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Valfrutta entra nel registro speciale dei Marchi Storici

Non c’è quattro senza cinque: riveduto e aggiornato nella numerica, il detto si attaglia bene a Conserve Italia e all’iscrizione di Valfrutta nel Registro speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il brand si aggiunge agli altri quattro – Cirio, Yoga, Derby Blue, Jolly Colombani – del consorzio cooperativo che già potevano vantare lo stesso riconoscimento. “Valfrutta è molto più di un marchio: è l’essenza stessa di Conserve Italia, l’emblema della nostra filiera agricola cooperativa e della qualità della migliore agricoltura italiana – dichiara Maurizio Gardini, Presidente di Conserve Italia (a destra nella foto in basso) –. Non è un caso se nel logo di Valfrutta, realizzato nella sua versione originaria nel 1972, a partire dagli anni ’90 si è deciso di inserire la definizione ‘cooperative agricole’ per evidenziare l’importanza di un patrimonio di proprietà collettiva, custodito dalle sapienti e laboriose mani di migliaia di agricoltori italiani riuniti in cooperative. L’iscrizione nel Registro dei Marchi Storici è un doppio tributo: innanzitutto ai nostri soci agricoltori che, con passione e dedizione, garantiscono ogni anno produzioni di qualità, così come a tutte quelle persone che operano nelle varie fasi della filiera per valorizzare al meglio le eccellenze della nostra terra, realizzando prodotti buoni e sicuri”.

Dal suo esordio sul mercato avvenuto all’inizio degli anni ‘70, Valfrutta ha conquistato milioni di famiglie italiane con prodotti premium che spaziano dai succhi di frutta alle conserve vegetali (in primis di legumi e mais dolce), dai derivati del pomodoro fino all’ortofrutta fresca, incarnando il concetto di “natura di prima mano” (il celebre payoff lanciato nel 1987) insieme all’autenticità e genuinità della produzione agricola italiana. “Siamo orgogliosi di questo traguardo, che conferma la forza e la credibilità di Valfrutta, tra le 20 marche del largo consumo italiano con maggior numero di acquirenti. Valfrutta opera sui diversi mercati: dalla Gdo con le gamme di succhi, conserve vegetali e conserve di pomodoro, al canale bar con l’offerta di succhi biologici e ai prodotti per la ristorazione con le gamme Valfrutta Granchef – afferma Pier Paolo Rosetti, Direttore Generale di Conserve Italia (a sinistra nella foto in alto) –. Questo sigillo ufficiale non è solo un attestato di storicità, ma un’ulteriore garanzia per i consumatori e un segnale di solidità per i nostri partner commerciali, in Italia e all’estero. Chi sceglie i prodotti Valfrutta, sa di poter fare affidamento sull’italianità e tracciabilità della nostra filiera, in alcune gamme verificabile anche attraverso il QR Code, come accade nelle pesche in pezzi, nei legumi e nel mais dolce”.

Nell’ortofrutta fresca Valfrutta presidia il segmento premium con prodotti di eccellenza della filiera cooperativa italiana, promuovendo così il lavoro di migliaia di produttori impegnati nelle coltivazioni con pratiche agronomiche sostenibili e supportati da un gruppo che investe in innovazione tecnologica e varietale. L’iscrizione nel Registro dei Marchi Storici rafforza ulteriormente una marca che fa della genuinità, dell’autenticità e della qualità la sua cifra distintiva” aggiunge Raffaele Drei, Presidente di Valfrutta Fresco Spa, la business unit di Apo Conerpo a cui Conserve Italia (che ne è partner) ha concesso il marchio per la commercializzazione dei prodotti nel mercato del fresco.

PAC 2000A Conad testa la spesa con l’intelligenza artificiale

Si chiama Virgì ed è un sistema di supporto tecnologico alla vendita che, attraverso l’intelligenza artificiale, mira a ridefinire l’esperienza di spesa nei supermercati Conad. Il progetto è stato avviato da PAC 2000A Conad in partnership con Shopic, azienda all’avanguardia nelle soluzioni tecnologiche per il retail, e Gab Tamagnini, fornitore di tecnologia per la vendita al dettaglio. L’idea è quella di integrare un dispositivo sviluppato da Shopic su un carrello della spesa tradizionale, in alcuni punti vendita della rete PAC 2000A Conad. Grazie alla tecnologia di riconoscimento delle immagini di Shopic, Virgì trasforma il carrello in un assistente personale per il cliente. Il dispositivo, facilmente applicabile al carrello tramite una clip, è dotato di un’intelligenza artificiale avanzata che riconosce automaticamente i prodotti inseriti. Secondo quanto riferito da PAC 2000A Conad, in questo modo si velocizza la spesa, eliminando la necessità di scansionare manualmente i prodotti, si personalizza l’esperienza offrendo promozioni e suggerimenti mirati, si semplifica il pagamento, consentendo di evitare le code alle casse. In pratica, Virgì vuole essere un importante passo verso un’esperienza di acquisto “phygital”, che unisce i vantaggi dello shopping online alla concretezza del negozio fisico.

