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Franchising, un settore sano con 26 miliardi di giro d’affari

Con un giro d’affari di oltre 26 miliardi di euro nel 2019 (+4,4% sul 2018), il Franchising in Italia continua a creare nuovi posti di lavoro e a godere di ampi margini di crescita, come emerso dal Rapporto Assofranchising 2020 (dati al 31 dicembre 2019).

Uno sguardo ai dati

 

I dati illustrano il Franchising in Italia, come un settore sano e in continuo sviluppo, caratterizzato da 441 punti vendita in crescita del +4,7% (2.555 i negozi aperti nel 2019) e 217.150 (+5%) addetti occupati nelle reti (pari a 10.359 i nuovi posti di lavoro creati).

Sono inoltre 980 le insegne operative in Italia, +2,0% rispetto allo scorso anno di cui: 880 (90%) italiane, 71 (7%) master di franchisor stranieri in Italia e 29 (3%) reti straniere che operano in Italia solo con franchisee, ma con sede legale in un paese estero.

In aggiunta il rapporto parla di 11.035 (+1,8%) punti vendita italiani all’estero in franchising (prese in esame per il Rapporto quelle con almeno 3 punti vendita all’estero) e 178 (+2,3%) reti italiane all’estero

“Sono numeri estremamente positivi, che ancora una volta dimostrano le potenzialità del franchising e sono indice della fiducia che sempre di più gli italiani nutrono nel sistema dell’affiliazione – dichiara Augusto Bandera, Segretario Generale Assofranchising -. Anche nel 2019 il franchising ha continuato a espandersi, così come lo ha fatto negli anni della crisi. Nell’ultimo decennio, è cresciuto, in media, del 2% ogni anno, creando circa 37.000 nuovi posti di lavoro. Ad oggi l’intero sistema franchising occupa più di 217.000 addetti, che contribuiscono a generare oltre 26 miliardi di fatturato, circa l’1,3% del Pil italiano. In un contesto economico come quello attuale – sottolinea Bandera – appare quasi fisiologico che il franchising, come tutti i modelli fondati sulla cooperazione e sul risk-sharing, sia favorito nella competizione di mercato. Si considerino i benefici per entrambe le parti coinvolte – franchisor e franchisee – quali ad esempio l’aumento della visibilità e riconoscibilità a livello nazionale e internazionale del marchio condiviso, il trasferimento del know-how, l’utilizzo della formula imprenditoriale che caratterizza il brand, o l’espansione aziendale dettata dalla crescita dei punti vendita”.

In termini di ripartizione territoriale delle insegne Franchising per Aree Nielsen. Le 4 macro-aree italiane:

  • Il 37,8% dei franchisor a livello nazionale si concentra nel Nord-Ovest dove nel 2019 si è registrato un aumento del +2,6% rispetto al 2018;
  • il 21% del totale insegne in Italia si conta nel Centro (posizione invariata in classifica)
  • il 20,8% nel Nord-Est, terza area in termini di numerosità
  • il 20,4% nel Sud e Isole

In particolare, le regioni italiane che ospitano maggior numero di franchisor sono la Lombardia (277) e il Lazio (108), seguite da Veneto (91), Campania (88) ed Emilia Romagna (85).

Numero punti vendita in Italia

I dati del Rapporto Assofranchising 2020 confermano il primato regionale nel numero di punti vendita in franchising alla Lombardia (9.182), seguita dal Lazio (6.539), mentre al terzo posto troviamo la Sicilia (4.970) seguita da Piemonte (4.634) e Campania (4.329). Con riferimento alla suddivisione per Aree Nielsen, l’Area 4 Sud-Isole risulta in testa per numero di punti vendita (17.788 PVF), in aumento del +4,8% rispetto al 2018.

Redditività per area territoriale

L’area Sud-Isole nel 2019 (come anche nel 2018), in termini di redditività, genera il miglior risultato, per un totale di € 8.074.678.080 seguita dal Nord-Ovest che nello stesso periodo ha prodotto € 7.628.601.976; il Centro e il Nord-Est si collocano subito dopo, registrando comunque un’incidenza sulla produzione totale molto elevata.

Occupati per area territoriale

La maggior incidenza a livello nazionale relativamente al numero occupati spetta al Nord-Ovest con 66.872 posti di lavoro seguito dal Sud con 62.165 addetti; il Centro e il Nord-Est occupano un numero di addetti inferiore rispetto al Nord-Ovest e il Sud, mantenendo comunque una buona incidenza sul totale con, complessivamente, oltre 88.000 addetti.

Categorie merceologiche

La ristorazione è il settore che nel 2019 registra l’incremento maggiore in termine di reti attive, +4,1% sul 2018 a conferma della continua espansione del franchising nel mondo dei ristoranti. E’ il terzo nella suddivisione merceologica dei franchisor (18,3%).

Il Commercio specializzato (+3,3%) si colloca al secondo posto con un totale di 125 reti attive rispetto alle 121 del 2018. Rappresenta una quota del 12,7% di tutto il franchising.

Beauty, cura e benessere della persona crescono dell’1,9% rispetto al 2018 e pesa per l’11% del totale dei settori considerati.

I Servizi segnano un +1,7% nel 2019. Il settore costituisce il 24,4% del totale delle insegne.

Lieve incremento 1,1% per l’Abbigliamento con un totale di 189 reti attive, in aumento rispetto al 2018 (187).

I settori Casa e GDO rimangono stabili rispetto all’anno precedente con rispettivamente 47 e 43 reti attive nel territorio nazionale. La Casa contribuisce per il 4,8% nella suddivisione merceologica. 

