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Migliora il clima di fiducia tra i cittadini e tra le imprese. Indice Istat ai massimi da due anni

Un altro passo avanti verso la ripresa. Così potrebbe essere letta la rilevazione sul clima di fiducia dei cittadini e delle imprese divulgato oggi dall’Istat.

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L’indice Istat del clima di fiducia dei consumatori aumenta a settembre 2015 a 112,7 da 109,3 del mese precedente. Anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator) sale passando a 106,2 da 103,9 di agosto. Entrambi gli indici permangono ai livelli massimi osservati negli ultimi due anni.

È una fiducia diffusa, quella tra i consumatori, tanto che tutte le componenti sono in ascesa, con un incremento più consistente per quella economica (a 143,2 da 133,1) ma anche per quella personale (a 103,6 da 101,4), quella corrente (a 108,0 da 104,0) e quella futura (a 122,0 da 117,7).

I cosumatori giudicano meglio l’attuale situazone economica del Paese (a -47 da -61) e anche le attese al riguardo salgono nelle stime (a 14 da 6) e contemporaneamente vedono un rallentamento nella crescita dei prezzi sia nei 12 mesi passati sia nei prossimi 12 mesi (a -19 da -14 e a -18 da -14 i saldi). Diminuiscono significativamente le attese di disoccupazione (a 7 da 25).

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Riguardo le imprese, crescono tutti i climi di fiducia: quello del settore manifatturiero (a 104,2 da 102,7), quello delle costruzioni (a 123,3 da 119,5), quello dei servizi di mercato (a 112,2 da 110,0) e quello del commercio al dettaglio (a 108,8 da 107,8).

Nel commercio al dettaglio in particolare, il clima di fiducia sale a 108,8 da 107,8. Aumenta il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 14) e diminuisce quello relativo alle aspettative sulle vendite future (a 28 da 29); in diminuzione sono giudicate le scorte di magazzino (a 10 da 12).

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Il clima di fiducia migliora sia nella grande distribuzione (a 106,1 da 105,8) sia in quella tradizionale (a 114,5 da 112,1). Nella prima, aumenta il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (a 18 da 16) e diminuisce quello relativo alle aspettative sulle vendite future (a 32 da 35); nella seconda, resta stabile il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (a 6) e aumenta quello relativo alle aspettative (a 20 da 14). Quanto, infine, alle scorte di magazzino, il saldo passa a 13 da 15, nella grande distribuzione e a 3 da 4, in quella tradizionale.

The omnichannel challenge involves the integrated supply chain

In the omnichannel scenario that is emerging, the supply chain is increasingly becoming the key for integrating the different channels and allowing a common inventory. This, according to Franck Lheureux, GVP South & CE Europe of JDA, who we met at the Word Retail Congress, is the critical factor of greatest impact for retail. Closer integration of eCommerce, order management and all the elements of the supply chain will be vital to provide better customer service, thanks to greater responsiveness and, at the same time, improved business efficiency.

The main issue for retailers is to monitor the various channels, making products arrive at the customer in a profitable manner. “Profitability is the mantra for retailers”.

Also the time factor is crucial in the organisation of the supply chain, because cycles are accelerating. “Today, time is measured in instants – says Lheureux – and is important for profitability in the management of customer demand. Since it is necessary to instantly respond to customer orders, the inventory must be available exactly where and when the customer expects the product to be delivered”.

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In this process, also stores must change: the shopping experience must be enhanced and they must become places of pleasant experience in themselves. “If you do not emotionally connect the customer with the brand, if you do not create interactivity, you risk losing brand equity and consequently consumers,” underlines Lheureux.

negozio omnichanel

Il popolo della rete dà i voti a Expo 2015. E la promuove

Code a Expo

Abbiamo effettuato una web research di sentiment analysis per indagare i mood lasciati in Social Media, Blog e Forum da netsurfer che hanno scritto nel web in italiano, inglese, spagnolo, tedesco, francese pareri, giudizi, commenti riguardo ad EXPO 2015, sia prima dell’inaugurazione che durante il terzo e quarto mese di apertura dell’Esposizione Universale, abbiamo inoltre analizzato i pareri di coloro che l’hanno visitata.

Abbiamo tralasciato per scelta metodologica news e siti di addetti ai lavori, con l’obiettivo di esaminare solamente il sentiment espresso liberamente e spontaneamente dai naviganti.

Il due periodi considerati sono stati i 60 gg compresi tra il 1° Marzo ed il 30 Aprile ed i 60 gg compresi tra il 1° Luglio ed il 30 Agosto. (Ricordiamo che EXPO 2015 è stata inaugurata il 1° Maggio e chiuderà il 30 Ottobre 2015).

