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L’insegna danese Normal approda in Italia: a marzo due negozi a Roma

Comincerà da Roma l’avventura italiana di Normal, catena danese di negozi al dettaglio focalizzata su cura persona e cura casa. Fondata nel 2013 nella città di Silkeborg, l’azienda gestisce oggi oltre 850 store in otto Paesi europei (Danimarca, Norvegia, Svezia, Paesi Bassi, Francia, Finlandia, Portogallo e Spagna) con un totale di circa 13.700 dipendenti. Per rafforzare la sua presenza nell’area del Sud Europa, Normal ha raggiunto un accordo con Klépierre Italia per aprire a metà marzo i primi due punti vendita italiani nei grandi centri commerciali RomaEst e Porta di Roma, che avranno una superficie totale di oltre 700 mq. “Dopo il successo degli ultimi anni in Portogallo e Spagna, non vediamo l’ora di esportare il nostro concept in Italia e di far crescere ulteriormente le nostre attività nel Sud Europa – dichiara Jesper Due, Amministratore Delegato di Normal –. Anche nei nostri due negozi di Roma, si avrà sempre la certezza di trovare prodotti a prezzi stabili e convenienti e di fare un’esperienza di shopping fantastica”.

L’assortimento di Normal propone prodotti per la cura personale e l’igiene, make-up, articoli per la pulizia della casa, oltre a numerosi snack e bevande e viene costantemente rinnovato, con oltre 100 nuove referenze a settimana. La struttura dei negozi, definita labirintica dall’azienda, è pensata per invitare i clienti a vivere una sorta di caccia al tesoro tra i tanti articoli di marchi conosciuti e meno noti. Il format commerciale di Normal non prevede sconti, saldi o offerte speciali, ma è basato su prezzi fissi e accessibili su tutti i prodotti. “Il nostro obiettivo è di offrire ai clienti un’esperienza unica ogni volta che visitano uno dei nostri negozi – sottolinea Due –. Per questo motivo, in aggiunta all’assortimento permanente, continuiamo ad inserire nuovi prodotti ed articoli, in modo da rendere sempre interessante e divertente per tutti esplorare i nostri punti vendita”.

Distretti agroalimentari, l’export tricolore passa di qui

Prosegue la crescita sui mercati esteri dei distretti agroalimentari italiani con un risultato complessivo delle esportazioni dei primi nove mesi del 2024 che supera i 21 miliardi di euro, con un progresso del 7,7% a prezzi correnti rispetto al periodo gennaio-settembre del 2023. È quanto emerge dal Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 30 settembre 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo che attesta un’evoluzione in linea con il totale agroalimentare italiano (+8,2%), di cui i distretti rappresentano il 42,5% in termini di valori esportati. Nello studio si evidenzia come la filiera dei distretti vitivinicoli accelera nel periodo gennaio-settembre andando a sfiorare i 5 miliardi (+4,4%). Il distretto principale, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, va in negativo nei primi nove mesi del 2024 (-1,6%). Molto positiva la dinamica del distretto dei Vini del Veronese (+9,6% nei primi nove mesi); balzo in avanti per i Vini dei colli fiorentini e senesi (+11%) e per il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+8%).

BENE PASTA E DOLCI
Anche la filiera della pasta e dolci continua il suo percorso di crescita sui mercati internazionali: nei primi nove mesi del 2024 realizza 3,6 miliardi di export (+7,6% rispetto allo stesso periodo del 2023). Tra i distretti della filiera, il contributo maggiore viene dal distretto dei Dolci di Alba e Cuneo, che realizza quasi 1,5 miliardi di export nei nove mesi (+18,6%). Bene anche i Dolci e pasta veronesi (+13%). Arretra il comparto pasta e dolci dell’Alimentare di Parma: nei primi nove mesi del 2024 il gap accumulato è di circa 25 milioni (-2,7%), ma grazie al contributo del comparto conserve, resta nel complesso in territorio positivo (+1,9%).