Giro d’affari e incidenza settori delle reti attive

La GDO (grande distribuzione organizzata) sebbene rappresenti solo una piccola porzione rispetto al totale del sistema franchising (4,4%), è il settore che maggiormente incide sul fatturato totale (35,6%), dato che la somma della produzione tra “GDO food” e “GDO non food”, genera oltre 9 miliardi di euro , seguita da “Pizzerie, fast food, ristorazione etnica e a tema” con oltre 2,5 miliardi (in aumento dell’8,3%), “Abbigliamento uomo donna” (-1,5% per un totale di circa 1,7 miliardi di euro di giro d’affari e “Intimo” (-1,1%) con circa 1,4 miliardi.

Due parole, infine, sull’estero: come emerge dal rapporto, sempre più Brand italiani del franchising guardano alle potenzialità di sviluppo oltre confine. Nel 2019 le insegne italiane all’estero sono cresciute del 2,3% e i punti vendita dell’1,8%. L’83% degli investimenti iniziali richiesti per entrare in una rete del franchising nel 2019 non supera i 100.000 euro e il 33,4 % è sotto i 20.000 euro.

Lo streaming

La presentazione dei dati di Assofranchising è stata l’occasione per il lancio dell’edizione 2020 di Salone Franchising Milano, che quest’anno si tiene dal 22 al 24 ottobre per la prima volta in streaming su Umans.com, la piattaforma tecnologica creata da Fandango Club in grado di riprodurre in digitale l’esperienza degli eventi offline.

 

 

Consumatori: scende la fiducia cresce il risparmio

Nel secondo trimestre 2020 la fiducia dei consumatori italiani scende a quota 54 punti, ben 16 in meno rispetto al trimestre ottobre–dicembre 2019, periodo non ancora interessato dalla pandemia COVID-19.

In picchiata anche la media dell’indice di fiducia mondiale (- 15 punti vs. fine 2019, attestandosi a 92 punti), e quella a totale Europa (-12 punti, attestandosi a 74 punti). Tra i principali Paesi europei, la Germania fa registrare 15 punti in meno, scendendo a quota 87; stesso declino anche per la Gran Bretagna, che arriva a 84, mentre si registra una flessione di 13 punti per la Francia, che si attesta a 70 punti. Tuttavia, è la Spagna a registrare la perdita maggiore: – 24 punti, registrando un indice di 62.

“Confrontando l’indice di fiducia dei consumatori del terzo trimestre 2020, periodo ampiamente interessato dalla pandemia COVID-19 e dalle conseguenti restrizioni, con quello rilevato negli ultimi tre mesi del 2019, emerge chiara la consapevolezza nella popolazione italiana della crisi socio-economica su scala globale. L’indice di fiducia ne risulta dunque fortemente influenzato, tanto da segnare un forte calo, in linea con gli andamenti della media europea e mondiale – dichiara Laurent Zeller, AD di Nielsen Connect Italia – Allo stesso tempo, ciò si traduce in una maggiore propensione al risparmio, anche se non tutte le voci di spesa risultano negative. E’ il caso, per esempio, della crescita dei consumi alimentari nella GDO registrata nel periodo del lockdown. E’ auspicabile – aggiunge Zeller – che il superamento della pandemia e il ritorno alla normalità sostengano la domanda, così da innescare un meccanismo in grado di concorrere a oltrepassare l’attuale congiuntura che interessa non solo l’economia, ma il tessuto sociale nella sua complessità”.

La percezione

Analizzando nel dettaglio il vissuto degli italiani, la percentuale di quanti ritengono sia il momento giusto per fare acquisti risulta in sensibile discesa (-8 pp., arrivando al 19%), mentre si impenna (+11 pp., dall’ 87% di fine 2019 al 98% attuale) la quota di quanti ritengono che il Paese attraversi una fase recessiva. Tuttavia, anche la fetta della popolazione che dichiara che il Paese uscirà dalla crisi nei prossimi 12 mesi risulta in crescita (+ 10 pp., arrivando al 24%). Diminuiscono, al contrario, di 10 pp. quanti prevedono una situazione economica positiva nei prossimi 12 mesi (23%), e credono nella ripresa del mercato del lavoro (12%, -5 pp).

Le paure

In merito alla principale preoccupazione, un quarto degli italiani (25%) identifica quella relativa alla salute, in accelerazione di 15 pp., così come quella per l’economia (+12 pp, raggiungendo quota 25%). Seguono poi l’apprensione per il posto di lavoro, indicata dal 17% degli italiani come prima preoccupazione, anche se in diminuzione di 1 pp. rispetto a fine 2019, e quella relativa all’istruzione e al benessere dei figli (4%, -3 pp.). Tutte al 3%, invece, le seguenti preoccupazioni: riscaldamento globale (-4 pp.), equilibrio tra vita professionale e personale (- 3pp.), debiti (stabile), aumento dei costi delle utenze (-3 pp.), stabilità politica (-3pp.). Scende al 2% la preoccupazione per la criminalità (-4 pp.) e quella per l’immigrazione (-5 pp.), oltre che il timore verso atti terroristici (1%, -3pp.).

Il risparmio

La propensione degli italiani al risparmio, si legge ancora nella Survey, risulta in netto aumento: il 73% dichiara infatti di adottare misure per risparmiare (+15 pp. rispetto all’ultimo trimestre del 2019).

