CLOSE
Home Authors Posts by instore

instore

3869 POSTS 0 COMMENTS

Una nuova brand identity per Kamut

Kamut presenta la sua nuova brand identity con un nuovo logo, un nuovo claim e un nuovo sito web.

“Siamo entusiasti di presentare la nostra nuova brand image che, pur completamente rinnovata, mantiene forti legami con la nostra tradizione. Sin dall’inizio abbiamo lavorato per diffondere e promuovere in tutto il mondo il grano a marchio Kamut, le sue caratteristiche uniche, e il nostro modello di agricoltura sostenibile, e siamo certi che questi nuovi asset a nostra disposizione ci renderanno visibili e conosciuti ad ancora più persone che come noi hanno a cuore un’alimentazione sana e basata su un modello positivo di sviluppo” commenta Trevor Blyth, Presidente di Kamut International e Kamut Enterprises of Europe.

Il nuovo logo e claim
Il punto di partenza è il nuovo logo che rappresenta una modernizzazione di quello che ha caratterizzato il marchio per tanti anni, mantenendo alcuni aspetti (come la spiga e la forma a diamante) ma rivedendoli in chiave contemporanea. Il nuovo logo è caratterizzato da un lettering moderno, da forme pulite e distintive e colori che vogliono essere un forte richiamo al legame con la terra. L’attenzione è tutta sul marchio Kamut in quanto punto di riferimento per un grano antico dall’ineguagliata autenticità, purezza e qualità, che si differenzia da altre qualità di grani antichi, anche khorasan, che non possono vantare le stesse proprietà.

Il nuovo claim “still ancient” intende anch’esso richiamare la convivenza, nel brand, tra antichità e modernità, creando un ponte fra il progetto originario, nato per proteggere questa qualità di grano antico, e il marchio Kamut di oggi, un brand riconosciuto a livello globale che rappresenta delle proprietà uniche. Il grano a marchio Kamut si distingue perché rappresenta autenticità, purezza e qualità: è “still ancient” (“ancora antico”) in quanto non modificato, non ibridato, sempre coltivato biologicamente, dotato di un buon sapore e unico nelle sue caratteristiche nutrizionali e funzionali.

Il nuovo sito web
La nuova immagine di Kamut si rispecchia anche nel sito web, rinnovato interamente nella sua veste grafica, con grandissima attenzione alla parte visuale, e progettato con un approccio mobile first. Il design del nuovo sito è stato realizzato da Plus Trento e sviluppato da Brilliance Northwest. Il nuovo approccio visuale è evidente sin dall’homepage, che intende essere una rapida panoramica del mondo Kamut e delle sue parole chiave attraverso immagini che raccontano la lavorazione della terra, le tradizioni famigliari e una sana alimentazione e allo stesso tempo trasformarsi in un grande menù che permette una facile accessibilità ai contenuti.

Le diverse immagini che compongono l’homepage diventano vere e proprie finestre sui diversi mondi che Kamut rappresenta, dalla storia unica del grano antico alle sue proprietà salutari, dalle ricette con cui si può sperimentare la versatilità di questo ingrediente ai diversi prodotti industriali a base di questo grano reperibili sul mercato.

Anche nel sito, modernità e tradizione convivono, soprattutto grazie alle scelte tipografiche, che evocano un’altra epoca, e in particolare l’estetica delle vecchie insegne dei negozi alimentari.

La cipolla rossa di Tropea al Fruit Logistica di Berlino

Partecipare ai grandi eventi fieristici sia in Italia che in Europa rappresenta un’opportunità per far conoscere a un pubblico internazionale la versatilità di un prodotto come la cipolla rossa di Tropea Calabria Igp. Con questo spirito da oggi, mercoledì 8, a venerdì 10 febbraio la Cipolla Rossa di Tropea sarà presente al Fruit Logistica di Berlino, il salone del settore ortofrutticolo fresco.

