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Ilaria Lodigiani a capo del marketing di Gruppo Barilla

L’inizio in Barilla dell’era di Gianluca Di Tondo – Ceo del gruppo da questo mese di aprile, così come era stato annunciato a fine ottobre dello scorso anno – porta a rivedere un’altra posizione di vertice. Ilaria Lodigiani, già Vice President Global Marketing di Barilla Brand, è stata promossa Chief Marketing Officer, in pratica ereditando il ruolo dallo stesso Di Tondo, che in Barilla era arrivato a marzo del 2020 come Group Chief Marketing Officer.

Laureata in Economia all’Università di Pavia, Lodigiani ha maturato una lunga esperienza – circa 20 anni – nel mondo del food & beverage, e non solo. Da segnalare soprattutto che in due diversi momenti della sua carriera ha lavorato in Heineken, gruppo in cui ha militato per molti anni anche Di Tondo, che era arrivato ad avere la responsabilità globale del brand di birra prima di entrare in Barilla. Dal 2004 al 2009, infatti, Lodigiani ha ricoperto diversi ruoli in Heineken Italia fino a diventare Senior Brand Manager. Successivamente, è passata in Ferrero Soremartec e Vodafone Italy, per poi entrare in Microsoft Italy nel 2014 come Lumia Marketing Director.

Nel 2016 il ritorno in Heineken, ma nella sede di Amsterdam, dapprima come Head of Heineken Global Innovation e poi, dal 2018, come Global Senior Director Low & No Alcohol Beverages, dove ha gestito lo sviluppo globale della categoria che ancora oggi guida la crescita dei ricavi dell’industria della birra. Infine, l’arrivo a Parma nel 2021, con il già citato incarico di Vice President Global Marketing del brand Barilla, che le ha permesso di guidare la crescita globale del marchio Barilla, evolvendo la personalità del brand, la sua visual identity e gestendo l’agenda per l’innovazione a livello globale. Ora, in qualità di Chief Marketing Officer, secondo quanto dichiarato dall’azienda dovrà guidare le strategie di marketing e lo sviluppo del business in un contesto di trasformazione digitale, focalizzandosi sulla gestione dei marchi e sul continuo miglioramento dei prodotti, con l’obiettivo di soddisfare i bisogni, in continua evoluzione, dei consumatori.

Sono davvero felice e orgogliosa di assumere questo nuovo ruolo in Barilla – afferma Ilaria Lodigiani, nuova CMO del Gruppo Barilla. Avere l’opportunità di rendere ancora più iconici i nostri straordinari marchi, di portare la cultura alimentare italiana nel mondo e di guidare un team marketing composto da persone talentuose, mi fa sentire onorata. Oggi più che mai mi ispiro alle parole di Pietro Barilla: ‘tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio’”.

Vittorio Cino è il nuovo Direttore Generale di Ibc

I consigli direttivi di Centromarca e Ibc, presieduti rispettivamente da Francesco Mutti e Alessandro d’Este, hanno nominato Vittorio Cino direttore generale delle associazioni. Il manager, 54 anni, laureato a Firenze in relazioni internazionali, proviene da Federvini dove ha ricoperto per due anni la carica di direttore generale.

In precedenza ha trascorso sette anni a Milano, alla guida della direzione comunicazione e public affairs di Coca-Cola Italia – in questo periodo è stato per tre anni presidente di Assobibe e vice presidente di Federalimentare – prima di essere chiamato a Bruxelles in qualità di EU affairs director, mantenendo anche il ruolo di direttore government relations per l’Europa centrale e orientale.

Vittorio Cino è stato per cinque anni responsabile relazioni esterne del gruppo britannico BG (già British Gas) in Italia. Ha lavorato per società di consulenza e agenzie di comunicazione di rilievo nazionale e internazionale (FB Associati, Weber Shandwick) prima di assumere in Federvini la gestione delle attività di rappresentanza del mondo del vino e degli spirits in Italia e a Bruxelles. Adjunct professor alla Luiss business school di Roma e docente in strategic communication allo IULM di Milano, Cino ha presieduto il Comitato public affairs dell’American chamber of commerce in Italia.