Quanto alle principali misure adottate dagli italiani, raggiungono il 63% (+11 pp.) coloro che dichiarano di avere ridotto le spese per i pasti fuori casa, il 54% coloro che intendono risparmiare sull’abbigliamento (+1 pp.), e cresce decisamente anche la percentuale di chi intende usare meno l’automobile (47%, +12 pp.). Rilevante anche il risparmio sull’intrattenimento fuori casa (51%, +6 pp.), e sulle spese per vacanze/soggiorni brevi (44%, +14 pp.). Scende invece sensibilmente la propensione al risparmio sui costi delle utenze, in particolare gas/ elettricità (che raggiungono il 18%, – 22 pp.) e spese telefoniche (che raggiungono l’ 11%, -18 pp.).

Specularmente, l’indagine prende anche in considerazione la voce “denaro restante una volta coperte le spese essenziali” (mutui, affitti, ecc). Su questo punto emerge prima di tutto un incremento (+ 3 pp) di chi dichiara di non avere denaro restante alla fine del mese, per un totale del 19%.

Quanto, invece, alla parte del campione che avanza una somma al netto delle spese necessarie, sale nel secondo trimestre la quota di coloro che decidono di utilizzare il denaro restante a scopo di risparmio, arrivando al 46% (+2pp.). Al contrario, tutte in calo le percentuali relative all’utilizzo del denaro restante per le seguenti categorie merceologiche: – 7 pp. per l’abbigliamento, comunque rilevante per il 37% della popolazione; – 13pp. per vacanze/viaggi, motivo di spesa per il 32%; -10 pp. per l’intrattenimento fuori casa, per cui si dichiara disposto a spendere il 21%; – 5 pp. per i nuovi prodotti tecnologici, rilevante per il 17% della popolazione italiana.

Mionetto, ancora un anno di successi

Continua il successo di Mionetto nel mondo delle bollicine, come confermano gli importanti riconoscimenti assegnati all’eccellenza e alla qualità dei suoi prodotti.

In primis, per il secondo anno si conferma l’entrata della storica cantina di Valdobbiadene nella autorevole guida “5starWine– the Book”, la prima promossa da una fiera internazionale (il Vinitaly) che premia la qualità dei vini e delle cantine in essa presentati attraverso il giudizio oggettivo di un panel internazionale di esperti. Tra questi troviamo nomi di Master of Wine, Master Sommelier, sommelier di ristoranti stellati, giornalisti, enologi, Italian Wine Expert e Ambassador della Vinitaly International Academy, di provenienza, specializzazione e background eterogenei. Un concorso che ha visto protagoniste oltre duemila cantine e che ha premiato tre referenze Mionetto: il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Rive di Santo Stefano Millesimato Brut “Prestige Collection” 2019 molto apprezzato dalla Giuria che gli ha attribuito un punteggio di 91/100, tra i più alti in graduatoria; il Prosecco DOC Treviso Extra Dry “AvantgardeCollection” 2019 e il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry “Luxury Collection”entrambi con  l’altrettanto ottimo risultato di 90/100.

Ad affiancare il più recente successo con “5starWine– the Book”, un altro traguardo della cantina di Valdobbiadene: il doppio oro con il Prosecco DOC Treviso Extra Dry di MO Collection e con il Cartizze DOCG Drydi Luxury Collection ottenuto alla 24esima edizione del Berliner Wine Trophy 2020 – Winter Edition 2020.

Infine, la recentissima acquisizione, per il quinto anno consecutivo, della certificazione IFS FOOD Version 6., con il livello più alto di conformità “Higher Level”:uno standard internazionale di sicurezza alimentare globale richiesto dal Gruppo per garantire la prevenzione di rischi, la sicurezza sull’intera catena alimentare, un maggior controllo e la protezione dei clienti.

Una certificazione rigorosa acquisita da Mionetto per entrambi gli stabilimenti produttivi di Valdobbiadene e di Crocetta del Montello (Tv)che, oltre a integrare le certificazioni esistenti, permette all’azienda un accreditamento a livello nazionale e internazionale come partner certificato per la fornitura di prodotti.

I requisiti dello standard richiesti per attestare la capacità di un fornitore di proporre prodotti sicuri, conformi alle specifiche contrattuali e ai requisiti di legge, sono suddivisi in 6 sezioni: Responsabilità della Direzione;Sistema di gestione della qualità e sicurezza; Gestione delle risorse; Pianificazione e processi di produzione; Misurazioni, analisi, miglioramenti; Food Defense.

“Siamo davvero entusiasti di aver raggiunto questi importanti traguardi – ha detto Alessio Del Savio, Consigliere Delegato ed Enologo di Mionetto SpA. “Tali riconoscimenti sono il risultato degli sforzi compiuti in questi anni e dimostrano quanto impegno e passione portiamo nel nostro lavoro e la cura che dedichiamo alla soddisfazione dei nostri consumatori per consegnare loro prodotti con un alto standard qualitativo”.

