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Gruppo Amadori, cresce la tensione nella filiera avicola

I prezzi delle materie prime agricole continuano a crescere segnando un incremento medio del +39% rispetto al 2020 e del +52% rispetto al 2019. Un andamento che, anche alla luce degli scenari mondiali in rapida evoluzione, fa prevedere nel 2022 un trend di mantenimento dei prezzi ai massimi livelli (dati A.G.E.R. Borsa Merci Bologna). Una prospettiva assai negativa in particolare per il settore avicolo, in cui il costo della materia prima incide in maniera molto rilevante, fino al 65% sul costo del prodotto non ancora trasformato, cui si somma l’incremento dei costi dei trasporti, dell’energia e dei materiali da imballaggio.

“La filiera avicola italiana, l’unica autosufficiente nel settore zootecnico, va tutelata per la sua specificità strategica – ha dichiarato Francesco Berti Amministratore delegato del Gruppo Amadori. Per questo riteniamo necessario convocare con urgenza un confronto tra istituzioni, organismi di rappresentanza, trasformatori e, non ultime, distribuzione e Horeca. Il rischio è che questa crisi, se non gestita in maniera condivisa, ricada sui quasi 7mila allevamenti e 38.500 allevatori professionali presenti nel nostro Paese. Dobbiamo scongiurare nella maniera più assoluta che i consumatori italiani siano costretti ad acquistare prodotti provenienti da altri Paesi, con minori garanzie in termini di qualità e sostenibilità delle filiere”.

La scarsità di materie prime e il conseguente incremento dei prezzi sono principalmente legati agli effetti del cambiamento climatico nei principali paesi produttori. Da un lato,l’aumento delle temperature e la siccità in paesi come Canada e Brasile hanno causato la riduzione dei raccolti, ad esempio di oltre il 50% per il grano canadese e del 30% per il mais brasiliano; dall’altro, la piovosità del nord Europa ha provocato un deficit qualitativo del grano. Fattori che impattano in misura ancora maggiore sulle materie prime non Ogm, con un balzo dei prezzi che per la soia nazionale – nell’arco temporale 2020-2022 – potrebbe raggiungere complessivamente il +50%.

Secondo il rapporto “Prospettive agricole nel decennio 2020-2029” curato dall’Ocse e dalla Fao, ilsettore avicolo farà da traino ai consumi di carne nei prossimi anni per i quali si stima una crescita di circa il +12%. Un incremento significativo motivato dal riconoscimento del valore delle proteine nobili dei prodotti avicoli nei regimi alimentarie dalla maggiore sostenibilità delle produzioni avicole rispetto ad altre filiere agroalimentari. Rispetto ai trend di consumo nazionali, le referenze maggiormente richieste dai consumatori si confermano quelle ad alto valore aggiunto, che crescono a due cifre (+26%)e rappresentano un vero e proprio traino per le vendite nei supermercati. Un successo che ha determinato una crescita media dei prezzi al consumo del 6%, ma che solamente in parte ha consentito di recuperare l’incremento dei costi legati ai prezzi delle materie prime.

“Le dinamiche dei prezzi alla produzione e dei prezzi al consumo – ribadisce Berti – rischiano di mettere in crisi gli allevamenti italiani e favorire l’ingresso nel mercato di prodotti provenienti da paesi con dimensioni produttive eccedenti rispetto ai consumi interni. Un esempio su tutti è quello della Polonia, che sta investendo proprio sull’estensione delle produzioni per uscire dai confini nazionali”.

Nel largo consumo solo il 25% degli italiani acquista prodotti online

Nel 2021 sono 46,1 milioni i consumatori multicanale – gli utenti che usufruiscono di servizi di eCommerce o per i quali il digitale ha un ruolo nel proprio percorso di acquisto -, pari all’88% della popolazione italiana con più di 14 anni (52,6 milioni). Crescono gli utenti più evoluti, aumentati del 17,9% e pari a un terzo della popolazione:iDigital Rooted, cresciuti del 24,6% (7,1 milioni, il 14% degli italiani 14+), i consumatori che utilizzano la rete ovunque, hanno maggiore familiarità con i social media e i servizi per i pagamenti digitali e sono i più attenti ai consigli degli influencer, e i Digital Engaged, aumentati del 13,6% (10 milioni, 19% degli italiani 14+), gli utenti molto disinvolti nell’uso dei canali online, soprattutto da smartphone, ma più legati al negozio fisico. Questi gruppi oggi presentano una forte concentrazione di utenti nelle fasce di età 14-34 e 35-55 e, considerando lo sviluppo tecnologico e i trend demografici, si può stimare che nei prossimi dieci anni arriveranno a rappresentare il 62% della popolazione 14+ (rispettivamente il 30% e il 32%), con una forte presenza di utenti con più di 55 anni, che saranno pari al 47% dei Digital Rooted e al 57% dei Digital Engaged (contro il 24% e il 26% attuali).