“Per il consorzio di tutela della cipolla rossa di Tropea Calabria IGP e per l’intera filiera si tratta di un appuntamento importante che consentirà di presentarsi a un mercato importante, a negozianti, partner e produttori dell’industria ortofrutticola provenienti dagli Stati Uniti d’America, dall’Asia, dall’Africa e dall’Europa intera” dichiara il Presidente Giuseppe Laria.

Il Consorzio si troverà nell’area Mediterranean Europe, nel padiglione 2.2 – stand B30 con la Regione Calabria. Su una superficie lorda di 118 mila metri quadri nel 2022 erano presenti in tutto 1.994 espositori (dei quali 1.849 dall’estero) da ben 87 nazioni. L’affluenza dell’edizione precedente ha fatto registrare 40.661 visitatori commerciali (l’84,1% dall’estero) da 132 nazioni. Le proiezioni per questa nuova edizione promettono di replicare e superare questi numeri.

“La Rossa di Tropea ha tutte le carte in regola per ritagliarsi uno spazio da protagonista in questa grande piattaforma internazionale, punto di riferimento per il settore dell’industria dei prodotti freschi. Le opportunità di fare rete qui sono enormi e in perenne movimento. Sono anche uno tra i motivi principali per cui così tanti professionisti del settore – dalle grandi e medie imprese alle organizzazioni – vi partecipano ogni anno” aggiunge Daniele Cipollina, direttore marketing del Consorzio.

Arriva Bresaolino, il nuovo snack di bovino prodotto da Panzeri

Il salumificio valtellinese Panzeri lancia Bresaolino, un salamino a base di carne bovina salata e stagionata, altamente proteico e ideale per aperitivi, antipasti e snack.

Pensato per coloro che amano l’equilibrio nel gusto, Bresaolino ha un sapore delicato, leggermente aromatico e moderatamente saporito, vanta una consistenza soda ed elastica e un aspetto al taglio compatto e omogeneo. Prodotto senza glutine e senza allergeni, è OGM free e quindi adatto anche a chi presta particolare attenzione all’alimentazione. Grazie all’alto contenuto proteico e al basso tasso di carboidrati, inoltre, è ideale per gli atleti.

“Bresaolino è un vero salame, realizzato con materia prima bovina” spiega Nicolò Panzeri, oggi a capo dell’azienda di famiglia, che aggiunge: “la materia prima viene trattata con la medesima cura che contraddistingue le nostre produzioni: le migliori carni selezionate e gli stessi aromi della bresaola, la differenza sta nella lavorazione e nei tempi di stagionatura”.

Disponibile in pack da 85 gr., due confezioni separabili da 42,5 gr. l’una, con una shelf life di 90 giorni (55 alla consegna) Bresaolino si conserva anche fuori dal frigo, a 22 gradi fino all’apertura (dopo la quale resta per tre giorni in frigorifero).

Sarà in vendita nelle principali catene distributive dal 1° marzo.

Export vino italiano nella Gdo, flessione in Germania, USA e UK

Bilancio 2022 negativo per il vino italiano nel circuito retail e grande distribuzione di Usa, UK e Germania, che da soli valgono circa il 50% delle esportazioni italiane. Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly su base Nielsen-IQ, lo scorso anno nei tre top buyer sono stati venduti 4,9 milioni di ettolitri di vino, equivalenti a un calo del 9% rispetto al 2021, per valori in riduzione del 5%, a 4,7 miliardi di euro. Rispetto alle vendite del 2021, manca all’appello l’equivalente di 63 milioni di bottiglie e un controvalore di 253 milioni di euro. Fra i tre mercati, le performance generali peggiori si registrano in UK (-11% volume e -8% valore), mentre gli Usa smorzano a -2% l’erosione in valore (2,1 miliardi di euro), limitando il minus a volume a -5%. La Germania al -7% valoriale affianca una perdita del 10% volume (1,7 milioni di ettolitri).

