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Montana lancia il nuovo spot e rinnova l’attenzione per il rispetto ambientale

Montana torna in tv col nuovo spot confermando il filone di comunicazione che vede i prodotti diventare i diretti testimonial dell’azienda e dei suoi valori.

Lo spot catapulta dentro la casa di una famiglia di consumatori dove le simpatiche scatoline interagiscono con una mamma che vuole preparare un pasto veloce e nutriente per lei e il suo bambino, in un divertente dialogo tra il mondo reale e il mondo fantastico dei cartoon, in cui vengono riprese le caratteristiche distintive del prodotto (100% carne da allevamenti italiani, magra, ricca in proteine e con dichiarazione ambientale di prodotto EPD – Environmental Product Declaration) come elemento di scelta della mamma.

La dichiarazione EPD, in particolare, calcola gli impatti ambientali dell’intera filiera produttiva, dall’allevamento al recupero e riciclo delle confezioni, con un percorso certificato da cui emerge l’impegno di Montana nel rispetto dell’ambiente, in linea con le richieste di un consumatore sempre più consapevole e responsabile.

Lo spot sarà visibile da giugno per 5 settimane sulle principali emittenti nazionali e on demand nei formati 30’’ e 15’’, sul web, nel circuito cinema Rai, oltre che sul sito www.montanafood.it e sui principali social Montana (Facebook, Youtube, Instagram).

Buoni sconto fondamentali per la spesa degli italiani

Nel corso del 2022 in Italia sono stati distribuiti 250 milioni di buoni sconto con un valore medio di 1,30€, registrando una crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Il giro d’affari del settore ha raggiunto così 350 milioni di euro, incremento proseguito nel primo trimestre del 2023 quando sono stati distribuiti circa 60 milioni di buoni, per un valore medio di 1,45€ e un giro d’affari di 87 milioni di euro.

I dati emergono dallo studio “Il mercato del couponing in Italia” redatto da Savi, azienda che si occupa della gestione dei servizi legati all’utilizzo dei buoni sconto e all’analisi dei dati nel mercato della Gdo e non solo. La ricerca è stata condotta sulla base dei dati generati da oltre 38.000 rivenditori che comprendono insegne della Gdo, drugstore, specializzati e farmacie (sono esclusi i discount) e rappresentano la quasi totalità delle aziende del settore in Italia.

Lo studio conferma quanto i coupon siano sempre più uno strumento fondamentale nella spesa degli italiani. Oltre il 40% delle famiglie è alla ricerca di sconti e offerte e quasi il 60% di esse valuta attentamente prezzi e quantità dei prodotti che intende acquistare con l’obiettivo di massimizzare il ritorno della propria spesa. Un trend già in corso da anni, ma che ha subìto un’accelerazione nel periodo della pandemia, quando la congiuntura economica e il successivo aumento dei prezzi hanno inesorabilmente modificato le abitudini di acquisto degli italiani, sempre più attenti e consapevoli.

Alla crescita nell’utilizzo dei buoni sconto è inoltre corrisposto un aumento del 25% dei coupon digitali, che oggi rappresentano il 10,5% del totale transato in cassa. Un dato rilevante che testimonia come sempre più consumatori si stiano avvicinando a strumenti alternativi e dematerializzati, nell’ambito di un processo di digitalizzazione che, tuttavia, è ancora alle prime fasi di adoption. Se si va nel dettaglio delle macro-categorie merceologiche in cui si osserva un maggiore utilizzo dei buoni sconto, il settore alimentare è quello in cui si concentra il 43,4% di tutti i coupon. Tra i beni alimentari più acquistati troviamo le bevande (30,2%), i prodotti confezionati (22,8%), il latte e i derivati (16,9%) e i dolciumi (15,6%). I coupon per i condimenti e i prodotti da forno sono stati utilizzati rispettivamente dal 5,9% e dal 4,4% del totale, mentre i surgelati dal 3,5%. Una quota sempre maggiore dei consumatori utilizza poi strategie di risparmio mirate per acquistare prodotti per la routine di bellezza quotidiana. Il 26,1% dei buoni sconto utilizzati ha infatti avuto ad oggetto articoli per la cura e l’igiene personale e il 20,5% prodotti dedicati alla detergenza. Il 7% dei coupon rientra invece nella categoria dei prodotti per gli “animali”.