LE MELE TRAINANO L’ORTOFRUTTA
Accelera anche la filiera dei distretti agricoli realizzando nei nove mesi oltre 2,9 miliardi di export (+5,4% rispetto allo stesso periodo del 2023). Il maggior contributo viene dal distretto delle Mele dell’Alto Adige con un incremento del 20% nel periodo gennaio-settembre 2024. In forte recupero l’Ortofrutta romagnola a quota 546 milioni di euro nei primi nove mesi, l’11,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Continua il calo sui mercati esteri per la Nocciola e frutta piemontese (-16% nei primi nove mesi).

CONSERVE IN TERRITORIO POSITIVO
Anche la filiera delle conserve contribuisce positivamente alla dinamica dell’export dei distretti agro-alimentari con un +5% nei primi nove mesi, ossia un incremento di 112 milioni. Molto positivo il comparto conserve dell’Alimentare di Parma: +15,3% nel periodo gennaio-settembre 2024 (tale da compensare l’andamento negativo del comparto pasta e dolci del distretto). Il distretto delle Conserve di Nocera chiude positivo nel bilancio gennaio-settembre 2024 (+2% tendenziale).

LE PERFORMANCE DI CARNI E FORMAGGI
Lieve progresso nei nove mesi per la filiera delle carni e salumi (+3,1%) corrispondenti a 59 milioni in più. Si distinguono le Carni di Verona, che realizzano 23 milioni di incremento sui mercati esteri (+4,6%). Crescono anche i Salumi dell’Alto Adige (+15,1%, circa 10 milioni in più), e i Salumi di Parma (+5,2%, in incremento di circa 20 milioni).
La filiera del lattiero-caseario nel complesso avanza del 5,2% nei primi nove mesi del 2024 (95 milioni di euro in più), quasi interamente realizzati dal Lattiero-caseario parmense (+38,3%). In progresso anche il Lattiero-caseario di Reggio Emilia (+16,7%), mentre calano leggermente il Lattiero-caseario sardo (-2%), la Mozzarella di bufala campana (-1%) e il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (-2,2%)

CRESCITA NEL CAFFÈ
Avanza la filiera del caffè (+9,5% tendenziale nei primi nove mesi del 2024), con ottimi andamenti per tutti e tre i distretti che la compongono. Il Caffè, confetterie e cioccolato torinese realizza 718 milioni di vendite all’estero (+7,7%). Positivi anche il Caffè di Trieste (+15,4%) e il Caffè e confetterie del napoletano (+9,7%).

FORTE INCREMENTO PER L’OLIO
La filiera dell’olio è quella che contribuisce maggiormente alla crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari: nei primi nove mesi del 2024 vengono realizzati 522 milioni di export in più (+52,4%) a prezzi correnti. Il distretto dell’Olio toscano realizza 389 milioni in più (+56%). Positivo anche l’andamento dell’Olio umbro (+33%) e del comparto oleario dell’Olio e pasta del barese (+60%).
La filiera del riso chiude sostanzialmente invariata (-0,3% nei primi nove mesi del 2024). I due distretti che la compongono hanno un andamento similare: Riso di Pavia -0,4%, Riso di Vercelli -0,2%. Bene, infine, il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano: +11,6% nei primi nove mesi del 2024.

I PARTNER COMMERCIALI
La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari nei primi nove mesi del 2024 (+6,9% tendenziale); incrementi a doppia cifra anche verso gli Stati Uniti (+17%), bene anche i flussi destinati alla Francia (+5,4%), stabile il Regno Unito (+0,7%). Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agroalimentari, crescono del 6,8% nel terzo trimestre (+8,7% nei nove mesi) contro un +9,8% delle economie avanzate (+7,5% nel periodo gennaio-settembre 2024). Tra queste vanno segnalate Polonia (+11,9% nei nove mesi), Romania (+14,5%), Brasile (+14,4%) e Russia (+10,2%), bene anche la Cina (+7%) grazie allo sprint del terzo trimestre (+15,6%).