Restano stabili i Digital Bouncers (11,7 milioni, -200mila), pari al 22% della popolazione, che si informano online ma poi comprano nel punto vendita perché diffidenti verso i pagamenti anticipati e legati al rapporto personale col venditore. Diminuiscono, invece, i Digital Rookies, i consumatori meno maturi da un punto di vista digitale con dotazione tecnologica sotto alla media, preferenza per i pagamenti in contanti e scarsa conoscenza e uso dei servizi più evoluti, che rappresentano ancora un terzo del campione ma segnano un-13,9% (17,3 milioni, -2,8 milioni). Il restante 12% della popolazione, infine,è composto da Digital Unplugged (6,5 milioni), gli utenti refrattari al digitale che vivono lo shopping esclusivamente nella dimensione fisica. Il peso di questi due segmenti è destinato a scendere ulteriormente nel prossimo decennio, con un’incidenza del 13% per i Digital Rookiese di appena il 6% per i Digital Unplugged.

I canali digitali sono sempre più presenti in tutte le fasi del percorso di acquisto del consumatore, dalla scoperta del brand alla fase di “conversione”. Nell’ultimo anno il 69% degli utenti Internet è venuto a conoscenza di nuovi brand online e il 76% ha usato la rete per confrontare marche di prodotti o servizi che vorrebbe acquistare. Il comportamento multicanale dei consumatori varia in base alla categoria merceologica: il primo settore per utenti digitali è quello dei viaggi, con il 71% dei consumatori che si informa prevalentemente in Rete sui prodotti e il 43% che acquista esclusivamente online, seguito da elettronica/informatica (70% e 14%) e assicurazioni (46% e 23%).

Oltre a una presenza sui canali digitali costante e coerente con i valori della marca, per i brand diventa sempre più importante l’attenzione alle tematiche etiche e sociali per attrarre i consumatori: il 73% della popolazione sopra i 14 anni valuta positivamente i marchi che prendono posizione su questi temi e il 57% li premia nelle proprie scelte di acquisto.

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Multicanalità, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Nielsen IQ, presentata durante il convegno “Multicanalità 2021. Fast forward: il futuro oltre la ripresa”.

“I canali digitali sono ormai una presenza costante in tutte le fasi del percorso di acquisto degli italiani,cresce il peso dei consumatori più evoluti e diminuiscono significativamente gli utenti che li utilizzano in modo immaturo – dichiara Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Multicanalità-. Fra dieci anni quasi due terzi dei consumatori saranno individui a loro agio con i servizi eCommerce più evoluti, mentre crollerà la percentuale di utenti che non usano i canali digitali nella loro relazione con i brand o che lo fanno con diffidenza e sporadicamente. In questo quadro, l’adozione di una strategia omnicanale da parte delle imprese operanti in tutti i settori merceologici non è più un’opzione ma una condizione necessaria per la sopravvivenza: in termini concreti è quindi richiesto al management di progettare spazi di interazione con il mercato basati su una molteplicità di punti di contatto, online e offline, a supporto di tutte le fasi del customer journey dell’utenza: dalla scoperta del brand fino al post-vendita”.

“La digital transformation accelerata dalla pandemia se da un lato rappresenta una leva per costruire valore in logica customer centric dall’altro impone una riflessione sul futuro del retail – dichiara Stefano Cini, Consumer Intelligence Director di Nielsen IQ. Questa metamorfosi ha due componenti: una transazionale e una relazionale. Quella transazionale è l’eCommerce ossia la Digital Trasformation come nuovo canale di vendita da integrare rispetto a quello fisico per offrire un’offerta senza soluzione di continuità al consumatore. Quella relazionale è l’omnicanalità ossia la Digital Trasformation come canale di marketing per creare una relazione sempre più intima con i propri consumatori grazie ai super poteri che i dati e la tecnologia mettono a disposizione dei brand e dei retailer. Interessante – infine – osservare come il mix di digitalizzazione e invecchiamento della popolazione produrrà nei prossimi 10 anni un interessante evoluzione della specie nel panorama italiano: un’attenzione particolare dovrà essere riservata agli over55 target che nel prossimo futuro crescerà in ponderata, migliorerà la sua dimestichezza con la tecnologia e avrà una disponibilità economica sopra media”.

La percezione e il rapporto con i brand
Dalla Ricerca emerge come i consumatori riconoscano un ruolo sociale ai brand e siano più attratti dalle marche attente alle tematiche etiche e sociali: il 76% ritiene giusto che i brand prendano posizione su questi temi, il 73% valuta positivamente le aziende che intraprendono questo percorso e il 57% le premia quando si tratta di scegliere prodotti e servizi da acquistare. I principali temi su cui i brand dovrebbero esporsi, secondo i consumatori, sono la sostenibilità ambientale (42%), il benessere dei propri dipendenti (29%), la lotta alla povertà (22%), la selezione “etica” dei fornitori con cui lavorare (19%) e l’influenza positiva nel territorio e nelle comunità di riferimento (17%).I consumatori italiani esprimono inoltre la volontà di avere una maggiore vicinanza da parte delle marche: vorrebbero in particolare che ascoltassero i clienti e i loro desideri (84%) e che venisse data loro la possibilità di collaborare allo sviluppo e creazione dei prodotti (68%).

“I clienti chiedono sempre più di essere al centro delle strategie e delle iniziative dei brand e per le imprese diventa centrale testimoniare come siano “operanti” all’interno della società, abilitando modalità digitali e offline che permettano al consumatore di contribuire insieme alla marca ai cambiamenti, con azioni concrete – afferma Nicola Spiller, Direttore dell’Osservatorio Multicanalità. In questo contesto, è necessario ripensare il brand come un sistema di valori, simboli e significati a cui il consumatore partecipa attivamente, comunicare in modo trasparente e credibile e mostrare un impegno attivo nella società”.