Il bicchiere però è mezzo pieno, rileva l’Osservatorio, se si considera che alla dinamica discendente sul canale della grande distribuzione corrisponde la riapertura del fuori casa, con un mercato della ristorazione dato in crescita consistente. In sintesi, un ritorno alle normalità del pre-Covid, crisi economica permettendo. In tutti e tre i mercati, per diverse denominazioni si riscontra infatti un ritorno più o meno soft ai livelli del 2019, con il prosecco che gioca una partita a parte, con incrementi in doppia cifra sul periodo.

“Queste contrazioni ci riportano ai numeri pre-Covid del comparto retail; in un certo senso stiamo tornando a una condizione di normalità, a patto che la domanda del “fuori casa” (ristoranti e locali) regga di fronte a una congiuntura difficile” afferma Lamberto Frescobaldi, il presidente di Unione italiana vini (Uiv). “Ciò che non è normale è invece il surplus di costi – a partire da energia e materie prime secche – che il settore sta scontando e che pesa ancora di più in un contesto di riduzione della domanda in un canale importante come quello della grande distribuzione. Quest’anno sarà fondamentale riuscire a non deprimere l’offerta sul fronte del valore e, oltre a presidiare i mercati di sbocco, aprire alle piazze emergenti contando sull’appoggio delle istituzioni”.

“Siamo convinti, ancor più in questo particolare momento storico, che il settore non possa permettersi di allentare la presa sui suoi principali mercati di sbocco. Per questo da 20 giorni siamo impegnati con Vinitaly in un Road Show di promozione del vino italiano e di selezione dei migliori buyer da invitare a Verona; una campagna senza precedenti in 9 Paesi di 3 continenti che prevede un’ampia presenza sulle tre piazze principali ma anche sui target emergenti. L’azione riflette un potenziamento del 30-40% degli investimenti sull’estero che, grazie anche al supporto di Ice-Agenzia, garantirà per il prossimo Vinitaly una crescita dei top Buyer nell’ordine del 40%, per arrivare al raddoppio nel 2024” aggiunge Maurizio Danese, l’amministratore delegato di Veronafiere.

Nell’ultimo anno si sono registrate forti erosioni dei volumi venduti negli Usa per Chianti (-9%), Lambrusco (-13%), Montepulciano d’Abruzzo (-12%), e rossi piemontesi (escluso Barolo, -10%), mentre prosegue in scia positiva la corsa del prosecco, a +4% (+41% sul 2019) e sul versante rossi cresce del 5% il Brunello di Montalcino. In Germania, situazione complicata per il primitivo (-8%) e contrazioni volumiche in doppia cifra per Pinot Grigio e Nero d’Avola, oltre a Lambrusco e prosecco (-14,5%) anche nella sua versione frizzante (-26%). Prosecco giù anche nella storica piazza britannica (-15%), assieme a gran parte dei vini fermi (-10%), con l’eccezione dei rosati, che aumentano le vendite del 40%.

Centri commerciali, un 2022 in pieno recupero dopo il buio pandemico

Alla voce fatturato, il 2022 segna un sostanziale ritorno ai livelli pre-Covid e una forte crescita rispetto al 2021: è questa la sintesi emersa dal monitoraggio dell’Osservatorio del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali – CNCC, che analizza il panel dell’industria dei centri commerciali in Italia a cui partecipa il 100% in omogeneo dei negozi di 300 strutture, pari a circa 10 mila attività.

Dai dati emerge che il trend di ripresa dell’industria dei centri commerciali, già rilevato nel 2021, si consolida ulteriormente nel 2022 in cui si registra un netto miglioramento del fatturato con una crescita del +13,7% rispetto all’anno precedente. Se per il raffronto con il 2022 si considera, invece, il 2019, anno pre-pandemia, i fatturati dei centri commerciali sono quasi in linea con un lieve calo di circa il -3%: questo risultato evidenzia una solida ripresa per tutto il comparto, alla luce del fatto che il primo trimestre del 2022 è stato ancora fortemente influenzato dall’impatto della variante Omicron. Da sottolineare, infatti, che se si considera solo il periodo da aprile a dicembre 2022 – di fatto esente da effetti legati dalla pandemia – la parità con il 2019 è quasi raggiunta (-0,6%).