Tra tutti i pareri eleggibili ai fini della presente indagine abbiamo realizzato ed analizzato un campione statisticamente rappresentativo costituito da 3.737.415 opinioni.

Riepiloghiamo le principali evidenze emerse; sono comunque disponibili tutti i dati rilevati e la loro interpretazione dettagliata.

 

Ripartizione dei pareri nelle varie lingue
I pareri scritti in italiano sono tre quarti del totale dei pareri rilevati (76,37%), seguono le opinioni lasciate nel web in lingua inglese (8,47%), spagnola (7,31%), tedesca (4,74%) e francese (3,11%).

Analizzando la ripartizione tra i pareri scritti prima dell’inaugurazione di EXPO 2015 a Marzo e Aprile e quelli scritti durante lo svolgimento dell’Esposizione Universale a Luglio e Agosto, notiamo che i netsurfer che si sono espressi in italiano hanno scritto più prima (55,81%) che durante l’evento (44,19%); chi ha scritto in Inglese, Spagnolo, Tedesco, Francese lo ha fatto in percentuale decisamente maggiore durante lo svolgimento della manifestazione (79,26%) piuttosto che durante i due mesi immediatamente precedenti (20,74%).

La campionatura effettuata garantisce la rappresentatività dei dati ampiamente oltre la soglia dell’errore statistico in ogni cella di quota (ad es. la base meno numerosa, pareri scritti in francese prima dell’inaugurazione, è 27.283).

 

Ripartizione dei pareri nei differenti canali web e tra infleuncer e naviganti
Il mix dei canali web si è spostato dai Social Media, utilizzati nel 73% dei casi quando si scriveva in rete riguardo EXPO prima dell’apertura della stessa, a Blog e Forum che insieme, a Luglio e Agosto, hanno raccolto il 67% delle opinioni (erano utilizzati nel 27% dei casi a Marzo e Aprile). Ciò è rappresentativo di un dibattito che si svolge in ambienti dedicati, ovvero di pareri meno generalistici, maggiormente specifici ed approfonditi.

Anche la ripartizione tra Influencer e Naviganti ha subito un’inversione, i primi sono cresciuti dal 14% al 32% (i secondi sono quindi scesi dall’ 86% al 68%).

Ricordiamo che con Influencer indichiamo quei naviganti “privati” ritenuti dagli altri fonte attendibile di informazione nell’80% dei casi: sono coloro che fanno proseliti, una sorta di opinion leader della rete. Segnaliamo inoltre che la media di Infuencer presenti nel web per argomenti di attualità e pubblico dominio, escludendo quindi gli addetti ai lavori e le news, è del 20%.

Quindi la percentuale di “liberi naviganti” che parla di EXPO 2015 con competenza e cognizione di causa, pur senza essere coinvolti professionalmente – gli Influencer – è più che raddoppiata, facendo segnare un + 12% sulla media web riferita ad argomenti di attualità, quando prima dell’inaugurazione tale percentuale era inferiore del 6% rispetto a tale media web.

Non sono presenti differenze significative tra le lingue per quanto riguarda le ripartizioni di cui sopra.

Dopo queste prime considerazioni, propedeutiche all’interpretazione dei dati, entriamo ora nel vivo di quanto emerso dall’analisi semantica e psicometrica effettuata dai software di intelligenza artificiale che emulano le reti neurali.

Abbiamo individuato dei cluster, dei macro-argomenti in cui si aggregano i pareri scritti in rete, li abbiamo contati ed abbiamo misurato la loro variazione in volume tra Marzo–Aprile e Luglio-Agosto, li abbiamo riclassificati in giudizi positivi, neutrali e negativi misurando anche in questo caso la variazione tra i due periodi, abbiamo isolato i pareri di coloro che hanno visitato EXPO 2015 confrontandoli con gli altri ed ai pareri scritti da chi ha visitato l’Esposizione Universale abbiamo attribuito una votazione.

Infografica voti a Expo

Argomenti trattati nelle quattro lingue straniere
Analizziamo gli argomenti maggiormente trattati nelle quattro lingue straniere.

Per prima cosa notiamo che gli argomenti non cambiano: prima dell’inaugurazione e durante lo svolgimento di EXPO 2015 si scrive in rete in inglese, spagnolo, tedesco e francese riguardo gli stessi temi.