“Il couponing è un settore in costante crescita ed evoluzione, perché permette di accedere a promozioni su un’ampia categoria di prodotti in maniera semplice e istantanea”, ha dichiarato Angelo Tosoni, Managing Director di Savi Italia. “Come Savi abbiamo intrapreso da tempo un percorso di digitalizzazione che ci ha spinto ad investire oltre 1 milione di euro negli ultimi tre anni per trasformare il mercato dei coupon in un’esperienza interamente dematerializzata, con evidenti benefici sia per i consumatori che per le catene della Gdo oltre che per le aziende dell’industria di marca. Queste ultime, grazie alla nostra piattaforma, possono controllare in tempo reale tutti gli analytics derivanti dalle transazioni degli utenti che utilizzano i buoni sconto. Siamo proiettati sul futuro, consapevoli che i coupon diventeranno sempre più uno strumento di engagement e di fidelizzazione dei clienti”.

 

Concorso San Benedetto My Secret, per partecipare c’è tempo sino al 31 agosto

“San Benedetto My Secret 2023” è il concorso di Acqua San Benedetto che offre ai consumatori la possibilità di aggiudicarsi tanti fantastici premi. Sarà possibile partecipare, fino al prossimo 31 agosto, con l’acquisto di una confezione da 6 bottiglie dei formati famiglia di Acqua Minerale San Benedetto nei gusti Frizzante e Leggermente Frizzante da 1,5L e Naturale Ecogreen da 1,5L e 2L.

Il consumatore potrà collegarsi al sito promozionale dedicato accessibile anche mediante il sito www.sanbenedetto.it seguendo le istruzioni suggerite nella sezione dedicata all’iniziativa oppure inviare un SMS o messaggio WhatsApp al numero 320.2041995 inserendo i dati riportati sul documento di acquisto. Attraverso la formula “Instant Win” si avrà la possibilità di aggiudicarsi subito i premi. In palio infatti 100 fotocamere digitali con stampa istantanea Kodak Smile+, 5 Mountain e-bike Dolomiti Vivobike e 12 week-end a Gardaland Resort per 4 persone in camera a tema e 4 ingressi combinati validi per due ingressi a Gardaland Park e un ingresso a Sea Life. Un’occasione imperdibile per scoprire le tante novità 2023 tra cui Jumanji -The Labyrinth: un’esperienza multisensoriale e a più livelli per gli amanti dell’avventura, basata sulla famosa serie cinematografica di Sony Pictures.

Non è finita qui: per coloro che avranno giocato almeno 5 scontrini, San Benedetto offre la possibilità di vincere, con l’estrazione finale, un’autovettura Suzuki, modello Ignis 1.2 Hybrid Top AllGrip 4WD nella colorazione bianco metallizzato con tetto nero.

Logistica sostenibile, Conad inizia a consegnare con veicoli elettrici a Roma e Palermo

Conad avvia un nuovo progetto logistico di consegne a punti vendita in modalità 100% elettrica a Roma e a Palermo. L’iniziativa sottolinea l’impegno dell’azienda verso una logistica sempre più sostenibile, con l’obiettivo di ridurre l’impatto in termini di emissioni di Co2 al fine di migliorare la qualità dell’aria. Il nuovo progetto prevede l’utilizzo di veicoli elettrici per effettuare le consegne di prodotti dai Cedi (Centri distributivi) delle Cooperative PAC 2000A e Conad Nord Ovest a 16 punti vendita di Roma e Palermo. I veicoli di consegna elettrici percorreranno circa 450-500 Km/giorno nelle zone servite.

