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Stime sul Pil da rivedere al ribasso secondo Padoan

“Il Governo rivedrà al ribasso le stime sul Pil. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso dell’Euromoney Conference a Milano, confermando quanto i recenti dati dell’Istat avevano lasciato intendere sull’andamento della crescita italiana.

‘L’economia italiana sta crescendo non così velocemente come vorremmo. Le previsioni di crescita saranno riviste al ribasso anche nei dati che il Governo rilascerà ad ottobre’, ha spiegato il ministro, sottolineando che ‘comunque l’economia sta crescendo dopo tre anni di prolungata recessione e perdita di Pil e capacità produttiva e sta generando posti di lavoro. Se c’è una creazione di posti di lavoro più che proporzionale rispetto alla crescita economia e l’economia diventa a maggiore intensità di lavoro forse è perché c’è stato un benvenuto cambiamento di struttura’.

Analoga la considerazione di Matteo Renzi, che tuttavia guarda a quanto di positivo sta avvenendo nell’economia nazionale. ‘Oggi c’è una polemica perché il ministro Padoan ha detto che i dati del Pil sono più bassi di quel che speravamo. Noi diciamo la verità. È così’ afferma il premier alla cerimonia per la posa della prima pietra del nuovo quartier generale di Siemens a Milano. ‘Ma i dati che erano negativi fino qualche anno fa – aggiunge – sono tornati positivi, anche se non vanno ancora con la velocità che vorremmo. E il nostro governo non nasconde dati, non racconta barzellette’.

Secondo Renzi, ‘l’Italia è il Paese che forse 20 anni fa poteva dare qualche grattacapo, ma ora è il paese più interessante dove fare investimenti’”.

(Fonte: www.huffingtonpost.it, “Pier Carlo Padoan: ‘Le previsioni sul Pil saranno riviste al ribasso’. Matteo Renzi: ‘Ma Italia è paese migliore in cui investire’”, 13 settembre 2016).

Heri dicebamus: “‘Il punto vero in questa fase è riuscire a parlare un linguaggio di verità” (Renzi dixit, ndr). “Per il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli siamo di fronte a ‘una ripresa senza slancio, senza intensità e senza mordente’; e bisogna ‘intervenire sui nodi strutturali che bloccano la crescita’; il destino dipenderà da ‘riforme ed equità’”. Et cetera (si veda inStore, giugno/luglio 2016, pag. 35).

A proposito: “Già da qualche settimana Tesoro e Palazzo Chigi lavorano ad una manovra il cui saldo complessivo oscilla attorno ai 25 miliardi di euro. Gran parte di quella cifra dovrà essere impegnata per neutralizzare una clausola di salvaguardia da 15 miliardi, pena l’aumento dell’Iva. Per la manovra vera e propria resterebbero solo dieci miliardi. Il governo finora ha sperato di finanziarla con un po’ più deficit di quello promesso a Bruxelles nell’ultimo documento di finanza pubblica: invece dell’1,8 per cento, fino al 2,3, giusto un decimale in meno del livello di indebitamento fissato per quest’anno. Eppure oggi ottenere quei dieci miliardi non è scontato, anzi. ‘Gli spazi sono molto, molto stretti’, ammettono due autorevoli fonti di governo”. (Fonte: Alessandro Barbera, “Manovra in salita per l’Italia. Sfida aperta con Bruxelles per evitare l’aumento dell’Iva”, La Stampa, 13 settembre 2016).

