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Mulino Bianco, sugli scaffali della Gdo arrivano i nuovi Cuor di Bosco

Si chiama Cuor di Bosco la novità targata Mulino Bianco disponibile sugli scaffali della Gdo da ottobre: una combinazione di morbida frolla e una farcitura ai lamponi, mirtilli e amarene. Ideali sia per una colazione ricca di gusto che per una pausa snack sfiziosa e golosa, i Cuor di Bosco ampliano l’offerta di Mulino Bianco, affiancandosi a referenze come i Cuor di Mela e i Settembrini, con confettura di fichi.

Evoluzione proprio dei Cuor di Mela, i Cuor di Bosco nascono nello stabilimento di Novara, un impianto attivo dal 1953. Ogni anno il sito, provvisto di dieci linee produttive, sforna oltre 55 mila tonnellate di prodotti che arrivano sulle tavole degli italiani tra cui più di 330 milioni di Nascondini, 100 milioni di Cioccograno, 110 milioni di Cuor di mela e oltre 520 milioni di Abbracci. Lo stabilimento, punto di riferimento del mondo bakery e diretto dalla direttrice Federica Massari, impiega oltre 330 persone, attive quotidianamente nel garantire innovazione e progresso scientifico dei processi produttivi, senza trascurare il controllo delle oltre 138 materie prime impiegate in 12 ricette.

I nuovi Cuor di Bosco hanno l’obiettivo di soddisfare le crescenti esigenze dei consumatori, sempre più attenti a ciò che portano in tavola. Gli ingredienti selezionati rendono la nuova referenza distintiva nel comparto: il sapore di lampone e mirtillo e l’intensità dell’amarena si combinano in un ripieno ricco. Racchiusa in uno scrigno di frolla, la frutta si sposa con la dolcezza del biscotto, rendendo ogni morso un’esperienza. I Cuor di Bosco sono realizzati con grano tenero da agricoltura sostenibile, seguendo le 10 regole della Carta del Mulino, il disciplinare Mulino Bianco pensato per portare qualità nei prodotti, supportare il lavoro degli agricoltori e proteggere la biodiversità.

Esselunga, per Halloween parte l’operazione ‘Cassa6: La Paura Fa Bip’

Con l’avvicinarsi di Halloween, Esselunga lancia “Cassa6: La Paura Fa Bip”, operazione digitale costruita attorno al nuovo brano scritto e cantato dagli Auch, la boyband comedy-pop composta da Andrea Pisani, Tommaso Cassissa e Gabriele Boscaino. Il videoclip, girato nel superstore di Pioltello e in rotazione dal 25 ottobre, mette in scena una “spesa da paura” interpretando in chiave ironica alcune piccole o grandi paure di una generazione che si ritrova oggi ad affrontare le sfide dell’essere adulti, senza dimenticare quelle vissute da bambini.

Protagonista è il piccolo Riccardo di otto anni, lasciato alla cassa quando la mamma si accorge che nel carrello della spesa manca qualcosa. Da quel momento nell’immaginazione di Riccardo, il supermercato inizia ad assomigliare al set di film horror e i prodotti sugli scaffali rievocano con ironia alcune paure. Un video in cui in tanti, tra cui molti millennial, potranno identificarsi divertendosi.

“Con questo progetto proseguiamo il percorso di “stretch” del brand Esselunga in ambiti diversi come per esempio quello musicale. Per distinguerci ed essere “memorabili”, cerchiamo di fare in modo che la nostra creatività abbia sempre delle componenti di entertainment in ogni progetto” spiega Massimo Bellato, Head of Digital Marketing di Esselunga.

L’operazione “Cassa6: La Paura Fa Bip” vive attraverso una campagna multicanale che coinvolgerà Spotify, YouTube, Tiktok, Instagram e Facebook triangolando i canali del brand Esselunga nonché quelli del gruppo Auch e dei suoi componenti. Inoltre altri creator, partendo da speciali box brandizzate contenenti una spesa “spaventosa”, declineranno il concept attraverso video creativi.

Numeri positivi per l’industria di marca, un volano strategico per il made in Italy

Valore condiviso per 87,2 miliardi di euro (pari al 4,2% del prodotto interno lordo) con una crescita del 19% rispetto ai 73 miliardi rilevati nel 2019. L’apporto alla contribuzione fiscale invece è di 28,7 miliardi di euro (pari al 5% delle entrate fiscali 2023), di cui 12,9 miliardi riconducibili all’Iva, 12,2 miliardi a imposte e contributi sociali sul lavoro, 3,5 miliardi a imposte sul reddito delle società. Sono questi i numeri generati dalle industrie Centromarca, secondo uno studio redatto da Althesys Strategic Consultants.

