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Consorzio Parmigiano Reggiano, vendite ed esportazioni in crescita

Dopo aver chiuso un 2021 da record con un giro d’affari al consumo pari a 2,7 miliardi di euro, nel primo semestre 2022, il Consorzio ha registrato – rispetto al primo semestre 2021 – un incremento delle vendite totali pari al 2,4% (68.461 tonnellate vs 66.884 tonnellate), con un aumento dei volumi anche nei mercati internazionali che crescono dell’1,6% (29.215 tonnellate vs 28.751).

Segno positivo anche per le vendite nel mercato italiano: +2% (27.435 tonnellate vs 26.887), grazie alla ripresa del canale della ristorazione e delle vendite dirette che aumentano del 4% (8.242 tonnellate vs 8.100 tonnellate).

Le aziende del Consorzio Parmigiano Reggiano hanno quindi reagito in modo positivo alla pandemia, alle incognite legate alle incertezze della crisi geopolitica accesasi con l’invasione russa del 24 febbraio, al caro energia e alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie in alcuni mercati. Prima nello sviluppo, la Spagna (+14,7% con 656 tonnellate vs 572 tonnellate del primo semestre 2021), bene anche Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop Parmigiano Reggiano (+12,6% con 7.170 tonnellate vs 6.366 tonnellate) e Francia (+8,3% con 6.033 tonnellate vs 5.570). Buoni i risultati anche Oltreoceano con il Giappone che cresce del 79,6% (445 tonnellate vs 248) e l’Australia che segna un +57,9% (290 tonnellate vs 184 tonnellate).

“Superato il periodo della pandemia con un sostanziale ‘premio’ dei consumatori, che ha dimostrato fedeltà al Parmigiano Reggiano per i valori che la Dop esprime, il 2022 mette a segno un ulteriore sviluppo con un primo semestre che segna un +2,4% di crescita a volume. Un risultato che stimolerà le nostre aziende ad affrontare il secondo semestre con energia, tenendo presente la situazione geopolitica internazionale instabile e le problematiche legate al caro energia e all’incremento dei costi delle materie prime che condizioneranno inevitabilmente anche il nostro comparto. Nel prossimo futuro punteremo molto sui mercati internazionali. Ci preoccupa la situazione economica italiana, e le difficoltà che dovranno affrontare le famiglie per l’aumento dei prezzi previsto nei prossimi mesi. Il nostro obiettivo è quello di garantire al consumatore un prezzo equo del nostro prodotto sul mercato, evitando fenomeni speculativi” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

Proprio ieri il Ministero delle Politiche Agricole ha approvato il Piano di regolazione dell’offerta del Parmigiano Reggiano DOP per il triennio 2023-2025 che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023. Il Piano Regolazione Offerta è uno strumento previsto dal Regolamento (UE) N. 261/2012 e ha l’obiettivo di definire le modalità di gestione dell’offerta di Parmigiano Reggiano al fine di adeguarla alla domanda.

Nel merito dei contenuti specifici, la novità più importanti sono due: consolidare, senza ulteriori aumenti, la produzione di fine 2021, prevedendo una riduzione delle riassegnazioni annuali (dal 10,0% allo 0,5%) e l’aumento degli importi di contribuzione aggiuntiva con Importo unico da 18 a 25 €/quintale e Importo Grande splafonatore da 30 a 40 €/quintale; la seconda è la generazione e distribuzione di nuove Quote Latte Parmigiano Reggiano agevolate per circa 1,8 milioni di quintali (gratuite e a prezzi agevolati) finalizzate a ridurre il livello di splafonamento, e di conseguenza di contribuzione economica aggiuntiva, per gli allevatori che rispetteranno i criteri specifici di non aumento produttivo.

Al fianco di tali interventi, la proposta introduce altri importanti novità e miglioramenti per sostenere politiche specifiche rivolte ai giovani e ai produttori di montagna, e introdurre leve di flessibilità per gestire lo strumento in correlazione ai bisogni reali del mercato e per dare maggiore efficacia al contrasto delle eventuali crisi di mercato.