Hic Rhodus, hic salta…

Continuano a salire le sofferenze a luglio

“Continuano a salire le sofferenze a luglio, mentre aumentano la raccolta e gli impieghi, trascinati dai prestiti alle famiglie a fronte di un nuovo calo di quelli destinati alle imprese. E’ il quadro che emerge dal comunicato di Bankitalia sulle principali voci dei bilanci bancari e dal supplemento al bollettino statistico ‘Moneta e banche’. Per quanto riguarda la raccolta, a luglio il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato e’ stato pari al 4,9% (+3,4% a giugno). La raccolta obbligazionaria, incluse le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 10,6% su base annua (-11,8% nel mese precedente). Sul fronte dei prestiti al settore privato, il dato corretto per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, ha registrato una crescita su base annua dello 0,4% (0,6% a giugno). Come nel mese precedente i prestiti alle famiglie sono cresciuti a luglio dell’1,4% sui dodici mesi; quelli alle società non finanziarie sono diminuiti su base annua dello 0,5% (-0,1% a giugno). Le sofferenze -tenendo conto delle discontinuità statistiche ma senza correggere per le cartolarizzazioni e le altre cessioni- si sono attestate a 198,26 mld, in crescita su base annua dello 0,5% (+1,1% a giugno). Quando si corregge tale tasso di crescita per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, analogamente a quanto si fa per i prestiti, il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze e’ stato a luglio del 12,7% come nel mese precedente. I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,44% (2,55% nel mese precedente); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,02% (8,09% nel mese precedente). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 2,41% (2,36% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,31% (1,34% a giugno). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,43% (0,45% a giugno)”.

(Fonte: www.italiaoggi.it, “Bankitalia; -0,5% prestiti imprese luglio, sofferenze su”, 9 settembre 2016).

Heri dicebamus: “Adesso bisogna davvero fare ripartire il credito per sostenere la ripresa .’Malgrado le turbolenze c’è una solidità di fondo del sistema bancario italiano che va avanti e che non a caso viene considerato uno dei più affidabili e attraenti dove investire” (Pier Carlo Padoan); la riduzione dello stock di sofferenze assume una valenza decisiva”. Et cetera. (Si veda InStore, aprile-maggio 2016, pag. 39).

Quanto all’investire, MPS docet…

Germania, surplus attorno ai 310 miliardi di dollari

“L’Europa non converge. Anzi. Le divergenze strutturali – dell’economia reale – continuano ad aggravarsi. Ieri, l’Ifo, uno dei più prestigiosi centri di studi economici della Germania, ha pubblicato le sue previsioni sul conto delle partite correnti: dice che nel 2016, grazie alle esportazioni, il Paese raggiungerà un surplus record attorno ai 310 miliardi di dollari, dando la polvere all’altro campione di export e di surplus, la Cina.

In parallelo, l’Eurostat ha reso note le stime sull’andamento del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre di quest’anno: una pattuglia di tre – Italia, Francia e Finlandia – ha registrato crescita zero rispetto ai tre mesi precedenti, un altro gruppo è cresciuto modestamente e i Paesi dell’Est Europa hanno invece dato segni di molto dinamismo.

Le divergenze sono un problema: per la gestione delle economie della Ue e dell’eurozona e per la gestione politica che viene così influenzata da percezioni diverse sullo stato di salute corrente. Il surplus tedesco non è una sorpresa: è l’accentuazione di una tendenza in corso da dieci anni. I conti correnti registrano le transazioni internazionali di un Paese, cioè importazioni ed esportazioni, trasferimenti, redditi.

L’economista dell’Ifo Christian Grimme ha spiegato che il surplus tedesco è dato dal commercio in beni: nella prima metà dell’anno, le esportazioni sono state superiori alle importazioni per 159 miliardi di dollari. Riportato ai 12 mesi del 2016, fa prevedere che si arriverà a 310 miliardi di dollari, l’8,9% del Pil tedesco. È una quota enorme, che eccede per l’ennesima volta il limite massimo del 6% raccomandato dalla Commissione Ue. L’ eccesso, infatti, è considerato negativo: se da un lato è il risultato della forza competitiva dell’industria tedesca, dall’altro crea sbilanci considerevoli.

Non ultimo quello puntualizzato in primavera da Mario Draghi, secondo il quale i tassi d’interesse bassi che la Banca centrale europea è costretta a tenere sono il risultato di grandi masse di risparmio che si accumulano, anche a causa del surplus tedesco, e non trovano domanda per essere investiti e quindi accelerano la caduta dei rendimenti. La questione è politicamente delicata: è difficile obbligare un Paese a non avere successo nell’export.