“Il valore dell’Industria di marca va oltre il semplice, seppur notevole, contributo economico – sottolinea Francesco Mutti, Presidente di Centromarca –. La marca investe in innovazione sostenibile, ricerca, crescita dei talenti e delle competenze, offre ricadute sui territori, è volano di attrazione di investimenti per il sistema Paese ed è leader del made in Italy. L’industria di marca è attore indispensabile di un settore, quello del largo consumo, che rappresenta una filiera strategica per il Paese e chiede una seria politica industriale che porti maggiore efficienza al sistema”.

Secondo l’indagine, ogni lavoratore delle industrie Centromarca contribuisce a creare 7,2 posti di lavoro in Italia, l’equivalente di 1 milione di persone (pari al 4,1% degli occupati), di cui 738.760 nella filiera del largo consumo: 72.056 tra i fornitori, 131.522 nella produzione, 6.195 nella logistica, 528.987 nella distribuzione e vendita. Le imprese associate generano, inoltre, 26,6 miliardi di euro di salari lordi (+17% rispetto al 2019), pari al 3,2% del totale dei redditi da lavoro dipendente e al 15,7% delle retribuzioni dell’industria manifatturiera.

Il valore condiviso creato dall’attività produttiva delle associate Centromarca è pari a 26,9 miliardi di euro: 13,5 miliardi di valore aggiunto, 9,1 miliardi di ricadute indotte, 4,2 miliardi di Iva e 100 milioni di donazioni. Altri 13,9 miliardi di valore sono creati dai fornitori (materie prime, agricoltura, allevamento, imballaggi, macchinari, ecc.), un miliardo dagli operatori logistici e 45,4 miliardi dai canali commerciali (moderna distribuzione, ingrosso, dettaglio tradizionale, fuori casa, ecc.). “Senza la base produttiva industriale italiana, i fornitori non avrebbero mercati sufficienti e a valle mancherebbero i prodotti destinati alla commercializzazione verso i consumatori. La produzione nazionale è dunque strategica, come per altro emerso chiaramente durante il lockdown del 2020, nel quale le aziende associate a Centromarca sono state determinanti per il nostro sistema economico e i cittadini” spiega Alessandro Marangoni, CEO di Althesys.

“Per mantenere questo ruolo proattivo nel Paese è indispensabile un quadro normativo che favorisca la crescita dimensionale delle nostre industrie e gli investimenti destinati alla ricerca – prosegue Francesco Mutti –. Altrettanto prioritari sono gli interventi per garantire il rispetto delle leggi e la correttezza della concorrenza. Vorremmo focalizzare le nostre richieste su misure a costo zero per le casse dello Stato: pensiamo a interventi di semplificazione e di efficientamento della logistica di filiera, in un’ottica di spinta alla digitalizzazione. Stiamo concentrando su questi ambiti l’azione di Centromarca ai tavoli politico-istituzionali, con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle nostre imprese sui mercati interno e internazionale. Ovviamente siamo contrari a qualsiasi inasprimento delle imposte sui consumi, che ridurrebbe ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane”.

Quirino Cipollone nominato Amministratore Delegato di Froneri

Quirino Cipollone è il nuovo Amministratore Delegato Italia e membro del Global Management Board del Gruppo Froneri, secondo produttore mondiale di gelati e primo produttore di private label al mondo. Con un’esperienza trentennale nel settore dei beni di largo consumo e una profonda conoscenza dell’industria del gelato, il manager vanta numerosi incarichi internazionali. Ha ricoperto il ruolo di CMO Ice Cream Europa presso l’headquarter Unilever di Rotterdam, ha guidato il business Ice Cream e Beverage dei Paesi Scandinavi e, più recentemente, il business Ice Cream di Unilever per il Sud Europa, ricoprendo anche il ruolo di Presidente di Unionfood per il settore dei gelati fino a giugno 2024.

In qualità di Amministratore Delegato, Cipollone guiderà sia Froneri Italia che Eskigel, le due aziende Italiane del gruppo, coi rispettivi stabilimenti produttivi a Ferentino e Terni. Il manager succede a Luca Regano, chiamato a ricoprire il ruolo di Global Chief Marketing Officer.

“Sono onorato di unirmi a Froneri, un’azienda innovativa che possiede un business model unico basato su una cultura dell’eccellenza e un’organizzazione agile, con brand forti che mettono al centro la sostenibilità”, ha commentato Quirino Cipollone. Dopo aver conseguito la laurea in Economia presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Cipollone è entrato in Unilever nel 1994, ricoprendo vari ruoli con crescenti responsabilità in ambito Finance, Marketing e Sales. Nel 2004 è stato nominato Managing Director Chocolate Confectionery, lanciando il nuovo venture business in Italia, Spagna, Portogallo e Turchia. Nel 2008 è stato nominato Global Brand Director per Magnum, guidando la trasformazione e il rilancio globale del marchio, prima di trasferirsi nei Paesi Bassi nel 2013, dove ha ricoperto il ruolo di CMO per il settore gelati in Europa presso l’headquarter di Unilever a Rotterdam. Dopo quindici anni di lavoro in ruoli internazionali, Cipollone è tornato alla guida di country business nel 2018, prendendo la responsabilità Beverage e Ice Cream dei Paesi Nordici – Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia – e sviluppando la piattaforma Health & Wellness a livello globale. Nel 2021 è rientrato in Italia alla guida del business dei gelati del Sud Europa, ricoprendo anche il ruolo di Presidente di Unionfood per il settore dei gelati fino a giugno 2024.