Il percorso di acquisto multicanale nei diversi settori merceologici
Viaggi – Tra i settori analizzati dalla ricerca, i viaggi sono al primo posto per numero di utenti che completano il processo d’acquisto online. Il 71% dei consumatori cerca informazioni prevalentemente sul web prima di comprare un prodotto. Questo comportamento è molto diffuso tra i Digital Rootede i Digital Engaged, con l’85% dei consumatori coinvolti per entrambi i cluster.Per quanto riguarda la fase d’acquisto, il 43% dei consumatori compra solo in Rete e il 25% in modo ibrido. La percentuale più alta di acquisti online avviene tra i Digital Rooted, tra i quali solo l’1% acquista unicamente presso il negozio fisico o in agenzia. Quasi un quinto degli Internet User (19%) aumenterà gli acquisti online una volta finita l’emergenza sanitaria, per il 71% rimarranno gli stessi, solo per il 9% diminuiranno. La principale motivazione che spinge gli Internet User ad acquistare un viaggio in Rete è l’ampia possibilità di confronto, poi la facoltà di comprare 24 ore su 24 e il prezzo competitivo.

Elettronica/Informatica – Il settore elettronico e informatico viene al secondo posto per numero di utenti che usano il web per informarsi sui prodotti (70%). Tale pratica è seguita perlopiù dal 78% dei consumatori appartenenti alla fascia 14-34 anni, dall’87% dei Digital Rootede dall’85% dei Digital Engaged.Per quanto riguarda l’acquisto, invece, il 46% degli utenti completa lo shopping in modo ibrido, alternando online e negozio fisico, e il 14% compra esclusivamente in Rete. Anche in questo caso, i Digital Rooted mostrano la percentuale più alta, il 36%. Il 14% degli Internet User afferma che, una volta passata l’emergenza Covid-19, i propri acquisti online in questo settore aumenteranno, per il 79% rimarranno gli stessi esolo per il 7% diminuiranno. La prima ragione d’acquisto per gli acquirenti online della categoria è la possibilità di confrontare i prodotti, seguita dalla comodità della consegna a casa e dalla disponibilità di acquisto H24.

Assicurazioni – Il 46% dei consumatori ricerca prevalentemente informazioni online sui prodotti e servizi assicurativi, con punte del 75% fra i Digital Rooted e del 54% fra gli utenti appartenenti alla fascia 35-55. Il settore assicurativo viene al secondo posto per numero di utenti che acquistano i prodotti esclusivamente online (23% degli acquirenti della categoria), anche se il 61% dei consumatori predilige comunque comprare offline, mentre il 16% alterna i due canali. Il 18% degli acquirenti online della categoria aumenterà i propriacquisti online di prodotti assicurativi, per il 70% rimarranno invariati, il 9% li diminuirà. I fattori che spingono gli Internet User a comprare in Rete sono il prezzo spesso più favorevole, la possibilità di confrontare i prodotti e il vantaggio di non doversi spostare fisicamente.

Abbigliamento – il 34% degli utenti cerca informazioni su capi d’abbigliamento principalmente in Rete. Lo fa soprattutto il 64% dei Digital Rooted e il 47% degli appartenenti alla fascia 14-34 anni. Solo il 4% dei consumatori della categoria preferisce l’acquisto esclusivamente online, il 40% compra in modalità ibrida e il 56% solo in negozio. Anche se con una percentuale bassa, il 17% dei Digital Rooted compra solo in Rete i capi d’abbigliamento, rappresentando il cluster che adotta maggiormente tale pratica. Terminata la pandemia, il 13% degli acquirenti online della categoria pensa di acquistareuna maggior quantità di prodotti sul web, il 77% comprerà come di consueto, il 9% ne effettuerà meno. Le motivazioni principali di acquisto sono la possibilità di farlo H24, la comodità della consegna a casa e l’ampio assortimento.

Beauty – Il 35% degli acquirenti del settore beauty cerca le informazioni prevalentemente online. Questo comportamento coinvolge in particolare il 65% dei Digital Rooted e il 49%della fascia 14-34 anni. Per quanto riguarda l’acquisto, solo il 3% degli utenti compra solamente online, il 32% opta per la modalità ibrida e il 65% preferisce lo shopping nel negozio. In seguito alla pandemia, il 17% degli acquirenti online della categoria Beauty comprerà una maggior quantità di prodotti, per il 75% la quantità rimarrà invariata, per il 7% diminuirà. Le motivazioni che spingono gli Internet User a comprare sul web sono la comodità della consegna a domicilio, la possibilità di acquistare quando si preferisce ed il risparmio di tempo.

Farmaci e Integratori – Insieme al largo consumo, il settore di farmaci e integratori è il meno interessato dalla ricerca di informazioni e acquisti in Rete: solo il 29% dei consumatori, infatti, si informa prevalentemente online sui prodotti. Questo comportamento riguarda maggiormente il 57% dei Digital Rooted e il 34% degli utenti 14-34 e 35-55. Come nel caso del beauty, la percentuale di consumatori che acquistano esclusivamente in Rete è solo il 3%, mentre Il 71% preferisce comprare offline e il 26% in modo ibrido. Si abbassa notevolmente anche il numero dei Digital Rooted che comprano unicamente in Rete: solo il 13%. Al termine della pandemia, la quota di acquisti online per il settore aumenterà per il 14% degli Internet User acquirenti, rimarrà invariata per il 77%, diminuirà per l’8%. Il principale driver d’acquisto degli utenti web è la comodità della consegna a domicilio, seguono il fattore prezzo e la possibilità di comprare in ogni momento.

Largo Consumo – Il 29% dei consumatori ricerca informazioni prevalentemente online sui prodotti, in particolar modo il 54% dei Digital Rooted e il 38% degli appartenenti alla fascia d’età 14-34. Soltanto il 2% degli utenti compra esclusivamente in Rete, il 23% alterna i canali offline e online, ben tre su quattro preferiscono l’acquisto in store (75%). Anche fra i Digital Rooted l’acquisto esclusivamente online è poco diffuso (9%) e prevale la modalità ibrida (52%). Una volta terminata la fase pandemica, il 72% degli acquirenti online della categoria manterrà invariata la quota di prodotti acquistati, il 18% l’aumenterà, il 9% la diminuirà. Come motivo principale per acquistare online beni di largo consumo gli Internet User indicano la comodità della consegna a domicilio, seguita dalla possibilità di comprare 24 ore su 24 e dal risparmio di tempo.

Arriva Umami, il nuovo mix di spezie di Italpepe

Non solo spezie, ma sfumature sensoriali. E’ il pay-off del progetto Tasting Rainbow di Italpepe, che fa leva sulle infinite potenzialità delle spezie. Un trend emergente è infatti la sperimentazione in cucina, dove le preparazioni tradizionali si integrano con ingredienti particolari ed esotici, un tempo prerogative dell’alta ristorazione.

E le spezie, in questo campo, hanno da sempre un ruolo centrale. Per questo l’azienda lancia la selezione “Umami”, la sfumatura sensoriale più intrigante nell’ambito dell’offerta Tasting Rainbow. Definito come la fusione dei quattro gusti principali (dolce, salato, amaro e acido), è il gusto che induce i percettori della lingua a sperimentare una continua altalena di sensazioni piacevoli. È il sapore più avvolgente e coinvolgente, genera una sensazione gustativa precisa ma allo stesso tempo irruenta e delicata.

La selezione Umami
Umami in giapponese significa “saporito” ed è associato per antonomasia alla salsa di soia. In realtà questo sapore si ritrova in molti dei capisaldi della tradizione gastronomica italiana come il parmigiano, l’aceto balsamico e la colatura di alici. La sensazione di sapidità è data dalla rilevazione dell’aminoacido naturale, acido glutammico, presente nelle carni, nei formaggi e in altri alimenti come pomodori e funghi. L’Umami potremmo considerarlo il gusto percepito per eccellenza come “buono”. Infatti i bambini, che hanno un palato vergine ed istintivo, amano questo gusto.

Esso è infatti quello del latte materno ed è per questo che è un gusto universalmente gradito. Non è mai presente in modo isolato ed è in grado di esaltare la percezione del salato e del dolce, mentre inibisce l’amaro. Proprio per la sua caratteristica di esaltare la sapidità delle pietanze, l’Umami è in grado di valorizzare in modo naturale il gusto dei piatti, limitando l’utilizzo del sale. Offre infatti sapidità alle ricette in modo sano, senza glutammato, coloranti e aromi artificiali.

All’interno delle nuove proposte di Italpepe troviamo in particolare sei referenze, ideate in esclusiva dalla Vitaletti Academy in collaborazione con lo chef Davide Mazza: mix per brasati (ideali per carni a lunga cottura), mix marinatura per verdure, carni e pesce, paprika dolce affumicata e mix formaggi (per ricette a base di formaggi). “Lo sviluppo di questa selezione è stato un viaggio all’insegna della continua scoperta. Sono riuscito a concentrarmi non sul gusto personale, ma sul gusto universale, rendendo più buono e gustoso tutto ciò che abbiamo il piacere di portare a tavola. Con Italpepe ho avuto la possibilità di riscoprire questi valori e di esprimermi al meglio” – commenta Davide Mazza.

Gruppo Ontex rafforza la leadership sul mercato e punta sulle private label

Il Gruppo Ontex, leader nella produzione di ausili assorbenti monouso, rafforza la propria presenza in tutti i canali nei quali è presente e punta a crescere nel segmento private label. In Italia il Gruppo ha creato team integrati con competenze sia brand che private label, con l’obiettivo di creare sinergie e crescere nel mercato retail. Nel nostro Paese questo approccio sarà particolarmente efficace, in quanto potrà contare su una conoscenza del mercato italiano dell’incontinenza da parte dell’azienda di oltre 40 anni.

“Da sempre ci occupiamo d’incontinenza con passione, competenza e orgoglio. Dal nostro sito di Ortona, con produzione a ciclo continuo ed esteso su di 163.000 mq., escono ogni anno oltre 700 milioni di ausili assorbenti destinati a oltre un milione di utenti, restituendo a donne e uomini la possibilità di gestire serenamente l’incontinenza nella loro vita privata e nelle relazioni sociali”, ha dichiarato L’Ing. Francesco Lo Piccolo, Amministratore Delegato di Serenity & Ontex GM South Europe. “Essere parte di un grande gruppo internazionale come Ontex, presente in oltre 110 Paesi del mondo e con oltre 2 miliardi di Euro di fatturato ci dà, oltre che grande solidità, anche la possibilità di un costante scambio di conoscenze ed esperienze tra Paesi e mercati diversi”.

Il mercato dell’incontinenza in Italia
Il mercato dell’assorbenza monouso nel mercato retail Italia vale 900 mln di Euro, e simuove a 2 velocità: il segmento adulto è in costante crescita (+11 milioni di Euro), mentre decrescono sia il segmento bambino (-27 mio €), sia quello femcare (-15 milioni di Euro). La crescita del segmento adulto è sostenuta soprattutto da un’età media della popolazione italiana tra le più alte al mondo. Si stima infatti che nei prossimi 10 anni nel nostro Paese ci sarà un incremento di 3 milioni di over 65, che nel complesso andranno acostituire il 33% della popolazione totale. Si stima che in Italia oggi l’incontinenza interessi più di 7 milioni di persone, con un rapporto uomo-donna di 1 a 4.

In questo contesto l’azienda presidia tutti i canali distributivi: come leader assoluto instrutture sanitarie e consegne a domicilio, con posizione di rilievo in case di riposo e incostante crescita nel canale retail e farmacie, dove occupa già una quota di mercato del15%. In Italia è da sempre partner del SSN con il brand Serenity, una collaborazione consolidata che ha consentito all’azienda di garantire la fornitura agli ospedali degli ausili assorbenti anche in pieno lockdown e in generale nei momenti più critici della pandemia.

La riduzione dell’effetto tabù apre un mercato
L’effetto tabù legato all’incontinenza sta scemando, lasciando spazio a una maggiore richiesta di informazioni e di prodotti specifici che soddisfino particolari esigenze del consumatore. Contemporaneamente si assiste a un crescente spazio a scaffale dedicatoall’incontinenza con assortimenti più ampi e l’azienda punta a cogliere questa importante opportunità. L’incontinenza non è poi legata solo all’invecchiamento, vi sono anche altre situazioni nelle quali può presentarsi, come ad esempio in gravidanza o nel post parto, per problemi di salute, in caso di sport e attività fisica. Oltre a queste può presentarsi anche in circostanze del tutto particolari o momentanee, come dopo aver bevuto molta acqua, in ambienti molto freddi o anche in occasione di una risata particolarmente intensa.

Serenity in crescita nei drugstore
Il mercato retail dell’incontinenza in Italia vale oltre 216 milioni di Euro ed è in crescita rispetto al 2020, trainato soprattutto dai discount (+18,2% vs 2020) e drugstore (+13,2% vs 2020). In quest’ultimo canale il brand Serenity rappresenta la leva di crescita maggiore. Nel canale retail l’azienda guadagna spazio con i suoi tre prodotti principali: pants (mutandine assorbenti indicate per incontinenza moderata), AIO (All-In-One, pannolone mutandina indicato per incontinenza severa) e traverse, registrando una crescita del 40%.

Innovazione e qualità
La leadership dell’azienda nel mercato dell’incontinenza si basa su un’esperienza di oltre 40 anni nella progettazione, realizzazione e distribuzione di prodotti innovativi, pratici e confortevoli, per garantire una migliore qualità della vita di chi li utilizza. Serenity èpassata in 10 anni – dal 2011 al 2020 – da 137 a 167 milioni di Euro di fatturato, con un incremento di quasi il 22%.

Gli investimenti in ricerca e sviluppo puntano ad innovare nei seguenti ambiti:

– Digitale: dove l’azienda supporta i propri clienti nello sviluppo di contenuti e loro digitalizzazione, a loro volta destinati all’utente finale.

– Sostenibilità: sempre più al centro di tutte le attività e guidate dalle Politiche Ontex di Sostenibilità 2030. Tra queste anche l’impianto fotovoltaico presso il sito di Ortona, che consentirà di raggiungere attività a zero emissioni entro il 2030.

– Innovazione di prodotto: per offrire prodotti che soddisfino le crescenti esigenze degli utilizzatori finali.

– Servizi trasversali: offerta di servizi di supporto all’utilizzo dei prodotti, come training, creme per la pelle e consulenza infermieristica per la gestione dell’anziano.

Newpal, la simbiosi tra Lucart e CPR System crea valore per ambiente

Lucart e CPR System hanno scelto la vetrina di Ecomondo per presentare Newpal S.p.A., società partecipata che si dedicherà allo stampaggio, attraverso macchinari innovativi, di pallet di alta qualità realizzati in plastica riciclata. Il progetto consentirà di chiudere completamente il cerchio del recupero dei contenitori per bevande tipo Tetra Pak, creando grandi vantaggi per l’ambiente e nuove opportunità di business.

A tale scopo, Newpal investirà circa 7 milioni di euro nella creazione di un polo industriale dotato di un innovativo impianto di stampaggio di materie plastiche riciclate. I macchinari, già in fase di test e installazione, saranno pienamente operativi entro l’estate del 2022 e consentiranno a Newpal di trasformare il granulo plastico realizzato nello stabilimento di Diecimo di Lucart dagli scarti di polietilene e alluminio recuperati dai cartoni per bevande, in pallet in plastica riciclata. Una volta realizzati, infatti, questi saranno utilizzati da CPR System per la movimentazione delle merci nel settore agroalimentare e da Lucart per i propri prodotti in carta per uso igienico. A ulteriore conferma della sostenibilità del progetto, in linea con il proprio modello di business CPR System si occuperà del recupero e riutilizzo dei pallet che quindi, anche a fine vita e dopo molteplici utilizzi, non saranno smaltiti in discarica ma reinseriti nel processo industriale.

Abbiamo iniziato a ragionare su questo progetto già nel 2015 – dichiara Lauro Guidi Presidente di Newpal SpA – portando a valore la grande vocazione verso la sostenibilità ambientale e l’economia circolare di CPR System e Lucart. La Newpal si è costituita nel 2019 e sta completando oggi lo stabilimento produttivo in provincia di Ferrara per lo stampaggio dei pallet e gli impianti accessori. Dal secondo semestre 2022 inizierà la produzione di pallet in plastica riciclata con il ‘GranPlast’ fatti da Lucart che andranno a sostituire completamente l’attuale parco pallet di CPR System che sarà il principale cliente della società, ma non l’unico.Newpal, infatti, si proporrà come fornitore sul mercato definendo una gamma di prodotti adatti alle diverse richieste di utilizzo”.

Già nel 2010, Lucart – azienda leader in Europa nella produzione di soluzioni per l’igiene in carta tissue, airlaid e monolucide, conosciuta per i brand Tenderly, Lucart Professional, Tutto Pannocarta e Grazie Natural – aveva lanciato il Progetto Natural, iniziativa di economia circolare che ha portato per la prima volta – sia sugli scaffali dei supermercati, sia nel settore professionale – una linea di prodotti in carta per l’igiene derivata dal riciclo dei cartoni per bevande, riconoscibile per il caratteristico colore avana (poiché le fibre non vengono sottoposte all’impattante processo di sbiancamento) e certificata Ecolabel e FSC Recycled. Il progetto iniziale prevedeva il pieno recupero anche delle componenti di polietilene e alluminio contenute nei cartoni, convertite da partner esterni per ottenere dispenser per asciugamani in carta o carta igienica. Il materiale in eccesso veniva offerto sul mercato e riutilizzato da terzi per la realizzazione di arredi urbani, pallet e altri oggetti in plastica di uso comune. Tale sistema, tuttavia, non assicurava il pieno assorbimento delle quantità di materiale prodotte né la redditività nel loro utilizzo.

Grazie alla collaborazione con CPR System – leader in Italia nella produzione, movimentazione, riutilizzo e riciclo degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili e dei pallet per il settore agroalimentare – Lucart ha trovato un partner con l’esperienza necessaria per valorizzare le plastiche riciclate e che condivide gli stessi obiettivi ambientali. Le due aziende saranno quindi pienamente simbiotiche poiché una sfrutterà un prodotto realizzato dallo scarto di produzione dell’altra, opportunamente nobilitato.

“La nascita di Newpal SpA rappresenta un passo importante per innovare il settore dello stampaggio delle plastiche riciclate, nonché una tappa strategica cruciale nel percorso che ci porterà ad utilizzare il 60% di materie prime fibrose riciclate entro il 2030.Per aumentare il tasso di riciclo, infatti, è necessario gestire gli scarti plastici trasformandoli in nuove materie prime ricche di valore” – ha commentato Guido Pasquini, Senior Sustainability Advisor di Lucart – “Siamo orgogliosi di avere al nostro fianco CPR System, realtà con la quale condividiamo un modello di business circolare in grado di ottimizzare i vantaggi economici riducendo al minimo gli impatti ambientali”.

“Disporre oggi di prodotti derivati da processi di filiera realmente sostenibili rappresenta un valore aggiunto e un vantaggio competitivo per il settore” – afferma Paolo Gerevini, Presidente di CPR System che sottolineando i plus del nuovo pallet conclude: “Il progetto Newpal valorizza al 100% uno scarto di produzione, creando valore condiviso. Realizza un prodotto riutilizzabile nel circuito CPR System che, a fine vita verrà effettivamente riciclato per la produzione di nuovi pallet creando una gestione virtuosa in termini ambientali ma anche economici, considerando che si tratta di un pallet in plastica di qualità, a prezzo fortemente competitivo”.

Arriva la Confettura con Pera dell’Emilia Romagna IGP de Le Conserve della Nonna

Quando l’eccellenza incontra l’eccellenza il risultato non può che essere straordinario. Le Conserve della Nonna, storico brand modenese del Gruppo Fini, amplia la gamma delle proprie Confetture lanciando per il circuito GDO e Normal Trade una nuova referenza: la Confettura con Pera dell’Emilia Romagna IGP. Un prodotto pensato per esaltare uno dei frutti più rappresentativi della regione attraverso la sapienza e l’esperienza di un’azienda leader di mercato, ambasciatrice del made in Italy sulle tavole di tutto il mondo.