“L’obiettivo del Piano è assicurare un allineamento dell’offerta di Parmigiano Reggiano DOP alla sua domanda di mercato, partendo dal consolidamento dei punti di riferimento produttivi al fine di garantire il valore aggiunto per le imprese della filiera, mantenere inalterati gli standard qualitativi del prodotto e garantire al consumatore un prezzo di mercato adeguato” ha concluso il presidente  Bertinelli.

Claudio Alibrandi è il nuovo Presidente di Conad

Due giorni fa si è tenuta una seduta del Consiglio di Amministrazione di Conad Consorzio Nazionale Società Cooperativa che ha deliberato alcuni cambiamenti nella composizione del proprio organico.

Il Consiglio di Amministrazione ha preso atto delle dimissioni di Valter Geri, in ragione del termine del suo mandato come Presidente della Cooperativa Conad Nord Ovest e nel rispetto del limite del numero di mandati previsti dal nuovo Regolamento Cooperativo. Il Consiglio di Amministrazione ha ringraziato Valter Geri per aver svolto il proprio mandato con grande perizia, equilibrio e senso di responsabilità.

In seguito alle sue dimissioni, il Consiglio di Amministrazione ha proceduto alla nomina di Claudio Alibrandi, Presidente della Cooperativa PAC 2000A, a Presidente di Conad Consorzio Nazionale Società Cooperativa, ruolo che aveva già svolto in passato.

Nel corso della stessa seduta, il Consiglio di Amministrazione ha cooptato come nuovi membri i recentemente nominati Presidente e Amministratore Delegato della Cooperativa Conad Nord Ovest, rispettivamente Roberto Toni e Adamo Ascari.

Al termine del Consiglio di Amministrazione di Conad Consorzio Nazionale Società Cooperativa si è svolto anche il Consiglio di Amministrazione di Fondazione Conad ETS. Il Consiglio ha accettato le dimissioni dal ruolo di Presidente della Fondazione di Claudio Alibrandi e proceduto alla nomina, in sua sostituzione, di Nicola Fossemò, Presidente della Cooperativa Conad Adriatico. Sono stati, inoltre, indicati dai Fondatori come nuovi Consiglieri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Conad ETS, Roberto Toni, Adamo Ascari e Alessandro Beretta.

Mega, oggi nuova apertura a Vigonza

Inaugurato oggi nel comune di Vigonza un nuovo punto vendita dell’insegna MEGA: un supermercato moderno di oltre 2.800 mq che garantisce prezzi bassi tutti i giorni. Ad aprire è anche il nuovissimo bar da oltre 80 mq, che seguirà gli stessi orari del negozio. È la quindicesima apertura dell’insegna MEGA del Gruppo Unicomm (associato SELEX Gruppo Commerciale) che, in pochi anni, si sta facendo conoscere dai clienti per la qualità e la convenienza.

L’inaugurazione di Vigonza, in località Busa – via Regia 22, arriva al termine della ristrutturazione del punto vendita che precedentemente operava con l’insegna Famila: il negozio era comunque gestito dal Gruppo Unicomm, che ha deciso di rinnovare completamente lo store cambiando anche l’insegna e quindi la tipologia di offerta al cliente. Il Famila, che era attivo dal 1999, è stato chiuso il 25 giugno scorso ed in poco più di due settimane è stato completamente rimesso a nuovo.

“Siamo presenti a Vigonza da oltre vent’anni – ha dichiarato il Cavaliere Marcello Cestaro, Presidente del Gruppo Unicomm, che prosegue: Vogliamo continuare a innovare e a rinnovarci, sempre alla ricerca della soluzione migliore per soddisfare i nostri clienti: siamo certi che l’offerta che introdurrà MEGA, con prezzi sempre bassi ma senza venire meno alla qualità dei prodotti, sia proprio quella che serve in questo territorio. All’interno del negozio opereranno ben 45 addetti, perché vogliamo garantire il miglior servizio a chi entra nei nostri punti vendita e perché siamo convinti che siano proprio le persone a fare la differenza”.