Largo consumo: 2024 con volumi in ripresa, crescita di mdd e assortimenti

Buone notizie per il settore del largo consumo: nel 2024 si è riaccesa la domanda che ha determinato la ripartenza delle vendite non più solo a valore ma anche a volume. Un trend frutto di molteplici fattori come l’aumento della pressione promozionale, la crescita della profondità degli assortimenti, e la maggior efficienza a scaffale, testimoniata dalla diminuzione del tasso di out-of-stock e della quota di vendite perse. Questo lo scenario delineato e approfondito durante il webinar “Navigare il futuro tra inflazione e cambiamenti nei consumi”, organizzato da GS1 Italy in ambito ECR e in collaborazione con Circana.

“Come ogni anno vogliamo fornire il nostro contributo di analisi e interpretazione dei fenomeni che stanno caratterizzando il largo consumo in Italia – commenta Carolina Gomez, ECR Project Manager di GS1 Italy –. In questo modo ci proponiamo di aiutare le imprese a conoscere meglio il contesto in cui operano, il livello di servizio che offrono e la capacità di soddisfare il consumatore finale, fornendo loro informazioni di valore che li aiutino nelle loro decisioni strategiche”.

Durante il webinar, con Carolina Gomez, Corinna Passaro, retail director di Circana, e Alex Chiesa, retail account executive di Circana, hanno illustrato i tre fenomeni più rilevanti che caratterizzano lo scenario attuale, evidenziando gli aspetti cruciali del 2024 in confronto con gli anni precedenti.

1. Volumi di vendita in ripresa, trainati dalla ricerca di benessere
Il primo bilancio del 2024 mostra segnali di ripresa della domanda. L’analisi di GS1 Italy e Circana evidenzia una lieve, ma significativa, ripresa dei volumi dall’inizio dell’anno (+1,8%), soprattutto nelle ultime settimane: un trend comune a tutti i canali distributivi della Gdo (ad eccezione di ipermercati e piccole superfici), anche a parità di rete, che si ripercuote anche sull’aumento delle vendite in valore (+2,3%). Buone notizie arrivano poi dal rallentamento dell’inflazione (+0,3%) che si accompagna con il ritorno all’attività promozionale, riscontrato in tutti i canali (+1,7 punti percentuali). Cambia però il vissuto delle promozioni presso gli shopper: non più occasioni per fare scorta, quanto opportunità di contenere lo scontrino della spesa senza rinunciare alle proprie esigenze, a partire da quelle incentrate sullo star bene. Salute, benessere, forma fisica e cura di sé sono infatti i valori su cui gli italiani si stanno concentrando nel 2024, come confermano i trend positivi delle vendite dei prodotti dell’area benessere, in crescita di +33,7% a volume e di +44,7% a valore nell’anno terminante a settembre 2024 rispetto all’anno solare 2019. Al suo interno, il carrello salutistico ha migliorato il giro d’affari di +41,5% e i volumi di +54,7%, mentre quello dell’alimentazione sportiva ha messo a segno +73,7% a volume e +80,5% a valore.

2. Crescita delle private label e dei primi prezzi
Il 2024 vede il consolidamento della crescita della marca privata, arrivata al 30,1% di quota nel mercato totale del largo consumo confezionato. Rispetto al 27,1% del 2019, le private label di strada ne hanno fatta, ma sono ancora distanti dal 38,9% di quota media europea, per cui hanno ancora un buon potenziale di crescita. Lo spostamento dei consumi verso la marca privata penalizza soprattutto i fornitori maggiori (i top 25) e premia la fascia di primo prezzo, la cui quota di mercato è aumentata di +2,8% in 12 mesi, arrivando al 20,1% del giro d’affari del largo consumo confezionato in Gdo.