Precisiamo che i cluster “Viaggio in Italia”, “Made in Italy”, “Milano / Città della Moda / Fashion” “Città d’arte italiane (non Milano)”, “Bellezze naturali italiane (mare in primis)”, sono da intendersi come argomenti sviluppati, dibattuti in associazione con la citazione di EXPO 2015.

Precisiamo inoltre di avere isolato i dati “Tema di Expo” e “Storia di Expo” anche quando non sono risultati essere gli argomenti maggiormente dibattuti.

Confrontiamo le percentuali del periodo antecedente l’inaugurazione con quelle del periodo a regime.

Gli argomenti strettamente legati all’Esposizione Universale “Tema di EXPO” e “Storia di EXPO” crescono quasi del 9 %, quelli relativi a “Milano/Città della Moda/Fashion” crescono del 2%, quelli relativi a “Viaggio in Italia”, “Made in Italy”, “Città d’arte italiane (non Milano)”, “Bellezze naturali” calano del 10 %.

Globalmente l’11,75% riguarda strettamente EXPO 2015, il 17,75% Milano Città dell’Esposizione Universale, il 63% l’Italia.

I driver della talkability di EXPO 2015 all’estero sono l’Italia e il Made in Italy; è l’immagine della penisola, del Made in Italy a veicolare l’Esposizione Universale e non viceversa.

 

Gli argomenti trattati in italiano
Anche in questo caso non abbiamo registrato nuovi argomenti tra quanto trattato in rete prima e dopo l’inaugurazione dell’Esposizione Universale.

Notiamo che gli argomenti sono completamente differenti (a parte Tema e Storia di Expo) rispetto a quanto affrontato dai naviganti che hanno scritto nel web nelle altre lingue analizzate, sono molto più numerosi e segmentati.

In particolare si concentrano in tre aree : una prima costituita da critiche, polemiche, scandali che a Luglio e Agosto fa registrare un calo del 17% rispetto a Marzo – Aprile; una seconda che riguarda l’occasione che EXPO 2015 rappresenta che cresce del 5% e una terza che riguarda le peculiarità dell’ Esposizione Universale che cresce del 12%.

Per quanto concerne le peculiarità di EXPO 2015, degli Ambassador, del Cirque de Soleil e delle iniziative digitali a Luglio e Agosto non se ne scrive praticamente più, del Cirque de Soleil se ne scriveva comunque pochissimo anche a Marzo e Aprile, delle iniziative digitali praticamente nulla da sempre.

Isolando i pareri ascrivibili unicamente al Tema ed alla Storia di Expo, i giudizi espressi nel web in italiano sono allineati con quelli scritti nelle altre quattro lingue analizzate (12% ed 11,75% rispettivamente).

 

Conoscenza del tema di EXPO 2015
Entriamo ora nell’analisi quali-quantitativa dei pareri.

Confrontiamo la conoscenza del tema di EXPO 2015 di chi si è espresso in rete nella lingua di Dante con quella di chi lo ha fatto nelle altre quattro lingue considerate (fino ad ora abbiamo visto “quanto” nelle varie lingue, prima dell’inizio e a Luglio/Agosto, si è scritto in rete riguardo al tema dell’Esposizione Universale).

Prima dell’inaugurazione solo i pareri lasciati nel web in italiano facevano registrare una conoscenza del tema dell’Esposizione Universale “Ottima + Buona” superiore al 50% (erano il 55%, ora sono il 96%).

A Luglio e Agosto i parerei lasciati in rete nelle quattro lingue straniere fanno registrare percentuali di conoscenza “Ottima + Buona” del tema di Expo, che vanno dal 60% dei pareri scritti in lingua inglese all’86% di quelli lasciati dai naviganti che si sono espressi in tedesco; prima dell’apertura oscillavano tra il 17% dei pareri scritti in Inglese e il 38% di quelli lasciati in rete da naviganti di lingua tedesca.

Nel complesso la conoscenza “Ottima + Buona” del tema di EXPO 2015 da parte dei naviganti che scrivono nelle quattro lingue estere selezionate è passata dal 27% di Marzo-Aprile al 70% di Luglio-Agosto

Dopo l’inaugurazione è esplosa la conoscenza del tema di EXPO 2015.

 

Giudizi positivi, neutrali, negativi
Vediamo adesso cosa emerge dalla riclassificazione dei pareri analizzati in giudizi positivi, neutrali e negativi.

Prima dell’inaugurazione i pareri in lingua italiana erano positivi solo nel 21% dei casi e negativi per il 47%, ora i giudizi positivi espressi in italiano salgono al 44% e quelli negativi scendono al 24%. Abbiamo assistito ad una inversione a 180 gradi.