Bruno Spa attiva una piattaforma di dynamic discounting per i fornitori

Bruno Spa, socio siciliano di riferimento del gruppo Euronics, ha attivato un
innovativo strumento finanziario per ottimizzare il capitale circolante e, allo stesso tempo i pagamenti dei fornitori. Ha infatti siglato un accordo con UniCredit per l’utilizzo di una innovativa soluzione di dynamic discounting messa a punto dalla società FinDynamic che permette al Gruppo di utilizzare la propria liquidità per offrire un pagamento anticipato delle fatture a fronte di un interesse calcolato sull’ammontare in fattura che
varia in base al numero dei giorni di anticipo rispetto alla data di pagamento concordata.
Nel dettaglio: il fornitore inserisce nella piattaforma le fatture per cui vorrebbe un incasso più breve indicando anche l’interesse che è pronto a riconoscere; il retailer indica l’ammontare della liquidità che è disponibile a destinare a questo strumento e l’interesse che vorrebbe ottenere. Gli argoritmi elaborati da FinDynamic confrontano questi dati e individuano le fatture il cui pagamento può essere anticipato.
“Il rapporto con i fornitori è un valore importante” ha dichiarato Claudia Andronico, Ad di Bruno Spa: “Per questa ragione, alla luce di un momento così complesso, abbiamo voluto adottare uno strumento che offrisse ai nostri partner commerciali la possibilità di incassare i crediti in anticipo”. Claudia Andronico ha poi concluso: “La liquidità e la gestione del circolante sono da tempo due variabili assolutamente strategiche per ogni impresa, soprattutto in settori competitivi come l’elettronica, è importante creare sinergie positive e vantaggi nel sistema che rendano più remunerativa la liquidità, senza vincolarla, andando, nello stesso tempo, incontro alle nuove esigenze post emergenza della filiera”.

Meglio senza. E il free from spicca il volo

Meglio senza. Gli italiani optano sempre più spesso per prodotti free from: nel carrello della spesainfatti troviamo un numero crescente di alimenti senza glutine, senza conservanti o senza zuccheri, o in alternativa ricco di fibre o di Omega 3. Il trend di crescita nei consumi dei prodotti free from e rich-in continua a guidare le scelte d’acquisto dei consumatori e, a sua volta, il costante aumento dell’offerta da parte delle aziende. Basti pensare che secondo una recente analisi condotta da Allied Market Research se nel 2018 il mercato mondiale del free from è stato valutato 90,1 miliardi di dollari, nel 2026 si stima possa superare i 161 miliardi, con una crescita che sfiora l’80%. Quest’aumento esponenziale si riconnette secondo gli esperti a un’attitudine sempre più diffusa ad acquistare alimenti che garantiscano maggiore benessere e uno stile di vita più salutare. Trend analizzato anche dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy: gli alimenti che comunicano l’assenza di alcune componenti nutrizionali sono 13.153, ossia il 18,3% sull’assortimento nei supermercati e ipermercati, registrando una presenza sulle vendite pari al 26,6% con un giro di affari che sfiora i 7 miliardi di euro. Dal confronto fra il 2019 e il 2018 emerge che tra i claim che hanno incrementato maggiormente le vendite ci sono “senza antibiotici” (+62%), “senza zuccheri aggiunti” (+9,1%) e “senza glutammato” (+4,9%). Il 2019 si è concluso con due new entry nel mondo dei claim emergenti, ovvero “senza lievito” (+1,9%) e “non fritto” (+6,1%).

“Il fenomeno del free from e del rich-in nel settore food è un trend internazionale che sta conquistando anche in Italia sempre più i consumatori e quote di mercato, a maggior ragione in seguito ai mesi di lockdown durante i quali le persone hanno avuto modi di meditare sui propri consumi e sulla propria salute, condizionando inevitabilmente le scelte al supermercato – ha affermato Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor – Proprio per questa ragione, oltre a produrre da sempre grissini e snack con ingredienti di massima qualità, privi di olio di palma, grassi idrogenati e conservanti, abbiamo ad esempio dedicato la linea “Mini Piattelle” senza lievito e ricchi di fibre a tutti coloro che ricercano benessere e leggerezza non rinunciando al gusto armonico e delicato dei nostri prodotti e stiamo lavorando alla creazione di nuove referenze proprio nell’ambito di queste tendenze”.

Ma anche il comparto dei rich-in sta conoscendo un’evoluzione dei consumi. I prodotti che comunicano sulla confezione la presenza in assoluto o in forma maggiore di alcuni componenti nutrizionali nel 2019 sono stati 8.015 (11,2% sull’assortimento) e hanno generano un fatturato superiore ai 3 miliardi di euro, ossia l’11,9% del totale rilevato: lo studio ha infatti confermato l’interesse delle famiglie italiane per prodotti con proteine e ricchi di fibre registrando rispettivamente una crescita del 5,7% e del 6,3%, portando così ad un progressivo allargamento dell’offerta. Ma cosa è successo nel comparto nel corso degli ultimi difficili mesi? Durante il lockdown la maggior parte degli italiani ha riscoperto il piacere di stare fra i fornelli di casa, motivati soprattutto dalle numerose ricette pubblicate online da food-blogger e influencer. Fra ricette dolci e salate, molti blogger si sono impegnati a ricreare pietanze adatte anche a chi desira cucinare “gluten free”, “lactose free” o predilige piatti integrali e proteici. Benedetta Rossi, Chiara Maci e Sonia Peronaci sono tra le foodblogger italiane che durante il periodo di lockdown hanno arricchito il loro blog e profili social con video-ricette classiche rivisitate in chiave free from e rich-in, coinvolgendo così una fetta sempre più ampia dei propri follower.

Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy, commenta l’andamento e l’evoluzione del mercato del free from e rich-in spiegando che “si tratta di mondi molto articolati dove sembra valere anche per ogni singolo claim il tema del «ciclo di vita». Ad esempio nel free from alcuni claim come  «senza conservanti» e «senza coloranti» presentano in un’analisi di lungo periodo (2016-2019) trend in flessione (rispettivamente -1,6% e -2,3%) a fronte di un’adozione già piuttosto ampia e consolidata da parte delle famiglie (34,7% e 30,6% del totale dei consumatori) con tendenze però alla riduzione, a fronte invece di claim che testimoniano nuove tendenze di consumo, come «senza zuccheri aggiunti» e «pochi zuccheri» (+6,4% e +3,7%); in questo caso il numero ancora limitato di famiglie adottanti dopo tre anni  ma in costante crescita (rispettivamente +2,7% e +1,8% 2019 vs 2016) evidenzia come si tratti di fenomeni di nicchia ma con aspettative di crescita interessanti, posizionati quindi nella parte ascendente del ciclo di vita ipotizzato per i claim”.

Sul fenomeno si è espresso anche Ercole Vagnozzi, professore di Business Intelligence & Customer Relationship Management presso l’Università “Alma Mater” di Bologna: “Negli ultimi anni l’aumento di consumo di prodotti free from e rich-in si sta verificando anche grazie all’influenza di diverse celebrities, come ad esempio l’attrice americana Gwyneth Paltrow che, attraverso riviste di lifestyle, social media e campagne di digital marketing, guidano i consumatori verso alimenti più ricercati e selezionati facendoli percepire come un vero e proprio status symbol – sottolinea il prof. Vagnozzi Non dimentichiamoci però dei millennials che, oltre ad essere i fruitori di punta, continuano a far aumentare la fiducia in questi prodotti attraverso il passaparola, un fenomeno denominato «eWOM». Ma non è tutto, la preferenza delle persone nei confronti di questi alimenti è legata anche proporzionalmente sia all’aumento di reddito e spesa sanitaria sia a una maggiore attenzione alla salute: infatti l’emergenza Covid-19 ha portato i consumatori ad acquistare ad esempio sempre più prodotti con aggiunta di vitamine perché percepiti più rilevanti per le difese immunitarie”.

Toys Center: nuova apertura all’insegna del divertimento

Toys Center ha inaugurato un nuovo e innovativo punto vendita a Firenze, all’interno de I Gigli.

Oltre 1000 mq per uno spazio espositivo che accoglie i brand più prestigiosi e 18 marchi esclusivi.

“Avremmo dovuto inaugurare questo punto vendita nei mesi scorsi, ma l’emergenza sanitaria ci ha portato a rivedere i nostri piani. Siamo dunque entusiasti di essere qui oggi: un’apertura che assume un significato di fiducia e ottimismo. Siamo orgogliosi di confermare la nostra presenza in questo centro commerciale unico in Italia e di poter inserire in questo contesto il nostro approccio e la nostra filosofia. Ogni nostro punto vendita è soprattutto un luogo dedicato alle famiglie e alle loro esigenze, dove nasce un’esperienza che riunisce e unisce, un posto dove far partire il gioco che poi, grazie ai migliori marchi in commercio, prosegue a casa. La nostra mission è accompagnare la crescita delle nuove generazioni portando i valori che solo un giocattolo sa trasmettere, il layout innovativo dello store di Firenze Gigli è stato concepito su queste basi” – dichiara Cristiano Flamigni, Toys Center e Bimbostore Business Unit Director.

Ad accogliere gli ospiti, un magico portale arcobaleno che guida, attraverso i suoi colori, alle diverse aree gioco, caratterizzate da grafiche 3D, giochi e luci.

All’interno è stata predisposta un’area Youtuber, che  – oltre a giocare un ruolo durante l’inaugurazione (per consentire ai piccoloi ospiti di sperimentare i propri talenti imitando i loro idoli del web)resterà poi a disposizione permanente di tutti i bambini che vorranno continuare a giocare e mostrare le proprie doti.

Giocare e travestirsi 

All’interno del nuovo Toys Center è disponibile una zona ad hoc allestita con un grande armadio in cui scegliere il proprio abito e trasformarsi nel super eroe più amato. E per chi preferisce il trucco, l’area make up per decorare con stile il proprio volto o quello delle bambole più amate.

Ancora divertimento lungo il Tunnel Laser Game dove scintillanti luci a led danno il via a sfide a tutto colore.

La vetrina-videowall è stata trasformata, grazie a una tecnologia innovativa, in una vera e propria maxi console interattiva con giochi che cambiano ad ogni stagione per esperienze emozionanti sempre nuove. Si parte volando con la tuta alare, una corsa rocambolesca sopra un mondo pieno di buffi animali: si gioca con il semplice movimento del corpo per raggiungere il massimo punteggio.

E per scoprire tante novità in modo innovativo, arrivano i “Toys Comedy Show”, simpatici video dove i bambini presentano gli ultimi giocattoli, immersi in grafiche speciali che ritraggono irresistibili sketch teatrali.

 

 

Myfoody e Unicoop Tirreno insieme contro lo spreco

Dopo aver evitato lo spreco di oltre 500.000 prodotti alimentari grazie alla collaborazione nata nel 2017, Myfoody e Unicoop Tirreno continuano la partnership estendendo il servizio ad altri 57 punti vendita nella regione Toscana, per un totale di 88 supermercati coinvolti tra Toscana e Lazio.

Grazie alla rinnovata collaborazione con Myfoody, Unicoop si pone l’obiettivo di raggiungere e ingaggiare una sempre crescente community di consumatori consapevoli sui temi dello spreco alimentare attraverso un programma di comunicazione multicanale – che coinvolge blog, sito e social media di entrambi i partner – e arriva anche offline grazie alla creazione di corner dedicati all’interno dei punti vendita.