IL RUOLO DI INTESA SANPAOLO
La filiera agroalimentare italiana si rafforza ulteriormente nei mercati esteri – dichiara Massimiliano Cattozzi, Responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo – ricevendo crescente apprezzamento della propria qualità, biodiversità e tradizione. Fattori che la nostra banca contribuisce a consolidare come strategici grazie a strumenti e consulenza offerti a vantaggio della competitività, dell’eccellenza produttiva e dell’innovazione sostenibile delle aziende del comparto. Lo testimoniano le quasi 7.000 imprese che abbiamo accompagnato nell’accesso ai bandi PNRR, contribuendo al successo del Made in Italy alimentare”.
Intesa Sanpaolo, nell’ambito della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, accompagna la filiera agroalimentare verso un modello di sviluppo capace di connettere natura, cultura ed economia tramite la Direzione Agribusiness, rete nazionale con 250 punti operativi in Italia, di cui 94 filiali specializzate, a servizio di oltre 80 mila clienti. Attraverso il Programma Sviluppo Filiere, Intesa Sanpaolo supporta 172 filiere agroalimentari, di cui 30 sostenibili, coinvolgendo oltre 8.800 fornitori e quasi 22.000 dipendenti per un giro d’affari di circa 23 miliardi di euro.

Unes racconta il suo rebranding con uno spot

“Unes: sempre vicini, anche nelle giornate no”: è questo il messaggio chiave della campagna che segna il ritorno in comunicazione della catena del gruppo Finiper. Uno storytelling dal tono ironico, firmato dall’agenzia BBDO, per uno spot ambientato in un punto vendita Unes luminoso e accogliente, che vede clienti alle prese con difficoltà quotidiane: una giornata stressante in ufficio, un imprevisto dell’ultimo minuto, una serie di piccole sfortune che si accumulano. In questi momenti, Unes si fa trovare pronto: l’idea creativa trasforma infatti la tipica voce dell’interfono del supermercato in una voce “amica” che si rivolge direttamente ai clienti in corsia.
La pianificazione multicanale, gestita internamente dal team dedicato Unes, mira a raggiungere un pubblico ampio, con una particolare attenzione ai Millenial e alle giovani famiglie, target strategico di questa comunicazione. Il media mix spazia dalla Connected TV sulle principali emittenti (Rai, Mediaset, Sky, Discovery, Network NET UNO), al Programmatic Advertising, oltre a una declinazione digital che comprende Meta, YouTube e Tik Tok, con formati video studiati per massimizzare l’engagement sulle diverse piattaforme. Completano il piano le principali emittenti radiofoniche tradizionali e le piattaforme di streaming digitale, oltre che le declinazioni nei punti vendita Unes.
Questa campagna rappresenta un passo importante nel percorso di rebranding che Unes ha intrapreso ormai più di un anno fa – commenta Gianluca Grassi, Direttore Comunicazione Gruppo Finiper Canova –. Stiamo facendo evolvere il nostro modo di comunicare, mantenendo saldi i valori di vicinanza, convenienza e qualità che da sempre ci contraddistinguono. Abbiamo colto l’opportunità per farlo in modo insolito per la grande distribuzione, rappresentando scene realistiche nelle quali i nostri clienti si possano sentire veramente rappresentati. Il ruolo di Unes è quello di provare a stare accanto alle persone in modo autentico, con semplicità e ironia, consapevole che purtroppo un supermercato non ha la bacchetta magica per risolvere le piccole preoccupazioni o i grattacapi che i clienti devono affrontare quotidianamente. Ma con empatia, ascolto e comprensione, può offrire un piccolo aiuto per affrontare meglio i momenti complicati che, come ci suggerisce il finale con un pizzico di ironia, possono capitare davvero a chiunque”.
La grande distribuzione vive un periodo di fermento dal punto di vista comunicativo. In un panorama che rimane comunque molto uniforme, pensavamo che Unes meritasse una voce distintiva – dichiarano Serena Di Bruno e Daniele Dionisi, Executive Creative Director di BBDO Italy –. Tra i supermercati, per tradizione e vocazione, Unes è quello più vicino all’approccio del negozio di prossimità, di quartiere. Posizionamento sottolineato dal claim Vicini di spesa. Per questo abbiamo voluto raccontare Unes come una di quelle certezze che fanno da contraltare ai piccoli disordini della vita. Perché è così che le nostre esistenze vanno ogni giorno: ci sono le riunioni infinite, i problemi di cuore, le babysitter che ti danno buca, per questo è bello, quando poi vai al supermercato, trovare in un attimo il tuo comfort food preferito, o percepire quella cura e quell’attenzione che ti fanno dimenticare il caos quotidiano”.