3. Più scelta e più efficienza a scaffale
Gli assortimenti nei punti vendita sono tornati ad ampliarsi (+0,8% annui) arrivando a una media di 9.428 referenze. La crescita assortimentale è guidata da superstore, supermercati e discount. Unico canale in negativo sono i petshop (-1,1%). Di pari passo è migliorato anche il livello di efficienza dello scaffale: il tasso di out-of-stock è sceso rispetto al 2023 (da 3,6% a 3,5%), mentre l’incidenza delle vendite perse è diminuita di -0,2 p.p., fermandosi a quota 4,8%. L’analisi dei trend mensili, però, rivela andamenti disomogenei, con un picco di criticità nel mese di agosto. La diminuzione del tasso di out-of-stock è maggiore nelle superfici più grandi (-0,1% in ipermercati e grandi supermercati) e accomuna tutti i reparti, con performance sopra media per bevande, fresco e ortofrutta. Si conferma la situazione per le categorie drogheria e fresco, mentre le bevande sono l’unico reparto a peggiorare l’incidenza dell’out-of-stock (+0,1%). Rispetto invece alla diminuzione della percentuale delle vendite perse dovute alla mancanza di prodotti, i più virtuosi sono stati cura persona, ortofrutta e fresco. Guardando i trend nel complesso, è però l’ortofrutta a confermarsi il reparto con il più alto tasso di out-of-stock (10,3%) e di vendite perse (7,3%). Infine, l’analisi per tipologia di fornitore ha fatto emergere il miglioramento dell’industria di marca in termini di out-of-stock (-0,1%), confermandone la maggiore efficienza rispetto alle private label (rispettivamente 3,4% e 3,7% di tasso di out-of-stock).

Fas acquisisce il 35% di Alturas e investe nel retail tech mirando all’estero

L’azienda vicentina Fas International, attiva nel mercato del retail automatico, ha acquisito il 35% di Alturas Sistemi, software house di Villafranca di Verona specializzata in progetti gestionali avanzati, progettazione di applicazioni personalizzate e infrastrutture hardware e software. L’operazione rientra nel progetto di sviluppo aziendale che trova applicazione nel nuovo piano industriale 2025-27, il quale si pone come obiettivo il raggiungimento dei 70 milioni di euro di fatturato, dagli attuali 53 milioni.

Alturas Sistemi collabora con importanti partner tecnologici per lo sviluppo della telemetria dell’intelligenza artificiale per potenziare e ottimizzare ogni aspetto della gestione del vending. La telemetria in combinata con l’intelligenza artificiale supporta l’operatore in ogni fase, consentendo di ottenere un controllo totale sui distributori automatici installati. Questo significa avere la certezza dei prodotti presenti in macchina e della loro posizione, avere statistiche certe sui prodotti venduti dalla macchina, eliminare errori nei prezzi degli articoli. Per Fas, che non esclude in futuro un rafforzamento della partecipazione, l’investimento in Alturas Sistemi rappresenta un’opportunità di miglioramento dell’architettura digitale grazie all’integrazione di un ecosistema software e hardware.

“Fas International ambisce ad assumere un ruolo guida nel retail tech, ovvero nell’uso e nell’applicazione di tecnologie innovative e digitali nell’ambito del settore del commercio al dettaglio (retail) – spiega il Direttore Generale di Fas International Francesco Cantini –. Con Alturas saremo in grado di ampliare ulteriormente la nostra capacità di acquisizione, elaborazione e gestione del dato, offrendo un approccio a 360° focalizzato sul consumatore finale, che porterà di conseguenza benefici sia all’operatore del vending che ai produttori di food & beverage. Inoltre, questa operazione ci permetterà di espanderci verso nuovi modelli di business al di fuori del perimetro del vending classico”.

“Grazie alla partnership con Fas International, la nostra azienda avrà la possibilità di ampliare il pacchetto dei servizi offerti sia sul fronte software/gestionale che sulla consulenza, così da apportare un ulteriore significativo efficientamento e valorizzazione della modalità di gestione del business da parte degli operatori del vending” ha aggiunto Giovanni Pizzoli, Amministratore Delegato di Alturas Sistemi.

Una spinta verso l’estero
Dopo aver chiuso il 2023 a 53 milioni di euro di fatturato, in aumento del +12,5% rispetto ai 48,5 milioni del 2022, Fas International si prepara a chiudere il 2024 con un’ulteriore significativa crescita di fatturato che arriva a sfiorare i 59 milioni, circa l’11% in più rispetto al 2023. L’azienda ha obiettivi di sviluppo ben delineati dal piano industriale 2025-27, che prevede di raggiungere i 70 milioni di euro nell’arco di piano, rimanendo stabilmente sopra il 20% di Ebitda, e dunque riportando la redditività ai livelli pre-covid, con uno sguardo rivolto al traguardo dei 100 milioni, obiettivo da raggiungere nell’arco del successivo triennio.

Gli obiettivi prevedono una crescita organica con accelerazione delle iniziative già in essere e sono focalizzate, nello specifico, nel perseguire l’aumento della quota di mercato nelle varie geografie, consolidando i risultati raggiunti nella linea del freddo esistente e sviluppando aggressivamente i nuovi segmenti più innovativi e tecnologici rivolti soprattutto al mercato extra vending – negozi automatici, ristorazione, retail, non food, etc. –, con prodotti di alta gamma quali le lift con ascensore selettivo, le Skudo – macchine blindate con certificazione ‘outdoor’ IP24 –, le macchine a spirali Excellence a 12 selezioni Cashback e Full View, e infine la linea di macchine a dischi Easy 6000 – Food e Retail. Inoltre, è previsto uno sviluppo altrettanto aggressivo per tutta la gamma del caldo, ulteriormente rafforzata con importanti miglioramenti in termini di affidabilità, produttività ed efficienza manutentiva (semplicità e rapidità). Da ultimo, la stessa linea del caldo, grazie a gruppi caffè maggiorati, potrà cogliere ulteriori iniziative di sviluppo nei paesi del Centro e del Nord Europa.