La soluzione clip-on di Shopic si distingue per la sua adattabilità e facilità di implementazione, consentendo ai retailer di innovare senza interventi complessi sull’infrastruttura esistente. La combinazione di visione artificiale avanzata e design intuitivo permette di ottimizzare le operazioni, aumentare l’efficienza e migliorare l’esperienza di acquisto. PAC 2000A Conad e Shopic dichiarano di essere al lavoro per definire gli ultimi dettagli del progetto e avviare la fase di test con i clienti. Il nome e il logo definitivi di Virgì saranno svelati al termine di questa fase. PAC 2000A Conad sottolinea che l’iniziativa rappresenta solo il primo passo di un percorso di innovazione più ampio, che vedrà la cooperativa impegnata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate per offrire un servizio sempre più personalizzato ed efficiente ai propri clienti.

PAC 2000A Conad è la più grande cooperativa del Consorzio Conad in Italia, per dimensioni e fatturato, con una rete di vendita che si estende in 5 regioni. Con un fatturato di 5,28 miliardi di euro, un patrimonio netto di circa 969 milioni di euro, una quota di mercato del 20,24%, 1.525 punti vendita e 100 concept store (tra parafarmacie, negozi di animali, Ottico Conad e Distributori di Carburanti Conad Self), che generano un fatturato con oltre 7,19 miliardi di euro, è l’azienda leader nella Gdo nel Centro e Sud Italia.

PittaRosso riapre nel Parco Commerciale Grande Sud di Giugliano (NA)

Nuova vita per il negozio PittaRosso nel Parco Commerciale Grande Sud di Giugliano in Campania (NA), tornato in attività dopo circa un anno di chiusura. La nuova disposizione degli spazi è finalizzata a rendere l’esperienza di acquisto ancora più piacevole. L’azienda definisce la riapertura un importante traguardo, anche perché quello di Giugliano era uno dei punti vendita più performanti dell’intera rete PittaRosso, e conferma la riassunzione del personale precedentemente impiegato. Il negozio propone un assortimento rinnovato di scarpe e accessori per donna, uomo e bambino, oltre a una vasta selezione di calzature sportive. Per celebrare la riapertura, PittaRosso ha predisposto un piano promozionale che include un volantino con sconti fino al 50% su una selezione di articoli, un buono sconto su volantino del 20% su una spesa minima di 49 euro. Inoltre, nei primi giorni di apertura, effettuando una spesa tra 19,99 e 59,99 euro è previsto uno sconto del 20%, mentre per importi superiori a 60 euro lo sconto salirà al 30%. A poche settimane di distanza dal ritorno dell’insegna a Giugliano, il 20 marzo 2025, è prevista anche l’inaugurazione del nuovo punto vendita di Napoli Fuorigrotta. Situata al piano -1 di Upim in Viale di Augusto, 58, la superficie commerciale sarà interamente dedicata al reparto sport per donna, uomo e bambino. Anche in questo caso è in programma una speciale attività promozionale che coinvolgerà tutto l’assortimento.

Mdd al 39% di quota a valore nei sei principali paesi europei

Bilancio positivo a volume e a valore per le marche del distributore, che a giudizio di Circana stanno guidando una trasformazione significativa nel settore dei beni di largo consumo in Europa. Il rapporto Private Labels: Transformation for Growth evidenzia come la Mdd abbia saputo capitalizzare il cambiamento nelle abitudini di consumo, offrendo prodotti accessibili e di alta qualità, in linea con le richieste in continua evoluzione verso scelte di benessere, sostenibilità e valore. Nonostante le forti pressioni inflazionistiche nel largo consumo, le marche private hanno registrato una crescita del 9,4% nelle vendite a valore e un incremento del 2,2% a volume nei sei principali mercati europei (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito) con dati a marzo 2024. Con una quota di mercato del 39% in valore e del 46% in unità vendute, le Mdd si sono affermate come attori chiave del settore. “Le Mdd hanno ridefinito il panorama competitivo – dichiara Ananda Roy, Senior Vice President of Thought Leadership di Circana – non solo tramite prezzi più abbordabili, ma anche grazie ad un’offerta coerente di qualità, innovazione e sostenibilità. Il loro successo sottolinea un cambiamento più ampio nei consumatori, che scelgono in misura crescente marchi in linea con i loro valori, soprattutto nei segmenti benessere ed eco-friendly”.