I pareri positivi nelle quattro lingue straniere crescono del 10% passando dal 53% al 63% e quelli negativi scendono del 2%, ma soprattutto sono una percentuale irrisoria : il 3%.

Sottolineiamo che avendo riclassificato anche i pareri neutrali le percentuali dei giudizi positivi hanno un valore in un certo senso maggiore, poichè i pareri rimanenti non sono tutti negativi.

Il concetto di EXPO 2015 sta piacendo molto. I naviganti che scrivono nel web di EXPO 2015 nelle quattro lingue straniere prese in considerazione sono comunque molto più soddisfatti degli internauti che si esprimono in italiano.

 

Giudizi dei visitatori
Come hanno giudicato l’Esposizione Universale coloro che la hanno visitata?

Isolando all’interno dei pareri analizzati, quelli di chi si è recato presso EXPO 2015, il miglioramento dei giudizi è notevole, per quanto riguarda quelli espressi in italiano i positivi quasi raddoppiano salendo dal 44% all’83% ed i negativi scendendo dal 24% all’11%.

Abbiamo fatto questo confronto con i giudizi di chi ha scritto di EXPO 2015 (senza averla visitata) a Luglio e Agosto, se considerassimo la media dei giudizi tra Marzo-Aprile e Luglio-Agosto (espressi da chi non è stato in Expo), le percentuali di incremento dei giudizi positivi e quelle di decremento dei giudizi negativi, scritti dai visitatori, sarebbero ancora superiori.

Confrontiamo ora i giudizi scritti nel web a Luglio e Agosto, nelle 4 lingue straniere, da chi ha visitato l’Esposizione Universale: i giudizi positivi crescono del 27 %, passando dal 63% al 90%.

Globalmente l’88% dei giudizi lasciati in rete dai visitatori è positivo.

 

Ulteriori giudizi dei visitatori
Ovviamente chi ha visitato EXPO 2015 esprime anche pareri su argomenti differenti o ulteriori rispetto a quanto fatto dagli altri naviganti e lo fa in maniera più articolata. Questo ci ha permesso sia di aggregare i giudizi in ulteriori 10 cluster, sia di valutare tali giudizi con una scala da 0 a 10 (come nella votazione scolastica).

Le uniche insufficienze sono riservate dagli italiani e riguardano le code e il prezzo.

I visitatori nazionali attribuiscono ad Expo i voti meno brillanti ma la media globale dei loro giudizi è comunque 7/10; i visitatori stranieri (che hanno scritto nel web nelle quattro lingue analizzate) tributano una votazione globale di 8/10.

Da segnalare che dopo il “Prezzo” e le “Code” i voti più bassi sono per come è stato sviluppato il tema di EXPO 2015.

 

Gli argomenti più dibattuti in lingua italiana

Abbiamo inoltre voluto approfondire, riclassificandoli in giudizi positivi, neutrali e negativi, come sono cambiati i pareri oggetto del dibattito maggiore, ovvero più numerosi, lasciati nel web in italiano. Precisiamo che abbiamo attribuito valore positivo alla negazione di un’affermazione negativa, ad es. “non si tratta di spese inutili”.

Analogamente abbiamo attribuito valore negativo alla negazione di un’asserzione positiva, ad es. “non sarà una vetrina per Milano, l’Italia e il Made in Italy”.

I pareri espressi a Luglio ed Agosto sono meno negativi di quelli espressi sugli analoghi argomenti a Marzo e Aprile. In particolare crescono del 50% coloro che pensano che EXPO 2015 sarà un successo (e calano del 51% coloro che pensano sarà un insuccesso); analogamente sono cresciuti del 30% coloro che non giudicano che per l’Esposizione Universale siano state fatte spese inutili, (e calano del 31% coloro che invece lo reputano).

Curioso che si attenuino (+17% i positivi, -19% i negativi) i pareri su fatti oggettivi come le infiltrazioni mafiose e le tangenti, probabilmente se ne scrive in rete con minor enfasi e maggiore distacco.

 

Conclusioni
Si scrive in rete di EXPO 2015 enormemente più in italiano che non in inglese, spagnolo, tedesco e francese, ma comunque se ne scrive in quantità significative anche in ciascuna delle quattro lingue estere analizzate.

I privati cittadini che scrivono di EXPO 2015 nel web manifestano decisamente una maggior competenza a Luglio e Agosto rispetto a Marzo e Aprile. I driver della talkability di EXPO 2015 all’estero sono l’Italia e il Made in Italy; è l’immagine della penisola, del Made in Italy a veicolare l’Esposizione Universale e non viceversa.