dm, l’89esimo punto vendita italiano sarà a Lentate sul Seveso

Aprirà il prossimo 22 febbraio il secondo punto vendita di dm in provincia di Monza e Brianza. Situato a Lentate sul Seveso, in via Nazionale dei Giovi, ang. via M. Farneti, una nuova via inaugurata di recente vicino al centro commerciale Bennet, il negozio è l’89esimo in Italia e coprirà una superficie di vendita di 440 mq su un unico livello. Il layout dello store mira a far percepire immediatamente ai visitatori l’identità dell’insegna. La transizione del gradiente di colore, tipica del marchio, sarà visibile su tutta la facciata, mentre all’interno l’ambiente è suddiviso in quelli che dm definisce “quartieri”, uno per ciascuna categoria di prodotto, con un’organizzazione degli spazi e l’uso di scaffali più bassi finalizzati a facilitare il percorso dei clienti, migliorando così l’esperienza di acquisto. Il team del negozio – aperto da lunedì a domenica, dalle ore 9:30 alle 20 – sarà composto da 8 dipendenti, portando così a 248 il totale dei collaboratori dm in Lombardia.
Oltre ai servizi che accomunano tutti i punti vendita dm, a Lentate sul Seveso i clienti troveranno anche l’area dedicata al servizio di stampa fotografica direttamente da smartphone. In occasione dell’apertura, verranno proposte promozioni speciali valide dal 22 al 26 febbraio, a cominciare da uno sconto del 15% sull’intero assortimento, offerte incluse. Inoltre, fino ad esaurimento scorte, i clienti riceveranno in omaggio una eco-shopper dm a fronte di qualsiasi acquisto, 2 prodotti make-up omaggio Catrice Cosmetics ed Essence a fronte di una spesa minima di 15 euro e un ombrello dm con una spesa minima di 50 euro.
L’assortimento della catena è focalizzato su cura della persona e della casa, ma comprende anche food bio, prodotti per l’infanzia e per gli animali, per un totale di oltre 15.000 referenze e più di 600 marche, di cui 28 brand sviluppati in-house (come Balea, dmBio, alverde, babylove, Mivolis). Attraverso lo shop online (dm-drogeriemarkt.it) e l’app “la mia dm”, l’insegna propone in tutta Italia, isole comprese, un assortimento di oltre 12.000 prodotti (tra brand commerciali e marchi propri), che l’utente può decidere di ricevere direttamente a casa propria, in un fermo point BRT, in uno store dm o ancora di ritirarli nel proprio negozio dm preferito dopo sole due ore dall’ordine, optando per il ritiro express. Da quasi un anno, nell’app è stata lanciata una carta fedeltà digitale, che premia la fidelizzazione all’insegna con scontistiche, buoni digitali e promozioni esclusive. Il gruppo dm drogerie markt, fondato in Germania nel 1973, ha un fatturato (settembre 2024) di oltre 17,7 miliardi ed è presente in 14 Paesi europei, tra cui l’Italia dal 2017, con oltre 4.000 punti vendita totali e quasi 90 mila collaboratori.

Gruppo Ferrero avanti tutta: il fatturato sale dell’8,4% e arriva a 18,4 miliardi di euro