Il rapporto evidenzia la maggiore penetrazione delle Mdd in categorie come alimenti freschi e refrigerati, cura della casa e della persona, con crescite significative negli alimenti per l’infanzia (+2,3pp) e prodotti per animali non alimentari (+2,2pp). Spagna (48%), Germania (43%) e Paesi Bassi (42%) sono i mercati con la maggiore penetrazione delle Mdd. Dal canto loro i marchi industriali hanno mostrato una ripresa modesta grazie a strategie promozionali aggressive. Nel Regno Unito è stato oggetto di promozioni il 43% delle unità vendute dai marchi industriali, che tuttavia continuano a rimanere indietro in termini di crescita complessiva. Il report di Circana delinea quattro strategie chiave per i brand che vogliono competere in modo efficace: diversificarsi in segmenti adiacenti, far crescere il settore attraverso l’innovazione, distinguersi in modo unico e collaborare strategicamente. I brand che si concentrano esclusivamente sulle promozioni senza investire nell’innovazione rischiano di rimanere indietro in un mercato sempre più dinamico.

L’INNOVAZIONE È FONDAMENTALE
Circana mette in evidenza anche un rallentamento nell’innovazione di categoria, con un calo del 17% nel lancio di nuovi prodotti, dovuto alle interruzioni della supply chain ed evidenzia la focalizzazione sulle gamme di prodotti principali. Questo fenomeno potrebbe trasformare il largo consumo in un vero e proprio “deserto dell’innovazione”, evidenziando la necessità sia per le Mdd che per i marchi industriali di dare priorità all’innovazione per stimolare la crescita organica. Si prevede che la Mdd continuerà il suo slancio di crescita grazie agli investimenti nell’espansione della gamma, nella premiumizzazione e nelle iniziative di sostenibilità. Le preferenze dei consumatori verso una vita più sana, il benessere e il consumo etico continueranno a influenzare le decisioni d’acquisto, rafforzando l’importanza di allineare l’offerta di prodotti a questi valori.

CAUTO OTTIMISMO SUL LARGO CONSUMO
Alla luce di una previsione di crescita del Pil per l’area Euro nel 2025 (+0,4 punti percentuali su base annua), Circana è cautamente ottimista per il largo consumo. Le marche del distributore continueranno a mantenere il loro forte slancio, trainate dall’espansione dell’offerta, da strategie di prezzo e innovazione di prodotto. I marchi industriali hanno il potenziale per ridurre il divario se si indirizzano verso l’innovazione e diversificano i loro portafogli. Man mano che entrambi i settori si adattano alle nuove esigenze dei consumatori, il panorama Fmcg si conferma dinamico e altamente competitivo anche nel prossimo anno. “Il 2024 è stato un anno cruciale per l’industria Fmcg – conclude Ananda Roy – con la Mdd che ha stabilito un nuovo standard di crescita e innovazione. Il 2025 sarà un anno decisivo per entrambi, in cui il successo a lungo termine dipenderà dalla capacità di innovare e connettersi con le esigenze in continua evoluzione dei consumatori. L’opportunità è aperta a tutti i brand per distinguersi e offrire prodotti in linea con le aspettative dei consumatori sempre più orientati al valore”.

Pam Panorama, accordo sul fotovoltaico con Iberdrola

A partire da gennaio 2026, i punti vendita delle insegne Pam, Panorama, Pam local e Pam City sul territorio italiano utilizzeranno energia da fonte fotovoltaica. È questo il risultato della stipula tra Pam Panorama e Iberdrola, prima utility europea per capitalizzazione di mercato, di un accordo Power Purchase Agreement (PPA) di tipo Off-site della durata di 10 anni, per un totale di 1.000 GWh. La partnership favorisce la competitività e accelera il processo di decarbonizzazione, permettendo una riduzione delle emissioni di CO2 annuali di oltre 38.300 tonnellate, pari al fabbisogno energetico di 40.300 famiglie.