Chi scrive in rete riguardo l’Esposizione Universale nelle quattro lingue straniere analizzate non tocca i temi degli scandali, delle tangenti e delle infiltrazioni mafiose, non dibatte sull’utilità o meno delle spese sostenute e sul successo/insuccesso che avrà EXPO 2015.

Dopo l’inaugurazione è esplosa la conoscenza del tema di EXPO 2015 che in particolare era molto bassa tra i netsurfer che digitavano nelle quattro lingue estere considerate.

I pareri negativi espressi in italiano erano prevalenti prima dell’inaugurazione, ma analizzando i giudizi scritti nella lingua di Dante a Luglio e Agosto assistiamo ad un ribaltamento a 180 gradi. Chi scrive di EXPO 2015 nelle quattro lingue straniere è comunque molto più positivo di chi lo fa in italiano.

Il concetto di EXPO 2015 sta piacendo molto. Chi ha visitato l’Esposizione Universale lascia in rete pareri e giudizi ancora più positivi di chi non vi si è recato ed in questo caso i pareri scritti in italiano quasi eguagliano quelli scritti nelle altre quattro lingue. Nove visitatori su dieci sono molto soddisfatti di EXPO 2015.

 

Di Gian Marco Stefanini – Web Research

 

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Le relazioni di filiera, l’impresa etica e il caso Volkswagen

Non poteva capitare meglio, nel pieno della bufera su Volkswagen, l’incontro organizzato a Expo da Impronta Etica per la presentazione della ricerca “Integrata, connessa e sicura. La gestione sostenibile della catena di fornitura tra rischi e opportunità”.

Qui puoi scaricare la ricerca

Una ricerca, curata dal segretario generale di Impronta Etica (associazione senza scopo di lucro per la promozione e lo sviluppo della responsabilità sociale d’impresa, partner del network europeo CSR Europe), che si caratterizza per aver cercato di affrontare la responsabilità sociale d’impresa analizzando il rapporto tra aziende e fornitori, in un contesto che cambia, ma che vede al centro sempre il rapporto con i cittadini consumatori.

Anzi, è propri la centralità del consumatore a determinare la necessità di una gestione sostenibile della catena di fornitura che “massimizza i suoi effetti quando all’obiettivo di riduzione degli impatti ambientali e sociali nel processo produttivo si affianca la capacità di costruire tra l’impresa e il fornitore rapporti stabili, collaborativi, basati sullo scambio e lo sviluppo sinergico di conoscenze e competenze”. Così la filiera è sostenibile se da frantumata e basata sul prezzo diventa integrata con un investimento di lungo periodo che stimoli il fornitore a erogare un servizio sempre migliore come condizione necessaria per il mantenimento della relazione e consenta all’azienda di superare la logica orientata al costo del rapporto. «La logica di integrazione – dice Parmigiani – si ripercuote anche sul processo di innovazione dei prodotti» e fa l’esempio di Procter & Gamble che ha connesso nel processo di sviluppo dei prodotti una quindicina di fornitori: ne sono nati 250 prodotti he hano una redditività passata dal 2 al 6%.

Ma la filiera diventa anche intelligente e connessa per la massima trasparenza e visibilità dei processi e sicura per ridurre la probabilità di rischi e per meglio presidiare la fiducia da parte dei consumatori.

In sintesi, come ha sottolineato Paolo Ricci, docente dell’Università del Sannio, sono quattro i temi chiave della ricerca: le relazioni tra valore d’impresa e valore per il territorio, dove valore non va confuso con profitto, la ridefinizione del termine stakeholder perché le nuove relazioni cambiano la soggettività delle imprese, pensare all’innovazione come sostenibilità («È innovativo ciò che è sostenibile») con il corollario relativo al rischio di impresa che attiene all’imprenditore e non deve essere trasferito ad altri.

Leggi anche: Responsabilità sociale, gli italiani sono pronti a premiare le aziende (poche) che la perseguono

Nel delineare le nuove relazioni di filiera tra etica e strategia nella gestione sostenibile della catena di fornitura, la ricerca analizza numerosi casi di business con l’obiettivo di dimostrare che la sostenibilità lungo la catena è una leva strategica, che sta alla base della «capacità dell’impresa di riappropriarsi del valore e che non si ferma al quotidiano», ha detto Adriano Turrini, presidente di Impronta Etica e di Coop Adriatica. «Non dimentichiamo che al punto d’arrivo della filiera c’è un territorio, inteso come nucleo di comunità. La sostenibilità è la chiave vincente e la leva strategica nello sviluppo dell’impresa. Ma l’impresa deve in questa prospettiva accettare le regole del mercato, la legislazione, qualsiasi forma di concorenza, svincolandosi da una visione che vede l’unico obiettivo nel profitto domani».