Per quanto riguarda i mercati di espansione, sono quattro le aree chiave per Fas International: i mercati ‘core’, di dimensioni importanti e market share maggiore del 10%, dove l’obiettivo è il consolidamento della quota nel settore del vending e lo sviluppo dell’extra vending facendo leva sull’approccio Retail Tech; i mercati ‘high potential’, sempre di grandi dimensioni però con market share di Fas International inferiore al 10%, dove l’obiettivo è una crescita più spinta attraverso l’aumento della quota di mercato sia nel vending che retail tech; gli ‘high growth’ markets, ovvero i mercati che stanno crescendo molto velocemente, in cui si punta a mantenere la quota crescendo almeno quanto il mercato; infine i ‘blank spots’, ovvero mercati in cui Fas International non è ancora presente e su cui si stanno valutando nuove opportunità. Relativamente ai Paesi specifici, il focus sarà sul Nord Europa così come su Paesi consolidati come Francia, Polonia e Belgio, mentre grande attenzione si sta rivolgendo al Nord America e all’Asia.

“È ormai necessario uscire dall’idea classica di macchina distributrice di snack: oggi il mondo del vending è profondamente cambiato e in continua evoluzione. Fas International è molto attenta alle nuove applicazioni tecnologiche e a offrire al consumatore finale un’esperienza retail sempre più personalizzata e consona alle sue esigenze. Le nostre macchine sono performanti e allo stesso tempo sostenibili grazie al loro contenuto tecnologico, e permettono una migliore gestione del tempo della forza lavoro grazie a giri di rifornimento dinamici, ovvero mirati e focalizzati sul reale fabbisogno dell’utenza” ha concluso Luca Adriani, Amministratore Delegato di Fas International.

Carrefour rilancia Act For Food e punta alla transizione alimentare con le private label

Gli italiani mettono il buon cibo al centro della loro dieta, e chiedono prodotti attenti all’ambiente, freschi e di provenienza locale e a un giusto prezzo. Poi la transizione alimentare passa più dalla lotta agli sprechi alimentari e da una maggiore consapevolezza nei consumi, che dall’aumento della produzione o da politiche centrate sul prezzo più basso possibile dei prodotti alimentari. A questo riguardo è centrale il ruolo della Gdo e la sua capacità di proporre soluzioni per ridurre sprechi e imballaggi, ma anche di valorizzare i prodotti freschi locali e di stagione. È questa la fotografia che emerge da una ricerca realizzata da SWG per Carrefour Italia su un campione rappresentativo di italiani, per comprendere come si orientano i comportamenti di consumo in ambito food rispetto al binomio gusto e sostenibilità. La ricerca è stata presentata in occasione del piano di rilancio del programma Act for Food, fulcro della strategia di transizione alimentare del Gruppo Carrefour, che ha l’obiettivo di facilitare un’alimentazione di qualità più sana, rispettosa del pianeta, locale e accessibile.

Act For Food
Lanciato nel 2018 per tradurre in azioni concrete la strategia di transizione alimentare, oggi Act for Food entra in una nuova fase con il rinnovato obiettivo di sostenere i consumatori nel mangiare meglio, rendendo accessibili prodotti buoni, sani e più sostenibili dal punto di vista ambientale, facendo leva in particolare sui prodotti private label. In particolare, con il nuovo Act for Food, Carrefour si impegna per offrire garanzie tangibili ai consumatori italiani: l’80% dei prodotti a marchio Carrefour proviene da fornitori italiani; i prodotti a marchio Filiera Qualità Carrefour prevedono frutta e verdura 100% italiane, branzini e orate 100% italiani e carne da allevamenti nazionali; per un biologico sempre più accessibile, 50 referenze già disponibili a meno di 1 euro, anche grazie al lavoro svolto sul marchio Carrefour Bio.

Con questo nuovo capitolo di Act for Food, Carrefour mira a diventare il marchio biologico più economico del mercato, offrire la gamma private label con il miglior rapporto qualità-prezzo, e favorire le produzioni di origine locale o nazionale. La linea Filiera Qualità Carrefour svolge un ruolo centrale per continuare ad offrire di prodotti freschi, gustosi, responsabili e dal prezzo accessibile, insieme alla crescente focalizzazione su categorie di prodotti a base vegetale, “free-from” e “ricco in”. L’obiettivo di Act for Food è sostenere i consumatori, in linea con le loro esigenze, ad avere un approccio ancor più sano e sostenibile all’alimentazione, attraverso iniziative concrete finalizzate a rendere accessibili piacere, sostenibilità ambientale e nutrizione.