L’accordo con Iberdrola – dichiara Alessandro Riolfo, Direttore Tecnico Pam Panorama S.p.A. (nella foto a sinistra) – rappresenta un passo concreto nel percorso di sostenibilità di Pam Panorama. Il nostro impegno verso la riduzione dell’impatto ambientale si traduce in scelte strategiche che coniugano innovazione, efficienza e responsabilità. Grazie a questa collaborazione, saremo in grado di alimentare i nostri punti vendita anche con energia rinnovabile, contribuendo significativamente alla decarbonizzazione del settore della Grande Distribuzione. Siamo convinti che investire in soluzioni sostenibili non sia solo un dovere verso l’ambiente, ma anche un valore per i nostri clienti e per le comunità in cui operiamo”.

Siamo fieri di supportare partner come Pam Panorama nella scelta di soluzioni energetiche orientate a un futuro più sostenibile e attento all’ambiente. L’accordo rappresenta l’attuazione della strategia di Iberdrola di privilegiare la commercializzazione di energia rinnovabile a partner industriali, offrendo soluzioni flessibili e vantaggiose per clienti leader nel loro settore” commenta Lorenzo Costantini, Direttore Commerciale di Iberdrola Italia. Entro il 2025, Iberdrola potrà vantare una capacità operativa di 400MW in Italia grazie all’imminente inaugurazione del suo terzo impianto operativo e al completamento dei lavori di costruzione di ulteriori quattro progetti fotovoltaici.

Tax Free Shopping, +44% di transazioni con l’abbassamento della soglia di spesa

A un anno dall’abbassamento della soglia minima di spesa per accedere al Tax Free Shopping, passata da 154,95 euro a 70,01 euro grazie all’azione del Ministero del Turismo, gli obiettivi di raggiungere una maggiore attrattività, democratizzazione e decentramento sono stati raggiunti. Lo comunica Global Blue – società leader nel settore – nel corso di Shopping Tourism–Il forum italiano, durante il quale ha presentato alcuni dati in esclusiva sul tema. La norma ha allineato la soglia alla media UE, consentendo all’Italia di non essere più il Paese con il minimo di spesa più elevato. Ciò si è subito tradotto in una maggiore competitività del sistema, producendo esiti positivi per l’intero comparto. Nel periodo febbraio 2024 – gennaio 2025, le transazioni Tax Free Shopping sono aumentate del +44%, si è registrato un +5% dei volumi di spesa e – soprattutto – sono stati attratti oltre 500.000 nuovi shopper che hanno acquistato esclusivamente tra i 70,01 euro e i 154,94, prevalentemente statunitensi (18%), latinoamericani (12%), svizzeri (9%) e turchi (7%).

La nuova soglia ha permesso una democratizzazione del Tax Free coinvolgendo nuove nazionalità. In particolare gli svizzeri, la cui contribuzione delle transazioni sotto la soglia ammonta al 17%, latinoamericani (13%) e turchi (8%). Sopra la soglia la quota era rispettivamente solo del 4%, 7% e 4%. Non solo, queste nazionalità registrano anche l’incremento delle transazioni più significativo: +83% per gli svizzeri; +64% per i latinoamericani; +67% per i turchi. La misura incentiva inoltre il decentramento dello shopping: con il nuovo limite minimo, la contribuzione alla spesa Tax Free delle 4 città principali (Milano, Roma, Firenze e Venezia) scende al 52%, una diminuzione di 25 punti percentuali rispetto al 77% registrato per gli acquisti oltre i 154,94 euro. Questo favorisce turismo e indotto nelle destinazioni che non rientravano abitualmente negli itinerari degli shopper stranieri e che vedono la loro quota di spesa Tax Free salire dall’11% al 27%. L’aumento delle transazioni è particolarmente significativo in mete come Catania (+73%), Como (+69%), Amalfi (+65%), Napoli (+63%), San Gimignano (+63%), Verona (+61%), Bellagio (+58%), Assisi (+54%) e Bologna (+50%).