“Noi di Conad siamo da sempre a favore di una logistica moderna ed efficiente che abbia come bussola di riferimento la sostenibilità aziendale” dichiara Andrea Mantelli, Direttore Supply Chain di Conad. “Il progetto di consegna con modalità 100% elettrica rappresenta un ulteriore passo in avanti per la nostra strategia di sostenibilità ambientale permettendo l’ottimizzazione del dispendio energetico, con una notevole riduzione delle emissioni di Co2.  Fondamentale per la realizzazione dell’iniziativa è stato il supporto delle Cooperative, che hanno lavorato duramente per renderlo possibile. Grazie al loro impegno, Conad sarà in grado di fornire un servizio di consegne più sostenibile e rispettoso dell’ambiente”.

L’utilizzo di nuovi veicoli elettrici per la consegna sarà esteso nei prossimi mesi anche nelle città di Torino e Firenze, a riprova dell’impegno continuo di Conad e delle Cooperative associate verso la riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti. L’impegno dell’insegna verso una mobilità sostenibile abbraccia anche le comunità in cui l’insegna opera attraverso l’installazione di colonnine di ricarica elettrica presso i punti vendita Conad: grazie alla partnership con Enel X Way, Conad ha installato 500 punti di ricarica a uso pubblico su tutto il territorio nazionale. Ciò ha permesso all’insegna di offrire un servizio alla Comunità sempre più orientato ai nuovi bisogni e al rispetto dell’ambiente.

La mobilità elettrica e l’impegno di Conad per una logistica sostenibile rientrano nella strategia concreta di sostenibilità di Conad “Sosteniamo il Futuro”, nella dimensione Ambiente e Risorse, contribuendo alla tutela dell’ambiente e alimentando la crescita di un modello di sviluppo concretamente sostenibile.

Carrefour Italia diventa Società Benefit, un segno del cambio di paradigma nella Gdo

Carrefour Italia diventa Società Benefit, individuando nella propria attività di business specifiche finalità di beneficio comune da perseguire contestualmente all’interesse economico. La qualifica di Società Benefit ai sensi della Legge n. 208/2015 sarà perfezionata a fine giugno e prevedrà il monitoraggio e le rendicontazioni degli obiettivi sociali e ambientali attraverso un report di impatto annuale, da prodursi a partire dal prossimo anno.

Sono quattro le Finalità di Beneficio Comune che Carrefour Italia persegue:

Finalità di Beneficio Comune
Si impegna a favorire la transizione del sistema alimentare in chiave sostenibile, offrendo ai clienti prodotti di qualità, resi accessibili attraverso molteplici canali e formati di vendita, e promuovendo un’alimentazione equilibrata, con il coinvolgimento della rete produttiva e distributiva, e favorendo la consapevolezza dei consumatori. Questo investendo in particolar modo nella marca privata, così da promuovere una produzione più sostenibile e valorizzare le eccellenze del territorio; e collaborando con i fornitori, come per esempio attraverso il Patto per la Transizione Alimentare, volto a favorire la sinergia con le aziende che lo sottoscrivono su obiettivi di responsabilità comune, come la tutela della biodiversità e la riduzione progressiva delle emissioni di Co2 nella filiera, prediligendo imballaggi più sostenibili e puntando su prodotti sani e di qualità.