“L’insegna MEGA risponde alla crescente domanda di convenienza che sta interessando il nostro Paese – spiega Giancarlo Paola, direttore commerciale del Gruppo Unicomm. È il terzo MEGA nel padovano, dopo quelli di Este e Maserà: in questa provincia l’arrivo della nostra insegna più giovane è stato particolarmente apprezzato, per cui abbiamo pensato di portarla anche a Vigonza rinnovando un vecchio Famila. I clienti avranno modo di scoprire come MEGA sappia combinare l’attenzione alla qualità che da sempre ci contraddistingue con l’assoluta convenienza rispetto ai competitor”.

All’interno del negozio – che ha 9 casse a servizio dei clienti – trovano spazio i banchi serviti del pesce e della salumeria, oltre ad un ampio reparto ortofrutta: la fornitura dell’ortofrutta e del pesce è giornaliera, per garantire sempre la massima freschezza. MEGA proporrà costantemente selezioni enogastronomiche del territorio e i tradizionali prodotti nazionali, perché come in tutti i punti vendita a gestione Unicomm ci sarà una fortissima attenzione ai localismi. Nei primi 15 giorni di apertura ogni cliente che effettuerà una spesa di 40€ verrà omaggiato un buono del valore di 10€ (da usare entro i 15 giorni successivi con una spesa minima di 40€).

La particolarità dell’insegna MEGA è la presenza dei grandi formati, molto interessanti per ristoratori ed esercenti come ulteriore occasione di risparmio, differenziata sui molti reparti, dai freschi alle categorie del grocery. L’obiettivo di Unicomm è garantire l’alto livello qualitativo sempre tutelando il potere d’acquisto.

Da sottolineare anche le novità strutturali apportate al negozio: sono stati abbattuti tre edifici nelle vicinanze, consentendo di allargare considerevolmente il parcheggio, è stata migliorata la viabilità di accesso e realizzate importanti opere mitigative a verde. Il punto vendita è rivoluzionato e interamente rinnovato anche rispetto ai consumi energetici e agli aspetti legati alla sostenibilità: sono stati sostituiti i vetri dei serramenti esistenti con vetrocamera, implementati l’impianto elettrico e l’illuminazione interna esistenti, sostituiti i macchinari dell’impianto di riscaldamento e condizionamento. Nello specifico, gli apparecchi illuminanti (per la maggior parte tubi fluorescenti in area vendita) hanno lasciato il posto ad apparecchi a tecnologia LED con le medesime caratteristiche illuminotecniche che avranno anche un beneficio sull’impianto di climatizzazione, in quanto il calore prodotto sarà significativamente ridotto rispetto ai precedenti. Sono stati inseriti anche recuperatori di aria e di calore termodinamici in pompa di calore a ciclo frigorifero, per recuperare l’energia dispersa in atmosfera dalle espulsioni di aria e fumi.

Come ulteriore riduzione dei rifiuti e di impatto ambientale, per le pulizie interne l’azienda ha adottato l’utilizzo di prodotti confezionati in flaconi che usano il 30% di plastica proveniente dal riciclo di materie prime plastiche. Un altro aspetto da sottolineare è l’utilizzo di imballaggi riciclabili per gli alimenti (affettati, pane, ecc.) in sostituzione dei poliaccoppiati: i nuovi prodotti sono interamente in carta e 100% riciclabili anche nella parte trasparente.

Checkpoint Systems supporta Penny per la protezione dei prodotti

Penny ha installato in oltre 400 dei suoi negozi, presenti in 20 regioni italiane, più di 2000 antenne Evolve e implementato, in collaborazione con Checkpoint Systems, un importante Progetto di Protezione alla Fonte per migliorare la gestione delle referenze sensibili presenti sui punti vendita.