All’interno degli store Unicoop che aderiscono al progetto Myfoody sono infatti state allestite delle vere e proprie “Aree Antispreco” facilmente riconoscibili, dove è possibile trovare i prodotti in scadenza resi visibili ai clienti tramite l’app e messi in offerta al 50%. Appena partito, il servizio è già apprezzatissimo dai consumatori e i punti vendita già attivi come Livorno, Cecina e Piombino sono tra i 10 store più frequentati dagli utenti di Myfoody in tutta Italia.

La collaborazione tra Myfoody e Unicoop non si limita al servizio sui punti vendita, ma si estende anche al mondo digitale con attività di sensibilizzazione sulle tematiche del recupero alimentare sviluppate sul sito e sui canali social di Coop. Dalla rubrica “Ricette a spreco zero” – curata da Myfoody – che suggerisce idee da realizzare in cucina con parti meno nobili di frutta e verdura, al “Consiglio Sostenibile” dove i consumatori possono trovare consigli e best practice per condurre uno stile di vita più attento all’ambiente.

“Siamo molto felici di poter espandere la collaborazione con Unicoop Tirreno, una realtà dinamica e sensibile alla promozione di una filiera sostenibile e alla riduzione degli sprechi alimentari”. Grazie alle nuove adesioni dei punti vendita Unicoop, possiamo offrire il nostro servizio anche ai consumatori della Toscana che sembra ci stiano ripagando con grande entusiasmo e interesse.” commenta Francesco Giberti, CEO e Founder di Myfoody

“La collaborazione tra Unicoop Tirreno e Myfoody si colloca in un contesto ampio che vede la Cooperativa impegnata da anni nella riduzione degli spechi alimentari. Un obiettivo che coinvolge l’intero ciclo delle merci: dalla corretta gestione degli aspetti logistici, fino alla possibilità di donare alle Onlus locali le merci invendute – ma ancora edibili – grazie al progetto “Buon Fine”. Dare dignità al cibo comporta anche aspetti ambientali e sociali, per questo Myfoody si integra perfettamente nel nostro percorso e ci aiuta a portare avanti i valori fondanti della cooperazione di consumo” aggiunge Christophe Guiniot, Direttore Commerciale Unicoop Tirreno

Carrefour e Decathlon partner per l’alimentazione sportiva

Carrefour Italia e Decathlon Italia annunciano un accordo che, per la prima volta nel nostro Paese, vedrà in vendita all’interno di alcuni Express e Market Carrefour la proposta esclusiva di una selezione di articoli ideati e realizzati dai Brand di Decathlon. In particolare, in appositi espositori saranno presenti prodotti Decathlon per lalimentazione sportiva (idratazione e apporto proteico), nonché numerosi accessori utili e pratici per chi svolge attività sportiva nel tempo libero come il fitness, il running e l’escursionismo.

La partnership,  è attivata come pilota a partire dal mese di luglio (e per tutto il periodo estivo) in 7 punti vendita Carrefour Express e Market di Milano. uL’offerta sarà diversificata per dimensione di formato commerciale in cui sarà presente (in 3 punti Express e 4 punti Market Carrefour).

Questo accordo è nato dalla volontà delle due sedi italiane dei due grandi brand, nel segno di una forte condivisione di alcuni aspetti su cui si basa la mission di entrambi: creare unofferta unica e distintiva per tutti i propri clienti, sia di Carrefour sia di Decathlon, con una specifica attenzione al benessere, inteso come alimentazione corretta e come attività fisica, che si coniuga a un servizio di prossimità.

“Da oggi innoviamo e ampliamo il nostro assortimento, in linea con la promessa di offrire a tutti il meglio che si meritano. Grazie a questa importante partnership con Decathlon, infatti, desideriamo soddisfare le esigenze di acquisto di alimenti e accessori per i clienti più sportivi, interpretando, in modo innovativo per un player della grande distribuzione, il trend in crescita dell’attenzione al benessere, al fitness ed alla vita all’aria aperta” – commenta Roberto Simonetto, Direttore Commerciale di Carrefour Italia.- “Allo stesso tempo, confermiamo l’impegno che da anni Carrefour sta portando avanti, ovvero garantire ai nostri clienti un maggiore livello di servizio, grazie allo sviluppo di un’offerta disponibile nei punti vendita di prossimità che, oggi più che mai, dopo l’esperienza Covid19, si sono dimostrati essere un format molto apprezzato perché facilmente accessibile e con un ampio livello di servizi, seppur contenuti all’interno di una superficie commerciale circoscritta”.

Paolo Andrea Piccu, Direttore Commerciale Decathlon Italia sottolinea: “Attraverso questa collaborazione, Decathlon propone un nuovo servizio di prossimità ai propri clienti. Durante il periodo di quarantena, abbiamo scoperto quanto sia stato importante continuare la pratica dell’attività fisica. Mantenerci in attività ha contribuito al nostro benessere mentale e ci ha fatto riscoprire più forti. In Decathlon, non abbiamo mai smesso di essere vicini agli sportivi, attivandoci con la social campaign #sportacasa ad esempio, che ci ha permesso di praticare sport insieme attraverso tutorial e allenamenti in diretta Facebook. Oppure attraverso la app gratuita Decathlon Coach, per l’allenamento di varie discipline.

Nelle nostre intenzioni, la collaborazione con Carrefour è una forma agile di sperimentare nuovi approcci commerciali per sviluppare la nostra mission e aumentare i punti di contatto con gli sportivi”.

La collaborazione, la cui fase pilota si prolungherà per tutto il periodo estivo, avrà inizio con la presenza di spazi brandizzati Decathlon – il cui allestimento è in corso – con un’offerta sportiva differente per dimensione di formato commerciale in cui sarà presente (in 3 punti Express e 4 punti Market Carrefour):

 

LCC: previsioni per i prossimi mesi. L’analisi di IRI

Se nel Largo Consumo Confezionato il secondo semestre di quest’anno vedrà vendite in linea con lo stesso periodo del 2019, sarà piuttosto nel primo semestre 2021 che si sconterà il confronto con la prima fase dell’epidemia da Covid-19. Queste le previsioni elaborate  da IRI sull’andamento dei mercati del Largo Consumo Confezionato per la seconda parte dell’anno in corso e per il 2021.

In un contesto così inedito risulta difficile pronosticare scenari futuri basati su assunzioni inattaccabili. Il panorama proposto da IRI è costruito facendo affidamento sulle opinioni prevalenti fra gli esperti macroeconomici, i principali Istituti di Studi  Sanitari e alle opinioni espresse da Imprese e Consumatori, questi ultimi due sondati
attraverso fasi successive di indagini condotte con la collaborazione del REM-Lab  dell’Università Cattolica.

I principali elementi che guidano le previsioni
Il primo punto fermo è quello dell’evoluzione endemica della pandemia: la peculiarità sarà quella di un numero contenuto ma continuo di nuovi contagi con piccoli focolai circoscritti in prevalenza originati dall’estero. Rimarrà uno stato di cautela sia ufficiale (verranno mantenute le principali regole di base anti contagio da parte delle autorità) sia psicologico per la gran parte della popolazione.
Altro spunto previsionale, verrà dal ciclo economico: forte negatività nel 2020 con inevitabili ripercussioni sul reddito delle famiglie. Parte dei settori economici non riprenderanno appieno l’attività, influenzando i livelli occupazionali. Ripresa, su base annua, attesa nel primo semestre
del 2021.
Anche prezzi e promozioni, saranno un tassello utile a delineare lo scenario futuro: a partire dal secondo semestre del 2020 lo scenario della domanda sarà dominato dagli effetti dell’arretramento del reddito. I player della filiera del Largo Consumo torneranno ad investire sulle leve della convenienza per sostenere i volumi e per recuperare (o difendere) le posizioni perse (o acquisite) nella fase del Lockdown.
Sul fronte canali e formati distributivi, dopo lo spostamento degli acquisti verso i formati di Prossimità durante il periodo di Lockdown, si sta assistendo già in Fase 3 ad un ritorno agli assetti pre-Covid. In questo giocherà un ruolo fondamentale il dispiegamento delle leve di marketing fra cui in primis prezzi e promozioni. Invece non arretrerà il canale del e-Commerce che consoliderà le posizioni acquisite durante la fase acuta della crisi sanitaria proseguendo la sua espansione. Capitolo migrazione dei pasti fuori casa in casa: questo è stato uno dei fattori principali alla base dell’impennata delle vendite retail nel corso della fase critica dell’epidemia. Con la riapertura di Bar e Ristoranti si sta assistendo (con ritardo) ad un graduale rientro del fenomeno. Tuttavia i tempi saranno lunghi. Una quota significativa dei lavoratori si aspetta di continuare a lavorare da casa ancora a lungo e i consumatori mostrano
ancora una certa riluttanza a frequentare assiduamente i locali pubblici. L’ipotesi di IRi è che lo scenario distributivo futuro continuerà ad assorbire quota parte della domanda alimentare altrimenti soddisfatta in bar e ristoranti.
Tenendo conto dei fattori sopra elencati, le previsioni indicano che le vendite nel secondo semestre 2020 saranno in linea con lo stesso periodo del 2019 attestandosi a valore su un + 0,4%. Il primo semestre 2021 sconterà il confronto con la prima fase dell’epidemia registrando un calo del 8,1%.

Il secondo semestre di quest’anno rappresenta l’ingresso del mercato in una fasedominata da fattori economici sia generali che di filiera.
Si cominciano a sentire gli effetti del calo del reddito contrastati dalla ripresa nell’usodelle leve di convenienza (prezzi e promozioni), della maggiore completezzaassortimentale, del recupero di fidelizzazione e dal permanere ancora in ambito domestico di quota parte dei consumi per i pasti precedentemente soddisfatti dai canaliOut Of Home.
Il 2021 poi sconterà inevitabilmente nel primo semestre il confronto con le impennateeccezionali della domanda condizionando il bilancio di tutto l’anno.
Nel secondo semestre 2021 si prevede un riallineamento del trend delle vendite sutassi di crescita fisiologici, ancora supportati da prezzi deboli, forte spinta promozionalee una parte residuale di domanda fuori casa che rimarrà fra le mura domestiche.
Per quanto concerne l’andamento dei reparti, nel secondo semestre 2020 continuerà lacrescita dei ricavi per gli Alimentari, anche se a tassi più contenuti, ancora sostenutidalla domanda domestica suppletiva a pasti fuori casa. In ripiegamento invece levendite in valore di Bevande, Petcare e reparti «Chimici».

Per quanto concerne i volumi, la frenata attesa dei prezzi e la migrazione dei pasti incasa sosterranno la domanda Alimentare nel II semestre 2020. Si attende poi un calo generalizzato nel 2021.

L’appiattimento delle dinamiche di prezzo conduce ad una profilatura delle previsioni direparto che rispecchia quasi fedelmente quella dei ricavi.I reparti di Alimentari e Cura Casa si prevedono in crescita a saldo 2020.