Cosa mettono gli italiani nel carrello?
La ricerca del gusto guida le scelte degli italiani: quasi la totalità (il 94%) lo considera un driver di acquisto importante o molto importante. Anche la provenienza locale (85%) e Km0 (78%) sono molto rilevanti per gli intervistati, che li associano a freschezza, supporto all’economia del territorio e minor inquinamento. La sostenibilità, infatti, gioca un ruolo chiave per il 77% dei consumatori, che affermano di considerare questo aspetto nei loro acquisti. La variabile del prezzo – seppur rappresenti un driver rilevante per la grande maggioranza dei consumatori – non costituisce l’unico elemento di scelta: se messi di fronte alla necessità di scegliere tra convenienza, gusto e sostenibilità prevale quest’ultima dimensione con il prezzo all’ultimo posto. Ma quali sono le caratteristiche chiave di un prodotto buono? La stagionalità, scelta dal 53% degli italiani, seguita dalla freschezza (44%) dall’essere a km0 (15%) e dall’italianità (14%). La cucina italiana, del resto, viene considerata dalla stragrande maggioranza la più gustosa, con solo il 13% degli intervistati che considera più appaganti altre scelte alimentari come le proposte etniche, il fast food e il vegetariano o vegano.

Cresce infine la consapevolezza sul biologico – acquistato da quasi la metà degli intervistati – che viene considerato dalla larga maggioranza dei rispondenti come più sano (90%) e sostenibile a livello ambientale (89%) e sociale (86%) oltre che gustoso (83%). Questa attitudine positiva si riflette anche nella fiducia verso le aziende del territorio e le aziende produttrici sia che si tratti di realtà locali (85%), di aziende specializzate nel bio (82%), o di player di maggiori dimensioni, con la private label ritenuta più convincente rispetto all’industria di marca (78% di clienti fiduciosi contro il 56%). Pesa ancora tuttavia sul bio una percezione di maggiore costo per il consumatore: il 70% considera questi prodotti più cari.

“Guidare la transizione alimentare per tutti è la nostra ragione d’essere e permea tutto il nostro agire come impresa. il programma Act for Food traduce in concreto questa missione per i nostri clienti, per aiutarli a mangiare in maniera più sana, ma anche più gustosa, senza spendere un patrimonio e senza causare danni agli ecosistemi” ha affermato Christophe Rabatel, CEO di Carrefour Italia. “Le scelte dei consumatori condizionano l’intera filiera alimentare e la grande distribuzione è uno snodo fondamentale, che può favorire maggiore consapevolezza e un cambiamento positivo dell’intera catena del valore, in ottica di sostenibilità.

“Act for Food torna con una nuova identità visiva e di brand con l’obiettivo di aiutarci ad esprimere ancora meglio i valori della transizione alimentare per tutti e accompagnare i consumatori verso un approccio alla nutrizione sempre più orientato alla sostenibilità ambientale, alla salute e al piacere di mangiare meglio. Grazie ad un piano di comunicazione integrato e multicanale puntiamo a raccontare l’evoluzione del programma, valorizzando le ambizioni e le promesse che saranno il fulcro del nostro lavoro degli anni a venire” ha aggiunto Alessandra Grendele, Direttrice Merchandise Marketing E-Commerce di Carrefour Italia.

Scoiattolo: nasce Bottega Giulio, brand gourmet destinato all’export

Si chiama Bottega Giulio il nuovo brand del Raviolificio Scoiattolo destinato al mercato estero. Tra le prime referenze della gamma, presentate e già distribuite in Spagna, Francia, Canada e Stati Uniti (e a breve in Regno Unito, Cina, Corea, Giappone, Nuova Zelanda, Australia, Taiwan) ci sono Giganti Ricotta e Spinaci, Giganti Pomodoro e Mascarpone e Giganti Burrata e Tartufo, proposte che si caratterizzano da subito per gusto e formato, rigorosamente extra-large.

I Giganti sono realizzati con un processo produttivo industriale brevettato dall’azienda, per ottenere un maxi-formato di pasta con il 65% di ripieno cremoso di alta qualità. L’abbinamento ‘spinaci e ricotta’ dà una nota fresca e avvolgente al piatto, rendendolo goloso e inimitabile grazie all’aggiunta di una percentuale elevata di Parmigiano Reggiano DOP, la versione ‘pomodoro e mascarpone’ invece richiama il vero sapore mediterraneo, deciso e avvolgente, con burro fresco, mentre la versione ‘burrata e tartufo’ coniuga due ingredienti tipici in un abbinamento straordinario.