Penny si unisce a tutti gli altri casi di utilizzo di Antenne Antitaccheggio e implementazione di un Progetto di Protezione alla Fonte, tramite soluzioni già apprezzate nella Grande Distribuzione Organizzata ed in particolare dal canale Discount, dove rappresentano quasi uno standard. Molto più che in altre realtà del settore, infatti, l’esigenza di ottimizzare le attività del personale è cruciale e, in quest’ottica, l’attivazione di strategie che prevedano di disporre di prodotti già protetti alla fonte risulta fattore dominante nel perseguire la profittabilità dei punti vendita.

L’azienda puntava su una soluzione efficace, integrata e pronta all’uso per diminuire le differenze inventariali e migliorare il conto economico dei singoli negozi. Attraverso la collaborazione con Checkpoint Systems l’insegna mira a continuare a ridurre le differenze inventariali senza impattare sull’operatività del personale.

“Quando ci ha contattati Penny la sfida che si è aperta per noi e che abbiamo accettato con entusiasmo è stata quella di progettare un programma di protezione alla fonte in tempi ridotti, che fosse efficace al 100% fin dalla prima installazione” dichiara Alberto Corradini, Business Unit Manager di Checkpoint Systems Italia. “Ci siamo riusciti grazie alle competenze ed expertise che abbiamo maturato in oltre 50 anni di attività nel settore. Questa collaborazione ci ha permesso di estendere i benefici della protezione alla fonte ad una nuova insegna tra i leader nel mercato discount”.

I punti vendita Penny interessati dall’installazione presentavano differenti tipologie di layout e il grande lavoro di squadra tra la Facility dell’insegna e quelli di Checkpoint ha rappresentato un valore aggiunto, nel supportare un veloce deployment del progetto. Checkpoint ha ultimato i lavori, partiti nel mese di maggio, in meno di 3 mesi, installando oltre 2.000 sistemi antitaccheggio e attivando il programma di source tagging in tempi record.

Un altro servizio scelto da Penny è la manutenzione proattiva: il sistema di Checkpoint è infatti in grado di interrogare in autonomia i device e individuare eventuali errori o anomalie, riuscendo ad intervenire prima da remoto, evitando così l’uscita di un tecnico e abbattendo considerevolmente l’impatto ambientale, un altro segnale dell’azienda, nel suo impegno concreto a favore di sostenibilità e responsabilità sociale.

“Mentre effettuavamo le installazioni, abbiamo anche supportato il cliente nella formazione del personale, fornendo dei supporti video necessari al training degli addetti dei punti vendita sull’utilizzo dei sistemi di sicurezza e nella gestione degli allarmi” aggiunge Corradini. “Oggi gli addetti sono perfettamente formati per gestire al meglio i dispositivi e gli eventuali allarmi di sistema”.

Il caro prezzi svuota il carrello della spesa

Il caro prezzi taglia la spesa alimentare degli italiani che risulta in calo in quantità del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge dall’ analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio a maggio che su base annua fanno registrare una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistate per il quinto mese consecutivo.

Il risultato positivo in valore è dovuto esclusivamente all’aumento dei prezzi che per i beni alimentari sono aumentati in media dell’8,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat a giugno. Dal +68,6% dell’olio di semi al +13,4% dei gelati, i rincari dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina contagiano i prezzi nel carrello della spesa con aumenti che – sottolinea la Coldiretti – che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori. Se in cima alla classifica dei rincari ci sono gli oli di semi al secondo posto c’è il burro con un +27,7% e al terzo la farina, con i prezzi in salita del 20,5% trainati dagli aumenti del grano che interessano anche la pasta, in salita del 18,3%. Quinta piazza per la margarina (+16,8%) e sesta per la carne di pollo (+15,1%), mentre alla settima c’è il riso, con diecimila ettari seminati in meno quest’anno per la siccità che sta tagliando anche i raccolti. Rincari a doppia cifra – continua Coldiretti – pure per le uova (+13,6%).