Tale decentramento ha comportato un ulteriore beneficio: favorire gli acquisti verso il retail locale e il piccolo artigianato, da sempre legati al concetto di Made in Italy. Considerando solo questo segmento di mercato, è possibile constatare come le transazioni Tax Free siano aumentate del +56% e i volumi del +12%: numeri ben superiori rispettivamente al +44% e al +5% generati a livello nazionale. A fare da traino settori merceologici come pelletteria e borse (+56% di transazioni e +17% di spesa), scarpe (rispettivamente +85% e +29%) e profumi e cosmetica (+150% e +49%). “I dati del primo anno di riduzione della soglia di accesso al Tax Free Shopping – dichiara Stefano Rizzi, Managing Director Italy di Global Blue (nella foto in alto) – dimostrano che quanto raccontato alle istituzioni e agli stakehloder del settore nel corso degli ultimi anni aveva un suo profondo radicamento. Aver allineato l’Italia al resto d’Europa, portato mezzo milione di shopper esclusivi nella sola fascia di spesa 70,01-154,94 euro, attirato nuove nazionalità e rafforzato nuovi centri di shopping lontani dalle classiche destinazioni, favorendo al contempo il retail locale e il piccolo artigianato, è un successo non solo per noi operatori del settore, ma del sistema Italia nel suo complesso – a partire dal Ministero del Turismo – che ha voluto fortemente investire in questa norma”.

Dazi Usa sul vino, Uiv ipotizza danni per un miliardo di euro

Un conto da quasi 1 miliardo di euro solo per l’export. È l’impatto stimato da Unione italiana vini (Uiv) per il vino italiano dei dazi al 25% annunciati dall’amministrazione Trump che potrebbero coinvolgere anche il settore. Un effetto a cerchi concentrici, che parte dagli USA – dove la perdita diretta stimata sarebbe attorno ai 472 milioni di euro, per un saldo rispetto allo scorso anno a -25% – e si allarga ai Paesi impattati direttamente dalle nuove tariffe, per i quali sono previsti rallentamenti economici se non recessione, come in Germania. In Canada l’export italiano potrebbe chiudere i conti del 2025 a -6%, mentre nell’Unione europea le stime si attestano a un -5%, per un saldo valore negativo di 216 milioni di euro. Tra Usa, Canada e Ue, che fanno l’80% del valore export vino italiano, il saldo per l’anno mobile (da aprile 2025 ad aprile 2026) chiuderebbe a -716 milioni di euro (-11%). Il totale delle esportazioni verso il resto del mondo, secondo Uiv, vedrebbe infine una speculare contrazione, che porterebbe il disavanzo tra 2024 e 2025 a -920 milioni di euro. Tutto al netto del mercato interno, che nell’anno mobile subirebbe una ulteriore contrazione di circa 350 milioni di euro, pari al 5% dei consumi.

Per rimanere nel mercato statunitense, che vale per noi circa 1,9 miliardi di euro e il 24% del totale export del settore – precisa Lamberto Frescobaldi, Presidente di Unione italiana vini – ci appelliamo ai nostri partner americani, importatori e distributori. L’obiettivo è fare squadra con le nostre imprese del vino per cercare di ammortizzare insieme il surplus dei costi derivanti dalla guerra commerciale. Ci rendiamo conto che questo sacrificio non sarebbe di facile attuazione e determinerebbe nel breve dinamiche antieconomiche, ma l’imperativo è comunque salvare il mercato e il rapporto speciale che ci lega con i consumatori statunitensi. L’ipotesi dazi al 25% determinerebbe infatti una quasi totale uscita dal mercato, che sarebbe peggiore rispetto alle cifre sopra elencate. In questo mese che ci separa dalle decisioni che saranno adottate dall’amministrazione americana, chiediamo il massimo sforzo della diplomazia italiana ed europea, affinché si avvii, già da adesso, un negoziato sul futuro delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Il vino deve essere “nella valigetta” delle proposte della Commissione, in merito al riequilibrio commerciale tra i due blocchi”.

Shopping Tourism, un mercato da oltre 20 miliardi di euro

Tra i 20 e i 22 miliardi di euro. È la spesa turistica in shopping in Italia nel 2024 stimata da Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza nella macro-industria turistica (elaborazioni su fonti Banca d’Italia, Mastercard e Istat). La stima è stata presentata nell’ambito dell’ottava edizione di Shopping Tourism – il forum italiano, l’appuntamento di riferimento in Italia su questo segmento turistico ideato e organizzato da Risposte Turismo in partnership con ENIT e con il patrocinio del Ministero del Turismo e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Secondo le stime contenute nella nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor presentato da Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo, sono 2,4 milioni i turisti che hanno scelto nel 2024 il nostro Paese con motivazione prevalente lo shopping (+14% sul 2023).