“Bottega Giulio apre un nuovo capitolo della storia di Scoiattolo nel mondo e ci dà la possibilità di presentare prodotti mai proposti prima, altamente gourmet, un mix tra tradizione e vera innovazione di categoria nel mondo della pasta fresca. Il brand nasce dall’esigenza di maggiore sperimentazione e trasparenza a scaffale ed è il prosieguo di una tradizione che continua a scrivere nuove pagine e che mette insieme la potenza della nostra storia familiare. Bottega Giulio è il continuum della nostra anima innovativa, della nostra passione e del nostro saper fare la pasta fresca, insito nella nostra storia e nel nostro DNA” afferma Matteo Di Caro, Export and Business Development Director dell’azienda.

Zerbinati, i nuovi soci di minoranza iCCT e Presa investono 12,5 milioni

Il Fondo illimity Credit & Corporate Turnaround Fund – iCCT e Presa hanno strutturato un’operazione per supportare la crescita di Zerbinati, azienda specializzata nella produzione di insalate in busta, zuppe e piatti pronti, attraverso un investimento pari a 12,5 milioni di euro che segna il loro ingresso nel capitale aziendale con una quota di minoranza. Tale operazione si inserisce in un ampio percorso di sviluppo condiviso tra gli investitori e la famiglia Zerbinati. È previsto infatti un nuovo assetto a livello di governance con un passaggio generazionale che vede Simone Zerbinati assumere il ruolo di Amministratore Delegato e il padre Giorgio Zerbinati ricoprire il ruolo di Presidente Onorario.

L’operazione rafforza la presenza del Fondo iCCT nel settore food e in particolare nel segmento dei prodotti freschi e pronti, un mercato in espansione che risponde alla crescente domanda dei consumatori per soluzioni pratiche ma al contempo salutari. Grazie al supporto finanziario e manageriale degli investitori, Zerbinati mira a rafforzare la propria capacità produttiva e ampliare l’offerta con nuove linee di prodotto, mantenendo intatta la filosofia: proporre piatti pronti che esaltino il gusto e la freschezza degli ingredienti. L’azienda continuerà a investire in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di creare soluzioni alimentari che rispondano a un mercato in continua evoluzione, sempre più orientato a uno stile di vita sano e bilanciato.

Fondata nel 1970, Zerbinati è diventata un punto di riferimento per la produzione di zuppe fresche, insalate e piatti pronti, caratterizzati dall’uso di ingredienti freschi e selezionati, con un forte focus su innovazione e sostenibilità. Zerbinati pone estrema attenzione alla qualità degli ingredienti, tutti genuini e accuratamente selezionati. La gamma prodotti, che include zuppe fresche, insalate e piatti pronti ricettati, risponde alle nuove tendenze di consumo: praticità, gusto autentico e attenzione al benessere.

“Abbiamo fiducia nella capacità di Zerbinati di continuare a innovare e di rispondere ai bisogni dei consumatori. Per questo motivo siamo soddisfatti di poter fornire, insieme a Presa, nostro partner in questa operazione, le risorse necessarie per favorire la sua crescita e lo sviluppo dell’azienda. Questa operazione conferma la capacità di illimity SGR di supportare le PMI italiane nel loro percorso di rilancio intervenendo su tutta la loro capital structure, coinvolgendo all’occorrenza altri investitori al fine di massimizzare il valore degli stakeholders coinvolti” ha commentato Paola Tondelli, Managing Director e Responsabile Area UTP & Turnaround Funds di illimity SGR.

“Credo molto in questa operazione, soprattutto alla luce dell’attuale andamento del mercato di riferimento, che sappiamo essere estremamente dinamico e che necessita di costanti e continue strategie di consolidamento e crescita. Sono convinto che questo sodalizio ci consentirà di continuare a presidiare il settore della IV gamma e dei piatti pronti grazie a investimenti industriali e differenziazioni di prodotto” ha aggiunto Simone Zerbinati, Amministratore Delegato di Zerbinati SpA.

Pratiche sostenibili: per Fratelli Carli è tempo del quarto report di sostenibilità

Fratelli Carli ha pubblicato il quarto Report di Sostenibilità relativo all’anno solare 2023: prosegue dunque l’impegno verso pratiche sostenibili e responsabili della prima azienda produttiva italiana certificata B Corp nel 2014 e divenuta poi Società Benefit nel 2019.

La struttura del Report mantiene un raggio a medio termine e unisce la parte di rendicontazione delle performance con la pianificazione delle attività fino al 2025. Suddiviso nei consueti 5 pilastri tematici, persone, prodotti e materiali, filiera di fornitura, energia e risorse, cultura e tradizione mediterranea, il Report raccoglie in un imponente lavoro (157 pagine) la strategia dell’azienda che guarda alle proprie finalità di beneficio comune.