La volatilità delle materie prime non frena il Gruppo Ferrero, che archivia l’esercizio 2023/2024, chiusosi lo scorso 31 agosto, con un fatturato consolidato di 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. Risultati – precisa l’azienda – ottenuti proseguendo la strategia di crescita guidata dal Presidente Esecutivo, Giovanni Ferrero, ed eseguita dal Ceo Lapo Civiletti. In termini di ampliamento dell’attività, l’esercizio ha visto il lancio di Nutella Ice Cream, il primo gelato confezionato a marchio Nutella presentato proprio nell’anno in cui Nutella compie 60 anni e che ha guidato la crescita della categoria dei gelati; l’ulteriore espansione nella categoria dei biscotti, con il lancio di Kinderini in mercati chiave; il successo del lancio dei marchi Eat Natural e Fulfil in ulteriori mercati europei, a riprova – sottolinea l’azienda – della capacità di soddisfare le mutevoli tendenze dei consumatori e la crescita della categoria better- for-you. La presenza globale del gruppo si traduce in 37 stabilimenti produttivi e una forza lavoro globale che ha raggiunto 47.517 dipendenti.
Siamo lieti di poter raccontare un altro anno di crescita – afferma Daniel Martinez Carretero, Chief Financial Officer del Gruppo Ferrero – nonostante le continue turbolenze che l’industria sta affrontando. Anche se il contesto economico rimane complesso, i nostri marchi e prodotti continuano a ottenere ottimi risultati. Ciò testimonia il modo in cui continuiamo ad innovare per soddisfare le mutevoli esigenze dei nostri consumatori. Per stimolare questa innovazione e aumentare le nostre capacità produttive, quest’anno finanziario ha visto un aumento degli investimenti in conto capitale del 18% rispetto al periodo precedente”.
In termini assoluti, si tratta di ben 958 milioni di euro di risorse, utilizzate per supportare l’espansione geografica e del portafoglio, oltre all’aumento della capacità produttiva. Tra le principali novità, Ferrero indica l’apertura del suo primo impianto di lavorazione del cioccolato negli Stati Uniti: uno stabilimento di circa 70.000 piedi quadrati a Bloomington, Illinois, che produce cioccolato per i marchi leader del gruppo nel Nord America, tra cui Kinder, Ferrero Rocher, Butterfinger e Crunch, e ospita un nuovo impianto di produzione di Kinder Bueno. Altre iniziative rilevanti sono l’ammodernamento dell’impianto produttivo di Stadtallendorf, in Germania, e il potenziamento della capacità di approvvigionamento e lavorazione delle nocciole in Cile.

Lavorare nel retail: al via la prima Open Week di Noi Distribuzione

Le figure professionali più richieste dalle imprese del retail moderno? Quelle legate ai servizi operativi. In particolare, nel 29% dei casi la ricerca riguarda addetti alle vendite, mentre per il 12% gli specialisti nel settore alimentare e, a seguire, gli addetti alle vendite per i comparti del “fai da te” e arredamento (7%), i capireparto (6%), gli addetti al magazzino (5,9%) e gli addetti alle vendite nel segmento fashion (5,7%). Cresce inoltre la richiesta di nuovi ruoli professionali legati all’utilizzo di nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale. Queste sono le principali evidenze di una recente analisi condotta da Federdistribuzione, che riunisce e rappresenta in Italia le aziende della distribuzione moderna alimentare e non alimentare. Per facilitare l’incontro tra i giovani interessati a lavorare nel mondo del retail e le imprese del settore, è in programma dal 17 al 21 febbraio 2025 la prima “Open Week” di Noi Distribuzione. Durante questa settimana, in diverse città si svolgeranno incontri, testimonianze, career day e recruiting day, pensati per chi desidera conoscere le opportunità di lavoro nel settore, con un calendario consultabile sul sito NoiDistribuzione.it. La Open Week offre un’opportunità importante per i giovani di entrare in contatto con aziende che quotidianamente forniscono un servizio essenziale a milioni di persone, esplorando le possibilità di inserimento e crescita professionale. L’iniziativa è organizzata da Noi Distribuzione, un progetto supportato dalle imprese associate a Federdistribuzione.
Secondo una ricerca a cura di Federdistribuzione e PwC Italia, il settore distributivo impiega oltre 440 mila lavoratori, con una forte stabilità lavorativa: i contratti a tempo indeterminato rappresentano l’86,5% del totale, un dato di 3 punti percentuali sopra la media nazionale, così come il tasso di occupazione femminile che nel settore è pari a 61,1%, sopra la media italiana del 42%. Se si guarda all’occupazione giovanile femminile, la percentuale di donne occupate sotto i 30 anni è pari al 19%, contro la media nazionale del 12%. Nonostante la quota di over 50 sia salita al 28%, in linea con l’andamento demografico del Paese, circa il 18% degli occupati del settore ha meno di 30 anni, mentre il 54% dei lavoratori ha tra i 30 e i 50 anni. La distribuzione moderna ha registrato un incremento di occupati del +3,9% tra il 2018 e il 2023.
La prima Open Week di Noi Distribuzione è un’occasione importante per studenti e giovani che si affacciano al mondo del lavoro – dichiara Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione – affinché possano conoscere più da vicino le imprese del retail moderno. Realtà che offrono molteplici opportunità di inserimento lavorativo dove l’esperienza concreta nei punti vendita è il passaggio fondamentale per apprendere le dinamiche che caratterizzano il nostro lavoro, attento ai clienti e al servizio che offriamo, per poi accedere a diversi ruoli e crescere professionalmente nel tempo. Il nostro è un settore dinamico ed essenziale per il Paese, che ha dimostrato non solo di aver mantenuto una tenuta occupazionale rilevante anche negli anni complessi della pandemia, ma che continua a crescere, a investire nei territori e nella tecnologia, per vincere le sfide di un mercato in continua evoluzione”.