L’impatto dell’inflazione è evidente dal fatto che in controtendenza – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,8% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio tradizionale. Il risultato dei discount – precisa la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali.

La punta dell’iceberg della situazione di difficoltà in cui si trovano i consumatori sono 2,6 milioni di persone costrette addirittura a chiedere aiuto per mangiare, in aumento nel 2022 a causa della crisi scatenata dalla guerra in Ucraina con l’aumento dell’inflazione, dei prezzi alimentari e i rincari delle bollette energetiche, secondo l’analisi Coldiretti su dati Fead. Il Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead) in Italia aiuta 2.645.064 persone tra cui 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili, secondo l’analisi della Coldiretti.

Se i prezzi per le famiglie corrono, spinte dal caro energia e dalla guerra, l’aumento dei costi colpisce duramente – precisa la Coldiretti – l’intera filiera agroalimentare, con i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono ormai neanche a coprire i costi di produzione. Più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.

Uno tsunami che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole. Nelle campagne – continua la Coldiretti – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea.

“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

C.O.R.E., parte il nuovo progetto di Caffè Borbone

Dopo gli ottimi risultati del 2020/2021, un ulteriore salto di qualità per Caffè Borbone che punta sui processi d’innovazione 4.0 per innovare lo stabilimento (di 13.000 metri), realizzare nuove performance produttive e incrementare l’occupazione.

Si tratta di un importante progetto di sviluppo industriale chiamato C.O.R.E. l’acronimo di “Caffè ovvero ricerca delle Emozioni” che consentirà di aumentare la capacità produttiva dello stabilimento attraverso un innovativo sistema di torrefazione 4.0, in grado di controllare in modalità automatica il confezionamento di cialde e capsule per macchine da caffè.

C.O.R.E è il risultato dell’impegno costante che Caffè Borbone rivolge alla ricerca e all’innovazione, un progetto che aiuterà a crescere l’indotto economico e a creare nuovi posti di lavoro, e che conferma la volontà dell’azienda di puntare sul territorio, e soprattutto sulle persone. Particolare attenzione è rivolta al tema della sostenibilità che per l’azienda rappresenta una scelta consapevole e responsabile, un percorso complesso da portare avanti con convinzione e coerenza.

A tal proposito Marco Schiavon, direttore generale di Caffè Borbone, dichiara: “Il riconoscimento della validità del nostro progetto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è un’attestazione importante per noi, una conferma di quanto il nostro impegno legato all’innovazione e alla ricerca, sia apprezzato. Sviluppiamo il nostro business con concretezza, spinti sempre dalla volontà d’investire sul territorio e sulle persone, apportando valore sociale. Crescere, per noi significa anche alimentare con azioni tangibili lo sviluppo sociale, una responsabilità che sentiamo e che ci spinge a continuare su questa strada”.

Granoro diventa marchio storico di interesse nazionale

Granoro, pastificio pugliese attivo nel settore della produzione di pasta secca di semola di grano duro, è stato inserito nel Registro dei Marchi storici di interesse nazionale, uno strumento istituzionale creato dal Ministero dello Sviluppo Economico per tutelare la proprietà industriale delle aziende storiche italiane.

Possono accedere a questo prestigioso riconoscimento le aziende tradizionalmente legate al territorio che abbiano registrato il marchio d’impresa da almeno 50 anni, o per le quali sia possibile dimostrare l’uso continuativo del marchio in associazione ai propri prodotti o servizi per lo stesso periodo. Questo ambizioso traguardo testimonia la dedizione e la passione con la quale Granoro si è conquistata una posizione di riferimento per milioni di consumatori in Italia e nel mondo.

«Siamo orgogliosi di aver conseguito questo prestigioso riconoscimento – commenta Marina Mastromauro, Amministratore Delegato di Granoro – che premia gli sforzi del mio papà e della mia mamma, oltre a quelli della nostra grande famiglia allargata composta da tutti i nostri collaboratori, custodi nel tempo dell’amore per la pasta».

