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Halo: ordini omnichannel direttamente in store

Checkpoint Systems ha lanciato una release della piattaforma software IoT HALO che combina funzioni omnichannel e di gestione delle attività. Da oggi HALO supporta gli ordini omnichannel direttamente in-store, ossia attraverso la modalità: “acquista online, ritira in negozio” e “spedisci dal negozio”. Utilizzando la tecnologia RFID e dati di inventario accurati, HALO aiuta a distribuire gli ordini tra i negozi in base alla disponibilità. Inoltre l’app HALO mostra al personale del negozio le informazioni relative all’ordine direttamente sul cellulare, aiuta a programmarne la loro evasione, a localizzare gli articoli e a preparare il ritiro o la spedizione. La nuova funzionalità consente di incrementare la produttività in-store aumentando le unità lavorate per ora e dando un impulso a vendite e customer satisfaction.

“Oggi, per imballare un ordine, il commesso utilizza tipicamente una stampa dal sistema ERP per cercare i prodotti nel negozio. Alcuni articoli potrebbero essere già venduti, altri mal posizionati. Può succedere così, che l’addetto alle vendite perda tempo a cercarli e perfino che a volte debba rifiutare l’ordine. Per far fronte a situazioni come queste, HALO utilizza dati di inventario in real-time, supportando il dipendente con un’applicazione facile da usare durante tutto il processo di evasione in-store rendendolo veloce ed efficiente”, spiega Phil Fisher, product manager di HALO.

Secondo Forrester, società specializzata in ricerche di mercato, e la National Retail Federation, l’accuratezza dell’inventario è un problema per il 56% dei retailer che sta implementando programmi omnichannel. Con la tecnologia RFID, la precisione dell’inventario può essere aumentata dal 65-75% al 93-99%, come rilevato da GS1, da ECR Community Shrinkage and On-shelf Availability Group.

“Investiamo costantemente nella logistica e nell’IT per razionalizzare il modello omnichannel consumer-oriented. Con la nuova funzionalità per l’esecuzione in-store di HALO, ci aspettiamo di ottimizzare ulteriormente le operazioni grazie a inventari più accurati, creando un nuovo livello di customer satisfaction”, commenta Daniel Muñoz, Operations Director di Desigual, brand di moda internazionale con sede in Spagna.

Come funziona HALO

E’ una piattaforma Software-as-a-Service che fa parte delle soluzioni RFID di Checkpoint per il retail. HALO è in grado di tracciare ogni articolo etichettato lungo la supply chain del retailer raccogliendo i dati dai lettori RFID nei negozi e nei centri di distribuzione. La piattaforma si sincronizza con il software di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) e il software del sistema di gestione del magazzino (WMS), assicurando accuratezza dell’inventario, disponibilità della merce a scaffale ed efficienza lungo tutta la supply chain. Oltre all’evasione degli ordini omnichannel, alla programmazione delle attività e alla localizzazione degli articoli, i dipendenti degli store possono servirsi di HALO per l’inventario, la ricezione delle merci, il rifornimento degli scaffali e la conformità dell’esposizione dei prodotti.

Esselunga: Top Employer Italia 2020

Esselunga anche quest’anno è stata premiata con la certificazione Top Employer Italia 2020 per le eccellenti condizioni di lavoro fornite ai propri dipendenti e per l’attuazione di best practice focalizzate sullo sviluppo e benessere delle persone.

L’azienda ha da tempo avviato un percorso di attenzione alle persone che ha dato origine a un piano di welfare. È stato attivato un portale “Esselunga per te” dedicato alle convenzioni e alla scontistica.

Per l’area dedicata alla famiglia, ai progetti già attivi dedicati ai figli dei dipendenti come le borse di studio all’estero in collaborazione con la Fondazione Intercultura e il percorso di orientamento Push to open di Jointly, si è aggiunto, sempre con Jointly, il progetto Fragibilità, dedicato ai dipendenti che si prendono cura di un famigliare non autosufficiente. Per i dipendenti è inoltre attiva la funzionalità del car pooling.

Top Employers Institute è un ente certificatore nato oltre 25 anni fa che riconosce l’eccellenza delle condizioni di lavoro messe in atto dalle aziende per i propri dipendenti. La Certificazione Top Employers si basa su un’analisi di dati oggettivi, documentazioni e best practice all’interno di numerose macro aree in ambito HR. Il questionario compilato dalle aziende, dotate di un’avanzata struttura di strategie HR, viene analizzato e validato da Top Employers Institute. I dati e i risultati vengono poi sottoposti a un audit esterno e i punteggi valutati secondo uno standard internazionale. Solo le società che soddisfano gli standard e i livelli qualitativi richiesti ottengono la Certificazione Top Employers. Il programma Top Employers ha riconosciuto e certificato oltre 1600 aziende in 119 Paesi nei cinque continenti.

Birra Peroni: alimentazione elettrica al 100% da fonti rinnovabili

Birra Peroni, passa ad alimentazione elettrica prodotta al 100% da fonti rinnovabili.

Dal 1° gennaio i siti produttivi di Roma, Bari e Padova utilizzano energia generata esclusivamente da fonti rinnovabili: energia eolica, fotovoltaica e biomasse; ulteriore conferma dell’impegno e del percorso di sostenibilità seguito dall’azienda e volto alla riduzione dell’impatto ambientale dei suoi stabilimenti produttivi.

 “Birra Peroni riduce le emissioni di CO2 del 30% passando da 4,51 kg Co2/hl a 3,18 Kg CO2/hl e prevediamo di arrivare a una riduzione del 50% entro il 2025” – dichiara Roberto Cavalli, Integrated Supply Chain Director Italy di Birra Peroni. “Continua così il nostro impegno per migliorare le nostre performance produttive ma con grande attenzione verso l’ambiente.”

Un risultato importante e un’ulteriore tappa nel percorso di progressiva riduzione dell’impatto ambientale dell’azienda. I successi industriali e commerciali infatti non possono essere considerati tali se non vanno di pari passo con il rispetto dell’ambiente e del territorio nel quale si opera: il legame con l’Italia deve essere un impegno quotidiano.

L’aumento della produzione registrato nel corso degli ultimi anni, che ha portato l’azienda a superare oggi i 6 milioni di ettolitri annui, è coinciso con un deciso miglioramento delle performance ambientali. Birra Peroni in 10 anni ha ridotto il consumo di acqua per HL di birra prodotto del 34%, il consumo di energia termica del 39% e il consumo di energia elettrica del 25%.

Osservatorio Immagino: i prodotti green hanno sfiorato i 7 mld di sell out

Misurare lo stato di salute del carrello degli italiani, verificarne le propensione al cambiamento, valutarne il mantenimento dello staturs quo. Con queste intenzioni esece la sesta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy.

 

La novità di quest’edizione è il dossier dedicato alla sostenibilità, affrontata, come sempre, dal punto di vista innovativo dell’Osservatorio Immagino: ossia, analizzando come i temi “green” vengono comunicati sui packaging e sulle etichette dei prodotti venduti in supermercati e ipermercati.

Selezionando solo i prodotti accompagnati da indicazioni riferite alla sostenibilità, l’Osservatorio Immagino ha creato un “paniere green” composto da 19.182 prodotti che, nell’anno finito a giugno 2019, hanno sfiorato i 7 miliardi di euro di sell-out nel canale iper+super (+3,4% rispetto ai 12 mesi precedenti). Di questo eco-paniere, poi, l’Osservatorio Immagino ha analizzato quali aspetti della sostenibilità sono segnalati sulle etichette dei prodotti, accorpandoli in quattro aree tematiche (responsabilità sociale, rispetto degli animali, agricoltura e allevamento sostenibili, management sostenibile delle risorse) e misurandone il “peso” in termini di vendite e il trend di mercato.

Al dossier sulla sostenibilità in etichetta, l’Osservatorio Immagino affianca il suo abituale monitoraggio dei 10 macro-fenomeni più significativi nell’universo del largo consumo in Italia.

E così, nelle sue 72 pagine, la sesta edizione dell’Osservatorio Immagino racconta:

10 macro-fenomeni:

Nel food:

  • Il metaprodotto Immagino: la misura nutrizionale della spesa media italiana.
  • Il richiamo dell’italianità: il “made in Italy”, le Dop e le regioni in etichetta.
  • Il mondo del free from: il trend dei claim consolidati e di quelli emergenti.
  • Il mondo del rich-in: i cibi ricchi o arricchiti e i fenomeni di mercato.
  • Il tema delle intolleranze: la dinamica del “senza glutine” e del “senza lattosio”.
  • Lifestyle: vegetariano, vegano, biologico, halal e kosher. Il cibo identitario.
  • Il mondo di loghi e certificazioni: Faitrade, Ecolabel, Cruelty free. I nuovi valori.
  • Gli ingredienti benefici: dallo zenzero alla mandorla, i sapori del momento.
  • La texture dei prodotti: le caratteristiche organolettiche evidenziate on pack.

E nel non food:

  • Il tema del cura persona: con un approfondimento sui prodotti biologici.
  • Il cura casa green: la sostenibilità sulle etichette dei prodotti per la pulizia.

1 dossier di approfondimento:

  • La sostenibilità in etichetta: i claim e le info “green” segnalati sulle confezioni.
  • Il packaging “ecologico”: come e dove sono indicate le info sul riciclo del pack.

Ex Auchan: niente licenziamenti in vista per il 2020, ma uscite volontarie

Non sono previsti licenziamenti nel 2020 per gli ex dipendenti Auchan. La rassicurazione nasce dal piano di “salvaguardia del lavoro”, presentato da Margherita Distribuzione (la ragione sociale di tutte le attività che in Italia facevano capo all’insegna con l’uccellino rosso) a tutto il personale delle sedi “Ex Auchan” di Rozzano e sul territorio nazionale. Sono infatti previste per l’anno in corso uscite su base volontaria e incentivata, con l’attivazione di tutti i trattamenti di sostegno al reddito dei Lavoratori previsti dalla legge come la NASPI, e interventi di ricollocazione e riqualificazione professionale.

Tra il 17 e il 24 gennaio l’azienda ha incontrato tutto il personale delle strutture di sede ex-Auchan, dalla sede di Rozzano alle sedi di Roncadelle, Vicenza, Roma e Ancona.

Gli incontri sono stati organizzati dall’Azienda per riprendere un “filo diretto” con i propri dipendenti dopo l’acquisizione dell’ex Auchan (oggi “Margherita Distribuzione”) da parte di BDC (facente capo a CONAD ed al fondo WRM) e per fornire a tutti informazioni corrette ed aggiornate sull’operazione, sullo stato di avanzamento del progetto e sulle prospettive delle attività e delle strutture di sede. Due sono le principali indicazioni raccolte durante gli incontri: la prima, organizzare bene le attività di ricollocazione; la seconda, definire in fretta i criteri dell’incentivazione per permettere ai lavoratori interessati di fare le loro valutazioni.

L’Azienda ha confermato gli interventi per la valorizzazione e l’integrazione della rete commerciale ex-Auchan nella rete CONAD (per la gran parte, pari a circa il 60% del totale) o in quella di altri operatori di mercato (per la rimanente parte di circa il 40%), che sarà completata entro la prima metà del 2020.

Margherita Distribuzione ha, inoltre, confermato che tutti gli interventi sulla rete commerciale ex-Auchan (e soprattutto quelli di integrazione nella rete CONAD) sono accompagnati da misure di “salvaguardia del lavoro” che hanno permesso, sino ad oggi e in pochi mesi, di garantire stabilità, continuità di lavoro e un futuro occupazionale a più di 13.000 persone, con il riassorbimento nella sola rete CONAD di oltre 2.500 potenziali esuberi.

Per quanto riguarda le attività e le strutture di sede, l’Azienda ha confermato che, rispetto alle attività sui punti vendita, sono ridotti i margini e gli spazi di integrazione presso CONAD o presso altri operatori, dato che tali attività andranno ad esaurirsi con l’integrazione delle attività di rete in altre reti.

Per dare anche al personale delle sedi ex-Auchan su tutto il territorio nazionale una soluzione, è stato messo a punto, per il 2020, un “piano straordinario” per la gestione e la salvaguardia dei livelli occupazionali, che prevede l’attivazione di diverse misure, da applicare in modo combinato, che possono creare un punto di incontro tra le necessità dei dipendenti e dell’Azienda.

Le misure messe in campo prevedono, in primo luogo e per quanto più possibile, la salvaguardia del lavoro attraverso interventi di ricollocazione e riqualificazione professionale presso strutture di sede CONAD, presso la rete CONAD, presso reti di altri operatori, da sostenere e massimizzare anche con l’attivazione, territorio per territorio (e per Milano e la Lombardia in particolare), di tutti gli strumenti di “politica attiva del lavoro”, lavorando con tutte le Istituzioni coinvolte.

Nei primi 4 mesi dell’Operazione (da Settembre 19 a Dicembre 19), hanno già trovato una ricollocazione professionale in CONAD (presso strutture di sede o rete) circa 150 lavoratori delle sedi ex-Auchan.

La seconda misura è l’attivazione di un piano straordinario di uscite su base volontaria e incentivata, con accesso dei lavoratori a tutti i trattamenti di sostegno al reddito previsti dalla Legge (NASPI), come già attivato per i Dirigenti.

Nessun licenziamento, quindi, per il 2020: per consentire le uscite volontarie è stata formalmente avviata dall’Azienda la necessaria procedura di legge (L. 223/91) di “apertura della mobilità”, con l’invio della lettera del 22 gennaio.

La volontà dell’Azienda di attivare solo uscite volontarie (anche per la sede, oltre che per la rete) era già stata resa nota alle Rappresentanze Sindacali sin dai primi incontri sulla vertenza in sede nazionale, nel Settembre 2019. Tale volontà è stata illustrata a tutti i lavoratori delle sedi ex-Auchan prima dell’invio della lettera negli incontri delle ultime due settimane e confermata alle Istituzioni (MISE e Territoriali) destinatarie della lettera. I lavoratori stessi hanno richiesto l’attivazione della procedura.

Per le attività e le strutture di sede è prevista, infine, per il 2020, quale misura integrativa e di supporto degli interventi di ricollocazione, riqualificazione professionale e delle uscite volontarie, anche l’attivazione della CIGS, per rispondere sia alle esigenze dei lavoratori che dell’Azienda nelle diverse fasi di attuazione dell’Operazione.       

Margherita Distribuzione, con CONAD, ha messo in campo gli strumenti sopra descritti per gestire una situazione complessa, resa insostenibile dai risultati fatti registrare dall’Azienda nel 2019 (con un ulteriore calo delle vendite di oltre il 10%), rispetto alla quale il progetto di CONAD è l’unica soluzione in grado di dare un futuro al lavoro nell’impresa.

 

Enogastronomia: ruolo sempre più centrale per i turisti europei

E’ sempre più centrale il ruolo dell’enogastronomia nel turismo: il 71% delle persone in viaggio vuole vivere esperienze enogastronomiche che siano memorabili, mentre il 59% dei turisti dichiara che le esperienze a tema li aiutano a scegliere tra più destinazioni.

Ecco alcune evidenze emerse dall’edizione 2020 del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, a cura di Roberta Garibaldi.

Si consolida l’interesse dei turisti verso l’enogastronomia nei Paesi occidentali, e sono in forte crescita i turisti enogastronomici in Cina e Messico – commenta infatti Garibaldi. “Dal 2016 si evidenzia un incremento rispettivamente del +12% e +10%. Il totale di chi ha dichiarato di avere svolto almeno un viaggio con questa motivazione negli ultimi due anni a livello internazionale è pari al 53%. I Millennials guidano il trend tra le generazioni, mentre si affacciano i nuovi “super foodie”, i nati della Generazione Z: viaggiatori frequenti che già mostrano un alto interesse verso il cibo.” Cosi afferma Roberta Garibaldi, autore del rapporto.

 

Le esperienze più ricercate

“Incrociando i dati delle esperienze più gradite emergono alcuni temi su cui puntare – analizza Roberta Garibaldi –. I “food truck” – cibo di strada – sono tra le esperienze più vissute e più ricercate sul web, ricercati anche i ristoranti e i bar storici e le dimore storiche sede di aziende di produzione agroalimentare; piacciono pure le visite ai produttori extra vino, e infine i corsi di cucina. La pizza emerge come prodotto trainante per il nostro Paese, e facendo tesoro anche del riconoscimento UNESCO dovrebbe diventare un asset su cui puntare in modo più forte per il turismo”.

Il posizionamento dell’Italia

Dal confronto con i maggiori competitor europei, emerge un quadro positivo, con il Belpaese ai vertici in sette degli indicatori considerati: produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole, aziende olearie, imprese di ristorazione, musei del gusto, birrifici e Città Creative UNESCO legate all’enogastronomia.

Considerando gli ultimi tre anni, sebbene la Francia evidenzia il maggiore incremento in termini assoluti di prodotti agroalimentari a indicazione geografica e di micro-birrifici, e la Spagna di vini a indicazione geografica e imprese di ristorazione, l’Italia mantiene il primato per quanto concerne la crescita di aziende viticole e olivicole, dimostrando quindi un buon dinamismo nonostante la crisi.  Inoltre, il nostro Paese risulta avere, dal 2016, il maggior numero di iscrizioni alle liste UNESCO dei beni materiali e immateriali legati all’enogastronomia e delle Città Creative per la Gastronomia. 

Sono il cibo e il vino a caratterizzarci maggiormente, anche all’estero: il gorgonzola e la pizza sono i prodotti italiani ad Indicazione Geografica più ricercati sul web tra il 2017 e il 2019. Tra i trend topic di Internet tra Novembre 2019 e Gennaio 2020 per gli utenti di Stati Uniti, Cina, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito figurano prodotti e piatti tipici, tra i quali spiccano, oltre alla pizza, gli arancini, l’ossobuco, il Parmigiano Reggiano e il Pecorino romano; tra le produzioni vitivinicole “Sparkling wine”, i vini dell’Alto Adige e il Chianti (dati Semrush). 

Dove migliorare

Analizzando il contesto europeo i competitor diretti presentano un valore aggiunto nella valorizzazione, attraverso azioni organiche di sviluppo e promozione intraprese a livello nazionale. In Italia, ad esempio, si riscontrano lacune di informazioni sia nel sito ufficiale sia nei portali regionali. Una conferma di ciò viene dall’analisi diretta condotta sui Tour Operator stranieri, che giudicano buona o eccellente la qualità dell’offerta e delle esperienze a tema enogastronomico, mentre minore è la facilità di reperimento delle informazioni e di prenotazione delle medesime.

L’offerta regionale

Le eccellenze agroalimentari e vitivinicole sono capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale. L’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica, il Piemonte detiene il medesimo primato per i vini, la Campania per i Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

La Lombardia vanta invece il primato nell’offerta ristorativa, sia in termini di imprese, sia di ristoranti di eccellenza segnalati sulle principali guide (la “Guida Michelin Italia”, la guida de l’Espresso “I Ristoranti e i Vini d’Italia”, la guida Gambero Rosso “Ristoranti d’Italia”), oltre ad annoverare il maggior numero di micro-birrifici e brew pub in Italia. 

La Toscana risulta essere la prima regione italiana per numero di agriturismi, sia in termini assoluti, sia per le differenti tipologie di servizio offerto – ristorazione, alloggio, degustazioni e proposte di esperienze fattorie didattiche, Mountain Bike, trekking, sport, etc. 

Analizzando il trend degli ultimi tre anniil Centro-Sud risulta essere la macro-area più dinamica, con i maggiori incrementi nell’offerta.

“Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, ed. 2020

A cura di Roberta Garibaldi sotto l’egida della World Food Travel Association e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, offre un quadro completo e rigoroso di un settore del turismo che negli ultimi anni evidenzia un continuo trend di crescita. Ben 735 pagine di dati e analisi per delineare sia l’offerta del “sistema Italia”, comparato a livello europeo e nazionale, sia il profilo del turista internazionale di Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti d’America, Messico e Cina.

Si compone di due volumi, “L’offerta”, autore Roberta Garibaldi, con il supporto di UniCredit e PromoTurismoFVG e il patrocinio di ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo, Federculture, Fondazione Qualivita, ISMEA, Touring Club Italiano, oltre alla collaborazione di Travel Appeal, TripAdvisor e Semrush; e “La domanda”, versione italiana del “Food Travel Monitor 2020” redatto della World Food Travel Association, e che vede Matthew J. Stone, Steven Migacz ed Erik Wolf coautori con Roberta Garibaldi. Il main sponsor è il Quebec.

Allarme spreco: i dati della Fondazione Barilla

Lo spreco alimentare ha molte colpe: dai cambiamenti climatici, all’insicurezza alimentare fino alla carenza d’acqua. E in termini di spreco l’Italia è messa maluccio:  nel nostro paese, infatti, sprechiamo – secondo il Food Sustainability Index – in media ogni anno 65kg di cibo pro capite, una quantità che ci pone, in Europa, al 13° posto per quantità di cibo edibile che si perde a monte della filiera agro-alimentare e per sprechi durante le fasi di trasformazione, distribuzione e consumo. Ecco alcuni dei dati prodotti da Fondazione Barilla in occasione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare.

E non basta: lo spreco alimentare si traduce anche in spreco di risorse naturali. La frutta e verdura che gettiamo ogni anno, per essere prodotta, ha richiesto oltre 73 milioni di metri cubi di acqua. Un’enormità, se si pensa che con la stessa quantità potremmo riempiere – giornalmente – 80 piscine olimpioniche o soddisfare il fabbisogno di acqua potabile di tutta la Lombardia per 18 giorni, del Lazio per 23 giorni, della Campania per 27 e, addirittura, della Puglia per 153. Più in generale, a livello globale, il cibo gettato ha un costo  pari a 2,6 trilioni di dollari l’anno; contribuisce ai cambiamenti climatici (generando l’8% delle emissioni annuali di gas serra), al sovrasfruttamento dei terreni (il 28% dei terreni disponibili al mondo è usato per produrre cibo che poi non viene consumato) e all’insicurezza alimentare nelle aree del mondo già a rischio di disuguaglianza sociale.

“I numeri dello spreco dimostrano che siamo davanti a un fenomeno drammatico che, a livello globale, ci allontana dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. Per combatterlo servono politiche mirate, come successo con la Legge Gadda in Italia o con gli accordi volontari stipulati da autorità regionali – ad esempio quelle di Lazio, Puglia e Piemonte – o come fatto nel 2018 dal Ministero delle Politiche Agricole, che ha stanziato 700.000 euro per finanziare 14 progetti di ricerca dedicati a estendere la data di scadenza dei prodotto alimentari, migliorare l’uso di nuove tecnologie di imballaggio, sviluppare app e piattaforme digitali, recuperare le eccedenze alimentari all’interno di tutta la filiera e facilitare la distribuzione del cibo ai gruppi più vulnerabili della popolazione. In parallelo, servono però anche le iniziative dei privati, per sensibilizzare le persone sull’importanza di adottare diete sostenibili e combattere gli sprechi di cibo, spiega Anna Ruggerini, Direttore Operativo della Fondazione Barilla.

Quattro casi virtuosi

Per limitare lo spreco alimentare (e delle risorse della terra) serve dar vita a un cambiamento radicale dei nostri sistemi alimentari, partendo da azioni concrete. Eccone alcuni esempi:

  • A febbraio parte il progetto Su-Eatable Life, iniziativa triennale finanziata dalla Commissione EU e pensata per risparmiare circa 5.300 tonnellate di CO2 equivalente e circa 2 milioni di metri cubi d’acqua, relative al consumo di cibo in Europa. All’interno di mense aziendali e universitarie (in Italia e nel Regno Unito), verranno introdotti dei menù sostenibili. Fondazione Barilla è capofila del progetto.
  • La città di Milano ha dichiarato guerra allo spreco alimentare puntando, entro il 2030 a ridurlo del 50%. Già nel 2018, il Comune ha agevolato i privati, riducendo del 20% la tassazione per chi dona il cibo a enti benefici e permettendo di recuperare, in appena sei mesi, 840 tonnellate di cibo.
  • L’app Last Minute Sotto Casa, che mette in contatto gli utenti con i negozianti che, a poche ore della chiusura dei loro esercizi, vendono i prodotti ancora freschi, ma invenduti, con sconti fino al 50%. Un’iniziativa che, solo a Torino, ha ridotto gli sprechi mensili fino a 3 tonnellate.
  • Piattaforma REGUSTO che, oltre a rivolgersi al mondo della ristorazione, è utile alle amministrazioni comunali che intendono implementare e ottimizzare il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari verso le fasce più deboli della popolazione, mettendo in contatto i “donatori” (supermercati, mense, industrie, ristoranti, ecc.), con gli operatori degli enti no-profit attrezzati per il recupero.

 

 

Retail Institute Italy: Marco Zanardi è il nuovo presidente

MARCO ZANARDI

L’Assemblea dei soci di Retail Institute Italy ha rinnovato le cariche associative per il biennio 2020-2021. Si è proceduto, in prima battuta, all’elezione del nuovo Consiglio Direttivo, all’interno del quale è stato nominato Presidente Marco Zanardi, Partner di Beready e già Vice Presidente nel precedente mandato.

A Zanardi è affidato il compito di guidare l’organizzazione punto di riferimento del Retail in Italia, in una fase di profondo cambiamento per il settore, che fronteggia le sfide di un’evoluzione trainata in primis dalla trasformazione digitale, ma anche dal cambiamento di modelli dei business, dalla globalizzazione, dai cambiamenti geopolitici, da mutamenti sociali ed economici della disruption nella Retail industry. In questo importante compito sarà affiancato da 3 Vicepresidenti: Erika Andreetta, Partner di PwC, Giorgio Porro, Presidente di MK Group e Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé.

Daniele Tirelli, che ha ricoperto la carica di Presidente negli ultimi 16 anni, resterà in Associazione in qualità di Presidente Emerito.

Così ha definito il nuovo Consiglio Direttivo, composto da circa metà dei consiglieri uscenti e altrettanti nomi nuovi, ventitré autorevoli esponenti dell’industria, grande distribuzione (alimentare e non) e distribuzione selettiva, esclusiva, intensiva (fashion, energia, automotive, etc); di società di consulenza internazionali, dei servizi, tecnologia e visual communication. Imprenditori e manager, ampiamente rappresentativi di tutto l’ecosistema retail, il cui contributo sarà fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi per i prossimi due anni.

Una direzione chiara, confermata dalla presentazione di un nutrito programma di progetti e iniziative previsti per il 2020, che saranno illustrati nel dettaglio nelle prossime settimane e che segnano il cambio di passo, inquadrandosi in una strategia fortemente orientata all’ampliamento del presidio internazionale in ottica “glocal”, all’intensificazione delle attività di ricerca, al potenziamento della formazione e degli strumenti informatici e digitali a servizio dei soci e non solo, al consolidamento e alla crescita dei “grandi eventi” di Retail Institute Italy, alla collaborazione aperta con Università, Centri di ricerca, Associazioni di settore e start up hub, in un’ottica di open innovation.

 

Il confessionale? Oggi va di moda il distributore automatico

Nel Paese europeo con più vending machine installate – sono oltre 822 mila – il distributore automatico non ha solo una funzione di ristoro ma anche di pausa e di socialità. CONFIDA, l’associazione italiana della distribuzione automatica ha cercato di capire cosa fanno gli italiani quando si trovano davanti a un distributore con una ricerca commissionata a Nextp.

Del campione di 2100 soggetti intervistati, gli ultra 55enni parlano quasi esclusivamente dei loro hobbies e del tempo libero (58%), i più giovani (18-34 anni) prevalentemente di lavoro (28%) e relazioni amorose (13%) mentre quelli che chiacchierano di sport sono soprattutto gli uomini fra 35 e 54 anni (15%). Senza distinzione di età e aree geografiche, c’è anche un 11% a cui piace fare gossip sui colleghi.

Quasi 3 italiani su quattro (74%) hanno utilizzato nell’ultimo anno almeno una volta un distributore automatico e tra quelli che non l’hanno usato sono soprattutto gli over 55enni che non hanno avuto l’occasione di usufruirne o preferiscono consumare altrove.

I distributori automatici – afferma Massimo Trapletti, presidente di Confida – fanno ormai parte della quotidianità degli italiani che ne apprezzano la varietà nella scelta, i prezzi e la qualità. Hanno anche il pregio di essere a portata di mano e veloci nella fruizione e sono spesso luoghi di socializzazione”.

Quasi il 70% del campione utilizza le vending machine almeno una volta a settimana, il 27% anche tutti i giorni e il 30% fino 2-3 volte a settimana. Il luogo principale di utilizzo è il posto di lavoro (47% degli intervistati) e 3 volte su 10 (29%) i luoghi di attesa.

Le persone utilizzano i distributori automatici perché sono comodi, veloci e hanno tutto il necessario per fare una pausa veloce. E’ una comodità quando “non riesco a uscire dall’ufficio” (36%) o per fare uno spuntino “quando ho fame e non ho portato niente da casa” (14%) o semplicemente perché è veloce (14%) o per fare una pausa caffè (11%). Quasi 6 persone su 10 del campione sono soddisfatte dei prodotti offerti (58%): più del 70% degli intervistati ritiene che la qualità del caffè ai distributori automatici è migliorata negli ultimi tempi. Cresce l’offerta di prodotti biologici, salutari o per intolleranze.

I distributori automatici stanno diventando sempre più tecnologici con schermi touch, APP di pagamento: l’analisi CONFIDA / Nextp mostra che aumentano gli utenti che desiderano pagare con strumenti digitali (APP o carta di credito) anche se il 60% dei residenti al sud preferisce sempre il contante. E a quanti utilizzano le vending machine non dispiacerebbe avere altri servizi specialmente le ricariche telefoniche (36%) ma anche il pagamento delle bollette (24%) piuttosto che prelievi POS come al bancomat (23%).

Carrefor Italia: inizia il cambio d’insegna per gli ex Auchan in Lombardia

Carrefour Italia ha dato il via al cambio insegna dei punti vendita, ex Auchan, localizzati nella città di Milano e provincia e altre aree della regione lombarda, acquisiti da Conad lo scorso dicembre. Si rafforza, così, il presidio in un’area geografica dalle forti potenzialità di sviluppo e dove già Carrefour vanta un’importante presenza. Dei nuovi negozi ad insegna Carrefour, 22 sono localizzati a Milano e provincia, due nelle città di Sondrio, gli altri a Pero, Mantova e Baranzate.

I nuovi negozi, con una superficie compresa tra 150 e 600 metri quadrati, saranno ad insegna sia Carrefour Express – negozi di prossimità in grado di soddisfare le esigenze di spesa giornaliera – che Carrefour Market – ideali per rispondere ad una spesa frequente, da quotidiana a settimanale, con una proposta di prodotti convenienti, vicini al territorio ed alla tradizione.

Il cambio insegna dei punti vendita rientra nella strategia di Carrefour Italia annunciata in occasione del Piano di Trasformazione quadriennale 2019-2022 che si pone l’obiettivo di rispondere al cambiamento delle abitudini dei consumatori, focalizzando la propria offerta sullo sviluppo dei punti vendita di prossimità con superfici di medie e piccole dimensioni e su un maggior livello di servizio e di selezione di prodotti.

Innovativa la gamma di servizi disponibili, pensati per semplificare la spesa grazie a soluzioni come la possibilità di prenotare i prodotti e ritirarli in store, oppure la consegna a domicilio. Tra i servizi offerti in molti dei nuovi negozi, già attive iniziative commerciali dedicate a categorie di consumatori come gli studenti e gli over 60. Particolare risalto, in termine di proposta commerciale, verrà dato a tutti i prodotti a marchio Carrefour (Bio, Terre d’Italia, Selection, NO GLUTEN e INFORMA), dando così la possibilità ai nuovi clienti di conoscere concretamente i valori di Carrefour Italia.

Tra diretti e franchising, Carrefour Italia conta oggi in Lombardia oltre 300 punti vendita. 

In particolare, i nuovi negozi Carrefour Market ed Express nella città di Milano e provincia, sono localizzati nelle seguenti aree:

  • Milano, via Baiamonti
  • Milano, via Canonica
  • Milano, via Andrea doria
  • Milano, via Lambertenghi
  • Milano, via Murat
  • Milano, corso Monforte
  • Milano, via Noè
  • Milano, via Pisa
  • Milano, via Visconti di Vimodrone
  • Milano, via Amedeo d’Aosta
  • Milano, via Marcellino Ammiano
  • Milano, via Carlo Maria Maggi
  • Milano, via Lazzaretto
  • Milano, via Fumagalli
  • Milano, piazza VI Febbraio
  • Milano, viale Stelvio
  • Corsico (MI), via Cavour
  • Zelo Surrigone (MI), via Cavour
  • Cologno Monzese (MI), via Milano
  • Baranzate (MI), via Nazario Sauro
  • Pero (MI), strada del Sempione
  • Rozzano (MI), via XXV Aprile

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