Ambienti di lavoro
Carrefour Italia si impegna a promuovere un ambiente di lavoro rispettoso, equo e sicuro, che consenta lo sviluppo personale e professionale dei collaboratori e la conciliazione vita-lavoro, e che favorisca l’inclusione e le pari opportunità. Impegno portato avanti non solo in azienda, ma anche stimolando gli imprenditori affiliati in franchising, che sottoscrivono con Carrefour Italia un protocollo finalizzato ad assicurare la tutela delle condizioni di lavoro dei collaboratori impiegati nei loro punti vendita. L’azienda ha poi recentemente introdotto una nuova policy di genitorialità rivolta a tutti i collaboratori e le collaboratrici, che prevede 10 giorni in più di congedo parentale per il secondo genitore retribuito al 100%, un’integrazione economica dell’indennità prevista dalla legge per i genitori che usufruiscono del congedo parentale facoltativo, supporto psicologico ed accompagnamento nel rientro al lavoro, anche attraverso misure di flessibilità. Inoltre, l’azienda a livello di Gruppo si impegna ad aumentare del 50% la presenza di collaboratori con disabilità entro il 2026 e sarà sviluppata una politica proattiva per la promozione della diversità delle origini.
 
Creazione di valore economico per tutti i soggetti coinvolti nel sistema impresa
Un obiettivo tra tutti è quello di tutelare il potere di acquisto dei clienti, attraverso sconti e promozioni come quelli per anziani e studenti, ma anche attraverso l’offerta di prodotti di marca privata, inclusi i prodotti di primo prezzo con Simpl’. Per quanto riguarda i fornitori, Carrefour Italia è inoltre impegnata nel favorire l’esportazione dei prodotti Made in Italy: solo nel 2022 la merce esportata e venduta nei punti vendita Carrefour a livello internazionale ha raggiunto 1,1 miliardi di euro. Infine, l’impegno a condividere con i dipendenti il valore economico creato, offrendo loro contratti equi e competitivi e la possibilità di partecipare ai risultati aziendali, attraverso ad esempio l’azionariato diffuso ed iniziative di welfare.

Ridurre l’impatto ambientale delle attività dell’impresa
Da un lato l’obiettivo è raggiungere la carbon neutrality a livello di Gruppo entro il 2030 con l’eCommerce ed entro il 2040 nei punti vendita, percorso possibile anche grazie agli investimenti in energia rinnovabile e fotovoltaico. Dall’altro c’è l’obiettivo di ridurre i consumi energetici del 20% entro il 2026 e di ridurre i rifiuti, con particolare attenzione agli sprechi alimentari dei punti vendita. Tante le iniziative in atto in questa direzione, come la partnership con Too Good To Go e la vendita a prezzo scontato del 70% di prodotti che hanno superato il TMC (Termine Minimo di Conservazione) e che preservano comunque tutte le garanzie di sicurezza alimentare.

“Siamo orgogliosi di diventare una Società Benefit, una decisione strategica che conferma la nostra volontà di fare impresa focalizzandoci non solo sulla dimensione economica, ma creando allo stesso tempo ricadute positive e valore tangibile per l’ambiente e la società in cui siamo inseriti” – afferma Christophe Rabatel, CEO di Carrefour Italia. “È un ulteriore passo nel nostro percorso per promuovere la Transizione Alimentare per Tutti, favorendo un reale cambio di paradigma lungo tutta la filiera, per una produzione più sostenibile e un consumo più responsabile. Le urgenze che viviamo ci impongono agire e passare definitivamente dalle parole ai fatti”.

Spiragli di ottimismo nonostante inflazione e rincari, gli italiani restano cauti

Una recente ricerca effettuata da Simon-Kucher, società di consulenza strategica specializzata in strategie di pricing, evidenza lo spiraglio di cauto ottimismo nonostante si viva un periodo fortemente connotato da incertezza economica e sociale. Dallo studio, che ha preso a campione più di 15.000 consumatori distribuiti su 17 Paesi, emerge che il 36% su scala globale sia ottimista sulle prospettive finanziarie future, dato in crescita del 12% rispetto agli ultimi 6 mesi. Nonostante in Italia la cautela rimanga fortemente radicalizzata e il livello di incertezza risulti superiore di quasi 20 punti percentuali agli altri Paesi, la ricerca mette in luce che il 19% dei cittadini si dichiara ottimista sul futuro, dato ancora basso ma in leggera risalita rispetto all’ultimo periodo.