Una risposta sarebbe l’aumento dei consumi in Germania, attraverso una riduzione del carico fiscale e la liberalizzazione di una serie di settori protetti, soprattutto nei servizi: qualcosa di cui la Germania avrebbe grande necessità. Angela Merkel e il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble sostengono di avere mosso già dei passi in quel senso, alzando il salario minimo, aumentando gli assegni pensionistici e favorendo aumenti salariali significativi. Evidentemente, ancora poco. Tutto si scontra con la decisione di Schäuble e di gran parte dell’establishment del Paese di creare anche surplus del bilancio pubblico, per essere pronti ad affrontare le crisi.

Situazione politicamente complicata, insomma. Anche le divergenze nell’andamento dei Pil – Italia, Francia e Finlandia ferme e gli altri che si muovono a velocità diverse – inizia a riverberare nella politica. Ieri, Eurostat ha notato che la crescita maggiore è quella di Romania (1,5% sul trimestre), Ungheria (1%), Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia (queste tre allo 0,9%).

E proprio ieri il primo ministro ungherese Victor Orbán ha sottolineato, parlando anche di altro, le molte differenze tra i vecchi Paesi della Ue e i nuovi dell’Est. «Oggi – ha detto – si può dire seriamente a un ragazzo di studiare perché domani il suo futuro sarà migliore solo nei nostri Paesi dell’Est. All’ Ovest farebbe ridere. Il sogno europeo si è spostato da Occidente a Oriente». È con queste divisioni, che da economiche diventano subito politiche, che l’Europa si misura. È che le divergenze strutturali prima o poi hanno la meglio sul resto”.

(Fonte: Danilo Taino, “Export, Germania leader mondiale. Con 310 miliardi batte anche la Cina”, Corriere della Sera, 7 settembre 2016).

 

Eurostat (e Istat): crescita zero per l’Italia

“Rallenta la crescita del pil in Europa: dopo l’aumento di 0,5% registrato nel primo trimestre 2016, nel secondo la crescita è stata di 0,3% nella zona euro e 0,4% nella Ue-28. Lo comunica Eurostat, che per l’Italia conferma la crescita zero già diffusa dall’Istat. Su base annuale il pil dell’Eurozona è salito di 1,6% e quello dell’Ue-28 di 1,8%, rallentando anche in questo caso sull’1,7% e 1,9% del trimestre precedente. In Italia la crescita annuale è confermata a 0,8%. Italia, Francia e Finlandia sono gli unici Paesi europei con la crescita ferma nel secondo trimestre del 2016. Sotto la media Ue (+0,4%) anche Austria (+0,1%), Grecia e Lituania (+0,2%), mentre volano i Paesi dell’Est: Romania (+1,5%), Ungheria (+1%), Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca (+0,9%). Bene anche la Spagna (+0,8%), mentre rallenta anche la Germania (+0,4% dopo lo 0,7% del primo trimestre)”.

(Fonte: www.ansa.it, “Eurostat: crescita zero per l’Italia”, 6 settembre 2016).

“A livello internazionale prosegue la fase espansiva dell’economia statunitense mentre i paesi dell’area euro mostrano segnali di rallentamento nel secondo trimestre. L’economia italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell’offerta dalla caduta produttiva del settore industriale. L’indicatore anticipatore dell’economia rimane negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza dell’economia italiana”.

(Fonte: www.istat.it, “Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana”, 5 settembre 2016: e consigliamo la lettura del documento, scaricabile dal sito).

Giudizio sintetico: chi si ferma è perduto…

Prodotto interno lordo invariato nel secondo trimestre

“Nel secondo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre del 2015.

La stima preliminare diffusa il 12 agosto 2016 scorso aveva misurato la stessa variazione congiunturale e una variazione tendenziale dello 0,7%.