Ibc, Associazione Industrie Beni di Consumo, riunisce aziende attive in Italia e all’estero nei settori alimentare, bevande, prodotti per la cura dell’ambiente domestico e della persona, tessile e abbigliamento, arredo, prodotti e accessori per la casa. 33mila imprese che generano un giro d’affari stimato in 100 miliardi di euro.

100mila pinse al giorno nel nuovo stabilimento di Pinsami

È stato aperto ufficialmente a Reggio Emilia il nuovo polo produttivo dell’azienda di pinse Pinsami. Realizzato non molto lontano dall’attuale stabilimento, rappresenta il punto di svolta dell’attività di Pinsami, in termini di innovazione di prodotti e processi, di servizio e di strategia di crescita.

L’edificio, che si estende su una superficie di 10mila metri quadrati, consentirà all’azienda di produrre, una volta a regime, oltre 100mila pinse al giorno, il doppio rispetto alle 50mila di oggi. Resta, inoltre, tuttora attiva e funzionante la sede originaria dell’azienda, sempre sita a Reggio Emilia. Il nuovo impianto prevede di portare all’azienda un fatturato di 26 milioni di euro nel 2023, con un incremento del 53% rispetto ai ricavi del 2022.

Questa grande e repentina crescita di Pinsami, dal 2016 ad oggi, ha avuto ricadute positive sul livello di occupazione dell’area in cui opera, generando oltre 140 posti di lavoro. Sono dati che confermano il successo di Pinsami, leader del comparto, con una quota del 26% in un mercato che vale 44,7 milioni di euro e che continua a registrare tassi di crescita a doppia cifra, sfiorando + 40% rispetto all’anno precedente.

Il nuovo headquarter Pinsami sarà caratterizzato da tecnologie produttive all’avanguardia e dall’utilizzo di dispositivi in grado di garantire i migliori standard qualitativi, igienici e di sicurezza, pur mantenendo una filosofia di produzione che pone grande attenzione alle proprietà organolettiche del prodotto. Lo stabilimento fa parte di un piano strategico che consentirà all’azienda di fornire un servizio più rapido e capillare su tutto il territorio nazionale e di far fronte anche alle crescenti richieste del mercato estero, oggi sempre più ricettivo. Con una quota del 40% oltre confine, Pinsami si sta facendo largo in piazze potenzialmente d’interesse, come Germania, Belgio e Polonia, sia nel canale retail sia in quello Horeca.

«L’azienda si è distinta, fin dalla sua nascita, per la capacità di offrire un prodotto di grandissima qualità e dalla forte impronta artigianale, puntando, oltremodo, su dinamismo e flessibilità» commenta Fabio Grillo, CEO di Pinsami.

«A nostro favore abbiamo avuto un mercato giovane e in espansione, ma oggi la competizione è diventata molto agguerrita e il comparto particolarmente affollato. Per questo abbiamo deciso, in tempi record, di investire in infrastrutture e in capitale umano sia per mantenere la nostra leadership in Italia sia per costruire sempre più la nostra riconoscibilità e distintività all’estero, come produttori della pinsa di qualità».

Una crema pasticcera perfetta con Novacrema di Ar.pa Lieviti

Ar.pa Lieviti, azienda specializzata in lieviti e prodotti per la cucina, viene in soccorso di professionisti e apprendisti pasticceri in cucina con Novacrema Vanigliata, un preparato in polvere per creare in pochi minuti una gustosa crema pasticcera. È sufficiente far bollire in un tegame il latte e aggiungere una bustina di composto, farina e zucchero. Grazie all’esclusivo mix a base di fecola, amido di mais e vanillina, il risultato sarà una crema densa, ricca di gusto, con un colore giallo intenso e una golosa nota di vaniglia.