Fondato nel 1967 dal Sig. Attilio Mastromauro, discendente da un’antica famiglia di pastai, e da sua moglie, la Sig.ra Chiara, Granoro è oggi una tra le più importanti realtà produttive italiane nel settore pastario e di alcuni prodotti come i pomodori e l’olio, legati per tradizione al primo piatto. Obiettivo dell’azienda durante tutta la sua storia è sempre stato quello di deliziare quotidianamente i palati di tutto il mondo, garantendo l’alta qualità dei prodotti al giusto prezzo, attraverso i migliori grani e le migliori materie prime, secondo la più autentica tradizione culinaria italiana.

Nel 2012 ha promosso uno dei più importanti progetti di filiera per la valorizzazione e la sostenibilità del grano duro di alta qualità nel territorio per la produzione di pasta 100% Puglia. Il progetto Granoro “Dedicato” oggi aggrega circa 350 aziende cerealicole, due aziende di stoccaggio e un molino, tutti rigorosamente situati in Puglia.

Investimenti nel market understanding, la ricerca di Toluna

Market understanding, innovazione tecnologica e nessun compromesso sulla qualità: sono queste le principali caratteristiche del settore delle ricerche di mercato odierno secondo quanto emerso da “Il panorama della Ricerca Agile. Smart simplification in un contesto in continua evoluzione”, la ricerca globale con cui Toluna, principale piattaforma di consumer insights sul mercato, ha indagato l’industry stessa.

Raccogliendo visioni e prospettive di 395 professionisti del mondo marketing e insights, provenienti da 14 Paesi e operativi in 25 diversi settori merceologici, Toluna ha tracciato un quadro del presente e del futuro di un settore in costante trasformazione.

Investire nel market understanding in risposta alle disruption
Non più un’eccezione, ma la nuova norma: i grandi cambiamenti economico-sociali impattano inevitabilmente non solo sulla quotidianità, ma anche sul mercato. Nell’ambito della ricerca ciò si è tradotto in una redistribuzione del budget: a livello globale, il 31% è oggi allocato al market understanding, segno della necessità di studi più frequenti, continuativi e agili sul consumatore. Di poco inferiore il dato italiano, pari al 25%. Si tratterebbe di una tendenza in crescita: il 58% dei rispondenti ritiene, infatti, che nei prossimi 1-2 anni le ricerche di questo genere aumenteranno.

Le sfide da affrontare (e come): budget e risorse
Sarebbero le limitatezze di budget e di personale interno i principali ostacoli vissuti quotidianamente dai professionisti del settore, problematiche citate rispettivamente dal 61% e dal 47% dei partecipanti al panel. Sul terzo gradino del podio (33%) la questione dell’actionability degli insights: i risultati delle ricerche devono fornire risposte puntuali e specifiche.

Per affrontare queste sfide le aziende si rivolgono a servizi flessibili, che diano la possibilità di accedere a varie tipologie di ricerca. Dall’indagine emerge una sovrapposizione tra DIY (Do-It-Yourself), Assisted e il più tradizionale sistema Full Service: queste soluzioni sarebbero, infatti, utilizzate, almeno la metà delle volte, rispettivamente dal 37%, 32% e 46% degli intervistati. Quest’ultimo dato globale si allinea al risultato italiano, pari al 47%, mentre è più ampio il distacco nel nostro Paese tra il servizio assistito e quello DIY, rispettivamente al 45% e 21%.

Le ricerche DIY e Assisted sono destinate a crescere
Nonostante dai dati sopracitati traspaia l’ancora limitata diffusione del servizio DIY, i buyer ascoltati credono in futuri sviluppi: il 64% sostiene che nei prossimi 1-2 anni la propria azienda espanderà l’impiego di questa tipologia di ricerca. Evidenza confermata anche dagli intervistati italiani (59%). Interessante poi il potenziale della modalità assistita: il 42% prevede un incremento della sua adozione nello stesso periodo.