La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,7%.

Dal lato della domanda interna, i consumi nazionali sono stazionari in termini congiunturali, sintesi di un aumento dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di un calo dello 0,3% della spesa della PA, mentre gli investimenti fissi lordi hanno registrato una flessione dello 0,3%. Le importazioni sono aumentate dell’1,5% e le esportazioni dell’1,9%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,1 punti percentuali alla variazione del PIL: si registrano contributi nulli per i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP) e per gli investimenti fissi lordi e un contributo negativo (-0,1 punti percentuali) per la spesa della Pubblica Amministrazione (PA). La variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,1 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,2 punti percentuali.

Il valore aggiunto registra incrementi congiunturali nell’agricoltura (0,5%) e nei servizi (0,2%) mentre diminuisce (-0,6%) nell’industria. All’interno dei servizi si rilevano settori in flessione e settori in espansione: incrementi significativi riguardano le attività professionali e di supporto (0,5%) e quelle del comparto del commercio, trasporto e alloggio (0,4%); all’opposto, il calo più marcato riguarda le attività finanziarie e assicurative (-0,6%)”.

(Fonte: www.istat.it, “Conti economici trimestrali”, 2 settembre 2016).

Le chiacchiere stanno a zero…

ParkLake apre le sue porte al pubblico domani

“ParkLake, il centro commerciale più atteso e innovativo del paese, apre le sue porte al pubblico domani, 1° settembre. I residenti di Bucarest potranno godere di una nuova e unica esperienza di shopping in un ambiente dal design ecocompatibile e che offrirà un mix distintivo di attrazioni per il tempo libero e per lo sport, proprio accanto al Titan Park. Tra le molte esperienze innovative, ParkLake propone nuovi e accattivanti retail concept e negozi esclusivi, tra cui diversi marchi che entrano nel mercato rumeno per la prima volta. ParkLake ha oltre il 97% della GLA affittata con la maggior parte degli spazi rimanenti in stato di trattative avanzate. Inoltre, la sua architettura e il design affascinante si adattano perfettamente al vicino Titan Park e offrono un soggiorno piacevole in un ambiente nuovo, come nessun altro centro commerciale del paese. L’investimento di €180 milioni di Sonae Sierra e Caelum Development comprende più di 200 negozi e crea circa 2.000 nuovi posti di lavoro diretti con la sua apertura. Il Centro prevede anche 2.450 posti auto ed è direttamente accessibile da tutti i principali mezzi di trasporto pubblico e dal collegamento con le piste ciclabili della città.

ParkLake trasformerà il quartiere Titan in una meta attraente dello shopping e del tempo libero come nessun’altra in città. Il centro commerciale lancerà nel mercato romeno tanti nuovi marchi, come Forever 21, Play Park, Lanidor, Lynne e 4F. La struttura ospiterà anche un cinema Multiplex con 14 sale, gestito dal Cinema City, e altri negozi di punta come H&M, tutti i marchi Inditex presenti in Romania (Zara, Massimo Dutti, Zara Home, Oysho, Bershka, Stradivarius e Pull & Bear), Debenhams, Koton, Gruppo LPP con tutti i 5 marchi (Reserved, Mohito, Sinsay, House e Cropp), WorldClass, Altex, Hervis, IPB e Lem’s. Tra gli altri marchi che vanno a completare l’offerta per lo shopping e il tempo libero ci sono Collettive, Levi’s, Motivi, Tommy Hilfiger, Gant e Lacoste, CCC, Springfield, Lee Cooper, KVL, TimeOut, Geox, Il Passo, Aldo e Desigual. Il centro commerciale offrirà anche una vasta gamma di brand legati al make-up e alla bellezza, quali Douglas, Sephora, Mac, Yves Rocher e Kendra. Per quanto riguarda il settore gioielli, ParkLake vanterà la presenza di Swarovski, Khulto, Fossil e Teilor. E’ confermata anche l’offerta di articoli per la casa, elettrodomestici e dispositivi elettronici grazie alla presenza di Zara Home, Bonsai, Altex e Arsis, arricchita dai principali negozi di giocattoli e bookstore come MaxiToys, Smyk, Mothercare, Lego e Carturesti. ParkLake offrirà anche una vasta gamma di marchi sportswear come Hervis, Intersport, Nike, Adidas e Sketchers.L’offerta di bar e ristoranti potenzierà il design e l’architettura innovativi dell’area ristorazione internazionale e della sua spaziosa terrazza, portando una grande varietà di nomi come KFC, Pizza Hut, Paul, Wu Xing, Brioche Dorée, Starbucks, Gloria Jean’s Coffees, K-Grill, Oro Toro (da OSHO), Bistrot du Paris, La Cerdac, Chopstix, SaladBox, per citarne solo alcuni. La zona ristorazione sarà caratterizzata da uno spazio esclusivo con sorprendenti peculiarità architettoniche e aree confortevoli, con una terrazza e una magnifica vista sul Parco Titan.