È pensando alle nuove relazioni che cambiano la soggettività dell’impresa di cui ha accennato Ricci, che il caso Volkswagen diventa emblematico: «Qual è il sistema identitario di Volkswagen tra ciò che dichiara di fare (visto che per anni ha pubblicato un bilancio di sostenibilità) e come agisce, non rispettando le regole del mercato dove opera?» si chiede il docente.

Proprio a questo riguardo abbiamo chiesto a Turrini una lettura dell’affaire Volkswagen in chiave di responsabilità sociale d’impresa.

Istat, vendite al dettaglio: l’alimentare consolida la crescita a luglio. Federdistribuzione: è ancora troppo debole

A luglio 2015 l’indice destagionalizzato del valore delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) aumenta dello 0,4% rispetto a giugno 2015. Nella media del trimestre maggio-luglio 2015, il valore delle vendite registra una crescita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.

L’indice grezzo del valore del totale delle vendite aumenta dell’1,7% rispetto a luglio 2014, mantenendo un ritmo di crescita analogo a quello registrato il mese precedente.

Nei primi sette mesi del 2015, il valore delle vendite segna un aumento tendenziale dello 0,7%.

Con riferimento allo stesso periodo, il valore delle vendite di prodotti alimentari e quello di prodotti non alimentari segnano aumenti, rispettivamente, dell’1,3% e dello 0,3%.

Tenendo conto della variazione dei prezzi al consumo, emergono segnali di ripresa dei consumi di beni in termini reali: a luglio 2015, l’indice in volume delle vendite al dettaglio registra variazioni positive dello 0,4% rispetto a giugno 2015 e dell’1,4% rispetto a luglio 2014. Nel trimestre maggio-luglio 2015 l’indice aumenta dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti.

Nel confronto con il mese di luglio 2014 si registra una variazione positiva del 3,5% per il valore delle vendite delle imprese della grande distribuzione, mentre più contenuto è l’aumento registrato dalle imprese operanti su piccole superfici (+0,2%

Nella grande distribuzione il valore delle vendite aumenta, in termini tendenziali, del 4,3% per i prodotti alimentari e del 2,5% per quelli non alimentari. Nelle imprese operanti su piccole superfici, le vendite registrano variazioni positive dello 0,2% per i prodotti alimentari e dello 0,1% per quelli non alimentari. Riguardo alla tipologia di esercizio della grande distribuzione (Prospetto 3), a luglio 2015 si registrano aumenti del 3,7% per le vendite degli esercizi non specializzati e del 2,7% per quelle degli esercizi specializzati. Tra i primi, aumentano del 3,8% le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare e del 2,9% quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare. In particolare, per quanto riguarda gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, si registrano aumenti per tutte le tipologie distributive: ipermercati (+3,2%), supermercati (+3,6%) e discount (+5,4%).

«La dinamica delle vendite al dettaglio – secondo il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli – presenta alcuni segnali positivi, che tuttavia sono da valutare con prudenza. La crescita dei prodotti alimentari è stata infatti influenzata da fattori climatici che hanno sostenuto le vendite dei prodotti stagionali; uno stimolo che potrebbe non ripresentarsi in futuro.  Preoccupano inoltre alcuni comparti strategici della Distribuzione Moderna Organizzata, come il settore dei mobili-arredamento e dell’abbigliamento, che segnano a luglio rispettivamente un -1,3% e un modesto +0,2%. Settori che ancora non riescono a dare incoraggianti segnali di ripresa».

La ripresa delle vendite al dettaglio di un modesto 0,7% rspetto all’anno scorso costiyuiscono per Cobolli Gigli «una variazione positiva rispetto al passato ma ancora timida per immaginare una robusta e strutturale crescita della domanda interna e certamente ancora non in grado di bilanciare le variazioni negative che le imprese del commercio hanno dovuto sopportare negli anni precedenti. Anche perché le famiglie stanno indirizzando i loro acquisti in modo significativo verso altri beni, quali le auto, come dimostrano i dati Istat degli ordinativi industriali di luglio in crescita del 61,3% per i mezzi di trasporto».

C’è atesa per un sostegno ai consumi attraverso per esempio la diminuzione della pressione fiscale. Ma dal mondo del commercio si guarda con una certa apprensione ai prossimi interventi in materia di liberalizzazioni e di aperture nei giorni festivi.

Funzionali e sostenibili gli alimenti che tra due anni troveremo sugli scaffali dei supermercati

Pomodori canditi, essenza di caviale, salumi green e ketchup integrale: sono alimenti che presto, entro due anni, potremmo trovare sugli scaffali dei supermercati. A raccontarli i ricercatori dei vari Dipartimenti della Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari (Ssica) a Expo, presso il padiglione CibusèItalia.

SSICA_EXPO_PackagingA questi si aggiunge un coating per imballaggi metallici o film con effetto barriera per imballaggi flessibili ottenuto da sottoprodotti della lavorazione di legumi.

«Tutti e cinque i progetti di ricerca – spiega il coordinatore del comitato scientifico di Ssica – testimoniano la vocazione della Stazione sperimentale a porsi al servizio dell’industria agroalimentare, sia migliorando gli standard di qualità, sia ottimizzando i costi di produzione, in particolare per quanto concerne la gestione degli scarti. Dall’altro lato, Sica è molto attenta alle possibili ricadute sociali dei risultati dei suoi progetti di ricerca: corollari della nostra mission di favorire il progresso scientifico e tecnologico sono una sempre maggiore tutela della salute dei consumatori e il rispetto per l’ambiente».

SSICA_EXPO_Ketchup-IntegraleSalute, sicurezza, gusto e rispetto per l’ambiente sono infatti le vie maestre lungo le quali si sono sviluppati i progetti, come quello del ketchup integrale che, utilizzando il concentrato di pomodoro unito però all’utilizzo di scarti della lavorazione industriale trasformati in ingredienti salutistici, come l’olio dai semi essiccati ricco in fitosteroli (anti-colesterolo Ldl) e altri nutrienti essenziali.

Nella stessa direzione di alimento funzionale vanno i salumi green (nella foto grande), ottenuti con l’inserimento di ingredienti naturali di origine vegetale (polifenoli e vitamina C) nell’impasto o nel muscolo che, conservando le caratteristiche sensoriali e organolettiche del prodotto tradizionale, espletano una funzione chemoprotettiva nei confronti delle cellule intestinali e permettono di ottenere salumi a ridotto contenuto di sale e di nitriti.

SSICA_EXPO_Essenza-CavialeCon l’essenza di caviale (sviluppato in collaborazione con Agro Ittica Lombarda) si mette a disposizione dei consumatori un prodotto altamente proteico con bassa percentuale di grassi e minima quantità di sale, con caratteristiche gourmet di lusso, ma a costi più contenuti e impatto ambientale praticamente nullo. Inoltre valorizza un sottoprodotto dell’industria ittica finora largamente sottoutilizzato, ma ricco di nutrienti.

SSICA_EXPO_Pomodori-canditiI Pomodori canditi, infine, sono sottoposti a processi di canditura, attualmente non presenti sul mercato: le varietà utilizzate (Cuore di bue e Ciliegino) vengono normalmente consumate fresche.

L’impiego dei pomodori canditi spazia dalle guarnizioni per cocktail ai dolci,dall’accompagnamento di formaggi o salumi.

Tutti questi prodotti, così come avviene nella normale attività della Sica, sono stati sottoposti a collaudi su basi scientifiche per garantire la loro sicurezza alimentare.

Le etichette elettroniche Ses tra gestione del punto vendita ed engagement del cliente

Le etichette elettroniche sono una realtà per il retail da circa quindici anni, ma è solo con l’avvento della tecnologia Nfc che si stanno sviluppando tutte le potenzialità sia nella gestione del punto vendita, per quanto riguarda le rotture di stock e la disponibilità delle referenze a scaffale, per arrivare all’integrazione con il digital signage all’interno dello store, sia, sul lato dell’interazione con il cliente, per quanto riguarda le promozioni personalizzate sullo smartphone.

Ses-Store Electronic Systems è uno dei maggiori operatori nello sviluppo delle etichette elettroniche e Alessio Guffré, direttore generale di Ses Italia, ci parla in questa breve videointervista raccolta al World Retail Congress, delle direzioni di sviluppo di queste tecnologie.

Ses è recentemente entrata tra i finalisti dell’e-Commera Award della Paris Retail Week per l’utilizzo delle etichette elettroniche nel negozio Intermarché di Mairie d’Issy (v. qui l’articolo pubblcato da inStore), proprio in collegamento con lo smartphone. Grazie alla tecnologia NFC (Near Field Communication) incorporata nelle etichette elettroniche Ses, i consumatori possono aggiungere i prodotti al carrello della spesa semplicemente avvicinando lo smartphone all’etichetta elettronica; ciò permette di beneficiare all’istante di sconti personalizzati e di conoscere in ogni momento l’esatto totale della spesa, passando alla cassa senza la necessità di dover svuotare il carello.