Sempre più cruciale il supporto della tecnologia
Per affrontare le sfide quotidiane e le nuove esigenze di ricerca, le aziende si rivolgono alle piattaforme tecnologiche. La metà dei partecipanti alla survey, infatti, asserisce di utilizzarne oggi 2 o 3 e, secondo il 54% (il 60% in Italia), nei prossimi anni questo numero aumenterà. Al di là della situazione interna alla propria organizzazione, il 56% ritiene che il mercato stia progredendo in termini di implementazione di soluzioni tech. L’introduzione delle nuove tecnologie va di pari passo con il desiderio di accrescere la qualità degli insights: in quest’ottica, il 43% dei rispondenti a livello globale è intenzionato ad avvalersi più frequentemente di ricerche qualitative online – un dato che in Italia si ferma al 28%, giustificato però dalla già ampia adozione. Per lo stesso scopo, il 37% dichiara che inizierà ad avvalersi anche dell’intelligenza artificiale, percentuale che sale al 45% tra gli intervistati italiani – segno del desiderio di rimanere aggiornati sul fronte dell’innovazione.

Qualità e facilità d’uso le priorità verso la smart simplification
Come semplificare la vita dei research buyer? I percorsi che i provider delle ricerche di mercato devono intraprendere sono chiari: il 54% dei professionisti cita la qualità degli insights, del disegno di ricerca e dei dati, mentre il 53% chiede che sia data priorità alla facilità di utilizzo e interpretazione degli output.

Inaugurato il terzo Maxistore Decò della Capitale

Maxistore Decò apre nuovamente a Roma Sud, zona Fonte Laurentina, in via Leonida Tonelli 5. Si tratta del terzo grande supermercato sul territorio di Roma, che certifica gli ambiziosi piani di sviluppo del gruppo campano Multicedi.

Collocato in una zona di recentissima costruzione, il supermercato nasce con l’obiettivo di crescere assieme alla sua clientela e al quartiere nel quale è inserito, creando un interscambio perfetto con tutto il contesto circostante. Il Maxistore Decò vanta una superficie di 800 mq, estremamente accessibile e con ascensori, rampe e spazi adatti a facilitare l’accesso e i flussi interni. 50 i posti auto dedicati, tra interrati e all’aperto.

“Questo punto di vendita nuovo di zecca racconta tanto della filosofia di Decò” racconta Antonio Pirozzi, direttore vendite Multicedi. “Ieri, lunedì 11 luglio, abbiamo inaugurato a Fonte Laurentina un supermercato moderno, ben strutturato e che offre alla clientela servizi decisamente all’avanguardia. Sono convinto che il Maxistore possa realizzare una piena osmosi con questa nuova area della città e con le persone che la abitano, dando pieno valore ai punti di forza della nostra attenzione: l’attenzione al cliente, alle produzioni locali d’eccellenza e all’ambiente”.

Il Maxistore offre un assortimento di 10.000 referenze di altissima e controllata qualità, 1.000 di queste a marchio Decò, offerte per tutto l’anqno a un prezzo sempre basso e conveniente. Anche in questo punto di vendita sarà possibile acquistare in esclusiva i prodotti Gastronauta, dedicati a un pubblico attento alla ricerca di sapori tradizionali. Fiore all’occhiello del Maxistore è il coloratissimo reparto Ortofrutta, ricco di prodotti del territorio, referenze DOP e IGP e con un’attenzione speciale a prodotti da agricoltura biologica e coltivazione idroponica (nickel free). Fornitissimo il reparto Gastronomia, che rende omaggio alla tradizione casearia e di norcineria locale e propone anche squisiti piatti pronti, con un menu attento alla stagionalità e che cambia tutti i giorni.

Non mancano anche altri reparti freschi come la Panetteria, con il meglio dei fornitori locali e la specialità “fatta in casa” – la pizza in pala –, la Macelleria, la Pescheria con ittico confezionato (e sushi fresco tutti i giorni). Completano il punto di vendita l’Enoteca e un reparto di Congelato Sfuso.