IL TREND DI CRESCITA DEGLI SHOPPING TOURIST
Per Risposte Turismo i fattori che hanno motivato la crescita del numero dei turisti che hanno visitato il nostro Paese con lo scopo principale di fare acquisti sono da ritrovare principalmente in un incremento della propensione a viaggiare per shopping registrata a livello globale. Tale tendenza è confermata anche dalla ripresa dei flussi turistici asiatici, in particolare dalla Cina, mercato di riferimento per lo shopping tourism italiano, dalla forte capacità di spesa del segmento statunitense (+9% sui valori tax free shopping del 2023) e dal consolidamento del bacino di shopping tourist UK, soprattutto, nelle principali città dello shopping in Italia (Milano, Roma, Firenze e Venezia).

Dalla nostra attività di ricerca sullo shopping tourism abbiamo rilevato una crescita nell’attenzione che viene dedicata a questo fenomeno rispetto al passato – dichiara Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo (nella foto a sinistra) –. Un’attenzione che trova sintesi in alcune scelte del Governo e nell’interesse che ENIT pone verso questo fenomeno, ma anche negli investimenti di aziende nazionali e internazionali, nella presenza del tema tra gli argomenti di chi studia o pianifica le dinamiche turistiche di destinazione e nella volontà di brand, boutique, botteghe artigiane, musei, laboratori d’impresa e altre realtà di attrezzarsi al meglio per intercettare e servire questo segmento di domanda turistica. Il dato dei circa 2,4 milioni di shopping tourist che hanno scelto l’Italia nel 2024, in crescita rispetto ai 2,1 milioni precedentemente stimati, potrebbe essere il risultato di un cambio di passo nel decifrare questo fenomeno, saperlo interpretare e diventarne parte con un ruolo attivo”.

Lo shopping tourism è un fenomeno che continua a crescere nel nostro Paese – afferma Ivana Jelinic, Amministratore Delegato ENIT –. Siamo convinti che questo trend positivo sia frutto di un processo virtuoso portato avanti nel tempo. Promuovendo le eccellenze italiane all’estero siamo riusciti ad attrarre domanda, trainando così lo sviluppo del comparto. L’Italia è simbolo e modello della moda di alta gamma, per questo dall’estero scelgono mete quali Milano, Firenze o Roma. Le vie dello shopping attraggono clienti alto spendenti che generano benefici a tutto l’indotto del turismo, apportando un contributo chiave al nostro settore”.

LA MAPPATURA DEI LUOGHI DELLO SHOPPING ITALIANI
Per quanto riguarda la mappatura dei luoghi dello shopping nel nostro Paese, la nuova edizione di Shopping Tourism Italian Monitor evidenzia come, nel 2025, la superficie commerciale totale degli outlet raggiungerà la cifra record di circa 800mila mq (+6% sul 2024), grazie a un incremento di circa 50mila mq legato ad ampliamenti di strutture esistenti e alla nuova apertura del “Roma Outlet Village”. Nella classifica degli operatori che gestiscono la maggiore estensione commerciale di outlet in Italia, Promos sale al primo posto con circa 170.000 mq nei suoi sei outlet. Un risultato possibile grazie all’acquisizione di due nuove strutture (Barberino Outlet e Brugnato 5 Terre Outlet Village) che consentono al gruppo di detenere il 22% della quota complessiva italiana.

Con riferimento alle vie dello shopping, i ricercatori di Risposte Turismo hanno mappato 80 associazioni attive su tutto il territorio nazionale per lo sviluppo e l’implementazione di progetti volti alla promozione delle imprese associate. Rilevata, invece, una flessione nel numero dei department store, con la chiusura nel 2025 di alcuni centri nel centro nord del Paese. Originariamente meno legati allo shopping tourism ma ormai sempre più coinvolte da questo fenomeno, sono i centri commerciali che, secondo la mappatura effettuata da Risposte Turismo, si attestano a 1.346 su tutto il territorio nazionale.

Infine, la nuova ricognizione effettuata da Risposte Turismo ha individuato oltre 1.000 botteghe storiche solo in cinque città (Roma, Milano, Genova, Bologna e Palermo) che hanno già adottato criteri simili di classificazione delle stesse, un numero che testimonia quanto le realtà espressione della storia, arte, cultura, manifattura, imprenditorialità e autenticità del Made in Italy rimangano un punto fermo nell’offerta di shopping italiana.