Casalasco acquisisce da Star i marchi Pummarò, Polpabella e Sugo Lampo

Nuova acquisizione per Gruppo Casalasco. È stato chiuso l’accordo per il trasferimento del ramo d’azienda relativo ai marchi Pummarò, Polpabella e Sugo Lampo da Star Alimentare (parte del Gruppo GB Foods) a Casalasco Società Agricola. I brand, lanciati negli anni ’70 da Star nelle conserve di pomodoro, arricchiranno l’offerta del Gruppo Casalasco sul territorio nazionale ed estero aggiungendosi ai marchi già di proprietà.

Questa nuova operazione – dichiara Costantino Vaia, Amministratore Delegato di Casalasco (a sinistra nella foto, accanto a Ignasi Ricou Fustagueras, Ceo GB Foods) – arriva a poche settimane dalla chiusura dell’accordo con Unilever per la gamma di sughi Knorr Tomato al Gusto e rientra in una precisa strategia di crescita a livello nazionale ed internazionale. Brand come Pummarò, Pomì e De Rica sono sinonimo di tradizione, qualità ed eccellenza Made in Italy, tutti valori che contraddistinguono la nostra filiera”.
Il Gruppo Casalasco, già produttore in qualità di co-packer di Star da oltre 15 anni, rappresenta la più grande filiera integrata del pomodoro da industria in Italia, al settimo posto a livello mondiale, ed aggrega 800 aziende agricole italiane operanti nella coltivazione e raccolta di pomodoro fresco, poi lavorato sulle 70 linee di produzione dei 5 stabilimenti dislocati nelle province di Cremona, Parma e Piacenza. Nel 2023 l’azienda ha fatturato oltre 630 milioni di euro. Secondo quanto riferito, l’accordo consentirà a Star di concentrarsi sulle categorie più core del proprio portafoglio, mentre per il Gruppo Casalasco rappresenta un’opportunità per un’ulteriore fase di crescita nel segmento del pomodoro.

Tonitto 1939 cresce a doppia cifra e guarda alla Cina

Incremento del fatturato a doppia cifra per Tonitto 1939, azienda ligure attiva nel settore del sorbetto, dei gelati senza zuccheri aggiunti e dei gelati “speciali” come High Protein e Vegan. Il 2024 si è chiuso a quota 16,2 milioni di euro, con una crescita del 13% rispetto al 2023, confermando il trend positivo degli ultimi cinque anni. In particolare, nel mercato italiano (che rappresenta il 60% del fatturato) si è registrato un balzo di circa 1,3 milioni di euro, mentre l’estero (che copre il restante 40%) ha visto un incremento di 700.000 euro. Tonitto 1939 ha recentemente presentato il piano strategico 2025-2028, dal quale, nonostante le difficoltà legate al contenimento dei costi e alle incognite derivanti dalle diverse situazioni internazionali, emerge la volontà di perseguire una crescita di altri 10 milioni di euro entro il 2028.