Grazie all’attenzione del gruppo per l’ambiente e alla pluriennale collaborazione con Coripet, nel parcheggio è presente un ecocompattatore che premierà con una scontistica loro riservata i cittadini e clienti che sceglieranno di usarlo. Anche in questo PdV Decò rinnova, inoltre, la volontà di star vicino ai suoi clienti ultrasessanticinquenni, dedicando loro uno sconto del 10% al giovedì. L’assistenza a tutto il quartiere sarà poi garantita da un servizio di consegna a domicilio tramite Everli. Tra gli altri servizi in partenza, anche quello di “punto ritiro” Amazon e Poste Italiane.

Il Maxistore Decò sarà aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle 21:00 e alla domenica con orari 9:00/20.30.

Gruppo VéGé, fatturato in crescita per l’ottavo anno consecutivo

L’approvazione del bilancio di Gruppo VéGé conferma un nuovo importante traguardo: Gruppo VéGé chiude infatti il 2021 con un fatturato complessivo di 11,95 miliardi di euro, in crescita per l’ottavo anno consecutivo, con un incremento del +5,9% rispetto a dicembre 2020. Risultati che, nonostante le difficili oscillazioni del mercato, vedono Gruppo VéGé mantenere ancora un tasso di sviluppo decisamente superiore alla media del settore (+0,7%), con una previsione di vendita a valore per il 2022 pari a 12,6 miliardi. La quota di mercato raggiunta da Gruppo VéGé è ora del 7,8% (GNLC febbraio 2022 Nielsen).

I numeri di Gruppo VéGé
35 imprese mandanti, una rete multi touch point di 3.836 punti di vendita, conferiscono a Gruppo VéGé la leadership assoluta in Italia come numerica complessiva di punti di vendita. Sul fronte online, inoltre, si registrano ulteriori 236 punti di ritiro per il click&collect, posizionando il gruppo milanese al terzo posto in Italia, con una presenza consolidata in 14 regioni. Le partnership nazionali con Glovo ed Everli, si stanno infine espandendo rapidamente anche in molte imprese VéGé nel Sud Italia.

“Siamo orgogliosi di questa crescita continua, che ci vede protagonisti nel mercato italiano accogliendo sfide importanti come quelle che si sono presentate durante le crisi del 2021” dichiara Giovanni Arena, Presidente Gruppo VéGé. “Crisi che hanno determinato purtroppo drammatici aumenti dei costi delle materie prime e delle utilities, cui siamo riusciti a far fronte con il saper fare delle nostre insegne e il coraggio e passione dei nostri imprenditori e collaboratori”.

“Le imprese della distribuzione moderna hanno il dovere di salvaguardare il potere di acquisto dei consumatori e Gruppo VéGé è da sempre in prima linea. Il nostro Piano Promozionale Nazionale, che contempla centinaia di prodotti scontati ogni settimana dell’anno, ha fatto risparmiare ai clienti delle insegne VéGé, nel corso del 2021, oltre 635 milioni di euro; continuare a crescere riuscendo contemporaneamente a garantire concreti risparmi a chi ci sceglie ogni giorno ci rende particolarmente orgogliosi” commenta Giorgio Santambrogio – Amministratore Delegato Gruppo VéGé. ”Proporre convenienza di qualità è infatti la main mission del nostro Gruppo; congiuntamente siamo impegnati in un parallelo sistematico processo di proposizione di valori importanti come la sostenibilità nutrizionale e l’educazione alimentare”.

“La performance realizzata è ancora più sensazionale se pensiamo che il contesto è segnato da un calo dei consumi, perdita di margine e trasferimento dei consumatori verso altri canali” commenta infine Edoardo Gamboni – Direttore Commerciale Gruppo VéGé. “A maggior ragione, chiediamo alle imprese produttrici di fare con responsabilità la loro parte, per salvaguardare non solo il rapporto con noi retailer, ma anche con tutta la filiera made in Italy e i consumatori”.

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