Ar.pa Lieviti ha pensato a un prodotto che si prepara seguendo le antiche ricette delle nonne ma più veloce, semplice e senza uova, ideale dunque anche per chi segue un regime alimentare vegano, basta infatti utilizzare un latte vegetale al posto di quello vaccino. L’aggiunta di farina e zucchero consente di ottenere densità e un grado di dolcezza personalizzati e “a misura” di ogni ricetta. La crema però può essere preparata anche in modo tradizionale con le uova, aggiungendo Novacrema per dare colore e consistenza omogenea.

Novacrema è perfetta per arricchire numerose preparazioni: per guarnire torte e Pan di Spagna, per essere gustata come dessert al cucchiaio o fritta, per farcire crostate, crostatine e pasticcini, per decorare muffin, cupcake o macedonia di frutta.

Come tutta la linea Ar.pa Lieviti anche Novacrema Vanigliata, è gluten-free, quindi idonea per celiaci o per persone che vogliono ridurre il contenuto di glutine all’interno della propria alimentazione. Disponibile in astuccio con 5 buste da 8 g.

Restyling completato per l’Interspar di Siderno

Dopo un importante restyling, riapre le porte alla clientela l’Interspar di Siderno (Reggio Calabria), punto vendita inserito nel progetto di riammodernamento della rete Despar al Centro-Sud. Lo store (sito in S.S. 106 Km. 106,4) porta al proprio interno tutte le novità previste dal Format 35, il nuovo concept proposto da Despar Centro-Sud, in collaborazione con l’Università di Parma e con gli esperti in Store Design di Spar International.

Il piano di remodelling ha puntato la propria attenzione sulla sostenibilità, mediante l’installazione di impianti di illuminazione a Led e di impianti del freddo a CO2 che sfruttano una tecnologia di refrigerazione di ultima generazione, permettendo l’efficientamento energetico ed elevati standard di affidabilità e sicurezza.

All’interno sono stati rinnovati tutti i reparti dei freschi a cominciare dalla Gastronomia che propone menù adatti a tutti i momenti della giornata: dalla colazione al pranzo, fino alla cena con soluzioni sfiziose, preparate dagli chef Despar, utilizzando i migliori ingredienti tipici e le ricette della tradizione. Novità assoluta anche nel reparto ortofrutta che propone l’angolo Pronto Fresco, un apposito corner in cui poter acquistare frutta fresca già tagliata, estratti, minestroni e spremute pronti per la consumazione.

Rinnovato anche il reparto macelleria al cui interno è sempre disponibile una selezione di carni frollate, tagli pregiati e ricercati che grazie ad un naturale processo di maturazione risultano più morbidi, gustosi e gradevoli al palato. Nell’Interspar è presente anche il reparto pescheria in cui è possibile acquistare piatti pronti e specialità ittiche.

Completano l’assortimento un’area ristoro, dove poter consumare prelibate pietanze, una fornitissima Enoteca con cantinetta refrigerata che ospita le migliori etichette, una birroteca e, infine, lo spazio festa, un intero reparto con tutto l’occorrente per celebrare ogni evento nel comfort della propria casa e soluzioni per decorare coloratissime feste di compleanno così come cene ricercate.

«Il nostro importante piano di riammodernamento della rete prosegue ed è a buon punto – spiega Pippo Cannillo, Presidente e Amministratore Delegato di Maiora – e sta coinvolgendo progressivamente tutti i punti vendita strategici della Calabria. Anche nel remodelling di Siderno abbiamo puntato su una crescita dei servizi, assortimento, professionalità e sostenibilità, per garantire ai nostri clienti un’esperienza di acquisto di maggiore qualità».

 

Rincari, nel 2022 si riducono gli acquisti di frutta e verdura

Con il caro prezzi e il cambiamento climatico che ha decimato i raccolti, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta che crollano nel 2022 dell’8% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy a commento dei dati Istat sul calo del potere di acquisto del 3,7% nel quarto trimestre del 2022.

Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – hanno ridotto del 17% le quantità di pere, del 11% le arance e l’uva da tavola, dell’8% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 5% le mele. Il risultato è che con 2,8 miliardi di chili nel 2022 il consumo di frutta degli italiani – precisa la Coldiretti – è risultato poco più della metà di quello di fine secolo nel 2000 con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini.

A diminuire del 10% sono stati anche gli acquisti di ortaggi con riduzioni del 12% in quantità per le insalate e del 22% per i fagiolini. Il brusco calo ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per una dieta sana.

Un dato ancora più allarmante – conclude Coldiretti – se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate.

Mens sana in corpore sano, gli italiani riscoprono il piacere del benessere

Dopo il difficile periodo pandemico, gli italiani hanno riscoperto il valore e il piacere dello stare bene, sia fisicamente che mentalmente. Ad acclararlo sono i dati raccolti da NielsenIQ nella cornice di Cibus Connecting Italy, il Salone internazionale dell’alimentazione che si è svolto a Parma il 29 e 30 marzo scorsi: tra le tendenze registrate vi è quella dell’alimentazione sportiva, passata da 6,7 milioni di acquirenti nel 2021 agli 8,1 milioni (+20,2%), un valore che corrisponde al 31,6% dei consumatori.

La tendenza appare ormai consolidata e probabilmente sarebbe più corretto parlare di abitudine di consumo e non più di trend visto che questo tipo di consumo riguarda le famiglie e non più i singoli individui.

Parallelamente anche i claim del benessere presentano trend interessanti come rimarca Marco Pellicci, SMB & Global Snasphot Solution Leader di NielsenIQ, che pone l’accento sulla crescita del senza zuccheri aggiunti (+19% a valore, +14.9% a volume), dell’high protein (+9,3% a valore, +4,3% a volume) e del low calories (+6,8% a valore, +3,7% a volume). «In un mondo che cambia, in cui i consumatori stanno modificando i propri bisogni e comportamenti d’acquisto, risulta sempre più importante sapersi differenziare, rispondendo ai nuovi trend di consumo. Risulta quindi necessario elaborare strategie rivolte a queste particolari categorie di prodotto, dall’identificazione del perimetro (i cui confini sono ancora vaghi), alla creazione dello scaffale, alla definizione dei prezzi e degli assortimenti».

Se da un lato si assiste a un interesse crescente per certe tipologie merceologiche, dall’altro però la situazione economica mette i consumatori di fronte a continue sfide. Il 62% dei consumatori a livello globale e il 70% di quelli italiani si sente già in una situazione di recessione e il 38% (43% in Italia) ritiene di avere disponibilità economiche solo per acquistare lo stretto necessario. Di conseguenza il primo rimedio, quasi istintivo, per la situazione attuale è la riduzione dei volumi acquistati, che in Italia hanno registrato un calo del 6% nelle prime 4 settimane del 2023 (vs 2022).

È una tendenza che si osserva in molti Paesi e che riguarda tutte le principali categorie del largo consumo, anche se la crisi non impatta nello stesso modo su tutte. Pur in una situazione così complessa alcune categorie di prodotto hanno registrato performance migliori nel 2022 rispetto al 2021. In Italia per esempio è cresciuto – in termini di volumi venduti – tutto il mondo dell’alimentazione sportiva (+46,9%), con energy drink (+25,3%) e integratori (+9,5%), ma anche l’universo delle caramelle (+8,8%), dei gelati (+6,2%) e delle merendine (3,9%) cioè in generale tutto ciò che può gratificare il consumatore. Si tratta infatti di prodotti che aiutano le persone a compensare una situazione stressante e che contribuiscono ad alimentare il benessere fisico e mentale, al primo posto tra le priorità per il 2023.