Gli italiani utilizzano meno il contante. Carte: pagamenti elettronici a +6,5%

Il 2014 ha riconfermato il trend di costante crescita della diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante, sia in termini di volumi che di numero di transazioni. Infatti, il numero dei pagamenti effettuati in Italia con strumenti diversi dal contante è cresciuto del +6.5% rispetto al +5.4% registrato l’anno precedente.

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Coerentemente con questa dinamica, si osserva una crescita, anche se meno sostenuta, del volume complessivo delle transazioni effettuate (+3.7%), che raggiungono il numero assoluto più alto degli ultimi cinque anni. Al contempo, si registra una diminuzione dell’importo medio transato annuo, pari a 1.860 Euro, rispetto ai 1.911 Euro del 2013 (-3%), che conferma il trend di riduzione iniziato nel 2011.

Sono queste l principali evidenze dell’Osservatorio sulle Carte di Credito realizzato da Assofin, CRIF e GfK, presentato oggi a Milano.

Nel corso del 2014 le carte di credito in circolazione nel nostro Paese continuano a diminuire (-3.5% rispetto al 2013), principalmente a causa delle politiche di razionalizzazione dell’offerta.

Interessante rilevare che il valore medio delle transazioni è in diminuzione di 3 euro dagli 87 euro del 2013, segno che in Italia l’utilizzo degli strumenti elettronici si sta diffondendo anche per acquisti di medio-basso valore, il che favorisce una maggiore trasparenza nei consumi.

Crescono poi del 5,1% le carte di debito in circolazione, così come quelle prepagate, che mettono a segno un +13,9%, con un valore medio delle transazioni di 46 euro, in ribasso per due anni consecutivi. Anche questo dato può essere spiegato dalla nuova abitudine da parte degli italiani di usare la moneta elettronica anche per l’acquisto di beni di importo più contenuto.

Amazon nel b2b: un nuovo negozio con più di 200 mila prodotti per i clienti professionali

Nuovo ampliamento dell’area di business per Amazon, che da oggi apre in contemporanea nei siti europei il negozio Commercio, Industria e Scienza con più di 200.000 prodotti disponibili per ogni esigenza professionale.

L’assortimento include prodotti per la stampa 3D, per l’igiene e la pulizia, attrezzature ed equipaggiamenti per la sicurezza sul lavoro, nastri adesivi, strumenti di misura, utensili elettrici e meccanici così come forniture scientifiche, da laboratorio e medicali.

«Crediamo che il nuovo negozio permetterà ai professionisti di trovare tutte le attrezzature necessarie per il proprio lavoro» afferma Raoul Heinze, Direttore del negozio Commercio, Industria e Scienza presso Amazon EU Sàrl.

Tra i brand disponibili nel negozio Commercio, Industria e Scienza sono presenti 3M Industrial, Kimberly Clark Professional, DuPont, Horiba, 3D Systems, XYZ Printing, Adam Equipment, 3M Littmann, 3B Scientific, Wheaton, Heathrow Scientific e molti altri ancora.

Gli stessi fornitori hanno dimostrato interesse per la possibilità di offrire la propria selezione di prodotti ai clienti Amazon: «Abbiamo grandi aspettative per il lancio europeo del negozio Commercio, Industria e Scienza, considerato il successo riscosso nel corso degli anni negli Stati Uniti» ha commentato Oskar Kaszubski, Global Director, Commercial Innovation di Kimberly-Clark Professional.

«Vogliamo incrementare ulteriormente la collaborazione con Amazon e ampliare la nostra offerta online di prodotti B2B», ha dichiarato Roland Mueller, Development Manager Western Europe di 3M Corporate Channel.

 

The connected store: technology is changing the role of the sales assistant

“The connected store is a necessity”: that’s how Henri Seroux, Senior Vice President EMEA of Manhattan Associates begins in this video interview conducted during the World Retail Congress.

Omnichannel in fact brings with it a change in the role of physical stores and of how new generation sales assistants must operate in assisted sales, particularly in the clothing and luxury goods sectors, but not only. To provide an excellent service, in fact, they must know the online and offline history of the customer, ensure completion of the order process, facilitate cross-channel returns and exchanges and accelerate payment and check-out.

Today’s sales assistants no longer remain behind the counter or at the till, but are constantly on the move inside the store, creating a new class of sales consultants (sales, customer service and order completion assistants) with specific skills able to ensure the best shopping experience possible, across all channels.

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