Viceversa ci si attende un calo diffuso a tutti i reparti per il 2021.
Si attende infine un calo della domanda a volume già nel saldo del 2020 per il Pet Care e per il Cura Persona, i reparti che meno hanno partecipato al «paniere di emergenza»durante la fase acuta della crisi sanitaria da Coronavirus.
Per quanto concerne l’andamento degli acquisti nel canale online si prevedeun’ulteriore espansione. Le proiezioni di IRI indicano che l’e-Commerce nel LargoConsumo Confezionato potrà raggiungere in un paio d’anni una quota non trascurabile sul totale delle vendite agganciandosi agli standard di alcuni paesi europei dove ilfenomeno è più sviluppato. In particolare nel solo 2021 gli acquisti nel canale digitale cresceranno del 95% (raggiungendo un giro di affari che raggiungerà quasi i 2,7 miliardi di Euro)

Metodologia

Le previsioni riguardano le vendite al dettaglio dei Prodotti Confezionati di Largo Consumo (LCC) per il 2020 ed il2021 guidate dallo scenario macroeconomico e da proiezioni dei driver di filiera. L’aggiornamento è a luglio 2020.Il perimetro distributivo racchiude Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio Piccolo, Specialisti Casa e Persona eDiscount. Una sezione separata è dedicata alle attese sulle vendite e-Commerce nei Generalisti Online. Le previsioni sono ottenute attraverso metodi econometrici di regressione dinamica. Il trend delle vendite è stato interpretato utilizzando driver esterni (PIL, Reddito Disponibile, Inflazione generale al
consumo, Variabili di clima, Fattori innescati dallo shock Covid-19, ecc.) ed interni alla filiera (Prezzi al dettaglio, Promozioni di Prezzo, Profondità del referenziamento a scaffale, Indici di stagionalità). L’andamento prospettico dei driver esterni macroeconomici attinge alle previsioni comunicate dalla ComunitàEuropea in Luglio 2020. I driver di filiera sono stati proiettati da IRI con tecniche statistiche: le proiezioni sono state poi affinate con ipotesisull’impiego delle leve in uscita dalla fase acuta dell’emergenza Coronavirus.

Da Nuncas detergenti per la casa pet-friendly

Nuncas presenta Cooper, la nuova linea di prodotti pet-friendly, composta da un detergente pavimento, uno spray multiuso per le superfici e un detersivo per il bucato. Attraverso uno studio condotto in collaborazione con medici veterinari l’azienda ha creato prodotti per la pulizia e la cura di ambienti, oggetti e tessuti che entrano in contatto con gli animali.
Il mercato dei prodotti per la pulizia della casa in cui vivono animali offre spesso soluzioni che soddisfano principalmente le esigenze del proprietario (pulizia profonda o eliminazione degli odori), lasciando in secondo piano le necessità degli animali. Molti prodotti presenti in commercio hanno ingredienti che non sono idonei alle caratteristiche fisiche dell’animale domestico e che possono essere nocivi per la sua salute (candeggina, ammoniaca, disinfettanti a base di benzalconio cloruro, sali di ammonio quaternari, profumo).
Nuncas si è avvalsa di uno studio universitario per mettere a punto le migliori soluzioni, rigorosamente Pet-Friendly, per la pulizia della casa.
Le formule sono state realizzate solo con materie prime selezionate, di origine vegetale eliminando tutto ciò che può causare dermatiti o problemi respiratori. Il potere igienizzante permette una pulizia profonda e una massima efficacia sull’odore. Inoltre, i flaconi utilizzati dalla
linea sono in PCR (plastica da post-consumo), a conferma dell’impegno di Nuncas verso la salvaguardia dell’ambiente.
Grazie all’esclusivo principio anti-odore, i prodotti sono particolarmente efficaci nel neutralizzareed abbattere i cattivi odori tipici del vivere quotidiano degli animali, inibendo la crescita batterica. Nessun profumo è stato aggiunto per non scatenare reazioni allergiche negli animali domestici. I tre prodotti sono disponibili sul canale e-commerce www.shop.nuncas.it (con consegna al piano in 24/48 ore) nella grande distribuzione, nei rivenditori selezionati e presto nelle catene distributive specializzate Pet care.

Il detergente pavimenti Cooper (senza risciacquo) pulisce a fondo tutte le superfici lavabili della casa che entrano in contatto con gli animali. Rimuove efficacemente lo sporco (terra, erba, bava) e le impronte, senza lasciare residui che possono essere pericolosi se ingeriti dall’animale. Agisce contro i cattivi odori grazie all’azione degli ioni di zinco. Prodotto a pH acido nel rispetto del pH fisiologico della cute dei pet.

SOS Superfici Cooper deterge tutte le superfici e oggetti che entrano in contatto con gli animali (mobili, ripiani, pavimenti). È studiato apposta per rimediare ai piccoli “incidenti domestici”, per questo è ideale in caso di cuccioli. Perfetto per lettiere, gabbie, cucce, trasportini, giochi e ciotole. Il mix esclusivo di estratti naturali elimina efficacemente gli odori.

Il Detersivo per il Bucato Cooper è specifico per il lavaggio dei tessuti (sia a mano che in lavatrice) che entrano in contatto con gli animali. Ottimo per lavare abbigliamento, cucce morbide, asciugamani dedicati ai piccoli amici, ma anche tessuti d’arredo, coperte grandi e piccole, tappeti e copri divani. Componenti emollienti naturali rendono i tessuti morbidi, senza lasciare residui che possono essere pericolosi se ingeriti dall’animale.

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