Coop fotografa il 2017 degli italiani. Su spesa, tecnologie, casa, rallenta il potere d’acquisto

Guardano al futuro tutto sommato con fiducia gli italiani che tornano a voler sperimentare nel 2017 e, seppur non immaginano di cambiare radicalmente stile di vita, ritengono che cresceranno i costi delle utenze e quelli per la mobilità, sognano vacanze all’estero e, per la prima volta dopo molti anni, pensano di aggiungere valore al carrello della spesa alimentare: queste le evidenze del sondaggio di fine anno e le previsioni sui consumi 2017 del “Rapporto Coop” redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop con la collaborazione scientifica di Ref. Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen e i contributi originali di GFK, Demos, Doxa, Nomisma e Ufficio Studi Mediobanca.

 

Cosa sale e cosa scende

A dispetto di un Paese fermo gli italiani amano sperimentare: il 93% dei campione intervistato si dichiara incuriosito da nuovi prodotti e servizi. E in cima ai desiderata gli italiani mettono proprio il supermercato senza casse, senza file che sfrutti il riconoscimento automatico (è interessato il 74%); segue la casa domotica (73%), il frigorifero “smart”, il camerino virtuale, e fa la sua comparsa nella lista delle preferenze il maggiordomo virtuale (lo vorrebbe testare il 43%).

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Passando alla spesa, nel carrello vince il 100% italiano, dunque la provenienza sicura, e tutti i diktat della spesa degli ultimi anni, dal tipico/tradizionale al Km 0 al biologico, dal vegetariano al free-from, ma anche al pronto per l’uso. Eppure non manca nella fascia alta il desiderio di prezzi bassi, soprattutto nella fascia più giovane (dai 18 ai 29 anni).

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quadroScendendo dai desideri alla realtà, il 2017 farà segnare un rallentamento del potere d’acquisto delle famiglie che fino al 2016 avevano potuto godere di fattori favorevoli ma transitori; di conseguenza il ciclo dei consumi, dopo un biennio a ritmi superiori all’1%, subirà una battuta d’arresto (la stima si attesta su uno 0,7%) dovuto al rallentamento dei redditi e soprattutto alla ripresa dell’inflazione.

In questo quadro è giocoforza operare delle scelte. E dunque, cosa crescerà e cosa perderà terreno nel borsino dei consumi delle famiglie italiane? In crescita figura la solita telefonia (+8%), gli acquisti tecnologici di computer e altri accessori (+ 7,3%), i servizi ricreativi (+ 2,8%); mentre scivolano invece ancora più in basso le spese per la manutenzione della casa, i giornali, i libri.

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Lo stesso mood indirizzerà le intenzioni di spesa degli italiani. Le utenze, il carburante e le spese sanitarie sono i comparti dove il numero di famiglie che prevedono di spendere di più superano quelle che immaginano di risparmiare. Questo è vero anche per la spesa alimentare dove, per la prima volta dopo molti anni, gli italiani che contano di aggiungere valore al carrello alimentare (+13%) sono quasi il doppio rispetto a quelli che pensano di comprimere ulteriormente la spesa (+8%). La Gdo, che nel 2016 ha sofferto una lunga stagione deflattiva, chiude l’anno in perfetta parità rispetto al 2015 beneficiando comunque di un piccolo miglioramento delle vendite nelle ultime due settimane del 2016, che però non supera un +2% ed è concentrato fortemente nei giorni pre-natalizi.

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Il 2017 porterà probabilmente anche nuovo dinamismo nel mercato immobiliare e nei comparti ad esso collegati (arredamento ed elettrodomestici): in tempi di bassi tassi d’interesse e di turbolenza dei mercati finanziari ritorna la casa come sogno nel cassetto degli italiani. Rimarrà in crescita la spesa per i viaggi (la indica come spesa sicura o possibile l’80% degli italiani).

 

Viaggi, svago e benessere nelle spese dei Millennials

I Millennials sono quelli che con più probabilità affronteranno un viaggio in futuro (85% contro il 73% dei Baby Boomers). E sono ancora i Millennials a spingere per l’acquisto di servizi legati a benessere e svago: iscrizione in palestra (prevista dalla metà dei giovani), abbonamento per il teatro o lo stadio (il 36% dei Millennials indica questa voce di spesa, contro il 27% della Generazione X), così come la sottoscrizione di abbonamenti di Pay TV (39% dei giovani contro 30% degli adulti e il 19% degli over 50) sono le tre dimensioni di consumo a cui i giovani non intendono rinunciare.

 

Più speranza nel 2017

Alla fine, il rapporto con la sua indagine di fine anno fotografa un Paese che sta alla finestra e che, passati gli anni bui della recessione, spera nel futuro ma stenta a metterne a fuoco i dettagli.

Tra le parole con cui gli italiani descrivono l’anno che è appena iniziato persiste la triade che già aveva caratterizzato il 2016 ovvero “speranza” (la usa il 33% del campione, era il 33,8% un anno fa), “cambiamento” (12% a fronte di un 14,3%), “timore” (10% rispetto a un più robusto 14,2% del 2016). Scostamenti però tutto sommato poco significativi a dimostrazione di una condizione di stallo che accomuna Italia e italiani. Ancora fra le parole più rappresentative del 2017 “ripresa” e “crisi” registrano l’identico indice di gradimento (entrambe sono state scelte dall’8% del campione) quasi come se l’una neutralizzasse l’altra. La speranza è la ciambella di salvataggio a cui si aggrappano tutti, con qualche sfumatura di genere (il 75% degli uomini utilizza aggettivi positivi per l’anno che verrà rispetto al 70% delle donne), mentre sono più i giovani a inseguire il sogno del rilancio (78% dei Millenials contro il 74% dei Baby Boomers).