Siamo soddisfatti e orgogliosi dei risultati ottenuti, frutto del lavoro collettivo di tutta l’azienda – afferma Alberto Piscioneri, General Manager di Tonitto 1939 –. Per una realtà piccola come la nostra, crescere velocemente è un percorso sicuramente entusiasmante, ma anche difficile e dispendioso. Inoltre, con la trasformazione in corso, mantenere gli equilibri economici è sempre complicato. Per noi è fondamentale restare in contatto con tutti i nostri partner, sforzi congiunti necessari per ottenere risultati duraturi nel tempo”. Tonitto 1939 annuncia investimenti e progetti di qui a tutto il 2026 per avviare la trasformazione del sito produttivo di Genova. Alcune aree di intervento saranno già attivate quest’anno, con impatti significativi sulle linee di produzione previsti per il 2026 e 2027, che permetteranno un ulteriore salto di qualità.

Sul fronte dell’export, area di forte interesse per l’azienda di Campi (Genova), il 2024 è stato un anno di grandi cambiamenti, con 14 nuovi clienti. In particolare, Tonitto 1939 – attualmente presente in oltre 30 Paesi del mondo – ha fatto il suo ingresso in America Latina, ovvero in Perù, e in Vietnam, Taiwan, Marocco, Grecia, UAE, Macedonia del Nord, Oman, Croazia, Belgio, Lussemburgo, Lituania, Qatar e Bulgaria. Per il 2025 l’obiettivo è consolidarsi nei Paesi del Nord Europa già nel portafoglio clienti, a cui si aggiungerà la Finlandia nei primi mesi dell’anno. Il passo successivo è accelerare i progetti avviati negli ultimi due anni nei nuovi Paesi e, infine, stabilirsi in modo concreto e definitivo in mercati come la Cina, progetto in precedenza ostacolato dalle difficoltà legate al Covid.

Sul fronte italiano, Tonitto 1939 sottolinea di aver ulteriormente consolidato la propria posizione nel Centro-Sud, attivando nuove partnership con catene della Gdo, migliorando la distribuzione dei propri prodotti a marchio e sviluppando nuove private label. “Con circa 60 dipendenti, Tonitto 1939 è un’azienda che si basa su solide radici tramandate da generazioni – spiega Piscioneri –. Se l’obiettivo è investire in termini di efficienza tecnologica e miglioramento delle linee di produzione, abbiamo già avviato, lo scorso anno e proseguiremo anche nel 2025, un investimento sulle persone, che per noi sono la base della nostra storia di successo. Con l’azienda ora completamente managerializzata, continuiamo a cercare nuovi talenti che possano unirsi a noi per contribuire alla crescita”. Varie le novità di prodotto del 2025: dalla collaborazione con Bauli che proseguirà con il Gelato al gusto Panmoro e il gelato al Croissant al pistacchio, fino alla partnership con Sperlari e il nuovo gelato Galatine.

Biologico, il mercato europeo vale 54,7 miliardi di euro

La conversione agroecologica in Europa prosegue a ritmo sostenuto, con la percentuale di superfici agricole coltivate con metodo biologico che ha raggiunto l’11%, mentre il valore del mercato a livello continentale ha toccato i 54,7 miliardi di euro. Questi i dati evidenziati all’interno del documento “The World of Organic Agriculture 2024″, riferiti al 2023, e presentati dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con IFOAM, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale. L’indagine rileva che i terreni biologici nell’Unione Europea hanno raggiunto 17,7 milioni di ettari, pari al 10,9% della superficie agricola totale e con un incremento del 3,6% rispetto al 2022. Estendendo il perimetro all’intero territorio europeo, i campi coltivati a biologico comprendono 19,5 milioni di ettari (+4,1% rispetto all’anno precedente) con una percentuale dell’11%. Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Spagna, con 3 milioni di ettari, supera la Francia che segue con 2,8 milioni di ettari, mentre l’Italia occupa il terzo posto con 2,5 milioni di ettari, ma è prima come percentuale di SAU bio, che sfiora il 20%, circa il doppio della media europea.

Il nostro Paese si conferma tra più biologici in Europa, mantenendo infatti anche il primato per quanto riguarda il numero di produttori bio, con oltre con 84.191 operatori sui 495.000 attivi nell’intera Europa. Inoltre, l’Italia si posiziona al vertice della classifica anche per quanto concerne il numero di trasformatori, quasi 25.000, su una quota totale in Europa di 94.627.

Dopo un lieve calo nel 2022, è tornato positivo anche l’andamento del mercato, che ha raggiunto i 54,7 miliardi di euro in Europa (+3%), di cui 46,5 miliardi nell’Unione Europea (+2,9%). La Germania rimane il mercato principale, con vendite che si attestano a 16,1 miliardi di euro. L’Ue si posiziona come il secondo mercato per i prodotti biologici, dopo gli Stati Uniti con 59 miliardi di euro. A livello mondiale, secondo le statistiche evidenziate da “The World of Organic Agriculture 2024″, l’area agricola coltivata a biologico è aumentata del 2,6% nel 2023, raggiungendo un totale di 98,9 milioni di ettari, gestiti da 4,3 milioni di produttori biologici. Sono incrementate anche le vendite al dettaglio di prodotti biologici che hanno superato i 136 miliardi di euro.

La transizione agroecologica continua il suo slancio – afferma Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio – sostenuta dal Green Deal e dal Piano d’Azione per l’agricoltura biologica nell’Ue, strumenti fondamentali per promuovere un modello agricolo in grado di coniugare sostenibilità e valorizzazione dei territori. L’incremento delle superfici agricole conferma il biologico come il metodo agricolo resiliente, in grado di tutelare le fertilità del suolo, salvaguardare la biodiversità, rispondere alla crisi climatica, garantendo sicurezza alimentare per le generazioni future e il giusto reddito per gli agricoltori. Anche se le vendite hanno ripreso a crescere, occorre però continuare a spingere sui consumi, sensibilizzando ulteriormente i cittadini sui benefici che il buon cibo biologico apporta per la salute delle persone e dell’ambiente. Inoltre, per incentivare una transizione duratura verso un modello di consumo sostenibile e responsabile, è fondamentale supportare gli investimenti in ricerca e innovazione per fare del biologico il modello di riferimento per l’intero sistema agroalimentare e per orientare le strategie future della PAC post 2027”.

Conad a Sanremo con lo spot dedicato all’offerta di servizi

Debutto a Sanremo per il secondo soggetto della campagna di Comunicazione 2025 di Conad. Lo spot è dedicato all’ecosistema di servizi digitali HeyConad ed è andato in onda in occasione della serata inaugurale del 75° Festival della Canzone Italiana. L’ecosistema digitale HeyConad prevede una serie di servizi: spesa online, viaggi, offerte specifiche in ambito assicurativo, con l’accesso a una vasta gamma di prodotti di protezione, tra cui infortuni-salute, casa-famiglia e viaggi. “Il nuovo spot mostra come l’offerta di Conad vada ben oltre i nostri negozi – dichiara Giuseppe Zuliani, Direttore Customer Marketing e Comunicazione di Conad – con l’implementazione di un vero e proprio ecosistema di servizi digitali a completamento della nostra proposta omnicanale. Che si tratti di prenotare il viaggio dei propri sogni, scegliere un’assicurazione che protegga dagli imprevisti o di fare una spesa di prodotti di largo consumo online, le 12,9 milioni di famiglie che ogni settimana ci scelgono per la spesa sanno che possono contare su Conad e sulla sua garanzia di qualità e convenienza per rispondere ai loro bisogni in continua evoluzione”.

Dopo il flight dedicato alla convenienza, lo spot sull’ecosistema dei servizi digitali è il secondo dei quattro soggetti protagonisti della nuova campagna di comunicazione “Ma vai da Conad!”. L’idea alla base della campagna è quella di mostrare come la soluzione ai problemi quotidiani sia più semplice di quanto sembri: basta recarsi in un negozio fisico o virtuale Conad. Come per il primo soggetto, la pianificazione sarà cross-mediale, con lo spot valoriale on air sulle principali emittenti tv – lineari e connesse – e su display ad alto impatto, a cui si affiancherà, in ottica di considerazione e conversione, una comunicazione dedicata a offerte e promozioni tramite radio, display, volantino e promozione in punto vendita.

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