«La ricerca di gratificazioni avviene comunque attraverso strategie prudenziali» spiega Matteo Bonù, Global Client Business Partner di NielsenIQ. «Monitorando il costo totale del carrello della spesa (34% nel Regno Unito e 37% in Francia), scegliendo principalmente prodotti a marchio del distributore (29% negli USA e 42% in Spagna) o acquistando marche in promozione (50% in Italia e 43% in Germania). Si tratta di azioni non necessariamente legate alla ricerca di beni di primo prezzo quanto piuttosto al miglior rapporto qualità-prezzo possibile, per poter mantenere inalterato il proprio livello di gratifica ma contenendo la spesa».

 

 

Gruppo Gabrielli acquisisce 54 punti vendita romani da Coop Alleanza 3.0

È in atto una rivoluzione nella geografia distributiva capitolina: il Gruppo Gabrielli di Ascoli Piceno (insegna Tigre) ha acquisito 54 supermercati presenti su Roma e provincia della catena “Distribuzione Roma” che faceva capo a Coop Alleanza 3.0 con sede a Bologna. I punti vendita interessati verranno trasformati con insegna Tigre a partire dalla fine del mese aprile. L’operazione, a margine di quanto dichiarato dall’acquirente, garantirà la continuità occupazionale di tutti i lavoratori coinvolti.

L’operazione non riguarda Unicoop Tirreno, che nel corso del 2022 non ha effettuato alcuna chiusura di negozi della sua rete né di piattaforme logistiche, a dispetto di quanto recentemente riportato da alcuni organi di stampa della Capitale. La presenza di Coop a Roma continuerà pertanto a essere garantita e confermata proprio da Unicoop Tirreno, la cooperativa di consumo con sede a Piombino (Livorno) e presente in Toscana, Lazio e Umbria con 96 supermercati, di cui storici e più recenti negozi a Roma (Largo Agosta, via Bettini, Via Franceschini, Via Laurentina, Colli Aniene, Ipercoop Euroma2, Ipercoop Casilino, Ruderi di Torrenova), 5 supermercati gestiti in franchising e una rete di 100.000 soci Coop.

Altre due cooperative di consumatori presidiano la città di Roma con 14 supermercati Doc (insegna affiliata di Unicoop Firenze) e 5 punti vendita Super Conti gestiti da Coop Centro Italia. Sempre su Roma resta attivo il servizio di consegna on-line EasyCoop. 

Pet food, l’inflazione non riduce la spesa per gli animali domestici

Il pet owner italiano sceglie meticolosamente l’alimentazione del proprio amico a quattro zampe, con un occhio alle ultime novità e alla salvaguardia dell’ambiente e senza mettere in secondo piano, nemmeno in tempi di crisi, il benessere dell’animale. È questo l’identikit emerso dalla ricerca in ambito pet care di Toluna, svolta nella seconda metà di marzo e che ha intervistato un totale di 1.800 rispondenti italiani selezionati in quanto proprietari di cani o gatti e diretti responsabili della loro cura.

In molti casi l’animale domestico è considerato a tutti gli effetti parte della famiglia, tanto che il 35% dei proprietari di gatti e il 42% dei padroni di cani partecipanti al sondaggio li considera quasi come dei figli e il 30% e il 28%, rispettivamente, dei migliori amici. In quanto tali, dunque, nessun aspetto della loro cura può essere lasciato al caso, a partire dall’alimentazione. Il cibo scelto è prodotto da brand in cui i rispondenti ripongono fiducia, sicuri che forniscano un corretto apporto nutrizionale (36% di chi possiede un gatto, 32% di chi ha un cane), e l’acquisto è spesso preceduto da ricerche approfondite (28% e 35%).

