuore del quartiere Navile del capoluogo Emiliano è a pochi passi dalla stazione Centrale di Bologna, non lontano dall’Ospedale Maggiore e dal PalaDozza.

A regime il nuovo punto vendita garantirà 85 nuovi posti di lavoro e sarà il 18° nella città di Bologna. Con l’inaugurazione del Superstore Zanardi, inoltre Pam Panorama apre le porte ai piccoli produttori e marchi locali valorizzando la filiera italiana e il km 0, affiancandoli al classico assortimento di marca. Il tutto senza tralasciare la convenienza.

L’offerta del nuovo negozio sarà inoltre centrata sulla qualità e provenienza dei prodotti con un occhio di riguardo al comparto dei freschissimi. Fiore all’occhiello dell’offerta il settore ittico con una flotta di pescherecci che pesca in esclusiva per Pam nell’alto Adriatico.

 Attivi nel nuovo negozio diversi servizi: dai più moderni sistemi di pagamento elettronici come Apple Pay e Satispay al servizio di consegna a domicilio.

“Questa inaugurazione rappresenta un importante appuntamento nel piano di sviluppo che il nostro Gruppo ha sul territorio nazionale e in una regione strategica come l’Emilia Romagna dove siamo presenti con 25 punti vendita tra le insegne Pam, Panorama e Pam local – afferma Gianpietro Corbari, Amministratore Delegato di Pam Panorama – Con l’apertura del Superstore Zanardi Pam Panorama apre le porte ai piccoli produttori e marchi locali valorizzando la filiera italiana e il km 0, affiancandoli al classico assortimento di marca con un occhio di riguardo alla convenienza per il Cliente”.

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