Alla dinamicità del trend dei fatturati, gli ingressi mostrano un costante miglioramento seppure con un recupero più lento, andamento che consente di prevedere un ritorno ai livelli pre-Covid nel corso del 2023. Il 2022 si chiude, infatti, con una notevole crescita rispetto al 2021 (+14,1), ma la voce ingressi presenta ancora un gap, seppure si stia gradualmente riducendo, se il raffronto avviene con il 2019 (circa -15%).

Il quadro presentato dai risultati dell’Osservatorio CNCC viene letto come una conferma della fidelizzazione al “format centro commerciale” che, a fronte di un’affluenza non ancora ai livelli pre-Covid, evidenzia un incremento dello scontrino medio, un cambiamento nelle abitudini di spesa che era già stato intercettato lo scorso anno. I clienti continuano, quindi, a premiare l’offerta dei centri commerciali, che si evolve in linea al contesto in cui operano, così come ai nuovi bisogni in termini di prodotti e servizi, ma anche di esperienza d’acquisto. Un impulso, infatti, è dato sicuramente anche da una sempre maggiore implementazione della strategia omni-channel, che si sta rilevando vincente su tutti i canali, e dall’impegno dell’Industria nell’introdurre innovazioni digitali e creare nuove esperienze di visita.

Entrando più nel dettaglio, dal raffronto del fatturato 2022 con il 2021, tutte le categorie merceologiche riportano un andamento in crescita, ad esclusione dell’elettronica di consumo che presenta una minima flessione (-0,3%): la migliore performance è data certamente dall’accelerazione della ristorazione (+43%), cura persona, salute (+18,5%), cultura e tempo libero (+14,3%), abbigliamento (+15,3%), attività di servizi (+10,6%) e beni per la casa (+9,2).

Se invece si confrontano i fatturati degli anni 2022 e 2019, le categorie merceologiche con andamento positivo sono beni per la casa (+3,6%) e cultura e tempo libero (+2,3%), sostanzialmente in linea l’elettronica di consumo (-0,1%), mentre non hanno ancora del tutto recuperato cura persona, salute (-1,3%), abbigliamento (-4,9%) e attività di servizi (-16%). Un commento a parte merita, anche in questo raffronto, la ristorazione che registra un calo del -7%, a causa delle restrizioni ancora vigenti a inizio 2022.

A dicembre 2022, tra i mesi più importanti per l’industria grazie allo shopping natalizio, l’Osservatorio CNCC ha registrato un +6,8% alla voce fatturati, rispetto al 2021, e un allineamento di fatto rispetto al 2019 con un -0,8%. Il dato fornito dal monitoraggio degli ingressi mostra un +7,8% rispetto al 2021, mentre resta ancora in negativo (-12,7%) rispetto al 2019. Per quanto riguarda le categorie merceologiche, particolarmente incoraggiante il dato che emerge per la ristorazione, una delle attività maggiormente colpite negli ultimi anni a causa delle restrizioni più prolungate, in crescita di oltre il 27% rispetto al 2021, mentre si riposiziona al trend del 2019 (+1%).