Tra i criteri per la selezione del pet food predominano la felicità del compagno a quattro zampe (84% gatto, 85% cane), l’attenzione al benessere dell’animale (83% in entrambe le categorie) e l’alta qualità (80%, 81%). Il brand ideale si caratterizza poi per l’attenzione al ciclo di vita del gatto (78%) e del cane (82%) e a diete e patologie specifiche (71%, 79%). Proprio per queste ragioni, il consumatore richiede innanzitutto un’ampia gamma di offerta per le diverse esigenze dell’animale (73% e 67%) e per le sue diverse età (67% e 65%). Tra i brand attualmente più top of mind per i proprietari di animali figurano Purina e Monge, ma i mercati si dimostrano dinamici e aperti all’ingresso di nuove marche di nicchia come Lily’s Kitchen.

Innovazione e sostenibilità: le opinioni dei consumatori
Tra le novità emerse negli ultimi tempi all’interno del mondo della nutrizione pet, i partecipanti al sondaggio mostrano particolare interesse per i prodotti con aggiunta di integratori (indicati da 3 proprietari di gatti su 4 e dall’81% dei padroni di cani), per i cibi funzionali, specifici per problematiche dell’animale (78% e 75%) e per quelli con solo conservanti naturali (76% e 81%). Considerate meno invitati le innovazioni più “futuristiche” come HFC (adatti al consumo umano), a base di proteine di insetti e carni sintetiche (tutte indicate come “molto” o “abbastanza interessanti” da meno del 37% dei consumatori).

L’attualissimo tema della sostenibilità coinvolge anche questo settore, tanto che 4 padroni di gatti su 5 e più di 3 proprietari di cani su 4 ritengono importante che le confezioni del cibo per animali siano sostenibili. Pensando al futuro del pianeta, i rispondenti chiedono alle aziende dell’industry imballaggi 100% riciclabili (42% e 39%) e la diminuzione o l’azzeramento della plastica (34% e 36%). Attenzione che non si deve, però, limitare al packaging: il 38% e il 34% dei partecipanti vorrebbe dai brand una riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

L’impatto dell’inflazione sullo shopping pet care
L’aumento del costo della vita non ha risparmiato il comparto pet, dove l’85% dei panelisti ha riscontrato una crescita dei prezzi che si ripercuote anche sulle previsioni di spesa future: il 23% dei proprietari di gatti e il 26% di quelli di cani crede che nei sei mesi successivi all’indagine spenderà di più per i propri animali. Nonostante l’inasprimento della condizione economica, però, le spese per gli amici a quattro zampe sono tra le ultime su cui i rispondenti sono disposti a tagliare (solo il 6% e 8%), preferendo rinunciare a pasti fuori casa, vacanze, abbigliamento e prodotti di bellezza. Dopotutto i pet owner appaiono poco propensi a cambiare le proprie abitudini di acquisto. Negli ultimi mesi il 25% dei rispondenti con un gatto e il 19% di quelli con un cane non ha affatto modificato i propri comportamenti, mentre il 37% e 32% ha continuato ad acquistare i soliti prodotti approfittando di offerte o cercando promozioni speciali e il 23% in entrambe le categorie ha fatto acquisti in grandi quantità per accedere a sconti. Menzioni ai discount arrivano per lo più dai proprietari di cani (21%).

Diversi servizi dal grande potenziale per il retail
Il mondo pet offre al retail numerose opportunità in parte ancora da esplorare. Interrogati relativamente ai servizi che un negozio per animali offre o potrebbe proporre in futuro, i partecipanti al sondaggio di Toluna hanno mostrato notevole interesse per la consulenza veterinaria (82% dei proprietari di gatti, 83% di quelli di cani), la vendita di medicinali (78%, 83%), la consulenza alimentare (74%, 77%) e la registrazione via microchip (71%, 78%), a cui si aggiungono aree attrezzate per il lavaggio “fai da te” citate dal 63% dei padroni di felini e il servizio di tolettatura indicato dal 77% di coloro in possesso di un cane. Il futuro del retail pet, quindi, sarebbe l’One-Stop shop. Al di là del pet food, inoltre, al 72% dei rispondenti che accudiscono un gatto piacerebbe poter acquistare in negozio o nello store online per animali prodotti quali sistemi di smaltimento (bidoni igienici per la lettiera) e distributori automatici di acqua e croccantini. Tra le categorie di interesse dei proprietari di cani spiccano invece deodoranti per l’ambiente dedicati (72%) e accessori GPS (70%).