Immediato l’impatto di queste evidenze sulle abitudini di spesa: il 39% dei consumatori italiani pianifica di ridurre le proprie spese in beni non essenziali nel corso del 2023 (come lusso, intrattenimento, elettronica e tempo libero). L’alimentare è il settore che risentirà meno del cambio di abitudini di consumo: a differenza delle altre categorie, una maggior quota di intervistati, seppur minoritaria, dichiara addirittura di voler aumentare la spesa (circa il 27%). Invariata invece la frequenza di acquisto degli italiani (solo l’1% ha dichiarato che prevede di aumentare leggermente la frequenza di acquisto) a differenza di altri Paesi in cui risulta in aumento anche di 23 punti percentuali. Nelle regioni dell’APAC si attende la crescita maggiore sia in termini di frequenza che di volumi, seguita dall’America Latina. Dalla ricerca emerge che le abitudini di spesa per categoria merceologica a livello globale sono simili; tuttavia in Italia si nota una maggiore tendenza ad accentuare il risparmio.

Diverse le sfide che alla luce del quadro delineato si profilano per le aziende di prodotto considerato che anche le nuove preferenze di consumo hanno un riflesso: gli italiani preferiscono benefit diretti come sconti più alti, promozioni e iniziative di cross selling come pacchetti di prodotti correlati. Oltre il 50% degli intervistati ha dichiarato che tra i diversi strumenti proposti dalle aziende le promozioni e gli sconti rimangono i preferiti, seguiti da offerte di prodotti più economici, private label e programmi fedeltà. “In un periodo storico segnato da incertezza, i consumatori italiani si rivelano dei cauti ottimisti nel modellare le proprie abitudini di consumo” – commenta Francesco Fiorese, Partner e Managing Director di Simon-Kucher Italia. “Adattandosi alle mutevoli circostanze con resilienza e con un atteggiamento capace di reagire positivamente alle avversità, i consumatori mostrano una grande maturità, lanciando determinanti segnali positivi anche per la produzione e le imprese”.

Giornata mondiale dell’Ambiente, FederBio sostiene la bioplastica

Oggi, 5 giugno, si celebra la Giornata mondiale dell’Ambiente, occasione in cui FederBio invita a intensificare gli sforzi per salvaguardare gli ecosistemi, un patrimonio fondamentale da preservare per le generazioni future.

Sull’aspetto specifico della plastica, che trova un largo utilizzo anche in agricoltura, FederBio sottolinea che in quella biologica è stata sostituita da soluzioni alternative come le bioplastiche, biodegradabili e compostabili. A conferma dell’impegno in questa direzione, la Federazione ha siglato da tempo un accordo con Assobioplastiche teso a favorire l’impiego di bioteli nelle coltivazioni agroecologiche. L’agricoltura biologica – che si basa sui principi del benessere, dell’ecologia e dell’equità – rappresenta inoltre un perfetto modello di economia circolare che sostiene e favorisce il benessere del suolo, delle piante, degli animali, degli esseri umani e dell’intero Pianeta. Anche per le confezioni degli alimenti bio si punta sempre di più a rispettare concetti di economia circolare, attraverso processi improntati alla sostenibilità e all’utilizzo di materiale compostabile e interamente riciclabile.

“La salvaguardia dell’ambiente è una responsabilità di tutti – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio. Ecco perché riteniamo importante promuovere modelli positivi e sensibilizzare i cittadini ad adottare scelte alimentari sostenibili. L’agroecologia, di cui il biologico e biodinamico rappresentano le punte più avanzate, può dare un contributo fondamentale alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e al contrasto al cambiamento climatico”.

Out of stock e vendite perse, scenario difficile per il largo consumo

Dopo un 2022 particolarmente complesso e difficile per le aziende, tanto da aver fatto ripartire il fenomeno degli “scaffali vuoti” (3,7% di tasso di out-of-stock) e aver aumentato le vendite perse (arrivate al 5,1%), il primo trimestre 2023 ha confermato questo trend: il tasso di out-of-stock è aumentato di +0,2%, arrivando al 3,5%, interessando in modo crescente i prodotti e le categorie a più alto valore unitario, per cui la gestione della profondità assortimentale è diventato un fattore critico. Questo ha determinato una crescita di +0,6% delle vendite perse che hanno toccato quota 4,7%.

Ad aver determinato questo scenario sono soprattutto quattro fenomeni sui quali, in un recente webinar, si sono concentrati Carolina Gomez e Marco Colombo, global central operations di Circana, delineandone gli effetti sul livello di servizio offerto al consumatore finale nei punti vendita della distribuzione moderna.

1. Inflazione al consumo
La forte pressione sui costi ha spinto in alto i prezzi sugli scaffali del largo consumo. Rispetto al gennaio 2019, a dicembre 2022 i prezzi alla produzione dei comparti industriali alimentare, bevande e tabacco sono saliti di +25% e quelli medi di alimentari confezionati e bevande nel retail di +16%. Questo fenomeno ha avuto importanti ripercussioni sull’andamento delle vendite in supermercati e ipermercati, che hanno guadagnato il 5,7% a valore rispetto al 2021 ma hanno perso il 1,7% a volume. Alla diminuzione della rotazione dei prodotti a scaffale si è aggiunto il ritorno alla crescita del tasso di out-of-stock (+0,2% per supermercati e ipermercati di vicinato, +0,3% per i grandi supermercati), arrivato al 3,7% contro il 3,5% del 2021. L’aumento del tasso di out-of-stock ha riguardato tutti i reparti a partire dalla primavera ed è stato particolarmente impattante per le bevande durante l’estate. Il comparto dei prodotti chimici per la cura della casa è riuscito a contenere il delta negativo mentre la drogheria alimentare ha recuperato nel corso del secondo semestre. Surgelati e fresco hanno peggiorato progressivamente la loro prestazione nel corso del 2022, mentre il petcare ha migliorato a fine anno. Ancora una volta l’ortofrutta si conferma il reparto con il più alto tasso di out-of-stock (10,5%).

2. Aumento dei costi di produzione
La crisi energetica, alimentare ed economica generata dal conflitto in Ucraina ha determinato una minor disponibilità di materie prime e, di conseguenza, un contingentamento della produzione. Questo ha diminuito la disponibilità a scaffale di alcuni prodotti: un caso particolare è quello degli oli di semi e pasta di semola. Il timore di non trovare più i prodotti a scaffale o di dover pagare prezzi più alti ha generato negli oli di semi un “effetto incetta”, che, a marzo 2022, ha portato ad un incremento eccezionale di vendite rispetto allo stesso mese del 2021, ma anche a un tasso record di out-of-stock (10%). Con il passare dei mesi questo fenomeno è rientrato ma le vendite perse sono aumentate, sostenute dall’inflazione. Una dinamica analoga si è registrata anche nella pasta di semola, determinando un picco delle vendite superiore al 50% nei mesi primaverili, accompagnato dalla crescita dei prezzi medi fino alla soglia di +30% in estate, per poi rientrare a +20% circa. Ciò ha determinato un aumento temporaneo del tasso di out-of-stock della pasta di semola, dettato non tanto dalla difficoltà di reperimento della pasta in generale quanto da marchi e formati specifici, che intaccano il valore complessivo della categoria.

3. Scarsità di materie prime e di componenti essenziali
La minor disponibilità di alcuni prodotti essenziali nei processi di trasformazione ha caratterizzato il 2022 e si è fatta sentire in particolare per alcuni componenti, come l’anidride carbonica. L’effetto su alcuni mercati è stato significativo, com’è avvenuto nelle acque minerali: l’incremento del prezzo della Co2 e la sua scarsità, aggiunti all’eccezionale stagione estiva, hanno determinano un aumento progressivo dei prezzi al pubblico e un andamento molto disomogeneo delle vendite. L’effetto sullo scaffale è stato immediato: ad agosto 2022 il tasso di out-of-stock dell’acqua minerale gassata è salito al 27,1% (contro il 7,5% del 2021) e l’impatto sulle vendite perse è stato superiore del 20% rispetto al 2021.

4. Cambiamento climatico e stagionalità estreme
Il 2022 è stato l’anno più caldo e siccitoso da quando si hanno rilevazioni attendibili: ha determinato degli impatti a scaffale? Non sembra, visto che nei mesi con i maggiori rialzi delle temperature non si sono registrati picchi nell’andamento dell’out-of-stock. Il caso delle bevande gassate è emblematico sia in termini di out-of-stock (5% di tasso) sia di vendite perse (42%). Nel 2023 le vendite perse sono, poi, ulteriormente aumentate di +19%.

Diageo supporta una filiera più sostenibile dell’alluminio

Diageo ha finanziato la creazione del British Aluminium Consortium for Advanced Alloys (BACALL), collettivo di esperti del settore che si propone di creare un’economia circolare per l’alluminio nel Regno Unito. Il progetto prevede la costruzione di un impianto per la laminazione di migliaia di tonnellate di fogli di alluminio nel Regno Unito, più che sufficienti per oltre 400 milioni di lattine di Guinness e di Gordon’s & Tonic premiscelate.

Attualmente, per riciclare e produrre le lattine, il Regno Unito dipende da una catena di approvvigionamento ad alta intensità energetica che si basa sull’esportazione e sull’importazione non sostenibile di alluminio. Il consorzio realizzerà un impianto avanzato di riciclo e produzione di alluminio, per creare una nuova catena di approvvigionamento basata sull’economia circolare. Questo consentirà di garantire il riciclo del metallo e di consolidare la posizione del Regno Unito come leader nell’adozione di sistemi di produzione e riduzione delle emissioni di carbonio. Una volta che l’impianto entrerà in funzione, il riciclo dell’alluminio contribuirà in modo significativo al piano d’azione decennale per la sostenibilità di Diageo, attraverso:

-l’aumento dell’utilizzo di alluminio riciclato, con lattine Guinness totalmente realizzate con materiale riciclato;
-la riduzione delle emissioni di carbonio necessarie per l’esportazione e l’importazione di fogli di alluminio;
-la minore dipendenza dalle materie prime necessarie per la sua produzione;
-il contributo alla riduzione delle emissioni di carbonio Scope 3 di Diageo, dal momento che l’impianto utilizzerà il 95% in meno di energia per la produzione di fogli di alluminio rispetto ai tradizionali metodi di produzione primaria.

“L’alluminio è uno dei materiali più facilmente riciclabili del pianeta, eppure oltre 15 miliardi di lattine prodotte nel Regno Unito dipendono da una catena di approvvigionamento ad alta intensità energetica, che comporta l’ingresso e l’uscita dell’alluminio dal Paese” ha dichiarato David Sneddon, Direttore non esecutivo di BACALL Aluminium Ltd. “L’approvvigionamento, il riciclo, la produzione e la fornitura di lamiere piatte di alluminio nel Regno Unito ci consentono di localizzare e ridurre la supply chain, garantendo una sostanziale diminuzione delle emissioni di carbonio. Ciò contribuirà a creare un’industria dell’alluminio più sostenibile e garantirà la competitività futura delle leghe a bassissimo contenuto di carbonio”.

“L’alluminio ha il potenziale di essere un prodotto a zero emissioni di carbonio, ma è necessario che l’intera supply chain veda una drastica riduzione delle emissioni. Attualmente il Regno Unito esporta gran parte dei suoi scarti di alluminio, ma allo stesso tempo importa quasi tutte le lamiere di alluminio necessarie. Modificando questa situazione, dovremmo assistere a una significativa riduzione dell’impronta di carbonio. Plaudo a Diageo e BACALL per aver avviato questo processo” aggiunge Geoff Scamans, professore di metallurgia alla Brunel University.