Allevamenti, FederBio spinge per un nuovo modello

Il regolamento europeo sugli allevamenti biologici non basta più: andare oltre significa puntare soprattutto sul miglioramento delle condizioni di vita del bestiame allevato. È questa la posizione di FederBio, espressa in occasione della seconda Festa del Bio, tenuta a Milano il 4 febbraio. La federazione, che riunisce organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, ha presentato il nuovo quaderno di Cambia La Terra: “Allevamenti. Sostenibile non basta: il modello è quello del bio”, in occasione di un evento moderato dal giornalista e conduttore televisivo Patrizio Roversi. Il Quaderno – redatto con i contributi di tutte le Associazioni di Cambia la Terra, ISDE Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Slow Food e WWF – propone una serie di standard per ridefinire un sistema di allevamento biologico che sia in grado di produrre vantaggi per l’ambiente, per la salute dell’uomo e tenga conto del benessere animale. Secondo FederBio, i bovini devono poter pascolare all’aperto per almeno 120 giorni l’anno, i vitelli devono poter essere alimentati alla mammella, in modo naturale, e gli allevamenti bio devono scegliere razze a lento accrescimento, in modo tale da assicurare una durata adeguata di vita agli animali; le scrofe devono poter passare il periodo della gestazione all’aperto e non possono essere rinchiuse nelle gabbie; ai polli non può essere tagliato il becco (una pratica che denuncia allevamenti affollati) e occorre risolvere il problema dell’eliminazione dei pulcini maschi.

Per Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio, “bisogna passare da un modello intensivo a uno basato sul biologico e sull’agroecologia” per raggiungere gli obiettivi definiti dalle strategie europee Farm to Fork e Biodiversità: da qui al 2030 il settore agricoltura e allevamento deve dimezzare l’uso di pesticidi chimici e di antibiotici e raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agricola coltivata a biologico. In questa svolta, il punto più critico è l’allevamento, perché è il comparto che pone il problema maggiore sia per l’inquinamento che per la salute. “Aver separato agricoltura e allevamento – spiega Mammuccini – ha trasformato il letame da risorsa in problema creando da una parte inquinamento delle acque e del suolo e dall’altra carenza di nutrienti per il terreno. Per questo è fondamentale passare ad un approccio integrato, fornito dai metodi biologici e biodinamici da sempre basati sulla circolarità dei nutrienti”.

L’agricoltura è la principale fonte di emissioni di ammoniaca, a causa della zootecnia e del trattamento dei relativi effluenti e, in misura minore, dell’uso di fertilizzanti. L’Italia è il quarto Paese emettitore di ammoniaca dopo Francia, Germania e Spagna, le emissioni stimate nel 2020 ammontano a 363.000 tonnellate. L’ammoniaca non impatta solo sulla qualità dell’acqua, ma anche sull’inquinamento dell’aria: è tra i responsabili della formazione di polveri sottili e ormai – secondo i dati riportati nel Quaderno – in Pianura Padana il loro contributo è pari a quello prodotto dal traffico stradale.

Il settore del bio punta su un’interpretazione avanzata del regolamento europeo sul biologico, definendo lo “Standard High Welfare”, un modello di allevamento che tenga conto del benessere degli animali, ma anche della conservazione della biodiversità, della valorizzazione delle razze locali e degli allevamenti di piccola scala, importanti per la rivitalizzazione dei territori interni. FederBio lamenta, però, che nel Piano Strategico nazionale della PAC i fondi stanziati andranno in massima parte alla riduzione degli antibiotici, ma gli allevamenti biologici non ne fanno uso e quindi non li potranno “ridurre”. “Si determina il paradosso per cui, ancora una volta, la zootecnia intensiva rischia di essere premiata con i fondi pubblici più di quanto potrà esserlo quella bio e l’allevamento al pascolo” denunciano le Associazioni di Cambia la Terra.

“Abbiamo pochi allevamenti bio, per questo è importante che la politica intervenga per dare la possibilità al settore di accedere ai fondi pubblici che, ad oggi, sono molto più accessibili agli allevamenti a larga scala” sottolinea Mammuccini. E questo in presenza di una crescente domanda di carne bio che al momento non trova sufficiente copertura da parte dell’offerta nazionale, come sottolinea un documento Ismea, l’ente di ricerca sul mercato agricolo.