La Confettura con Pera dell’Emilia Romagna IGP è pronta a rivoluzionare la colazione e la merenda di tutti consumatori grazie a una proposta dal contenuto genuino e dall’alto valore aggiunto. La referenza vede l’utilizzo della sola varietà Williams, selezionata e raccolta nel momento migliore della maturazione, con una concentrazione di frutta elevata che arriva fino al 70% e l’impiego di zucchero italiano certificato da agricoltura sostenibile. L’insieme di tali proprietà e caratteristiche contribuisce a regalare un gusto autentico che ricorda la fragranza indimenticabile delle confetture homemade, preparate con amore e perizia dentro le calde pareti domestiche.

Negli ultimi tre anni la linea di confetture de Le Conserve della Nonna ha vinto il prestigioso Quality Award e conquistato sempre di più la fiducia dei consumatori attraverso referenze che per bontà e cremosità ricordano le confetture fatte in casa. Tra queste ricordiamo le Confetture dell’Emilia Romagna (Prugna, Amarene Brusche di Modena IGP, Ciliegia, Amarena, Cotogna) e quelle da frutta 100% italiana come Arancia, Albicocca, Pesca, Fragola e Fichi. Per ogni referenza il segreto consiste in una lavorazione accurata e che punta dritto alla qualità. Nello stabilimento produttivodi Ravarino (MO) infattile confetture nascono attraverso il tradizionale procedimento della concentrazione per evaporazione termica: una lunga cottura del frutto che consente di eliminare l’acqua, ottenendo confetture con altissima percentuale di frutta ed una consistenza naturalmente ricca e cremosa, non gelificata.

Online il nuovo sito web di Granoro

Granoro presenta il suo nuovo sito internet. On-line dai primi giorni di ottobre, la nuova piattaforma digitale dell’azienda pugliese, www.granoro.it, si presenta con una grafica rinnovata, contenuti e consultazione più semplice e fluida. Il nuovo Layout è stato pensato per offrire ai visitatori un impatto chiaro e immediato sul mondo Granoro e per consentire agli utenti più affezionati un accesso intuitivo e moderno alle funzioni utilizzate più frequentemente.

Il sito, che utilizza le più moderne tecnologie del web design, presenta i contenuti in una veste sempre più fresca e dinamica, in linea con lo stile Granoro. È stato progettato e realizzato con la tecnica “responsive” consentendo alle pagine di adattarsi automaticamente al layout per fornire una visualizzazione ottimale verso tutte le tipologie di device (pc, desktop con diverse risoluzioni, tablet, smartphone, etc.)

Consultare il catalogo prodotti non è mai stato così semplice. Tutte le linee di prodotti sono raccontate attraverso un largo utilizzo di fotografie ed immagini per permettere ai consumatori di apprezzare maggiormente i valori cari all’azienda: eco-sostenibilità, filiera corta, trasparenza e altissima qualità. Semplice e intuitivo l’accesso al rinnovato “Shop”, dove sarà possibile acquistare facilmente tutti i prodotti del catalogo.

Rinnovata anche la sezione “Ricette”, all’interno della quale sono presenti numerosi spunti per la cucina attraverso una selezione dei formati di pasta preferiti, degli ingredienti stagionali e delle proprie capacità culinarie. Per l’occasione Granoro si è avvalsa della collaborazione di prestigiosi chef, food blogger e professionisti del settore Food che si amplierà continuamente. Spazio anche alle news e alle iniziative che Granoro svolge sul proprio territorio, così come l’informazione corporate legata a progetti e novità aziendali e di prodotto.

Attraverso il nuovo sito il pastificio punta anche a raccontare la propria storia ripercorrendo il cammino che l’ha vista evolversi da azienda di famiglia ad un gruppo affermato a livello globale, mantenendo inalterato lo spirito “famigliare” che da sempre l’ha caratterizzata.

Contributo carta e cartone, dal 2022 passa da 25 a 10 euro a tonnellata

Buone notizie per gli utilizzatori di packaging in carta e cartone. Il Consiglio di amministrazione CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, sentito il parere di Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, ha deliberato la riduzione del Contributo Ambientale CONAI per la carta – da 25 €/tonnellata a 10 €/tonnellata – a partire dal 1 gennaio 2022. Ed è la seconda buona notizia nel giro di pochi mesi: già a luglio il CAC carta era stato più che dimezzato passando da 55€ a 25€ a tonnellata,in virtù dell’aumento dei valori di mercato della materia prima seconda.

La nuova riduzione deliberata si inserisce all’interno di un percorso di sostegno, rivolto alle aziende e al sistema imprenditoriale del mondo cartario, avviato da diverso tempo e non incide sulle operazioni di raccolta riciclo della carta e del cartone che Comieco continuerà a garantire su tutto il territorio nazionale con le consuete modalità.

“Ridurre il contributo ambientale di oltre l’80% nell’arco di poco tempo, significa supportare concretamente le aziende utilizzatrici di packaging, ancora profondamente colpite dalla pandemia, aiutandole a ripartire. I risparmi già calcolati da inizio anno ammontano a 135 milioni di euro, ai quali aggiungere quelli stimati pari a 67,5 milioni di euro, a fronte di questa ulteriore riduzione”, afferma Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco.

Benefici economici sostanziosi che possono rappresentare un driver importante per orientare le aziende ad utilizzare sempre più il packaging in cartone per i loro prodotti e allo stesso tempo contribuire a consolidare i buoni risultati di raccolta differenziata e riciclo sin qui raggiunti. L’Italia è tra i Paesi più ricicloni d’Europa: nel 2020 sono state raccolte circa 3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone eil tasso di riciclo degli imballaggi cellulosiciha raggiunto l’87,3%, superando con ben 10 anni di anticipo i target UE al 2030. Una filiera efficiente che fa della circolarità il fiore all’occhiello: il 60% della produzione cartaria avviene infatti a partire da fibre di recupero.