Intesa Sanpaolo finanzia con 14 mln di euro l’espansione oltreoceano di Roncadin

Intesa Sanpaolo ha siglato con Roncadin, produttore italiano di pizze surgelate, un nuovo finanziamento di 14 milioni di euro per un progetto di internazionalizzazione attraverso la controllata statunitense Roncadin Holding USA Corp. Si tratta dell’acquisto e della ristrutturazione di uno stabilimento a Chicago, oltre alla realizzazione di una nuova linea per produrre e distribuire pizze surgelate al mercato Nordamericano. L’azienda infatti è già presente sul mercato a stelle e strisce da oltre dieci anni, ma potrà così intensificare ulteriormente le relazioni commerciali con le principali catene alimentari locali.

Il finanziamento si inserisce nell’accordo di collaborazione sul tema filiere che consente alle aziende facenti parte del processo produttivo e distributivo di essere accompagnate nei propri progetti di crescita sul territorio, di internazionalizzazione e di rinnovamento delle proprie strutture produttive, anche accedendo a soluzioni finanziarie dedicate. Grazie al Programma Sviluppo Filiere della banca, nel comparto agroalimentare italiano sono già stati attivati 170 contratti di filiera che hanno coinvolto oltre 6.500 fornitori, un giro d’affari complessivo di oltre 22 miliardi di euro e 22.000 dipendenti del capo-filiera.

Attualmente l’azienda è arrivata a occupare circa 780 persone nell’area pedemontana pordenonese e in un anno realizza oltre 100 milioni di pezzi, con un fatturato che nel 2022 ha raggiunto i 155 milioni di euro. Roncadin produce pizze sia a marchio proprio, sia per le private label nazionali e internazionali e recentemente ha ampliato il proprio business affiancando alle pizze surgelate anche gli impasti freschi da banco frigo. L’obiettivo di Roncadin è crescere ancora, investendo sulle persone, sullo sviluppo dello stabilimento, sul rafforzamento del marchio nei mercati italiani e stranieri, nonché sull’acquisizione di piccole e medie imprese operanti nel settore pizza e affini. Una strategia che avrà effetti positivi anche sui 600 fornitori presenti in un’ottantina di province italiane, che Roncadin seleziona con grande cura in base a criteri di qualità, etica e sostenibilità.

“Grazie al finanziamento di Intesa Sanpaolo prende ancora più forza quello che è sempre stato il grande progetto di Roncadin, esportare il meglio dell’agroalimentare italiano in tutto il mondo” dichiara Dario Roncadin, amministratore delegato di Roncadin. “Siamo presenti nel mercato USA dal 2016 e il nostro obiettivo è crescere ancora, cosa non semplice però perché per operare in Nordamerica occorrono grandi investimenti e un lavoro puntuale su ogni aspetto del procedimento produttivo, anche per via delle diverse e stringenti regolamentazioni sanitarie, per esempio quelle sulle carni lavorate. L’accordo raggiunto con Intesa Sanpaolo rappresenta un valore anche per i nostri fornitori, che vedranno così moltiplicarsi le opportunità di business”.

“Siamo orgogliosi di supportare questa realtà di eccellenza del Made in Italy anche sul mercato Nordamericano” aggiunge Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. “Il successo dell’export agroalimentare italiano si fonda su prodotti di grande qualità e sulla capacità dei nostri imprenditori di cogliere le opportunità di crescita che si generano in nuove destinazioni. In questo Roncadin è all’avanguardia unitamente al dare attuazione a processi di transizione ambientale, energetica e tecnologica che come Banca siamo impegnati a valutare e sostenere anche per altre realtà, in coerenza con gli interventi del PNRR”.

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