Consolidata la collaborazione tra Di Marco e Banco Alimentare contro gli sprechi

Lo scorso anno Di Marco, azienda nota per aver inventato la Pinsa Romana, tra i food trend del momento, ha siglato un accordo con Banco Alimentare teso al recupero delle pinse “fuori misura” ma perfettamente buone. A oggi sono oltre 488 i bancali, ovvero 410mila pinse romane originali, donati alla Fondazione italiana che si occupa della raccolta di generi alimentari e del recupero delle eccedenze.

La Pinsa Romana Di Marco è un prodotto totalmente artigianale, lavorato a mano dagli esperti pinsaioli dell’azienda che, dopo la lenta lievitazione di 72 ore, le stendono rigorosamente a mano conferendo la caratteristica forma allungata. Questo processo di produzione, fortemente improntato alla manualità e all’artigianalità, può presentare a volte qualche piccolo difetto dimensionale, ecco perché è sottoposto a rigidi controlli di qualità in ogni fase. Un lettore ottico controlla infatti ogni singola pinsa prodotta nei laboratori Di Marco, scartando quelle che non possono essere confezionate e commercializzate nei canali Horeca e trade, per questioni legate a forma e dimensioni che non rispettano lo standard. Le pinse “fuori misura”, perfettamente buone, leggere e altamente digeribili come le altre, vengono recuperate grazie alla partnership con Banco alimentare che le porta sulle tavole degli enti che rispondono ai bisogni alimentari delle persone più fragili.

“Da sempre cerchiamo di combattere gli sprechi, riteniamo inaccettabile che ogni anno in Italia si gettino tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile. Ecco perché abbiamo cercato di trasformare il problema delle pinse ‘fuori misura’ in un’opportunità donandole a Banco alimentare, con cui abbiamo attivato da tempo una partnership. Si tratta di prodotti buonissimi, solo scartati dal lettore ottico perché la dimensione non è conforme a quella richiesta per il confezionamento. Riteniamo che il buon cibo di qualità sia un dono da condividere e siamo ben felici di poter dare un aiuto concreto ai più bisognosi attraverso la catena di solidarietà di Banco Alimentare”, ha commentato Alberto Di Marco, Direttore Generale Di Marco.

“Ringraziamo Di Marco per il rapporto significativo con Banco Alimentare e per la disponibilità a condividere i propri ottimi prodotti donandoli a chi è in difficoltà. Esempio significativo per molti che la responsabilità sociale può realizzarsi e nutrirsi di gesti concreti a favore di chi più è nel bisogno”, ha sottolineato Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare.

Mix granola, arrivano 3 novità a base di semi di girasole

La Melandri Gaudenzio – azienda specializzata nell’importazione, selezione, confezionamento e commercializzazione di legumi, cereali e semi oleosi – arricchisce la propria gamma di prodotti e lancia tre nuove referenze per inaugurare la linea “Melandri isemi”. Si tratta dei Mix granola: miscele croccanti a base di semi di girasole e fiocchi d’avena, nelle tre varianti che si caratterizzano per distinte note aromatiche: Gold (miele e vaniglia), Pink (lampone) e Choko (cacao).

I Mix granola sono ricchi di fibre, fosforo e magnesio e forniscono la giusta dose di energia per iniziare con gusto e buon umore la giornata. Sfiziosi e originali, sono indicati per la prima colazione (in aggiunta a yogurt, latte o bevande vegetali, preferibilmente a freddo così da mantenere la sua consistenza croccante ottenuta grazie alla tostatura al forno), ma anche da sgranocchiare come snack spezza fame in ogni momento della giornata, in casa e outdoor, in ufficio e in palestra.