Guardando al primo pilastro, “Persone”, nel 2023 Fratelli Carli ha confermato il suo impegno per la parità di genere, con il 52% della forza lavoro femminile, mentre il 36% dei dipendenti è in azienda da oltre 20 anni, segno di un ambiente di lavoro stabile e inclusivo. Centrale il ruolo della formazione con 5.767 ore erogate (+32% rispetto all’anno precedente), con focus su tematiche sostenibili. L’azienda è stata nuovamente riconosciuta tra le Italy’s Best Employers, ranking che raccoglie le migliori aziende del nostro Paese capaci di soddisfare elevati standard in ambito di risorse umane. Eccellenza nella gestione delle risorse che si affianca a una costante eccellenza operativa: sono oltre 76.000 le richieste dei clienti (mail, lettere, chat) soddisfatte e 99,26% le consegne a domicilio senza errori o ritardi. Il sostegno alle comunità locali ha visto la donazione di oltre 9 tonnellate di prodotti a circa 40 associazioni e, a livello globale, sono stati garantiti 2.268.000 litri di acqua potabile attraverso progetti idrici in zone svantaggiate del mondo che non hanno accesso a questa risorsa.

Sul fronte dei “Prodotti e Materiali”, Fratelli Carli ha condotto l’analisi SLCA sul 50% delle sue linee di prodotto, rappresentanti l’83% del fatturato. Sono state effettuate 3.925 analisi di qualità per garantire prodotti sicuri e sostenibili. Parlando di materiali per i propri pack, l’azienda ha raggiunto l’obiettivo del 99,96% di cartone certificato FSC e dell’utilizzo di solo l’1,10% di plastica. Non solo, le nuove etichette per l’Olio Extra Vergine Classico e Fruttato sono state riprogettate permettendo una riduzione degli impatti della carta e degli inchiostri pari al 7%.

Il pilastro della “Filiera di Fornitura” vede centrale il progetto del “Distretto della Bontà”, avviato nel 2013, che ha coinvolto finora oltre 60 aziende che hanno lavorato quest’anno per la futura creazione di un “Distretto Benefit”: un progetto sfidante che lancia le basi per la crescita di tutta la filiera di fornitura per i prossimi anni. Attualmente, il 46,2% dei fornitori rilevanti fa riferimento ai quattro Codici di sostenibilità, mentre sono 4 le aziende B Corp o Società Benefit che operano nella catena di fornitura di Fratelli Carli.

Risultati notevoli anche nell’ambito dell’“Energia e delle Risorse” per quanto riguarda l’eliminazione degli sprechi, il corretto smaltimento dei rifiuti e l’uso consapevole dell’energia. Grazie all’inventario delle emissioni Scope 3 è stato possibile quantificare e compensare interamente, anche per il 2023, tutte le emissioni derivate dalla logistica di consegna per l’Italia e per l’estero. Non solo, Fratelli Carli ha inoltre ridotto del 26% le emissioni di CO2eq Scope 1 e Scope 2.

All’interno dell’ultimo pilastro “Cultura e Tradizione Mediterranea” sono state portate avanti iniziative di grande rilevanza come il progetto educativo The Code – Rise up Challenge, realizzato in collaborazione con l’agenzia Dentsu Italia e rivolto agli studenti delle scuole superiori. È stata inoltre siglata una partnership con l’Università di Genova per il progetto “PatrimOlio culturale”, che ha assegnato una borsa di studio per un dottorato di ricerca. Continua anche la collaborazione del Museo dell’Olivo Carlo Carli con Museimpresa, associazione che riunisce musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane, che quest’anno ha visto svolgersi la XXII edizione della Settimana della Cultura d’Impresa, dedicata allo sviluppo sostenibile.

“Siamo orgogliosi dei traguardi raggiunti nel 2023, ma il nostro impegno non si ferma qui: stiamo già guardando al futuro con un piano concreto per i prossimi anni che si poggia su obiettivi condivisi che guardano a tutti i nostri pilastri di sostenibilità. Un ringraziamento va a tutta la filiera, ai nostri stakeholder e ai collaboratori, senza i quali non sarebbe possibile portare avanti i nostri progetti – ha detto Claudia Carli, Responsabile Comunicazione Corporate Fratelli Carli e IV generazione della famiglia alla guida dell’azienda -. Vogliamo essere parte di un cambiamento concreto e tangibile e lo facciamo trasformando le sfide in opportunità, con la consapevolezza che ogni piccolo miglioramento può generare un impatto importante”.

Gli obiettivi del triennio 2023–2025 rappresentano l’impegno di Fratelli Carli nel proseguire il proprio percorso di sostenibilità, tra cui la crescita del customer care, raggiungere il 55% delle linee di prodotto analizzate con l’SLCA, completare il progetto del “Distretto Benefit”, portare al 55% i fornitori rilevanti coinvolti nel percorso di sostenibilità e proseguire l’impegno per la diffusione della cultura dell’olivo e della tradizione alimentare mediterranea.

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