SHOPPING TOURIST ITALIANI, FRANCESI E STATUNITENSI A CONFRONTO
Per quanto riguarda i singoli mercati di provenienza, Risposte Turismo ha presentato i risultati di una nuova indagine effettuata sui turisti italiani, francesi e statunitensi. Su un totale di 800 intervistati, emerge come i francesi siano i turisti che si identificano maggiormente come shopping tourist (68%), davanti agli americani (58%) e agli italiani (24%). Stessa classifica anche rispetto a chi ha visitato l’Italia con gli shopping tourist francesi al primo posto (80%) davanti agli italiani (78%) e agli statunitensi (36%). I francesi sono anche i turisti che destinano la quota più alta della loro spesa in viaggio allo shopping (27%), seguiti dagli statunitensi (26%) e italiani (21%).

Con uno sguardo alle abitudini di viaggio degli shopping tourist intervistati, gli italiani viaggiano per fare acquisti principalmente con gli amici (39%), mentre francesi e statunitensi preferiscono il proprio partner (rispettivamente 40% e 33%). Con riferimento all’influenza esercitata da recensioni online e social media, i turisti italiani risultano essere meno condizionati da ciò che leggono su internet (53%) rispetto a quelli statunitensi (62%) e francesi (78%). Chi viaggia per shopping in Italia si dichiara particolarmente interessato a visitare un laboratorio di prodotti enogastronomici tipici (62%), seguito a poca distanza dai laboratori artigiani (61%). Considerando, invece, il solo campione dei francesi, la prima attività desiderata è la visita a un atelier di moda (58%). Sul podio dei fattori che attraggono maggiormente il campione di shopping tourist in Italia, la qualità dei prodotti da acquistare (86%), i prezzi più competitivi (69%) e il contesto nel quale ci si muove (68%).

Surgelati, acquisti domestici saliti dell’1,3% nel 2024

Il 2024 è stato un anno di conferme per i prodotti surgelati nel canale retail. I consumi domestici hanno raggiunto quota 652.643 mila tonnellate (vs. le 645.000 registrate nel 2023). Il mercato è aumentato a un ritmo senza precedenti negli anni della pandemia, per poi stabilizzarsi su livelli elevati. In termini percentuali, i dati relativi al canale retail raccontano un incremento a volume del comparto frozen del +1,3% rispetto al 2023. Secondo l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati, questa nuova spinta positiva plausibilmente sarà confermata dalla contemporanea crescita nei consumi fuori dalle mura domestiche, per i quali i dati saranno disponibili in estate. “L’aumento segnato nel retail nel 2024, un canale che da solo rappresenta i due terzi dei consumi complessivi, evidenzia un apprezzamento costante per le qualità intrinseche in questi prodotti: praticità, disponibilità, ampiezza e varietà dell’offerta, valenze anti-spreco, gusto, elevati contenuti nutrizionali e, non ultimo, convenienza” afferma Giorgio Donegani, Presidente IIAS.

VEGETALI, PATATE E PRODOTTI ITTICI SUL PODIO
Ma quali sono state nel 2024 le categorie merceologiche surgelate più acquistate dai consumatori italiani? I vegetali si confermano al primo posto: con 220.497 tonnellate consumate nel 2024 (rispetto alle 215.695 del 2023), sono cresciuti del +2,2%, dimostrandosi un valido alleato di chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali. Seguono, con 107.207 tonnellate, le patate che, pur mantenendo la posizione sul podio, registrano invece una lieve decrescita (-3,1%) rispetto all’anno precedente, in cui i consumi avevano registrato cifre record, raggiungendo quota 110.532 tonnellate. Un’oscillazione giudicata fisiologica dall’IIAS, tenendo conto che la stessa categoria ha segnato un incremento del 31,7% rispetto al 2019. Al terzo posto si classifica il pesce surgelato (naturale e panato), che con 95.955 tonnellate registra un incremento del +3,9% rispetto alle 92.372 tonnellate del 2023. I prodotti ittici frozen continuano nel loro percorso di accreditamento presso i consumatori italiani, che secondo l’IIAS li apprezzano in quanto sicuri, salutari, nutrienti, sempre disponibili, facili da preparare, convenienti e ‘trasparenti’, grazie alla completezza delle informazioni presenti sulle etichette delle confezioni.

LA CONVENIENZA SPINGE IL COMPARTO PIZZE
Da evidenziare, nel 2024, la crescita del comparto delle pizze surgelate, che registra l’aumento più significativo in termini percentuali: +3,7%, per un consumo pari a 65.688 tonnellate. Una crescita giustificata anche dalla convenienza economica: secondo una recente indagine condotta da AstraRicerche per IIAS, la pizza surgelata risulta nettamente più conveniente rispetto al delivery (per il quale, invece, si spendono mediamente 7,18 euro a pizza: più del doppio). Anche i piatti pronti surgelati e le specialità salate mostrano un trend in crescita nei consumi domestici, rispettivamente del +0,5% e +2,4% sul 2023, per un consumo pari a 66.306 e 31.367 tonnellate.

Secondo i dati di una recente indagine condotta per IIAS da AstraRicerche – avverte Donegani – quasi 4 italiani su 10 hanno aumentato, negli ultimi 5 anni, l’acquisto di surgelati, tanto che il 99% ha dichiarato di esserne consumatore e più di 1 italiano su 2 di mettere abitualmente in tavola questi prodotti. Un’ulteriore indagine ha calcolato anche il ‘value for money’ di 5 diversi alimenti surgelati, mettendolo a confronto con quello dei 5 alimenti freschi equivalenti. Il risultato ha evidenziato che 4 volte su 5 i surgelati fanno risparmiare. A tutto ciò si aggiunge la rinnovata percezione dei surgelati in termini di gusto, qualità, freschezza e consistenza: per quasi due terzi degli intervistati, è superiore a quella degli alimenti freschi. Una ulteriore conferma dell’apprezzamento quotidiano da parte degli italiani dell’impegno messo in campo dalle aziende produttrici per soddisfare le esigenze di benessere, gusto e convenienza dei consumatori”.

Acque minerali, nuovi soci finanziari per il Gruppo Bracca-Pineta

Il fondo di Private Capital Italian Fine Food, promosso da AVM Sgr Gestore EuVECA Società Benefit con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze regionali del food Made in Italy, ha acquisito – insieme a un pool di investitori privati, tra cui Alexa Invest, Gruppo Alfano Holding, Aretusa, Alberto Bombassei, Vitaliano Borromeo, Banca Ifis, Massimo Moratti Sapa e il Gruppo Som di Udine – una quota di maggioranza relativa del Gruppo Bracca-Pineta, realtà attiva nel settore delle acque minerali e oligominerali. Il gruppo comprende al suo interno due aziende: Bracca Acque Minerali, con sede in Val Brembana, e Fonti Pineta, in Alta Val Seriana, che insieme raggiungono un fatturato di circa 55 milioni di euro. Negli ultimi 10 anni la produzione è passata da 280 a 470 milioni di bottiglie attraverso una crescita costante, ponendo attenzione particolare ai mercati, ai clienti e alla qualità dei prodotti. L’ingresso dei nuovi azionisti in affiancamento alle famiglie fondatrici Bordogna e Ghisalberti nasce allo scopo di dotare Bracca e Pineta delle risorse necessarie per sostenerne lo sviluppo attraverso il consolidamento della performance industriale e l’espansione delle relazioni commerciali verso nuovi clienti. In base agli accordi con AVM Sgr, Luca Bordogna manterrà l’incarico di Amministratore Delegato di entrambe le aziende.

In base a quanto dichiarato, l’operazione è prodromica alla realizzazione di un più vasto polo del settore dell’imbottigliamento di acqua di elevata qualità. “Con questo investimento realizziamo un progetto importante nel settore del Food&Beverage, incentrato sull’impegno di favorire la competitività delle Pmi e sulla valorizzazione della loro attività, aprendo nuovi canali di interazione con investitori e mercati finanziari capaci di far convergere risorse e competenze su un piano di espansione che guarda oltre i confini nazionali” commenta Giovanna Dossena, Principal di AVM Sgr.

Nel corso degli anni, le nostre aziende hanno raggiunto traguardi significativi – sottolinea Luca Bordogna, Amministratore Delegato del Gruppo Bracca-Pineta – grazie all’impegno di collaboratori qualificati, a una rete di fornitori affidabili e alla fiducia dei nostri clienti. Abbiamo consolidato la nostra presenza e leadership nei territori di riferimento, offrendo livelli di servizio eccellenti. L’ingresso di nuovi azionisti, molti dei quali imprenditori di successo, ci offrirà nuove opportunità per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi, garantendo al contempo continuità manageriale e gestionale”. L’operazione è stata sostenuta da un pool di banche che vede impegnate Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Bper, Cassa di Risparmio di Fermo, Iccrea Banca, Banca di Credito Cooperativo di Milano, Banca del Fucino, oltre alla partecipazione di due Fondi di Private Debt, Tenax Capital Limited e Finint Investment Sgr.

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