La diminuzione del cac non è l’unica novità in vigore dall’1 gennaio 2022. A questa si accompagnerà anche l’introduzione della diversificazione contributiva degli imballaggi in materiale composito, diversi da quelli per liquidi, allo scopo di rendere il ciclo del riciclo di carta e cartone ancora più efficiente, stimolando gli utilizzatori di packaging a scegliere per i loro prodotti imballaggi sostenibili e riciclabili all’insegna della transizione verso un’economia sempre più circolare.

Molino Spadoni torna in tv a Cotto e Mangiato Il Menù

Molino Spadoni riconferma la sua partecipazione al cooking show cult di Italia 1 delle ore 12.10 “Cotto e Mangiato Il Menù”, che dal 25 ottobre sarà nuovamente in onda con l’ormai rodata conduzione di Tessa Gelisio affiancata dall’esuberante chef Andrea Mainardi. Le prime cinque puntate verranno trasmesse da un “set” d’eccezione: la Reggia di Venaria Reale. Protagoniste delle ricette proposte nel corso del programma saranno le farine del brand, immancabili in tantissimepreparazioni dolci e salate.

Il pranzo di “Cotto e Mangiato Il Menù” continua con le proposte originali di Menù Brunch e Nonsolopizza con lo Chef leader dei lievitati Renato Bosco, ma anche con la nuova versione di “Doppia Coppia” dove Gelisio e Mainardi verranno affiancati da coppie costituite da chef e talent insieme alle consorti o, ancora, con la gara dei giovanichefche si sfideranno per aggiudicarsi la borsa di studio firmata Cotto e Mangiato. Nel corso della stagione autunnale si assisterà poi ad una passerella di ospiti prestigiosi in location esclusive, tra cui Penati, Perbellini, Taglienti, Aliberti, Mascheroni, Cicero e tanti altri.

La sinergia tra Molino Spadoni e “Cotto e Mangiato Il Menù” rafforza una collaborazione di successo, in cui vengono valorizzati i prodotti core del brand, mostrandone al pubblico sia la vastità della gamma sia la versatilità in innumerevoli impieghi, con un progetto reso possibile dall’azione dell’editore RTI e del team Publitalia Brand On Solutions.

Buono e Solidale, l’iniziativa inclusiva di Despar Centro-Sud

Svolgeranno delle prestazioni lavorative regolarmente retribuite, al termine di un percorso formativo sul confezionamento e sulla promozione di uno dei prodotti tipici dell’autunno: l’uva. Sarà questo l’importante compito che un gruppo di ragazzi svolgerà per il secondo appuntamento di “Buono e Solidale”, il progetto dedicato all’inclusione di lavoratori con neuro-diversità promosso da Despar Centro-Sud in collaborazione con la Cooperativa WorkAut (lavoro e autismo).

Dal 18 al 27 ottobre, in esclusiva in tutti i punti vendita del Centro-Sud Despar, Eurospar ed Interspar, sono in vendita circa20.000 confezioni di uva mista senza semi da 1 kg preparate dai ragazzi, tutti maggiorenni, con la collaborazione del fornitore locale OP Agritalia. Il ricavato sarà devoluto alla Cooperativa WorkAut (lavoro e autismo) per il finanziamento di progetti futuri che consentano la necessaria continuità alle attività finalizzate all’inclusione e all’integrazione sociale dei ragazzi con neuro-diversità, resa ancor più difficile in questi duri mesi della pandemia.

«Per le persone con neuro-diversità questo tipo di esperienze socio-lavorative costituiscono uno stimolo importante per sentirsi sempre più parte della comunità – spiega Stefania Grimaldi, Presidente della Cooperativa Sociale WorkAut (lavoro e autismo). «Offrire con una sempre maggiore continuità opportunità lavorative è fondamentale per consentire lo sviluppo di abilità ed autonomie personali e garantire serenità e fiducia nel futuro sia ai lavoratori speciali che alle loro famiglie».

Aumentare e favorire le occasioni che permettano sempre maggiori opportunità di inclusione sociale sul territorio è uno degli obiettivi principali di Maiora, concessionaria del marchio Despar per il Centro-Sud, che dal 2019 è impegnata concretamente anche con il Comune di Trani per il progetto “Trani Autism Friendly”, favorendo e semplificando la fruizione dei servizi e l’accoglienza delle persone con disturbo dello spettro autistico all’interno dei propri punti vendita nella Città.

«Trovare un impiego è molto difficile per i ragazzi con neuro-diversità, ed è fonte di ansia e preoccupazione per le loro famiglie» – spiega Pippo Cannillo, Presidente e Amministratore Delegato di Despar Centro-Sud. «È compito anche delle imprese impegnarsi per costruire un ambiente di lavoro che tenga conto sia delle difficoltà quanto delle potenzialità di ciascuna persona. Per questo secondo appuntamento con il progetto “Buono e Solidale” abbiamo infatti raddoppiato le giornate di lavoro per i ragazzi, oltre al quantitativo di merce in vendita».

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