Anche dal punto di vista del packaging, la Melandri Gaudenzio si è affidata alla creatività e al colore. La definizione del logotipo “isemi” segue il percorso delle precedenti linee di prodotto strutturate con la stessa logica: l’uso dell’elemento istituzionale “Melandri”, ricavato dal marchio aziendale più il nome della linea interpretato in chiave grafica, dove le lettere de “isemi” sono spaziate su un gioco di elementi colorati che rappresentano i semi. E il forte impatto cromatico colore è proprio l’elemento che, più di altri, caratterizza tutta la comunicazione della linea, dal momento che il colore viene utilizzato anche a specificare nome e natura delle singole referenze (Gold, Pink, Choko).

Miscela Light di Caffè Borbone, l’espresso col 50% in meno di caffeina

Caffè Borbone amplia l’offerta di miscele disponibili in cialde compostabili e presenta Miscela Light, la miscela con il 50% in meno di caffeina, per un caffè napoletano dal tradizionale gusto intenso al palato, ma più leggero.

L’aroma in equilibrio tra un carattere vigoroso e una squisita dolcezza è assicurato dalla Miscela Blu che, combinata con la Miscela Dek decaffeinata, dà vita a un caffè cremoso e leggero, da assaporare nel corso dell’intera giornata fino a tarda sera.

“Lanciare una miscela con il 50% di caffeina in meno è una scelta coraggiosa che sappiamo sarà apprezzata da chi non vuole rinunciare al gusto ma preferisce poter scegliere” – afferma Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone. “È proprio questa la sfida che abbiamo voluto intraprendere, offrire alle persone una scelta alternativa superando il preconcetto che il caffè decaffeinato non sia vero caffè. Miscela Light dimostra proprio il contrario, leggerezza e intensità non si escludono l’una l’altra ma offrono una nuova esperienza gustativa”.

L’obiettivo di Caffè Borbone è tendere un culto fortemente legato alla tradizione come quello del caffè alle tante opportunità offerte dall’evolversi degli interessi e delle abitudini dei consumatori per continuare a stupirli con nuove miscele e varietà, sempre nel rispetto dell’ambiente che contraddistingue l’impegno della divisione ricerca & sviluppo.

Le cialde compostabili, infatti, conferiscono al prodotto un’elevata biodegradabilità e dimostrano come sia possibile concretizzare soluzioni sostenibili senza sacrificare sapore e gusto, mantenendo l’aroma tipico del caffè in un involucro di carta che può essere comodamente smaltito.

Cubetti vegetali Good&Green, la novità plant based di FelsineoVeg

Alla crescente domanda di alternative alimentari salutari e sostenibili a base di proteine vegetali, FelsineoVeg Società Benefit, azienda attiva nella produzione di affettati vegetali, risponde presentando tre nuove referenze di Cubetti 100% plant based che vanno ad ampliare la linea Good&Green.

Le nuove proposte si collocano nel segmento dell’ingredientistica e comprendono referenze che richiamano i sapori della tradizione come il gusto Pollo Arrosto, delicato e appetitoso, il gusto Pancetta Affumicata, che dona una nota irresistibile a ogni ricetta, e il più innovativo gusto Salmone, dal sapore deciso e stuzzicante. I nuovi cubetti vegetali uniscono praticità, gusto e benessere. Già tagliati in piccoli pezzetti sono pronti da assaporare al naturale per arricchire di colore, profumo e fantasia poke, tartare o insalatone. Sono ideali anche per la cottura poiché la loro struttura microfibrillare è in grado di assorbire i liquidi in fase di cottura rendendoli l’ingrediente perfetto per realizzare piatti appetitosi e raffinati.

Come gli affettati vegetali della linea Good&Green, anche i cubetti sono realizzati con il metodo produttivo Mopur, una ricettazione naturale che unisce lievito madre e selezionate farine di cereali e legumi, conferendo una consistenza unica, sapori e profumi particolarmente sfiziosi e invitanti. Inoltre, la fermentazione naturale e la cottura ad acqua sono in grado di preservarne le proprietà nutritive contribuendo così a fornire un corretto equilibrio nutrizionale.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare