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Pasta e caffè, ma poca carne: i consumi dello smart working

Il lockdown ha cambiato le abitudini degli italiani. Comprese quelle alimentari. Niente bar, mense e pub a pranzo: tutti i consumi si sono convogliati tra le pareti domestiche, complice la diffusione dello smart working.

E come è cambiato il carrello? Lo ha analizzato Tiendeo.it, l’azienda leader in cataloghi online geolocalizzati e soluzioni drive-to-store per i retailer. È interessante osservare come dalla tavola si possano intuire non solo l’andamento dell’economia in piccola e grande scala, ma anche le tradizioni più profonde e irrinunciabili di un intero paese.

È caccia all’offerta

Le letture di cataloghi di supermercati e ipermercati sono raddoppiate nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2019, il che indica una chiara tendenza a ricercare offerte e promo per ottimizzare il budget a disposizione. Una parte importante degli utenti si trova infatti in cassa integrazione (o in disoccupazione), e alla praticità di fare la spesa nel supermercato più vicino, preferisce il risparmio e valuta con cura le offerte a disposizione, prendendo in considerazione la possibilità di fare acquisti separati per risparmiare di più.

Ci troviamo in un momento storico di grande incertezza, e la società dei consumi che abbiamo vissuto finora sta iniziando a mostrare i propri punti deboli proprio perché sta venendo meno la capacità d’acquisto del suo soggetto principale: il consumatore.

In aumento pasta, frutta e verdura

Pranzo a casa e lavoro da casa, significa una cosa sola: ottimizzare. Sia tempo che denaro. E per gli italiani il piatto di tutti i giorni da cucinare veloce, per antonomasia, è la pasta. Non stupisce quindi che le ricerche di questo prodotto fondamentale siano aumentate del 56% nell’ultimo trimestre. Non possono mancare i prodotti freschi per accompagnare la portata principale, e infatti anche frutta e verdura aumentano del 50% rispetto all’anno scorso.

Invariati i surgelati, che pur essendo una soluzione ideale per sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione, sono sicuramente più cari e possono pesare non poco su un bilancio mensile fatto di tagli, oculatezza, e in alcuni casi, rinunce.

Tracollo per pesce, resiste a stento la carne

Il pesce e la carne sono vittime della crisi che sta attraversando il paese, e i numeri lo dimostrano. Le ricerche di pesce diminuiscono del 33%. È un dato che fa riflettere visto il periodo dell’anno in cui ci troviamo, quando solitamente il consumo di carne e formaggi tende a diminuire a favore dei prodotti ittici, più leggeri e freschi, perfetti per accompagnare diete e piatti estivi.

Le ricerche di carne rispetto allo scorso anno subiscono rispetto al pesce un calo inferiore (-8%) ma comunque degno di nota, confermando l’esigenza da parte dei consumatori di limitare le uscite consumando piatti più economici.

Boom per il caffè

Gli stereotipi sono casualità? Come dimostrato durante la quarantena dalla scomparsa del lievito dagli scaffali perché gli italiani si erano precipitati in massa a panificare e fare pizze, pasta fresca e focacce, un fondo di verità c’è. E come un italiano difficilmente rinuncerà a pasta e pizza, è molto difficile che rinunci al caffè.

Smart Working significa quindi correre ai ripari e organizzarsi per le pause caffè, in versione casalinga. Ed è così che le ricerche di caffè quadruplicano, e quelle delle capsule (che fanno molto più ufficio!) triplicano.

 

* Confronto con le ricerche effettuate nel secondo trimestre del 2019

Food-retail: serve ridurre i costi fissi

Il comparto del food-retail, afferma che nella fase post Covid l’elemento fondamentale per la “ripartenza” è l’abbattimento dei costi fissi. Ecco quanto emerge da una recente Indagine Engel & Völkers Commercial Milano con Rödl & Partner, effettuata su un campione di 6600 esercenti su base nazionale nel periodo di giugno 2020.

“Il 66% degli intervistati e appartenenti alla macro categoria del food retail  – spiega Gianluca Sinisi, Licence Partner di Engel & Völkers Commercial Milano e Lombardia – ha infatti dichiarato di aver domandato una dilazione del canone. Di questi – continua Sinisi – il 39% l’ha ottenuta mentre il 27% ha avuto un diniego dal proprietario dei locali.”

E ancora: 14% dichiara di avere in animo una richiesta di riduzione del canone o uno slittamento dei termini di pagamento. Il 13% degli intervistati invece ‘non ha chiesto nulla e non ha intenzione di farlo’

Nello specifico il 53% che è in locazione con la propria attività ha dichiarato che porrà maggiore attenzione ad un canone più sostenibile, ma quello che è gradito agli esercenti è anche una “maggiore flessibilità contrattuale” (34%) e, in particolar modo, di questi il 14% auspica una “maggiore libertà di uscita dal contratto”, nonché anche nuove soluzioni contrattuali.

“A questo proposito – commenta l’Avv. Valeria Spagnoletti Zeuli, associate partner di Rödl & Partner,– a fronte di consistenti cali di fatturato e della mancanza di liquidità necessaria per far fronte alle spese, fra cui il canone di locazione, i conduttori mostrano di essere alla ricerca di un accordo con i locatari che preveda nuove soluzioni, anche con nuove formule quali ad esempio, ove possibile, la compartecipazione agli utili nella quantificazione del canone, soluzione che nelle risposte all’indagine è gradita a circa il 60% degli intervistati”

Nello specifico, il 27% dei rispondenti si mostra interessato a una forma di compartecipazione nella quantificazione del canone con la parte preponderante in percentuale sul fatturato, mentre il 33% preferirebbe la parte preponderante del canone fissa ed una quota residuale in percentuale sul fatturato. Il 26% dei rispondenti afferma di non essere interessata a soluzioni di questo tipo.

Spazi più piccoli

Abbattimento dei costi fissi per i food retailer significa anche la ricerca di una nuova location e nello specifico uno spazio più piccolo con meno somministrazione e più delivery (34%), la possibilità di esercitare nei dehors (31%) e una decentralizzazione per avvicinarsi ad una modalità di esercizio “tipo negozi di vicinato”. Ad ogni buon conto si annota anche un 10% di rispondenti che – al contrario – sta pensando a spazi più grandi’ (10%).

Tra le strategie in gran voga, fatta l’esperienza del lockdown, i food-retailer dichiarano che si focalizzeranno maggiormente sui social-media coltivando proprie community (53%), o con tools innovativi come video-tutorial e dirette social (27%) per mantenere ed implementare l’engagement e comunque il maggiore uso del food delivery (40%) importante veicolo di distribuzione che gli italiani hanno largamente imparato ad utilizzare durante l’isolamento.

In ultimo alla domanda “Avete intenzione di attuare politiche di sconto sul prezzo pre-Coronavirus e promozioni?” ha risposto ‘SI’ lo 0 (zero)%.

iMonocle, lo specchio che cambia con l’outfit

LaDigital Foundry di Parma SWITCHUP crea un nuovo rapporto tra Brand, Store e Shopper insieme al Marchio di Moda Italiano PINKO. Nella nuova boutique in Napoli, il dettaglio degli outfit è narrato attraverso un racconto di immagini e animazioni digitali, in un mix di interazione online-offline. iMonocle è il nuovo specchio digitale oggetto di brevetto esclusivo che regala un punto di vista realmente differente ad ogni outfit indossato. I display video con camere super HD di iMonocle inquadrano da ogni angolo la Shopper che può così vedersi finalmente come gli altri la osserverebbero realmente. Non più una visione mono, ma super stereo. Per un’esperienza di shopping nuova, più bella, più interattiva.

L’offerta SWITCHUP dispone di soluzioni a intelligenza artificiale, realtà virtuale, machine learning e biometria, per una trasformazione digitale che non migliora soltanto l’efficienza di un punto vendita ma ottiene anche una maggiore efficacia nell’esperienza in negozio.

Le competenze multidisciplinari di SWITCHUP cercano di fare soltanto una cosa: rendere “wow” l’esperienza di ognuno: nel business, nello shopping, nella cultura come nel tempo libero, in ogni superficie, piccola o grande” commenta Gian Luca Boarini, AD della Società.

“Abbiamo deciso di posizionarci in una nuova location, con metratura inferiore rispetto alla precedente. Fino a poco tempo fa il valore del retail poteva essere proporzionale ai metri quadrati ma oggi le cose sono davvero cambiate”, commenta Emanuele Bianchi, Global Chief Marketing Officer in PINKO. “Il valore di un negozio non si misura più in spazio fisico ma in spazio relazionale. Il potenziale è nel numero di persone “connesse” con Pinko; con i suoi valori e le sue emozioni”.

Il progetto PINKO HiTech-Boutique è accattivante nei suoni e nei colori: in esso, digitale e fisico si uniscono. Tre maxischermi LED amplificano i sensi con immagini e video, mentre una parete con piastrelle si anima inaspettatamente alla presenza dei clienti grazie alla tecnologia SWITCHUP iSense™, trasformandosi in schermi interattivi che proiettano scenari di collezione ed effetti visivi.

 

Segafredo Zanetti Robocup Café apre a Shenzhen

Massimo Zanetti Beverage Group lancia il Segafredo Zanetti Robocup Café, prima caffetteria self-service 24 ore completamente robotizzata, nella città cinese di Shenzhen, noto hub per i servizi informatici e di intelligenza artificiale del Paese.

Segafredo Zanetti Robocup Café offre un’esperienza di caffetteria completamente automatizzata, grazie alla quale i clienti possono ordinare attraverso un menu touchscreen o dal proprio cellulare tramite un’applicazione.

L’ innovativa caffetteria rappresenta un traguardo storico per Segafredo Zanetti, primo marchio italiano in grado di offrire un caffè attraverso un sistema completamente automatizzato, che prevede inoltre un sistema di chiusura della tazzina in ambiente protetto, a garanzia dei più alti standard di sicurezza. Infine, grazie all’utilizzo di sistemi di pagamento elettronici e di codici QR, i clienti possono gustare un autentico caffè italiano in tutta sicurezza. Robocup Café è frutto della collaborazione con Robocup China.

Il design minimalista e l’uso di materiali naturali rendono l’ambiente accogliente e piacevole, ideale per una perfetta pausa caffè con ROBOCUP-SEGAFREDO.

Gruppo Crai: +12% nel primo semestre del 2020

Un 2019 decisamente positivo per Il Gruppo CRAI con un giro d’affari consolidato intorno ai 6 miliardi, realizzato grazie agli oltre 3.100 punti vendita di cui i due terzi alimentari e i restanti specializzati nei prodotti per la cura della persona e della casa. Lo scorso anno, inoltre, sono stati inaugurate 148 nuove aperture di negozi food e 80 nuove aperture di negozi specializzati in home e personal care.

Ma ancor più rilevante è stata la performance dei primi 6 mesi del 2020. Nel primo semestre, infatti, i risultati di CRAI sono stati superiori al trend di mercato grazie alla consolidata e capillare presenza a livello locale e su tutto il territorio nazionale. In particolare, i dati alla fine di giugno sanciscono un + 12% rispetto alla media di mercato mentre considerando la sola offerta alimentare il divario sale a 19 punti. Da marzo, infine, il Gruppo è primo in Italia come aumento dei ricavi: a parità di rete Crai segna un +15,2% contro il +3,1% del mercato e nel food registra un +22% in un mercato che cresce del 3,2%. 2020 tra l’altro che è iniziato con l’ingresso nella centrale Crai di un nuovo importante Ce.Di – Gruppo Di Palo – azienda operante in Campania e specializzata nella distribuzione alimentare all’ingrosso ed al dettaglio.

Questi numeri sono in parte da ascrivere agli effetti dell’evoluzione delle abitudini di acquisto degli italiani, da un lato progressivamente focalizzati sulla qualità reale, dall’altro sempre più attenti al rapporto umano nei negozi. Questi due aspetti, sempre più integrati, fanno parte del DNA di CRAI ed oggi, in una situazione particolare dal punto di vista economico e sociale, sono ancora più centrali. Perciò, il Gruppo ha definito per i prossimi mesi un piano commerciale e di marketing per consolidare il rapporto di fiducia con il consumatore.

In questo periodo si è anche assistito ad una autentica rivoluzione nell’e-commerce, che in CRAI è essenzialmente ‘di prossimità’: a fine giugno 2020, il servizio Crai Spesa Online ha registrato un + 1.025% rispetto al periodo gennaio-giugno 2019 con oltre 60.000 spese. Attualmente, il servizio è attivo in 172 negozi, distribuiti in 14 regioni, con una media di 1.500 ordini al giorno. La previsione per l’anno è di circa 8 milioni di euro. Nel 2021, l’ambizione è di arrivare a 250 negozi, ampliando il raggio di consegna e permettere il ritiro direttamente sul punto vendita.

Per ciò che riguarda il private label, la quota sul è pari al 18,2%, con punte in alcune regioni del 28%. È in continua crescita e prevediamo anche per il 2021 e per gli anni successivi un aumento dell’incidenza. Per l’assortimento di questa, spazio ai prodotti ad alto valore aggiunto come linea bio, salutistica e piatti pronti. Mentre entro la fine dell’anno è prevista la rivisitazione del brand alto di gamma Piaceri Italiani, puntando sull’ampliamento della gamma e sull’assortimento, oltre che su un packaging maggiormente accattivante.

Lo sviluppo passa anche per l’ampliamento della rete: entro la fine del 2020 Crai prevede, tra canale food e canale drug, l’apertura di oltre 200 nuovi punti vendita.

Virosac: una nuova gamma per la prevenzione

Virosac, connotata dal nuovo pay-off “Specialisti di ecologia domestica”, presenta una nuova gamma di referenze costituita da dispositivi di protezione e prevenzione per la salute di tutta la famiglia a forte connotazione Bio. Due le linee: Tutto in sicurezza e Back to school.

Gel mani detergente BIO, spray igienizzante BIO, salviette per le mani e guanti sono specifici per l’uso individuale, mentre i sacchi monouso copri-carrello e copri-cestino sono articoli destinati al servizio del punto vendita, insieme alle piantane d’acciaio, progettate come sistemi espositivi di supporto. I guanti monouso sono proposti in due differenti tipologie, entrambe adatte al contatto alimentare: trasparenti in Polietilene ad alta densità e bianchi in TPE, elastici ed aderenti alla mano. Tutti i prodotti detergenti, sia quelli per le mani che quelli per la pulizia delle superfici, sono sviluppati con ingredienti naturali dall’azione igienizzante ed antibatterica, quali olio essenziale biologico di limone, olio essenziale biologico di Tea Tree, estratto di timo e aloe, nota per la sua azione dermoprotettiva, idratante ed emolliente.

La linea BACK TO SCHOOL con prodotti in formato pocket tascabile come salviette e detergente mani, è specificamente pensata per bambini e ragazzi per favorire un ritorno in sicurezza sui banchi di scuola e a tutte le occasioni di convivialità e di incontro.

 

Madel realizza per Winni’s la prima busta riciclabile 100%

È italiana la prima busta per detersivi (pouch) realizzata in plastica monomateriale completamente riciclabile. A crearla è l’azienda romagnola Madel S.p.a., leader nell’ecologia, che con il suo marchio Winni’s compie un ulteriore passo verso un minore impatto ambientale nel mondo della detergenza della casa. Già da molti anni aveva introdotto per diversi prodotti le buste doypack (ecoformati pouch), che permettono un minore utilizzo della plastica. Oggi con il nuovo packaging si arriva a un risparmio fino all’84% di plastica rispetto a un flacone di pari formato. 

Gli Ecoformati Pouch sono disponibili per i formati da 1 litro e verranno introdotti entro la fine del 2020 anche nei formati da 1,5l e da 500ml.

Il dipartimento di Ricerca&Sviluppo di Winni’s ha creato per primo una nuova pouch interamente in Polipropilene (PP) capace di garantire gli stessi standard qualitativi e la robustezza della versione precedente. Sia la busta sia il tappo, termosaldato, sono dello stesso materiale, così da rendere l’intera confezione completamente riciclabile nella plastica. Inoltre queste confezioni permettono un minore utilizzo di plastica rispetto ai flaconi di pari formato.

Prima di oggi nel mondo della detergenza gli ecoformati erano composti da 3 materiali, tra i quali il nylon a conferire robustezza. Questo materiale però causa dei rallentamenti e delle difficoltà in fase di riciclo della plastica.

“L’ecologia per Madel S.p.a. è un progetto globale, che parte dall’azienda e arriva al prodotto”, spiega Mattia Testa Direttore Tecnico dell’azienda, “e l’implementazione di un packaging di così facile smaltimento nella plastica è un ulteriore passo avanti in questa direzione. Come marchio leader della categoria, siamo stati i primi a lanciarlo per i liquidi detergenti e questo non è che una delle novità in campo di packaging ecologico su cui stiamo lavorando”.

Madel spa In tutti i suoi processi produttivi prevede il massimo impegno nella salvaguardia dell’ambiente con attività che vanno dallo smaltimento differenziato dei rifiuti al riutilizzo degli scarti di produzione, sia plastici che liquidi, fino al riciclo dell’acqua calda proveniente dal processo industriale per riscaldare il reparto di produzione. Il sito produttivo, grazie all’impiego di un impianto fotovoltaico di 2.6 MW su una superficie complessiva di 58mila metri quadri e un cogeneratore di ultima generazione, che offre il suo contributo di 0.65 MW, è in grado di raggiungere così la completa autonomia elettrica.

Anche l’illuminazione dell’azienda è sostenibile, grazie alla sostituzione di tutte le luci al neon con quelle al led, per un risparmio del 40%.

L’impegno dell’azienda non si esaurisce con il nuovo ecoformato in plastica monomateriale, ma, attraverso il continuo lavoro del dipartimento di Ricerca&Sviluppo, si pone l’obiettivo di rendere sempre più ecologico il packaging dell’intera gamma di prodotti.

Fase 2 e 3: la paura del contagio condiziona il LCC

Il Covid 19 sta avendo l’effetto di uno shock sull’universo del largo consumo non alimentare, come emerge dall’analisi dell’Osservatorio Non Food 2020 di GS1 Italy, la cui edizione completa sarà pubblicata a settembre[1].

Da questo studio – che comprende l’analisi micro e macro economica svolta da REF Ricerche, le previsioni delle vendite per canale e la ricerca sul punto di vista del consumatore svolte da Metrica/TradeLab – emerge una situazione molto critica che avrà un impatto pesante sui consumi non food e sulla rete commerciale: il 2020 sarà un anno con vendite in forte calo in tutti i 13 comparti merceologici analizzati (con la sola esclusione dei prodotti di automedicazione), e che colpirà soprattutto i prodotti di cancelleria (-32/40%), l’abbigliamento e le calzature (-30/39%), il bricolage (-18/25%) e l’edutainment (-15/22%).    

Entrando nell’analisi dei canali commerciali, l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy stima che il calo delle vendite previsto per tutto il 2020 colpirà soprattutto le grandi catene e le superfici specializzate, mentre si assisterà a una forte accelerazione dell’e-commerce, che farà aumentare il numero di comparti non alimentari in cui  l’e-commerce supererà il 10% di incidenza. 

Per arrivare a delineare questo scenario l’Osservatorio Non Food di GS1 ha analizzato e combinato molti fattori. Il primo è la mancata ripartenza dei consumi durante la fase 2. Infatti, tra maggio e giugno il recupero della domanda è stato solo parziale e limitato ad alcuni settori, come arredamento e auto. Altri – come l’abbigliamento e la pelletteria – sono ancora fermi. A complicare la situazione per le imprese c’è l’attenzione ai prezzi: l’attesa di vederli ridotti si scontra con l’aumento dei costi di produzione, che sta acutizzando la crisi in molti settori extra-alimentari. 

Alla criticità dello scenario delineato dall’Osservatorio Non Food analizzando i dati di vendita nel bimestre maggio/giugno, si aggiungono le previsioni negative per i mesi a venire così come emergono dal sondaggio condotto da Metrica intervistando 1.000 persone, che nell’ultimo anno hanno acquistato prodotti non food.

Se durante il lockdown il 75% ha effettuato almeno un acquisto non alimentare (in particolare libri, prodotti per il giardinaggio e il bricolage) e per il 90% l’ha effettuato online (soprattutto articoli di arredamento e attrezzature sportive), a tre settimane dalla fase 2 solo il 60% degli intervistati era tornato in uno store fisico non alimentare.  

Tornare a visitare i punti vendita del non food è stata soprattutto una necessità legata a esigenze di acquisto (55% delle risposte), ma anche la dinamica sociale e psicologica ha avuto il proprio peso: il 33% aveva voglia di tornare a fare la vita di sempre, mentre il 27% ha dichiarato di voler tornare a fare shopping. Il 70% dei reticenti ha dichiarato di non essere tornato nei punti vendita per mancanza di necessità, ma non va sottovalutata l’attenzione all’aspetto sanitario: il 26% non si sentiva sicuro e il 21% non voleva frequentare posti affollati.

La paura del contagio continuerà a influire in modo importante sia sulla frequenza di visita dei punti vendita, sia sulle scelte degli store da visitare, e potrebbe determinare anche nuovi comportamenti strutturali di visita e acquisto. A rischio appaiono soprattutto i centri commerciali: solo il 29% dei loro frequentatori abituali dichiara di non voler cambiare le proprie abitudini contro il 68% che prevede di andarci di meno, principalmente per il timore di dover fare troppe file a causa dei protocolli di sicurezza.

Se gli italiani sono tiepidi verso grandi store e centri commerciali, sembrano invece bendisposti nei confronti dell’e-commerce: dal 15% al 25% dei consumatori intervistati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy dichiara di voler sostituire gli acquisti fatti nei negozi fisici con quelli realizzati via web

Il lockdown ha indubbiamente giovato alla vendita online: ha generato un’esperienza d’acquisto giudicata più che soddisfacente nel 70-80% dei casi e ha avvicinato anche nuovi consumatori, soprattutto in alcuni comparti. Spiccano giardinaggio e ottica dove circa un terzo di coloro che ha hanno acquistato online lo hanno fatto per la prima volta tra marzo e maggio 2020. Dal 60% all’80% di questi consumatori, a seconda delle categorie acquistate, esprime la volontà di continuare ad acquistare articoli sul web anche nella seconda parte del 2020. Anche estendendo l’arco temporale l’intenzione non cambia e anzi, in questo caso l’interesse a fare acquisti sul web si estende anche all’abbigliamento e alle calzature, ossia ai due settori che generano il maggior fatturato di tutto il mondo del non food. 

La grande incognita di questo scenario è la ripresa economica, che condizionerà in modo decisivo l’andamento degli acquisti non alimentari. Il 45% degli intervistati si è detto abbastanza preoccupato per il futuro e, per questo, intenzionato a comprare solo i beni non alimentari necessari, rimandando o evitando gli acquisti giudicati superflui. Un 23% è più preoccupato e, in un caso su tre, preferisce rinviare gli acquisti al 2021. A farne le spese saranno soprattutto articoli di arredamento e grandi elettrodomestici.

[1] L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy raccoglie informazioni su 13 comparti: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli. L’Osservatorio viene aggiornato annualmente coinvolgendo partner riconosciuti come TradeLab per l’elaborazione dei risultati finali che si basano sui dati rilevati dalle più note e affidabili fonti informative (Istat, Iri, Sita Nielsen, Gfk).

 

IlTablo, l’app che mette on line i menù dei locali

Digital Communication ha messo a punto una web app, ilTablo, che  permette di creare un elenco di locali con rispettivi menù digitali consultabili dai clienti direttamente sul proprio smartphone, grazie a un semplice QR code stampabile in due formati. Per dare un contributo alla ripartenza del settore food, Digital Communication ha deciso di donare a titolo gratuito per tutto il 2020 la fruizione di questa app a tutti i ristoranti, bar e pub, ma anche sagre ed estivi.

Come funziona

Il funzionamento è semplice: basta andare sul sito ilTablo e registrarsi per creare la propria lista (persolizzata) di locali.

A questo punto si può creare il menù e compilarlo, inserendo il nome della portata (es. antipasti, primi, secondi,dessert, bevande…) e un corpo di testo (es. nome, descrizione e prezzo dei piatti, tipologie e prezzi delle bevande, gusti dei gelati…). Si possono creare più menù differenti, anche per la carta dei vini e/o dei dolci.

Infine si stampano i QR Code in due formati:

– da appoggiare sul tavolo

– pieghevole così da stare in piedi

Quali i vantaggi?

Parecchi: niente più stampati (ecologica), nessun contatto fisico (sicura), ottimizzazione dei tempi nella comanda (efficace), aggiornamenti e variazioni in tempo reale (economica). Un servizio gratuito per tutto il 2020, utilizzabile da tutti coloro che hanno un locale nel quale è necessario presentare una scelta ai clienti: birrerie, pasticcerie, gelaterie, bar e tanto altro!

Bennet con Tiendeo punta sul volantino online

Il lockdown causato dal COVID-19 ha trasformato lo scenario del retail italiano, con conseguenze importanti sia sul comportamento d’acquisto dei consumatori sia sul media mix attuato dai dipartimenti di marketing. Con il risultato che i volantini promozionali cartacei sono stati improvvisamente interrotti.

Bennet ha reagito, investendo sul canale digitale come principale alleato per mantenere una comunicazione flessibile ed efficace.

Prima del periodo del lockdown la strategia pubblicitaria dell’insegna comprendeva per una discreta parte la comunicazione di promozioni attraverso la stampa e la distribuzione massiccia di volantini e cataloghi promozionali in forma cartacea. Da gennaio 2020, anche grazie alla collaborazione con Tiendeo, Bennet ha ulteriormente accelerato il suo percorso nell’implementazione del volantino online, come parte del suo progetto di trasformazione digitale, vedendo così ridursi la stampa e la distribuzione di volantini e cataloghi promozionali.

La sospensione della produzione dei supporti cartacei durante la quarantena, ha spinto Bennet a ridisegnare la sua strategia di diffusione media: lontani dal frenare il proprio investimento pubblicitario davanti all’incertezza della situazione e grazie a flessibilità e rapidità nel prendere decisioni, l’azienda ha deciso di applicare una ridistribuzione del budget destinato al marketing virando verso la comunicazione online e rafforzando l’investimento su questo canale.

Bennet si è affidata anche a Tiendeo per ridisegnare una strategia online drive-to-store, moltiplicando per 10 la distribuzione online di volantini e cataloghi attiva fino a quel momento. Una forte scommessa per il digital attuata per incrementare la visibilità delle promozioni, la loro reach e per generare un’audience di valore.

Simone Pescatore, Direttore Marketing e Comunicazione di Bennet, afferma: «Se da una parte è evidente che il lockdown ha rappresentato una grande sfida per il settore, in Bennet l’abbiamo accolto come un’opportunità per potenziare il nostro piano di trasformazione digitale moltiplicando i propri investimenti sull’online attraverso una mirata e impattante strategia di digital marketing.»

I risultati ottenuti in soli tre mesi hanno dimostrato l’alta efficienza delle azioni online implementate:

Quadruplicata la reach dei consumatori potenziali: a causa della quarantena, il canale online ha guadagnato grande protagonismo nella pianificazione degli acquisti dei consumatori, diventando in questo momento il mezzo ideale per raggiungere un target interessato intercettandone i micromomenti di attenzione. Il posizionamento premium delle offerte di Bennet nei distinti canali di Tiendeo con il fine di incrementare la visibilità delle sue promo ha permesso di raggiungere un’audience potenziale altamente qualificata in un momento decisivo della customer journey.

Decuplicato l’interesse per i suoi prodotti e le sue promozioni: oltre alla comunicazione nei canali propri della piattaforma, Tiendeo invia notifiche di nuove promozioni e sconti dei negozi Bennet attraverso tutti i canali disponibili: e-mail, annunci geo targettizzati e notifiche push a consumatori potenziali che si trovano vicini al negozio. Il risultato ottenuto è l’incremento delle interazioni, moltiplicando per 10 le letture dei suoi cataloghi e con un aumento del 30% nel CTR dei click per prodotto.

Mantenute le visite ai negozi fisici: si è continuato a generare affluenza di clienti verso i punti vendita, il grande obiettivo dei retailer italiani durante la quarantena.

Grazie alla forte scommessa per promuovere le sue offerte nel canale online con una strategia drive-to-store, Bennet ha potuto mantenere il traffico dei suoi clienti abituali e addirittura aumentare le visite da parte dei clienti potenziali.

La sospensione della distribuzione di promozioni cartacee e il forte incremento dell’uso del canale online nella pianificazione degli acquisti, negli ultimi mesi hanno accelerato la transizione digitale già iniziata dai principali attori del retail. Formati come il catalogo online, apportano una grande flessibilità e consentono di raggiungere risultati misurabili, dimostrando di poter offrire un’alta efficienza.

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