‘ParkLake è il nostro primo investimento in Romania e stabilisce nuovi standard a livello internazionale. Il centro commerciale fonde insieme i diversi concetti di shopping, natura e famiglia e per questo abbiamo messo a punto dei servizi eccezionali per lo sport, l’intrattenimento dei bambini, gli eventi e il relax come nessun altro in città. ParkLake è destinata a diventare il luogo dove sarà possibile fare shopping e mangiare, ma anche rilassarsi, passeggiare, praticare sport e assistere a spettacoli dal vivo e tutto questo a due passi dallo straordinario Titan Park. Abbiamo voluto dare una nuova prospettiva allo shopping e alle attività ricreative di Bucarest e, da domani in poi, tutti potranno vivere la nuova esperienza Parklake’, afferma Ingo Nissen, Direttore Generale di Sonae Sierra, Responsabile per lo sviluppo in Romania.

TJ Kearns, Direttore di Caelum Development, ha dichiarato: ‘Siamo molto entusiasti al pensiero dell’apertura di domani perché ParkLake sarà un punto di svolta in termini di shopping e tempo libero, ma anche un incredibile mix di aree sportive, culturali e di divertimento. Gli abitanti di Bucarest resteranno meravigliati davanti al design mozzafiato e al concept eccezionale di questa struttura, basato soprattutto sull’idea di natura e sul territorio adiacente al centro. ParkLake sarà il punto di riferimento per incontrarsi con gli amici e la famiglia e offrirà la possibilità di praticare diverse attività nel tempo libero’.

L’architettura moderna si ispira ai tre elementi di Parco – Natura – Famiglia

ParkLake è incentrato sull’associazione tra ‘Parco, Natura e Famiglia’, e presenterà ai visitatori un’innovativa esperienza di shopping rispondendo allo stesso tempo alle esigenze di comfort dei consumatori moderni: la possibilità di parcheggiare facilmente, la presenza di aree relax, un ambiente luminoso, ecologico e ricco di opportunità di intrattenimento. Anche il design degli esterni e degli interni ruota attorno al tema ‘Parco, Natura e Famiglia’, e integra ParkLake al parco adiacente.

Il centro è stato progettato rispettando gli standard internazionali più elevati in materia di qualità, sicurezza e sostenibilità, ed ha ricevuto il premio per ‘Concept & Design Project of the Year’ nella categoria centri commerciali al decimo SEE Real Estate Awards 2015. Il centro dispone di un’area ristorazione internazionale con terrazza, dalla quale sarà possibile godere della vista sul parco, e di un’area verde dedicata allo sport, agli eventi speciali, ai mercati stagionali, che andranno a costituire un’offerta complementare a quella del parco, con ulteriori opportunità ricreative e di intrattenimento all’aria aperta.

La sostenibilità come obiettivo principale

ParkLake considera la sostenibilità un fattore essenziale per il proprio sviluppo, che riveste quindi un ruolo decisivo nella fase operativa futura del centro con l’implementazione di attrezzature e design efficienti dal punto di vista energetico. Una gestione e un sistema di monitoraggio rigorosi hanno permesso l’attuazione di una serie di misure volte a garantire la sicurezza e la salute di dipendenti, tenant, fornitori e visitatori, e a ridurre l’impatto ambientale. Questo approccio adottato durante la costruzione e la gestione di ParkLake ha contribuito attivamente ad una maggior efficienza in termini di costi per l’intera esistenza del centro, con un uso efficiente delle risorse energetiche e un impatto positivo sull’area circostante. Inoltre, la joint venture punta ad ottenere per il centro commerciale la certificazione in base al principale protocollo di valutazione e classificazione ambientale degli edifici a livello mondiale”.

(Fonte: Sonae Sierra).

Prezzi al consumo: dinamiche di segno opposto

“Nel mese di agosto 2016, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,1% su base annua facendo registrare lo stesso tasso tendenziale di luglio.

La prosecuzione della fase deflazionistica è la sintesi di dinamiche di prezzo di segno opposto che si compensano. Se da una parte, infatti, si attenua il calo tendenziale dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-7,0%, da -8,0% di luglio) e accelera la crescita di quelli degli Alimentari non lavorati (+2,4%, era +1,5% il mese precedente), dall’altra i prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni registrano un’inversione di tendenza (-1,4%, era +0,4% di luglio) e si azzera la crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (era +0,7% il mese precedente).

Il calo dei prezzi dei Beni energetici (-6,5% rispetto ad agosto 2015), sebbene lievemente meno ampio di quello registrato a luglio (-7,0%), continua a spiegare la diminuzione dei prezzi al consumo su base annua, che, seppur contenuta, persiste. Al netto di questi beni l’inflazione è positiva e stabilmente pari a +0,6%.

Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici l'”inflazione di fondo” scende a +0,4% (da +0,6% di luglio).

L’inflazione acquisita per il 2016 risulta pari a zero (era -0,1% a luglio).

L’aumento mensile dell’indice generale dei prezzi al consumo è principalmente ascrivibile agli aumenti congiunturali dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,2%), degli Alimentari non lavorati (+0,9%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,4%).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,3% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,4% di luglio).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto non variano in termini congiunturali e registrano, in termini tendenziali, un aumento pari a +0,1% (era -0,1% a luglio).
Secondo le stime preliminari, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) è stabile sia su base mensile sia su base annua, azzerando così la flessione registrata a luglio (-0,2%)”.

(Fonte: www.istat.it, “Prezzi al consumo (dati provvisori)”, 31 agosto 2016).

Vendite al dettaglio in lieve aumento

“A giugno 2016 le vendite al dettaglio registrano un incremento congiunturale dello 0,2% in valore e dello 0,1% in volume. L’aumento è interamente dovuto alle vendite di prodotti non alimentari, che crescono dello 0,4% in valore e dello 0,3% in volume, a fronte di una flessione delle vendite di beni alimentari pari allo 0,1% sia in valore sia in volume.

Nella media del trimestre aprile-giugno 2016, l’indice complessivo delle vendite al dettaglio in valore registra una variazione congiunturale positiva dello 0,1%. L’indice in volume, invece, diminuisce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.

Rispetto a giugno 2015, le vendite aumentano complessivamente sia in valore (+0,8%), sia in volume (+0,2%). L’incremento maggiore riguarda i prodotti non alimentari: +1,0% in valore e +0,5% in volume.

Aumenti tendenziali si registrano per quasi tutti i gruppi di prodotti non alimentari, in particolare per Mobili, articoli tessili, arredamento (+2,1%) e Giochi, giocattoli, sport e campeggio (+1,7%).

Rispetto a giugno 2015, il valore delle vendite al dettaglio aumenta dello 0,7% sia nelle imprese che operano nella grande distribuzione sia in quelle operanti su piccole superfici”.

(Fonte: www.istat.it, “Commercio al dettaglio”, 30 agosto 2016).

Peggioramento della fiducia di consumatori e imprese

“Ad agosto 2016 si registra un peggioramento della fiducia sia tra i consumatori sia tra le imprese: l’indice del clima di fiducia dei consumatori passa da 111,2 di luglio a 109,2 e l’indice composito del clima di fiducia delle imprese scende da 103,0 a 99,4.

Tutte le stime riferite alle componenti del clima di fiducia dei consumatori registrano una flessione, seppure con intensità diverse: il clima economico passa da 129,8 a 125,5, diminuendo per il quinto mese consecutivo; le componenti personale, corrente e futura, dopo l’aumento registrato a luglio, tornano a posizionarsi sui livelli del mese di giugno. Più in dettaglio, il clima personale passa da 105,0 di luglio a 103,6, quello corrente da 109,1 a 107,2 e quello futuro da 114,8 a 112,2.

Le opinioni dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese si confermano in peggioramento per il quarto mese consecutivo (il saldo dei giudizi passa da -54 a -60 e quello delle aspettative da -9 a ‑15), mentre i giudizi sull’andamento dei prezzi nei passati 12 mesi e le attese per i prossimi 12 mesi registrano un incremento (da ‑31 a -22 e da -30 a -27). Peggiorano le aspettative sulla disoccupazione (da 30 a 35, il saldo).

Con riferimento alle imprese, il clima di fiducia scende in tutti i settori: in modo più marcato nei servizi di mercato (da 108,3 a 102,4) e nel commercio al dettaglio (da 101,3 a 97,1), più lieve nella manifattura (da 102,9 a 101,1) e nelle costruzioni (da 126,2 a 123,5).

Nelle imprese manifatturiere peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia, lievemente, le attese sulla produzione (da -14 a -18 e da 10 a 9, rispettivamente). I giudizi sulle scorte rimangono stabili (il saldo è a quota 3 per il quarto mese consecutivo). Nelle costruzioni peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -24 a ‑28) mentre le attese sull’occupazione rimangono stabili (il saldo si attesta a -9 per il terzo mese consecutivo).

Nei servizi peggiorano tutte le componenti del clima: diminuiscono i saldi dei giudizi e delle attese sul livello degli ordini (da 7 a 3 e da 8 a 1, rispettivamente) così come il saldo delle attese sull’andamento dell’economia in generale (da 8 a 3). Nel commercio al dettaglio peggiorano sia i giudizi sulle vendite correnti, il cui saldo torna negativo per la prima volta dal mese di gennaio 2016 (il saldo passa da 6 di luglio a -4) sia le attese sulle vendite future (da 21 a 16); il saldo sulle scorte di magazzino passa da 16 a 14”.

(Fonte: www.istat.it, “Fiducia dei consumatori e delle imprese”, 29 agosto 2016).

ABI: aiutare le popolazioni colpite dal terremoto

“L’Associazione Bancaria Italiana, nell’esprimere solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite dal drammatico terremoto, è impegnata per interventi a favore di coloro che si trovano improvvisamente in condizioni di difficoltà per aver subito il danneggiamento o l’inagibilità anche parziale degli immobili e delle strutture dedicate al lavoro. Al fine di offrire sollievo al grave disagio socioeconomico causato dal sisma, l’ABI, in coerenza con le previsioni contenute nello specifico Protocollo di intesa sottoscritto con la Protezione Civile e le Associazioni dei consumatori lo scorso 26 ottobre, volto ad assicurare ovunque nel Paese equità e tempestività degli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali, sta sensibilizzando i propri associati ad adottare ai residenti nei territori colpiti le previste sospensioni delle rate dei finanziamenti ipotecari collegati agli immobili residenziali, commerciali e industriali che abbiano avuto danneggiamenti anche parziali”.

(Fonte: www.abi.it, “Terremoto Centro Italia”, 24 agosto 2016).

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