Tonitto 1939, investito quasi un milione di euro in innovazioni tecnologiche

Un 2023 di cambiamenti per Tonitto 1939, azienda ligure nota per il sorbetto e per il gelato senza zuccheri aggiunti. Una trasformazione nel segno di investimenti e innovazione per la realtà ligure che nel 2022 ha fatto segnare il record storico di fatturato, toccando i 12 milioni di euro.

Sul fronte produzione Tonitto 1939 ha scelto di inserire nuovi macchinari per implementare la produzione e aumentare la qualità dei prodotti: a gennaio sono state posizionate due nuove inscatolatrici e a marzo una nuova linea per la realizzazione di formati da 80g e 200g della linea di gelati Mini Coppa Famiglia. Ad aprile invece è stata inserita una nuova linea pilota Ricerca&Sviluppo che può lavorare su progetti di innovazione in parallelo alla produzione, in modo più rapido e senza incastrare le prove dei nuovi prodotti tra diversi turni di produzione, mentre a maggio sarà realizzato un riadattamento di una linea già esistente per aggiungere un ulteriore nuovo formato ancora in fase di definizione.

La linea che produrrà le due nuove Mini Coppa Famiglia sarà inoltre utilizzata sia per il brand Tonitto 1939 sia molti progetti private label e prevedrà un incremento di un milione di pezzi già nel 2023. A fronte di un investimento economico di quasi un milione di euro (in tecnologie, strumenti, processi e persone), questo tipo di innovazioni inserite all’interno dell’azienda di proprietà della famiglia Dovo da tre generazioni e l’introduzione della sesta linea di produzione permetteranno alla realtà ligure di ottenere un aumento proporzionale della capacità produttiva di circa il 20%.

“Da sempre la nostra filosofia ci porta a continuare a sperimentare nuove soluzioni per portare al livello massimo i processi che ci permettono di realizzare un gelato di altissima qualità – afferma Marco Calcagno, Responsabile Ingegneria e Manutenzione di Stabilimento – Tonitto 1939. Abbiamo fatto degli importanti passi avanti in termini di produttività grazie agli investimenti in nuovi macchinari, nella manutenzione preventiva che rende più affidabili le linee, nei processi di previsione e schedulazione della produzione e di controllo continuo su processo produttivo. Questi sforzi, uniti a quelli dei colleghi dell’assicurazione qualità e della produzione ci hanno permesso già da inizio anno di limitare al massimo i fermi produttivi e abbattere sensibilmente le non conformità di prodotto finito riducendo allo stesso tempo anche gli scarti di produzione”.

Tonitto 1939 si pone l’obiettivo di migliorare di continuo le abilità produttive attraverso nuove tecnologie e procedure per accelerare la crescita verso gli obiettivi prefissati a inizio anno, ma allo stesso tempo costruire e rafforzare l’intero team di lavoro con l’inserimento di nuovo personale. Oltre a questo si sta anche lavorando all’avanzamento del percorso di implementazione di un nuovo sistema ERP (Enterprise Resource Planning), oltre alla ricostruzione di flussi e processi in logica di abbattimento sprechi e miglioramento continuo.

“Il percorso che abbiamo avviato si inserisce quindi nell’ambito del piano strategico formulato per il raddoppio del fatturato dell’azienda entro il 2024 – sottolinea Luca Dovo, AD Tonitto 1939.

Inoltre, nel corso del 2023 verrà riaggiornato il piano strategico e sarà rimodulato sui cinque anni successivi, dal 2024 al 2029. Il nostro obiettivo a lungo termine, sempre attraverso continui e costanti investimenti nei diversi segmenti dell’azienda, è quello di continuare ad avere un ritmo di crescita a doppia cifra anche nei prossimi cinque anni”.

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